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al testo di Annalisa Scialpi
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Dimmi chi sei, tu che ancora mi rivolgi l'occhio torvo dell'amore?
Angelo o demone, t'infili ancora nel mio letto, ruvido come il peccato o come un cattivo talismano.
Hai gli occhi neri delle notti senza luna e parli il linguaggio di una musica astrale, che nessun compositore ha catturato mai.
Perciò ti chiedo, chi sei? Di quali inferni è lastricato il tuo paradiso?
Mi pungi col fuso della dimenticanza affinchè tutto dimentichi, tranne te, e chiami senza voce col tuo appello implacabile.
E il mio risponderti è lo stesso mio temerti e ritrarmi, al tuo cospetto, perchè tu irrompi nel sonno come un uragano e conosci la potenza segreta e letale, obolo di travagliate e estatiche resurrezioni.
Ma sai regalare dolcezze che conoscono solo gli angeli e le tue vette sono disseminate di conchiglie musicali.
Perciò, chiunque tu sia, porto al mio dito l'anello che solo tu vedi, perchè lo facesti di notte con la pietra di ogni sole. |
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