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al testo di Adielle
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Chissà se ti ricorderai che non bevo il caffè quando mi inviterai al bar la prossima volta che esisto SPLASH. Ma si e in quale città dei residuati bellici come noi se non la nostra dai tavoli in piazza possiamo contare le verdi primavere degli scalini del duomo senza dover riprodurre la messinscena della carrozzina Potemkin ho ancora le vertebre diffuse lungo il corpo. Quanto ci godi che non ce la faccio? Sorniona dei non luoghi comuni. Che non ce la faccio a scrivere meno di te, in questa forma di vita che colma le tue assenze a spada tratta. Devi avere una resistenza tarata su calici infrangibili per tutte le volte che ti ho rotto i coglioni e leggere senza contraddire per non calarsi mai nel verbo rigoroso. A me sta bene la parte del matto ma se t'amo ancora non saprei dirlo forse solo tu hai le briglie di questa corsa che non s'arresta. Se ti avessi dimostrato qualcosa? Al concerto dei Verdena, Roberta ha parlato male dei Baustelle per farti torto a ragione (lei è dalla mia parte) così è passata dalla parte del torto che poi era l'unico percorso possibile per una bassista che sappia andare a cavallo del ritmo. Gomma, con la tua doccia prodigiosa, me ne sono accorto subito e ho taciuto per sempre, il re di bastoni leccando il dorso di certe rane. Lo sai quale parte del corpo conta di più? E' una domanda facile. Il viso, perchè è la sede di tutti i sensi. Tu chiamale se vuoi, emozioni. Tu chiamami se mi vuoi poi arrivo, claudicante, al piccolo trotto da levriero irlandese, col bastone da passeggio con dentro il guscio una lama per gli sgusci. Stavo andando bene poi una ricaduta da tre chili. Per il compleanno mi regalo un concerto dei Ministri ma stavolta indosserò scarpe comode da ballo. Qualche riga ancora poi non scrivo più per un po' chè mi costa fatica. Credi di sapere tutto di me e che un patto scellerato stipulato con chicchessia ti tenga al riparo da giudizi angusti come fosse solo questione di spazi. Questa mossa non arriva, questa messe non matura, questa casa non è un albergo a ore. Eppure non mi consumo senza fede, continuo il ciclo delle reincarnazioni in vita, l'impianto di una clessidra circolare.
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