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Tempo di Saggezza

Ancora una volta non pronto alla mia scelta

mi ha sorpreso la fine di dicembre:

il vuoto sotto i passi, come credo s'attraversi

la bruma mattutina, in volo e persi

con l'auto appena scossa dai pensieri.

Non so cosa m'aspetti, il fuoco rimando

a chi lo accende - io non lo rubo.

E mi appiglio alla matassa delle strade,

mi difendo dagli sguardi d'annonuovo,

dai frammenti di vaso non sincero.

È ormai il tempo dell'aratro nella mente.

Ciò che si impone rovente non ti attende

e ti turbina i progetti da lontano.

Tu, leggimi l'oroscopo e la mano

- io, mi tramonto le tende nella seta

vado a mungere il latte dalla neve

a centrare con i sassi le vetrine -

tutto, pur di non scegliere il coraggio,

pur di non sacrificare a questo freddo

il mio ultimo ventaglio giapponese

fatto di mandorli in fiore, di viaggio,

di storie di colombe tra le pieghe

- di nidi che si aprirebbero al tepore.

Pur di non riempire i contorni dell'affresco

- e devo farlo, prima che il vento lo asciughi,

che il fine battito sul foglio si oscuri,

che di me alla bocca svanisca il sapore.

Ma nessuno dei colori io preferisco

- ho un prisma annegato in fondo agli occhi -

se l'amore non mi basta, io non lo scelgo.



(Dall'Antologia "Nodo sottile 4", ed. Crocetti 2004)

 Caterina Bigazzi - 09/02/2011 22:16:00 [ leggi altri commenti di Caterina Bigazzi » ]

Ben vengano le impressioni personali, grazie Nicola! Sì, qui il tentativo era rendere proprio l’appiglio-inciampo nelle parole, in un gomitolo, in qualcosa che ci blocca dall’apparire come si è (un testo del 2004, oggi mi sembra un po’ barocco...) Comunque il linguaggio poetico che mi piace in generale va in direzione diversa rispetto alla "scorrevolezza" (che lascerei alla prosa o alla saggistica) e con un “messaggio” che se ne resti magari un passo indietro, non troppo dichiarato.

 Nicola Lo Bianco - 09/02/2011 19:17:00 [ leggi altri commenti di Nicola Lo Bianco » ]

gentile Caterina
ho letto le tue poesie, e ti do a caldo qualche fuggevole impressione:
mi pare che tu sia alla ricerca non solo di una identità interiore, ma anche di una precisa fisionomia della tua poesia, che poi si snoda in modo scorrevole, ma talora inciampa, io credo, in alcune metafore che appaiono ricercate:più semplicemente mi pare che il linguaggio talora copra la forza e la tensione del messaggio.
Ma, lo sai, le impressioni speso sono sciocchezze.
a risentirti
nicola

 ro. per. - 08/02/2011 22:13:00 [ leggi altri commenti di ro. per. » ]

la matassa delle strade, intelligente e rispettoso alludere all’ungarettiano gomitolo, bel linguaggio, forse in qualche verso poco liscio, ma l’insieme di sicura efficacia poetica, soprattutto per gli italici endecasillabi qua e la’ sparsi

 Caterina Bigazzi - 05/02/2011 11:42:00 [ leggi altri commenti di Caterina Bigazzi » ]

Grazie ad entrambi... confesso che mi intriga il tentativo di creare qualche nuova parola con il linguaggio poetico, come in un gioco.

 Nando - 05/02/2011 10:27:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Non ancora ho raggiunto una mia imterpretazione del testo, devo rileggerla ancora e più volte; ma mi ha incantato questo tuo verseggiare, mi sembra d’intuire una consapevole e raffinata scelta delle parole, segno di conoscenza e propria visione dell’arte.

 Loredana Savelli - 04/02/2011 16:19:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Davvero molto interessante. Usi anche particolari neologismi: "io, mi tramonto le tende nella seta".

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