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Riflettere

Prima di commettere una cattiva azione, domandati se a TE farebbe piacere riceverla, solo cosi saprai se farla o no. Prima di commettere una cattiva azione, mettiti al posto di chi la riceve e, per un attimo, vivi in prima persona la cattiveria che stai per commettere verso l'altra persona. Domandati se ti fa piacere riceverla. Prova a farla prima verso te stesso: appiccati il fuoco, così come è stato fatto a quei poveri senza tetto, per poi definirlo un gioco! Sparati una pallottola, tagliati la gola, tirati un cazzotto all'improvviso in faccia, senza conoscerne il perché! Strattonati e derubati delle tue stesse cose, assillati con ricatti e abusi, stuprati, sfregiati il volto con l'acido, bastonati ogni volta che bevi, spingiti per cadere sotto le rotaie di un treno, fatti violenza ogni volta che ti salta in mente di farla ad altri, rubati l'idea di una tua invenzione, truffati dei tuoi stessi beni, mandati in galera per falsa testimonianza, mandati a quel paese per un si o per un no, picchiati a scuola davanti ai tuoi compagni perché di te ridano, manda sul web le tue immagini nude di cui ti vergogni, fai su di te tutto quel che ritieni giusto fare agli altri e poi, domandati se tutto ciò può farti piacere...

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 Arcangelo Galante - 28/01/2018 11:30:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

Mesta riflessione, al contempo, altamente veritiera.
Un testo dedicato all’orrore di atroci e indicibili atteggiamenti, per la crudeltà con cui vengono perpetrati, spesso, anche con piena consapevolezza, sul male che si sta per compiere.
Vengono i brividi, leggendo queste righe, meritevoli di nota per il valore emblematico di un sì tale struggente e agghiacciante fenomeno.
Intensa e toccante esposizione ove, il pathos della pubblicante, rivela profonde considerazioni, in merito alla tematica intavolata, che suscita, ancora oggi, sdegno e spinosa sofferenza, per quanti potrebbero essere state vittime, e non solo artefici, di simili e disumane tragedie.
Inoltre, quanto letto, mi ha suggerito il pensare a chi ha la consapevolezza della propria metà oscura: quella parte che molti rinnegano e fanno finta di non vedere né sentire; un poco come chi finge di ignorare ciò che avviene.
Il “demone” è nell’uomo stesso, annidato nel profondo, non solamente fuori dall’interiore mondo umano.
Pure questo è un altro messaggio, suggeritomi dal contenuto proposto.
Opera didascalica e di ammonimento, interamente condivisa e apprezzata.
Cordialmente, saluto!

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