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Raccolta di testi in prosa di Antonio Braile
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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Il padre di Gerardo

Gerardo fu creativo agli occhi degli altri nel momento in cui pensò ai ragazzi del Lago di Garda, quel lago pieno di atroci sentimenti funesti.
Il coma accolse con placito consenso il giudizio del padre di Gerardo, quest'ultimo sembrava dispiaciuto delle urla del padre rivolte alla madre, colei che lui tanto amava.
Gentilmente il buon senso del dottore fece in modo che quell'uomo indietreggiasse verso la sua vile e scomposta dimora nella città dei perditempo.
Come se niente fosse la madre ritornò a casa a servire a quel viscido gendarme che tanto l'aveva offesa agli occhi del figlio dormiente.
Non era di certo il carisma la migliore virtù del lurido maiale, bensì l'avarizia verso tutto ciò che non poteva avere, verso il mondo intero.
La famiglia della madre di Gerardo non poteva sopportare codesti atteggiamenti, così iniziò a farsi avanti con minacce giuste e cordiali verso un uomo meritevole di tutto ciò.
L'aiuto che serviva a quel fanatico leghista doveva arrivare dalla sua bene amata politica popolare, la quale lo aveva sconsolatamente tradito.
La moglie sapeva tutto ciò per cui cercò in tutti i modi di dare una mano al suo amato, a colui che in continuazione continuava a trattarla male, il figlio, invece, non poteva assolutamente sapere tutto questo, così restò restio nei confronti di quel padre immeritevole del suo affetto.
Il senso della famiglia era tutto per la madre, per questo cominciò a chiedere favori ai vecchi amici di suo marito, coloro i quali avevano più volte tradito la fiducia di quell'uomo che non riuscì a mantenere la sua podestà in paese.
Il padre di Gerardo fu sindaco di Peschiera, quando ancora suo figlio aveva 5 anni anni venne eletto col 65% dei voti a favore. Questo portò l'uomo a sentirsi un semi dio nei confronti della sua gente; in reltà l'ex sindaco seppe mantenere la padronanza nell'edificare una nuova idea di “Paese del Lago di Garda”, infatti Peschiera, in quegli anni, ebbe un boom turistico, grazie alla gestione di quel consiglio comunale.
Per tutto ciò il padre del ragazzo era conosciuto da tutti in paese, ma era conosciuto da tutti anche per un altro motivo: alla fine dei 5 anni, cioè della durata della sua carica come sindaco, egli volle rieleggersi come candidato del suo partito, all'inizio tutti i suoi consiglieri sembravano essere d'accordo, ma alla fine egli si accorse del tradimento, infatti, a sorpresa, venne eletto il candidato dell'opposizione. Lui intraprese subito un'eliminazione dei suoi consiglieri, perchè era pienamente convinto che un'ala non l'aveva sostenuto abbastanza, anzi avrebbe portato i voti dall'altra parte della carreggiata.
Il suo carattere da semi dio prese il sopravvento, si isolò sempre più in una strana follia, in quanto egli prese l'abitudine di castigare gli abitanti di Peschiera mediante delle urla davanti a tutti, così successe che più di ottanta persone denunciarono il comportamento dell'ex sindaco alle autorità competenti.
Il padre di Gerardo fu allontanato dal paese intero, così la sua famiglia. Ne soffrì tanto la moglie, mentre Gerardo, che aveva 10 anni, non capiva cosa stesse succedendo.
Gli anni passarono, la madre sapeva da chi andare per far si che il marito ripotesse tornare nella sua amata politica. Andò a disturbare un ex consigliere della giunta del marito, il politico fece carriera fino a diventare assessore provinciale e amico confidente dell'attuale sindaco di Malcesine. La donna conosceva vecchi segreti del politico in questione, così non ebbe timore a farsi avanti e a proporre all'uomo un rientro del marito. All'inizio l'assessore non ne volle assolutamente sapere, ma dopo aver sentito le parole della donna cominciò a tentennare, fino ad accordarsi con la donna, alla quale proimise di incontrare il marito per una chiacchierata.
Come fece la madre di Gerardo a convincere l'assessore lo poteva sapere solo suo marito, il quale in passato raccontava tutto alla sua consorte, tra le tantissime confidenze c'era quella riguardante l'attuale assessore provinciale, il quale in gioventù era amante del gioco d'azzardo, che lo portò a perdere una consistente somma di denaro proveniente dalle casse del partito, questo fatto non si venne mai a sapere, grazie alla capacità di nascondere le cose dell'allora sindaco di Peschiera, il quale volle perdonare il gesto al suo consigliere. Ma come tutte le cose, anche questa venne a galla.
Alla donna non rimaneva che convincere il suo uomo a un atteggiamento cordiale nei confronti dell'assessore. Il marito sembrava all'improvviso cambiato, fu felice del comportamento di sua moglie e accolse in modo gradito il fatto di dover riincontrare il suo vecchio consigliere.
L'incontro avvenne alle 17 di una gelida serata in un locale nascosto nell'entroterra veronese, nel quale si trovarono il padre di Gerardo, l'assessore, il barista e una donna accompagnata da un ragazzo molto giovane. Il politico si fece subito avanti, chiedendo lo stato attuale del suo ex sindaco, il quale volle rispondere con un dilemma ispirato al filosofo fiammingo Giusto Lipsio, così chiese all'uomo se conoscesse il termine “oikeiosis”. Il politico non sapeva proprio cosa rispondere, e volle sapere il significato dal suo vecchio amico, il quale rispose dicendo che si trattava del basilare impulso all'amicizia. Dopo attimi di silenzio, il padre di Gerardo si accorse di aver messo in difficoltà il suo vecchio uomo, così si fece avanti chiedendo incredibilmente scusa, ma il politico disse che non ce n'era assolutamente bisogno, in quanto questi antichi insegnamenti mancavano tanto alla propria cultura. Nel locale si potè continuare un'amichevole chiacchierata tra vecchi amici, ma soprattutto tra “vecchi” politici.
Il padre di Gerardo fu ascoltato molto gentilmente dall'assessore, che a volte sembrava estasiato dalle parole del vecchio collega, così tanto da voler dare una nuova possibilità all'uomo, il quale venne invitato al congresso che si sarebbe svolto una settimana dopo in un albergo sul Lago di Garda.
Al ritorno a casa il marito raccontò tutto alla moglie, che sconvolta dalla felicità corse verso l'ospedale a dare la bella notizia al suo ragazzo, il quale parve anch'esso felicissimo della nuova novella.
Arrivò il fatidico giorno del congresso, l'ex sindaco si presentò nell'albergo con lo stesso abito con cui vinse le sue elezioni, pochi si accorsero di questa curiosità, ma furono in tanti a rimanere perplessi alla visione di quell'uomo.
Al congresso parlarono l'assessore provinciale, il sindaco del paese ospitante, il presidente provinciale e un professore di Scienze politiche, che era da poco uscito col suo nuovo libro sull'etica politica del nuovo decennio.
L'ex politico ascoltò interessato il discorso, aspettò la fine e andò verso il vecchio amico, che lo presentò a illustri politici della provincia veronese. Molti di essi conoscevano già l'uomo, ma erano interessati a capire se qualcosa in lui fosse cambiato oppure no. Il vicesindaco volle chiedere all'uomo il perchè della sua presenza al congresso, l'uomo come sempre rispose ispirandosi a filosofi, questa volte tolse dal cilindro la sincerità ostile di Rousseau delle Confessioni e rivolgensosi agli interlocutori disse:«L'impossibilità di raggiungere gli esseri reali mi lanciò nel paese delle chimere, e non ravvisando nulla d'esistente degno del mio delirio, lo nutrii di un mondo ideale, che la mia immaginazione creatrice popolò presto di esseri fatti secondo il cuor mio. Mai tale risorsa venne più a proposito, e si rivelò tanto feconda. Nelle mie estasi continue, mi inebriavo ai torrenti dei più deliziosi sentimenti mai penetrati nel cuore di un uomo. Dimenticando completamente la razza umana, mi creai compagnie di creature perfette, celesti per virtù come per beltà, di amici sicuri, teneri, fedeli, come mai ne trovai quaggiù. Presi un tal gusto a librarmi così nell'empireo, fra gli oggetti incantevoli di cui m'ero attorniato, che vi trascorsi ore e giorni senza contarli; e perdendo il ricordo d'ogni altra cosa, appena trangugiato alla svelta un boccone, ardevo di fuggire per raggiungere di corsa i miei boschetti. Quando, pronto a partire per il mondo incantato, vedevo sopraggiungere gli sciagurati mortali che venivano a trattenermi sulla terra, non potevo moderare né celare il mio dispetto, e non più padrone di me, serbavo loro un'accoglienza così brusca che si poteva definire brutale. Ciò non fece che accrescere la mia reputazione di misantropo, a causa di quanto me ne avrebbe meritata l'opposta, se si fosse letto meglio nel mio cuore».
Tutti rimasero a bocca aperta per queste esclamazioni, ma l'ex sindaco non volle ingannare quelle persone, così riferì loro che si trattava di un passo di un'opera autobiografica di Rousseau che aveva imparato a memoria prima di presentarsi al congresso.
Il sindaco del paese ospitante chiese all'uomo se poteva presentarsi l'indomani nel suo ufficio per una buona chiacchierata, la quale si sarebbe conclusa con un'offerta all'ex politico, alla quale egli non poteva assolutamente rifiutare. Nelle liste per le prossime elezioni si sarebbe visto anche il nome del padre di Gerardo, il quale veniva candidato come consigliere provinciale per il suo vecchio partito.
La notizia arrivò alle orecchie del figlio, il quale sembrava sempre di più contento, alcuni giuravano di aver visto in lui dei sorrisi, ma la più eccitata di tutti era la madre, che organizzò anche una festa in onore del marito.
Alla festa vennero invitati diversi personaggi della politica veronese, tra i quali una giovane consigliere comunale, la quale si fermò molto a colloquiare con l'ex sindaco, che veniva visto come un saggio maestro da giovani ragazzi amanti della politica.
La festa finì, e la ragazza non andò via prima di aver lasciato un biglietto al suo mestro, sul quale era scritto un indirizzo, un'ora e un numero di telefono. L'uomo rimase estasiato, ma allo stesso modo dubbioso, in lui si accentuarono quei dilemmi riguardanti l'aspetto coniugale, sennò il figlio in coma in un ospedale.
Il giorno dopo i dubbi scomparirono, l'uomo si presentò a quell'indirizzo, chiamò il numero e rispose la ragazza che lo fece salire su nel suo appartamento. L'uomo uscì da quell'appartamento con un viso stanco, sembrava zoppicasse, ma soprattutto con i capelli scomposti.
Alla moglie aveva raccontato di un incontro nella sede dei giovani del partito che volevano ascoltare gli insegnamenti del saggio politico.
La relazione fra la ragazza e il suo maestro continuò, ma in un paese così piccolo fu normale che alcune persone si accorsero della situazione, e così arrivo alle orecchie della moglie la vocina che il marito aveva una relazione extraconiugale. La donna inizialmente non volle credere a ciò, e così iniziò a indagare finchè non si accorse che tutto questo era verità. Capì di aver sbagliato tutto, capì che il suo voler far rientrare in politica il marito aveva significato una lontananza da esso. Per un po' di giorni stette in silenzio, con l'iniziale volontà di perdonare il marito, ma dopo un breve periodo comprese che la soluzione per risolvere ogni problema non poteva che essere una.
La donna tornò dall'assessore provinciale, conosceva i suoi lati deboli, e riuscendo a tentarlo lo portò a tradire la moglie con una sciacquetta del paese che era stata pagata appositamente dalla madre di Gerardo. Il politico venne minacciato dalla donna, la quale offrì il suo silenzio in cambio di un nuovo favore: voleva il marito fuori da ogni lista di partito. L'offerta venne accolta e l'ex sindaco si ritrovò solo, a egli non rimaneva che tornare a vivere l'amore travagliato con la moglie, la quale ritornò a essere quella di una volta, una donna in balia di una marito che, da un lato la maltrattava, ma che da un altro la faceva sentire amata.
Il giorno delle elezioni provinciali, l'uomo si preparava ad andare a votare, quando sente il telefono squillare, è l'ospedale che da al padre di Gerardo la notizia più bella che potesse mai sentire. Il figlio uscì dal coma proprio nel giorno che sarebbe potuto essere il suo ritorno alla vittoria in politica.

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Compagni di scuola

Roberto ascolta la radio nell’automobile di Claudio, il manutentore di un albergo del paese. Il notiziario afferma che nell’anno corrente è aumentato il numero degli stupratori seriali. Roberto e Claudio si guardano perplessi, chiedendo l’uno all’altro il perché di una notizia del genere, una notizia che può creare solo paura a gente che, magari, sta passeggiando con i propri figli sul lungomare. Roberto sa di poter spegnere l’aggeggio al centro dell’autovettura, ma lui continua ad ascoltare imperterrito il programma della sera che invoglia il nostro a comprare solo patatine italiane.

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Compagni di scuola

Sharazade ama se stessa, Sharazade odia se stessa. La femminilità, la sensualità, l’arguzia, il sentimento sincero non rischiano di essere gelati da un improvviso sbalzo d’umore. Eppure Sharazade ama e, allo stesso tempo, odia se stessa. La donna che è in lei, la bambine che vige in lei, il diavolo che sprofonda in lei. Sharazade non è l’unica. Lei resiste finche può. Lei non demorde, non lascia stare, e va. Lei fugge nella solitudine. E’ solo li che può essere l’unica. E’ solo li che può essere sola. Le altre la lasciano in pace perché la barriera è stata creata, il muro è stato innalzato. Sharazade è l’unica.

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Compagni di scuola

Roberto non sa di dover sfidare la sorte ogni mattina nel sonno. Il letto lo ha accompagnato nelle ore più profonde della sua vitalità. Lui si innalza agli altri come se fosse un re senza regina e senza trono, ma con la sua tazza di latte riscaldato dalla madre-serva. L’uomo è arrugginito dal peso della vita, ingiusta secondo molti, ma austera secondo altri. Lui si convince di essere un inetto che bisogna sopportare, ma il mondo non vuole un altro vagabondo nelle strade della sua città. La notte arriva e Roberto può finalmente liberarsi dalle ansie del passato giornaliero che purtroppo ancora dovrà far risentire la sua possente voce ammaliante.

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Compagni di scuola

Sharazade, immacolata dalle telecamere dei figli. Lei è splendida la domenica mattina, quando, prima di andare in Chiesa, viene ripresa dagli occhi dei bambini. L’allegria la fa da padrona nella sua casa. I giorni di festa i bambini sentono un qualcosa di particolare, un’atmosfera unica, inimitabile. La donna sa di non dover deludere la gioia dei suoi figli, per questo asseconda ogni loro desiderio. La sera si va al cinema, dove è presente anche il marito che decide di guardare un film d’azione, lasciando da sola la moglie che accompagna i bambini in un'altra sala, dove è possibile ridere insieme ai personaggi amati dai più piccoli. La sala è buia, il riso dei piccini non convince Sharazade, che inizia a pensare ad immagini differenti rispetto a quelle proiettate sulla tela. L’occhio umano non coincide con la mente che viaggia in un mondo tutto suo.

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Compagni di scuola

Roberto è stato trovato in una pizzeria del centro alle 10 di sera. Gli amici lo rincorrevano da giorni ormai, ma lui non voleva proprio vederli. Il motivo non viene svelato in pizzeria bensì al solito pub, dove i nostri colloquiano prima di litigare con un gruppo di “francesi”. Come è strano rivedersi più giovane dopo aver sbeffeggiato un indigeno mezzo bianco e mezzo nero. Roberto è cosciente di aver commesso un atto opportuno, soprattutto dopo aver affermato di esser stato a vagare per giorni da solo in cerca di uno sciamano; ma la solitudine, certo, non è riuscita ad aiutare il nostro eroe. Lui ha ancora bisogno degli amici che non lo abbandonerebbero per nulla al mondo.

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Compagni di scuola

Sharazade sa di essere sola in questo mondo, ma non vuole isolarsi e allontanare quella poca gente che cerca in qualche modo di accorgersi di lei. La donna è innamorata della spensieratezza, ma i pensieri la colgono controtempo quando si accinge ad orientarsi verso qualsiasi scelta che provi la sua esistenza. Alle ultime elezioni politiche è riuscita ad annullare la propria scheda contribuendo alla vittoria di chi lei neppure conosceva e mai conoscerà. La tipica allusione della giornata di lei soggiunge solo dopo aver sentito alla radio le notizie del giorno prima. Si cerca ogni qualvolta di dimenticare il passato, ma il futuro è suo amico e sempre lo accompagnerà.

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Compagni di scuola

Roberto seduto sul suo comodissimo divano ascolta i Fletwood e guarda un programma audiovisivo, capisce che è arrivata l’ora di una birra e fuoriesce dalla porta di casa. Nel comodino trovò le sue solite 5 euro con cui ora può accompagnare Lara al bar del quartiere. In paese nessuno può vedere un ubriacone scalmanato gridare addosso i palazzi ingrigiti. Egli pullula di gioia quando avverte la furia dell’amico Semprone che gli regala una delle sue sigarette koreane. Lui è un abile approfittatore della gente, solo quando sa di aver di fronte un amico di vecchia data. Roberto è umile, ma allo stesso tempo sa capire quando inginocchiarsi per prendersi i suoi sporchi soldi. La Lara è contenta quando al bar Roberto e Semprone iniziano a giocare col juke-box. La musica è l’essenza della notte dei tre.

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Compagni di scuola

Roberto è riuscito a diplomarsi al liceo classico, ma non gli serve a nulla. La poesia non l'ha mai aiutato, anzi gli ha scombinato sempre quelle poche idee idonee venutegli in testa. Ha provato a immedesimarsi in un geometra, ma i progetti disegnati erano a dir poco surreali; cercò di inserirsi nelle scuole come insegnante, ma il posto di bidello non gli piacque affatto. Il padre stava morendo quando lui si convinse di essere il suo medico curante. La madre fece di tutto per farlo avvicinare almeno all'agricoltura, ma a lui non interessava altro che coltivare semini della maria. Quindi il nostro riuscì a realizzare il suo sogno di bambino: diventare un nulla facente.

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Compagni di scuola

Sharazade difficilmente non pensa alla spesa giornaliera, più che altro sembra che ogni giorno sia festa, la cassiera la guarda perplessa sapendo che ieri son state comprate le stesse cose. A scuola deve andare a raccogliere i figli irrequieti. Il più grande, Sandro, gioca a tennis con la testa dei suoi amici delle scuole medie, mentre la più piccola viene chiusa nel bagno senza prendere paura, anzi continua a sbarazzarsi degli aggeggi che dovrebbero permettere più igiene ai bambini delle elementari. A casa il marito è sempre in ritardo, si mangia senza di lui, i ragazzi purtroppo hanno fame e la nostra non può che mettere nel microonde la pasta uscita dall'acqua un'ora fa.

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Compagni di scuola

Roberto si alza alle 16, in pieno pomeriggio. La Tiziana, sua madre, gli prepara un cornetto caldo accompagnato da una grossa tazza di latte. Il bagno è sempre occupato. Il suo papà Carlino ha l'ulcera. Il water è oppresso dal sedere del vecchiaccio. Il nostro non può far altro che lasciarsi stare così. A volte non vuole neppure vedersi allo specchio,gli urta talmente tanto che dimentica anche di mettersi la maglia, molte volte lo si trova a petto nudo, alla Iggy Pop, in cerca di un passaggio per le Basson, quartiere del suo paese, conosciuto per lo spaccio di stupefacenti. Forse non vuole esagerare quando chiede un dieci di fumo. E' vero anche che lui però è sempre senza soldi. La madre a volte prova a dargli qualcosa, ma lui impreca sullo statuto dei lavoratori, apre la porta e corre via.

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Compagni di scuola

Sharazade, anni 35, bella dentro, bona fuori. Madre da anni,moglie da tanto tempo. Amorosamente attratta dalle svariate gioie della vita, tra cui passeggiare nel parco con i suoi due figli. Casalinga in attesa dell'arrivo del marito dal lavoro. Squisita in cucina, meno a letto. Lotta e perde contro le voglie matte del caro Giorgio.

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Compagni di scuola

Roberto, anni 35, giovane dentro, vecchio fuori. Illuso poeta e deluso lavoratore. Giocherellone e ubriacone, per non dire sporcaccione. Semi-drogato, ultra sudato, senza una lira, menefreghista. Aiutato da amici di vecchia data,preso in giro da amici nuovi di zecca.