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Rosemily Paticchio
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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Incipio - L’Arca Felice Edizioni

Questo è un assaggio del mio Incipio, libro d’esordio poetico che accoglie 10 miei
componimenti accompagnati da foto all'interno e fuori testo di Rossella Venezia, un
libretto realizzato come prodotto artigianale e senza scopo di lucro da L’Arca Felice
Edizioni per la collana Coincidenze, con prefazione a cura di Mario Fresa.

Un caloroso saluto e buona condivisione!



Prima di tutto era la gioia di neve
l’improvviso stupore del ghiaccio
nel contatto gelido
era la corolla a invocare il bocciolo
il nettare a contemplare la sostanza.
Prima di tutto era l’assenza straripante di colori
era l’insieme riassuntivo dei teoremi
la grazia nascente di un batterio
nel primitivo pulsare di elementi.
Prima di tutto era un nome
senza nome
l’impronunciabile antimateria
che declinò in polvere
autografata da uno zero.
Prima di tutto era la fiamma
che bruciava lenta senza sapere
la matrice che coniò il primo stampo
Era la gestazione di un seme
un agguato teso alle sorgenti del sole
un sogno dentro al sogno
una lotta sovrumana contro il tempo.


Poi venne.. la Separazione dal Sogno

Qui vi è il margine di separazione
dal Sogno
che il silenzio oltrepassa sulle punte
e un librarsi d’ali spinge nel vento
come tempio sospeso tra nubi
con l’arcata che pende dal cielo
e arcobaleni finemente illustrati
quali nicchie di un abside esterno
che l’andar via sottile dei corpi
lo svestirsi degli abiti
in un soffio di voliera azzurra
rende la gabbia possibilmente semichiusa
sulla zona d’ombra di un micro-universo
e gli uccelli in suoni convulsi
eseguono melodie incendiate
a ritmo crescente.
Potremmo salpare qui dove le sponde
di muschio bianco videro le gondole
migrarsi oltre l’Oceano della Scienza
perduto sulle scie d’incenso!

Incipio

Io non partecipo all’incipiere del giorno
non odo i trilli delle albe pungenti
ma dimoro soltanto
nei posti estesi prescelti dalla mente
tengo la rotta scura del crescersi diverso
ho bocche da sfamare
come lupe d’inverno
espressioni aperte a colonizzare
le visioni di un insieme
orifizi tesi a cogliere il soliloquio
di un dialogo imperfetto
Imperfette Desinenze.
Nessun posto abitai per intero
ma gravitante fui tra i boschi
rigogliosi di un tempo
dove poggia il morbido piede
dorme il mio ventre allegro
sulle Tracce
dell’ombelico profondo
le andature distorco sul sentiero.
E se così pervenni alla nascita
a non sbavare i contorni
ciò che tremo in fondo è l’orlo
non le cime più alte.