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Hai usato il suo corpo

Racconti (1975 – 2007)

 

Una raccolta di trentadue racconti brevi e brevissimi, narrati quasi sempre in prima persona, in cui l’autore dà voce sia a uomini che a donne, quindi non narrando da un solo punto di vista, bensì aprendosi ai due lati del mondo. Le storie sono spesso ambientate a Roma, una Roma resa riconoscibile dai nomi dei luoghi più che dalle descrizioni: ci vediamo a piazzale Ostiense, oppure verso viale Trastevere. D’altronde lo stile scarno dei racconti non consente all’autore di abbandonarsi a descrizioni minuziose dei luoghi, essi sono chiamati in causa in modo diretto, col nome, così come le parti del corpo, le illusioni spezzate, i sentimenti che pian piano naufragano tra le pagine sono narrati in modo asciutto, diretto, schematico, ma non povero, non esile, con una forza intrinseca alle parole, non piegata da pennellate di sentimentalismo, non affievolite da descrizioni o abbellimenti. Il corpo, centrale nel titolo, è centrale anche nelle narrazioni, esso viene usato, talvolta abusato, per colmare un vuoto di sentimenti, di fantasia, forse, da parte dei protagonisti dei racconti. Il corpo vive la sua più controversa prova, quella sessuale, quando i sentimenti vengono meno, o proprio per scacciarli, il corpo si fa parola quando le parole non servono più, o non c’è tempo per usarle, non c’è la volontà di seguirle nei loro riverberi, nel loro evolversi, e allora il corpo si presta a cancellare tutte le parole, a camuffare i sentimenti, a dare un nuovo diverso significato ai gesti e alle decisioni. Il corpo sembra funzionale a riempire un vuoto, senza badare che un suo indebito uso crea un vuoto ancora più angosciante e opprimente. Le descrizioni che Carratoni fa dei corpi e delle loro funzioni tuttavia non scadono mai nel pornografico, non vi è traccia di voyeurismo di tra le pagine, piuttosto vi è una notevole franchezza, non vi sono paraventi di pruderie, come non vi sono immagini grottesche o pecorecce, o, ancor peggio, di compiacimento sessuale fine a sé stesso. I fatti, anche i più intimi, sono narrati così come li si vivono, senza badare ai particolari, senza ripassarsi nella mente quanto accaduto, bensì vivendoli nel loro insieme: un momento non è distinto in mani, lingue, bocche o altro, ma è percepito, visto, rivissuto come deflagrazione di sensazioni, come assoluto di sentimento, o privazione di esso.

Carratoni scrive i suoi testi con grande franchezza, senza voler stupire, senza mostrare dal buco della serratura, ma amplificando i sentimenti, i gesti, le privazioni, attraverso quella meravigliosa cassa di risonanza che il corpo è.

I racconti si srotolano in modo essenziale ed asciutto ma lasciano dietro di sé un fitto tessuto di sensazioni, di sentimenti, di vissuto, che fa dell’autore un fine psicologo e conoscitore dell’indole umana, delle bassezze di cui può essere capace, dei gesti per rendere la bassezza ancor più disumana ed atroce. Spesso questa raccolta di racconti è intessuta di una sorta di strisciante male di vivere, di incapacità di sopportare la vita di ogni giorno; vi sono fughe in cui il corpo vive una nuova stagione, lasciando, metaforicamente, la mente ed il cuore a casa nel tran tran quotidiano.

Mirabile questa raccolta per come scava nell’animo umano, come mette alla luce certi moti del cuore che si tenta di celare, o che si affida al corpo per non doverli avere davanti agli occhi dei pensieri ogni giorno. Il libro è narrato con grande eleganza e finezza dal noto autore ed editore, il linguaggio è ben radicato nella tradizione contemporanea e riserva sempre belle sorprese per le efficaci coloriture, per gli sprazzi poetici e di ampio respiro. Le frasi si inanellano con eleganza, sono costruite con un uso molto bello della lingua italiana, e sono strutturate in modo mai banale, capaci di sorprendere piacevolmente il lettore.

Completano il volume una bella nota introduttiva di Domenico Cara e delle tavole a colori di Alessandro Monti.


 Maria Musik - 05/02/2011 16:45:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Durante il periodo che, al di là della stagione, definisco invernale, quando il tempo libero è quello insinuato fra i mille doveri feriali, prediligo i racconti che, al contrario dei romanzi, mi consentono di saziare la mia curiosità ed il bisogno di conoscermi/riconoscermi attraverso le storie narrate, nel poco tempo concessomi. Questa recensione ha attratto la mia attenzione anche perchè, date le premesse che allontanano il dubbio di ritrovarsi in un pornoshop, il libro affronta un tema che ritengo quanto mai attuale.

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