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Raccolta di testi in prosa di Adielle
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Scacchiera con gatto bianco

 

Il tempismo della pioggia, la sua precisione millimetrica

separa i gatti neri da quelli bianchi, prima che venga aurora

con la technica di esporre esche prodigiose, sopra i tetti o sotto banco

per tutti i gusti e le avventure, ripari sicuri che conoscono i colori.

Dietro l' angolo. Aperto il sipario.

Un' incudine appesa ad una mongolfiera vuol raggiungere il palco

ma il prezzo è troppo alto: educarsi al pentimento, a una buona condotta

che non faccia male a nessuno

che neanche a farlo a posta è una delle prime regole

da seguire, per essere felici in volo.

Ma d' altro canto cosa può pretendere da se stesso l' essere umano?

Se non un cielo abbastanza basso da poterlo toccare.

Con nuvole masticabili. O capsule, navicelle spaziali.

Certe sere di cobalto poi, si arremba anche la luna

trasportati da un lenzuolo di alcol che ci fascia la sera

come una tuta da sci sulla spiaggia di Rimini, noi foresetieri.

Noi vogliamo sapere, per andare dove dobbiamo andare,

per dove dobbiamo andare? Il generale austriaco.

La commissione esterna, al telegiornale ci si spara in diretta

senza morire che per un attimo, subito s' interrompe il collegamento

e poi pubblicità. Ogni catastrofe principia dalla mancanza d' amore.

Perchè in fin dei conti sia comunque un piacere starsene qua

è indispensabile che ci sia quel tanto d' amore

e senza amore che piacere è?  Tolleriamoci con la saggezza

di certe madri nei confronti di figli troppo deboli

per diventare uomini degni di fede.

Il più tonto della cucciolata, con una sua bellezza scapestrata

tutta sguardi di sfida e morsi e sporcate per casa

la generosa, ingenua spregiudicatezza nei confronti del mondo

la tenacia, la voglia d' imparare, la crescente diffidenza

nei confronti dei gatti, la capacità di concentrazione, la personalità

con cui sa farsi sentire. L' attitudine a fare la guardia? Il riporto?

Piuttosto spirito d' osservazione, la sua natura che va rispettata.

Il controllo degli impulsi. La giovane età. 

Una relazione d' amore che sboccia, come custodirla Chirù?

Conservare la salute. Non fare rumore, tenere il più pulito possibile.

Un' amicizia che coinvolga gli inquilini di casa di particolare fiducia.

Per chiamare famiglia uno strano nucleo animale.

La provvisorietà non mi sembra più incombere eppure

è difficile spostarla più in là.

 

 

 

*

Riflessione sui social network

E' la vita che è così, quando la mente vorrebbe prendere le distanze

la paranoia a casa mia è di caso

non concorda sulla scelta di campo

per quanto, sia sempre la vita l' avversario da battere

in una concezione che ci ha traditi.

Sono molto suscettibile agli stimoli

anche se me ne rendo conto in un' altra dimensione

che non ha limiti o fuori gioco.

Tanto diversa dalla materia dove si agita il vuoto.

Così come un minerale me ne stavo a prendere il fresco

in alta montagna che la pioggia che cadde la vidi tra i primi

le associazioni mentali siano la tua forza, da mandare a memoria

prima che le gocce tocchino terra e se ne accorgano i vivi.

Per questo vuota il sacco il viandante.

Per prime collezioni, ultime colazioni, prima di tornare a viandare.

-I ricordi mortali svaniscono prima o poi

ma quelli immortali restano per sempre;

il fatto è che te ne renderai conto solo dopo di morire.

E così il tuo gusto per tutta la vita si è prodotto in giudizi sommari.

Si, come se io potessi permettermi di dichiararmi supremo

senza un valido alibi.

La mia riflessione, non vuol dire che io ci aderisca

solo perch' è mia. Racconto una storia, che ho sentito dire

qualche vita fa.

La faccenda si complica ma basta stringere gli occhi

per vedere le cose piccole, piccole, da distanze concentriche.

La vita di fuori come entra?

E la vita di dentro?

Fino a che punto ho tradito il tuo mandato, per trovare la mia strada?

Col destino di perdersi scritto sugli zigomi e la via di fuga

lontana alle spalle.

Pensare, pensare senza inutili freni

questo sarebbe sincero?

O la parola è il lasciapassare degli dei?

Sicuramente la musica.

Ridurre tutto ad un unico piano per rendere più facile capire

in realtà può essere un errore nel caso di irriducibili complessità.

Non devo insegnarlo a nessuno, anzi se lo scrivo è per ricordarmelo.

D' altronde sono in cerca di ospitalità.

Non vorrei sembrare maleducato, non vorrei esserlo.

Mentre sbranano i negri, non hanno più la decenza

di non augurare la morte ad altri essere umani

al punto di scriverlo pubblicamente e fanno proseliti

e la gente li vede, alcuni hanno dei cinegiornali

e quotidianamente fomentano l' odio razziale.

Questo solo per dire, per fare un esempio.

Tornare indietro nel tempo è possibile basta volerlo

come non fosse scontato che è quel passato che ci ha condotti fin qua.

E se non ci piace il presente

anche una via nuova potrebbe non bastare.

Poi mi domandi se mettono a profitto il clima mondiale

e dietro ci sono i soliti squali ed io non so fischiare.

*

Hello

Non lo so, nel solo sentire il senso si perde

il senno specifico di un unico individuo.

Può sembrare pazzo quel modo di vivere

così lontano dal nostro. 

Ma se ricordo il verso delle nuvole quel giorno

era simile a un coito

di gatto selvatico.

Randagia è la notte disadorna, ci vuole coraggio per piovere

e il giusto rimprovero.  Una coda di paglia.

Di poco si acquieta il rumore di fondo

e già la stanza non ha più pareti che parlino.

Io di conseguenza mi metto in attesa del momento più propizio

per dire hello e gettare la spugna.

Se fosse dovunque un amore nascosto?

Queste precauzioni a cosa servirebbero?

Lasciarsi trovare senza una parola che valga almeno un ergastolo

dalle divine particelle.

Come sarebbe bello dividersi l' anima, rinunciare alla politica.

Resuscitare ad una pratica d' obbedienza salutare.

Ma non c' è catena che tenga se la mente si libera.

Dalla madre patria fino a che siano le stelle.

O almeno lo immagino.  Basta a salvarmi dalla diaspora?

Dei pensieri corsari?  

Tenendomi per mano mi accompagnarono al patibolo

senza fucili puntati.

Avrei potuto tentare un ultimo prestigio

ma ero troppo impegnato a non cacarmi sotto

così quando m' impiccarono avevo nelle tasche solo coriandoli

e quel riso speciale che non macchia gli sposi.

L' osso del collo, l' asino da soma, il coltello da campo

tutto restò sepolto sotto quintali di polvere.

Seppi che un altro lo misero in croce.

Pur di sapere come andò veramente la storia.

Ma i pochi testimoni oramai hanno monete sugli occhi.

E il ricordo è una favola.

Di cui mi vergogno.

 

 

*

senza titolo

Se ti dicessero devi smettere di srivere, ne va delle sorti del mondo,

tu che faresti?

Senza scrivere chi sono?

Posso augurarmi un futuro di gloria

quando perdo il controllo?

Sempre meno gli stati di grazia.

La fortezza del mio esistere ha cancelli di plastica

la vita da vivere sarebbe quell' altra

che hai solo sognato.

Quando sarà acqua passata

e l' avrai scordato

potrai tornare a commettere gli stessi reati.

La mia casa all' asta.

Chiedere perdono, adottare un certo tipo di comportamento

il cui risultato sia essere inoffensivi

ma tradendo un pessimo carattere.

Una lotta continua invece che una naturale predisposizione dell' anima

ma da quanto continua sta tresca?

Sta contesa per decidere chi mena le danze?

La mente divisa, il cuore in cassetta, la speranza fantasma

di un momento di gioia, che duri quel che basti

perchè si stampi nella memoria o uno stillicidio continuo

d' invisibili miracoli?  Inizio a sentirmi meglio.

Non è un mistero che la paranoia mi assalga.

Ma un solo amore e sentirsi bene insieme è una canzone

che mi comprime. Non riesco a continuare. Cerco una controfigura.

Con le formiche sul braccio.  Sono tornate le formiche da tastiere

contro i leoni da tastiera.  Per mischiare le carte, una politica sincera

di gran confusione. Chi comanda le nuvole stasera 

ha dipinto un bel quadro. Vado a dormire disperato, non è vero 

ma suonava bene col verso della canzone che stai ascoltando

e vi porgo i miei saluti. Redemption songs.

Ma no è troppo ridicolo. ci vuole qualcosa di più cinico per il finale.

Ma che so se porcate? A qualcuno piacciono?

A quante persone sto parlando? Il conto, piuttosto rapido

mi tranquillizza gli atomi.  Il vizio di fumare mi farà passare i guai

mi autorizzo a guardarmi in faccia per un veloce controllo

per ricordarmi che devo stare al mio posto

e il mio posto è quello dall' altra parte dello specchio, a guardare.

Le dovute variabili aprono a diverse possibilità, una dignitosa povertà

o una svolta nell' etica.  Una frattura scomposta dell' anima, una fortuna sfacciata. Chissà come si fa a riconoscere la strada.

Di ogni singolo giorno la memoria storica si perde nel fiume del tempo.

Così mi considero di veloce passaggio, lascio un segno?

Rigo le macchine? Scrivo poesie e le do in pasto a congiure evitabili?

Qual' è il mio destino di solitudine? Basta una poesia per fare un poeta?

Ci sarà una tregua dai ruoli sociali. Un' astinenza forzata.

Di chi sono preda quando mi animo?

*

sconclusionato

"Voglio l' anima, che ti credi

nonostante gli alibi mi costituiscano reato

e poi mi vedi, sono atomi che hanno preso una brutta piega

mi sarebbe impossibile essere presentabile.

Eppure c' è come una voglia tangibile di essere amato

che ancora m' impone di sperare.

E' debolezza, pressione bassa che induce

a non alzarmi di scatto.

La dolcezza di un sorriso distratto o concentrato

può mantenere una vecchia promessa di felicità

della durata di un attimo

poi, però, lo specchio mi parla

e perdo la partita dell' anno.

Fossi un altro o avessi un altro corpo

ma nemmeno questo mi basta, quando ne ho abbastanza.

La vita vera è un' altra cosa

le mie parole sono di plastica

e chiedo a te che destino mai avrò.

Ma non rispondere prima dell' alba

dammi il tempo di sognarti.

(Come cambio quando scrivo dell' una o dell' altra?)

Cosa fare dell' anima?

Questa parola che ci abita come fosse precedente ai dialoghi.

Sono più timido che maleducato e certe paranoie mi amano".

Si presentò così, con un lungo discorso sconclusionato

e le parve malato.  

Ma non per questo si scompose.

-Calmati, che l' anima non ti esca dagli occhi.

 

 

 

 

*

capitolo primo

Alla corsa delle allodole c'è chi muore per strada

non supera la prova dello specchio

e rimane incantato come un Narciso, affogando in se stesso.

Ma "non val saper chi ha fortuna contra" come recita la carta.

Aggiungerei "non ti fidar di me se il cuor ti manca".

E sarebbe diverso se avessi preteso di vivere adesso

e non oltre le mie parole di ganja.

Retorica dell' intestino pigro

questo mio approvigionarmi di dati di fatto.

C' è una coscienza nella materia che vuole essere circondata

come in agguato.

Per questo l' alba ci distrae dal volo del moscone.

Le ali e il radar in via di definizione e le mani in pasta.

In cerca di un prato per stendermi, me ne andrei, a riprendere fiato.

Le dita nell' erba, il ricordo tattile della tattica per accarezzarti

finalmente i capelli. Tutti quei nodi che non vengono al pettine.

-La maledizione di essere poeti come la vedi?

-mmm fa troppo soap opera

-Sarebbe l' epica di un mio amico che ho da rivendermi

-Allora giocatela

E guardare le nuvole per far riposare il collo

senza alcuna pretesa di rireggerle in cielo.

Che così passasse il tempo faceva parte del gioco

e l' estate montava.

-oh di scopare non se ne parla?

-no naturalmente

-era tanto per sapere

Con gli occhi di giada a fare da forziere all' anima.

Li mortacci tua e di chi non c' è capitato mai.

Ma verso l' imbrunire ci si stringe che è un piacere

nonostante gli attriti.

Mi guardava come se non sapesse di avermi fatto prigioniero.

Ferito tornavo a casa, mi davo arie da reduce.

continua...(spero).

 

*

Retrotesto

Dove corre la mente rimani per sempre

è quello il luogo dove si prega, dove si perdona

dove corre la mente qualcosa non muore

rimane per sempre se la ricordi da uomo deluso.

L' importanza primordiale della memoria viene dal niente

l' esperienza la confonde, un attimo prima.

Poi per qualche secondo di temporanea follia

senti il profumo di una donna ai primi d' aprile.

Aprire la porta per non soffrire porterebbe solo ospiti sgraditi.

Pensi. Sulle scale del duomo.

La padronanza del mezzo non ti permette sguardi distanti

la vista ai fotografi. -La verità è un osso di seppia-.

Questo filo spinato che mi punge ha il sapore del ferro battuto.

La piazza è un astio confuso di braccia e gambe.

Così cercherò di dileguarmi da qualche grondaia

in astinenza da atomi.

Le strade poco trascorse mi piacciono, non incontrare nessuno

con i pensieri che si prendono il tempo necessario per farsi sinceri.

Le scarpe comode, che cambiano rumore ai tipi di asfalto.

Fumare quanto basta per arrivare assetati.

Dove si vuole, come si puote.

Chi domanda non sia codardo?

Quel che sia purtroppo, non mi avvera i desideri.

E capirà la persona sbagliata, la cosa sbagliata

e non saprò spiegarmi e chi ci capisce è bravo.

Arrivo al piano che sono distrutto, non c' è l' ascensore e sono grasso.

Ma per quanto possa fare

immagino sempre che ci sia lei dietro l' angolo

con occhiali di grano corvino a bacchettarmi

per la mia condotta sconsiderata e allora non passo.

E mi godo ogni tiro e aspetto un cestino

per buttare il mozzicone di sigaretta

così accade che incontro quello, alle tre del mattino

che vuol stringermi la mano 

e  in una mano ho la busta della spesa 

e nell' altra il mozzicone di sigaretta.

Come in "la febbre dell' oro" mantengo vecchie abitudini.

Costumi di scena per confondere le acque.

M' aspetta a tavola, con la televisione accesa su una serie d' annata

in interni dipinti a mano si consumano piccoli drammi quotidiani.

Il volume è troppo basso, non si sente bene ma le espressioni

sono edificanti, degli attori in ballo.

Il suo profilo stacca dal resto, si volta per un attimo

-allora sei tornato, quanto ha detto che ti fa Carlos

per un chilo di coca?-

E quel Carlos ci fa celare. Con la busta di plastica voticata sul tavolo.

Ma è un ricordo lontano che non fa alcun effetto

a raccontarlo a qualcuno. Anche perchè l' ho appena inventato

e non è certo una bella prova di fantasia, la mia 

considerazione sugli apici è che valgano la pena di essere vissuti

con parsimonia ma a costo di rendersi ridicoli.

Altrimenti come la consoli l' anima?

Poi l' eroina penso sia un' altra cosa di una musa.

Ma la mia opinione conta poco.

La condotta generale è di appropriarsi dei dati di fatto.

Per comprendere meglio il modo giusto per amare.

La cosiddetta maldicenza prevede cortili alla finestra.

E si fa presto a dire "a modo mio"

si paga sempre con la stessa valuta.

"Un addio" vale quanto un "tu mi turbi".

A meno che non sia lei, la resa dei conti.

Le siedo accanto, le cerco la mano.

Ecco

è questo cercare sospeso all' infinito che mi cancella dagli argini.

Finchè c' è lei resto a galla, allo scoperto siderale.

Con la speranza di vita più astratta del mondo.

 

 

*

La scoperta del vento

La scoperta del vento avvenne in alta montagna

durante un agguato, tra le braccia di mio padre

un giorno che la madonnina ci lasciò passare

avendo risposto correttamente alle fatidiche tre domande

con coscienza di agnostico in erba e di ateo.

La montagna, quale sfinge, aveva qualche affare segreto

con l' azzurro del cielo

che lo stagliava languido e fiero allo stesso tempo

in un attimo, a guardare in alto, dai fiori agli atomi.

Ed io lo guardavo, tra le braccia di mio padre

col vento a impartire la sua lezione sulle nuvole e la pioggia

convinto che anche se fosse caduta

non ne avrei sofferto tanto da morirne

o almeno non me ne sarei accorto.

Poi tornammo, asciutti

con la speranza di avere il tempo sufficiente

per imparare a comportarci.

E la strada di casa illuminata.

E la cena a tavola preparata da mia madre.

 

 

*

La forma del respiro regolare

La concordia tra il respiro e l' aria

nei polmoni di mio figlio quando dorme

ed io lo guardo nella stanza irregolare

sembra essere antefatto di fortune da spiegarsi

con ragioni fuori dal comune, eppure

è tutto così normale

che la norma del respiro regolare prende forma

di bambino che dorme nella culla.

Quanto al resto della famiglia

avrà il suo bel da farsi

a mantenere i cardini in funzione delle porte

così che possano aprirsi e chiudersi ancora.

Tutte le volte.

Oggi c'è la plastica da buttare

e da quando hanno avvelenato l' acqua del Gran Sasso

la casa è piena di bottiglie.

Ci troviamo all' alba nei punti di raccolta

in tenute improbabili con le nostre buste gialle

e la meraviglia per l' alba come fosse la prima volta

che ci sorprenda in ciabatte.

Sembra una scena del film "la città degli angeli"

con al posto degli angeli poveri cristi

e girata da Ciprì e Maresco dismesso il bianco e nero.

Quella sensazione che ancora mi porto m' impone

utili speranze e un tono di voce pacato nei saluti.

I vicini a distanza di sicurezza

e la colonna vertebrale appena sveglia

scioglie i nodi al suo costato con mosse calibrate

di un lavoro certosino ai fianchi.

Da poco credo nei miracoli e non mi abituo ancora ai dati di fatto.

Così la luce che accende i colori di questo giorno nuovo

mi sembra arrivare da troppo lontano

con una retorica tutta sbagliata.

Sarà la vita a portata di mano che mi restituisce la strada di casa.

E sono contento che accada in presenza di una madre.

*

In libreria

Cambia canale se si parla di morte

a questo s'è ridotto il riflesso agnostico dell' uomo occidentale?

Vorrei chiederlo ad una figlia di Tlon.

Nella loro libreria teatro, mentre mangio un gelato

(gusti alla frutta per rispetto di un serpeggiante veganesimo)

altrimenti sarebbe stata porchetta con peroni ghiacciata.

Centrifugo, mi confondo, inizio a sudare, m'asciugo la fronte

col fazzoletto di stoffa, un gesto antico che può dare fastidio.

Ma qualcosa mi rsponde dall' altra parte, un'energia beneducata

un' attenzione morbida, che mi fa sedere comodo nel guado.

E poi non devo guardarle i seni, o almeno non debbo farmene accorgere.

Però è bella, è pure sposata, c' ha due figlie, il marito mi sta pure simpatico, incisero insieme una canzone su non essere Dio che mi faceva morire. Poi rinacqui a questa luce sfolgorante del monitor LCD, tutti i lunedì, prima di andare a dormire coi film fantasma che non passano la prova del cuscino e la fame chimica che mi domina come il cibo fosse la droga, una seconda droga di scorta, in caso che la prima non avesse avuto il coraggio di cambiare le carte in tavola per i miei appetiti.

Ma sti ciccioni chi se li compra? Sono in saldo dal momento del fattaccio.  Per esempio io sono a buon mercato, ad "affari di famiglia" ci guadagnerebbero tutti nello scambio, anche se alla fine il tempo ci frugherà nelle tasche.  Non voltandoti quando 

ho perduto l'attimo.

Ma io vivo ai margini di una vita vera, mi viene naturale commettere certi errori.

Ci vorrebbero più puntate, più stagioni, attori di riserva, sceneggiate, particelle parallele.  Il pianeta più bello del Mondo sullo sfondo, grazie all'attrezzista del palco, un certo signor Dio e una tregua dall'abominio

che duri un ciclo di vite.

*

Un corpo spezzato

La minaccia del padrone prevede l'uso della fine dei tempi

come frusta che schiocca

ora d'aria all'insaputa dell'aria

chi lo circonda, chi gli si lancia alle calcagna?

Male che vada la cicogna lo riporta da un'altra partner

poi con la forza di una rabbia fino ad allora repressa

s' incarna

insanguina le pareti del bagno

sopravvalutando le dimensioni della vasca

e la perizia nel taglio, il corpo è spezzato in cinque parti

prima dell' alba.

Lavato, come in quella puntata di Un giorno in pretura.

Gestire il metadone  e le fasi di coma

le case di cura.

La passione per i coltelli da Rambo

l' intercalare e la voce di Cacioppo se chiudi gli occhi

e pensi che sia finzione.

E' l'occasione buona di sfoggiare ognuno i suoi colpi di teatro

così l'imputato spaccia pezzi di bravura

che gli varranno l' ergastolo

quella s' è fatta, senza togliersi il camice

pensa ai bancomat come ultima spiaggia, la difesa personale

meriterebbe un oscar alla carriera.

La fabbrica del degrado vuole la miseria come marchio urbano.

La droga negli stadi che si susseguono.

Sembra di stare in teatro con tutte queste specie di uomini

che mi  assomigliano per un verso o per un altro

il copione lo imparano dalla vita che scorre, mentre li guardo per radio.

Quella si mangia il microfono se non la fermate

la badante, alle lusinghe del mondo dello spettacolo.

Io chi credo di avere ucciso? Presto, farla finita. 

Senza trasmettere l' amore per la modifica del testo

dopo frequenti letture a polmoni aperti.

Così si svincola la madreperla del mio coraggio, fino alle stelle

quale poetessa userai questa volta per mandarmi i tuoi messaggi?

Vedi come immagina la mia mente a capotavola

spadroneggia sugli allori, quando non sfuggo alle occasioni

di rendermi ridicolo.

Ma cominciamo dall' inizio:

ero innamorato di questa ragazza bellissima che si faceva le pere

e quando mi persi ai suoi sensi conobbi l'eroina

nella favola di Adamo ed Eva.

Il nostro paradiso minuscolo fatto di spilli in testa

e yogurt ai frutti di bosco.

I soldi raccolti per strada, la malavita organizzata

un medioevo criminale  di una certa portata

le farmacie chiuse, i parroci ottusi, i dottori in fasce

Come fare ad ottimizzare le spese?

Quello ti piace, ci faresti l'amore con quello.

Ed accampare pretese.

Segnali di vita quando si ascolta la musica insieme

a casa, da soli nel letto

ci piace Battiato, sognare abbracciati.

Ma poi si litiga per le dosi

per come arrivare a fine mese.

Le mie imitazioni di Carmelo Bene non ti fanno più ridere

e a vederti sempre triste perdo la pazienza, mi fai salire una rabbia

che mi convince ad uscire

coi cinque euro che t'ho preso dal portafoglio

mi ci faccio tre birre in lattina dal Cacciatore.

Torno più quieto se non ti trovo.

Tanto lo sapevo già dove andavi.

Da lui a chiedere perdono per essere fatta così male.

 

 

*

sigaretta elettronica

Domani ti sposi che Dylan Dog compie trent'anni. 

Chi viene alla festa porti da bere.

Zucchero e Salomon Burk cantano un diavolo in me 

ma gli cambiano le parole

o come diavolo si chiama il re del soul

se provo a fare il simpatico dimmelo

che smetto subito

stavo tanto bene a farmi le pere

sotto l'albero delle pere, al tempo delle pere

che la frutta mi disgusta

ed è da una vita che rifuggo

quanto basta per farmi sempre i fatti miei

come certi rospi del sottobosco

se ho sprazzi di luce è per quelle droghe

che ancora ci concedono gli dei

come gli amici, i gatti da guardia, i cani da tavolo

i Farrasei di ogni banda, le madri da competizione

il sesso orale, uno spicchio di Sole in faccia

un calcio in culo, una pacca sulla spalla

e vaffanculo chi ti ama?

Se si potesse calcolare quanto vali da chi ti ama, quanti e di che amore

di che cosa li faresti i tuoi like?

In quali azioni concrete li trasormeresti?

Volo troppo basso per far finta di saltare.

Dove andrò lo sapete voi, con chi stai parlando?

Spiriti, rose e spine, via, liberi.

La felicità...

Cosa volevi dire?

C'è un centro a tutto su cui rimanere in equilibrio.

Che c'hai messo dentro?

Eh i tuoi ricordi, le tue paure...

No, no, dico che c'hai messo dentro alla sigaretta elettronica?

Ah, succo d' ipofisi.

Come succo di Ipofisi? Come in paura e delirio a las vegas?

Si solo che stiamo  a Teramo.

Che culo ma chi te l'ha dato?

Kazàn di ritorno dall' India

Precisamente da Timbuctù

Ma Timbuctù sta in India?

Mi sa che ce ne sono un paio

Kazàn è tornato da quella che sta in India

e ti ha riportato il succo di Ipofisi?

Si ma era andato a botta sicura perchè il suo amico Labrador

ti ricordi Labrador, il professore di Ayauasca? Aveva degli agganci.

Ayauasca in India?

No Ayauasca la pianta che usano per uscire dal corpo.

Ma chi, Labrador?

Eh Labrador ti insegna.

Ti insegna a fare cosa?

A uscire dal corpo.

E ad andare di corpo?

Come?

Eh ad andare di corpo non ti insegna, mi hanno detto

che con l' Ayauasca si caca di brutto.

Ah ah ah.

ah ah ah.

Buona comunque, vaporizza che è un piacere.

Tra un po' comincio a tirare le pietre, dai usciamo.

No per carità.

Dai, dai usciamo a far danni.

Io se esco mi mozzo.

Va be dai mozziamoci come asini.

Quanti hanni abbiamo?

Diciotto, diciannove.

Tanti ci bastano per sparpagliarci l' anima qua e là.

 

 

*

La debuttante

Il piantone commissariava la sera con occhi paludati dietro focali termiche,

aumentando il calore del vento si scurivano le lenti.

E' alla quinta declinazione di un fumo di Londra che si decise a muovere i primi passi verso il feretro,  di casa in chiesa causa passato da credente.

L'aria succhiava ossigeno dai cervelli fino a far sudare gli ultimi pensieri utili alla messa fuori dalle tempie. Un sapore di morte calda e ressa si mischiava senza ritegno ai respiri al napalm demineralizzato dei colluttori industriali. I borghesucci impiallacciati di noce italico gessato grigio, le commari, scuoiate le pellicce dagli armadi, sembravano tante piccole volpi azzimate, a pelo lungo. Gli scappò un ghigno di sdegno mal celato quando riconobbe il vicesindaco in prima fila con la segretaria al fianco e senza moglie. Tutti sapevano infatti che Annina aveva avuto una tresca con il fu Pasquale Sgorbi. Doveva aver pensato di togliersi d'impaccio decidendo di non presenziare al rito funebre, piangendo poi tutte le sue lacrime sulla tomba a fari spenti.

*

Appunti di una mente shizofrenica

Con un Amen

la barba da filosofo e i tuoi capelli ricci

come sarà bello nostro figlio a diciott'anni

che parole mi s'illuminano?

Si abbattono le distanze

mi puoi capire, dico a lei?

Lo sapevate che per uno schizofrenico è importante avere un tu a cui rivolgersi, io ho scelto lei più di quanto non abbia scelto un'altra me stesso.

O un professore di successo o una psicologa di traverso, un'isegnante di progresso, i miei pensieri a tempo perso.

E se lo dico e se lo penso?

Quando si avvera il sogno che hai sognato di sognare?

Ma si avvera da dormiente o da sveglio?

Dammi un pizzicotto.

Ma basta una parola.

Forse un cenno della testa a chilometri di distanza, in un tempo rarefatto

attraverso un mezzo ricondotto al suo primo significato

di amore regalato.

Non vorrei essere besciamella

ma alla radio pregano per un nostro incontro

ma non lo fanno gratis

la pubblicità è il loro compenso e il nostro?

E' importante includere nella terapia il fatto di scrivere qualcosa

tenere un diario o solo appuntarsi dei pensieri

per poi rileggerli da soli in un altro stato di coscienza o con un ascoltatore

qualificato, per conoscersi meglio, vedere cosa regge nel tempo, come attraversa le fasi.

Puoi metterti nelle condizioni per cui le tue paranoie determinino alcune tue azioni che a loro volta determinano dei mutamenti nella realtà.

Ma la realtà trasformata dall'occhio paranoico conserva aderenze sensibili con la realtà vista con occhio non paranoico fino a riuscire a trasformarla attraverso allucinazioni individuali.

E' importante capire che per uno schizofrenico la percezione di una realtà solo sua non appare meno reale di quella "normalmente condivisa".

Lo vedo solo io allora non deve essere vero, non funziona sempre perchè l'atto di vedere risulta naturale indipendentemente dall'unicità delle cose che si vedono (dalla loro stranezza). E' la condizione generale che è alterata ma i canali della percezione sono pur sempre quelli. Quando sento le voci, io le sento, questo è fuor di dubbio, anche se voi non potete sentirle. Non ho trovato spiegazioni tecniche del fenomeno che mi abbiano affascinato tanto da approfondire, anche se credo che avere due nozioni base cui dar credito potrebbe aiutare, ho capito che è più importante far fronte praticamente alla situazione attivando una condotta di sopravvivenza.

Una parte importante ce l'ha la prevenzione per evitare che si ripetano dei casi limite. Fondamentale è quindi capire quali siano le avvisaglie di una degenerazione. Mancanza di sonno, irritabilità, non tenere alla propria cura (intesa anche come igiene personale), ipersensibilità, fuga di pensieri, un certo tipo particolare di disattenzione, perdita di una forma di memoria, non trovare più le cose, prendersela, accusare gli altri per la loro scomparsa, confondersi, sbalzi di iperattività, paranoie, allucinazioni sonore, drammatizzazione della fase di passaggio dalla veglia al sonno. Il seguito nel mio caso sono deliri con visioni e voci imperanti e lì dopo un po' mi sono tagliato le vene.

Se vuoi che entri nella tua vita me lo devi chiedere tu, è una responsabilità che io non mi posso prendere, non da solo. A che titolo lo vedremo poi. Avere a che fare con me non è facile, figuriamoci per una compagna. La soluzione è parlarsi tanto. Non tenersi le cose dentro. Ma non pensare alle cose semplici. Pensa a come doversi dire certe cose che fanno soffrire ma sai che ci faranno del male se non ce le diciamo affatto.

Ci vuole tatto e in certi momenti svanirsi. Ma anche stare insieme tanto, condividere delle attività creative e noi potremmo fare cose bellissime insieme.

 

 

 

*

La fase della vergogna

L' importanza della mano destra nello slacciarsi una scarpa

i rumori a tempo nella stanza

si pensa: Ma Gesù, quando è nato, lo sapeva di essere Cristo

l' uomo fatto Dio?

Come lo può sapere un bambino.

Come lo può sapere un bambino?

Ma quando cresce e crede di avere imparato la differenza tra bene e male

comincia a vivere seguendo una sua morale 

che è il frutto di tutta la vita che ha vissuto

si potrebbe dire che comincia ad essere 

ma forse si comincia con l'essere e vivere vuol dire amare

Chi ha forgiato le nostre anime?

E i nostri corpi di passaggio, che ci fanno così male?

Chi mi presta le parole? Chi parla da un altare?

Stanotte lasciatemi stare ma siate con me

repetita iuvant, la programmazione neurolinguistica

che non sia un' arma

i messaggi di mio padre in punto di morte che resisteva per noi

ognuno ha le sue croci ma le radici forti fanno l' albero

e le sue foglie migliori.

Il vento ci consuma, è una meccanica divina!

Ah, prendi un respiro, un bel respiro di quelli di montagna

che ti aprono i polmoni con la forza dell' Abruzzo

poi ne riparliamo, con calma.

-Chi dorme in questo letto muore-

e mi rendo conto adesso perchè dormo sul divano e ho paura a scriverlo

ma lo scrivo lo stesso, perchè la paura si vince

è un dato di fatto, quindi può provarci chiunque

persino io.

La prigionia dura poco, è questione di attimi al secondo

ma che si ripetono.

Poi mi libero o mi liberano.

Come ci programmano i sogni?

Non parlare di cose tristi.

Ci insegnano a desiderare quello che decidono loro

per vendercelo. Qualcuno ci regala qualcosa

e magari noi ringraziamo quelli che ci fanno pagare

e non l' abbiamo mai visti

e ci scordiamo degli uomini che ci stanno vicini.

Che ci sopportano, che ci vogliono bene.

Fa parte di un gioco più grande di noi

e non ci fanno cambiare le regole?

Per adeguarle alla dimensione del massimo bene per tutti

che ci possiamo permettere?

(Mi sa di si)

Questo equilibrio dinamico a chi conviene?

Chi lo controlla? In che parte siamo liberi di scegliere e tra cosa?

Poi ognuno c' ha i suoi demoni

le sue resurrezioni nella carne ogni volta che chiede perdono

e torna da loro.

Tu immagina che se invece di chiedere perdono a dio 

andassi a chiedere perdono a tutti quelli a cui pensi di aver fatto del male

dopo un esame di coscienza

chissà quante persone rivedremmo che non vediamo da tempo

chissà quante le frequentiamo ancora tutti i giorni

quanto siamo onesti e quanto incide la memoria?

Come quello del telefilm che si scrive la lista.

Due pesi e due misure e ricomincia la rissa.

Se mai lo facessimo.

Questo freddo che sento è la mia contrada

tutto ha acquistato significato compresi quei suoni

e dopo tutto sono ancora io, ancora vivo

diverso da prima di qualche riga.

A cosa lo devo?

Se la vita fosse un miracolo di equilibri congiunti?

Non potremmo fare a meno di fare la nostra parte.

Decidessimo pure di tenere il profilo più basso.

Torna una calma che mi piace 

sento che nella sua camera mia madre dorme

e sto più tranquillo

ma se fossi da solo?

Dovrei avere almeno un cane

ma mi concederei un cane e un gatto

presi entrambi cuccioli a distanza di poco.

Per quanto riguarda il cane

al momento sono indeciso tra uno bello da adottare, se lo trovo

oppure quello africano con la cresta, da un allevamento serio

il gatto scelto tra quelli che hanno bisogno di un "appoggio"

si perchè i gatti so fatti così, raramente si affezionano.

Il cane maschio 

e il gatto femminuccia?

Certe tenerezze ci salvano la vita.

Anche se mi vergogno di quello che ho scritto

non lo cancello. Voglio dire, scrivere è terapia, adesso sto meglio

potrei pure cancellare tutto, tanto più che me ne vergogno.

Ma mi chiedo serve a qualcosa che qualcuno lo legga?

Sono le 555 quando mi viene voglia di vedere l' ora

e mia madre si sveglia 

io invece vado a dormire

come fosse Natale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

Londra mi ha pagato una Rupia

Il folle è sospeso in un limbo

ma non pensarlo come un luogo, uno spazio di costrizione

piuttosto un tempo in cui si lotta con tutto quel pensare

per trovare una soluzione ai tremori del Sole

una traduzione alle parole ti amo

che possa funzionare per guarire quel dolore

straniero e visionario

che fa di me quello che vuole

una volta che ha compreso il comando.

Le voci non tornano, scetate se ne stanno

i lampioni si rincorrono lungo la strada Macerata

i covoni delle mie povere idee prendono fuoco

per nostalgia di bagliori collinari

quando si festeggiava il rosso boschivo delle volpi

e la stagione s' incammina in riva al fosso.

Vorrei, più non posso trasalire sul mio sguardo che rimbalza

la distanza che mi concedo è un tiro di schioppo

un calcolo segreto tra le cose, le costole disarmate

perchè io sia sempre a debita distanza

per dare il tempo a ciò che immagino di potersi realizzare

da un momento che all' altro può non esistere mai.

Essere inabili a vivere (come i comuni mortali)

sentirsi tanto deboli da non alzarsi dal letto

solo perchè oggi si è piu tristi del solito

forse sarà la pioggia

non trovare giustificazioni tangibili

trasformarsi in nullafacenti

gli occhi dei parenti, la madre in giuria

l' imputato si alzi

giuri di dire la verità, tutta la verità, nient' altro che la verità

dico lo giuro

amen (il coro)

e poi passeggio in cerchio e parlo da solo.

Che mi vuoi capire.

Che mi vuoi capire?

Alla radio mi parlano e io rispondo

non so in preda a quale delirio telepatico.

Preso atto del mio resoconto non possono che essere d' accordo:

è meglio che io taccia, che non racconti a nessuno

quello che mi sta succedendo, Jovanotti sta già pensando a un video

Capossela mi sta cercando.

Sono a Londra, alcune tra le cose che vedo s' illuminano

come ad indicare una strada e io la seguo

sono solo, ma è come se ci fosse con me

sempre qualcuno che mi guarda, questa volta benevolo

sono magro, mi sento forte, scavalco i cancelli

cammino sui muri

non ho percezione del pericolo

come ho sete appare una birra aperta lasciata su un cornicione

la prendo, la bevo, è buonissima

un senso di gratitudine mi pervade

ci sono delle scritte per terra

qualcosa sull' amore

il vento sposta le folgie di un albero

il tronco è liscio, chiaro, come se non avesse corteccia

e la sua nudità mi commuove

prendo la strada del fiume

tra le barche m'infango

tutti gli indizi portano ad un tubo che esce dal muro

e sgocciola su una pietra che fa da altare ad una rupia

che ancora conservo in una scatola di latta

in un cassetto della mia scrivania

su una faccia c' è un bel pollice in alto.

Un barbone chiede degli spicci 

gli do tutto quello che ho nelle tasche tranne quella

e sembra che mi prenda per il culo

ma è troppo tradi, dei ragazzi in maschera attraversano la strada

una lei è scalza

un lui la porta in braccio

vorrei seguirli ma per un attimo mi rendo conto

che mi sono allontanato troppo

e non ho alcuna ideea di come tornare a casa dai miei amici.

E' come se facessi una domanda

mi rispondono di seguire gli indizi

così mi metto in cammino annusando l' aria

chiedo a un signore di colore se ha una sigaretta

mi dice di no buttando per terra la sua

e rientrando si chiude dietro la porta

raccolgo il mozzicone e me lo fumo 

due volpi mi sfrecciano davanti, le seguo

si nascondono sotto una macchina nera poi ripartono

cerco di non farmele sfuggire

quando mi accorgo che quel posto lo conosco

torno a casa dai miei amici, che saranno le quattro e mezza del mattino.

E questa mattina si va al British Museum.

Non si paga e io ho insistito per ricomprarmi almeno le scarpe

così entro scarpe nuove ma pantaloni infangati fino alle ginocchia.

Nessuno sembra farci caso

proprio come mi avevano detto le mie amiche.

Prima di entrare nelle sale ci dividiamo

e ci diamo appuntamento di nuovo lì tra un paio d' ore.

E' come se il pavimento si spostasse sotto i miei piedi mentre cammino

che mi scorresse il Mondo sotto, con strane vibrazioni.

Una guida spiega una scultura ad un gruppo di turisti italiani

con la voce di Paola Cortellesi.

Il molosso, il cane che mi piaceva tanto sui libri di storia dell' arte 

è bellissimo dal vero, è come credevo, dev' essere un antico pastore

dell' Asia Centrale.

E' tutto troppo, tutto è troppo.

Mi concentro su una ragazza carina che disegna su un foglio 

seduta davanti ad un complesso marmoreo.

Ha delle converse rosse come te in quella foto di spalle

che ancora non ho visto.

Le spade giapponesi, il rituale dell' accoppiamento

in un futuro prossimo, le sfingi.

Le scalinate che si sdoppiano, devo essere preso per mano.

In posa nella cabina del telefono.

I panini meglio delle birre, il volo di ritorno anticipato.

Alla tastiera mi chiedo, ora sarei in grado di viaggiare?

Da solo forse no, a meno di preparare un piano molto dettagliato.

Il mio assetto variabile è perdermi per strada.

 

 

*

Per esempio

-Come un film tratto da una storia falsa

come un vitello dai piedi di balsa

mi passa indifferente la vicinanza col niente

perchè ne ho abbastanza di perdere-.

Pensò per farsi coraggio ma già appena l' uscio

prese paura e la sua ombra gli sembrò più nera del solito

la stessa membrana dell' universo

cui passare attraverso per viaggiare nel tempo

sarebbe stata più comoda

e sarebbe voluto tornare a prima dell' incidente mortale

dal quale era risorto al prezzo del coraggio per continuare a vivere

ma sufficiente per continuare a parlare a lei

che esistesse o l' avesse immaginata

e attraverso di lei parlare a tutte.

Così dovrebbe essere scritto sulla lapide di qualcuno

se morisse adesso e fosse conosciuto.

Ma io, per esempio, non sono nessuno.

In fin dei conti sopravvivo.

*

Una variabile nel Kaos

La materia corpuscolare dell' Io

stratagemma di deiezioni e ripartenze

biforca la coscienza in memorie e proiezioni

nella concia del tempo.

Faccio la lista delle cose che vorrei possedere

e non supero i tremila euro

molte sono doppioni

e diluite in un campo lungo potrei permettermele

se dimagrissi (per lo più s'indossano)

è a questa condizione che nutrono la relazione con l' essere

e l'apparire.

Di come vorrei essere invece non stilo una lista

non reggo il confronto col presente

che sempre si estingue nell' attimo stesso in cui lo pensi

l' infondata percezione che tutto esista secondo i miei occhi

non tiene conto del fatto

che tutto sia maggiore della somma delle sue parti

ci si scorda che l' atto del guardare aggiunga sempre qualcosa

allo spettro della cosa guardata

spesso per rubarne un' altra.

Ho bisogno di esplodere ogni tanto

in sogni che conquistino spazio formale

di parlare con te attraversando le distanze assiderate

ma per esempio non mi pesa non fare sesso

è controverso ma la mia morale

fa delle puttane un comodo paracadute

per le proprie voglie quando diventano veri bisogni

cioè mai.

L' avevo detto che era controverso

ma anche desiderare la propria morte

dovrebbe essere disumano

eppure la vita sa diventare una tortura

se si è abbastanza sensibili al dolore.

Delegare la propria felicità a qualcun altro

è un errore, ciononostante non vuol dire che non partecipi

della natura di una verità assoluta

che ha a che fare con l' insostenibile leggerezza dell' essere

per usare un' espressione seducente

dell' essere incompleti

non autosufficienti alla propria gioia se soli

come se un determinato grado di benessere

non fosse possibile a meno che non sia generato da una condivisione:

dividere per credere.

Questa mattina ho steso i panni per mia madre

sarà la terza volta che lo faccio in trent' anni

e dal balcone guardo un pezzo di Gran Sasso

una volta la domenica ci andavo a correre

da solo, lo giuro

su e giù per la Val Maone senza culo

e le gambe sottili

oggi ho difficoltà ad allacciarmi le scarpe.

Squilla il telefono di casa, è Rossella

dice che ha provato a chiamarmi sul cellulare

ma io non rispondo ad un numero privato

quando ho la coscienza sporca, lo dico a lei

ride

mi da appuntamento alle due e un quarto

per una passeggiata al parco fluviale

e che devo fare gli esami del litio il più presto possibile

io obietto che vorrei prima finire la cura per il fegato

ma non sente ragioni.

E' forte Rossella è bella Rossella, è una brava ragazza 

e possiede il pregio inestimabile d' indossare cappelli bellissimi

d' inverno sembra una zarina, i capelli biondi, gli occhi di ghiaccio

la neve in suffragio

più che una psicologa è un personal trainer

spero di darle qualche soddisfazione, se lo merita.

Questa necessità che ho di raccontarmi mi offende

ma darle sfogo è la mia salvezza

ne sono consapevole quanto basta per non cedere alla vergogna.

Tornare in forma per essere nuovamente "agibile" per l' altro sesso.

C' è una macchia

quando mi arrabbio e alzo la voce 

mia madre inizia a fare altrettanto

e la sua frase di circostanza è:

"Oddio ma le hai prese le medicine?"

Le staccherei la testa ma me ne vado a scrivere e mi passa.

Certo perchè le medicine servono alla docilità secondo lei.

Bestemmia bestemmia bestemmia

dunque è questa la sacra ricompensa al mio resistere?

 Mi sono addormentato di un sonno convulso

erano due giorni che non dormivo

e ti ho sognata

eri appesa in cima ad un muro di una casa bianca

che aveva le pareti fatte come di pioli

e tu guardavi sotto, parlavi con qualcuno

forse Stefano e scendevi velocissima

come a suonarli a pianoforte quei pioli

sembrava che ti dovessi schiantare

ma invece avevi il pieno controllo dello strumento

e io tentennando alla fine ti voltavo le spalle

c' erano due ragazze che si dividevano

una bottiglia magnum di spumante e io le seguivo

ma i commenti delle persone intorno

erano negativi le additavano come poco di buono

mi sono voltato e tu eri scesa a terra

ma non ti perdonavo dello spavento che mi avevi fatto prendere

ed ero come bloccato

poi è arrivato Kazàn risorto ma di un altro colore

che improvvisamente tenevo al guinzaglio

e mi tira giù dalla collina per i campi

crede che ci siano delle cagne in calore

poi ho aperto gli occhi che ancora soffrivo tantissimo

e sono andato in cucina da mia madre e le dico

non mi sento bene, la mente mi dice delle cose strane

si perchè ho detto che l' ho sognato ma non stavo dormendo

avevo gli occhi chiusi nel letto ma non stavo propriamente dormendo

ero nel solito limbo che si trasforma in delirio approfittando

dell' assuefazione della volontà a certe note lunghe del buio

che non so spiegare che precedono la scalata al potere dell' inconscio

ma per fortuna non ho sentito le voci.

Mia madre mi ha detto siediti e guarda la televisione con me.

Guardare la televisione spesso mi abbassa

fino a dormire profondamente se sono steso sul divano della sala

ma un passaggio quasi obbligato attraverso il giogo delle voci

è uno dei prezzi da pagare anche se breve alla mia malattia

diagnosi ufficiale schizoaffettivo, di prima generazione a quanto pare.

Una precedente primavolta.

 La parte che vuole sua l' occhio

a maledirla

non si farebbe abbastanza

a cagione del vero

eppure sei bella

non posso negarlo

a meno

di dire una bugia

che mi faccia prigioniero.

Forse esagero se provo a fuggire in un noi

in cui io sono io e tu la parte che recito

non sto neanche troppo comodo.

Cinque a uno fuori casa è una sbornia

che ti fa passare la fatica dei chilometri.

Mi piace quando il calciatore che ha segnato

corre sotto la curva a ringraziare i propri tifosi.

Mi piace quando stai zitta e poi d' improvviso

mi fai una domanda che concerne la mia sfera più intima

di cui conosci già la risposta

per ascoltare la mia versione.

Non mi piace quando mi sottoponi al tuo test senza avvisarmi

che si tratti di un test

e quando prima ti siedi vicino poi cambi di posto.

Mi piace quando mi dai in pasto

dei lati di te che non mostri a nessuno

ma che sei bella devi capirlo al più presto

altrimenti non smetterai mai

di combinare degli amori assurdi.

Si nutre di poco la mia fantasia

e in fondo anch' io sparirò.

Cosa sei che non sei mai?

Con quella parte degli angeli

brinda a me prima ch' evapori.

Non bisogna fermarsi nemmeno davanti ai morti

con la storia di campà la vita al fosso al fiume

bisogna riordinare le idee in maniera tale

che le governi il Kaos

se me lo chiedessero

io stavo cantando

provavo la voce all' eco-nessuno

a guardarla dal finestrino questa vita

non sembra stanca di ripetersi

e i lampioni ancore per il futuro

e gli alberi diocesi surrogati di allegrie

bambini che crescono bene

nonostante tutti i consigli e le cattive compagnie.

Di miracoli si tratta

quando hai a che fare con gli apici della creazione umana

ognuno il suo piccolo apice che l' avvicini a dio

di quel tanto che ancora non conosciamo su determinate lunghezze

che ci proiettano e ci separano

dissipando gli argini delle frequenti acque comunque piovute dal cielo.

Ecco perchè di fronte ad una bella canzone penso all' autore

come alla retrospettiva di un piccolo genio

ma se ti fai sacerdote di un dio a volte puoi ingannare e ingannarti

e prenderne le sembianze e scusate se penso Bob Marley

poi ci sono invece quegli attaccanti che collezionano solo traverse

e le cui stagioni si fanno più sfortunate mano mano che le scarpette

si avvicinano al chiodo.

Il dado tratto quanto basta perchè escano sempre numeri pari

e la condanna che ti fanno scontare

è che l' unica gloria sia essere normali

quando la norma l' hanno stabilita loro da milioni di anni

ed è che tu non prenda mai il loro posto

costi quello che costi e loro di risorse ne hanno

che non possiamo nemmeno immaginare.

In quest' ottica semplicistica

la democrazia diventa uno specchietto di plastica

per allodole allevate al freddo di luci artificiali.

Ma forse è meglio non pensarci

fingersi vivi quanto basta

per far l' amore qualche altra volta

 o dormire tra i tuoi seni tra le cosce

sul tuo grembo

per tutto il tempo necessario

a una comlpeta espiazione dei peccati.

Questo è l' arrendersi che mi piace

cui mi arrendo senza scampo

che un sorriso dei tuoi capelli al vento

che passa e ci lascia distratti

dai nostri pensieri disarticolati

sul gambo di quel fiore

di cui non siamo più interessati a contare i petali

perchè il responso lo conosciamo già dal profumo

di certi sguardi increduli

coi sospiri che non fanno rumore

come se a tradirsi si facesse peccato

e la ragione avesse ceduto il posto di comando

a qualche sentire più sottile più in alto

di un comune spessore.

Perchè ti meravigli

se davanti a te resto immobile e senza parole

al cospetto del diavolo che amo?

Non me l' hai mai fatta facile

e anche adesso, anche la prossima volta

vorrai il mio scalpo.

Com' è bella la tua voce

dalle tue labbra non dovrebbero uscire mai 

parole come scopare

per tutto l' oro del mondo.

Fruscia la notte il suo canto di foglie segnate dal vento

coincide con una resa agitata di lenzuola

un piccolo tempo in cui si formano le nuvole

per il cielo che domani avranno i nostri occhi in cambio

di un' alzata di spalle.

Dì la verità, non te ne ho mai fatto una colpa

nè a te nè a mia madre e nemmeno agli amici

per quanto realtà circostanti

per il semplice fatto che ho partecipato solo io del mio dolore

il più possibile

a limiti considerati di falce alla luna

il sole in contrappeso

la visione degli opposti

il sovrapporsi delle dimensioni allucinatorie

tornare indietro a quando

mi sono tagliato le vene con un filo di scozia

non fa più orrore di una stagione mancata.

Quando ho restaurato il duomo di Atri

non ho fatto altro che pregare, perchè temevo le altezze primarie.

Dall' acropoli delle piramidi delle impalcature dei ponteggi subnormati

decretavo l' obsolescenza vagamente programmata dei mie interventi

sulle componenti lignee della struttura

e tu non hai visto un cazzo nemmeno per sbaglio

sgualdrina del tempo e dello spazio

oh mia regina.

Per fortuna c'è passato tuo zio che ha la vista fina.

T' avrà raccontato qualcosa 

lo sai che fa quel matto? Tira il dito alla fortuna.

Le cose-come-stanno esistono ma da sole no

le cose non esistono, è la relazione tra le cose che esiste

come dire un uomo senza qualità è impossibile

al di là che l'albero che cade faccia rumore se nessuno è presente.

Tutto gli è testimone anche il niente.

Se esiste da solo è tutto, se esiste lui solo ed esiste il nulla, il nulla si determina come sua assenza. Il nulla diventa quel luogo dove lui non esiste. Eppure ciò che determina entrambi è la natura della loro relazione a prescindere dalle caratteristiche secondarie di ciò che è.

Ciò che è, per essere, deve non essere ciò che non è, per prima cosa.

L' essere non deve essere il non essere altrimenti sarebbe tutto la stessa unica cosa, essere o non essere?  Il gioco delle tre carte.

Col teschio in mano e l' urgenza di andare in bagno.

La relazione regna sovrana

acqua fuoco serotonina

la trama s' infittisce di una lama

amor mio

mia vita clandestina

stipata nel fremito di un pensiero non pensato

e irresistibile

necrologio di una logica passiva

ardita via per la fine.

Chi potrà fermare la meraviglia sul tuo petto?

O condurre l' astronauta in vetta al mondo?

Dalle cime soffia il vento

fino ad investire i fiumi a valle e il mare tutto.

Intorno poca luce all' arrembaggio

il tuo profilo come chiglia

varata di legno e fiotto

controcorrente all ' ombra e all' onda

ma ci fidanza il bosco

in cui ci accoppiammo la prima volta

mala terra ferma.

Tornati a posto che da lì in poi non ci sembrò più il nostro

che non l' abbondonammo come un figlio (come meritava)

ma come un amico di fresco se non un tale di passaggio.

Filtrava non volendo il tuo cervello il mio nessaggio

e la mia volontà perdeva coraggio mano mano che aumentavo di peso.

Quale delirio scosceso percepire la propria deriva da morti!

Il giorno che ti sei arreso non ti mancavano i soldi

a testimonianza del fatto che non fanno la felicità essi stessi

se valga la pena che tu non ne venga corrotta

chiedilo al sentiero che percorri a piedi nudi nei boschi, la notte

per trasformarti in quello che sei.

Tradita dalla Luna tutte le sante volte che metti le ali

l' odore di polvere da sparo

gli impulsi claudicanti sulla pelle ancestrale delle palpebre

la corsa al riparo da ampi tuoni come d' asfalto

delle povere immagini che conservasti all' insaputa dell' ipotalamo

cordiali vessilli del tempo in cui regnasti incontrastata

consacrata alla vittoria per rifiorire tre volte

dopo aver perso i petali d' allora

quando morire significava per sempre

e la condizione dell' occidente

giustificava una tua lascivia senza vere credenziali.

Amami come fanno gli animali

percorrendo la catene delle vertebre

come certi canottieri del circolo fluviale artico

sanno fare con le acque mobili

di cui certamente ti avrei parlato

se fossimo andati a sentire i Verdena il dodici d'aprile

a Ferrara sotto le stelle

sul palato la voglia e la paura di provare

ad assere all' altezza di baciarti

proprio quando sfiamma la cometa

e il cielo non ha scampo

dove perdere i miei riguardi.

Il prossimo passo dovrebbe essere la lettura scenica

facendo leva su un processo in corso di concorso esterno

in viaggi interstellari senza scheda magnetica

sia benedetta la mia spacciatrice Messico e Nuvole

e i suoi film sottotitolati di futuro

se ancora sogno qualche volta ad occhi aperti:

dal taglio dei tuoi occhi capisco da quante volte vivi

e dalla natura dei tuoi pensieri

per chi sarai pronta a dare la vita.

Credimi siamo niente

l' abisso che ogni tanto mi circonda

sa di destino

se ti avessi vicino sarei un altro

ma sono troppo grasso

vedi il corpo quanto incide?

Questa navicella spaziale in carne e ossa.

Potessimo sceglierne la foggia!

Come quando si fa a gara a chi c' ha il padre più fregno

e io me ne esco a si allora

il padreterno gli pulisce le scarpe ad Alvaro.

Che non avrebbe preteso niente per sè

che un angolo di cielo

dove poter leggere in pace.

Ma gli sarrebbe stato accordato tanto di più

come per esempio farsi pulire le scarpe dal padreterno

che stava allo scherzo 

se un giorno lo avesse scritto suo figlio.

Come ora.

Si perchè al figlio gli piaceva di scrivere

e al padre predire il futuro da lettore

solo che leggeva soprattutto libri di storia

e il futuro lo stavano vivendo a memoria,

tecnica-mente, d' uomo.

Come tutto funziona a misura della sua impermanenza!

Ma è la vita stessa che concede interruzioni

solo a patto di protrarsi

oltre

qualsiasi fine annunciata

prima che cadesse sulla Terra

da qualche stella lontanissima

al di là di un buco nero sconosciuto

lacrima degli dei sorpresi nell' atto di commuoversi:

è tutta una finzione e io in realtà sono bellissimo.

Il gusto proibito di trovare sul dizionario

il significato di certe parole che vogliamo conoscere

il senso secondario di una presa di coscienza

io so di non sapere ma sono un buono a leggere

alla velocità della luce

a cui il nostro sguardo si tempra

a colmare certi vuoti di pregevole fattura.

Il ragazzo va avanti a svisate, si direbbe

e non è manco più tanto un ragazzo!

Tra Fantozzi e Manuel Fantoni sulle orme dei maestri

non si vuol convincere che è meglio vivere da soli

nonostante l' età dell' evidenze.

Una signora vende corpi astrali

e io ascolto in religioso silenzio.

Ci sentiamo domani,  -passo e chiudo-

la più bella poesia dei militari

in un rossissimo scarabocchio di Maicol e Mirco.

M' intercettano i pensieri

quando cado preda delle mie paure

e nulla accade per caso lo prendo alla lettera

esplorandone ossessivamente le possibili implicazioni divinatorie

in relazione alla mia condizione presente

con l' intenzione di perdermi

purchè non mi prendano per sempre.

Concedersi sprazzi di giovinezza disarmante

o di follia da trasporto emozionale

col destino in mezzo ai denti

sognare un ritorno in grande stile

tra i viventi bene o male.

Perchè un lieto fine può ridare la fede persa

non è solo una folle corsa.

Al riparo da sguardi indiscreti mi guardo morire

sperando che il remake sia una rinascita senza precedenti

di sorta, soggiogando la malaria

al ritornello di vacanze romane

impostare una dolce vita

al profumo di ora che hanno le tue dita, mia canzone egocentrica.

Chi sono? Dove sono, quando sono assente di me?

Da dove vengo? Dove vado o?

Teletrasportato nell' incognito cosmico

tengo i battiti dai polsi

segnati da un trucco permanente

mentre consegno i gradi al buio

secondo una scala d' altri tempi

di cui m' illudo di avere le redini

consapevole del fatto di avere quell' unica notte

come punto di riferimento

in cui ci incontrammo dalle mani

stringendoci

unisoni.

Il suono della tua voce

ha qualcosa di molesto e tu lo sai

non lo confonderei

ad una gara di equivoci

sembra lanciarti una sfida

che non potrai vincere

ogni volta che vai ti si rivolge in parola o verso

di diritto o di rovescio

la mano compromessa fa fatica per le righe

esco presto per tornare

in tempo per la prossima eclisse

segnali di fumo, se mi puoi capire.

Le occasioni perdute sono il sogno nel cassetto

tanta è l' abitudine

a non avere crediti.

Nel tuo reame qualcuno è perfetto?

Stai calma, siediti.

Qualcosa di perfettamente inutile

ogni tanto va rigorosamente comprata

per amor della bellezza

che non serve a un cazzo

fino a quando non l' hai incontrata

e per dare ai soldi la possibilità

di un senso secondario di gratificazione:

in camera da letto indosso la bombetta sbagliata

per scrivere di getto ad ogni occasione.

Il vezzo a volte è vergogna mal celata.

Foderare l' universo di se stessi

per specchiarsi ad ogni angolo di strada

dove andiamo adesso? Dove vuoi che vada?

pin:a colada e coca cola 

un biglietto di sola andata 

per il lato oscuro della Luna.

Queste stelle degli innamorati

stanno al sicuro nel cielo

finchè non cadono

solo allora si rendono conto

della lontananza col passato

che le ha derubate di una memoria dell' origine.

Quando ci siamo incontrati la prima volta

tu com' eri vestita?

Senza rifare i Soldi Spicci.

La mia memoria selettiva

fa le carte in primavera.

Futuri sinistri faranno di noi dei mostri

se non avremo il coraggio di compiere scelte migliori

costi quello che costi

non ha prezzo quello che vuoi

perchè volere è il prezzo da pagare

per chi partecipa di una vita intera

a sua maestria.

Forse dentro me cambiano le cose

e tutto quello che ora ho

non è ancora vita

farla finita per così poco

sarebbe una scusa però

e non ho ancora visto gli ufo.

Passare la notte leggendo 

per scoprire in fondo chi siamo

dalle pene di due innamorati

a cent' anni di distanza 

dall' ultima veglia di coralli

voluta dalla Luna sulla spiaggia

per il suo compleanno

dove capimmo che il tempo ha un suo coraggio per tutto

se noi inguaribili romantici.

Invalido civile, un lavoro come un altro

direbbero Ficarra e Picone

spesso mi viene da ridere a pensarti con un altro

però poi mi viene da piangere 

sono fatto come fossi fatto di grandine

a cazzo di cane 

ma se faccio il miracolo di tornare magro

poi senza rancore

voglio vivere una vita migliore di questa

almeno per quanto riguarda quegli aspetti su cui abbia un effetto benefico una migliore efficienza del corpo.

Allacciarsi le scarpe, allacciarsi al tuo corpo.

Che poi mi trovo come sempre ai margini del nuovo

confidando in ripartenze senza alibi di pensiero.

Creamy è un incantevole colpo basso degno di un genio.

Da bambino me ne innamoravo sognando

che un giorno avrebbe cantato le canzoni che avrei scritto per lei.

A vent' anni, io un po' più grande, avremmo dato una svolta grunge.

Creamy camicie a quadri e i primi segni di una depressione acuita dalla confortevole dipendenza dall' alcool e la marijuana terapeutica coltivata in casa. Acconciature più sobrie, accordature rock.

Per riscoprire più tardi la tradizione dei cantautori.

Quando i giochi sono fatti vedi la mia fantasia che brutti giochi mi tira

che differenza c'è tra me ed uno stalker vendicativo?

Con l' ultimo mio grido animale pronuncerò il tuo nome

per la strada a sconfinarne un senso sull' asfalto proletario.

La stagione dell' amore ha smesso di luccicare.

E mi sorprende nell' atto caricatura di essere umano.

Posso releazionarmi a te come un qualunque altro essere umano?

E se posso perchè ancora non lo faccio? Dunque sono pazzo.

Ma ci sarà un motivo, uno spavento primordiale sepolto nella memoria

quale incantesimo. Non può essere solo paura di un gran rifiuto. 

Ho capito. La paura di una paura è di essere tenuto per un periodo di prova in cui m' innamoro e tu invece mi stai giudicando e poi venire scartato per non essere all' altezza, del predicato. O questo è già accaduto? Come ci si comporta e come tutto torna, cambiando gli atomi, è uno spettacolo. Fuoriesce la vita come succo di frutta dalle orecchie tese nell' ascolto di una canzone lontana.

Voglio dire alla fine ho tanti problemi, potrei concentrarmi sul tentare di risolverli. Ma ogni volta che la vedo o la sento o immagino di lei, mi si accende qualcosa. Però se ne parlo così la spoetizzo e mi sembra sempre di più una ragazza normale, bella per carità, intelligente chi lo nega ma come ce ne sono tante. E' come se dovessi perderla per poter permettermi di trovarla un' altra volta, nuova, senza tutte quelle aspettative e quei pregiudizi che ho coltivato nell' orto della mia fantasia. Si ma alla fine chi me lo fa fare, non basterebbe che la dimenticassi?  Tanto non sarei pronto per una relazione, troppo brutto, troppo malconcio, troppo grasso.

Non sarà un' avventura la ascolto come allora e tu in effetti rispondesti di si alla mia domanda se mi stessi prendendo in giro; non hai mentito eppure mi sento tradito. Chissà chi sei? Davanti a te c' è un' altra vita

e devo farla finita di scrivere tutte queste sciocchezze.

 -SCIOCCHEZZE E' DA FROCIO CAZZATE DI MERDA PORCO...!-

Bestemmia una voce così forte e da un luogo così segreto della mia mente...che mi cago addosso come atto di fede.

-alzati coglione portami a fare un giro-

Cosmogonia quantica, messinscena post aristotelica,

fatto sta che eseguo.

E' come prima e dopo aver fatto sesso

la conoscenza carnale ti apre un mondo e non sei più lo stesso,

ugualmente vale per il fenomeno voci.

Un' unica relazione in più può incrementare d' infinite possibilità di senso il tuo precedente sistema di relazioni.

E' così che è vero, semplicemente, è in questo modo che non si arrende.

E' alla base del concetto di espansione dell' Universo (Multiverso).

Ecco perchè all' inizio, durante le tregue, ti domandi sempre più spesso perchè e da dove.

Anche se non vuoi la voce rimane e con quale parte di te non vuoi che rimanga non conta, dopo amplia riflessione. Tu non sei più tu soltanto.

Abbiamo ospiti a serramanico caro il mio Patroclo o gloria del padre.

Parlare con se stessi senza aver paura di ingerenze interne diventa impossibile. Esser solo si colora d' abisso. Non voglio testimoni per i miei pensieri inespressi e invece ho questo piccolo dio o diavolo che mi legge nel pensiero dall' interno, maledetto.

*

Categoria sketch

Così credeva che con un altro corpo

sarebbe andato anche con la Madonna incoronata

come Giuseppe, che infatti era stato un ragazzo bellissimo

ma in realtà di Giuseppe aveva solo le corna

pur non essendo stato mai con nessuna

e una percezione distorta della sua persona

lo condannava alla sfortuna come variabile del caso

o ad una competizione surreale col Padreterno

che avrebbe perso per mancanza di stimoli.

*

Con un dito solo

Torno spietato come quando non avevo credi cui compormi in stile di vita, la mia mano destra diocristo, un fascio perplesso di cicatrici, non assumo terapia da tre giorni e domino i rancori senza l' ausilio di voci pasciute nel mio limbo degli infedeli, salvami salvami e non mi salverai ma non provo dolore, due velocissime flebo di antibiotico ma nessun antidolorifico a ricordarmi che sono pur sempre un toro, un toro grasso, un escursus ardito antico, sono nella fase padrone del mondo e vi perdono per essere esseri da poco. Quella cosa si, quella cosa l' ho risolta, ho lanciato l' ultimatum agli abitanti del pianerottolo, ah sulla faccia della terra quale lauto compenso, sette vergini di striscio, l' intolleranza alla benemerenza e ho voglia di fumare ma prima mi devo tagliare le unghie, prima che mi esplodano le dita, la promessa del professore è che potrò tornare a stringere il pugno per colpire forte la tua faccia di cazzo, sangue, sangue dalle mie vene alle tue per farti capire una volta per tutte che non mi basta mezzo mondo. Anestesia baciami ancora -guarda muove il mignolo- tutti lo sapevano tutti lo sapevano che ero pazzo: una strana forma d' amore persa in due occhi di ghiaccio, ah come ridi, barlumi di stelle dalle pieghe delle labbra come avessi appena succhiato tutto il cielo in un solo orgasmo di pochi di pochi tendini. Complessi d' inferiorità in amplessi di felicità grottesca come tramutare il piscio in vino a sbaragliare la concorrenza. La verità è che dovete avere paura di me per grazia ricevuta.  Sono l' oltraggio che non va più di moda: com' era Modena? Incontinente di pioggia, blandita mestizia di provincia col cancro. Narciso? Si fossi bella come te si, mia Patagonia, in agonia per il plettro di un bacio e una chitarra che non ho mai suonato, se vi odiassi adesso morireste tutti nei vostri scrigni di plastica, ma che freddo fa ed è solo ginnastica, non mangio più a partire da adesso se la contropartita è la forma abbasso anche le transaminasi dell' anima. Diavolo di un cinico quante frecce al tuo arco! E' che mi sono rotto il cazzo di essere buono, mi prendi in giro? No ho delle difficoltà ma non vorrei mai che di tutta questa storia ti restasse il messaggio che ti ho preso in giro, guarda se così stanno le cose te la offro io la soluzione: devi pagare regolarmente. Questo gesso non gesso e la mano torna prensile per intero, ha dei tagli magnifici, dei sortilegi per nuovi fantastici suicidi. Non mi capisci non mi hai mai capito, hai avuto intuito e io l' ho scambiato per miracolo perchè non avevo idea di essere così facile (e invece sono complessissimo): due cose voglio, essere dio e che mi ami perdutamente, in ordine sparso di appartenenza al mito. No guarda se non conosci il dolore non sai un cazzo, sapessi pure a memoria la tabellina dei gradini della scala che conduce al paradiso, perchè il dolore è fonte sublime, inesauribile d' ascesi, lo scrivo con la sinistra perchè la mano destra l' ho lasciata all' inferno, mentre un mare di sapiotti mi spiega la vita senza aver mai versato una lacrima se non per aver perso un' asta per un paio di scarpe alla moda. A lezioni di vita da me, con tanto di rubrica sul fattore quotidiano, Alessandro Adielle il console la lontra e dritta quella schiena recluta matricole! Visionario al punto di vedermi bello quando ti prestavo la giacca per ripararti dal freddo, fedele all' ovile di sempre. Andate affanculo maledetti ricordi, io voglio vivere tutti quegli amori che m' hanno negato anche un istinto di primavere ardite ance se non saprò rispondere al richiamo delle foglie le prenderò dalle radici le tue ossa bastarde. Amo e non amo, amo e non amo, come in un gioco di contrappesi fossili. Lui si prenota capite? Lui si prenota per un eventuale restauro, eh ma la valutazione della casa te la fa gratis, una parolina qua una parolina là e tutto cade a pezzi. Il polso in posizione di scarico per cinque giorni e poi si torna a marcire o a tirar fendenti. Tutti a farmi pesare quanto gli sia costato prestarmi aiuto ma se mi rientrano i guanti di pelle nera giuro che non lascerò impronte. Una lama sulla propria pelle a tagliare ma sai quanta forza ci vuole a non provar nessun dolore? Dominio di sè ma perdutamente sè, se puoi capirmi, se c' è qualcuno in grado di capirmi in questo cesso d' altri tempi. Quanto ho sofferto non lo sa il corpo, da diventare pazzo tanto che a un certo punto lo sono diventato carissimi Pinocchio. Dice fa se scrivi così è perchè non hai preso le medicine come mia madre mi da del matto tutte le volte che alzo la voce non altrimenti quando esco a cercarmi un lavoro o a portare fuori la spazzatura, certo a furor di comodo. Di qui la moda di sussurrare alle tenebre. Il mio livello di sopportazione è tarato a livello suicidio, morte dopo morte, abbandono dopo abandono, tradimento dopo tradimento, rifiuto dopo rifiuto, delirio di un delirio, e il tuo e il vostro? Vedo in giro tante miserabili ancelle del falso. Il mio solo cuore è patria che mi basti, del resto quanti sputano in bocca ai propri fratelli?

La prima cosa che ho reimparato a fare è stata rullarmi le sigarette da solo perche ogni vizio è affare privato, dal mestiere di vivere al farsi una canna.  Il messaggio si autodistruggerà entro un numero variabile di ore che non ho alcuna voglia di calcolare, da domani di nuovo pastigli e chi si è visto si è visto.

*

Lettera a Sara

C'è una proporzione tra le forme del tuo corpo, retaggio di antiche parsimonie, che non necessita preamboli. Consumo le mie retine nel tentativo di tessere una tela che possa imprigionarne l'immagine, la tua pelle tutta intera, tutta in una volta, per farne un sol boccone ma risultano vane le prove di portare in dietro il tempo fno al punto esatto in cui niente ancora s'è prodotto e tutto puo' accadere. La nascita di un pensiero, una stella che esplode nel cielo ed io, che non riesco a trovare un lavoro. Avessi conservato almeno una foto.

Fai progressi lontano da me, lo so e l'ignoro.

Questo mondo che si srotola, che scioglie le sue bende per far prendere aria alle ferite, perde di coraggio e credenziali.

Dove andremo a sbarcare il lunario quando anche quell'estate che non si arrende sarà finita? La memoria mia che m'inganna, il ricordo del peso del tuo seno nel palmo della mano vuota, lingua in bocca come falce e parlare piano con il grano delle dita, quante spighe abbiamo piegato in quel campo!

Ma vedi, la mente vacilla a considerare dell'alba anche solo la pallida luce che cinge il mattino, ad un primo sguardo distratto.

Cosa chiedi nelle tue preghiere, nel segreto gratuito di lenzuola fresche?

cosa ti corrompe? Il desiderio di avere una seconda possibilità di vivere tutto da capo forse? Mai nessuno che conceda un premio a chi non ha vinto mai, nemmeno un dio buono come il tuo si produce più in miracoli, te ne accorgerai.

La ferocia di questi giorni squassa il petto in conati, credere al futuro non è mai stato così facile, perchè il futuro non esiste, se non nel cuore debole dei semplici. L'unica musa ancora in vita la statistica.

Non c'è un luogo al mondo dove coltivare con profitto le proprie perplessità.

Ti ricordi quando credevamo che l'amore ci avrebbe salvati?

Bei tempi quelli, scoprire che sarebbe stata l'ultima buona occasione, per essere infelici insieme, mi ha fatto un certo effetto, col senno di poi; d'altronde, cercare altrove il segno di una propria redenzione individuale, è stata una scelta obbligata per una natura come la tua, che hai creduto alle favole solo per il tempo di crescerle. A proposito, non c'è niente di vero nelle collaborazioni tra i cantanti, a parte il profitto delle case discografiche.

E noi che ci ostiniamo ancora a cantare le canzoni quando siamo tristi o ci raduniamo in piccoli branchi attorno a una chitarra, su spiagge desolate!

Essere felici è una condizione disumana, il fatto è che abbiamo badato alle parole senza ascoltare con cura la musica. Ci sta bene non trovare pace se non nella sospensione artificiale della nostra condizione più usuale: ecco a che servono sostanze: mentirsi per tirare avanti fino alla prossima secca, con l'acqua alla gola mentre il mare invecchia.

Troppo cose si devono sapere, e come tenere in mano una matita e come brandire un forcone, con la fretta d'imparare prima che ci vengano i calli, la testa sulla Luna, i piedi nel fango.

Come sono stanco, eppure non faccio nulla per redimermi, galleggio tra un bene e un male imparati a dottrina da una signora troppo bionda, per essere sincera fino in fondo.

I campeggi con gli amici, quelle sono cose da fare, sempre che mantenga la bella stagione o ti regga la pompa; saremo così tristi domani e per motivi così saggi, che c'insegneranno la tristezza.

La mia condizione? La solitudine come stato della mente, con la consapevolezza che cambiare dimensione sia possibile.

Cosa sono disposto a perdere se non la ragione, cosa sono in grado di vincere?

Capita anche a te di parlare a volte, come se volessi insegnare qualcosa a qualcuno, se fosse mai possibile, anche quando ti scopri a parlar da sola?

Io faccio il presuntuoso con me stesso, dopo aver giurato sul tuo collo, che l'unico atto di superbia in vita mia sarebbe stato quello di impiccarmi all'albero più bello del bosco. Lo sto ancora scegliendo.

Sento dei cani abbaiare e sono quieto, seduto a scrivere, penso che voglio che smettano, se non stanno segnalando un pericolo. La televisione svogliatamente accesa su un canale musicale, un portone che sbatte al piano di sotto, l'ascensore che si mette in moto, progredisce un meccanismo. Il vento attraversa la casa da una finestra aperta all'altra in piccoli vortici domestici, oramai conosce la strada a memoria, l'accendino fa il suo dovere a intermittenza e mentre tortura l'ennesima sigaretta, mi godo lo spettacolo di un piccolo fuoco alle prese col vento: più sadico che sedotto, le pareti della mente che scricchiolano.

Dal bagno viene un buon profumo di pulito, quasi quasi entro, mi guardo allo specchio, non mi riconosco, mi chiedo perdono e vado a dormire ma il tempo lo trovo, per perdermi di nuovo in congetture senza senso che mi mettano sete più di quanto non abbiano fatto Bacco e il mito del bere.

Salute, un brindisi notturno con un vino torbido da supermercato, bevuto a collo, fresco di frigo; ci si accontenta di poco in tempo di crisi.

A cosa si riducono le nostre aspirazioni?

Dov'è finito lo spazio per i sogni? Sui banchi dei concorsi, nelle corsie degli ospedali, in fila sulle rampe che non portano più a niente, il ponte è interrotto nel vuoto e poi si cade. Nello stagno del mio inconscio faccio il bagno con le carpe.

Una blasonata agenzia di lavoro interinale mi offre di andare a raccogliere pomodori in nero ed accetto per vedere dove andremo a finire e mi viene da rimpiangere quel lavoro regolare che ho lasciato.

Quando ho perso quel treno non sapevo che il prossimo sarebbe passato tra una vita intera, eravamo alla stazione ma dormivamo tutti, come si canta, badando bene di aspettare all'ombra.

Sali scale scendi le scale ma ti trovi sempre allo stesso punto, come in un incubo. Posso uscire dal gioco senza farmi del male?

C'è da pagare un pedaggio. Parola senza volto, di un controllore ignoto o del grande fratello?

Ho scordato di fare il biglietto ma ammetto che un po' l'ho voluto scordare,come capita coi sogni, una volta che ti svegli, mai che riesca a segnarti un numero.

Se me lo domando quand'è che mi sono perduto, mi rispondo quella sera che ti ho vista sulle ginocchia di un altro e ti ho tolto il saluto ed ho perso il coraggio e l'attitudine. Ma mi diverto ancora a selezionare le stazioni per radio, in base a quanto il programma in onda sembra che mi capisca nel preciso istante in cui lo sto ascoltando e non è facile, siamo pianeti così distanti, isole perse nel mare mentre tutto si trasforma. Farenight a che numero civico bruciano i libri oggi?

Chi ha voglia di rogo sta notte non dorma.

I versi di quali poesie scorderemo di mandare a memoria?

Quanta destrezza ci vuole per scanzarsi dalla vita.

E dire che nel m'ama non m'ama mi ero allenato tanto da aver acquisito la capacità di cogliere solo i fiori dai petali dispari, in un prato li riconoscevo ad un primo sguardo, mi sorridevano, poi all'improvviso non li ho più visti.

Poverino, se questo è un uomo, con la paura che facciano del mondo un unico campo di concentramento ma con tutti gli agi che i soldi possano comprare: l'ora d'aria roba da ricchi, difficile trovare il tempo per leggere e il governo certo non migliora le cose, e la loro forma e la loro sostanza si scambiano di ruolo in un corso senza rotta.

Attuare il controllo, nonostante la nebbia attorno agli occhi e le occhiaie sotto ed emanciparsi dalla schiavitù di un lavoro, questo dovrebbe essere ordinario ma c'è sempre qualcosa che ci giustifica, anche seguendo nessuna logica, se facciamo quello che facciamo, qualsiasi cosa sia. La natura, andarle contro, la vita, darle torto,cambiare tutte le regole purchè vincano sempre i più ricchi i più forti e la legge dalla loro parte a custodirli vergini; non siamo stufi noi che viviamo ai margini?

Kerouac mi guarda di sbieco da una copertina di un libro che mi hanno prestato, il sogno vuoto dell'universo, parcheggiato su una mensola del bagno in un angolo asciutto; a che gioco stai giocando? Mi chiede dalla foto, con sguardo acuto. Tutto è possibile e mi sembra dipenda da ognuno di noi in percentuale così piccola da non poter essere vista ad occhio nudo, che valga la pena lo stesso continuare a parlarsi addosso? Quante domande senza senso affollano la mente senza passare dalla bocca; per esempio, bussando alla porta di quale paradiso troverai conforto per le nocche? Bocca mia taci.

Eppure l'estasi io l'ho provata, quella notte ai confini del sogno, di fronte al cielo vestito di stelle volanti, con te in ginocchio davanti che dicevi ti amo a bocca piena, benedicevo la tua maleducazione, chiudevo gli occhi per sentire meglio il tutto ingoiarmi e fare esperienza del vuoto. Una goccia di mare stesa a prendere il Sole, ancora per poco.

Cara carogna ti spolperò viva in un ossimoro cannibale, non appena mi avrai reso immortale, pensava un pensiero laterale senza padroni.

Il sesso un rituale, un convenevole mistico per sprigionare bagliori.

Non mi sono mai sentito tanto libero come allora che ero in tua prigionia.

Con quanta boria non ho più la tempra di saper concedere un tale potere:

donna, poca vodka nel bicchiere e troppa nelle mie vene che tremano dalla voglia di vedere i colori cambiare, luce nei miei occhi a strali fitti, consistenze che si abbandonano a una diaspora sacrilega, la realtà, questa sconosciuta, che si disgrega, la mia mente che galoppa, rivolta al moto sconveniente dell'inseguir se stessa, senza che nè la fuga nè la caccia lascino una traccia, scia della cometa, bava di lumaca; ogni mossa lascia gli strascichi che merita. 

E questo fare della mente che produce se non esce mai da essa? Scorie, pubblicità per il mercato dell'invisibile.

Quando mi piegherò senza spezzarmi più sarà trascorsa già la dolce stagione dei rimpianti. 

FINE: stretta di mano, pacca sulla spalla, bravo coglione tira la carretta e guarda avanti.  Quante ne abbiamo passate, Sara ti ricordi?

Come fermo in un tempo fuori dal tempo, le possibilità proliferano senza alcun controllo perchè nulla si traduce in atto ed io le osservo seduto in un angolo.

Non hai scampo. Il potere di creare idoli, quello di scacciare demoni, andare a scovare nella storia dell'uomo i loro prodromi, ne avessi avuto il talento.

Come da consuetudine confondo allucinazioni per miracoli, mi prendo i fischi, m'attacco ai fiaschi e sogno applausi ma l'illuminazione nel delirio resta estasi. Un rapimento mistico e sensuale come dicono i maestri che mi sciolgono la lingua per leccare le ferite: io frazionato, il figlio dell'uomo, rinnegato da Nessuno ho accecato Polifemo e sono stato una dea dal ventre piatto e i seni tondi e mille braccia per accarezzarli tutti i miei fratelli, io la sostanza che mi entra in circolo nel sangue e altera la relazione con tutto quello con cui entro in contatto, pazzo come l'unico toro scampato all'olocausto immolato sull'altare di un falso dio; vieni nel mio mondo ho un mantello scuro per proteggerti dal freddo e confonderci col buio.

Quanto sono veloce quando mi sembrate lenti, come cani in autostrada sempre in cerca della roba, mentre sfrecciano le macchine e nessuno mai che vi raccolga. Non c'è più alcuna differenza, il pensiero genera la materia, è materia chi lo genera. Il principio, prima dello scorrere del tempo, ha ragion d'Essere? 

Quante distanze e chi le consola? Siamo atleti così diversi sparsi per il mondo, le gambe stanche, le mani giunte, ognuno a pregare il suo proprio dio a caval donato, nel momento del bisogno. E gli universi paralleli che c'entrano? Finestre che guardano le une sulle altre scambiandosi per specchi.

Chi mi riflette, chi cosa?

Chi mi riflette, chi cosa?

La voce del mio eco o l'eco della mia voce?

Il nome della rosa è rosa.

E' una questione di ritmi in metrica e convenzioni accettate per comodità.

Prendi il D.N.A. che vuol dire? Il codice della vita, il genoma umano.

Essere rappresentanti di un'ignoranza dominante che passa il tempo a dividersi il senso della propria solitudine, quando non si estingue.

Siamo fatti più di vuoti che di pieni, un aggregato di particelle mobili, mi è capitato di sentirle vibrare, da non confondere col tremore delle mani quando ho provato a sfiorare l'amore, cara Sara. Com'è bello il tepore del tuo abbraccio, lo ricordo come fosse ora, ha qualcosa di cospicuo e d' imponderabile; non lasciarmi andare fino a che il mio corpo non abbia raggiunto la giusta temperatura per sopportare al meglio un nuovo abbandono.

Ma che freddo fa ma che freddo fa.

Come stai cacciatrice e valchiria, regina dei camaleonti? Ti ho sognata che lanciavi strali, ti ho sognata che dividevi mari eppure mi dicono che hai messo la testa a posto oggi, vai a letto presto e non ti lamenti, reciti le preghiere prima di addormentarti, una vita normale, sono io la variabile che non ti aspetti, che riscrive il finale.

Volevo che tu sapessi che ho avuto sfortuna e un contrattempo, quel giorno che ti ho lasciata ad aspettarmi sull'altare ma lo sai all'epoca dei nostri fraintendimenti ero volatile, non avevo consistenza e odiavo lo sposo.

Da allora sono cambiato, ho perso l'abitudine di creare realtà alternative non condivisibili in cui immergermi. Mi sono curato ma questo lo sai, tu mi hai obbligato a farlo, certo ho perso i poteri ma si deve pur rinunciare a qualcosa.

Sono tornato a scrivere con le virgole e il caravanserraglio della punteggiatura, anche se lo vivo come un limite , un morso messe alle parole che altrimenti correrebbero via libere senza badare troppo a che il testo che compongono risulti comprensibile, chi ha orecchi per intendere...

Comunque mi manca quel disordine maniacale ma devo ammettere che ho guadagnato in pianificazione , che scherzo del destino che sia proprio tu a farne le spese! Quando eri la mia musa m'approssimavo all'assoluto in volo icarico e sentir bruciare le mia ali era un giusto prezzo per il Sole, quante volte sono caduto ed ogni volta che schianto che ero! Tu non puoi non ricordarlo, all'epoca ancora ti piacevo o stavi già fingendo? Cosa importa adesso.

Come avrai notato, nonostante i miei soliti sproloqui, non mi sono abbassato all'invettiva ma che duro colpo quando m'hai lasciato per quell'altro, il cosiddetto padre dei tuoi figli e che dolore quando mi hai fatto internare, congelando la mia parte di eredità, una pugnalata alle spalle e la lama del pugnale intrisa di veleno, come ho fatto a rimanere vivo è un miracolo. Si fa per dire. Alla fine è una questione di scelte e le tue ti hanno condotta qua, non propriamente un bel posto, anche se ti assicuro che è stato scelto tutto con cura, anch'io ho detto la mia.

La cerimonia funebre la immagino davvero emozionante, la chiesa piena di fiori, le persono che t'hanno voluto bene. Il prete spenderà parole bellissime prendendo a piene mani dalla bibbia, io piangerò anche e tuo marito mi verrà a consolare, che brava persona.

Dopo che tutti e saranno in tanti, avranno portato il loro saluto, allora giungerà il mio momento, un rischio, un colpo di teatro.

Non pretendo che tu possa comprendere il mio fremito, quando lascerò scivolare questa lettera con l'accendino nella tua bara, stando attento a che nessuno se ne accorga e giusto un attimo prima che la chiudano per sempre ma credimi sulla parola, se ti dico che lo pregusto dal giorno stesso in cui l'ho pensato la prima volta, un battito raro da prima comunione, da esame del sangue a stomaco vuoto e scusami se non trovo parole migliori ma i tempi sono stretti e mi risparmio per il gran finale.

Il primo esame, sala mortuaria, lo hai passato a pieni voti, bella come la Luna, immobile, serena, non hai fatto un fiato. Ti immagini ti svegliavi?! Chi sveniva, chi si segnava e gridava al miracolo, che volgarità, che cattivo gusto, io poi nemmeno ci credo. No no, non scherziamo, il veleno shakespeariano che ti ho versato nel bicchiere di spumante, durante quell'unico brindisi che mi hai concesso, al ricevimento per il battesimo di tua figlia, sta facendo e farà fino in fondo il suo dovere, ci mancherebbe, m'è costato una fortuna e io non vedo ancora una lira per colpa tua, oh mia Giulietta. Cosa non si trova su internet. Morte apparente per improvviso arresto cardiaco, dipende dalle dosi quanto tempo dopo ti svegli dal momento del dichiarato  decesso, io sono andato largo, pozione da tre giorni,bastava anche da due che domani t'intombiamo, ma sai per stare sicuro e che non si dica che sono avaro, ho pensato, problemi di rumore non ce ne sono, loculo solido, pareti di cemento, zona fuori mano, oh al massimo, se si sveglia dopo, si sveglia con la fame. Ma poi un poco di digiuno ti fa bene, il corpo spurga, si fa la bocca a più ardue privazioni. A proposito, prima che i tuoi teneri polmoni consumino tutta l'aria nella bara, ti consiglio vivamente di leggere queste parole, che ti facciano compagnia. E se ti starai chiedendo perchè, arrivata a questo punto, ma perchè ti amo e non posso vivere senza di te, amore mio o se ti piace di più, perchè sono matto e ho voluto vendicarmi, scegliendo di essere cattivo.

"Le cose cambiano, è nella loro natura, sedotte da nuove storie d'amore si rassegnano all'imbrunire", cito testualmente, sono parole tue giusto? Rassegnati anche tu. Per dimostrarti che non ti porto rancore, ti dedico un'ultima poesia e giuro di non renderla pubblica, è solo tua (che culo!).

 

 

 

L'esercizio delle virtù

 

 

 

Pregato a lungo che il tempo donasse il suo commiato

con le armi in pugno

e il fiato solo per cantar della guerra arte e vanto

ti vedi nello specchio

un cenno di saluto ti scopre mortale

non un sussulto

ma un deprecabile difetto che non t'abbandona mai

cos'è l'amore se l'hai stretto tra le mani?

se t'è uscito dalla bocca?

si guarda ma non si tocca quel che brucia 

come sale su una ferita aperta

che la cura è l'obbedienza

a un comandamento sempreverde

non sei morta non sei morta

la sconfitta non ti arrende

sei più scaltra di una giovane vittoria

chi ti prende poi ti perde

capisci adesso perchè non cerco i tuoi occhi 

che pure mi spargi davanti come liquidi neri tranelli?

il tuo nome è un futuro senza accenti

ho paura di farmi  male solo a dirlo

come sei bella come sei bella

e il modo in cui lo sai e non lo sai è un atto di forza 

che fa il verso alla grazia senza offenderla poi

l'irrequieta destrezza dell'anima tua nel farsi carne ed ossa senza passare dal via a perdifiato mi fa a pezzi 

mi consuma 

le mie parole lo sai sono senza padroni

nè terra nè casa per loro nè tomba

allora perchè s'inginocchiano all'altare della tua gola pregandoti le labbra?

dammi un bacio anche se scotta

stringiamo un patto un' alleanza 

ma ti prego fa qualcosa 

da signore a schiavo nel giro di una danza 

che ho ballato tutto solo

a questo punto che differenza vuoi che faccia vivere o morire?

tanto nemmeno in cielo pretendo ci sia chi mi perdoni

per aver tentato in vano

che tu non mi facessi soffrire

disarmato

mi vedo nello specchio e tremo

perchè t'amo io ti amo

ma tu non mi rifletti.

 

 

 

Spero ti sia piaciuta, sono certo che ci rivedremo presto, sono un poco in imbarazzo, come si saluta in questi casi? Riposa in pace è una pacchianata e poi è da vecchi, io ti dico ciao.

Sento le tue grida.

In fede, il tuo fratellastro.

Hai notato quanto suona sinistro il termine fratellastro?

 

 

 

FINE?