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Raccolta di articoli di Menotti Lerro
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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- Letteratura

Studi preliminari alla base del Movimento Empatico - 2020

Scrivo questo non per vanagloria, ma affinché gli interessati al Movimento Empatico possano meglio comprendere il rigoroso e attinente percorso che lo ha determinato...
- Ricordo che, in piena pandemia, una mattina mi svegliai e dissi tra me e me: "Oggi nasce il Movimento Empatico!".
Detta così potrebbe sembrare un'idea, magari buona, magari temeraria, ma per comprendere cosa abbia determinato tale pensiero complesso bisognerà guardare indietro, ossia al mio percorso di studioso oltre che di scrittore.
 
ALLE RADICI DEL 'MOVIMENTO EMPATICO' BISOGNERA' NECESSARIAMENTE CONSIDERARE:
 
- 2004 - La Tesi di Laurea in Lingue e Lett. Straniere (Vecchio Ordinamento) sulla POESIA DI ELIOT E MONTALE E SUL MODERNISMO (UniSa).
- 2006 - La Tesi di Laurea del mio "Master of Arts" sul CORPO e la sua RAPPRESENTAZIONE, con approfondimenti sui "GENDER PROBLEMS" (Reading University).
- 2012 - La Tesi di Dottorato sul GENERE AUTOBIOGRAFICO e il POSTMODERNISMO (UniSa).
- Corsi monografici di Laurea da me tenuti sul GENERE AUTOBIOGRAFICO, parte generale sul MODERNISMO E SUL POSTMODERNISMO (Milano e Padova).
- Workshop accademico su INTERSEZIONI TRA ARTE E LETTERATURA. (Accademia di Brera).
-2019 - Esami di pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell’inclusione; psicologia; antropologia; metodologie e tecnologie didattiche generali.
- 2022 - Laurea in Lettere sul GENERE AUTOBIOGRAFICO in Italia.
- I diversi lunghi periodi di formazione e ricerca presso le Università di Reading, Warwick, Edimburgo, Oxford.
- Si vedano dunque i volumi preliminari alla base del Movimento Empatico:
-Raccontarsi in versi: La poesia Autobiografica in Inghilterra e in Spagna, Carocci 2012.
-Narrating oneself in verse, Cambridge Scholars, 2017.
-The Body in Autobiography and Autobiographical Novels. The Importance of Being Normal, Cambridge Scholars, 2018.
- Si veda inoltre, e si arriva così al Movimento, il "Nuovo Manifesto sulle Arti" scritto nel 2019, in occasione della fondazione del Centro Contemporaneo delle Arti, con l'Artista e Docente Accademico Antonello Pelliccia (co-fondatore anche dello stesso Movimento). [E qui andrebbero dunque elencate tutte le competenze di Antonello...].
 
*Il Movimento Empatico rappresenta la vera resilienza all'insipienza, all'incultura, alla presunzione, alle raccomandazioni, al grottesco, alla malafede che la società contemporanea esalta e pretende di imporre con inaccettabile prepotenza.                                                                                                         Menotti Lerro
 
 
 
 
 

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- Letteratura

Scuola Empatica, Studi Preliminari di Menotti Lerro

Ricordo che nel 2020, in piena pandemia, una mattina mi svegliai e dissi tra me e me: "Oggi nasce il Movimento Empatico!".
Detta così potrebbe sembrare un'idea, magari buona, ma per comprendere cosa abbia determinato tale pensiero complesso bisognerà guardare indietro, ossia al mio percorso di studioso oltre che di scrittore.
 
ALLE RADICI DEL 'MOVIMENTO EMPATICO' BISOGNERA' METTERE:
 
- 2004 - Tesi di Laurea in Lingue e Lett. Straniere (Vecchio Ordinamento) sulla POESIA DI ELIOT E MONTALE E SUL MODERNISMO, (UniSa).
 
- 2006 - Tesi Laurea "Master of Arts" sul CORPO e la sua RAPPRESENTAZIONE, con approfondimenti sui "GENDER PROBLEMS" (Reading University).
 
- 2012 - Tesi di Dottorato sul GENERE AUTOBIOGRAFICO e il POSTMODERNISMO (UniSa).
 
- Corsi monografici di Laurea da me tenuti sul GENERE AUTOBIOGRAFICO, parte generale sul MODERNISMO E SUL POSTMODERNISMO, (Milano e Padova).
 
- Workshop accademico su INTERSEZIONI TRA ARTE E LETTERATURA. (Accademia di Brera).
 
- 2022 - Laurea in Lettere sul GENERE AUTOBIOGRAFICO in Italia.
 
Si vedano dunque i volumi preliminari alla base del Movimento Empatico:
 
-Raccontarsi in versi: La poesia Autobiografica in Inghilterra e in Spagna, Carocci 2012.
 
-Narrating oneself in verse, Cambridge Scholars, 2017.
 
-The Body in Autobiography and Autobiographical Novels. The Importance of Being Normal, Cambridge Scholars, 2018.
 
Si veda inoltre il "Nuovo Manifesto sulle Arti" scritto nel 2019, in occasione della fondazione del Centro Contemporaneo delle Arti, con l'artista e docente accademico Antonello Pelliccia.

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- Letteratura

Francesco D’Episcopo: il Cilento nel mondo di Menotti Lerro

FRANCESCO D'EPISCOPO: IL CILENTO NEL MONDO ATTRAVERSO LA VOCE DI MENOTTI LERRO.

 

Una delle missioni culturali che si è sempre imposto chi scrive è stata quella di valorizzare personaggi del mondo culturale, soprattutto meridionale, che meritano un’attenzione nazionale e internazionale per la loro produzione letteraria e, nel caso specifico, anche per la loro meritoria operatività culturale. Uno di questi è indubbiamente Menotti Lerro, nato a Omignano, ai piedi del Monte Stella, quindi nel cuore dell’antico Cilento e a pochi chilometri da quella che può considerarsi la sua capitale: Vallo della Lucania. Ricordo che ricevette un primo premio, dedicato alla poetessa Renata Canepa, al Salone del Libro di Torino, in anni lontani, che sono poi diventati più vicini, quando una serie di occasioni favorevoli hanno fatto sì che le nostre vite si ricongiungessero attraverso eventi culturali, promossi con concretezza, brillantezza e intelligenza dal nostro amico, al quale, conoscendo progressivamente la sua prolifica produzione, sempre chi scrive ha ritenuto di dover dedicare una prima monografia, intitolata Menotti Lerro. Tra drammaturgia e narrativa, edita dalla Genesi di Torino nel 2019 e una seconda dal titolo "Entropia del cuore" di Menotti Lerro. Segreti e suggestioni, Zona editrice, 2020.

Ha conseguito, presso l’Università degli Studi di Salerno, la laurea in Lingue e Letterature Straniere, un Dottorato di ricerca sul genere autobiografico (che ribalta il canone di Philippe Lejeune datato 1975), una nuova laurea in Lettere. È stata comunque la civiltà inglese a conquistarlo, conseguendo, tra le precedenti acquisizioni accademiche italiane, un Master of Arts presso l’Università di Reading nel Regno Unito, essendo stato Cultore della Materia presso il Dipartimento di Anglistica dell’Università di Salerno, e insegnando per diversi anni Cultura e Civiltà Inglese e Letteratura Inglese presso l’Istituto Universitario di Mediazione linguistica Ciels di Milano e presso il Campus Ciels di Padova. L’universo culturale inglese (ma in parte anche quello spagnolo, dati i suoi studi) ha svolto un ruolo importante nella sua funzione di studente e docente, avendo studiato presso la Oxford Brookes University e quella di Reading, oltre ad essere stato Visiting Scholar presso le Università di Warwick, Reading ed Edimburgo. Questa fervida attività anglistica gli ha ovviamente consentito una particolare padronanza della lingua. Ma, nonostante questo significativo percorso accademico tra Italia ed Inghilterra e, nonostante la possibilità di inserirsi in un’attività editoriale, avendo lavorato, a soli 25 anni, presso la Mondadori di Segrate nella redazione “Narrativa Italiana e Straniera”, Menotti Lerro ha preferito eroicamente seguire la sua vocazione letteraria e organizzativa, dedicandosi alla poesia, alla narrativa, alla drammaturgia, di cui aveva acquisito validi strumenti frequentando tra l'altro un corso annuale di Regia Teatrale presso il Pantagruele Teatro di Milano. Una personalità, dunque, variegata quella di Menotti Lerro, che la sua esperienza poetica e narrativa conferma, anche a livello operativo, dirigendo la collana di poesia “Poeti senza Cielo” della Genesi editrice e curando la rubrica di poesia internazionale “Le finestre di Menotti Lerro” per la rivista “Clandestino” di Davide Rondoni. Solo per una ragione di spazio, in questo intervento si ritiene opportuno soffermarsi sul ribaltamento semantico e strutturale che il nostro autore opera di miti letterari e teatrali, come basterebbe a dimostrare la commedia Donna Giovanna, l'ingannatrice di Salerno, che ribalta in chiave femminile il consueto rituale dongiovannesco e che, tra le opere di Lerro, è una di quelle che ha ricevuto un autorevole destino critico, recando, la sua versione multilingue, la prefazione di Maria Rita Parsi, con note di Umberto Curi e Giorgio Barberi Squarotti, divenendo libretto d’opera con prefazioni di Maurizio Cucchi ed Enrico Renna, ma anche ricevendo notevoli e numerose interpretazioni di autorevoli artisti. Oltre gli originali e numerosi romanzi, i suoi saggi accademici risentono felicemente di un elemento fondamentale, l’autobiografia, e schiudono squarci interpretativi attraverso una serie di originali aforismi. Prolifica la sua produzione poetica, tradotta in parte in lingua spagnola, inglese e romena, anche con un originale parallelismo tra le stagioni del tempo e quelle dell’anima inquieta del nostro autore. Anche in questo caso si sceglie, tra le molte, un’opera – Il mio bambino – con prefazioni di chi scrive, di Roberto Carifi, Giuseppe Lupo e Sandro Gros-Pietro. Un’opera che conquista per la purezza e profondità che l’attraversa e che risponde a una esigenza personale, che diviene universale, del poeta. Non può, tra le molte possibili interpretazioni, essere trascurato l’attaccamento ancestrale del poeta, nonostante le sue molteplici transumanze culturali, verso la propria terra, quel Cilento, incantato e anch’esso inquieto, che attraversa le vene sue e della sua amata famiglia, che in parte nel suo paese d’origine risiede. Ma c’è un ulteriore aspetto della personalità di Menotti Lerro che va evidenziato: la sua ideazione e capacità organizzativa, che lo ha portato a creare, nella sua terra, il Premio Internazionale Cilento Poesia conferito ad autorevoli personalità del mondo culturale, le quali hanno lasciato un segno del loro passaggio su mattonelle in ceramica nel paese, dove il premio è stato originato: Salento (di cui è cittadino onorario).

Sempre nel Cilento egli ha fondato ed è direttore del Centro Contemporaneo delle Arti, di cui ha voluto come presidente lo scrivente e nel suo paese, Omignano, ha creato uno sconfinato universo di aforismi, per il quale ha meritato il giusto titolo di cittadino benemerito. Ha fondato la Piramide Culturale del Cilento, a cui hanno aderito 25 paesi e il cui epicentro più coinvolgente è la Scuola Empatica con un “Nuovo Manifesto Letterario”, presentato, con Antonello Pelliccia, presso lo storico Caffè fiorentino “Le Giubbe Rosse” e che raccoglie un affollato elenco di firme delle più autorevoli personalità culturali della nazione e dall'estero. Anche alla rivista “Riscontri” va il merito di avere contribuito concretamente a diffondere questo “empatico”, innovativo messaggio, sempre attraverso il suggerimento di chi scrive e il coordinamento culturale di personalità che hanno cronologicamente trattato le radici e ragioni di un passato esemplare che, come ancora una volta ha dimostrato Menotti Lerro, può spalancare imprevisti e inediti orizzonti al futuro. Basterà concludere questo sintetico, ma “empatico”, intervento, ricordando che Menotti Lerro ha ricevuto una menzione speciale presso Palazzo Montecitorio nell’ambito del Premio “100 Eccellenze Italiane” tra i 3 autori scelti nella “Sezione Letteratura”.

 

                  (Francesco D'Episcopo, Università Federico II di Napoli, 2024) 

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- Letteratura

Unus. Il sogno di Menotti Lerro di Giacomo Maria Prati

IL MITO DI UNUS (ARTISTA TOTALE) di MENOTTI LERRO 

La palingenesi platonica dell’Arte.

  

“Musica l’anima, in versi la parola

Tra gli uomini senza passi se non di danza…”

 

Oggi possiamo assistere ad un atto nuovo, non previsto: il ritorno del mito attraverso il sogno, un sogno, dalle parole di un illustre poeta e letterato italiano: Menotti Lerro. Le sue parole incantano diffondendosi lievi ma pervasive come un profumo nell’aria, autorevoli e urgenti come un sogno, che sempre è racconto ritmico, musicale e ci parlano di quella soglia fertile e persistente propria del dormiveglia quanto del sognare ad occhi aperti. Un dono sacro che, purtroppo, crescendo molti perdono e che invece uno spirito nobile quanto libero ha preservato nella sua anima donandoci l’immagine antica quanto nuovissima di Unus, figlio di Zeus e di una donna mortale. Un semidio, dunque, che univa in sé tutte le arti divino-umane: pittura, danza, poesia, scultura, musica e che l’invidia umana portò crudelmente alla sua morte e smembramento, dilaniato su una vigna. Da allora tutte le arti gemono, tendendo all’unità perduta.

Cosa vuole ricordare Menotti Lerro con questa immagine-racconto potente che sembra ravvivare l’insegnamento platonico del raccontare evocando e dell’insegnare raccontando? Per me, che amo e studio la mitografica greca, mi basta questo, ed è già molto: il coraggio sapiente di portare alla luce un nuovo mito, apparente ossimoro, e di averlo ricevuto in sogno proprio da Zeus. Mi sembra un atto prezioso e fecondo, quello compiuto dal poeta Lerro. Un atto che per essere colto appieno nella sua sorgiva semplicità necessita altre parole, altre azioni e un nostro muoverci in assimilante evocazione. La dichiarazione di un poeta torna a manifestare in modo inedito e inaudito l’essenza agonica-demiurgica del mito (dal sottoscritto indicata in passato come “mitogonica”), cioè la sua processualità vitale, la propria performatività aionica, incessante, fisicizzante. Menotti Lerro coglie e irradia la contemporaneità continua del mito sia attraverso l’istanza intima del sogno e del sognare, anticamera e araldo del mito stesso, sia nel declinare creativamente l’ancestralità del racconto. Ed ecco il prodigio, già latente e alluso fra le sue parole: il mito, cantato nuovamente, muta e si rinnova come fiorendo e fruttificando da una sorgente aperta da un atto rituale di un adepto-iniziato. Ed ecco allora apparirci la bellezza splendente di Unus, la sua singolarità assoluta così vicina e così sfuggente, la sua armonizzante riconciliatività e lo scenario futuro che ci indica. Sì perché il mito non è tanto un ripiegarsi verso il passato, ma specialmente ci appare, dall’alba dei tempi, quale proiezione vitale e oracolare verso le possibilità future. Da mitografo amo in Unus il suo palpitare fra sogno e reale e ciò che ci fa comprendere del proprio padre: l’aspetto creativo e poietico del titano Zeus. Poiché in verità il mito è anche questo: un cantare senza fine che fa della vita opera e arte e che nel nascondere rivela, nel complicare chiarifica, nell’aggiungere ci indica il ritorno, l’origine come meta: la desiderata unità. Il sogno di Lerro ci aiuta a comprendere i carismi luminosi di Zeus, spesso dimenticati o taciuti: la sua inclusività creativa, come quando inghiotte Metis, ma dalla sua unione viscerale con lei ci restituisce la nuova Athena, sorella di Unus; e Athena sorge dal capo di Zeus aperto dalla scure di Hefesto o di Prometeo. Unus quindi certamente reca in sé il sacro fuoco celeste che anima febbrilmente tutti i titani, e titanico fù il simile smembramento del fratello Dioniso. Ma Menotti Lerro ricantando il mito ci permette di apprezzarne luci nuove: Unus reca serenità, leggiadria e un nuovo equilibrio che non erano presenti né in Dioniso e né in Athena. Percepiamo in Unus una disinvoltura creativa diretta, essenziale, ritmica. Un principio ordinatore e solare che si impone con la dolcezza del sogno, senza violenza, né carenze. A noi l’avvicinarci a questo raro incanto.

Menotti Lerro ha fondato alcuni anni fa il Movimento artistico e letterario “Empatico” ed ecco comparire l’icastica figura di Unus che mi sembra brillare di una potenza catalizzatrice intensamente (e intensivamente) em-patica. Come ricorda il Vangelo di Filippo: la Verità viene a noi vestita in simboli, segni, immagini. Ecco perché Unus appare necessariamente, coevo all’idea primigenia di un’Arte Empatica. A noi, adesso, fare nostra la sua universalità intima, fraterna, necessaria, restando riconoscenti e grati a colui che ha aperto con la scure del proprio logos poietico nuove luci e nuove fenditure nell’etere stellato del Mito.

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- Letteratura

Movimento Empatico su Raiuno Raidue e Raitre

Tra fine 2023 e inizio 2024 il Movimento Empatico, fondato da Menotti Lerro nel 2020, è stato citato nelle seguenti trasmissioni della TV Nazionale: 

 

- Raiuno "Storie Italiane"

- Raiuno "La volta buona"

- Raiuno "A sua immagine"

- Raidue "Generazione Z"

- Raitre "Agorà"

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- Letteratura

Il Mito di Unus - Artista Totale - la musica di Pantaleoni

Un altro momento storico rilevante: Il Maestro Empatico Stefano Pantaleoni (docente presso il Conservatorio A. Boito di Parma) dà voce alla musica interiore del Mito di UNUS, l'Artista Totale simbolo del Movimento Empatico.
Il Disegno è di Omar Galliani, la storia invece è una creazione originale di Menotti Lerro.
 

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- Letteratura

Movimento Empatico al Salone del Libro di Torino 2024

Sarà presentato presso il Salone del Libro di Torino, in data 9 maggio 2024, ore 18.15, Sala Malva, il "Nuovo Manifesto sulle Arti" scritto da Menotti Lerro e Antonello Pelliccia nel 2018 e pubblicato in rivista prima (2019) e in volume poi (2020). 

Il Manifesto è considerato la maggiore base teorica del Movimento Empatico sorto in Italia (epicentro il Cilento, con la sua innovativa "Piramide Culturale") nel 2020. 

Modera l'incontro lo storico editore della casa editrice Genesi, Sandro Gros-Pietro.

 

Si veda: Scuola Empatica; Empatismo; Empathic Movement; Empathism.

 

 

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- Letteratura

Movimento Empatico - Convegno alla Biblioteca Braidense

Alla Biblioteca Nazionale Braidense un nuovo  Convegno sulla "Scuola Empatica", movimento artistico-letterario fondato in Italia nel 2020.

 

Il giorno 15 giugno 2024 si terrà un prestigioso convegno sul Movimento Empatico (Empatismo): Movimento letterario-artistico-filosofico e culturale della contemporaneità sorto nel Sud Italia nel 2020. L’incontro è previsto presso la storica Biblioteca Braidense. Ad organizzare l’evento è stato il Dott. Giacomo Maria Prati, funzionario del Ministero della Cultura.

Per l'occasione si parlerà anche del "Premio Internazionale Cilento Poesia", concepito dal Movimento come dono massimo per Artisti di ogni ambito che si sono distinti proprio per un atteggiamento empatico oltre che per un' "Arte" già significativa nella storia del Nuovo Millennio. 

Per l’occasione saranno nominati dei nuovi Maestri Empatici.

 

Dopo i saluti istituzionali, intervengono:

 

Menotti Lerro – Poeta, Scrittore, docente 

Antonello Pelliccia – Architetto, Artista visuale, docente

Mauro Afro Borella – Architetto, Designer, docente

Giacomo Maria Prati – Funzionario Biblioteca Braidense

 

*Si veda il “Nuovo Manifesto sulle Arti” di Menotti Lerro e Antonello Pelliccia pubblicato in rivista nel 2019.

*Si veda il Nuovo Triangolo Culturale del Cilento Antico: Omignano - "Paese degli Aforismi", Salento - "Paese della Poesia", Vallo della Lucania - "Sede del Centro Contemporaneo delle Arti".

*Si veda la Piramide Culturale del Cilento, Epicentro del Movimento (con 25 paesi coinvolti).

 

- The Empathic Movement (2020 onward).

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- Letteratura

Scuola Empatica, convegno all’Universitā di Salerno

Il giorno 17 aprile 2024 si terrà un convegno presso l'Università degli Studi di Salerno per presentare la Scuola Empatica (Empatismo), Movimento letterario-artistico-filosofico e culturale della contemporaneità sorto nel Sud Italia nel 2020. 

Ad organizzare l'incontro è stata la Prof.ssa Katia Ballacchino del Dipartimento di Studi Politici e Sociali (diSPS).

Per l'occasione si parlerà anche del "Premio Internazionale Cilento Poesia", concepito dal Movimento come dono massimo per Artisti di ogni ambito che si sono distinti proprio per un atteggiamento empatico oltre che per un' "Arte" già significativa nella storia del nuovo millennio. 

 

Intervengono:

- Menotti LERRO - Ideatore e Fondatore del "Movimento Empatico" e del "Premio Internazionale Cilento Poesia". 

- Gennaro IORIO - Direttore Dipartimento diSPS - Università di Salerno.

- Raffaella BONAUDO - Soprintendente ABAP di Salerno e Avellino.

- Katia BALLACCHINO - Università di Salerno.

- Rosa Maria VITOLA - Responsabile Area Demoetnoantropologica e Beni Immateriali della SABAP di Salerno e Avellino.

- Vincenzo AURIEMMA - Università di Salerno.

 

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- Letteratura

Si celebra Salento Cilento, Paese della Poesia, Empatismo

La Soprintendenza di Salerno e Avellino ha organizzato un incontro, in occasione della Giornata Mondiale della Poesia, a Salento Cilento - "Paese della Poesia", patria prima della Scuola Empatica (Empatismo) sede storica del Premio Internazionale Cilento Poesia.

Con l'ideatore e fondatore Menotti Lerro intervengono il Presidente della Provincia di Salerno Franco Alfieri, il Soprintendente di Salerno e Avellino Raffaella Bonaudo, il Presidente del Parco Nazionale del Cilento Giuseppe Coccorullo, il Sindaco di Salento Gabriele De Marco, il Vice Direttore CecArt Attilio Dursi e il Funzionario della SABAP di Salerno e Avellino Rosa Maria Vitola.

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- Letteratura

Parmenide: Primo Agriturismo Empatico della Storia. 2024

L’agriturismo Parmenide ha aderito al Movimento Empatico proponendo la propria “filosofia del cibo” come nutrimento per le Arti e diventando il Primo Agriturismo Empatico al Mondo.

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- Letteratura

Istvān Szelei - Saggio sul Movimento Empatico - Empathism

Il ruolo della Scuola Empatica nella trasformazione del mondo di Klingsohr.

 

L’importanza del nuovo movimento artistico italiano proclamato da Menotti Lerro è maggiore di quanto molti pensino. Non si tratta d’un nuovo movimento individualista, ma di un modo di affrontare i fondamenti ontologici dell’arte attraverso il mito di Unus. Una delle principali parole chiave del movimento è "empatismo". Quest’espressione, probabilmente non indipendente da un’ispirazione spirituale, va al cuore della metafisica di Parmenide e simultaneamente al significato dell’arte come parola. A mio avviso, infatti, la questione dell’unità, intesa in senso parmenideo, indica l’integrità che sta dietro alla diversità della natura e il rapporto di questa integrità con l’arte.

Perché l’arte, nel significato più alto, è un atto di reintegrazione. È un’attività venusiana che l’alchimia medievale indica con la parola preparatio. Il misterioso regno divino femminile al confine tra luce e tenebre, ove “l’atto graalico” dell’interazione di questa dualità può essere trovato nel visionario poema di Parmenide.

È simile al Graal in quanto il messaggio venusiano in Parmenide non indica la molteplicità, ma l’unità. L’attività venusiana indicante la molteplicità è in un certo senso un atto “diabolico”, poiché lì il principio maschile e femminile rimangono isolati uno dall’altro in una separazione ermafrodita che non si realizza mai. L’unità in senso negativo di Ermete (separatio) e Afrodite (preparatio) è una falsa unità. È l’unità ermafrodita dell’apparenza. Non è di questo che parla Parmenide. Il simbolo dell’ermafrodito non è uno stato reintegrato yin-yang, ma una separazione totale dei principi maschili e femminili in un mezzo sterile. Nel “giardino magico” della qualità sterile di Klingsohr. Tale questione rimanda alla condizione ermafrodita di Mefisto, come sottolinea Menotti Lerro nel suo Il Dottor Faust.

 

La questione e la chiave "dell’Artista totale".

 

La misteriosa dea di Parmenide offre uno sguardo dietro il mondo di Medea oscuramente magico della natura. Nella meta-natura non materiale della verità. Difatti il “diavolo” ermafrodita racchiude in sé le qualità maschili e femminili in uno stato di violenza. Lo vediamo nelle figure di Amfortas e di Kundry del Parsifal di Wagner. Amfortas, ferito dalla lussuria, è vittima dell’aggressione diretta dell’uomo distorto dalla superbia, mentre gli intrighi manipolatori di Kundry indicano l’aggressione passiva della donna distorta dalla superbia. Gli argonauti avevano sperimentato l’aggressione passiva di Medea e delle Sirene attraverso la manipolazione. L’essenza dell’aggressione passiva è che non è lei ad uccidere ma mette il pugnale omicida direttamente nelle mani dell’aggressore. Quindi è “femminile” ciò che attira l’aggressione manifesta. Dietro l’aggressione passiva della natura c’è il mago demiurgico, il contro-artista. Non Unus, ma Seth.

L’anti-spiritualità ermafrodita di Klingsohr spegne qualcosa sia delle qualità maschili che femminili: l’empatia metafisica che percepisce lo spirituale come atto artistico originario che ritorna all’unità.

Wagner individua nella compassione la condizione come “atto graalico”, il riadattamento della frammentazione. La “chiave” di Parsifal è la compassione, è ciò che lo rende saggio.

Per Wagner la compassione non è in primo luogo un sentimentalismo, né una mancanza di sentimenti fredda e senza cuore. Il primo è lo stato femminile manipolativo di Kundry, il secondo è la razionalità “neutra” di Klingsohr.

Il crudele razionalismo separatore e opponente mutuamente esclusivo di Klingsohr è l’archetipo ermafrodita del “contro-artista”, che compie un atto anti-graalico. Usa le qualità ermesiane e venusiane non per reintegrarsi, ma per separare i due uno dall’altro. È la falsa unità priva di empatia del principio maschile e femminile, un simbolo di falsa pace e discordia.

La compassione di Parsifal è empatia, immedesimazione. Un atto di cuore che non esclude il riconoscimento. Se l’empatia è solamente sentimentalismo alla Kundry, allora rimane nel giardino magico degli intrighi di Klingsohr. L’immedesimazione di Parsifal è allo stesso tempo un riconoscimento non sentimentale. È una percezione spirituale.

La contrapposizione antagonistica tra mondo sensoriale e mondo percettivo è errata ed evoca esplicitamente il mondo di Klingsohr. Il riconoscimento spirituale infatti non è il dominio della percezione contingente, né quello del razionalismo egoistico e insensato.

La condizione base dell’atto graalico unificante del riconoscimento spirituale di Parsifal è la libertà e l’empatia dell’individuo. Klingsohr rappresenta la sterile unità senza amore che degrada l’uomo in un automa, in una creatura istintiva programmata.

 

La via d’uscita di Menotti Lerro dalla matrice postmoderna, dalla disumanità del demiurgo di Cartesio e Nietzsche.

 

A mio parere il problema di Cartesio era simile a quello di Nietzsche. Entrambi vedevano l’uomo istintivo come una macchina che agisce secondo schemi programmati. Il “mostro” dell’automatismo. Cartesio avrebbe potuto essere un mistico, ma è diventato il padre del razionalismo, Nietzsche invece del nichilismo.

Non invano a Nietzsche fanno riferimento alcuni idealisti ed anti-idealisti. Il culto del nihil attrae anche i rappresentanti del culto della distruzione e dell’autodistruzione. È un’attrazione per un’esperienza negativa del nirvana. Tuttavia, il “nulla” indicato dal nichilismo non equivale al “vuoto” della pura coscienza del cuore. Il nulla del nichilismo implica una distruzione aggressiva. L’effetto terapeutico dello spirito europeo della Scuola Empatica campana, basata su Parmenide, ha senso per affrontare questo problema.

Nietzsche impazzì per il paradosso della dualità. Vedeva in Apollo la radice del rigido razionalismo europeo e il “demone del sole” contro cui si mosse verso l’idolatria d’un culto dionisiaco da lui immaginato. Trovò nella visione del mondo dello zoroastrismo iranico il mezzo d’espressione per incarnare ciò che aveva visto: Ahriman. Nella chiesa cristiana, nel fariseismo, negli intrighi religios, vide Ahriman, contro il quale, in “Così parlò Zarathustra”, arriva alla pura negazione, per poi parlare apertamente dalla posizione di un anticristo da lui immaginato. L’anticristo di Nietzsche, tuttavia, si identificava con lo spirito di negazione e stava al servizio proprio di ciò che temeva. In sostanza, egli concepisce un antiahriman diventandone l’apostolo.

In ungherese la parola ármány (intrigo) indica Ahriman. È un termine la cui essenza crea un’atmosfera di manipolazione. L’espressione metafisica della menzogna è l’intrigo, perché si può essere intriganti, si può intrigare, ma non essere l’intrigo in sé. La parola “intrigo” denota una cecità distaccata, dalla luce fredda. È un razionalismo estremamente razionale e autoreferenziale, in sostanza un relativismo allo stato puro, cioè uno stato ermafrodita alla Klingsohr. La caratteristica principale dell’intrigo è che rappresenta il falsificatore del sole, la superbia del sole. È essenzialmente un demone solare, cioè un contro-sole che rappresenta l’hybris. Assomiglia al sole, ma non lo è. Per questo Nietzsche vedeva Apollo e poi Cristo nell’inganno della negazione di rappresentare il nulla. Egli fu ispirato alla negazione violenta da ciò che vide negli abusi religiosi. Dietro a ciò gli si rivelò il mostro della pura razionalità di Apollo – in sostanza un demiurgo gnostico. Non aveva una buona opinione di Wagner, anche se la Kundry di Wagner fornì una risposta al problema cristiano di Nietzsche. Infatti Kundry, come l’uomo cristiano, è vittima di Klingsohr, ma non di Cristo. La confusione tra Klingsohr e Cristo fa di Nietzsche uno dei principali ispiratori dell’intrigo di Klingsohr come movimento antigraalico.

Il giudizio arbitrario di Nietzsche è diventato una falsità. Facendo di se stesso l’idolo del nichilismo, è diventato il principale rappresentante del moderno titanismo spirituale europeo. Il suo anti-idealismo autodistruttivo è una violenza spirituale che paradossalmente rafforza proprio ciò contro cui si ribellava: il mondo manipolatore che uccide la compassione del mago invisibile, il suo giardino magico simile alla hybris, il suo naturalismo pieno di intrighi.

Di una cosa però si disinteressa: della sophrosyne, dell’empatia e della moderazione in senso non sentimentale. Proprio ciò che per Menotti Lerro è di importanza fondamentale e che sovrascrive ad arte, o più precisamente ritrasforma, la violenza intellettuale manifesta di Nietzsche e passiva di Cartesio dell’epoca postmoderna.

 

Il lato manifesto e passivo della violenza spirituale.

 

Il XX secolo è stato il secolo delle idee totalitarie, dell’ascesa e del declino della violenza spirituale manifesta. Il postmoderno ha percepito la violenza della totalità del logos in senso filosofico e si è posto l’obiettivo di demolirlo. Secondo la formulazione di genere, il de-logos postmoderno è diretto contro l’aggressione mascolina in senso spirituale. L’articolazione di genere ha tuttavia portato in superficie il nuovo problema del confronto della donna presa in senso filosofico nei confronti dell’uomo come aggressore. La donna filosofica ha portato alla sofisticazione del linguaggio. La conseguenza filosofica del de-logos del linguaggio è stata l’autocontraddizione del postmoderno, a cui il Movimento Empatico annunciato nel 2020 ha attirato l’attenzione in Europa.

Il de-logos della filosofia religiosa postmoderna non ha eliminato l’alienazione. Il divario tra gli individui si è ampliato ancora di più e il linguaggio si è schematizzato. Questo schematismo punta a una mascheratura. Le maschere come algoritmi, modelli, vivono una vita propria. In contrasto con la violenza manifesta è apparsa in Europa una violenza passiva, come un nomos. Nomos perché superficiale, formale, naturalistico, senza spirito, velato, privo di Aletheia, sterilizzato. In termini di genere: nel mezzo linguistico di Klingsohr, simile a un pannello, si crea una condizione dal terreno perduto e che attrae l’aggressione, in cui il femminile, responsabile del rapporto tra cielo e terra, si ripiega su se stesso.

La caratteristica della violenza passiva è che non è essa stessa violenta, ma crea un terreno fertile per la violenza. La negazione della violenza trascendente non elimina la violenza, ma la esternalizza soltanto.

Per trasformare la violenza che sostiene la manipolazione è necessario uscire dalla manipolazione dell’ordito degli algoritmi. La violenza passiva attira la violenza falsificando tutto e isolando essenzialmente gli uni dagli altri, nonostante le apparenze.

In termini filosofici la qualità spirituale maschile è il logos, che può rappresentare la violenza manifesta se il suddetto ermafrodito cade sotto l’incantesimo della hybris della qualità di Klingsohr.

La hybris è priva di genere, ma distorce sia i principi femminili che quelli maschili.

Questa hybris senza genere distorce la qualità femminile dell’empatia, che unisce terra e cielo, come nucleo spirituale, in una falsa identità e nel sentimentalismo. Alla mercé dell’aggressione passiva della matrice di Klingsohr.

La matrice che crea è sensoriale ma non empatica. Il mezzo passivo della hybris femminile dà vita alla violenza. La hybris femminile è burocratica. Il mondo di Kafka ne percepisce l’atmosfera. Come si è creata questa rete? In senso filosofico è un razionalismo sterile, privo di idee e autosufficiente a creare il mezzo insidioso. L’intrigo stesso di Klingsohr, tuttavia, sembra essere solare senza avere un’intelligenza organica, ma inorganica.

 

La falsità del naturalismo.

 

In un certo senso la falsità si cela nel falso naturalismo. Questo naturalismo non è separabile dal razionalismo, come dalla cultura che anima il giardino magico di Klingsohr, dalla cultura di Medea. Paradossalmente l’inganno sensoriale “medianico” di Medea si realizza in un culto della natura racchiuso in un nesso di causa-effetto privo di spirito. Il naturalismo è fraudolento perché non è empatico. Mantiene l’uomo e la donna in uno stato di separazione, contrapposti l’uno all’altra. A livello di principio, tratta lo spirito e l’anima come separati. L’anima come qualità femminile diventa così un intrigante relativismo. Il materialismo del naturalismo si cela nella sua intercambiabilità arbitraria, nel suo relativismo autoreferenziale. Possiamo riconoscerlo anche nel postmodernismo.

Il naturalismo ha un significato filosofico ed è attraverso l’astratto che possiamo coglierlo a livello primario. Paradossalmente, il naturalismo non è organico. Lo possiamo osservare nelle rappresentazioni fotorealistiche dell’intelligenza artificiale. Il naturalismo è un mezzo sterile in cui l’anima si trova in uno stato privo di spirito.

Il naturalismo è la rappresentazione d’un anti-spirito nella sua essenza, come un idealismo che esercita la violenza e cerca una falsa unità. L’idealismo ermafrodita del naturalismo risiede nella falsa unità della separazione totale della dualità.

 

L’empatia che unisce anima e spirito.

 

Il fenomeno dell’intrigo di Klingsohr dimostra che i principi maschile e femminile, contrapposti e trasformati in hybris, sono essenzialmente antitetici allo spirito e all’anima.

La hybris maschile profana l’anima, quella femminile lo spirito.

Il problema della separazione del cuore e della testa è anche il problema della contro-arte ingannatrice della hybris, che separa dall’unità divina.

L’arte nel senso originale unisce, l’esterno e l’interno. In sostanza è Unità. Non in opposizione con la scienza e la ragione.

L’arte originale è “sferica”. Non va contro natura, ma nemmeno la idolatra.

La naturalezza che si cela dietro la natura è un palese paradosso, non una contraddizione chiusa. La palese contraddizione è la trasmutazione della lotta per la vita. L’arte di Parmenide. Il paradosso manifesto è aletheia, non un disvelamento, che ritrasforma la storicità, il mondo di Kronos.

Desidera crocifiggere i sensi con l’intuizione spirituale.

Anche l’Unus, l’artista totale di Menotti Lerro, sottolinea che i rapporti tra le parti non sono in un’unità esclusiva. Le parti sono trattate come individui e non come oggetti, quindi il rapporto tra loro è poetico. Il “disvelamento” poetico è in sostanza il disvelamento dell’anima. In contrasto col naturalismo senza spirito e senza anima che oscura fondamentalmente la realtà.

L’apertura del rapporto poetico integra la diversità attraverso l’empatia spirituale che trasmette una calma armonia, una morale universale che trasforma la lotta per la vita.

Questa morale universale trascende l’aggressione del determinismo programmato, perché è la base di tutto ciò che esiste, non è ideologica né moralistica, ma allo stesso tempo mentale e spirituale. Qui, tra l’altro, sta per me la grandezza e il significato universale del movimento di Menotti Lerro. Il Nuovo Triangolo Culturale del Cilento Antico, nell’Italia del Sud, sognato e creato, che potremmo definire il centro terapeutico dello spirito europeo.

                   

                                                                   István Szelei

                                           (Hungarian, State Opera, Budapest, 2024)

                                           (Testo tradotto in italiano da Stefano De Bartolo)

 

[Empathism - Empathic Movement - Scuola Empatica - Empatismo - Movimento Empatico]

 

 

Az Empatikus Iskola szerepe a klingsohri világ átlényegítésében

 

A Menotti Lerro által meghirdetett új olasz művészeti mozgalom jelentősége nagyobb, mint sokan gondolnák. Nem egy új individualista irányzatról van szó, hanem a művészet ontológiai alapjainak megszólításáról az Unus-mítosz által. A mozgalom egyik fő jelszava az empatizmus.  Ez a kifejezés, valószínűleg a szellemi inspirációtól nem függetlenül, Parmenidész metafizikájának és egyben a művészet, mint szó értelmének velejét érinti. Meglátásom szerint ugyanis a parmenidészi értelembe vett egység kérdése a természet, mint natura sokfélesége mögötti integritásra és ezen integritásnak a művészettel való kapcsolatára mutat rá.

A művészet ugyanis legmagasabb értelemben egy reintegrációs aktus. Vénuszi tevékenység, melyet a középkori alkímia a preparatio (megformálás) szóval jelöl.  A fény és a sötétség határterületén található titokzatos női istenségi terület, ahol a kettősség egymásba játszásának „grálaktusáról” kaphatott tájékoztatást Parmenidész látomásos költeményében.

Azért grálszerű, mert Parmenidésznél a vénuszi üzenet nem a sokaság, hanem az egység irányába mutat. A sokaság irányába mutató vénuszi tevékenység ugyanis bizonyos értelemben „ördögi” cselekmény, hisz ott a férfi és a női princípium egymástól elzárt marad egy soha be nem teljesülő hermafrodita szétválasztottságban. Hermész (separatio) és Afrodité (preparatio) negatív értelembe vett „egysége” egy hamis egység. Ez a látszat hermafrodita egysége. A hermafrodita jelképe nem jing-jang-szerű reintegrált állapot, hanem a férfi és női princípium totális szétválasztottsága egy steril közegben. Egy steril klingsohri minőség „varázskertjében”. Ez a kérdés Mephisto hermafrodita állapotára utal, amire Menotti Lerro Il dottor Faust munkájában is rámutat.

 

A „Totális művész” kérdése és kulcsa

Parmenidész titokzatos istennője a természet sötéten mágikus Médeia-világa mögé nyújt betekintést. Az igazság nem anyagi meta-természetébe. A hermafrodita „ördög” ugyanis a férfi és női minőséget is az erőszak állapotában tartja. Ezt láthatjuk Wágner Parsifal operájában Amfortas és Kundry alakjában. Amfortas bujaság által sebzettsége a gőg által torzult férfi direkt agressziójának áldozata, míg Kundry manipulatív ármánykodása a gőg által torzult nő passzív agressziójára mutat rá.  Az argonauták tapasztalhatták Médeia és a Szirének manipuláció általi passzív agresszióját. A passzív agresszió lényege, hogy nem ő öl, a gyilkos tört a direkt agresszor kezébe adja. Ezért „nőies”, ami bevonzza a nyílt agressziót. A természet, natura passzív agressziója mögött a demiurgikus mágus áll, az ellenművész. Nem Unus, hanem Seth-szerű.

A hermafrodita klingsohri anti-szellemiség egy valamit öl ki mind a férfi, mind a női minőségből: a szellemit érzékelő metafizikai empátiát, mint az egységbe visszatérő eredeti művészi aktust.

Wágner a darabjaira törtség újraillesztő grálaktusának feltételéül a részvétet jelöli meg feltételéül. Parsifal „kulcsa” a részvét, ez tette őt bölccsé.

A parsifali részvét eredetileg nem egy szentimentális érzelgősség, de nem is egy hideg, szívtelen szenvedélymentesség. Az előbbi Kundry manipuláltan manipulatív női állapota, az utóbbi a „semleges” klingsohri racionalitás.

Klingsohr kegyetlen, elválasztó és egymást elzárva szembeállító racionalizmusa az „ellenművész” hermafrodita ősképe – aki egy ellengrálaktust hajt végre. A hermészi és vénuszi minőséget nem reintegrációra, hanem a kettő egymástól való elzártságára használja. A férfi és női princípium empátia nélküli álegysége, a hamis béke és viszály jelképe.

Parsifál részvéte, egy empátia, együttérzés. Szívbéli aktus, mely nem zárja ki a belátást. Amennyiben az empátia pusztán Kundry-szerű szentimentalizmus, akkor megmarad Klingsohr ármányának varázskertjében. A parsifali együttérzés egy nem szentimentális belátás is egyszerre. Szellemi érzékelés.

Az érzékszervi és észleleti világ antagonisztikus szembeállítása téves, s kifejezetten Klingsohr világát idézi. A szellemi belátás ugyanis nem az esetleges érzékelés területe, de nem is az öncélú, szellemtelen racionalizmusé.

Parszifál szellemi belátása egyesítő grálaktus alapfeltétele az individuum szabadsága és empátiája. Klingsohr a szeretetlen steril egység képviselője, mely automatává, programozott ösztönlénnyé degradálja az embert.

 

 

 

 

Menotti Lerro kiútja a posztmodern mátrixából,

Descartes és Nietzsche demiurguszának embertelenségéből

 

Meglátásom szerint Descartes problémája hasonló volt, mint Nietzsche-é. Mindketten meglátták a gépszerű, programozott mintázatok szerint cselekvő ösztönembert. Az automatizmus „szörnyetegét”. Descartes misztikus is lehetett volna, de a racionalizmus atyja lett, Nietzsche pedig a nihilizmusé.

Nemhiába hivatkoznak Nietzsche-re egyes idealisták és antiidealisták. A semmi kultusza a pusztítás és önpusztítás kultuszának képviselői számára is vonzó. Egy negatív nirvana-élményhez való vonzódás ez. A nihilizmus által jelölt „semmi” azonban nem egyenlő a tiszta szívtudat „ürességével”. A nihilizmus semmije agresszív pusztítást takar. A Parmenidesen alapuló campaniai Empatikus Iskola európai szellemet gyógyító hatása ezen probléma kezelésénél is értelmet nyer.

Nietzsche a kettősség paradoxonába őrült bele. Apollónban meglátta az európai rideg racionalizmus gyökerét és azt a „napdémont”, amellyel szemben egy általa elképzelt Dionüszosz-kultusz bálványozása irányába mozdult. Az iráni zoroasztrianizmus világszemléletében találta meg a kifejezési eszközt, hogy megtestesítse, amit látott: Ahrimánt. A keresztény egyházban, a farizeusságban, a vallási ármányban látta meg Ahrimánt, aki ellen az „Im ígyen szóla Zarathustrában” eljut a tiszta tagadáshoz, hogy azután nyíltan egy általa elképzelt antikrisztus pozíciójából beszéljen. Nietzsche antikrisztusa azonban a tagadás szellemével azonosulva épp annak szolgálatába állt, amitől rettegett. Lényegében egy antiahrimánt fogalmaz meg, úgy, hogy annak apostolává vált.

A magyar nyelvben ármány jelöli Ahrimánt. Egy kifejezés, melynek lényege, hogy a manipuláció légkörét teremti meg. A hazugság metafizikai kifejezése az ármány, hisz az ember ármányos lehet, ármánykodhat, de nem maga az ármány. Az ármány szó egy rideg, hidegfényű szemfényvesztést jelöl. Rendkívül racionális, öncélú racionalizmust, lényegében a vegytiszta relativizmust, tehát klingsohr-szerű, hermafrodita állapotot. Ármány/Ahrimán fő tulajdonsága, hogy a nap meghamisítója, a nap gőgjét képviseli. Lényegében napdémon, azaz egy hübriszt képviselő ellennap.  Napnak látszik, de nem az. Nietzsche ezért látta Apollónak és később Krisztusnak a semmit képviselő tagadás általi megtévesztettségében. Erőszakos tagadásra inspirálta mindaz, amit a vallási visszaélésekben látott. Ami mögött Apolló tiszta rációjának szörnyetege világlott ki számára – lényegében egy gnosztikus demiurgusz. Wágnerről nem volt jó véleménye, bár Wagner Kundryja választ adott Nietzsche keresztény-problémájára. Kundry ugyanis, akár a keresztény ember, Klingsohr áldozata, de nem Krisztusé. Klingsohr és Krisztus összemosása teszi Nietzschét a Klingsohri ármány, mint antigrálmozgalom egyik legfőbb inspirátorává.

 Nietzsche önkényes ítélete hamissággá vált. A nihilizmus bálványává téve önmagát, a modern európai szellemi titanizmus legfőbb képviselőjévé. Önmegrontó antiidealizmusa szellemi erőszak, mely paradox módon épp azt erősíti, mely ellen lázadt: A láthatatlan mágus együttérzést kiölő manipulatív világát, hübrisszerű varázskertjét, annak ármányos naturalizmusát.

 Egy valamit hagyott figyelmen kívül: Sophrosünét, a nem szentimentális értelembe vett empátiát és mértékletességet. Épp azt, ami Menetto Lerronál kulcsjelentőségű és a posztmodern kor Nietzsche-i nyílt és Descartesi passzív szellemi erőszakát művészien felülírja, pontosabban, átlényegíti.

 

A szellemi erőszak nyílt és passzív oldala

 

A XX. század a totalizált ideák évszázada volt, a nyílt szellemi erőszak felemelkedése és szétbomlása.  A posztmodern érzékelte a filozófiai értelembe vett logosz totalitásának erőszakát, s célul tűzte ki annak lebontását. A gender megfogalmazása szerint a posztmodern logosztalanítása a szellemi értelembe vett masculin agresszió ellen irányul. A gender artikulálódása azonban újabb problémát hozott felszínre, a filozófiai értelembe vett nő szembeállítását a férfival, mint agresszorral.  A filozófiai nő a nyelv sophizálódását hozta el. A nyelv logosztalanításának filozófiai következménye lett a posztmodern önellentmondása, amelyre Európában a 2020-ban meghirdetett Empatikus Mozgalom hívta fel a figyelmet.

A posztmodern vallásfilozófiai logosztalanítása ugyanis nem szüntette meg az elidegenedettséget. Az individuumok közti szakadék nagyobb lett, mint valaha, a nyelv sematizmusa figyelhető meg. A sematizmus egy álarcszerűségre mutat rá. Az álarcok, mint algoritmusok, mintázatok önálló életet élnek. A nyílt erőszakkal szemben Európában megjelent a passzív, nomosszerű erőszak. Nomosz, mert felszínes, hivatalos, naturalista, szellemtelen, leplezett, Aletheia-tól mentes, sterilizált. Gender megfogalmazásban: Klingsohr panelszerű nyelvi közegében egy talajt vesztett, agressziót vonzó állapot jön létre, melyben az ég és föld kapcsolatáért is felelős nőiség önmagába fordul.

A passzív erőszak jellemzője, hogy nem ő maga erőszakos, csak az erőszak táptalaját teremti meg. A transzcendens erőszak tagadása ugyanis nem megszünteti az erőszakot, hanem csak kiszervezi.

A manipuláltságot fenntartó erőszak átlényegítéséhez ugyanis az algoritmusok szövevényének manipuláltságából kell kilépni. A passzív erőszak azzal vonzza az erőszakot, hogy mindent meghamisít, s lényegileg elzár egymástól a látszatok ellenére.

 Filozófiai értelemben a férfi szellemi minőség a logosz, mely a nyílt erőszakot tudja képviselni, ha a korábban említettt hermafordita, mint Klingsohri minőség hübriszének bűvöletébe kerül.

A hübrisz nemtelen, de torzítja mind a női mind a férfi princípiumot.

Ez a nemtelen hübrisz a földet az éggel egyesítő női minőséget, mint szellemi magot hordozó empátiát hamis identitássá és szentimentalizmussá torzítja, kiszolgáltatva a klingsohri mátrix passzív agressziójának.

A mátrix melyet létrehoz érzékközpontú, de nem együtt érző. A női hübrisz passzív közege szüli meg az erőszakot. A női hübrisz bürokratikus. Kafka világa is érzékelteti ennek atmoszféráját. Hogy jön létre ez a szövevény? Filozófiai értelemben steril, idea nélküli öncélú racionalizmus hozza létre az ármányos közeget. A klingsohri ármány önmaga azonban napszerűnek látszik, ami nem szerves, hanem szervetlen intelligenciával bír.

 

A naturalizmus hamissága

A hamisság bizonyos értelemben a hamis naturalizmusban rejlik. Ez a naturalizmus nem választható el a racionalizmustól, mint Klingshor varázskertjét éltető kultúrától, a Médeia-kultúrától. Médeia „médiaszerű” érzékszervi csalárdsága paradox módon egy szellemit nélkülöző ok-okozatiságba zárt természetkultuszban teljesedik ki. A naturalizmus azért csalárd, mert nem együtt-érző. Szétválasztott állapotban bírja a férfit és a nőt, egymással szembeállítva. Princípium szinten nézve a szellemet és a lelket egymással szétválasztva kezeli. A lélek, mint női minőség így ármányos relativizmussá lesz.  A naturalizmus anyagelvűsége az önkényes felcserélhetőségében rejlik, az öncélú relativizmusban. Ezt felismerhetjük a posztmodernizmusban is.

 A naturalizmus filozófiai jelentéssel bír, s az absztrakton keresztül primőr szinten tudjuk megragadni. A naturalizmus paradox módon nem organikus. Ezt megfigyelhetjük a mesterséges inteligencia fotorealisztikus ábrázolásainál is. A naturalizmus steril közeget jelent, melyben a lélek szellemtelen állapotban leledzik.

A naturalizmus egy antiszellem képviselete lényegében, mint erőszakot gyakorló, hamis egységre törekvő idealizmus. A naturalizmus hermafrodita idealizmusa a kettősség totális szétválasztottságának hamis egységében rejlik.

 

A lelket és szellemet egyesítő empatizmus

A Klingsohr-ármány jelenség alapján látható, hogy az egymással szembeállított és hübrisszé alakított férfi és női princípiumok lényegében szellem és lélek ellenesek.

A férfi hübrisz a lelket gyalázza meg, a női a szellemet.

Az egymástól elzárt szív es fej problémája a hübrisz isteni egységtől elzáró, szemfényvesztő ellenművészetének problémája is.

 A művészet eredendő értelemben összeköt, külsőt és belsőt. Lényegében Egységtan. Nem szembeállítva tudománnyal es rációval.

Az eredeti művészet „gömbszerű”. Nem természetellenes, de nem is természetbálványozó.

A természet mögötti természetesség nyitott paradoxon, nem zárt ellentmondás. A zárt ellentmondás létharc. A nyitott ellentmondás a létharc transzmutálója. Parmenidesi művészet. A nyílt paradoxon aletheia, nem-leplezettség, mely a történetiséget, Kronosz világát is átlényegíti.

Az érzékek keresztre feszítettségét kívánja a szellemi intuíció által.

Menotti Lerro Unusa, totális művésze arra is rámutat, hogy a részek közti kapcsolat nem kizárólagos egységben vannak. A részek individuumok, s nem tárgyakként vannak kezelve, ezért poétikus a kapcsolat köztük. A poétikus „leplezettség” lényegében a lélek leplezetlen megnyílása. A valóságot lényegileg elfedő szellem- és lélektelen naturalizmussal ellentétben.

A poétikus kapcsolat nyíltsága a sokféleséget integrálja a szellemi empatizmus által, mely nyugodt harmóniát közvetít, a létharcot átlényegítő egyetemes morált.

Ezen egyetemes morál a programozott determináltság agressziója felett áll, hisz minden létező alapja, nem ideologikus és nem moralista, hanem egyszerre szellemi es lelki. Többek között ebben rejlik számomra Menotti Lerro mozgalmának nagyszerűsége és egyetemes jelentősége. Az európai szellem gyógyító központjának is nevezhetnénk a megálmodott és létrehozott Új Kulturális Háromszöget Dél-Itáliában.

                   

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- Letteratura

Michele Pecora dedica I POETI al Movimento Empatico

Il sublime cantautore Michele Pecora dedica la sua canzone di grande sensibilità e successo I poeti al Movimento Empatico / Scuola Empatica (Empathic Movement) fondato in Italia nel 2020. 

 

Testo - "I poeti"
 
I poeti sono un soffio di speranza, verità senza certezza
Non descrivono la vita, ma alla vita danno sogni e leggerezza
Hanno cieli di colori nuovi ed orizzonti senza sfumatura
Nelle mani portano la notte e, con la notte, tutte le paure
I poeti giocolieri stanno sempre in bilico sulle parole
Precipizi di emozioni dove è sempre facile poter cadere
Equilibristi senza avere idea di cosa sia restare in equilibrio
Bevono per ricordare, sono marinai scampati ad un naufragio
E non volano mai ad alta quota
Perché i sogni non hanno un pilota
Le poesie non hanno nota, ma soltanto ruote per poter viaggiare
Ali di speranza e cieli per poter volare
I poeti senza casa maledetti e condannati a non morire
Perché l'anima non muore: ciò che muore è quello che non sai capire
L'anima è il riflesso, è la conseguenza, l'armonia di ciò che scrivi
È per questo che i poeti sono destinati a rimanere vivi
E non scrivono mai tra le righe
Temperandosi come matite
La farfalla vola verso la candela e la candela brucia ancora
I poeti hanno mille vite in una sola
I poeti sono fiori menzogneri, occhi scuri dalle occhiaie
Gocce di rugiada di un autunno che precipita dalle grondaie
Cuori solitari in un annuncio scritto senza testo, né passato
Incompiuti, mai poeti sono quello che non hanno pubblicato
E non volano mai ad alta quota
Perché i sogni non hanno pilota
Le poesie non hanno nota, ma soltanto ruote per poter viaggiare
Ali di speranza e cieli per poter volare
E non volano mai ad alta quota
Perché i sogni non hanno un pilota
Le poesie non hanno nota, ma soltanto ruote per poter viaggiare
Ali di speranza e cieli per poter volare.

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- Letteratura

Gulliver dedica le sue canzoni MITICHE al Movimento Empatico

Il grande cantautore Santino Scarpa (Gulliver) ha comunicato di voler dedicare le tre mitiche canzoni (colonne sonore dei film cult di Bad Spencer e Terence Hill) all'innovativo Movimento Empatico / Scuola Empatica (Empathic Movement) fondato in Italia nel 2020. 

 

-Angels and Beans, dal film Anche gli angeli mangiano fagioli, cantato da Kathy and Gulliver.

-Brotherly love dal film Pari e dispari, cantato da Gulliver

-Dune Buggy, dal film Altrimenti ci arrabbiamo, cantato dagli Oliver Onions (e Gulliver). 

 

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- Letteratura

Logo del Centro Contemporaneo delle Arti di Marco Baudinelli

Nel 2019 il Professore Marco Baudinelli dell'Accademia di Belle Arti di Carrara omaggia, su cordiale richiesta dei fondatori, la nascita del Centro Contemporaneo delle Arti con la creazione del Logo Ufficiale

 

 

 

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- Letteratura

Cambio al vertice tra i Maestri Empatici Armino de Giovanni

DIARIO EMPATICO
A causa di alcuni problemi di salute il Maestro Empatico Maurizio de Giovanni non potrà continuare a condurre il programma di Raitre "La Biblioteca dei Sentimenti", al suo posto subentra il Maestro Empatico Franco Arminio.
Auguri di pronta guarigione a Maurizio e un grande in bocca al lupo a Franco!!
 
THE EMPATHIC MOVEMENT 17-02-2024

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- Letteratura

Paolo Guzzanti, adesione al Movimento Empatico nel 2024

Il Movimento Empatico è onorato dell'adesione del grande intellettuale e  Maestro Paolo Guzzanti. Un giornalista e scrittore di estrema onestà intellettuale e di profonda sensibilità e umanità, sempre pronto al confronto e alla difesa delle minoranze e dei valori fondanti della democrazia italiana e mondiale. 

 

 

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- Letteratura

Il Mito di Unus disegnato dal Maestro Omar Galliani

La figura di Unus, disvelata al poeta Menotti Lerro attraverso un sogno dal Dio Zeus, rappresenta il primo, mitico Artista Totale. Un semidio, figlio di Zeus e di una donna mortale, che fu ucciso, smembrato e disperso nel fiume Alento, dai suoi fratellastri, invidiosi della sua magnificenza e istigati dalla loro madre Era, stanca dei continui tradimenti del Supremo re degli dei.

Unus parlava solo in versi, camminava danzando, aveva un corpo statuario ornato da dipinti che cambiavano ogni giorno allo spuntare del sole e una dolce melodia nel suo animo. 

L'uccisione di Unus determinò pertanto l'antica separazione delle Arti che da allora cercano sempre di riunirsi per ritrovare l'antica unità e armonia.

 

* Nel 2024 il Maestro delle Arti Visive Omar Galliani ha ridato corpo a Unus dedicandogli un suo disegno. 

 

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- Letteratura

Prof. Elena Paruolo su Menotti Lerro e Movimento Empatico

Menotti Lerro, mio studente all’Università di Salerno nel Corso di Letteratura Inglese, è un visionario: un ragazzo che ha portato avanti, nel corso degli anni, la sua passione per la letteratura, per le arti, per la cultura.

Menotti nasce in un piccolo paese del Cilento, nel Sud dell’Italia, e a quel paese ritorna da adulto, dopo ricche esperienze, anche all’estero, di insegnamento, di ricerca e di scrittura, non solo poetica ma anche romanzesca e saggistica.

Il Cilento - che ritroviamo nell’affascinante “Piramide Culturale” da Menotti ideata - nella sua visione diventa il punto di partenza di un vero e proprio Movimento artistico-letterario che, nato ufficialmente nel 2020 con un Manifesto sulle Arti (scritto con l’artista visivo e docente accademico Antonello Pelliccia) grazie al costante impegno del suo ideatore, incontra l’adesione di poeti, filosofi, artisti, intellettuali italiani e stranieri.

Suo obiettivo è promuovere la comunicazione empatica attraverso un’Arte interdisciplinare, ma al contempo indivisibile nei suoi principi di fondo. Da qui il suo nome di Movimento Empatico (ma anche Scuola Empatica o Empatismo). 

 

                                                                    Elena Paruolo (2024)

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- Letteratura

The cultural triangle of Salerno, from Parmenides to Lerro

 FRANCESCO D’EPISCOPO

 (University of Naples Federico II, 2023)

 

Synergies

The Eleatic School, the Medical School, the Empathic School: the cultural triangle of the territory of Salerno, from Parmenides to Lerro

 

 

It now seems that the decisive and concrete moment has come to join and to coordinate, rather than to divide and separate, as today, in most cases, they are proposals, prospects, and creative and critical drives, linked to specific territorial realities, places, and characters, that have marked, and continue to mark, the story of an overall and joint relaunch of their most authentic and authoritative motivations. We are the sons of Parmenides, born at Elea (Velia, then Ascea). The extraordinary example he set as a philosopher, poet, and doctor can and must establish the basis for a movement that unites the arts and confirms the fundamental principle of feeling by thinking and by thinking to feel on which Giambattista Vico lay the foundations of his “new” science. Our proposal (started by the leader and founder of Empathism, Menotti Lerro, who, as in his creative work, shows himself always to be a worthy heir to the great predecessors) is to re-found this movement, linking it to another prestigious movement, the Southern School of Salerno, which, during the Middle Ages, along with Montpellier, a French city that our Italian city is twinned with, represents an indispensable beacon of interdisciplinary culture, where the same medicine claimed a space—not autonomous, but shared with other disciplines—aimed at healing the soul as well as the body. All this, to which much more could be added, in modern and contemporary times had to converge and flow into the great sea of “empathy.” This is a gift that in life is reserved for all those who—endowed with a culture to share with others and, above all, a marked sensitivity to grasp common elements, and precisely those people who can share—tend to experience the processes of collaboration and of aesthetic, ethical, and operational conjunction. In this sense, the school is intimately and intensely connected with life, and not so much and not only institutionalized and regularly practiced life, but life that is invented, putting it in close relation to the triple, cultural, hereby-indicated direction.

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- Letteratura

Presentazione volume accademico The Empathic Movement

Museo Archeologico Provinciale di Salerno

Presentazione del volume accademico The Empathic Movement, Cambridge Scholars, 2023, a cura di Menotti Lerro.

Per l’occasione si presenta anche l’Inno ufficiale della Scuola Empatica del M° Stefano Pantaleoni.

 

SALERNO – Si terrà il giorno 16 gennaio, alle ore 10.00, presso il Museo Archeologico Provinciale di Salerno, la presentazione del volume accademico The Empathic Movement, uscito in Inghilterra nel 2023 e in distribuzione a livello mondiale per conto della Cambridge Scholars Publishing.

Il testo – di cui parleranno con il Poeta, Scrittore e Critico Letterario Menotti Lerro,  l’Architetto, Docente Universitario e Vice Direttore del Centro Contemporaneo delle Arti Attilio Dursi e il Professore Francesco D’Episcopo, Critico Letterario e Presidente del Centro Contemporaneo delle Arti, che nel volume ha dato anche un suo contributo – tratta temi e motivi del nuovo Movimento letterario-artistico-filosofico e culturale della Contemporaneità: “La Scuola Empatica” (Empatismo), fondato da Menotti Lerro nel 2020 basando parte fondamentale delle teorie sul “Nuovo Manifesto sulle Arti” scritto dallo stesso Menotti Lerro e dal Professore e Artista visivo Antonello Pelliccia.

Il Movimento nasce ufficialmente nel 2020 con la pubblicazione del testo La Scuola Empatica (Ladolfi editore) a cura di Lerro dove vengono inserite ulteriori concetti teorici e in cui confluiscono i primi 100 artisti, autori, docenti e persone di cultura.

 

In questo nuovo volume internazionale viene, tra l’altro, messo in evidenza come il Movimento si è concretizzato quando noti artisti furono chiamati da Lerro al fine di riunire le singole espressioni artistiche in modo meno individualistico proponendo un’unione empatica di ampio respiro. Artisti che hanno poi iniziato a contribuire alla creazione di un nuovo polo culturale nel Sud Italia, dando ulteriore linfa vitale al Centro Contemporaneo delle Arti, che ha così rafforzato il “Paese della Poesia”, il “Paese degli Aforismi” e il “Premio Internazionale Cilento Poesia” (che erano già stati ideati e fondati in precedenza da Lerro), gettando in tal modo luce innovativa su un nuovo territorio in termini di cultura.

Il volume sostiene che l’Empatia sia un sentimento necessario e che, partendo dalle arti, deve coinvolgere tutte le sfere del sociale, suggerendo la “ribellione”, amorevole ma ferma, verso una società che si lascia facilmente andare alla deriva, in balia di sentimenti negativi difficilmente controllabili e vittima dell’eccessiva tecnica e tecnologia.

Il decentramento culturale, proposto attraverso l’epicentro del movimento, raffigurato dalla Piramide Culturale del Cilento (25 i paesi aderenti disposti al suo interno non in modo gerarchico), dà inoltre voce alle “masse silenziose”, in particolare alle voci contadine di montagna, con una particolare enfasi sulle emozioni e i sentimenti intensi e genuini condivisi con gli altri attraverso le arti, rifiutando l'individualismo, l'esclusione sociale e l'eccessiva competizione e influenze tra gli artisti e richiamando i valori della classicità, della tradizione, della multidisciplinarità, rifiutando il concetto di “specializzazione” nell’ambito artistico.   

Il mito simbolico del movimento si chiama Unus: un semi-dio sconosciuto (disvelato a Lerro dal Dio Zeus attraverso un sogno) che rappresenta il primo Artista Totale (dato il suo parlare esclusivamente in versi, il camminare danzando, l’avere l’animo intriso di note musicali e un corpo statuario ornato da dipinti che mutavano ad ogni spuntare del sole) il quale fu ucciso, fatto a pezzi e gettato nel fiume Alento (fiume del Cilento) dai suoi fratelli invidiosi – istigati dalla loro madre Era, stanca e a sua volta gelosa dei continui tradimenti del marito Zeus – determinando così l'antica separazione delle arti, da allora desiderose di potersi riunire, così come oggi è simbolicamente avvenuto grazie all’unione tra artisti provenienti da tutti i campi dell’arte che si sono riabbracciati nel nome di un sentimento comune: l’Empatia!

Ultima nota meravigliosa della giornata sarà la presentazione dell’Inno Ufficiale del Movimento Empatico composto dal M° Stefano Pantaleoni, docente presso il Conservatorio A. Boito di Parma. L’inno, dal titolo “Pensieri fermi”, Parte XI, è una rielaborazione elettronica di un brano tratto dall’Opera 48 di Gabriel Fauré.

 

Provincia di Salerno - Presentazione del volume accademico The Empathic Movement, Cambridge Scholars, 2023, a cura di Menotti Lerro.

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The Empathic Movement (Empathism) - Scuola Empatica - 2020

This book explores the newly founded Empathic Movement. The movement began in 2020, when noted artists were called upon by Menotti Lerro to sign the Empathic Manifesto, bringing their individual expressions of the “arts” together in a less individualistic way. They then started to help create a new cultural pole in southern Italy, giving life to the Contemporary Arts Centre, which founded the Poetry Village, the Village of Aphorisms, and the Cilento Poetry Prize, and shone light on a new cultural territory. The book argues that the decentralization of culture gives voice to the silent masses, especially the peasant voices in the mountains, with a particular emphasis on intense and genuine emotion and feelings shared with others through the arts, rejecting individualism, social exclusion, and excessive competition between artists. The symbolic myth of the movement is called Unus: a semi-unknown god representing the Total Artist who was killed, torn to pieces, and thrown into the Alento river by his brothers, leading to the old separation of the arts.
 
Editor Bio
Menotti Lerro is an Italian poet, writer, playwright, librettist and academic. His work explores matters of social alienation and existentialism, the physicality and vulnerability of the body, the interpretation of memories, the meaning of objects and the philosophical importance of human identity. In 2015, he published Donna Giovanna, l’ingannatrice di Salerno, an innovative feminine and bisexual version of the mythical figure of Don Juan, el Burlador de Sevilla, and in 2018 he wrote Il Dottor Faust, an original version of the character of Faust. He is also the author of a New Manifesto of Arts and the founder of the Empathic Movement (Empathism arose in the South of Italy at the beginning of 2020).

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Francesco D’Episcopo on Menotti Lerro

Menotti Lerro is the only contemporary author who can be compared to the great classics of the past.

Francesco D’Episcopo

 

 

Menotti Lerro è l’unico autore contemporaneo che può essere accostato ai grandi classici del passato.

 Francesco D’Episcopo

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What artistic, literary movement are we in right now?

The Empathic Movement (2020 onward)

Menotti Lerro (creator and founder), Antonello Pelliccia (co-editor with M. Lerro of the "New Manifesto on the Arts"), Olga Tokarczuk (Nobel Prize in Literature, 2018), Maria Rita Parsi, Enrico Testa, Dacia Maraini, Maria Teresa Chialant, Giacomo Rizzolatti, Maurizio Cucchi, Diego de Silva, Milo De Angelis, Franco Mussida, Gabriella Sica, Umberto Curi, Francesco D’Episcopo, Bernardo Lanzetti, Lino Vairetti, Giampiero Neri, Mario Santagostini, Valerio Magrelli, Giancarlo Pontiggia, Alberto Bertoni, Omar Galliani, Elena Pontiggia, Vivian Lamarque, Franco Loi, Raffaele Nigro, Renato Galbusera, Victor Lucena, Elio Pecora, Roberto Carifi, Franco Arminio, Ottavio Rossani, Mario Pirovano,  Alessandro Quasimodo, Edoardo Boncinelli, Francesco Abbate, Stefano Pantaleoni, Massimo Bacigalupo, Tomaso Kemeny, Lidia Vianu, Maria Mazziotti Gillan, Marius Chelaru, Najwan Darwish, Alessandro Serpieri, Giorgio Bàrberi Squarotti, Remo Bodei, Gian Mario Villalta, Davide Rondoni, Ilian Rachov, Maurizio de Giovanni and many others.

- (see the full list: La Scuola Empatica / Empatismo / Maestri / Epicentro / 2020, di Menotti Lerro [ Articolo, Letteratura ] :: LaRecherche.it)

 

Movement Proposals

 

To combat the stagnation of hypertrophic contemporary individualism, the new current proposes:

 

—A resumption of classical studies as the basis for a cultured art, to be innovated through awareness, invention, and study.

—A rejection of the principle of the tabula rasa, stressing the importance of tradition, but trying to unmask any theoretical limits or applications.

—The principles of the indivisibility and interdisciplinarity of the arts.

—The search for the symbolic figure of the Total Artist (in this regard, see also the story about the new “Unus myth” written by Menotti Lerro).

—The Total Artist is also understood as the fruit of an empathic sharing among artists.

—Overcoming the Western scientific-specialized model and, therefore, the logical-rational approach.

—The rejection of the principles of an “unambiguous vision” and, on the other hand, the principles of “point of view” and “fragmentation.”

—The denunciation of the phenomenon of excessive influences among artists, to be extended to the immediacy of the technological means of communication.

—Focusing on experience, imagination, feelings, talent, and study.

—A figure of the most involved artist in civil society.

—The development of emotional intelligence through the arts.

—The development of arts and culture through emotions.

 

Reasons for a New Manifesto on the Arts

 

Our millennium is entering its third decade, and it is time to build together a vision of the world in the name of beauty and harmony. Interdisciplinarity and the idea of the “Total Artist” (a single person or a combination of contributions by people engaged in different cultural fields) proposed in the New Manifesto on the Arts are proposed as a basis to grab the “fragmentary truths” of this historical period that, never more than now, needs the figure of the artist as a guide. From 2019, the Contemporary Centre of the Arts is acting to this end, bringing many innovative artistic and cultural initiatives of great importance to the national territory and Cilento, animated by a fundamental common feeling for empathy and feeling close to each other as human beings and as artists. For this reason, the Contemporary Centre of the Arts has established the School of Empathy, which exemplifies the educational and formative purposes that distinguish it. From the triangle of the ancient area of Cilento (Vallo della Lucania, Omignano, Salento), new impulses will be released for the development of the arts and culture through the emotions.

 

Menotti Lerro (2020)

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From Postmodernism to Empathism by Mauro Afro Borella

FROM POSTMODERNISM TO EMPATHISM (A NEW AGE FOR ARTS AND A COMMON FEELING OF UNION STARTED IN THE SOUTH OF ITALY - CILENTO - IN 2020).

 

From social isolation, silly irony and the hypertrophied self, to sobriety and the reunification of the Arts and people; (see "New Manifesto on the Arts" by Menotti Lerro and Antonello Pelliccia); (see La Scuola Empatica, Ladolfi 2020); (see The Empathic Movement, Cambridge Scholars Publishing, 2023); (see the Magazines "Clandestino", "Riscontri" and "Annali Storici di Principato Citra").

                                                                              

                                                                               Mauro Afro Borella,

                                                                               Accademia Albertina

                                                                            di Torino, December 2023

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Alla base dell’Empatismo. Il Centro Contemporaneo delle Arti

Alla base del Movimento Empatico.

Storia del Centro Contemporaneo delle Arti nato nel 2019 tra il Cilento e Milano.
 
Nel gennaio del 2019 il poeta, scrittore e docente Menotti Lerro ha tenuto, presso una TV locale del Cilento, un discorso intitolato “Sulle Arti” improntato al principio dell’indivisibilità delle arti e al concetto di ArtistaTotale. Il discorso di Lerro (nato a Omignano, SA, nel 1980) fu da subito percepito dalla critica più attenta come “Nuovo Manifesto sulle Arti”, scritto insieme all’amico, artista visivo, Antonello Pelliccia (ex direttore della sezione Design presso l’Accademia di Belle Arti di Brera). Nello stesso Manifesto venivano espressi una serie di principi affinché l’arte potesse rigenerarsi ed essere innovativa; tra questi: una ripresa degli studi classici; l’importanza della tradizione; i concetti di indivisibilità e interdisciplinarità delle arti; il rifiuto della specializzazione nel campo artistico; l’affermazione di una figura di artista maggiormente coinvolto nella società civile; lo sviluppo dell’intelligenza emotiva attraverso le arti, e delle arti attraverso le emozioni. Su questi punti si è costituito il Centro Contemporaneo delle Arti che ha dato vita a varie iniziative tra mostre di pittura, incontri con scrittori, filosofi e poeti, ideazione, cura e sviluppo del “Paese della Poesia” Salento Cilento, cura e sviluppo di Omignano – “Paese degli Aforismi” che, con Vallo della Lucania, chiudeva il cosiddetto “Triangolo Culturale del Cilento Antico”. Al suo interno nasceva dì lì a poco, nel 2020, La Scuola Empatica, movimento letterario-artistico-filosofico e culturale della contemporaneità. Nel 2021 la Soprintendenza ai Beni Culturali e Paesaggistici di Salerno e Avellino ha presentato la Scuola Empatica come una nuova Scuola di pensiero che a sua volta determinava la nascita di un innovativo Triangolo Culturale con le due grandi Scuole del passato: La Scuola Eleatica e La Scuola Medica Salernitana. (Recentemente è uscito in Inghilterra il volume The Empathic Movement, a cura di Menotti Lerro, Cambridge Scholars Publishing). Nel 2022, la stessa Soprintendenza ha presentato presso il Ministero della Cultura il progetto scritto e firmato da Menotti Lerro per un ampliamento internazionale del proprio premio di poesia, da cui è sorto il Cilento International Poetry Prize che nel 2023 ha premiato, presso la Sala Teatro Pier Paolo Pasolini di Salerno, ben otto autori di quattro discipline diverse.
La nascita e l'affermazione dell'Empatismo determina, in ultima istanza, una probabile e definitiva conclusione della lunga e ormai agonizzante stagione legata al postmodernismo, proponendo l'unità e la comprensione dell'altro come sentimento comune per poter meglio godere dei frutti dell'arte e dell'esistenza tout court. 
 

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Franco Mussida - Su Manifesto Empatico (Scuola Empatica)

Per una nuova figura d’artista

 

Pare sempre più raro, trovare nel contesto artistico, persone che sentono l’Arte come missione per raccontarne l’essenza. Un’essenza che va oltre le forme che la contengono; che siano parole, dipinti, oggetti o suoni. Persone che cercano il nocciolo della questione artistica. Come molti, considero l’Arte una scienza umanistica, una via indagatrice e di conoscenza al pari di Scienza e Religione. Ma così come sta accadendo per la Musica, materia che abbiamo codificato noi, ma ci siamo scordati come mai, la stessa perdita di memoria sembra investire tutte le arti, esaltandone solo gli aspetti espressivi, e performativi, stimolati come sono da sempre nuove tecnologie. Ritengo che l’elemento centrale dell’Arte intesa come ricerca dell’essenziale, e la Bellezza, come tutto ciò che costituisce l’esistenza ne è parte integrante, debba essere la persona, l’artista che la rende apprezzabile a tutti. L’artista, che per sue speciali capacità di visione e di pensiero porta a renderci più finemente conto di cosa sia davvero: l’essenziale. Credo che il vero artista sia un “disvelatore”. Una persona che opera essenzialmente con gratuità e spirito di servizio. Una persona che racchiude in sé stesso un’ingenuità adulta capace di fare scandalo. Un essere riempito, se non illuminato interiormente, non solo dal lucido intelletto, da un pensiero maturo e di sintesi, ma di ciò che di più puro rimane del nostro sentire infantile. Di quella fine capacità di percepire il mondo, che vive nel profondo, preservata dall’erosione della continua abnorme crescita di energie intellettuali che osservando solo se stesse, oscurano il sentire visionario, trasformando persone anche di grande talento espressivo, in perfetti “Uomini di Mondo”. Accanto a questi ce ne sono altri che provano invece a meritarsi il dono di un pensiero artistico, la folgorazione di un’idea che sappia prima di tutto trasformare chi la coglie, e solo in seguito qualcosa di cui si sente l’irrefrenabile voglia di realizzare in forma di opera. Persone del presente che guardano la dove per altri c’è il nulla, ovvero oltre la superficie dell’apparenza. Al pensiero eticamente pulito e di speranza di Menotti Lerro, per un futuro dell’arte, un futuro ancora tutto da scoprire, introdotto da un pensiero che invita ad una osservazione meravigliata delle potenzialità offerte “dall’arcobaleno delle arti”. A quello di Antonello Pelliccia che ricorda come si debba dare spazio alla loro interdisciplinarità, alla necessità di dare attenzione anche a soggetti vicini al mondo artistico (ma che di questo ne abbiano davvero la reale percezione) aggiungerei alcuni pensieri figli della mia esperienza con la “materia invisibile” della Musica. Credo che in ambito artistico sia sempre più rilevante il bisogno di costruire insieme una nuova filiera di soggetti che si impegnino a ridiscuterne il ruolo. Un ruolo che a mio avviso andrebbe aperto a nuove capacità di pensiero; per poter raccontare visioni che portino anche, ma non esclusivamente per il tramite della materia, oltre i sensi fisici, specie quelli legati alla luce e agli occhi. Sensi questi, che mai come in questo periodo storico, fungono da elemento coprente più che illuminante. Che sono spesso d’ostacolo all’urgenza di comunicare vera “Meraviglia”, quella che sa svelare direzioni che ci avvicinano ai misteri che ci circondano; quelli che vanno intuiti e osservati con un sentire devoto, non solo con la freddezza della logica. Un approccio che non ha nulla a che vedere con lo “spettacolo delle forme”, della pervicace ricerca intellettuale del “mai visto”, del “mai fatto”, del “mai realizzato”, del “mai pensato prima”. In questo caffè storico, scelto come punto d’appoggio e di ripartenza culturale, sono riuniti alcuni nuovi visionari. Ciascuno con un mezzo capace di spedirci sperabilmente oltre l’orbita di certe banalità troppo spesso rivestite di ambizioni artistiche. Quel vuoto della superficialità, dell’ovvietà senza profondità né poesia, che sta al presente, come i “Chiari di Luna” stavano al manifesto futurista di Marinetti. Credo fermamente che ci sia bisogno di una poesia sentita ludicamente, di un Arte sentita lucidamente. Che sia Musica, pittura, scultura o nuovi mezzi e linguaggi che verranno, è certo che abbiamo bisogno di “sentire lucidamente”. Ritengo che l’artista di oggi e di domani debba identificarsi in colui che dà senso e spazio alla visione multidimensionale della persona. Una visione che non può più riguardare solo il nostro campo visivo o uditivo fisico, ma abbraccia con una diversa coscienza l’intero essere, l’intero universo, come una sola cosa. Un artista cosciente della sua natura intellettuale, della sua natura senziente e volitiva, della sua capacità di pensare e di sentire pienamente. Un Artista-persona capace di fidarsi di entrambe le sue facoltà nello stesso modo. Il sentire consapevole è determinante per rendere pienamente valoriale il processo artistico. Del resto il sognare lucidamente è un lascito di tanti artisti profeti, ben espresso in tanti iniziati di tutte le arti, come i tanti visionari della sinestesia che hanno operato anche nel secolo scorso. Vorrei concludere dicendo che in questo quadro la Musica, in quanto “Amore Vibrante organizzato”, ha un ruolo sociale determinante in quanto risvegliatrice della coscienza del sentire. Un ruolo in grado di promuovere nella gente una vera “ecologia dei sentimenti”. Una nuova ecologia capace di rendere migliore la persona e le società, come del resto auspicato in questo manifesto.

 

Cernusco Sul Naviglio, 24 febbraio 2019

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Mauro Afro Borella sulla Scuola Empatica (Empatismo)

La Scuola Empatica, fondata nel Cilento da Menotti Lerro, rappresenta tutta la vera arte e cultura che la modernità può esprimere. 

 

(Milano, Accademia di Belle Arti di Brera, 2020)

 

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Vivian Lamarque - Empatismo (Scuola Empatica)

Dal Monte Stella del Cilento al Monte Stella di Milano ai Montes Lunari, un fil rouge di bellezza, ognuno tracci il centimetro suo, "siamo piccole voci / per un coro grande".  

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Francesco D’Episcopo - Sull’Empatismo (Scuola Empatica)

Da un Sud scontrosamente socievole di cui non sipuò fare a meno

 

Menotti Lerro, poeta, narratore, artista e tante altre cose, ha ritenuto giusto e opportuno inventare un Triangolo Empatico a livello territoriale nel suo Cilento, tra Vallo della Lucania - dove siamo riusciti a creare un Centro delle Arti che ha alte aspirazionisia locali, sia nazionali, sia internazionali –, Salento "Paese della Poesia" e Omignano "Paese degli aforismi". 
Non si può che sostenere questa iniziativa per diverse ragioni. Innanzitutto empatia significa sentire insieme, e io credo che arte e religione siano le più alte forme di empatia. Il Novecento è stato un secolo particolarmente empatico, in cui gli scrittori, gli artisti, gli intellettuali riuscivano a stare insieme. Il Duemila, forse, è un secolo “più singolare”, fatto di personalità che hanno qualche volta difficoltà a incontrarsi e a inventarsi. E poi c’è da dire che oggi alla connessione tecnologica corrisponde una sconnessione empatica e quindi emotiva, sentimentale e culturale. Sono lieto che tutto ciò avvenga nel Cilento, una terra che ci è particolarmente cara per la vivacità intellettuale che la caratterizza. E non è un caso che tutto poi alla fine si risolva sotto il Monte Stella che è il simbolo dell’antico e vero Cilento. Un augurio al Movimento della Scuola Empatica con la speranza che si possa davvero empaticamente continuare la nostra attività culturale in questo Sud scontrosamente socievole, difficile a volte da definire ma che noi amiamo appassionatamente e di cui non possiamo fare a meno.

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Giampiero Neri: Un segnale e un invito

Sull’idea originaria della nostra associazione basata sull’empatia, sulla comunione con gli altri, le convergenze si sono moltiplicate. È sembrato un segnale contro la degradazione dei tempi a livello delle scimmie, delle quali abbiamo rispetto. Un segnale che è stato ascoltato e subito condiviso da molti. Ne siamo compiaciuti e commossi. Non siamo soli in questa battaglia contro la riduzione a zero della nostra umanità, sappiamo che c’è qualcosa per cui vale la pena di prendere posizione. Sappiamo di non morire conla nostra morte fisica. Sentiamo che qualcosa di noi sopravvive: il nostro spirito, il noumeno, il principio. Per questo chiediamo agli altri, che condividono il nostro programma, di venire con noi.
 
(Milano 2020)

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A myth unveiled: Unus and his Brothers

Love is the name for our pursuit

of wholeness, for our desire to be complete.

—Plato’s Symposium

 

In the beginning was Unus, born from Zeus the supreme and a mortal woman. Statuesque in body, adorned with majestic, mutating paintings, he stood in the sunshine of each day. His soul was music, his words verses; he glided amongst men, if not danced. A demigod! His spirit was like milk: absolute happiness. Without looking for carnal deeds, by himself he was fulfilled. But—as always throughout eternity—the joys of one are thorns for another. Although wonderful to see, he was soon detested by his halfbrothers clad in immortal armour, who were ready for revenge for the suffering of Era, their mother, who yielded to the sinister betrayals of the royal libertine with his subtle devices. Thus, incited by her, they chose to dismember—into slices the number of which can be counted on the fingers of one hand—the unwary righteous Unus. Violently torn apart in a vineyard, his remains were thrown into the noble waters of the Alento river, in whose waters each fibre decomposed into an essence of Dance, Poetry, Music, Sculpture, and Painting, ready to be reincarnated and divided in selected creatures of the world. The Almighty, touched by his pierced beloved, once more ordered the androgynous figure of Eros to bring about “Peace and love in each reunification of the Arts” by holding high those who have art inside themselves and recreate the misplaced unity of the first Total Artist who, in the darkest of days, was wickedly pulled apart by the envious gods. Through a dream as clear as a mirror, Father Zeus to the modern poet shows the light of Unus without shade, revealing his horror and, being there, disavowing the Son of Abraham who had banished him from mankind. Thus far, the Arts look to each other, like pulsating and betrayed blood. 

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- Letteratura

New Manifesto on the Arts by Lerro e Pelliccia (2019)

I have decided to join forces with those dear friends of mine who are anchored by artistic roots, albeit different from mine, because, in the end, I understand that art is only seemingly divisible. In fact, if we accept such a point of view, almost all of us, and I first of all, are—in so many words—incomplete artists, mostly capable of developing and deepening a single aspect of what perhaps the art would require (in truth, it has never asked anyone anything and only gives to those who know to ask . . .). At any rate, on second thought, it happens almost the same with all things: do we not use, for example, too little of the body and mind compared with how much we should and could? And, perhaps, objectively, is our knowledge not limited about every doctrine and the world? If I think of a doctor, I realize that he will only know one branch of medicine well. It is not by chance that he will tend to specialize in that particular direction. Furthermore, will he not always remain a capable doctor, if out of necessity, he deepens other aspects of his discipline? Therefore, I think, real artists follow similar criteria: they are an artist because they possess the fundamental characteristics to be one—sensitivity, intelligence, creativity, curiosity, innate or acquired technical tools, talent, and so on. But they will soon decide, for one reason or another, to devote themselves to a peculiar aspect of ingenious human activity, which finally will increase wisdom by beauty or beauty by wisdom, leading to them identifying themselves with the role of a novelist, a painter, a sculptor, a musician, and so on. I came to these conclusions when I realized that all the arts belong to me more or less equally, or, at least, I felt that I belong to them equally. More than twenty years ago, I approached the principles that lead humans to seek the exact word for poetry and prose; but now I realize that I can perceive the other aesthetic expressions that the world proposes and that I have learned to recognize deeper and deeper. I feel the music pulsating in my chest like a broken beat and I confess that I have to keep away specifically from musical instruments, because it would be sufficient a spark to make me devote myself to the keyboard (or to another instrument), permanently, and, putting it bluntly, it would subtract from my writing. In truth, time is already too limited even for this sole art that crept furtively into my flesh, leaving there its deadly mark, when the air of the woods was yet to weigh on the shadows that crowd my dreams. Therefore, I am aware of the temporal limit that makes difficult the idea of trying to learn something else to the level that I would like—so as to be able to express myself, rendering honor and glory to the art, without disaster, as, in this new millennium, humans seem to have often decided to do. At the moment, all this suggests to me that I should let it go, so that I am not kidnapped, except by curiosity about what I do not have, avoiding mixing the cards, and, in this case, at the risk of not being able to tell, in the future, in the highest and most effective way, what I care about. However, I confess that the temptation is strong and if my life had not been the life of a wanderer, forced to work three times more than many others who I could define as being more fortunate concerning material goods, then, perhaps, I would give free vent to the development of new impulses. I think I could also express myself better than I do in letters using brushes and chisels (just like when I was a child, in our carpentry, to which I always return): I realize this when the soft madness assails me and if I see colors, a canvas, or scattered chips, so that already in my mind a thousand overlapping shades bloom, capable of giving voice to the immensity of a clear inner mirror. I tremble if I see someone dancing or singing or designing an object— because design is an art, though many people say just the contrary—and a thrill assails me in front of a photographer or a director who sees everything differently from how other people deceive themselves to see. I just close my eyes and realize that, in myself, there would be sublime visions to be transposed on the scene, if only I learned to operate a camera, to create an Empathism: A Literary-Artistic-Philosophical and Cultural Movement, Born in Italy in 2020 5 effect, to light a candle with a ciack, or to make a swing move without a push. I confess I perceive an unbridgeable void before the arts that I did not learn and I do not promise that one day I shall not find myself wearing “cloaks” that are different from the ones I am now wearing. But, even if I will never do it, just as reason suggests to me, I know that the Artist is the person who knows he or she can wear all such cloaks with dignity—those colorful cloaks that we usually wrap ourselves in to escape the sun, which would like to dissolve us in a single color or in the cold, which would turn us into statues for a sea museum without salt. He or she would be called a “Total Artist,” or an “Artist” with a capital A; in other words, he is someone who is capable of describing the picture using every single musical note. For example, rather than writing about the torment of this evening, I would like to play it in a cathedral or paint it on a wall in a desert, although I never learnt to knead a color or to spread the paint or to blend it and dilute it. At the end, while my window almost succumbs to the hail of January, I would like to give breath to all the instruments of creation to express the sweetness and pain that I have inside—and maybe they would not be enough to tell you all. At the moment, I nearly faint for the emotion in confessing it to myself: I need every art to be able to vibrate as I should like, to say as I would like, to represent it as I feel and see. The poet (that is a synecdoche, in this case) being sufficient for himself, has not yet probably understood what is necessary. The greatest painters I met were debating in verses, playing violins, and dancing in the street, so the great musicians hid their paintings and sculptures; one could speak also about the novelist who became dedicated to a virgin stone in order to discover the burning eyes for love that had escaped from the worn out cards. Thinking about it again, all this happened frequently years ago—when I already had the fortune to be welcomed by authentic masters, although I had not realized it yet far away from the wisdom of the person who showed the route. But, today, having some white hair, everything is suddenly, terribly, and wonderfully semi-clear. On one side, this condition excites me, and on the other it throws me into a strong feeling of discouragement. The discouragement comes from thinking that one life cannot be sufficient to learn all that I would like, and I cannot breathe because I feel like a prisoner of my temporal limits or of the vastness of the field. I return to the figure of the doctor I have boldly borrowed: I often wondered, in past times, how a doctor could choose his specialization, radically abandoning the other areas of the body. Now I know: it is a painful choice, which is perhaps necessary for excellence, before joining forces with other fields . . . And if this also applies to art, then, it will be this union that gives us the Total Artist we are looking for! This thought consoles me a lot: to choose a specialization means to create sectoral eminences, allowing us to give the best of ourselves to other people, considering the lack of time; and nothing will prevent us from giving this to the world, although we are not satisfied with all our personal impulses that, perhaps, in art, unlike in other spheres, still have a reason to be. However, we have to add that, in truth, even in the same artistic branch, we feel different needs: it is not by chance that we frequently remain within the literary environment, we write poetry, then theater, essays, aphorisms, and so on. I wonder, in return, why we do not specialize, then, in only one subgenre, thereby following the same logic of the limits that the mournful woman with her prompt scythe imposes or in the practical concerns of specialization. In the latter case, we let ourselves go: we follow the instinct and the impulses that lead us now in verse, now in prose: yellow, black, or pink prose. Perhaps, this happens because, in the cases mentioned, one has less time to devote oneself to learning different things that only a short jump requires: in these circumstances, one move one’s attention to subjects that have a common etymology. What a thorny issue! The war between my own hands. In fact, the enthusiasm arises from the awareness that every journey has a coveted destination, but the path that leads only there may be equally precious. Some people who reach a destination without travel, following a recommendation, will find themselves suddenly in a place in which they do not know how to remain; they will not understand how precious it would have been to have had to move every stone in order to find the way that leads to the top, arriving there without suffering the dizziness that Empathism: A Literary-Artistic-Philosophical and Cultural Movement, Born in Italy in 2020 7 accompanies the climb, and with awareness of having acquired the map that is necessary for the almost inevitable descent. Therefore, you must not be voracious, but enjoy the dish using all the senses, perhaps discovering new ones in the process. The arts that we know are the food that makes us gluttons, of which we sometimes taste small bites that in every palate generate explosions . . . No, I shall not be voracious and as I do not allow childish despair, I do not taste it due to lustfulness. I shall have to be patient and settle for that part of the world I can see. And I will practice patience if I need to return to those same places: I learn to look at them and find in them other mythical details. This is the saving magic of the art that allows us to “satisfy” every palate even just with our favorite dish, the one we chose or the one that occurred by chance and that we have learned to love and, above all, never want to give up. These are partial, vaguely consoling answers. I feel small and powerless before my gigantic urges that inevitably push me towards other shores. But it is still the willingness to be content, all the same, to continue the journey knowing that, at any rate, the intermediate stage is a place in which to stay and, although still, to be able to go on digging, wandering everywhere, creating, dreaming . . . Moreover, the same universe can never be known in full, although we would like, and we do not feel prostrate faced with such an unbridgeable lack. We must abandon any conviction about how to grasp the unambiguous and objective truths of a vision. Every truth contains fragments that are not possible to grasp, because they are always observed from subjective points of view and, therefore, are unique and unrepeatable since space and time will inevitably be different for anyone wishing to repeat the experience. There is also a reflection on the type of art that is developing in our society, considering the changes to communication and new artistic proposals that are often extravagant and tend to level down. If we accept, as I have heard said by many around me—and not only by members of youthful artistic movements—that everything can be “poetry” (critical judgment of absolute beauty, which is applicable to every single art), then “poetry” risks being downgraded. Poetry would no longer be the same subject of study as it was in past centuries, but would become a set of suggestions and effects that are, in truth, fruits far from what the god of the artists demands, as it is said in the rigorous gospel that inspired people have transmitted to us over the centuries. And then, would the poetry we want and need really be so unwise? Perhaps, once again, we should start from the classics instead of giving credit to new fashions that tend to impose their vision of art; sometimes these are the children of extemporary intuitions that do not have solid bases, and, at other times, they are the child of the arrogance of those who wish to rule by birthright. People thought the new millennium would bring wealth and peace. It has proved to be very problematic: we are living through a tremendous historical period in terms of communication (I avoid going into other fields, where the drama would be considerable . . .). Social networks—the real revolution of which will not be to have arrived but to be got rid of—are the masters and they gave voice to those who had little or, more usually, nothing to say, in return, silencing the wisest men and those richest in spirit, inhibited by the general chaos. Our societies appear in too many aspects neo-medieval, as evidenced by the immeasurable army of those who, while having the good fortune to have a fairly stable job, fail or barely manage to sustain themselves economically to the end of the month (this is to say that our states are self-styled and not really civilian). One should enter every field; but here we clearly limit ourselves to debating poetry, as we are aware that, after all, artists have to strive to locate the path. But, therefore, what is poetry, now understood as a literary text in verse, so that it is possible to propose it for our contemporary scenario? Fundamentally, I said, it would start again from the classics, once again and always. In every art, those who try to innovate forget tradition, creating a mostly ephemeral revolution that is often less innovative than the one lived by artists in previous centuries. However, artists who have absorbed their forebears’ teaching try to improve aesthetic products either to distort them or to create new ones, knowing that people in previous times were in truth better able to innovate than those who proclaimed the need for a tabula rasa (for example, thinking of the Futurist movement and comparing it with the early twentieth century imagist movement). There is, in fact, no innovation without knowledge and the continuous struggle that every proposal requires to subvert an institution. The lyrics in verse—but this applies to all the arts—must be compared with the modern Empathism: A Literary-Artistic-Philosophical and Cultural Movement, Born in Italy in 2020 9 phenomena of globalization that has made available to everyone a wider knowledge of places, traditions, and languages . . . All this must be considered. The new poem will easily feed from the texts of others because of the immediate possibility of “possession” today. For example, let’s think of Eugenio Montale and how he was influenced, probably not in innocent good faith, by the concept of “impersonality” or the technique of “the objective correlative” by T. S. Eliot. Montale knew that Eliot’s innovative compositions were fresh off the press and up for translation, so Professor Mario Praz enthusiastically showed them to him, sitting at the Giubbe Rosse literary café in Florence, just when he came back from one of his numerous trips to the island of Albioni. It is impossible to “hide” the work nowadays, to let it be sufficiently decanted to show it, as one’s own, to the eyes of the world; therefore, it is right to acknowledge and transform all this into a general advantage, or disadvantage. Poetry written in our present time is full of influences (other than simple anxiety) that never happened in the past. Above all it is full of casts of new elements just printed by the artists who sometimes live on the other side of the globe and who, maybe, do not know our language and cannot imagine who will instantly appropriate those verses, disguising them as their own. But it is all right. Be aware of this, and have the courage to say that this is happening! But let’s discuss basic needs. Poetry needs a fabric of experience as well as imagination and feeling; but above all, it requires study. We cannot stand, at any rate, poets who have nothing to say and even less to teach but who continue to pour onto paper insufficiently linguistically reworked fantasies that are often taken from sterile daily experience without any artistic value—that is to say, without those primary requirements that poetry and art all together underlie. Especially, poetry needs a well-cultivated talent from intense study that is able to exalt it. There is no art that comes from nothing or, better yet, there is no art or talent that you do not take advantage of through preparatory exercises and constant study. I also propose a reflection on a question that arose with the award of the Nobel Prize for Literature to the singer-songwriter Bob Dylan: it would be “easy” and ungenerous to say that it was not a happy choice, although I confess I did not share the view of the committee. However, perhaps we  should take note that the most likely reason for the attribution of such recognition to a lyricist is to be sought in the modesty of contemporary poetic production. But let’s leave aside these considerations and look again. Antonello Pelliccia, who with me conceived this interdisciplinary journey among the arts, adds in the next paragraphs the following consideration to indicate the clear path that the Contemporary Centre of Arts wants to trace and also to clarify the reasons that have animated him.

 

* * *

 

Starting from a reflection on Wittgenstein’s statements on the “representative theory of language” (the pictogram-graphic conception of language), I opened a new process of my thought, of my idea of contemporary art in its complex articulation and relapse in the world and in society. I think it is appropriate to clarify my position as an artist and as a man just as responsible subjects, aware of the changes in tastes, fashions, and expressive languages. Art has always influenced the social climate, identifying, suggesting, and anticipating possible solutions to the problems of living and living together. My research focuses on the definition of a new artistic interrelationship, with particular attention to sustainability and visual culture, as a reference and connection with the theses by Wittgenstein on the interpretation of the aesthetic result, maturing the refusal towards the formalistic reading of the work of art and leading me, finally, to the election of a multi-disciplinary approach as an essential methodology of reading art history. In recent years, the interest of the new vision of practitioners and visual cultures have focused on a reflection of and an observation on doing—in other words, individuating in the artist the role of a director but also of a mediator among the various arts through the artist’s work, contextualizing the historical and cultural background of the epoch. It is a journey through the labyrinth of new media, theatre, performance, landscape design, poetic reading, video, cinema, music, multimedia installation, and related arts; an attempt and temptation to get out from ordinary frames; a direct confrontation between the artist and the visitor, in search of freedom; the concept of opposing, overlapping, and inviting a response and the responsibility to keep alive the memory of the world; an investigation of the new potential Empathism: A Literary-Artistic-Philosophical and Cultural Movement, Born in Italy in 2020 11 of mass communication, internet technologies and new forms of interaction, connections with photography and the world of design, as well as the relative socio-economic repercussions. I believe that the role of the artist in social reality today is to empower artists towards researching the definition of their place in civil, cultural, and intellectual society, so as to trigger networks of co-development related to solidarity between artists and productive interaction not only between artists but also with other types of professionals that can encroach on many areas, from the introduction of cutting-edge lifestyles to the organization of events, from art galleries to artisan laboratories.

 

* * *

 

What my fraternal friend expresses seems to me to integrate my thoughts and I think it will make me feel less lonely, on pilgrimage among the labyrinthine paths of art and days. But here I am getting to the conclusion of this discussion. I thank all those respected artists and far-sighted people who have joined this new project. Today, my friends, I come with you to the Contemporary Art Centre of Vallo della Lucania. Perhaps, this place will clarify my ideas better and, above all, it will tell me, I hope, who I am and how I want to express myself or, maybe, it will just make me crazy with the desire to play with what I do not know and my wishes, just like a child who craves cotton candy or a balloon. Finally, forgive me for the longing and for this bold philosophizing. Maybe, I will tell you better later on, when the matter may be clearer to me so that I will be able to argue otherwise. Meanwhile, to conclude, it will be the task of the Contemporary Centre of the Arts to attempt to discover where the Total Artist hides himself.

 

                 Menotti Lerro and Antonello Pelliccia (01/2019)

 

(In: Menotti Lerro, La Scuola Empatica, Ladolfi: 2020); See also: Menotti Lerro reads Il mito di Unus in Italian: 

https://www.youtube.com/watch?v=HXNN8p1yVNM

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* A BIT OF HISTORY OF THE MANIFESTO:

The New Manifesto of Arts (Italian: Nuovo Manifesto sulle Arti) is a manifesto (considered the bases of the Empathism) co-authored by the Italian poet Menotti Lerro and the Italian painter Antonello Pelliccia in 2018. In this document the authors express the wish to create a feeling of solidarity and cooperation built on the value of a new aggregation among artists. A new movement based on a manifesto which places empathy, the need to feel close, at the centre of a vision of the self, in contrast to previous views of artists as isolated. Key to this manifesto are the importance of interdisciplinarity and the “Total Artist” in the contemporary age.

 

*FROM THE MANIFESTO TO THE EMPATHIC MOVEMENT:

Beginning with the values and ideas expressed in the "New Manifesto of Arts", a new artistic movement, the Empathism, arose in 2020. "This movement places at its centre of interest the empathic relationship and, therefore, personality in its ontic and ontological constitution. It follows that any creative or didactic experimentation cannot be separated from a process of identification with the other and its contemporaneity as an opportunity of study and sharing of knowledge and interior life stories. The horizon of meaning implies a civil promotion of the artistic society pouring from individual and community growth to ethical purposes mediated by an aesthetic dimension: namely, that of art".

 

*Bibliography

  • Menotti Lerro, Antonello Pelliccia, New Manifesto of Arts (Zona: 2020).
  • Menotti Lerro, La Scuola Empatica: movimento letterario-artistico-filosofico e culturale sorto in Italia nel 2020 (Ladolfi: 2020). 
  • Francesco D'Episcopo, "Nuovo Manifesto sulle Arti", in Menotti Lerro, Tra Drammaturgia e Narrativa (Genesi: 2019), pp. 125–136. 
  • "Nuovo Manifesto sulle Arti" in Annali Storici di Principato Citra, a. XVII n. 1-2, 2019, pp. 318–326. 
  • Marius Chelaru, "Poezia", revista de cultura poetica, Anul XXVI, nr. 1 (95) / Primavera 2021.
  • The Empathic Movement, edited by Menotti Lerro, Cambridge Scholars, 2023.

*Further reading

*External links

 

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- Letteratura

Francesco D’Episcopo. Sul Movimento Empatico e Menotti Lerro

Salerno 2020

 

La Scuola Empatica (Empatismo) è il grande Movimento letterario-artistico-filosofico e culturale che caratterizza il XXI Secolo. Non poteva che uscire dalle macerie di questo surreale 2020 e non poteva che idearlo un genio assoluto cresciuto nella “poesia” di un contesto difficile come Menotti Lerro: simbolo meraviglioso della complessità moderna.

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- Letteratura

Michael Lieber ’On Empathism and Menotti Lerro’

On Empathism
 
"The landscape of literature is changing, it stands to contend with technology, but we must find a new form that seeks to embrace, name and confront, humanity's predicament. As a literary movement, Empathism serves not only to guide us through a new technological future, but ensures we do not lose ourselves in the process."
 
On Menotti Lerro
 
"All great literary movements have at their center, a tree-like source, and in the instance of Empathism, it has found a father in Menotti Lerro, he has raised a much needed sentiment."
 
 

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- Letteratura

Motivazioni di Menotti Lerro - Premio Cilento Poesia, 2023.

Premio Sezione POESIA

 

Najwan DARWISH

Per essere uno dei poeti di lingua araba più rilevanti della sua generazione. Tradotto in oltre 20 lingue, è conosciuto anche per il suo impegno editoriale e in particolar modo come giornalista. La sua è una poesia impegnata e suasiva, che ri-guarda con occhi disincantati il mistero del territorio natìo a volte difficile da raccontare, del quale riesce però a far emergere anche la profonda bellezza e preziosità spesso nascoste agli occhi del resto del mondo. Il lavoro di Darwish ha il merito di raccontare le ferite più profonde e, nel contempo, è capace di rappresentare brillantemente l’identità delle proprie radici e dei fiori più ostinati a soccombere alle intemperie. Una voce tagliente e raffinata, aspra e delicata, così come la propria terra, forse come ogni arabo percepisce in fondo se stesso.

A Najwan Darwish il Premio Cilento Poesia Internazionale 2023 – Sezione Poesia       

 

Maurizio  CUCCHI

Per essere uno dei maggiori maestri internazionali come poeta e anche fine critico letterario, traduttore, romanziere e consulente editoriale. La sua voce nutre da decenni le nuove generazioni che spesso in lui si riconoscono sia per stile che per poetica. Una poesia animata da un lingua colloquiale, ma sempre profonda e complessa, che aspira a divulgare bellezza e che “chiede di spargersi e andare lieve e piana nel mondo”. Dall’esordio folgorante del 1976 con il “poema” Il Disperso (Mondadori editore), fino alle sue ultime raccolte ricche di nuove luci, sia dal punto di vista contenutistico che del linguaggio. Il Poeta rende così la poesia portavoce di emergenze attuali o immaginifiche e offre al lettore la possibilità di agire, riflettere e migliorare se stesso e la società in cui vive, sebbene il poeta creda esplicitamente all’idea di “arte per l’arte” rifiutando dunque il concetto stesso di “messaggio” per i contemporanei e i posteri, o quanto meno non rendendo mai lo stesso motivo chiave dei suoi testi che ambiscono invece alla bellezza e al gioco stilistico tout court, pertanto impersonali e lontani da letture autobiografiche semplicistiche e sempre fuorvianti anche laddove riprendono vicende personali reali poiché abilmente trasformate in altro.  

A Maurizio Cucchi il Premio Cilento Poesia Internazionale 2023 – Sezione Poesia.                                                             

 

Premio Sezione NARRATIVA

 

Maria Rita PARSI

Per l’autorevole e raffinata voce che predilige una valenza psico-metodologica, intrecciata a quella divulgativa e soprattutto scientifica. Lo conferma la pubblicazione di oltre 100 testi, di varia e articolata natura, nei quali la sua fervida vena narrativa e di studiosa riecheggia vibrante e si fa parola, concetto, persona che deve essere tutelata, compresa, protetta, per poter essere anche amata fino in fondo. Poiché la ricerca della felicità in un mondo infelice sembra essere il fine primo di questa mirabile studiosa e scrittrice che non di rado affida la sua sensibilità, e la sua ricerca, alla poesia, riconoscendone la sacralità e l’ineludibile valore anche al fine dell’analisi personale e universale.  

Componente dell’Osservatorio Nazionale per l’infanzia e l’adolescenza. È Presidente della Fondazione Movimento Bambino Onlus, già membro del Comitato ONU sui diritti del fanciullo e di innumerevoli attività a sostegno dei più deboli e bisognosi.

A Maria Rita Parsi il Premio Internazionale Cilento Poesia – sezione Narrativa 2023!

 

Diego DE  SILVA

Per essersi posizionato tra i maggiori scrittori italiani contemporanei.

Con le sue pregevoli opere ha fatto emergere una voce propria intelligibile e apprezzata da un pubblico sempre più ampio: dal romanzo, alla saggistica, ai racconti, alle drammaturgie, alle sceneggiature, con una ponderata analisi descrittiva ed efficace. La sua è una scrittura densa di importanti valori civili e sociali auspicabili nella società contemporanea e dunque propone adeguatamente la figura del narratore che, forse senza neppure volerlo, si erge a guida senza la pretesa onnisciente, poco credibile nella contemporaneità frammentaria in cui viviamo.

A Diego de Silva Il Premio Internazionale Cilento Poesia – sezione Narrativa 2023!

                                                                                

 

Premio Sezione MUSICA

 

Franco MUSSIDA

Per aver dato vita ad una delle rock band più famose e longeve italiane: la Premiata Forneria Marconi. Per le splendide costruzioni armoniche che lo hanno reso famoso come uno dei chitarristi più creativi e coinvolgenti del panorama internazionale. Per aver inoltre dato corpo ad una scuola d’avanguardia riconosciuta ufficialmente dal Ministero dell’Istruzione che le ha conferito un ruolo istituzionale universitario. Maestro indiscusso per tante generazioni è riuscito attraverso la musica a veicolare sentimenti, emozioni e arte difficilmente eguagliabili. Da diversi anni ha, inoltre, intrapreso un interessante studio artistico/scultoreo/musicale a dimostrazione di una continua evoluzione della sua vivida professionalità.

A Franco Mussida il Premio Internazionale Cilento Poesia 2023 – Sezione Musica.  

 

Bernardo LANZETTI

Per aver portato in giro per il mondo una delle più belle voci del rock ed essersi fatto riconoscere come il Maestro del Rock Prog. Inoltre per la sua costanza che lo vede quest’anno festeggiare il suo cinquantesimo anno di straordinaria attività canora. Un Maestro della voce dall’intensità e sfumature di altissimo pregio, non a caso definita “The vox impossible”. Restio a omologarsi è rimasto fedele ai suoi alti principi etico-morali che lo hanno a volte anche forse penalizzato in merito alla diffusione del suo lavoro. Ma la coerenza artistica ripaga sempre specie quando sottende valori da difendere a qualsiasi costo. Una voce resiliente e sofisticata da raccontare alle nuove generazioni.

A Bernardo Lanzetti il Premio Internazionale Cilento Poesia 2023 – Sezione Musica.     

 

Premio Sezione ARTE / DESIGN

 

Antonello Pelliccia

Per la promozione e la valorizzazione dei materiali naturali della grande tradizione dell’artigianato italiano presenti in tutti i territori: dalle ceramiche di Vietri alla pietra lavica della Sicilia o la grande tradizione del marmo di Carrara, sua patria natia, realizzando opere presenti nelle più importanti fiere specialistiche. Per aver, inoltre, dato vita ad un corso di Design presso l’Accademia di Belle Arti di Brera con uno spiccato indirizzo artistico in contrapposizione al Design industriale del Politecnico al fine di forgiare nuove figure professionali con la grande cultura del progetto abbinata alla manualità dei grandi maestri.

Artista raffinato e schivo che predilige il concetto visuale a quello visivo. Una ricerca che partendo dal minimalismo tenta l’oggettivazione prendendo atto dell’impossibilità della stessa.

Ad Antonello Pelliccia il Premio Internazionale Cilento Poesia 2023 – sezione Design Artistico.

 

Omar  GALLIANI

Per aver continuato la tradizione dei grandi Maestri italiani dando ai suoi disegni una forza espressiva innovativa, in particolar modo per quanto riguarda l’utilizzo del carbone e della grafite. Per aver, ancora, svolto un egregio ruolo di educatore, all’interno di prestigiose accademie nazionali.

Galliani è riuscito a ritagliarsi, con merito, l’immagine di uno degli autori più apprezzati e originali nel panorama artistico internazionale, presentando lavori di gran pregio e sacrificio, data anche la grandezza fisica delle sue tele e l’intensità espressiva che le caratterizza tutte. Lavori portati avanti con lucida lentezza, alla ricerca del dettaglio da presentare a coloro che hanno occhi in grado di vedere, in un mondo in cui tutto scorre troppo velocemente tanto da non riuscire quasi più a metterlo a fuoco, dunque a viverlo. Galliani ha il dono di fermare nuovamente la bellezza delle cose a partire dall’unicità e irripetibilità di ogni volto umano.

A Omar Galliani il Premio Internazionale Cilento Poesia 2023 – sezione Arte.                 

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- Letteratura

La Scuola Empatica / Empatismo / Maestri / Epicentro / 2020

IL MOVIMENTO EMPATICO (EMPATISMO) E' UN MOVIMENTO INTERNAZIONALE SORTO IN ITALIA (EPICENTRO IL CILENTO - SI VEDA LA PIRAMIDE CULTURALE) NEL 2020. DI SEGUITO I "MAESTRI EMPATICI" CHE HANNO ADERITO AL "NUOVO MANIFESTO SULLE ARTI" DI LERRO E PELLICCIA:

Menotti Lerro (fondatore), Antonello Pelliccia (co-autore del "Nuovo Manifesto sulle Arti"), Olga Tokarczuk (Premio Nobel Sezione Letteratura, 2018), Maria Rita Parsi, Dacia Maraini, Maria Teresa Chialant, Giacomo Rizzolatti, Giuseppe Gentile, Enrico Testa, Maurizio Cucchi, Diego de Silva, Milo De Angelis, Franco Mussida, Gabriella Sica, Umberto Curi, Mauro Afro Borella, Francesco D’Episcopo, Bernardo Lanzetti, Michele Pecora, Lino Vairetti, Giuliano Ladolfi, Giampiero Neri, Mario Santagostini, Valerio Magrelli, Giancarlo Pontiggia, Alberto Bertoni, Omar Galliani, Elena Pontiggia, István Szelei, Vivian Lamarque, Franco Loi, Carmine Padula, Raffaele Nigro, Ezio Guaitamacchi, Renato Galbusera, Victor Lucena, Andrew Mangham, Elio Pecora, Marco Baudinelli, Annibale Giannarelli, Lee Kichul, Gino Finizio, Roberto Carifi, Domenico Giordano, Franco Arminio, Benito Madonia, Álvaro Revello Barboza, Francesco Massanova, Paolo Guzzanti, Luigi Rossi, Andrea Castelli, Gabriele Perretta, Vincenzo Aversano, Gisella Gellini, Michael Lieber, Antonio Perotti, Maurizio Iacovazzo, Maria Jannelli, Tomasz Krezymon, Ulisse Mariani, Rosanna Schiralli, Mariagrazia Mari, Martina Pontani, Ottavio Rossani, Mario Pirovano, Attilio Dursi, Wilma Leone, Edoardo Landi, Carlangelo Mauro, Alessandro Quasimodo, Nicola Femminella, Luigi Mogrovejo, Enzo Tinarelli, Vincenzo Guarracino, Edoardo Boncinelli, Sandro Gros-Pietro, Eleonora Garrone, Antonino Nese, Francesco Abbate, Stefano Pantaleoni, Santa Aiello, Franco Vassia, Ermanno Paleari, Rosa Maria Vitola, Giusy Rinaldi, Osvaldo Marrocco, Oriana Rispoli, Valentina Sentsova, Giammaria Occhi, Patrizia Pozzi, Carlo Di Legge, Angelo Ghilardi, Antonio Rizzo, Paolo Emilio Antognoli Viti, Vittorio Santoianni, Joanna Kubicz, Ezio Martuscelli, Nicola Ricci, Giacomo Maria Prati, Kuturi, Marco Colombo, Attilio Bencaster, Amnerys Bonvicini, Mario Gabriele Giordano, Anna Bianchi, Ettore Barra, Cesare Nardi, Salvatore Monaca, Pina Basile, Luigi Leuzzi, Diana Nese, Carlo Andrei, Giancarlo Sammito, Giancarlo Turaccio, Vincenzo Di Gironimo, Massimo Bacigalupo, Tomaso Kemeny, Emilio Coco, Lorenzo Peluso, Roberto Guidetti, Tonia Cartolano, Francesco Magliocca, Teresa Della Corte, Franco Maldonato, Tiziano Rossi, Giovanni Bonoldi, Angelo Ruta, Anna Di Brina, Lino Di Ventura, Goffredo Iannotti, Nello Teodori, Nicola Maria Vitola, Antonia Gravagnuolo, Anny Errico, Carmelo Strano, Aldo Castellano, Lidia Vianu, Maria Mazziotti Gillan, Ana María Pinedo López, Piero Antonio Toma, Elvio Annese, Laura Garavaglia, Marius Chelaru, Loredana Izzo, Prayag Tiwari, Davide Susanetti, Rosa María Román Garrido, Lillo De Marco, Salvatore D’Alessandro, Oscar Pizzulli, Simone Fagioli, Alessandro Artini, Michele Murino, Nicola Nicoletti, Santino Scarpa, Giuseppe Iannicelli, Renato Ongania, Daniela Di Bartolomeo, Vincenzo Pepe, Najwan Darwish, Alessandro Serpieri, Giorgio Bàrberi Squarotti, Remo Bodei, Gian Mario Villalta, Elena Paruolo, Antonio Bandirali, Lucio Liguori, Davide Rondoni, Maurizio Zenga, Andrea Granchi, Elena Foccillo, Silvia Pacifico, Pierfranco Bruni, Ilian Rachov, Massimo Trotta, Gaetano Ricco, Enza Di Sevo, Renata Florimonte, Angela Nappi, Aldo Bianchini, Vincenzo Missanelli, Renato Di Gregorio, Katia Ballacchino, Francesco Di Loreto, Gaetana Natale, Mateen Ashraf, Carlo Chiumiento, Giuseppe Lauriello, Maria Grazia Petrizzo, Silvana Paruolo, Andry Enrico Bazzell, Enzo Cursaro, Angelo Casciello, Piero Chiaradia, Giuseppe Sica, Vincenzo Schettino, Rosanna Lupi, Mariagrazia Barone, Nunzio Tonali, Achille Cennami, Rosanna Pinto, Stefano Trapanese, Francesca Chiumiento, Paolo Maria Rocco, Michele Risi, Simona Di Gregorio, Renata Di Lascio, Cosimo Chiumiento, Francesca Rocciola, Maurizio de Giovanni, Amedeo Colella, Raffaele Fierro, Stefano Nasti, Fabrizio Scomparin, Marilina Vitola, Luca Paragano, Maria Tommasa Granese, Carmela Santarcangelo, Erminia Pellecchia, Ester Andreola, Antonia Autuori, Ornella Pellegrino, Clotilde Baccari, Maria Romano, Francesco Castiello, Giuseppe Coccorullo, Franco Alfieri, Raffaella Bonaudo. 

 

* All'interno del volume accademico THE EMPATHIC MOVEMENT (Cambridge Scholars, 2023) sono stati inseriti anche tutti i Paesi del Cilento (epicentro dell'Empatismo) aderenti con la loro specifica connotazione culturale:

-MONTE STELLA - "LUOGO DEI MEGALITI"
-OMIGNANO - "PAESE DEGLI AFORISMI"
-SALENTO - "PAESE DELLA POESIA"
-VALLO DELLA LUCANIA" SEDE DEL CENTRO CONTEMPORANEO DELLE ARTI"
-ROCCADASPIDE - "PAESE DELLA DIFESA"
-TRENTINARA - "PAESE DELL'AMORE"
-MAGLIANO VETERE - "PAESE DELLA PALEONTOLOGIA"
-PIANO VETRALE - "PAESE DEI MURALES"
-ALBANELLA - "PAESE DELLE TERRE D'ITALIA"
-AGROPOLI - "PAESE DEL CASTELLO"
-VATOLLA - "PAESE DELL'OTIUM"
-MASSICELLE - "PAESE DEL GIOCATTOLO POVERO"
-PAESTUM - "PAESE DI POSEIDONE"
-PALINURO - "PAESE DEL MITO"
-CASAL VELINO - "PAESE DELL'APPRODO"
-SAPRI - "PAESE DELLA SPIGOLATRICE"
-CENTOLA - "PAESE DELLA CONTEMPLAZIONE"
-ELEA-VELIA - "PAESE DELLA FILOSOFIA"
-TEGGIANO - "PAESE DELLA PRINCIPESSA COSTANZA"
-PADULA - "PAESE DEI CERTOSINI"
-POLLA - "PAESE DEI LIBRI"
-SASSANO - "PAESE DELLE ORCHIDEE"
-SANZA - "PAESE DELL'ACCOGLIENZA"
-MONTESANO - "PAESE DELL'ACQUA"
-SAN MAURO CILENTO - "PAESE DEGLI INCUNABOLI E DELLE CINQUECENTINE"
-VIBONATI - "PAESE DEI PORTALI".