Nonostante l’incuria e la solitudine,
L’albero del mandarino non ha dimenticato di accendere
La sua cupola verde di fiammelle.
I rami dei fichi hanno già piccoli frutti destinati
Alla luce estiva ed alla festa degli uccelli golosi.
Strano che anche il futuro sia per noi un ricordo.
Già le rose canine anneriscono il sentiero
Con macchie rotonde e vacillanti.
Già alle dieci del giorno i frammenti di noi stessi
Si sono sparpagliati sulla tappezzeria di un vecchio divano.
Ascolta Mozart, concerto n. 23, ovvero le parole non dette
Che però stavano tutte dentro il petto
E aspettavano una primavera ideale per sbocciare.
Solo che mi hai lasciata al buio,
Solo che mi hai staccato la lingua con un morso.
Solo che il passato pesa come una pietra
Con la sua durezza silenziosa.
E tu conosci Vinteuil? Piaceva tanto a Proust
La ricerca del tempo perduto, quello che
Immaginiamo stipato tra queste mura.
Quando le finestre contro la siepe verde
Facevano da specchio
Al movimento dei corpi
Nella luce intima della casa.
Quando starsene seduti sui gradini
Era il piacere di sentirsi semplicemente vivi
Come lucertole immobili nel sole.
Così ti ricordi di tutto, ancora?
Adesso con le spalle contro il muro
Sappiamo quanto è duro
Guardarsi con quello sguardo obliquo
In cui il presente entra pensieroso nel tempo del tempo.
C’è ancora quella pianta che ha gli stessi anni del nostro amore
C’era tanto vento che ci stormiva già sulla testa,
E la notte la guardammo come una figlia in difficoltà.
Così pensiamo. Così asciughiamo i cuori umidi.
Che vuoi, le cose andate non sempre cadono via.
Girano nella testa trascinate dalla nostalgia.
Non dimenticare di riascoltare
Il concerto numero 23 di Mozart.
Specialmente l’andante.
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Franca Colozzo
- 30/11/2015 19:31:00
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Struggente è questa tua poesia "Dopo tanto silenzio": mi ha fatto sinceramente commuovere ed immedesimare nel ritmo cadenzato del tuo tempo e dei tempi che furono e che saranno, finché lamore accompagnerà luomo nel suo viaggio terreno. Le immagini si aprono e si chiudono in una danza, in un ritmo che - al pari delle note della sinfonia di Mozart - si accendono di guizzi di luce tra le ombre della sera che si allungano dietro di noi. Grazie per avermi fatto rivivere emozioni e frammenti di vita!
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Titti Ferrando - Alleluhia -
- 03/04/2014 14:09:00
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Un lungo flusso di coscienza, cara Franca, che trasmette molto bene le emozioni ma al tempo stesso rischia di soffocare i bei versi che andrebbero invece valorizzati, secondo me. Vedo che, in generale, fai un prolifico uso della parola, delle reiterazioni e... dell’immediatezza, in un monologo interiore emozionale che non lascia spazio al non detto. Leggerò via via gli altri tuoi testi e ti seguirò con piacere. Un caro saluto.
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Silvia Rizzo
- 29/03/2014 07:36:00
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Cara Franca, ora riascolterò il concerto nr. 23 di Mozart. Perché non ti fai viva dopo tanto silenzio? Silvia
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Giacomo Colosio
- 04/03/2014 07:56:00
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Che bella poesia...e quanti bei commenti, veri, sinceri, molto sentiti. Questi versi coinvolgono il lettore e credo che ciò sia dovuto alla forza espressiva con la quale Franca ha scritto questa poesia, una forza che commuove il lettore, nel senso di muovere-con il suo sentire. Belle le immagini e luso discreto di metafore pertinenti e convincenti. Un saluto ed un applauso...holahola.
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Maria Rosa Cugudda
- 30/11/2013 13:52:00
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Versi che coinvolgo, perchè veri e profondi!
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Guglielmo Peralta
- 24/11/2013 11:15:00
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Musica di Mozart, musica dei versi, musica di unanima appassionata e dolente sintrecciano, levano in sintonia le loro note a comporre un concerto per solitudine, incomprensioni e fioriture mancate, non sbocciate. Il tutto sostenuto dagli archi dei ricordi, dispersi e, tuttavia, custoditi tra le mura domestiche, che con nostalgico andante affiorano e chiedono un nuovo ascolto. "Dopo tanto silenzio", unesplosione musicale, un grandioso spartito di parole dalle tonalità di sentimenti contrastanti.
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Rossella Cerniglia
- 21/11/2013 12:02:00
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Molto belli e suadenti, questi versi, intrisi di malinconia e di senso dellascolto della vita. Un pacato, elegiaco, monologo interiore in cui prende corpo la figura dellamato, e dellamore, che nel suo naufragio e nelle esperienze convissute,ha lasciato una profonda scia nellanima, un solco nostalgico di dolci-amare condivisioni che si ripropone e perpetua se stesso nel presente. Una riappropriazione e riconferma amorosa, che abbraccia persino il ludico e il gioioso, pur dentro ad una visione pensosa e malinconica del vivere. Rossella Cerniglia
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Teresa Nastri
- 20/11/2013 10:15:00
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(provo a riscrivere una mia personale impressione - che ho interrotto per una piccola emergenza domestica):
"descrizioni che si fanno elementi narrativi, per dire ciò che è diventato centro focale di unintera esistenza. Buon proseguimento di ascolto del concerto 23 di Mozart." Teresa
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Leonora Lusin
- 03/09/2013 21:08:00
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Non so come manifestare il piacere che mi ha dato leggere e rileggere la tua poesia, lasciarmi prendere dalle sue immagini e dal suo ritmo a spirale e pregustare anchio lemozione della nostalgia. Un saluto.
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Franca Alaimo
- 02/09/2013 17:23:00
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Siete stati tutti degli attenti commentatori, amici miei cari: Nando Loredana, Emilio, Lorenzo, Amina ( che tocca il punto cruciale: linnegabile bellezza della Nostalgia), Alessandra, Cristina e tutti gli altri; ma adesso mi rivolgo a "mareaperto", che ha lasciato un commento molto puntuale ed entusiasta. Questo tuo essere mareaperto senza punti di riferimento mi lascia smarrita. Chi sei davvero? un uomo, credo. Ma su di te come e dove è possibile sapere?
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Loredana Savelli
- 02/09/2013 14:35:00
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Come stringe il dipanarsi dei ricordi, e come accora il vederli volteggiare e poi posarsi come petali su un divano. Cè dentro lidea del non-finito, e dunque il non arrendersi, di nuovo arriverà il ciclo della primavera, benché sia racchiusa dentro la fioritura la notizia della morte. Come può il giovane Mozart aver scritto un concerto così struggente? Ciao Franca
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Amina Narimi
- 02/09/2013 13:24:00
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La musica scatena agisce come memoria involontaria sveglia il tempo Come la “piccola frase”della sonata di Vinteuil le tappe dell’amore per Odette È una felicità così intensa che ci affranca dal tempo, dalla morte Immaginaria irreale ideale,eppure giungiamo, giungi come un Parsifal come il Narratore alla rivelazione dopo tutte le paludi che portano alla salvezza il mandarino fa ancora le fiammelle e il fico e la rosa canina…quella stessa pianta ha gli anni del nostro amore.Cresce la madreperla che ci hai aperto Franca nella più impietosa delle maniere forse l’unica possibile per essere Vera quando si fa luce la realtà, non c’è indulgenza in te ma sei magnanima e ci hai portato dentro “ l’ll tuo tempo “corruttibile quanto immortale- dopo tanto silenzio- di questo Andante che ti segue come l’aria che sola sai riprodurre – solo che si abbia il coraggio di toccarla- Così dalla nostre spalle al muro immobile all’amorevole accoglienza d’asciugare i cuori, la bellezza innegabile è tutta qui, nella Nostalgia. Sì Franca si riascolta Mozart, ognuno il Suo..il mio Mozart è Stabat Mater -come Swann Vinteuil più di Odette- nel suo potere di resurrezione.
Un abbraccio speciale Ciao Franca
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mareaperto
- 02/09/2013 10:15:00
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Trovo il testo ricco di misure. Un dialogo ad una voce da una folla di Franca. Le cento e passa che qui mostri in una narrazione cui assisto percosso. Ed è lavvicendarsi dei tuoi caratteri, così poco subalterni ma piani e comunque svettanti. Poi di nuovo la non risposta o il tono del silenzio che si riempie di un tu fantasma (così fisico nellaccenno ai sensi) sul quale rimbalza qualsiasi onda vocale: il mio ascolto, ad esempio, non ne muore, anzi, si ravviva, chiede il seguito, risale lavventura tra gocce sante: penso resti attonito da tanto precipitare dacqua amara. In questo, mi appare quella che ritengo la grande virtù compositiva, capace di offrire accelerazioni accusative spiazzanti e moderazione irreprensibile, persino ironica in taluni punti, comunque tenuta in un abito discorsivo che, pieno di fascino, è piumato, educato. Eppure, la tensione lirica non manca. La vicenda del presente/assente è nel gioco, fa parte del transito dellumore da sfumatura a sfumatura, dominato con grande maestria e ritmo. Se questa fosse stata unOpera di cento pagine, non me ne sarei accorto.
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Luciana Riommi Baldaccini
- 01/09/2013 23:10:00
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Un andante, letteralmente, nel ritmo e nellintensità composta e contenuta dei ricordi e della nostalgia, sulle note (anche per me) indimenticabili del concerto n. 23 di Mozart. Ma a tratti, cara Franca, ho percepito nei tuoi versi anche la solarità di un "largo" (magari di Haendel, e ne ho in mente uno in particolare - op. 3 n. 2) che apre quel tuo "andare" al presente e al futuro.
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Lorenzo Mullon
- 01/09/2013 22:29:00
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Non ci può essere bellezza senza profondità. Ma dobbiamo imparare a far volare i macigni, e la musica a volte riesce a farli diventare trasparenti. Potrebbe aiutarci la primavera autunnale che sta arrivando, sbocciano nuovi fiori anche sui terreni più impervi.
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Antonella Proietti
- 01/09/2013 22:25:00
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Mi piace molto è dolce e attenta... molto bello il finale! Antonella
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Cristina Bizzarri
- 01/09/2013 15:14:00
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Si apre sul rigenerarsi della natura su un giardino questa tua poesia, e su un "nonostante" che apre poi alla potenza della vita sopra tutto. Anche sopra il dolore, sopra la malinconia e la struggente nostalgia di un amore che non esiste più, o perlomeno si è spento. E il testo lascia in dubbio su questo tramontare. Ha una cadenza musicale anche se non è ritmata da rime o da un metro ordinato, preciso. Ha piuttosto lampiezza di una vela gonfia, quella dello sguardo che ricorda e, ricordando, rivive scene che ci presenta come in trasparenza e suggestioni visive, uditive. E il "già" ripetuto tre volte apre lingresso e incalza, mentre il solo introduce a un vuoto e a una solitudine. Sopra tutto, a medicare, conservare, sublimare in una dimensione atemporale, il concerto n 23 di Mozart, Cifra e Simbolo della tua stupenda sinfonia. Un abbraccio e un grazie della tua presenza, cara Franca. Con stima.
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Nando
- 01/09/2013 14:37:00
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Che dirti, Franca? Davvero una bellissima poesia, una bellissima scrittura ma, soprattutto, il dono prezioso di frammenti di vita così intensamente e intimamente vissuti e così restituiti in versi da renderli universali, come universale è lamore.
Almeno due passaggi vorrei sottolineare, per la loro bellezza espressiva e per il loro contenuto:
"Strano che anche il futuro sia per noi un ricordo"
"ovvero le parole non dette/Che però stavano tutte dentro il petto/ E aspettavano una primavera ideale per sbocciare."
Ciao, Franca.
Con stima e affetto
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Anna Maria Bonfiglio
- 01/09/2013 12:29:00
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Dopo tanto silenzio...un gioiello, di quelli che piacciono a me.un bacio, Franca
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Alessandra Ponticelli Conti
- 01/09/2013 12:00:00
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Un amore finito e allo stesso tempo dolorosamente vivo: "Lalbero del mandarino non ha dimenticato di accendere/la sua cupola verde di fiammelle" e "i rami dei fichi hanno già piccoli frutti". Un amore che sebbene si rigeneri nella bellezza della natura, nelleternità della musica, non ha futuro, perché il futuro, stranamente, è già "un ricordo". E il ricordo ad annodare i versi di questa splendida poesia a renderla una lettera damore scritta " dopo tanto silenzio" per recuperare il tempo perduto, per non dimenticare "che le cose andate non sempre cadono via". Bellissima; unemozione grande leggerla. Davvero complimenti!
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Cristiana Fischer
- 01/09/2013 11:19:00
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bellissimo passaggio: "Adesso con le spalle contro il muro/Sappiamo quanto è duro/Guardarsi con quello sguardo obliquo/In cui il presente entra pensieroso nel tempo del tempo", passaggio che introduce il risentire la musica che in sé è ripetizione.
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Giovanni Baldaccini
- 01/09/2013 00:10:00
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Mi hai toccato Franca, non soltanto con le immagini belle, ma soprattutto con alcuni versi e il sovrapporsi del tempo che è poi il tempo del soggetto della vita. Non è facile riascoltare sempre il concerto n. 23 di Mozart: può ridurci in briciole. Soprattutto landante.
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