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al testo di Caterina Nicoletta Accettura
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IL MELOGRANO Stasera, una voglia di te mi afferra all’improvviso col profumo tuo nella mia stanza e lo sguardo a quel cuscino testimone silenzoso di un’assenza. di vuote carezze . Me ne vado mi dicesti non ho nulla da darti se non il pianto delle sere le angosce dei domani incerti restero' pallida luce in fondo al tunnel buio Io,lo ricordo bene: era di Maggio era il mattino di una casa vuota era l’invito a un’ ultima tenzone di guerrieri stremati. Il sapore amaro del caffe’ mi sembro’ l’unica cosa giusta per una ingiusta colpa quell’amaro corposo come il colpo che mi feri le spalle l’ultima scudisciata sulla pelle . Tacquero i canti della primavera e non vidi piu’ nulla nel fondo della tazza. se non il dolore mio secco di lacrime irrigidito dall’asprezza del cinabro. Sentii il tuo passo che si allontanava Volli affrettare la fine senza addio annegandomi in essa senza scampo. Sapevo che ormai non ci sarebbe stato piu' il cielo con la luna bianca un velo nero improvviso mi diede la certezza di un esilio Non ti ho piu’ cercato. Ma ogni giorno ti ritrovo nel dubbio irrisolto nella paura di essere sola in quel collare di ferro che mi stringe la gola nel peso che mi opprime il petto nel mio inutile aggirarmi nella casa avvolta nel pullover troppo grande nel Sogno d’amore che per noi suonava in quella piccola chiesa al consumarsi lento di candele. _________________Nic |
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