Amo la vita dei giorni feriali L’odore del caffè all’alba, l’autobus delle otto, la porta socchiusa sul giorno E il chiasso degli studenti. Amo la mia postazione, il lavoro che mi aspetta, i libri sugli scaffali e le pause di sicurezza. Amo gli utenti difficili I colleghi sorridenti E la polvere di intonaco Sui vecchi documenti. Amo gli impegni extra. E la stanchezza pomeridiana, le lunghe telefonate, i carrelli cigolanti e la strada di casa. Amo il sonno pesante e la giostra che riprende, Perché è solo nei giorni feriali Che si giustifica l’assenza
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teresa
- 19/09/2016 12:41:00
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Si, è come se quellassenza, nascosta alla fine, coprisse di un velo di malinconia la bellezza di un ordine delle cose che è sempre difficile da trovare. Può essere unassenza reale - di qualcuno che è andato via - o di qualcosa di indefinito. Forse meglio di me lo ha detto il poeta russo Mandelstam, in questi versi che cito a memoria:
"eppur qualcosa manca qualcosa non ha tempo di tornarci alla mente. Pure non passa invano limpeto di queste braccia, e si agita la cima destinata alla scure".
Grazie dei vostri bei commenti
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Loredana Savelli
- 17/09/2016 15:25:00
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Limpida.
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Cristina Bizzarri
- 17/09/2016 09:12:00
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Rivivo in questa tua poesia, di una semplicità assoluta e per questo bellissima, parte del mio mondo e di quello di tutti. La chiusa è un occhiolino alla malinconia e, più profondamente, alla condizione umana. Un testo che ho letto con il cuore più leggero perché non fa sentire soli in questo sabato strano, né estate né autunno. E soprattutto ho amato il tuo amore per il (tuo) giorno che si apre, quel tuo viverlo appieno.
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Nando
- 17/09/2016 08:34:00
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Sì, la chiusa è il punto di fuga del testo, la chiave di lettura dellintera poesia, che comunque non risolve neanche in sé il dissidio, poiché , se da un lato lordine dei giorni feriali giustifica le assenze (invero ne potrebbe mascherare il vuoto radicale per quanto nella contingenza temporale di un esistere), dallaltro sembra dire che quella solitudine dei giorni di festa significhi pervasivamente qualcosa di più, che inficia ed indebolisce proprio quel senso di ordine rasserenante; anche se vi è unintrinseca verità in quellodore di caffè e nelle altre cose dellelenco. Ci sono altre possibili letture, certo affronta il tema della nostra capacità di viveri liberi da impegni nel tempo di una giornata, questo è rappresentato dal festivo - o dallestate delle ferie, mentre il non dover ogni volta decidere che fare, è appunto risolto dai giorni feriali, poiché un sistema ha, in qualche modo, strutturato il tempo per noi. Ma si può dire ancora di più. Sì, bel testo (tra laltro riflette in sé quanto lautrice ha espresso in alcune note di presentazione).
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Franco Bonvini
- 16/09/2016 13:31:00
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Pensavo anchio a tutta questa finzione. Per questo preferisco "i giorni di festa"
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Maria Teresa Schiavino
- 16/09/2016 13:25:00
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Grazie per il commento... Per quanto riguarda il finale, è da lì, da quei due versi in fondo, che nasce tutto il testo. I giorni feriali sono la cortina dietro la quale è possibile fingere che nulla manchi. Solo nei giorni feriali si giustificano le assenze (a scuola o nella vita). I giorni di festa rivelano la solitudine.
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Giuseppe Terracciano
- 15/09/2016 18:14:00
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Mi è piaciuta questa poesia. Semplice nella stesura e allo stesso tempo di condivisione con gli altri. (cosa rara) Nel finale avrei visto più appropriato "che si può avere questo" o "che si può vivere questo". BRAVA
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