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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Poesia della settimana

Questa poesia è proposta dal 26/08/2019 12:00:00
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Ineludibile il dolore

di Armando Saveriano

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*

 

In un palmo di respiro accovacciato
i pensieri impegolati nel chimerico groviglio
di incontinenti foglie olivastre e croccanti
distinguo lo spirito dell'umana stagione
che l'Insospettato o il Sorprendente mi svela
e mi fa intruso anche quando non lo so capire
Pietoso un occhio rimpalpebra la terra
in cui nell'infinitesimo la più umile esistenza si rimbocca
Superbi varchi alla coscienza schiude rattrappita
Quel che voglio è sbendarmi
dagli incapricciati miei paludamenti
Difforme a tutto pulsare nei singulti
del tempo che dissimulando avvolge
in un ineffabile grembo d'imperturbabilità
Questo è quel che poi riscatta
quel che la sospensione allontana della fine
o spassionata rilancia l'avventura piccante
del cominciamento

 

3 luglio 2019

 

 

*

 

Né più né meno che selvaggina della notte
giocherello con le ardenti spudorate fobie
che esalano dai graticci dell'inconscio
Ebbene preferirei essere appassito in un fascio di fiori
mesti di lacrime materne per nozze di nostalgia
Sono errore dei mille errori miei e li fischietto
per fingere che dopotutto non ne esco distrutto
Una donna che in rubicondo segreto amavo
mi spinse contro il tronco di un tiglio
e mi ingiunse di interrogare il cuore che sapeva bugiardo
Non vedrò mai creatura così implacabile
così desiderabile per dramma alla luce del gas
col volto imbrattato di sfida e mani febbrili di neve acida
Portava il nome di un pupazzo di lenci
smerciato ad agosto sulle bancarelle
Enrichetta
un nome brulicante di fastidiosa idiozia
ma un seno alto indisponente
e gambe che inducevano a chiudere 
gli occhi per il dolore di quella penosa
gioia inappagabile
Baciarla mi sembrava coprirmi di ridicolo
la condussi però sul lungomare 
nel raccapriccio che ho sempre avuto della sabbia
Fu raccolta da un venditore di bibite
che le allacciò la vita e la condusse
dove potessi vedere ciò che ne faceva
Mi voltai attraversai rabbrividendo il paese
sferzato dalle risate dei due amanti
e sentivo dentro le tempie un cigolìo
uno sberleffo di pietra appuntita
che m'avrebbe per anni sequestrato il sonno

 

7 luglio 2019

 

 

*

 

Ineludibile il dolore
e inevitabile
Sbuca da un'allegra fontanella
ti strozza in punta di forchetta
al compleanno festeggiato in trattoria
e sostituisce l'abbraccio nel boudoir
di un'amante
Sento dire che è necessario per capire
che la tregua vale ogni tesoro
La nonna borbottava
che la gioia finale siede
sulle ginocchia scricchiolanti della morte
La vita ci danna col buon peso
unica generosità che ci si illude
essere imparziale
Tanathos ti apre i pugni
ti disserra i denti
interrompe la bestemmia
mozza le lingue dell'Inferno in terra
con una provvidenziale saetta
di oscurità
con il taglio netto di Atropo
benigna più della gialla Lachesi
assegnataria di destini
Autentica tristezza se un giovane
precoce abitatore di una bara
non conoscerà mai i suoi giorni
Eppure gaudio per gli orrori
che non fustigheranno l'animo
non mortificheranno il corpo
non ficcheranno aghi acuti 
in stramaledette realtà
Dicono anche che senza sofferenza
non si gode quella saltuaria
stilla di felicità
Beata invece l'impossibile atarassia
la conoscono le effigi dei santi
o i ciottoli nelle viscere del torrente
i templi solitari indenni al Tempo 
per il resto basta chiedere al polmone
di Dio o a Leonardo 
Nessuno dei due risponderà
in una lingua comprensibile
E meglio sarebbe distendersi
sopra le note di Bach
appiattirsi in una pagina di Dostoevskji
Ma basta parlare
Son tutte ciance
Si sparge già l'incenso 
per le esequie del Cosmo
Son solo ciance

 

8 luglio 2019

 

 

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