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Raccolta di testi in prosa di Jacob l.
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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Cos’è la poesia

Può un "poeta dilettante" scrivere poesie? Oppure il poetare deve essre riservato al  mondo dei "poeti / scrittori professionisti" ?

 

Poesia è un fenomeno umano. L'uomo ha sempre fatto poesia sin dal tempo dei tempi. Per raccontare, come sapeva, ciò che voleva, per tramandare un pensiero o una memoria.

La poesia, ecco, è una cosa primordiale, selvaggia e - mi si passi il termine - selvatica che irrompe anche con mezzi poveri fuori da tutto ma pervade tutto e tutti ne vengono  assorbiti.

Con mezzi poveri, parlo di stili, vocabolari, lessico ricercato perchè la poesia è libertà, riflessione, reazione al male,  richiamo al presente e messaggio al futuro.

Impossibile costringere la poesia entro schemi del tipo  questo sì, quello no. Chi decide se sia o no poesia? Chi può farlo?

Può essere surreale, rivolgersi all'irreale ma sarà sempre poesia, libertà e veicolo per conoscere noi stessi e comunicarlo come si vuole ad altri.

Chi può rispondere alla mia domanda iniziale?

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Le modalità culturali 6

 

(seguito dai precedenti nn. 1 - 5)

 

E' necessaria a questo punto giunti una pausa: abbiamo nominato tante volte i "radical chic", si potrebbe dire forse con un pò di incoerenza; qualcuno potrebbe dire - e dice - che l'espressione è usata  per offendere, denigrare, che è ormai un luogo comune, abusato, irrilevante e patetico. E' fuori moda.

Quindi usciamo dal contesto della storia di questa immaginaria family e parliamo del radical - chic.

Tralasciamo la sua origine, qualdo è nato, dove, chi ha messo insieme queste due parole, perchè  ecc.. Tutti la sanno. Basta. Cosa è oggi radical-chic, che è ancora comune dirlo e si dice spesso in televisione, nel vari blog, si scrive sui giornali.

In genere è considerato un insulto, e forse lo è o almeno si dice che voglia esserlo.

Oggi esiste eccome il radical chic, solo che come molte cose, quasi tutte, nel tempo ha cambiato connotazione: quello che era r.c.  un tempo, quando eravamo giovani, alla Cederna Camilla, alla Scalfari Eugenio da giovani ed altri tanti tanti, oggi è cambiato ha mutato verso, pelle. 

Come ieri un minimo comune denominatore:  si entra nella porta giusta dalla porta giusta, se lo si è, lo si è per tutta la vita, un imprinting.

Ci si stupisce in maniera elegante e si finge di non conoscere, di non sapere cose che in realtà si conoscono bene. Ma che è tanto chic fingere di non sapere. Tanto per dire il modo di essere.

Ieri come oggi ma in modo diverso, relazioni differenti,

qualcosa è rimasto, altro se ne è andato in fumo, qualcosa è cambiato mi verrebbe da dire in peggio se ciò è possibile.

La sinistra, quella detta populista,  qualunquista, in realtà  quella un pò rivoluzionaria, con  un minimo di puritanesimo attaccato alle ossa, non è mai stata nè radical nè tanto meno chic.

I vecchi guru del radicalismo elegant chic un pò blasé se ne sono andati o se ne stanno via via andando a  confrontarsi con altri dei.

Le modalità culturali, invece,  sono cambiate.

Non ci sono più  vincitori e vinti, il sessantotto è finito, le successive baruffe anche e la Milano da bere  pure.

Che cosa resta?  il modo tutto speciale di essere, di comportarsi,   che vuol dire di parlare, di leggere, meno di vestire, però certo di abitare, di muoversi, di visitare le mostre d'arte ma che cosa ci va a fare tanta gente che ci capisce niente ( dicono.. un cazzo.. che ogni tanto buttare lì una parolona destabilizza un pò) di vivere il tempo e di frequentare.

Oggi la modalità culturale  è questa: o sei così o non ti vogliamo,  ma niente è perentorio, ostentato, imposto no, semplicemente è.

Si potrebbero considerare un sodalizio come i rotary o i lyons oppure anche le massonerie, solo che lì dentro ci puoi entrare anche partendo da zero, i meriti o i motivi  stanno in altro.

Nel sodalizio dei radical chic entri così... sei scelto oppure no, ti annusano, ti  "pesano", con uno sguardo,  tu puoi avere frequentato i migliori licei classici e compulsato tutta la cultura classica o avere un due a tre lauree che con uno sguardo ti accantonano. Ma non ti scacciano.

Puoi sempre essere un ospite gentilmente accolto nel sodalizio, con educazione un pochino  forzata e che diamine, si capisce no?

Ma un menbro di diritto non lo diventerai mai.

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Le modalità culturali 5

Un fatto è certo;  sotto la scorza opaca che si rivela tale quando si riesce a  smascherare la finzione dei comportamenti,  emerge una pochezza di tutto.

Di stile, genuinità, a volte  anche di cultura, sì  di cultura avete letto bene, il perchè è intuibile.

Pochezza di tutto, però talvolta non di denaro, l'odiato - a parole - denaro che si maschera e si  svela a fasi alterne,  che si nasconde come fosse un peccato originale di cui vergognarsi.

Ecco che la cultura, che c'è e non c'è, si fa avanti  schiaccia senza darsene pena ogni presenza umana non allineata.

 

In altre parole se il contesto è quello: meglio fingere. Intanto non se ne accorge nessuno. Ma bisogna sentirsela, chi non ne è capace meglio che se ne vada.

 

Le occasioni  da perdere a questo punto bisogna indicarle:  le cene,  tutte, dovunque. Sono momenti cruciali per chi invita e organizza  sia per il povero corpo estraneo invitato e portato lì.

I pranzi, brunch, apericena e palle varie spesso con accompagnamento di tuffetto in piscinetta, a proposito  è possibile che anche una piscina sia radical chic?

Che dire dei barbecue improvvisati? con presenza di proprietari terrieri che sono assolutamente convinti di essere profondi conoscitori tanto da mettere a tacere contadini locali da una vita? 

Giretti in barca con nuotatina  che il mare non è più quello di un tempo, troppe barche, troppa gente. Come dire come si permettono questi qui di venire il giro per il golfo in gommone a rompere i coglioni a noi che siamo i soli ad averne diritto?

Da perdere, praticamente, c'è tutto.

Sempre, ovviamente, se non appartieni a loro.

E' una modalità culturale, bastarda, ma ha attecchito bene.

 

 

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Le modalità culturali - 4

 

 

      Il fattore umano da esplorare è vasto e vario: architetti di grido, un semplice ingegnere edile manco per sbaglio, sociologi, scrittori di varia fama e fortuna,  professori ovviamente di materie letterarie ed artistiche, potrebbe starci bene un esploratore, un archeologo e, dimenticavo, ovviamente qualche giornalista c'è sempre.

 

      Ecco  la scena di una  possibile cena dove tutti si divertono  fingendo o no: tutti sono amici e parlano  e parlano, di cosa parlino non si sa bene perchè gli argomenti escono a fiotti raccontati  a gran voce nei grandi tavoli,  certo le discussioni, le chiacchere, si sprecano, ovviamente  c'è la politica a far da padrona, ma anche la situazione culturale,  le storielle cucite addosso agli assenti.  Discorsi tipo: sai ho comprato una tenuta in Puglia che è una cosa....  pensavamo di andare dai... ma questa estate preferirei fare un pò di vela in.... hai letto il nuovo libro di... recensito da... secondo me hanno pagato il critico... no? Questa estate devo partecipare ad una serie di dibattiti e conferenze....che noia. 

Giuro che è così .

 

       Qua e  là  parte qualche cazzata  ma  è normale.

     

      E chi non appartiene a questo  ristretto consesso, che fa? Sta zitto e ascolta,  perchè una sua frase, un pensiero espresso in libertà lo qualificherebbe senza dubbio alcuno per il corpo estraneo che  è, e come sia capitato lì  qualcuno poi ce lo deve  spiegare, ma  chi lo ha portato, chi lo ha invitato? Non è di noi, non ha scritto nessun libro, che cosa fa? credevo fose un giornalista locale, magari non va neppure a vela, ma cosa fa qui?  Ah è venuto con..... !? che strano, mai avrei pensato che avesse rapporti con gente così! Beh si vede che è fuori posto, poverino!

 

     Ecco frasi come le  precedenti, in effetti,  non sono mai pronunciate in tali frangenti, non è chic, men che meno radical chic;  però  è chiaro che gli sguardi discreti, i volti che si interrogano e assentono, esprimono  anche di più e peggio.

 

     Non dobbiamo sottilizzare, però chi avesse anche solo per una volta frequentato questo tipo di ambiente non potrebbe   che assentire:  le modalità culturali  cambiano  le persone almeno tanto quanto certe persone  modificano le modalità culturali.

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La cattedrale di Trani

 

 

E' lì davanti al mare come una nuvola bianca, compatta, di pietra chiara.

 

Luminosa; dal tramonto alla sera, alla notte, e poi al giorno, al sole della estate rovente, trascorre il suo tempo durante i secoli impassibile, nella sua ieratica, concreta bellezza di linee  quasi precise geometrie e, assieme, dolcemente umane.

 

Così la chiesa millenaria sta; consapevole del suo fascino immutato nel tempo.

 

Di tramonto in tramonto, mare calmo o tempesta, accoglie lo sguardo  di tutti; ascolta, stupisce, incanta. Maestra di storia e di vita.

 

(dedicato a Yari)

 

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le modalità culturali - 3

 

L'egemonia di classe culturale, in generale,   ha evidentemente ancora influenza sulla società e tenta surrettiziamente di giustificare un certo potere politico.  Soltanto un "certo" potere però, perchè tenere il passo dei mutamenti di classe politica  ( però, sempre di classe si tratta)  è veramente cosa ardua.

Ma qui mi addeentro in un labirinto  teorico, in fondo noioso che non so bene esplorare.

 

E dunque, dunque, dunque, in questo racconto fantastico, questa classe intellettuale un pò di sinistra un pò non si sa bene cosa, si  accomoda a tavola con la consapevolezza d'antan sempre bella intatta.

Ecco, per dire, i giovani virgulti, ragazzi cresciuti variamente scolarizzati, affascinano per le discussioni che sono in grado di sostenere discussioni, sempre  consci di tutto o quasi lo scibile e con competenza invidiabile,  con sicurezza su argomenti  e tematiche variabili di socio - politica mondiale, vini e liquori, filosofia greca, musica, pesce spada alla griglia, religioni e così via.

Qualche errore di sintassi si sente ma non sottilizziamo.

 

Lo stupore  che denota una appartenenza a classi  c.d. inferiori non appartiene a questa gente in  magliette sapientemente semi lacere e jeans sdruciti,  esibiti con la stessa disinvoltura  di un gessato grigio  fumo - ovviamente - di Londra.

Ma, già, lo stupore che per altri è la fonte della conoscenza, stupore e dubbi sembrano inesistenti per questa umanità meravigliosa: tutto è un grande deja-vu.

 

Qui bisogna stare attenti a non pronunciare l' impronunciabile definizione: radical chic.

Sabatini Coletti: "Borghese di tendenze politiche radicali con atteggiamento fortemente snobistico". 

In altre parole, come dicono i francesi, gauche caviar.

 

Non si può, non si deve dire. Costituisce offesa, delle più gravi. Chiama in causa incompetenze, falsi storici, aborrite classificazioni aprioristiche. Fino all'odio di classe.

Purtroppo, per chi alto borghese non è per diritto di nascita ( anche culturale ovviamente), nè lo è diventato per meriti attribuitigli, l'odiata definizione è, al momento, l'unica che renda un pò l'idea.

 

Ma immaginiamo, sempre ovviamente fantasticando, a che cosa si troverebbe d'innanzi una ipotetica persona che navigasse dentro una altrettanto ipotetica famiglia alto borghese  e un cicinino radical chic,  tendenza di sinistra.

 

Un mondo, composito ma poco o niente vario,  si profila compatto: i vecchi, i giovani virgulti, gli amici amati ed anche quelli amati un pò meno,  qualche persona esterna, diciamo  di contorno o  fuori campo.

La famiglia, borghesia chiusa, autoreferenziale.

 

(fine parte terza)

 

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Le modalità culturali - Racconto

Se oggi penso a quella famiglia, in fondo mi viene da sorridere.

 

Le cene, i pranzi, in una atmosfera quasi da novella di un novecento

alto borghese, tra persone di diversa età, diverso mestiere ma della stessa adeguata provenienza,  dove il tempo  si infila negli interstizi del vissuto

tra chiacchere, sfoggi di erudizione e gesti di patetico sussiego.

Ma su questa umanità varia e, in fondo, un po triste ( come avrebbero detto ) glissons..

 

Quello che, invece, ricordo meglio è l'egemonia culturale:  qui occorre

fare chiarezza, tra le letture di tanti giornali, saggi, libri,

il minimo comune denominatore è questa forma di dominio, direi quasi

una specie di imposizione della propria visione della vita 

forse non esplicitamente voluta ma inconsciamente innata.

 

Quando si dice  di avere la ventura di assistere alla cultura  che diventa una classe.

Senza voler scomodare Gramsci,  la modalità culturale  di questa

simpatica famiglia alto - borghese, ben consapevole di esserlo fin nel midollo

ma  altrettanto pronta a negarlo, è facilmente smascherabile.

 

E' la larvata, ma non ben nascosta,  volontà di dominio di una parte culturale, dicevamo alto borghese, su quella del proletariato.

 

E' inutile aver studiato, letto, aver conseguito lauree e diplomi, aver un curriculum

adeguato, qui signori si nasce e non basta, colti si nasce, è escluso a priori pensare che senza un adeguato pedigree  si possa essere considerati alla pari; la patina proletaria ti si appiccica addosso per sempre e non ci sono lavacri che possano portartela via.

Non è neppure questione di soldi, semmai di proprietà, ma questa è un'altra storia.

 

La modalità culturale, come  un fiume carsico, ogni tanto sembra improvvisamente scomparire e, si capisce, con uno sforzo intellettuale appena appena intuibile; per poi ricomparire alla luce, più  educata ed elegante di prima: avresti preferito uno schiaffo ben dato.

 

( fine prima parte)