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al testo di Marco Armando Ribani
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Ti ricordi Tonino quando a novembre
fasciavi le piante coi giornali stando attento che non parlassero di guerra, di violenza, della morte dei bambini. Perchè - dicevi- è il succo degli umani che avvelena. Ti ricordi di quella volta che mettesti nella valigia - che sembrava allegra - quella piccola scatola con le chiocciole tutte colorate che sembravano davvero dei gioielli e poi quel pezzo di radice del tuo noce che volevi sposare con quella della sua betulla che si diceva tanto innamorata in quella landa fredda di terra desolata. E poi mettesti anche un suo ritratto tutto dipinto con i ricami d’oro che avevi fatto asciugare nel tuo vento perchè prendesse colore e leggerezza dai tuoi posti. Ti ricordi Tonino di quando al telefono dicesti - arrivo nella nostra casa mia dolcissima sposa- e ti fu risposto - Tu qui non hai più casa e non hai sposa- Quella notte dormisti nel tuo orto dei frutti dimenticati esattamente sotto quel pero che dava frutti grinzi e marroncini non ricordo il suo nome ma le pere erano dolcissime come nessuna era mai stata. |
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