La finestra mi è nemica.
Divide l’alba dai miei passi.
Solo la notte abita la mia casa. Una biro e un foglio di carta. Uniche braccia a dare corpo al mio cuore. Piove là fuori. I salici non hanno più occhi. L’acqua è radice in fondo ai pozzi.
Chiede profondità l’anima prima d’afferrare per il bavero la luce?
Le rose si sono addormentate dentro i diari Hanno smarrito chissà dove la fragranza e dai vasi un urlo di trionfo Stendardi vitrei di solitudine. Sulla parete bianca la luce rossa tenta di disegnarmi ma sono poco più che un’ombra. Domani mi cercheranno ancora ed io non ci sarò.
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