My spirit was a bee in those days –
the world one gigantic buzz, drooling
sweetness. Sweet unto bursting.
Love ahead. Love under me.
But most of all, that contrary ecstasy
ricocheting inside – the barren racket
love finally makes on its way to silence.
Utterly – to be destroyed in the kingdom
of flowers. Utterly sodden, sundered
into a blank of peace.
Not to remember outside caress
or tender look.
It’s like that against the facelessness
of the heart. No contours. Only
unlivable crimson. Only the clustered braille
of a fearless premonition
fumbling the turned cheek.
Completamente
A quei tempi il mio spirito un'ape -
il mondo, un gigantesco ronzio che sbavava
dolcezza. Dolce da scoppiare.
Amore davanti. Amore sotto di me.
Ma soprattutto, l'estasi contraria
mi rimbalzava dentro - lo sterile fracasso
che l'amore alla fine fa mentre s'avvia al silenzio.
Completamente - esser distrutta nel regno
dei fiori. Completamente fradicia, trafitta
in un vuoto di pace.
Senza ricordare carezza esterna
o tenera occhiata.
È così che succede scontrandosi con l'essenza
senza volto del cuore. Non ci sono contorni. Solo
un invivibile carminio. Solo l'affollato braille
di un'impavida premonizione
che porge goffa l'altra guancia.
[ Tratta da Viole nere (Poesie e racconti scelti), Einaudi, traduzione di Riccardo Duranti ]