LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Caterina Bigazzi
|
||||||||
|
Ancora una volta non pronto alla mia scelta mi ha sorpreso la fine di dicembre: il vuoto sotto i passi, come credo s'attraversi la bruma mattutina, in volo e persi con l'auto appena scossa dai pensieri. Non so cosa m'aspetti, il fuoco rimando a chi lo accende - io non lo rubo. E mi appiglio alla matassa delle strade, mi difendo dagli sguardi d'annonuovo, dai frammenti di vaso non sincero. È ormai il tempo dell'aratro nella mente. Ciò che si impone rovente non ti attende e ti turbina i progetti da lontano. Tu, leggimi l'oroscopo e la mano - io, mi tramonto le tende nella seta vado a mungere il latte dalla neve a centrare con i sassi le vetrine - tutto, pur di non scegliere il coraggio, pur di non sacrificare a questo freddo il mio ultimo ventaglio giapponese fatto di mandorli in fiore, di viaggio, di storie di colombe tra le pieghe - di nidi che si aprirebbero al tepore. Pur di non riempire i contorni dell'affresco - e devo farlo, prima che il vento lo asciughi, che il fine battito sul foglio si oscuri, che di me alla bocca svanisca il sapore. Ma nessuno dei colori io preferisco - ho un prisma annegato in fondo agli occhi - se l'amore non mi basta, io non lo scelgo. (Dall'Antologia "Nodo sottile 4", ed. Crocetti 2004) |
|
|||||||