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Collana di eBook a cura di Giuliano Brenna e Roberto Maggiani

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eBook n. 77 :: Aforismi ed Extempore Poems, di Franco Buffoni
LaRecherche.it [Aforismi / Poesie]

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Di Franco Buffoni
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Data di pubblicazione:
18/05/2011 12:00:00


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# 17 commenti a questo e-book [ scrivi il tuo commento ]

 Francesco De Napoli - 28/10/2011 09:52:00 [ leggi altri commenti di Francesco De Napoli » ]

Finissime, brucianti riflessioni che adottano accortamente l’imprescindibile linguaggio comune, ma con una rara capacità dialettica, caustica e inappellabile. Franco Buffoni parte sempre dai particolari (in apparenza) minuti e insignificanti delle situazioni vissute – quindi, osservate e studiate -, per sviluppare conclusioni che rasentano la genialità, lasciando al lettore la possibilità di estrarre, come monconi incandescenti, arguzie e mottetti fatti soprattutto di immagini e di visioni: “E lui considera ineluttabile / E non una stronzata / Il fatto che loro se ne siano andati / Lasciandolo solo tra i petardi / Dell’ultimo dell’anno / Ad abbaiare con spavento a me.”
Né potevano mancare spunti amari – filtrando con maestria una miscela tra il grottesco e il patetico - riferiti a Cassino, la cittadina ciociara nella quale l’autore ha insegnato per alcuni anni presso la locale Università: “Un battistero del mille incorporato in villa / Verso il campo da tennis / Piscina catecumena. / (Cassino, zona archeologica)”. Sono in sostanza - né poteva essere diversamente - frammenti ultimativi e folgoranti, schegge sapienti che si riallacciano, con un linguaggio e uno stile totalmente nuovi e diversi, al malessere esistenziale di Fortini, alla desolazione alienata e senza speranza di Eliot, all’arsura disseccata di Montale.
Francesco De Napoli

 Daniele Incami - 22/06/2011 18:22:00 [ leggi altri commenti di Daniele Incami » ]

Rimango positivamente colpito dalla scelta di un poeta della levatura di Buffoni di pubblicare qui i suoi testi, per la seconda volta. Penso che poteva sicuramente pubblicare con ben maggiori editori e soprattutto a compenso, invece questa scelta è strategicamente importante per la diffusione capillare di una poetica che altrimenti rimarrebbe relegata in alte e specializzate sfere editoriali, quando invece questi versi, così raffinati, si lasciano qui leggere da un vasto, immediato e attento pubblico, in consonanza con la finalità di questo sito che accosta noti scrittori a meno noti (naturalmente notorietà non necessariamente è proporzionale a bravura). I versi che qui leggo sono, nella loro quotidiana spontaneità, carichi di una particolare grazia di saggezza, come solo gli aforismi sanno essere portatori.

 franco buffoni - 02/06/2011 17:06:00 [ leggi altri commenti di franco buffoni » ]

Ringrazio, di cuore, per questi interventi. Essere letti e compresi per un poeta è la soddisfazione più grande. Approfitto per porgere gli auguri più calorosi di pronta guarigione al nostro valente webmaster Roberto Maggiani, che sicuramente dedicherà questi giorni di forzata sosta alla lettura di tanta poesia. Un abbraccio a tutti franco buffoni

 Maria Grazia Maiorino - 02/06/2011 16:08:00 [ leggi altri commenti di Maria Grazia Maiorino » ]

Lo smalto perlato sulla palpebra
come il primo atto o l’ultimo
difficile ormai distinguere
meglio sottrarle l’astuccio del trucco

A specchio delle due poesie dedicate al cane, mi appare come illuminata da un lampo l’immagine di un essere umano che al cane è accomunato da una simile fragilità e soprattutto da un simile oscuro senso di irreparabilità. Cerco di dare espressione a ciò che “ho visto”ed escono questi quattro versi, potrebbe essere un tanka, un modo visivo e binario, un doppio sguardo che ricalca quello degli Aforismi di Franco Buffoni. Quando la poesia ci tocca al punto da far emergere uno smarrimento,un rimescolamento fisico oltre che mentale, vuol dire che ha sfiorato corde universali e portato a galla associazioni impreviste. U cane, una malata di Alzheimer, e ancora di più il confine incerto fra salute e malattia, fra pienezza e vuoto. Fra dire addio a un prima e rischiare il dopo, cercando ancora appigli di parole, riflessi empatici di celeste disperazione.

 Maria Musik - 27/05/2011 15:05:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Lo spazzino ha errato a firmarsi: infatti, da ciò che ha scritto, lo abbiamo riconosciuto tutti. Il suo nome è Spazzatura e, di conseguenza, ora provvederò a chiedere al vero spazzino di questo sito, di raccattare questa immondizia e gettarla dove merita!
Maria Musik - Redazione larecherche.it

 Lorena Turri - 27/05/2011 14:30:00 [ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]

Sono un’anima a caso. A casa.
Sono una di quelle anime che servono al Testimone di Geova al quale, durante l’ultima visita, mentre mi parlava delle profezie di San Paolo, ho chiesto se aveva mai letto il Satyricon.
Silenzio.

Una lettura molto apprezzata. Grazie.

 Maria Grazia Maiorino - 26/05/2011 23:44:00 [ leggi altri commenti di Maria Grazia Maiorino » ]

A Franco Buffoni

Lo smalto perlato sulla palpebra
come il primo atto o l’ultimo
difficile ormai distinguere
meglio sottrarle l’astuccio del trucco

*

A specchio delle due poesie dedicate al cane, mi appare come illuminata da un lampo l’immagine di un essere umano che al cane è accomunato da una simile fragilità e soprattutto da un simile oscuro senso di irreparabilità. Cerco di dare espressione a ciò che “ho visto”ed escono questi quattro versi, potrebbe essere un tanka, un modo visivo e binario, un doppio sguardo che ricalca quello degli Aforismi di Franco Buffoni. Quando la poesia ci tocca al punto da far emergere uno smarrimento, un rimescolamento fisico oltre che mentale, vuol dire che ha sfiorato corde universali e portato a galla associazioni impreviste. Un cane, una malata di Alzheimer, e ancora di più il confine incerto fra salute e malattia, fra pienezza e vuoto. Fra dire addio a un prima e rischiare il dopo, cercando ancora appigli di parole, riflessi empatici di celeste disperazione.

 Maria Grazia Cabras - 26/05/2011 18:16:00 [ leggi altri commenti di Maria Grazia Cabras » ]

disillusione consapevole e ironia, talvolta, surreale
il paradosso “stana” la crudeltà dei nostri tempi
inchioda il pensiero nella sua ambiguità.
tra l’essere e l’esistere --distanze siderali

-Grazie- e un caro saluto a Franco Buffoni

 Antonio De Marchi-Gherini - 21/05/2011 21:00:00 [ leggi altri commenti di Antonio De Marchi-Gherini » ]

Insomma c’è chi ancora è coerente con quello che pensa , con quello che vive sulla sua pelle e ha il coraggio di scriverlo. In tempi di schiene curve e intellettuali asserviti al peronismo italico, omaggi al maestro di pulizia e onestà, un abbraccio

 Mariella Bettarini - 21/05/2011 18:52:00 [ leggi altri commenti di Mariella Bettarini » ]

Vividi, dolenti-autoironici, coraggiosi, empatici testi di aforistica poesia e poematica "ex-temporaneità".
Una lettura che potrei dire "robusta" e corroborante. Sensibile e sentita. Condivisibile.
Grazie!

 Franca Alaimo - 20/05/2011 23:07:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

E’ il modo con il quale Franco Buffoni guarda la realtà,consapevole, umanissimo, malinconicamente ironico, al di fuori degli steccati, dell’ipocrisia morale, eppure coinvolto fino al midollo nel mondo di oggi dove tutti vivono soli, dove una straniante trama di vizi e riti comuni e svilenti toglie la più autentica dignità all’uomo e perfino agli animali, a fare di questa raccolta di aforismi e di brevi poesie extempore ( ispirate dal tempo, ma anche fuori dal tempo, a volte allucinati sogni di bellezza e di convivialità quasi rinascimentale ) un mosaico di fatti-emozioni-ricordi-sogni- che mettono insieme un cuore ben cosciente della frantumazione dell’io e del suo più alto desiderio dell’amore di fronte alla tristissima omologazione contemporanea. Alla fine si tratta del resoconto doloroso di una solitudine che grida la nostalgia di un tempo diverso, di una vita condivisa, in-nocente nei gesti e nei pensieri.
Poesia umanissima. Poesia.

 Vincenzo Guarracino - 20/05/2011 07:14:00 [ leggi altri commenti di Vincenzo Guarracino » ]

"I poeti... non si arrendono", dice a un certo punto Franco Buffoni. Me la segno, questa frase: esprime in maniera chiara l’esigenza (intellettuale e morale) che è sua e di quanti intendono lo stare in piedi, con rigore e lucidità, nel pantano che ci circonda. Come dei novelli Farinata.
Complimenti ancora una volta di più a Franco.

 Loredana Savelli - 19/05/2011 22:27:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

"Può proprio essere quell’altro
Il vizio capitale della poesia.
Altro che oscurità,
Sei troppo chiaro
E stai accecando la vista mia".

Una poetica che evidentemente discende da una coerenza di vita, un "mandarlo a dire" a bruciapelo non con il tono di chi è staccato dal mondo, al contrario come chi si coinvolge sul serio.
Bastino a conferma i versi seguenti:

“Il colore dell’ultima guerra d’Europa
Non è il rosso del sangue,
È l’arancione pallido
Dell’incarnato senza odore
Che riesce a versare
Due o tre lacrime e basta.”

Lo sguardo spazia dai condomini, ai cigli delle strade con cani vigliaccamente abbandonati, dai ristoranti consueti ai paesaggi dolci sul Ticino e molto oltre: spazi interiori insondabili, stagioni che non conoscono tempo, con la tentazione, di tanto in tanto, al ripiegamento intimista, all’abitudinarietà:

“Finché si accorse non era più a disagio
Nelle situazioni rituali,
Lo rilassava la ripetizione
La conoscenza delle successioni.”

La condizione Umana, vorrei dire la compassione che essa suscita accanto ad un profondo rispetto, è il basso continuo attorno a cui girano i vari registri armonici dell’ironia dell’Autore:

“Pensandoli tutti contemporaneamente
Da Dio a Dante
In un palindromo di carte
Da gioco colorate
Orizzontali e oblique, verticali
Con in fila le date.”

O anche

“Di quelli che giocano a bocce
Sporgendo corpi nel vento
Segnati da incidenti sul lavoro”.

E a conclusione un testo per me commovente che attinge all’infinita metafora del mare per dire che anche la malattia, vista dal di fuori, è un grande traffico che può apparire senza senso.

"Il mare aperto con i suoi operai
A darsi il turno,
Dentro a muoverlo
O a calmarlo
Solerti alle sollecitazioni
Del fisioterapista.”

Grazie a Franco Buffoni, anche per la sua misura.

 Lidia Are - 19/05/2011 10:25:00 [ leggi altri commenti di Lidia Are » ]

L’aforisma è una forma poetica contrassegnata dalla brevità lapidaria: con poche parole colpisce nel suo intento di ironia, di frusta nei confronti dei potenti o delle istituzioni. Franco Buffoni sceglie di usarlo, ma lo fa con mano leggera avvolgendo e raffigurando le varie componenti del vivere che sia l’ambiente della natura, degli affetti, del semplice gesto di andare a pesca, della tragicità della malattia oncologica, delle morti sul lavoro.
Gli aforismi scorrono lievi, con la maestria di chi scrive poesia da lungo tempo quasi a voler sintetizzare con poco la complessità di una vita e del mondo che lo circonda. Lidia Are

 Marzia Alunni - 18/05/2011 20:13:00 [ leggi altri commenti di Marzia Alunni » ]

Negli "Aforismi..." di Franco Buffoni si incontra una scrittura raffinatamente epigrammatica e, per sua caratteristica, inesauribile. Svariate sono le tematiche, come, ad esempio, i molti spunti che l’attualità offre. Il punto di vista dell’autore, però, è unico, teso a rimarcare la differenza con il livello delle questioni "da encefalogramma quasi piatto" che si trascinano sui giornali, sui troppi libri e in quei dibattiti urlati cui rinunceremmo volentieri. L’opera dunque si propone come un antidoto, un "pharmakon" necessario contro la banalità, per ricreare le condizioni di una gestione responsabile della propria coscienza. Gli aspetti più profondi di questi aforismi tuttavia ineriscono con l’esistere e i sui umani dilemmi. Vivere, amare e la creatività costano e richiedono scelte serie, ma da discutere, anche tramite un sorriso di serena padronanza che affiori senza imporsi, alimentando piuttosto il dialogo responsabilizzante. Marzia Alunni

 Narda Fattori - 18/05/2011 18:23:00 [ leggi altri commenti di Narda Fattori » ]

Ho letto bei versi che hanno un sapore amaro. Nessuna invettiva, ironia a profusione, umiltà e maestria di dettato, fanno di questo materiale sapienziale un corpus letterario da portare con sè , per quando dimentichiamo la nostra piccolezza, per quando ci svapora la mente fra troppe visioni e troppe parole di scarso senno.
E’ una sapienza quasi sacrale,comunque tascabile, un prontuario tascabile ad uso umano. La metrica aiuta, melodica quasi antica; nessun gioco intellettuale di parole, ma solo parole -testimone, e non si dica che sia poco.

 Stelvio Di Spigno - 18/05/2011 13:56:00 [ leggi altri commenti di Stelvio Di Spigno » ]

Franco si muove, per dirla con termini un pò antichi, tra scienza e saggezza. Questi brevissimi epigrammi ed aforismi sono tipici del secondo polo, la seggezza. Ma una saggezza leggera, da maestri della parola, senza più limiti alle capacità di scorporamento della visione poetica dalla realtà materiale, che pure conta molto. E’ una lettura suggestiva e divertente, ma c’è sempre la malinconia del miglior Buffoni, la sua spontanea tenerezza, il suo sguardo innocente verso le cose fisiche e metafisiche, verso il tempo che scorre, verso le cose che passano e si gonfiano di rimpianto e di notte. Con un caro saluto da Stelvio...