La prostituta
A noi, a noi le nostre labbra
piene dello stupido mondo
a noi i resti dei cadaveri illuminanti
l'inizio del cammino e il rogo
a noi, a noi la nostra invisibile caduta
dai balconi chiusi del paradiso.
O magia, felice amuleto
che dipingiamo penitenza e letto
di pubertà per la nostra terra prostituta.
Incantesimo
Non hai arterie
solo la tua pelle vive, gira
si immerge nel vortice delle scorze
la tua pelle vive secca e nuda
la tua pelle, elastico di parole
vive incisa sulle case
con la sabbia, con il marmo.
I tuoi giorni rognosi giungono
nelle pupille di una cavalletta cieca
giungono nella pelle del ragno.
*
Una farfalla ha i miei occhi
e il terrore colpisce i mie canti.
- Chi sei?
- Una lancia errante.
Un dio che vive senza preghiere.
[ da I canti di Mihyar il damasceno, Mondadori, Lo Specchio ]