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serapione

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Il teatrante liberò serapione
e gli diede venti monete d’argento.
Un filo, questo orizzonte senza peso
Le stelle in canottiera finiscono per alzare la tenda

senza melograni. Ogni nascita un lutto,
insegna una vecchia maniera.
Chissà da quale chiesa fu dilaniato
Quel santo che fecero santo.

muri di buio e di pianto
- è vero- disse l’angelo:
Dietro il tempo non c’è più una freccia

ma solo il suo arco. e gente in piazza ad urlare
villano villano. qualche bestemmia e una croce sepolta
al contrario. tagliate la testa a quella donna,

soldato. un soffio di carbonio seguì il varo
del clima sui roseti, grumi di marionette
batterono il tacco e danzarono, vibrando.

alla fine le membra furono sepolte dallo sterco
dei figli del tuo reverendo. a cavallo- dicesti-

all'assalto! e i denti all’ansia tua di scoprire
che insieme all'anima non trasmigrano
anche i segreti. E allora acqua per i popoli

Infiniti e tanto siamo tutti fratelli
E tanto lo siamo, non vedete
queste arcate nel profondo dei vostri occhi
che scrutano al contrario?

la stella parentale, medusa del cielo,
fissò nel sangue i suoi depositi

ardenti. pulci minerali saltellano
Inseguendo scrigni di latta,
in cui versarsi

e pulirsi. A volte il tuo corpo muta
senza volerlo. per arrivare a raggiungere qualcosa.

il fine di tutti è il fango.

 Ivan Pozzoni - 03/01/2018 02:14:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

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