Inutile, inattuale verga versi per un mondo che ha smesso di chiederne da un pezzo. Osceno saltimbanco, continua a riempire cassetti, virtuali e non, di fogli, appunti, pensieri che nessuno, nessuno vuole leggere. Forse, sfortunato egoista, semplicemente nutre del fiero pasto dell’anima sua il proprio odiosamato carnefice, l’anima sua stessa, cane che mangia cane. Che tristo, che misero figuro, il preclaro, l’altisonante, il sedicente, il nascosto, lo sconosciuto, l’oscuro poeta, pronto, magari, al suicidio per un doppio genitivo… Da mezz’ora è primavera.
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