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Commenti al testo di Marco Armando Ribani
Lettera a mia madre

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 Marco Armando Ribani - 23/06/2017 10:01:00 [ leggi altri commenti di Marco Armando Ribani » ]

Vi ringrazio tutti dal profondo del cuore, le vostre parole mi confortano e fanno di voi dei compagni di viaggio perchè mostrate di aver compreso attraverso le vostre emozioni l’importanza che ha avuto per me scrivere questo testo. Sono uscito da questa esperienza diverso e più sereno ed era quello che cercavo. Il debito verso Ginsberg e sopratutto Gelman è molto importante, ma senza di loro non sarei mai stato capace di scrivere questa poesia/terapeutica per me. Mi sono fidato di loro perchè avevano già compiuto il viaggio, cosi l’incipit è chiaramente una rielaborazione del folgorante inizio del Kaddish di Ginsberg e poi le prime quattro strofe sono prese quasi interamente dalla lettera alla madre di Gelman. Non ho voluto rubare versi per rendere più bella la mia poesia, solo erano necessarie "quelle" parole
per rientrare nel corpo di mia madre senza più rabbia e senza più rancore. Poi via via la scrittura è divantata autonoma, pur apprendedo per strada il valore e l’incisività della forma interrogativaun interesse che già avevo praticato leggendo E.Jabés.
E’ con vera commozione che ancora vi ringrazio.

 Cristina Bizzarri - 22/06/2017 18:43:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Nella poesia non c’è il tempo. Questa, anche se tu hai settantaquattro anni, può essere stata scritta da un ragazzo. Prima di leggerti mi è venuto istintivo di pensare a Ginsberg (non conosco Gelman, vado a cercare su Internet!). Cioè, "prima di leggerti" perché l’ho letta dalla fine - non so perché - percorrendo a ritroso un cammino intensissimo, soprattutto interiore. Trovo la tua scrittura molto ma molto bella, e questo testo mi ha fatto provare il desiderio di averlo scritto io, se mai ne fossi stata capace. Molti sentimenti e emozioni evocati li ho provati anch’io con grande dolore e intensità.

 Ferdinando Giordano - 22/06/2017 13:42:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Giordano » ]

Ho trovato nelle tue stanze oro e briciole di pane. Il primo da bagliori intimi, più profondi delle stesse vene che lo ricoverano; le seconde da un pasto consumato a lungo con un morso audace che alla fine calma, forse non sazia. Grazie.

 Klara Rubino - 22/06/2017 11:38:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Quando l’ho letta ieri sera mi sono accorta che una lacrima scendeva sul viso...ecco quel bruciore sugl’0cchi cos’ era e perché!
È intensa, come in un romanzo il personaggio vive!

 Nando - 21/06/2017 20:12:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Di là del valore poetico del testo, che non so giudicare, rimane la bellezza dell’autenticità di una consegna autobiografica al lettore, che ne resta coinvolto e poeticamente affascinato.