:: Pagina iniziale | Autenticati | Registrati | Tutti gli autori | Biografie | Ricerca | Altri siti ::  :: Chi siamo | Contatti ::
:: Poesia | Aforismi | Prosa/Narrativa | Pensieri | Articoli | Saggi | Eventi | Autori proposti | 4 mani  ::
:: Poesia della settimana | Recensioni | Interviste | Libri liberi [eBook] | I libri vagabondi [book crossing] ::  :: Commenti dei lettori ::
 

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Poesia della settimana

Questa poesia è proposta dal 13/11/2017 12:00:00
Pagina aperta 1130 volte, esclusa la tua visita
Ultima visita il Wed Apr 17 19:33:00 UTC+0200 2024

Il lettore di impronte digitali

di Ewa Lipska (Biografia/notizie)

« indietro | versione per la stampa | invia ad un amico »
Invita un utente registrato a leggere la poesia della settimana »
# 0 commenti a questo testo: Leggi | Commenta questo testo »


 

Testimoni

 

Sempre meno testimoni

potrebbero confermare

che questa era una vita

con una fabbrica d’amore.

 

Che questo era un paese.

Una strada. Un numero.

Un vento che spargeva schiuma di latte.

 

Che erano ragazzi

di un’altra dimensione.

Ragazze a sirene spiegate.

 

La storia rendeva

false testimonianze.

Il tempo si scostava dalla verità.

 

I morti si sono avvalsi

della facoltà di non rispondere.

 

Gli eredi

non hanno chance.

 

 

 

Il coraggio

 

Il coraggio vive di momenti pericolosi.

È sempre stato audace e intransigente.

La tata ne ammirava la sicurezza di sé

quando infilavamo le dita

nelle prese elettriche

e ci trafiggeva una lucertola nera.

 

Veniva con noi in vacanza.

Teneva sempre d’occhio

contusioni lesioni ferite.

Poi saltavamo dalle rocce dritti in cielo.

Ormai a nostre spese. Il rischio si fregava le mani.

 

Quando provavamo a resuscitare i morti

a sangue freddo ci riempiva di proiettili mortali.

Quando stavamo al davanzale della finestra

diceva: vedo

come un vecchio giocatore di poker.

 

In certi incidenti guerre catastrofi

ci servivamo senza scrupoli di controfigure.

 

Oggi è sempre più spesso vittima dello stress.

Di notte ci copre con una gragnola di domande.

Rantola come un motore rabbioso e ha paura dell’altezza.

 

 

 

Il Big Bang

 

Forse è ancora vivo qualcuno

che è stato complice

della creazione di questo mondo?

 

Un artigiano. Un orafo.

Un meticoloso orologiaio.

(Lascio da parte

divinità taumaturghi bari).

 

Forse è ancora vivo il cameriere

che lo ha servito su un vassoio

simile alla pinna

di un disco volante?

 

O forse è ancora viva la miccia

che ci ha spostati verso il rosso?

(Secondo Edwin Hubble).

 

Una vecchia fune di canapa.

Uno sbeffeggiatore di fuochi d’artificio

e di girandole.

 

È sempre nei paraggi

dei nostri

incontri pirotecnici.

 

 

 

[ da Il lettore di impronte digitali, Ewa Lipska, Donzelli Poesia | a cura di Marina Ciccarini ]

 


# 0 commenti a questo testo: Leggi | Commenta questo testo »