È piccolo e invisibile come i grilli ad agosto. Come tutti i nani ama agghindarsi e cambiarsi. Abita tra blocchi di granito, in mezzo a verità utili. Riesce a stare persino sotto un cerotto, o una benda. Non lo troveranno i doganieri e neppure i loro superbi cani. L’io si nasconde tra gli inni e i partiti. Pernotta sulle Montagne Rocciose del cranio. Eterno fuggiasco. È me, io sono in lui nell’inquieta speranza di aver trovato infine un amico. Ma egli è solitario, così diffidente da non ricevere nessuno, me compreso. [Adam Zagajewski, Io, in Dalla vita degli oggetti, a cura di Krystyna Jaworska, Milano, Adelphi 2012, p. 38]
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