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Raccolta di testi in prosa di Fabrizio Fabbroni
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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Signora Ingrid

Dai ricordi del 1997. terremoto in Umbria. Capito' che il gruppo di coordinamento di Foligno, non ci inviasse solamente a fare sopralluoghi, ma anche a portare aiuto in luoghi sperduti delle montagne sopra alla citta'. Cosi' una mattina mi capito' di dover guidare un piccolo camion, pieno di ogni cosa per il sostentamento delle persone, e di seguire una camionetta della Croce Bianca in un lungo giro. Erano passati due giorni dalla prima violenta scossa ed altre ve ne erano state, nell'area che avremmo visitato vi erano molti piccoli agglomerati di case, con pochi residenti, in cui nessuno ancora era andato. Non si sapeva nulla di cio' che potevamo trovare, dalla ricognizione degli elicotteri non sembrava ci fossero grandi problemi, invece di problemi ne trovammo e tanti. Prendemmo la strada per Colfiorito ed alla prima indicazione prendemmo a destra, la strada bianca era erta ed il camioncino procedeva in prima molto lentamente, la camionetta andava avanti e ci aspettava se ci fosse stato qualche problema o incrocio. Il problema ci fu quasi subito, due tronchi erano caduti ed ostruivano il passaggio, gia' si pensava di dover tornare indietro, quando si senti' il rumore di un motore: erano due mezzi dei vigili del fuoco, che erano stati mandati a portare soccorso in quella zona e che ci avrebbero seguito nel nostro giro. Problema superato, si riparte, incontriamo alcuni gruppi di case, che non hanno grossi problemi, le persone ci aspettavano e diamo a loro quello di cui hanno bisogno, li ascoltiamo e portiamo un po' di conforto. Andiamo avanti, la strada diventa poco piu' di una mulattiera ed il camioncino fatica a procedere, arriviamo, dopo una stretta curva in vista di un piccolo agglomerato do case, qui i danni erano notevoli. Di cinque case solo una e' rimasta in piedi, ci fermiamo in una piccola radura a ridosso del muro di cinta della casa che era rimasta intatta e di fronte a due tende da campeggio. Dalle tende escono alcune persone, dalla casa altre persone, in tutto una ventina, a dire la verita' non ci accolgono benissimo, uno di loro con l'unica macchina salva era partito per Foligno per chiedere aiuto e non si era piu' visto, ormai disperavano che arrivasse qualcuno da loro e si erano dati da fare e si erano organizzati, grazie anche anche alla disponibilita' della proprietaria della casa salva. Conobbi Ingrid, signora olandese, che, dopo la pensione, aveva lasciato l'Olanda e casualmente aveva percorsa quella strada di montagna, si era innamorata di quel piccolo gruppo di case e ne aveva acquista una, l'aveva ristrutturata secondo le leggi, ed oggi era l'unica salva ed aperta ai suoi vicini meno fortunati. Anche qui demmo tutto quello che era necessario, i vigili attaccarono una unita' per la corrente elettrica e verificarono la stabilita' della casa. Divenimmo amici, io e la signora Ingrid, e fu l'unica volta che lasciai il mio numero di cellulare. Con lei ci sentimmo spesso, ci incontrammo volentieri a Foligno per un caffe' e per un racconto della nostra vita, poi un giorno vendette tutto e riparti', mi disse che la nostalgia e' un sentimento che non si puo' nascondere, non ci sentimmo piu'. Addio signora Ingrid.

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l’uomo ed il tempo


“Avvenne che l’uomo scopri il tempo”.
Comprese che la sua vita, come ciclo vitale risiedeva nel tempo.
Comprese l’alba, il giorno, la sera e la notte, comprese anche se stesso, le sue mutazioni, la sua crescita, la sua morte. Il tempo, quindi, segnò lo scandire della vita di ogni essere vivente, in particolare dell’uomo, che sin dalla sua primitiva evoluzione visse con il ritmo del sole, venerandolo. Non comprese, subito, il suo movimento se non riferito al cielo, ma comprese la sua importanza vitale, il sole divenne uno splendido carro trainato da cavalli maestosi che solcava il cielo. La vita scorreva e l’uomo si evolveva ed il sole continuava la sua cadenza temporale del giorno e della notte determinando il tempo con il suo ritmo. Accadde qualcosa, l’uomo si scoprì abitante di un territorio sempre più vasto dove le percorrenze e le conoscenze dilatarono il tempo, non si viveva solo di giorno e si dormiva di notte, ma occorrevano più giorni e più notti per percorrere vie strade e raggiungere città. L’aggregazione degli uomini formò piccoli nuclei di gente, con funzioni diverse ed il tempo si frantumò, non più dilatato, ma divenne puntuale nello svolgimento di varie funzioni che servirono alla comunità. Nacque la necessità di segnare il tempo, di sapere il momento della giornata destinato ad una particolare funzione, ancora il sole divenne l’elemento vitale. Infiggendo un bastoncino nella sabbia, e segnando dei punti di riferimento, la vita, di giorno, divenne cadenzata dal sole e dall’ombra. Sorse la necessità di circostanziare il tempo, non bastava più il sorgere ed il calare del sole, il suo creare ombre corte e lunghe. La vita dell’uomo aveva bisogno di un’organizzazione temporale più certa e precisa, e nei secoli rivolge la sua attenzione sempre di più allo scandire preciso del tempo”. Nascono meridiane e clessidre. La meridiana è un disegno, una rappresentazione che riproduce la posizione del sole nel suo rovescio, assunto nel suo moto apparente, essa riassume, nella sua lettura, l’astronomia del moto della terra intorno al sole. Diviene sogno nel segno ed ammirarla si scoprono i parametri astronomici della terra, dalla sua velocità di rotazione all’inclinazione dell’asse terrestre, all’eccentricità dell’orbita. La clessidra, strumento personale, misuratore del tempo, del tempo personale, degli attimi, cadenzati da granellini di sabbia che passano attraverso uno stretto pertugio indicando la durata, spesso, della propria vita. Ambedue divengono, non solo segnatori di tempo, ma opere d’arte; la prima, affissa su di una parete verticale o spazio orizzontale, lascia la semplicità del segno(numeri e bastoncino) per divenire notizia di astronomia e di fisica, la seconda, posta all’interno, nella casa, nel laboratorio, nello studio diviene scansione temporale di attimi di vita del proprietario. Potremmo dire che la meridiana svolge la sua attività per tutti, mentre, la clessidra per coloro che potevano permettersela. La ricerca continua. Questi due oggetti, per quanto belli ed artistici possano essere, non soddisfano la necessità di scansione del tempo, di una giornata sempre più piena di impegni, nasce l’orologio, sempre più piccolo e preciso, oggetto d’arte, che può essere indossato, ed è lui che ci organizza la giornata ed i ritmi di vita. Molta strada ha percorso il tempo nella sua fissità dai primordi ad oggi, chi più guarda il sole e le sue ombre o la discesa di un granello di sabbia, si guarda un quadrante, spesso di plastica od il cellulare nella realtà, se non avessimo noi il bisogno di quantificare, il tempo non esisterebbe, esisterebbe il sole e le sue ombre.
Fabrizio Fabbroni