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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Poesia della settimana

Questa poesia è proposta dal 25/04/2011 12:00:00
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25 Aprile 1945 e 2011

di Dino Buzzati e Fiammetta Lucattini

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*

25 Aprile (1945)



Ecco, la guerra è finita.

Si è fatto silenzio sull'Europa.

E sui mari intorno ricominciano di notte a navigare i lumi.

Dal letto dove sono disteso posso finalmente guardare le stelle.

Come siamo felici.

A metà del pranzo la mamma si è messa improvvisamente a piangere per la gioia,

nessuno era più capace di andare avanti a parlare.

Che da stasera la gente ricominci a essere buona?

Spari di gioia per le vie, finestre accese a sterminio, tutti sono diventati pazzi,

ridono, si abbracciano, i più duri tipi dicono strane parole dimenticate.

Felicità su tutto il mondo è pace!

Infatti quante cose orribili passate per sempre.

Non udremo più misteriosi schianti nella notte che gelano il sangue e al rombo ansimante dei motori le case non saranno mai più così immobili e nere.

Non arriveranno più piccoli biglietti colorati con sentenze fatali,

Non più al davanzale per ore, mesi, anni, aspettando lui che ritorni.

Non più le Moire lanciate sul mondo a prendere uno qua

uno là senza preavviso, e sentirle perennemente nell'aria, notte e dì,

capricciose tiranne.

Non più, non più, ecco tutto;

Dio come siamo felici


Dino Buzzati


*

25 Aprile (2011)

Sono uscita

con un pacco di Libera*,

macine di valore,

pasta intrisa

di paura e speranze

dal mio negozio

equo e solidale.

Bevevo l’umidità

gioiosa di una

primavera prematura e

le serrande calate

dei tanti negozi,

chiusi per la crisi,

erano bocche cucite

da una nuova mafia.

Pensavo ai giorni

dolci/amari

della Liberazione

agli ultimi caduti

di una guerra civile

sorretta solo

dalla rabbia

degli scarponi ferrati

di quei partigiani

che osarono la pace.

Mi percuotevano il cuore

come il terrore dei repubblichini

degli ultimi tedeschi

allo sbando.

Avevo voglia di

Liberazione

mentre l’assedio non cessava

e ancora non cessa

fra grida di sdegnati

e silenzio di vili.

Ci si rassegna anche

a vivere nella prigione

di uno stolto re,

ilare e crudele,

finché non giunga

l’alba.


Fiammetta Lucattini


* Marca di pasta di commercio equo e solidale



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