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Manuale della cattiveria VOL. III

I deboli si meritano di essere deboli. I deboli si meritano i megalomani che essi stessi alimentano. La politica del trattar persona e di recar importanza ci giunge tutt'attorno dalle continue consapevolezze ed accettazioni degli altri. Un potere sovrumano. Lo stesso potere che portò Hitler a diventare un capo di stato.

E' inquietante notare come gli individui quando divengono collettività sono molto pericolosi; attivano dei processi sociali singoli che insieme generano una nuova realtà. Se si finisce dal lato sbagliato, ci sente soverchiati, ci si sente distrutti. Almeno, per tutti coloro a cui capita di far parte di quei sistemi; coloro che permetteranno sempre alle implicazioni sociali stocastiche di creare la propria vita a colui o colei che accetteranno quelle condizioni.

E' proprio grazie a questi status mutevoli e commutanti che il megalomane vince. L'uomo che doveva a tutti i costi di dimostrare di averlo lungo davanti ad ogni situazione. 

I megalomani però, se gli si pone del potere in modo incontrollato, se conquistano troppo, diventano pericolosi. E' incredibile pensare come la fatalità delle approvazioni di gruppo diano potere; supponiamo la poco bella (inteso per persona non per donna) di turno; non ce la può fare con la persona per cui spasima ed è inebriante per altri: la classica formula d'amore non corrisposto che le tragedie e i drammi e tutto ciò che di drammaturgico c'è a questo mondo ci ha insegnato e ci inculcato come archetipo. Se la persona poco bella però esegue le mosse giuste e si fa promotore di una dinamica sociale ultra-accettante e consensual-popolare allora sarà lecito per lui far tutto: arrivare all'altra persona, che potrà cedere e farsi mungere a dovere con il suo nuovo campione sociale. 
Come la natura che punge e compie il suo corso: la persona bella è ormai preda della persona che non poteva farcela; i giudici sono coloro che hanno assistito alla scena. E c'è qualcosa di sessualmente eccitante, una vera frustata di tempestosa ingordigia nell'osservare questo processo che ha la stessa naturalezza di una decomposizione. 

E' natura sociale, qualcosa di aberrante in fondo ma gestita dagli individui che hanno troppo bisogno, nelle loro alquanto inutili viti, di tali spettacoli. 

I megalomani non sono diversi dalle persone che non possono farcela; magari la loro risolutezza è più decisa e consapevole e meno frutto della casualità. 
Tuttavia i mali del mondo sono arrecati da questa branca dell'ego "occidentalizzato"; l'ego dell'uomo che è cresciuto con certi valori. 
Il megalomane che urla non è da assecondare, bisogna capire i suoi argomenti e poi affrettarsi ad ignorarlo se questi ultimi sono inconcludenti o di scarsa rilevanza. Lo consideriamo e gli attribuiamo potere in relazione ai suoi argomenti (quindi praticamente mai). 

E' un brutto costrutto della società, il megalomane, un nato brutto, o un nato male. Meglio non arrecargli potere (se non il suo analista). Se si decide in ogni caso di investire energie in questo tipo di individui vuol dire che si è deboli. Le persone deboli si meritano di essere deboli. Se avessero la consapevolezza di esserlo non lo sarebbero, o peggio ancora, assoggetterebbero altri alla debolezza. 

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