L e g g i   g l i   e - b o o k   d e   L a R e c h e r c h e . i t   s o n o   l i b r i   l i b e r i   g r a t u i t i
LaRecherche.it: pagina iniziale | Chi siamo | Registrati | Autenticati | Dona

4 mani: regole | Leggi e/o continua un testo | Inizia a scrivere un testo

Scrittura a 4 mani

Continua la scrittura del testo

invita un amico su questa pagina tramite posta elettronica
Pagina aperta 1040 volte, esclusa la tua visita
Ultima visita il Tue Apr 23 08:05:00 UTC+0200 2024

La scelta [Racconto]

Testo iniziato da Rossella Gallucci il 02/01/2012 19:49:00

Visualizza il testo senza divisioni tra i vari contributi (adatto per la stampa)
Commenti (0)
Sono intervenuti a continuare il testo, nell'ordine, a partire dall'ultimo intervento: Diotima :: Giorgio Mancinelli ::

 Questa parte di testo è stata pubblicata il 02/01/2012 19:49:00 da Rossella Gallucci Δ
# 0 commenti: Leggi | Commenta »

Cosa farò adesso? Dove andrò? - ripete a sé stessa ossessivamente mentre un lieve panico inizia a salirle dalla bocca dello stomaco. Si sente braccata. Sa di non avere più scelta, che ormai il tempo è scaduto e deve fare in fretta. Ne va della sua vita. Di possibilità gliene ha date fin troppe, ora deve pensare alla sua vita.
Mentre si tormenta le mani, sente ancora il dolore dell'ultima volta, quella in cui si è fratturata il dito mignolo.
Non c'è tempo da perdere. Potrebbe arrivare da un momento all'altro e allora... allora non avrebbe più scampo.
Con uno sforzo immane, si alza in piedi barcollando sulle gambe insicure. Un dolore acuto al fianco destro le ricorda la caduta dalle scale, la sera in cui aveva provato a ribellarsi, dopo che lui, rientrato ubriaco alle 4 del mattino, l'aveva presa con la forza. Era riuscita a divincolarsi con uno strattone e a scappare, cercando di raggiungere la porta di ingresso al piano inferiore. Ma lui l'aveva raggiunta e spinta giù per le scale. Poi, nonostante lei urlasse dal dolore, le aveva strappato i vestiti abusando di lei.
Il solo ricordo le procura un conato. No, non può più accettare questa situazione, deve andare via. Costi quel che costi.
Prende una borsa da viaggio e comincia a buttare dentro un po' di vestiti alla rinfusa.
Prende il cappotto, cerca le chiavi della macchina – oddio dove sono le chiavi? - Apre i cassetti del comò ma non riesce a trovarle. Cerca di fare mente locale sull'ultima volta che ha preso la macchina. Prende dall'armadio una borsa e la svuota sul letto. - No, qui non ci sono.. ah si, ora ricordo, le ho lasciate giù, sul mobile del soggiorno, vicino all'ingresso.
Prende le ultime cose e si avvia verso la scala.
E' solo a questo punto che alza la testa e lo vede lì, di fronte a lei, con un ghigno di soddisfazione.


 Questa parte di testo è stata pubblicata il 12/01/2012 19:32:00 da Giorgio Mancinelli Δ
# 0 commenti: Leggi | Commenta »

Dove pensi di andare? Vuoi scappare da me, da questa realtà, non ti sarà facile! Hai pensato a dove andrai? Torni dai tuoi? Per dire loro che cosa? Che ti ho picchiata? Loro hanno vissuto più di te e me insieme, certo sanno perché un uomo picchia la propria donna, una ragione ci sarà pure da qualche parte, a meno che ... vuoi raccontare loro che sono impazzito, è così? Ma anche alla pazzia c'è una spiegazione. Vai, scappa pure da me, vai pure a farti sbattere da qualcun altro ... perché alla fine è quello che vorresti, te lo leggo negli occhi, nello sguardo perfido che mi lanci, ogni volta che rientro stanco o, come dici tu "ubriaco". C'è che da un po' di tempo non sei più la stessa, hai fatto già la tua scelta ... Sì, hai ragione, da sempre sono ubriaco, ma di te, delle tue svogliature da sgualdrina. Ti sei negata a me e questo è l'unico modo che ho di farti mia, di prenderti con la forza, ma non è piacere in fondo quello che provo, è dolore, e farti del male è come fare male a me stesso. Anzi, è come farci del male, senza possibilità di riscatto, senza una spiegazione valida, senza lasciare niente per dopo. Mi fai paura! No, non temere, non avrei gusto a sbranare la preda "per l'ingordigia che provo", voglio che tu soffra, come soffro io nel profondo dell'anima, nelle viscere, è l'unico modo che mi rimane, altrimenti ti avrei già finita.


 Questa parte di testo è stata pubblicata il 11/11/2014 11:49:00 da Diotima Δ
# 0 commenti: Leggi | Commenta »

"Estraneo"... l'uomo che ho davanti mi è "estraneo"... non lo conosco, non so chi sia...il mio uomo... l'uomo che per anni ho amato non è la persona che ora guardo tremante ...ho paura... mi fa paura...tremo al solo sentirne la voce...una voce che mi grida contro tutto il suo disprezzo...no! Non è questa la voce che per anni ho amato...non può essere la stessa che mi sussurava all'orecchio dolci parole, non può essere la stessa che descriveva per me la bellezza dei sogni, ...adesso tremo...il cuore mi batte all'impazzata...me lo sento in gola...gli guardo le mani...ho paura delle sue mani...del loro tocco violento...della loro brutalità che offende ogni volta il mio corpo e mi ferisce l'anima...quelle mani da cui una volta bramavo carezze...in cui mi rifugiavo allontanandomi da tutto...no non possono essere le stesse che adesso mi tormentano...no non sono dell'uomo che ho amato....

Continua la scrittura del testo

invita un amico su questa pagina tramite posta elettronica