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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Poesia della settimana

Questa poesia è proposta dal 02/12/2013 12:00:00
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Celui qui a tout perdu

di David Mandessi Diop (Biografia/notizie)

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Le soleil brillait dans ma case

et mes femmes étaient  belles et souples

comme les palmiers sous la brise des soirs.

Mes enfants glissaient sur le grand fleuve

aux profondeurs de mort

et mes pirogues luttaient avec les crocodiles

la lune, maternelle, accompagnait nos danses

le rythme frénétique et lourd du tam-tam,

tam-tam de la joie, tam-tam de l’insouciance

au milieu des feux de liberté.

 

Puis un jour, le silence…

les rayons du soleil semblèrent s’éteindre

dans ma case vide de sens.

mes femmes écrasèrent leurs bouches rougies

sur les lèvres minces et dures des conquérants aux yeux d’acier

et mes enfants quittèrent leur nudité paisible

pour l’uniforme de fer e de sang.

Votre voix s’est éteinte aussi

les fers de l’esclavage ont déchiré mon coeur

tam-tams de mes nuits, tam-tams de mes pères.

 

*

 

Colui che ha perso tutto

 

Il sole rischiarava la mia capanna

ed erano belle le mie mogli,  e prosperose

come le palme nella  brezza fresca della sera.

I miei figli danzavano sull’acqua del grande fiume

 così profondo sotto, come la morte

e le mie canoe si battevano con i coccodrilli.

La luna custodiva, materna, le nostre danze,

il ritmo frenetico e potente  del tamburo,

tamburo di gioia, tamburo spensierato

con intorno un fuoco, il fuoco della libertà.

Poi un giorno, il silenzio…

I raggi del sole sembrarono spengersi

nella mia capanna ormai vuota di senso.

Le mie mogli spinsero le loro bocche arrossite

contro le labbra smilze e dure dei conquistatori dagli occhi d’acciaio

e i miei figli si spogliarono della loro innocente nudità

per una divisa di ferro e di sangue.

Anche la vostra voce s’è spenta.

Il ferro della schiavitù mi ha strappato il cuore

tamburi delle mie notti, tamburi dei miei padri.

 

[ Traduzione di Alessandra Ponticelli Conti ]

 

 

 


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