eBook n. 152 :: L’invasione degli storni, di Roberto Mosi - Illustrazioni di Enrico Guerrini
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Libreria Salvemini, Piazza Salvemini, Firenze
mercoledì 5 marzo 2014, ore 18
La Libreria Salvemini
invasa dagli storni
TeleVideo Poesia
GazeboLibri/LaRecherche.it: “L’invasione degli storni”
Autore Roberto Mosi
Scenografia di Enrico Guerrini
Musica: l’Organetto di Sebastiano Todde
La voce degli storni: Giulia Capone Braga, Renato Simoni
Commento: Donato Massaro
Roberto Mosi - 18/03/2016 08:33:00 [ leggi altri commenti di Roberto Mosi » ]
Ho rivisto le-Book "Linvasione degli storni" dopo qualche tempo. Devo dire che mi sorprende sempre la bellezza del disegno e dellimpaginazione dellamico Enrico Guerrini.
Mariella e Sandro - 09/03/2014 18:32:00 [ leggi altri commenti di Mariella e Sandro » ]
Caro Roberto, abbiamo riletto e compreso in modo più approfondito il testo. Abbiamo apprezzato il percorso:
1) La rappresentazione dellInferno come immonda discarica, come luogo in cui tutto è mescolato, inquinato, distrutto (molto significativo il riferimento alla bomba degli Uffizi) e rappresenta anche una minaccia perchè impedisce a ciascuno di noi di essere migliore;
2) Il Purgatorio come squallida sala di attesa dove la malattia spinge alla ricerca della guarigione che diventa anche ricerca e scoperta di se stessi;
3) Il Paradiso, fatto spesso di illusioni, fabbrica di sogni, che significa però anche ritorno alla vita, ancora più apprezzata dopo tante sofferenze e lo stretto contatto con la morte.
Questo viaggio, che intreccia tra loro gli eventi della storia e quelli personali, è intenso, emozionante e coinvolgente. E un viaggio alla ricerca della felicità, con la consapevolezza che essa è fatta con la stessa materia dei sogni, ma intrigante è proprio il viaggio
Franca Alaimo - 07/03/2014 17:40:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]
Ringrazio Mosi, a mia volta, e mi scuso per i diversi errori fuggiti dalle mie dita imprecise nel battere le lettere sui tasti.
Roberto Mosi - 07/03/2014 17:11:00 [ leggi altri commenti di Roberto Mosi » ]
Ringrazio per questa meravigliosa recensione, assicurando che mi interesserò per la riproduzione del libro . A presto ...
Franca Alaimo - 06/03/2014 22:01:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]
Lo scempio della Bellezza sembra diventato da qualche tempo il tema di molte opere darte. Impossibile non citare il film di Sorrentino, La grande bellezza, vincitore in questi giorni del premio Oscar, e non ricordare chè e stato il filo conduttore perfino di uno spettacolo come il Festival di Sanremo. Anche la silloge di Mosi si fa carico di tanto insulto ( a partire dallo scempio di una delle più belle biblioteche fiorentine per continuare con quello dellambiente naturale e del paesaggio urbano) per farne la metafora di un decadimento dellio interiore, o, meglio, vista la struttura della silloge, dellinferno delluomo contemporaneo che con la bellezza ha perduto se stesso. Per recuperare la bellezza ( ma la storia dellesilio dallEden imbeve di sè la Poesisa in genere, anche se spesso sottintesa) è necessario un viaggio di ritorno grazie alla guida di una donna, che ha lo stesso nome dellangelo nunziante il Salvatore, e quello - come precisa lautore stesso - di una sorellina vissuta solo un giorno. La figura femminile si carica, allora, come per gli stilnovisti e Dante stesso, di un ruolo di intermediatrice fra terra e cielo.
Mosi, in questa come nelle precedenti sillogi, sceglie sempre di collocare i suoi testi in percorsi dinamici e poco a poco disvelanti della natura della sua meta. E questa volta lo fa con un apparato simbolico imponente e con la sua abituale intelligenza ed attenzione verso gli eventi della Storia delluomo parallelamente a quella personale, attraversata e mutata da una lunga malattia fisica.
Tornare a Dante, alla sua idea di viaggio catartico ( che Mosi compie attraverso il Regno del male e poi attraverso, come si diceva, quello della malattia per approdare al paradiso dellarte cioè alla Bellezza d matrice divina), non solo è il segnale della sua fiorentinità, ma testimonia anche lintramontabile valore della tradizione, che sempre si rinnova adattandosi ai tempi ed agli scopi.
Così dimostra anche il felice connubio tra i testi di Mosi e le immagini di Guerrini dialoganti fra loro, spesso delle vere e proprie scenografie in cui fatti e persone si muovono.
Il prodotto finale è di notevole qualità etica ed estetica, frutto comè di un lavoro davvero fine dinterpretazione dei testi da parte del Guerrini. In particolare mi sembra unesperienza tutta nuova coniugare la poesia con larte del fumetto e mi sembra un ascommessa bellissima e feconda.
Viene proprio voglia di averlo questolibro. Come si fa?