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La lunghissima notte [Racconto]

Testo iniziato da Paolo il 13/09/2015 07:03:00

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Sono intervenuti a continuare il testo, nell'ordine, a partire dall'ultimo intervento: Laura Traverso :: Morena Sterpone :: Venti Normali ::

 Questa parte di testo è stata pubblicata il 13/09/2015 07:03:00 da Paolo Δ
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E' notte. Suona il citofono. "Sono io". Lei apre e si rimette a dormire. Lui entra piano "hai una sigaretta?" chiede subito. "No" dice lei con voce impastata. "Hai una cazzo di sigaretta?" sibila lui. Qualcosa non va. Lei si sveglia di colpo completamente dal torpore. Qualcosa non va. I sensi in allerta. Quegli stessi sensi che negli ultimi giorni le hanno detto che c'e' qualcosa che non va, ma lei non ha ascoltato. Non ha capito.
"Dammi una cazzo di sigaretta o spacco tutto". Lei in quel momento nella penombra che proviene dal pianerottolo che la porta rimasta aperta fa entrare, si accorge che lui in mano ha un bastone. Lo riconosce. E' il bastone con la testa di cane in argento della collezione del padre di lui. La mano destra stringe talmente la testa di cane, che le nocche sono completmanete bianche. Riesce a scogerlo anche con quella poca luce.
Senza alcun preavviso scaglia il bastone dove c'e' incorniciato un primo piano di lei al mare. Il viso sorridente, abbronzato, fresco e giovane. Il vetro si frantuma rumorosamente in mille pezzi. Senza attendere solleva nuovamente il bastone e manda in frantuni l'altro quadro dove lei lui e l'adorato cagnolino, sorridono. Di sfondo un tramonto tra le montagne innevate. Altri vetri in frantumi che si perdono in ogni dove.
"Li hai mandati tu, quei due che mi seguivano?" chiede ancora lui. La voce sempre piu' sibilante, il respiro sempre piu' corto. Come dopo una corsa o dopo diverse rampe di scale fatte di corsa. "No" dice lei, non sapendo assolutamente di cosa stia parlando. "Ora andiamo giu' e dici loro di andarsene e non seguirmi piu'. Se no spacco tutto. Lei salta letteralmente giu' dal letto. Completamente sveglia e completamente frastornata. Cosa sta succedendo? Non capisce cosa stia succedendo. HA paura. Paura vera. Mai ha avuto paura di lui prima di ora. Mentre si infila la prima maglietta che trova, continua a controllare il bastone. Ha paura che lui possa distruggere qualcos'altro. Ha paura che possa usarlo contro di lei.


 Questa parte di testo è stata pubblicata il 07/12/2015 11:17:00 da Venti Normali Δ
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La paura che allarga il nostro lago di follia! Decisamente, ora che ci penso "sé cadesse il cielo che cosa ho ottenuto finora, neanche una cicca di sigaretta, ma, una notte ingannevole! Chissà! Credo che il mattino sarà lodevole sé mi comporto umanamente, del resto si tratta soltanto di rischiare è la vita, perché arrabbiarmi! La superbia andò a cavallo e ritornò a piedi!"


 Questa parte di testo è stata pubblicata il 11/01/2016 22:31:00 da Morena Sterpone Δ
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Cerca di riemergere da quel lago di follia in cui lui la sta annegando,apre il cassetto accanto al letto e tremando ne tira fuori un pacchetto di Marlboro. Lui finalmente posa il bastone sul letto, facendole tirarae un sospiro di sollievo, le strappa le sigarette dalle mani, ne prende una scagliando il resto dall'altro lato della stanza. "Fammi accendere". Non se lo fà ripetere due volte.
L'uomo aspira avidamente, trattiene il fiato e poi ispira una densa voluta di fumo. "Adesso ti ripeto la domanda: li hai mandati tu, quei due che mi seguivano?" La donna, seppur terrorizzata, lo guarda negli occhi con fermezza. "No." Lui resta a fissarla per un po', poi pare crederle. "Bene. Perchè non posso mettere a repentaglio tutto il mio lavoro solo per la tua stupida e ossessiva gelosia. Non sarebbe una mossa intelligente mettermi alle costole un detective, tesoro, lo sai. Perchè se grazie alla tua stupidità qualcuno dovesse scoprire i miei affari, allora te lo assicuro: non risponderò di me stesso". Le afferra il volto con la mano libera e la bacia avido con violenza, un bacio aggressivo che rimarca chi è a comandare. Lei risponde a quel bacio che nulla ha di affettuoso e piacevole e si odia per questo; è succube di lui. Odia e ama al contempo quell'uomo a tal punto da accontentarsi delle briciole che lui le dà, al punto di accettare quella vita insana e folle, da far finta di nulla mentre lui spaccia e truffa, cambiando nome e identità, letto e labbra. Sa di non essere l'unica donna della sua vita, ma è l'unica da cui torna sempre e tanto le basta. Lui si alza e sbircia dalla finestra le due sagome che sono ferme al di sotto, in strada. "Allora adesso dobbiamo capire chi mi sta facendo seguire e perchè." Lo guarda ed annuisce. Lo odia ma non potrebbe mai fare a meno di quelle labbra sexy, ne del suo profumo. Si sente una delle tante tossiche che lui rifornisce, ma è lui è la sua droga, la sua dipendenza.


 Questa parte di testo è stata pubblicata il 12/09/2017 18:53:00 da Laura Traverso Δ
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Però, ad un tratto le vien da pensare, che è anche vero che dalla droga, dalle dipendenze in genere, se ne può uscire. Con difficoltà certo, ma si può venirne fuore. Sente il sapore di lui sulle sue labbra, labbra che son state appena baciate, lui le ha baciate, ma non con amore, l'amore è altro. Forse sarebbe meglio dire con furore, violenza e prevaricazione. Sarebbe stato disposto a farla a pezzi col bastone dal pomolo d'argento se non fosse stata svelta a darle una sigaretta. Riusci a guardare dentro di sè e a farsi pena. No, disse a se stessa, così non va, non deve continuare una simile storia fatta di umiliazioni e tradimenti. Erano davanti alla finestra e continuavano a guardare giù. Sì, c'erano due uomini sotto casa. Ma lei non ne sapeva niente, eppure era stata accusata di essere la mandante di quel presunto pedinamento. No disse a se stessa, basta! Non può continuare così

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