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Raccolta di testi in prosa di Klara Rubino
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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Il Corridoio, video racconto

 

 

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Roba di paese, video racconto

 

 

 

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L’amore sospeso l’amore compiuto

 

In treno, 20/01/2010

 

Caro Padre,

ti scrivo oggi, dopo anni di solitudine e tediosa esistenza, oggi che sento con sollievo e minima paura, la morte avvicinarsi a me.

Sono ad un passo dal conoscere la tua anima, desiderio questo coltivato per tutta la vita.

Ora non posso essere che sincero con me stesso   è il momento di affrontare tutti i miei fantasmi e tu, di questi, sei il più imponente.

E' ora di dirti che   "Babbo, mi sei mancato!".

Ho sempre ostentato uno stile spedito e sicuro, un passo svelto, dentro invece ero zoppo, perchè i nostri occhi non si sono mai incontrati.

Hai fatto in tempo a darmi solo il nome.

Da bambino osservavo spesso la cartolina di guerra in cui, insieme ai saluti per la tua sposa e la figlia maggiore, indicavi il nome che avevi scelto per me   Angelo, Con la speranza che il suo spirito puro ed innocente mi aiuti a tornare sano e salvo a casa ".

Avevo paura di toccarla e sciuparla e, in realtà, era grande il senso di colpa per aver fallito la mia missione.

Ti è toccato patire le pene dell'inferno, febbre a quaranta; vomito, piaghe e sangue ai polmoni   la terribile febbre Spagnola, presa da uno starnuto di qualche commilitone in una trincea ghiacciata.

In otto giorni hai consumato tutte le tue energie vitali, tutti gli anni che ti sarebbero restati da vivere con me; con la mamma, con Concetta, e magari avresti anche conosciuto i nostri compagni e i nostri figli.

Continuano a fare ricerche su questa terribile epidemia che ha fatto più morti della guerra stessa. Alcuni sostengono addirittura che sia stata la prima arma battereologica della storia, portata dagli Amercani.

Dio certo lo saprà   ci penserà Lui!

Quante ingiustizie e falsità!

A volte traballa la causa d'onore della tua morte.

L'epoca storica di oggi è profondamente diversa dalla tua e da quella della mia infanzia   i "valori" stessi della guerra, quelli diffusi dalla propaganda radiofonica, quel senso di unità e patriottismo, oggi sono un disvalore e a taluni fanno addirittura ridere!

Tutto è cambiato!

Quello stato imperialista per cui tu hai smarrito la tua esistenza e sei finito sotto una croce bianca numerata, in un lontano cimitero di guerra a nord-ovest della Francia continentale, oggi ha perso i suoi confini, per cui tanto e tanto sangue è stato versato!

Quella rivalità tra stati è diventata fratellanza; quella voglia di supremazia economica ed assoggettamento dei continenti più arretrati è diventata Comunità Economica Europea, Cooperazione intarnazionale per lo Sviluppo Globale.

Questo con la caduta del Comunismo, dopo la disfatta del Fascismo, ora si promuove in tutto il mondo la democrazia!

Sono in treno, in una cuccetta, ci passerò le prossime venti ore, ti vengo a trovare!

Vengo a posare i miei piedi sulla terra sotto la quale giacciono da quasi un secolo le tue ossa.

Anche se ho passato l'intera mia esistenza a dimenticare, a fingere fosse tutto normale, mio padre è esistito, mio padre giace in un cimitero, per quanto lontano, ed io figlio, a 93 anni, vado a posare questa lettera sulla sua tomba, con una rosa bianca, simbolo della mia anima da bambino.

Sai chi mi ha donato la forza sovrumana, sia fisica che emotiva, per affrontare questo passo che ho ostinatamente rifiutato per tutta la vita?

L'unica donna che abbia veramente amato, l'unica donna che non ho mai tradito, la fiera guerriera, la mia Irma, la mia compagna di vita.

L'estate scorsa, le giornate erano così lunghe, ho deciso di recarmi in soffitta alla ricerca di ricordi, foto di vacanze estive in Adriatico con la mia famiglia, anni '60...che anni!

La nascita della televisione che ...all'inizio le persone le univa sai, adesso fa compagnia ai vecchi, come me e rende pancotto il cervello dei giovani!

La soddisfazione di elevarsi dal ceto popolare a classe media!

Abbiamo comprato una villetta, godendo dell'invidia di parenti, amici e vicini, il primo figirifero, la lavatrice, l'automobile, tutte le conquiste dell'intelligenza umana volte a trasferire un senso di ottimismo, a linea continua, per il futuro.

Godevo di questi ricordi, mentre un sorriso inconsapevole era stampato sul mio viso, la polvere che volteggiava nella soffitta sembrava polvere d'oro, grazie ai raggi del sole al tramonto che filtravano dalle inferriate delle finestrelle...i nostri indimenticabili e unici tramonti Pievesi!

Ero immerso in questo luogo e in questo spazio fuori dal mondo, quando trovo nella cassetta dei ricordi di Irma, una cassetta di latta con la stampa di una ballerina in tulle rosa su sfondo azzurro, che produceva, aprendola, il suono di un carillon, una lettera ingiallita   era scritta con l'inchiostro su carta pecora, datata 1944.

La mia futura sposa la scrisse, prima di affidarsi anima e corpo a me; lottare con le unghie e con i denti contro suo padre per me; affrontare di petto tutte le altre donne che avevo sedotto in precedenza, la scrisse al suo primo amore.

Inizialmente ne rimasi frastornato, incredulo  " Come, lei era pazza di me! Lo è sempre stata!"

Non la riconoscevo. Dopo qualche mese sì l'ho riconosciuta, era sempre lei   la mia guerriera piena di dignità, incapace di tradire anche il ricordo, che non si tira indietro di fronte a nulla; che preferisce dire lei, di persona, anche a se stessa, che qualcosa di importante sta accadendo e cambiando il corso degli eventi!

Così ho preso il suo esempio!

E non mi tiro indietro   procedo a scrivere mentre il treno sferraglia e i nostri chilometri di distanza si accorciano ogni minuto di più!

 

Questa è la lettera di cui ti ho poc'anzi parlato.

 

Città della Pieve, 16/05/1944

 

Caro Rolando,

quest'oggi è nata nuovamente in me una struggente necessità di scriverti!

Non mi rispondi più da un anno!

Nonostante tutti gli accadimenti e i vuoti di questa ormai triste vita, bella, solo rivivendo il passato con gli occhi velati della malinconia, non si stacca ancora da me la voglia di sentirti vicino.

Mio soldatino di piombo, ricordi?... Mi scrivevi che ero la tua ballerina, irraggiungibile, eppure io sono bisognosa quanto e ancor più di te d'amore!

Già una lacrima calda sta lentamente solcando quelle gote che una volta tu, con tanta tenerezza, accarezzasti e, mentre io ero pronta ad abbandonare ogni riserva per non vivere di rimpianti, mi dicesti che se per destino tu non avessi più fatto ritorno, la mia vita avrebbe dovuto continuare ed io, vivere anche per te...il singhiozzo che nacque in quel momento ancora stringe il mio

stomaco e il mio respiro.

So che non leggerai mai e poi mai realmente questa lettera, o meglio lo sento; ciò nonostante sono qui a scriverti ...dove sarai adesso...in fondo al mare riposerai, o sarai prigioniero degli Inglesi, certo nella lista dei caduti, in piazza, sono andata, non ci sei.

Donne, amiche, conoscenti, madri sorelle fidanzate, urlavano e si accasciavano a terra. Restavo ritta e pallida senza neanche sapere cosa desiderassi. Non volevo che il tuo nome venisse pronunciato, ma aspiravo ad avere tue notizie, qualsivoglia tue notizie!

Non so se riesci a capire quanto sia infernale, il limbo, in cui mi trovo!

Inizialmente riuscivo in un modo o nell'altro a sapere almeno su quale missione ti trovassi.

Mi sono anche convinta che ti fossi invaghito di un'infermierina!

Quando però anche i tuoi cari erano ormai preoccupati, a causa di un silenzio opprimente, durato tre lunghi mesi ...e poi, quando arrivò il raggelante telegramma che informava i tuoi genitori che il sommergibile in cui ti trovavi era stato colpito, nell'oceano atlantico tra Francia e Inghilterra, la mia rabbia in un lampo è stata bruciata via, carbonizzata da un amore più forte che mai!

Quell'Amore immenso mi dava la convinzione che saresti tornato un bel giorno da me; io t' avrei aspettato!

...Ora invece provo tanto sconforto e stordimento.

Non so più cosa sia la strada giusta per noi, se c'è una strada da percorrere insieme a te o fa parte solo del mondo delle illusioni, quel mondo sospeso che non esiste in realtà!

Forse un giorno vivremo insieme quella vita che ho sognato, nel Paradiso.

Adesso invece ...qui e ora, nel palazzo dell' Ufficio Imposte, quello di fronte al mio, c'è un giovanotto che ogni giorno segue i miei movimenti. Sempre alla stessa ora, va ad affacciarsi alla finestra che guarda il mio ufficio; la apre e si mette a fissarmi con insistenza, quasi con arroganza o ancor più, strafottenza. Sarà che il suo sguardo così sicuro e scuro, in realtà, scuote le mie ossa! Alzo timidamente lo sguardo ed è sempre pronto, attento, egli, da lì, mi lancia un sorriso felino.

Una volta mi ha scritto il suo nome su di un aeroplano di carta   Angelo!

Mi sento la sua preda, sì mi sta studiando ed in realtà ha fatto anche di più...

Giovedì scorso me lo sono trovata alle spalle, ero in archivio e mi ha stretta a sé vigorosamente, voleva baciarmi le labbra, io l'ho scansato ero rossa fino a scoppiare, furiosa, gli ho gridato che mai e mai più avrebbe dovuto osare avvicinarsi a me...ma ... ha sorriso dolcemente e quando è uscito mi tremavano le gambe   ho dovuto appoggiarmi al muro per poter riprendere un po' di controllo e contegno.

Nei giorni seguenti non ho più alzato lo sguardo dalle scrivania e mi sono allontanata dall'ufficio solo se accompagnata, intanto mi sono giunte voci poco lusinghiere su di lui.

Non ha fatto il servizio di leva al fronte perché è orfano di guerra, unico maschio della sua famiglia; grazie a questo ha ottenuto senza fatica, di diritto, il posto fisso per cui io ho dovuto, comunque con orgoglio, sacrificare gli anni della giovinezza, con applicazione prioritaria e costante allo studio.

Sono l'unica donna di tutto il paese ad esserci riuscita! Ho reso fiero mio padre!

Oltretutto approfitta della assenza degli altri uomini...e si lancia alla conquista di donne e donnette! Ne ha spezzati di cuori, ne ha combinate di cotte e di crude!!!

Mi vergogno nel provare un qualcosa di strano per quest'uomo perché non è neanche lontanamente paragonabile a te!

Ecco, io mi confesso sinceramente!

E sì, perché poi, non ho fatto altro che ripensare quei momenti, non so se sia il bisogno che ho di essere nuovamente stretta o se la causa stia nei suoi sguardi, se stiano tessendo davvero un filo tra noi.

Questo pomeriggio poi, alla fine della giornata, stavo scendendo le scale, mi ha afferrato per un polso, mi ha fatto girare fino a sbattere contro di lui, come ballando, e mi ha baciata, in pubblico! Spudoratamente! Senza permesso, ma se l'è preso questo bacio   io non l'ho rifiutato.

Sarà la vita che mi chiama a proseguire, andare avanti, voltare pagina?

Ho come la sensazione che tu mi stia dicendo proprio queste parole   "Lasciati vivere da questo mascalzoncello, non sarà un galantuomo come me, ma è il dono che la Vita ti sta offrendo, non temere più!".

Adesso le lacrime mi stanno affogando e ora che ti dico ADDIO so che mai ti perderò Amore!

 

Tua, Irma.

 

 

Consegnala a Rolando, quando lo incontrerai a passeggio nella piazza della chiesa del Paradiso e digli che quando sarà la mia ora, l'Irma me la deve lasciare...perché non si illuda ...è mia, quella donna!

La Vita è stata nostra!

Porterò con me un sacchetto di pinoli raccolti al parco e lei mi farà la solita torta!

Adesso caro babbo, sta calando la nebbia sulla pianura, mentre in me la nebbia si dissolve.

Eppure fatico a trovare le parole per salutarti dal momento che più che un commiato, la mia anima è aperta ad un benvenuto e tante, tante, tante cose ci sono ancora da dire e condividere, per cui ti dico semplicemente

A presto,

Tuo figlio, Angelo.

*

Bijoux

 

BIJOUX 

 

 

Immobile è l’estate quando il cielo è terso e le tue tasche sono vuote.

Poi arriva la notte e non sei abbastanza stanco per dormire.

Ti tocca sorbirti gli spari dei fuochi d’artificio di mezzanotte, così spesso, ma che li sparano a fare, dato che gli stagionali, ormai ridotti a schiavi, son troppo distrutti anche solo per pensare di uscire, la sera; mentre quelli che hanno un lavoro continuativo, hanno bisogno di riposo e routine per sopportare lo stress quotidiano; inoltre quei pochi turisti delusi, ogni giorno, raccolgono una multa, poi i cassaintegrati, come me, aspettano da mesi la misera paga dell’Inps e i disoccupati sono gli unici in giro, quelli che senti cantare per strada, ubriachi, ed è il loro, quel rigurgito che trovi la mattina al parchetto della piazza, in centro.

 

L’estate è immobile anche quando vai alla spiaggia libera e, parcheggiata l’auto in un luogo distante e sperduto, forse, gratuito e sicuro, stremato dal sudore, con la testa bollente a causa dei capelli neri che attirano il sole, ti butti in quel mare puzzolente e fangoso che hanno riservato ai pezzenti!

... ti lasci andare, chiudi gli occhi…

è immobile l’estate anche quando ti ritrovi risucchiato da una buca ed il bagnino, una volta giovane e atletico, oggi, anziano e panciuto, si avvicina remando sulla sua zattera rossa con la sua ridicola canotta e tu dici ma caspita! Voglio solo cinque minuti di solitudine, ASSOLUTA, magari pausa- black out! Si può?

” Il mio lavoro non è tirare su masse fecali solide dall’acqua, certo che si può, sai che ti dico? Non è la fossa delle Marianne te la puoi cavare da solo e se non sai nuotare è la volta buona che impari!”

Mentre affondo e riemergo vedo un scintillio dorato tra l’azzurro del cielo, non erano capelli bianchi, ma capelli biondo platino, e non era la pancia di un anziano signore, ma il balcone di un’atletica signorina, sì decisamente, mentre la scia della barca mi copre completamente la testa, intuisco un sodo fondoschiena a mandolino dentro pantaloncini rossi e ora che nuovamente torno giù, mi dico che citrullo che sono!!!

Miracolosamente riesco a prendere una buona boccata d’aria, mentre lei, appena un po’ distante si gode la scena, allora reagisco, faccio una capriola e tocco il fondo, non è la fossa delle Marianne, ha ragione, afferro la sabbia per mostrare il trofeo sgretolantesi alla bella e soda guerriera; e con un guizzo possente mi sposto lateralmente; do ancora quattro o cinque bracciate, infine poggio i piedi: tocco.

Applaude:” Bravo! Complimenti!!”.

La sabbia è naturalmente scivolata, ma tra le mani mi è rimasto qualcosa di metallico, abbasso lo sguardo e vedo una catena d’oro, almeno spero, massiccio, con un bel pezzo di smeraldo al centro, il cuore sussulta e ho i polmoni affaticati, ma riesco a darmi un contegno e dico:” Non stavo affogando, cercavo di recuperare questa!”

La ragazza spalanca la bocca, zuma lo sguardo verso le mie mani.

“ Ma è finta vero?”

“ Se fosse finta avrei fatto tanto, secondo te? ”

Dato che penso di averla colpita a sufficienza mi volto e mi dirigo a riva, dove finalmente potrò rielaborare l’accaduto e soppesare il valore della mia scoperta sottomarina, ma mano a mano che mi avvicino e l’acqua si fa sempre più bassa e le mani con il loro contenuto sempre più esposte, mi domando come reagiranno i coccodrilli al sole, e se qualcuno adocchiasse l’occasione, se qualcuno riconoscesse il monile come suo?

Un lampo di genio, devo attirare l’attenzione altrove: indosso con nonchalance la collana e mi sistemo il costume a boxer trasformandolo prima a forma di slip e poi in tanga; esco ancheggiando come le tipe singles da spiaggia, fissando ogni uomo presente. Devo però andarmene via il prima possibile.

Sono già con un piede sulle strisce pedonali, in un baleno arrivo all’auto, tiro fuori la multa dal tergicristalli, la accartoccio e la butto, stavolta neanche piango, sono già con la mente alla mappa della mia città, mi sembra di giocare a GTA5 on line, devo trovare un compro oro, questa è la missione, poi stasera vado al night e domani mi rimorchio la bagnina!

Sì, non è più così immobile l’estate!

 

Mentre spazzolava con uno scopone di legno dalle grosse setole la passerella, con l’acqua del mare sempre più piatta alle sue spalle, che andava colorandosi di tutte le sfumature del rosso e del blu, pensava a quel folle soggetto e sorrideva, e a tratti scoppiava a ridere, era ovvio che fu stato un ritrovamento casuale, la sua espressione, per quanto avesse cercato di camuffarla, parlava chiaro e dai, pensò- mica siamo in Costa Azzurra, l’ho vista da lontano, ma non credo potesse essere vera quella collana! Eppure era un tipo simpatico, di quelli che a stargli dietro ti sembra di finire dentro una commedia …

Da lontano vede sventolare i lembi di una giacca di lino azzurra, abbinata a pantaloni larghi, camicia bianca aperta sul petto, si avvicina.

E' proprio lui ed esordisce così:

“ Perdonami per ieri pomeriggio, ero di pessimo umore, non vorrei averti dato l’impressione dello snob; ammiro le ragazze che come te si danno da fare, e che sanno rispondere a tono; mi piacerebbe conoscerti meglio, se ti fa piacere.”

 “Non saprei, tu sei così elegante, io vestita da spiaggia, che si potrebbe fare?”

“ Si sta qui! …due birre e una pizza d’asporto!?”

Lei sorride dolcemente, le si illuminano gli occhi, occhi dal sapor di cioccolata calda, con tanto di scintille di panna, “ Era una robaccia da bigiotteria vero?”,

“ Sì, lo ammetto, e sono pure un cassaintegrato!” emette una strana risatina imbarazzata, non sa neanche lui come ha fatto a sbottonarsi subito e tutto, era partito bene con la prima scena,  aveva inventato tutta una sceneggiatura completa e invece continua ad improvvisare rischiosamente :” Ma sai cosa ho imparato in questo periodo di indigenza? Che si vive giorno per giorno e che è più importante ciò che hai di ciò che non hai e questa è una bella ricchezza!”.

La ragazza accosta la scopa al muretto colorato della casina in muratura, si toglie canottiera e pantaloncini d’ordinanza e dice seria " Questa scoperta è come una catena d’oro con uno smeraldo al centro! ” poi corre in modo sfrenato, l’acqua è sempre bassa, non s’alza mai il livello, e corre e corre verso l’orizzonte, poi finalmente compie un tuffo liberatorio, simile a quello dei delfini nell’acquario, sì, di chi sa di essere osservato!

Il nostro amico con un sorriso che non vuole smettere di distendersi, si siede su di un lettino, tira fuori il portafoglio, lo svuota.

E dopo aver messo via un paio di rotoli da 500 euro nei calzini, mette insieme quel paio di carte da venti e alcuni pochi spiccioli: il resto dell’ultimo drink al night della seratona precedente, per darsi una sorta di regolata sulla serata a venire.

Non ha voglia di privarsi del più bel completo da matrimonio estivo che, finora, era rimasto custodito nel suo armadio sotto un velo di chellophane, così, braccia incrociate sotto la testa, si sdraia e resta in attesa, immobile resta.

Immobile è l’estate quando il cielo è terso e le tue tasche sono quasi vuote.

Poi arriva la notte e non sei abbastanza stanco per dormire.

 

*

Cielamaro

 

 

CIELAMARO

 

 

 

«Fuga dissociativa a seguito grave lutto familiare, depressione profonda, crisi di panico, prolunghiamo ricovero almeno 15gg.»

«E tu come hai fatto a leggerlo?»

«Non mi conosci? Lo sai che io sbircio   ha squillato il telefono si sentivano delle grida, lei si alzò ed io in un attimo, con il cuore che sentivo battere in gola all'impazzata ...lì per lì non capì, ma era come se di quelle tre righe avessi scattato una foto!».

...poi come se nulla fosse, richiusi gli occhi e ripresi il mio racconto 

 

«Livido era il cielo. Si sentiva il ticchettio della pioggia sui vetri; appoggiai la testa pesante sul freddo finestrino del tram; ora potevo ascoltare anche il rumore meccanico del motore e tutto quel continuo tremare di ferraglia quindi immaginare il manovrare nervoso del conducente; osservavo le gocce che sbattevano, poi, gradasse, scendevano lentamente divorandosi le più piccole e, queste, sempre più grosse, loro sì, resistevano anche al vento.

Distolsi lo sguardo e vidi due gemelle grassocce, che si prendevano a sberle in faccia, mentre la madre rideva al cellulare, anche loro mi sembravano più felici di me, tutti su quel tram erano più vivi...rilessi svogliatamente l'ultima frase del libro che tenevo tra le mani, pensando che forse avevo osservato quella gente con troppa insistenza, le ricordo quelle frasi, ancora, spesso, mi hanno lasciato come il segno di una cicatrice, nell'anima *tutti siamo chiusi in una prigione. La mia me la sono costruita da solo, ma non per questo è più facile uscirne; mi addormentai.

Il cessare della corsa mi svegliò; feci in tempo a vedere di spalle un uomo scendere aveva un cappotto blu e lungo, jeans chiari ed una valigetta rigida di legno giallognolo, mocassini ai piedi quasi dello stesso colore; pensai che potesse indicarmi la fermata più vicina della metro, scesi e iniziai subito a camminargli dietro, affrettai il passo; attraversava un parco, di piovere aveva smesso e la ghiaia bagnata riluceva, a camminarci sopra sembrava di pattinare.

Vidi al di là del parco, la sbarra curva di ferro con il riquadro rosso che si trova tipicamente ai sottopassi della metro, feci un respiro di sollievo che si trasformò improvvisamente in un urlo di sgomento, soffocato, però, da una mano violenta, dentro un guanto di pelle che puzzava di urina e sigaretta.

A terra, nel fango, in preda una crisi respiratoria, tanto forte che credetti di morire, mi trovai di fronte proprio quello stesso tipo che io istintivamente avevo preso a seguire, si chinò su di me, mi aiutò ad alzarmi e mi portò al bar più vicino.

Mi trovai seduta a piangere con un bicchier d'acqua tra le mani, quell'acqua dentro al bicchiere tremava, sul punto di traboccare.

Timorosa e infreddolita alzai lo sguardo, ero tutta sporca, la mia camicetta bianca era mezza aperta e mezza chiusa, mentre i suoi occhi erano color nocciola, i suoi capelli color miele, mi mostrava in modo naturale un'espressione rassicurante, sorridendomi con delicatezza.

Mi disse "Passa, passerà, non è successo niente di irreparabile, non tremare!"

Mormorai " Tu non hai visto qualcosa? Io non ho avuto il coraggio di guardarlo in faccia."

" No, ho sentito un tonfo: tu che cadevi, ma dove hai sbattuto? ".

" Mi fa male la nuca... quindi credo qui, dietro, sono caduta all'indietro quando mi ha lasciato..."

" Proprio dentro una pozzanghera! ...Comunque ho visto solo un tipo correre come un lampo. Qui girano i tossici! Che ci facevi a quest'ora, con questo look da signora, scompigliata? "

Riuscì a farmi sorridere " Ma dove siamo qui? "

" Baggio, periferia nord, ma ci sei arrivata da sola! "

" A dire il vero mi ci ha portato il tram, senza che lo volessi: mi sono addormentata emi sono svegliata al capolinea ".

" Vuoi che ti accompagni alla questura, poi ti fai venire a prendere, tanto ci metteranno un po'? "

" Sì, però non mi sento mica tanto lucida sai! "

" E' normale, è lo shock iniziale...Pronto soccorso? "

“Ho paura! - ripresi a piangere e a tremare- Io...vorrei dirti il mio nome, ma… non me lo ricordo! Non so chi mi possa venire a prendere o chi chiamare al pronto soccorso; dove ero diretta? Perché? Non so più… oddio come faccio adesso?! E tu? Ma ti conosco? Mi sembra di conoscerti...però, scusa, non so davvero chi tu sia adesso! Guarda, guarda come sono ridotta, non ho neanche i documenti, e ... e denunciare il furto di cosa, cosa avevo nella borsa, non me lo ricordo!!! Quelli mi portano al manicomio! E lì resterò ..."

" Allora innanzitutto ho sentito dire che i manicomi non esistono più! Posso, comunque, volendo, dichiarare la verità, cioè che sei stata scippata e hai sbattuto la testa, ma che ne pensi di venire a casa mia a darti una rinfrescata, è proprio qui, vicinissimo, ti stendi, magari una camomilla, vedrai che nel giro di poco, una mezz'ora al massimo un paio di orette, ti si schiariranno le idee e deciderai cosa sia il caso di fare?! "

Il respiro si fece più profondo, facevo un enorme sforzo a controllare il rossore ed il tremore delle gambe, uno sfarfallio allo stomaco solleticava il nodo che avevo stretto stretto.

Avevo una grande paura, ma era più ancora la voglia di seguire quell'uomo, come in fondo già dal primo istante, seppur di spalle.

Lo guardai dritto negli occhi e mi sentì già ristorata.

"Sì, grazie, sei davvero gentile, mi sto rendendo conto che posso contare solo sull'istinto per prendere decisioni."

"E l'istinto?"

Avrei voluto dire "Grida che mi piaci e voglio passare la notte a conoscere te, senza neanche il bisogno di ricordare alcunché, di me", ma invece risposi più cautamente " Dice che di te mi posso fidare."

E lui "E poi forse ci conosciamo, anch'io ho qualche dubbio..."

" Tipo? "

" Una vecchia compagna di scuola! Parliamo di medie, ma non voglio farti casino, magari mi sbaglio è meglio che ricordi tu, no? "

" Sì, hai ragione, crederei a qualsiasi cosa, anche di avere la tua stessa età! "

Si alzò sorridendo con gli occhi bassi e mi scostò la sedia, poi mi disse" Prendimi a braccetto che ti faccio da Cicerone..."

Con sicurezza infilai il mio braccio tra i suoi fianchi e il gomito e così, mentre eravamo entrati in quel bar in preda all'ansia, ne uscimmo sorridendo.

" Questo è l'albero prediletto dai cani del quartiere e qui, sedici passi a sinistra c'è la casa del pittore Cesare Impegni, ovvero me medesimo, celeberrimo e squattrinato! "

A quel nome sentì un colpo più forte del normale rispetto al solito ritmo cardiaco.

"Allora nella valigetta..."

"Nella valigetta ci sono i miei colori nuovi. Potrei usarli per farti un ritratto, se vuoi! E' rilassante e ti resterà un ricordo anche di me, quando avrai recuperato tutti i tuoi ricordi .... "

" Non è male come idea, ma non un ritratto da "sciura milanese" frastornata di mezza età, mi raccomando! "

"Sei troppo forte, ma ti dovrò fare un omaggio di astrattismo allora!"

Era così l'atmosfera, come se tutta l'umidità presente nell'aria in quella plumbea serata, fosse ironia, che rinfrescasse le nostre persone, dalla testa ai piedi ed entrasse nei nostri polmoni, per poi diffondersi attraverso il sangue, scorrendo come una carezza continua lungo tutto il nostro corpo.

Oltrepassato l’uscio della sua abitazione, una mansardina disordinata caratterizzata da un odore strano che mi confermò essere acquaragia, corse subito a prendere il cavalletto e i pennelli e dopo trenta secondi girò il foglio e mi mostrò un disegno infantile: un cuore sorridente e sotto, la scritta in corsivo ti metti con me?

Rimasi di stucco, era uno scherzo...speravo di sì e speravo anche un po' di no... mi domandò " Questo te lo ricordi?"

Avevo assolutamente il vuoto, anche se emotivamente qualcosa si muoveva, come il fischio di un treno in lontananza, dietro l'ultima curva prima del rettilineo...

"Forse sì...", volevo spronarlo a raccontare.

"Ultimo giorno di scuola della seconda media, avevi già le tette grosse e grossi boccoli, due elementi decisamente femminili e per un maschietto di quell'età già bastano a scatenare una tempesta ormonale, ma non era solo quello eravamo complici...noi...ricordi?"

" Mi facesti la dichiarazione? Cosa ti risposi?"

" Dai, fai uno sforzo, prova a ricordare!?"

Mi buttai ed ebbi il coraggio di affermare " Ti risposi sì! "

Si avvicinò e sussurrò " Non ci crederai, ma... mi sono sempre domandato, se fossimo stati un po' più grandi...sicuramente avremmo fatto l'amore e invece quando provai a darti un bacio alla francese gridasti che schifo! "

Scoppiai a ridere e dissi "Se ti ho ferito, ti chiedo scusa, ma evidentemente..."

Chiusi gli occhi per assaporare il suo respiro, desiderai che mi abbracciasse, immaginai che mi abbracciasse, così stretta, che credetti in quel momento alla sua storia, doveva esserci qualcosa dietro, dentro tutto questo.

"Come mi chiamo allora?!"

" Luisa Maggioni "

Restammo entrambi muti ed immobili per un paio di minuti.

Si alzò e prese un portatile, lo aprì, andò su internet e scrisse il mio nome, ostentando sicurezza disse "Anch'io voglio sapere, sì, sapere come hai fatto a ridurti così da quel fiore che eri?".

“Non credo sia il momento di farmi simili complimenti, anche se magari lo fai per sdrammatizzare! " ribattei infastidita.

Di colpo, stavolta, mi abbracciò davvero, ma quasi per sottolineare lo scherzo e scusarsi senza quell' intensità immaginata poco prima.

Trovammo, digitando quel mio nome dal suo profilo, una pagina facebook, pubblicata, c'era la foto di una donna elegante con i capelli biondi tagliati alla maschietto e troppo truccata che mi assomigliava decisamente, foto di mio marito, evidentemente, Giuseppe, un tipo alto con i baffi, un avvocato, e avevo due figli gemelli maschi adolescenti Enrico e Gabriele. Il primo moro ed atletico, l'altro con lineamenti simili, zigomi alti ed ovale a punta, come me, ma dagli occhi chiari ed un po' cicciottello.

Gli occhi miei erano come fragili bicchieri di cristallo, tremavano e nella mia testa facevano un gran fracasso!

Si accorse del mio timore di procedere, timore inspiegabile, l'artista si mostrava invece curioso e felice di aiutarmi a risolvere quella situazione complicata, ma dopo avermi osservato a lungo mi abbracciò ancora; mi disse "Non fare così, piuttosto piangi, se vuoi!".

Non piangevo.

Mi sentivo congelata, mentre poco prima mi ero sentita come di fronte al calore di un camino.

Ero spaventata perché non c'era ancora nessun ricordo e neanche sensazioni positive, anzi solo angoscia e paura e siccome potevo contare ora solo sul mio istinto, gridai " BASTA, PER FAVORE, NON SO PERCHE', MA FERMATI QUI! "

" Non c'è molto altro che si possa vedere senza chiedere amicizia, qui non si trova l'indirizzo o il numero di telefono...però già è molto; si potrebbe andare alla polizia no?"

Io ammutolì, lui si fece forza o forse era stufo o aveva altro da fare, quindi mi tirò su dal divano, quasi sollevandomi di forza e mi coprì le spalle con questo suo maglione infeltrito e ... non ricordo neanche come ci arrivammo, credo in taxi, comunque mi consegnò premurosamente al poliziotto dell'ufficio denunce della questura più vicina.

Anche lì, stavo zitta e muta, immobile, parlò lui e poi, improvvisamente, chissà dopo quanto, mi piombarono addosso un tipo alto con i baffi e un adolescente atletico, lo vidi per l'ultima volta dietro di loro che sorrideva soddisfatto, io ero sempre inebetita, perché mi sentivo espropriata di me stessa, e un po' tradita, non volevo andare via con quei due!

 

La psicanalista, una donna dall'aspetto molto semplice capelli legati bassi, color sale e pepe, disse con tono amichevole e convincente "Sa signora Luisa, *si può essere innamorati di diverse persone per volta, e di tutte con lo stesso dolore, senza tradirne nessuna, il cuore ha più stanze di un casino!".

Rimasi un po' sconcertata, ma certo, erano esattamente le parole di cui avevo bisogno per placare l’ansia di quel momento, di tutti quei momenti…

Interrompendo il silenzio disse pacatamente "Ora vorrei fare appello al tuo lato logico e razionale “ti sei domandata come mai il tuo secondo figlio, occhi chiari e un po' robusto, Enrico, non si è presentato insieme agli altri due componenti della famiglia?" e il mio sorriso si spense, confusamente tentai una risposta rilassata.

" No! Sì, comunque, sa non l'ho ancora visto? ... forse è arrabbiato con me per qualche motivo, magari potrebbe, avrà pensato male..."

La psicanalista sospirò amaramente e scrisse sul suo taccuino già straripante «Fuga dissociativa a seguito grave lutto familiare, depressione profonda, crisi di panico, prolunghiamo ricovero almeno 15gg.».

 

 

"Ti amo" esplode con slancio improvviso Giuseppe.

 "Dammi tempo, per favore, senza fretta...".

 " Non pretendevo mi dicessi anch'io...CAZZO, non sono una statua di pietra io!"

 "Scusami, non è che non voglio, non riesco, mi sento solo debole"

 " Cos 'è? L'incantesimo della bella addormentata nel bosco? ...forse non sono io il tuo principe azzurro!!!

Guarda che quel COGLIONE non verrà con la spada a tagliare i rovi che ti isolano dal mondo e la porta non si aprirà al suo passaggio, né si accosterà a te e poi ti bacerà le labbra…resterai QUI! ...la tua vita sospesa! E con la tua sarà sospesa la vita di chi ti vuole bene, SVEGLIATI, svegliati amore mio, apri gli occhi e fallo da sola.".

Le mani lisce e curate, una volta adorate del marito tremano senza controllo e come per arrestare questo tremore destabilizzante l’uomo si alza di scatto solleva la sedia e la sbatte e risbatte per terra.

Luisa non si muove, le si cristallizzano gli occhi, ma da quel gelo fuoriesce una lacrima fredda che precipita sul tavolo verde di linoleum.

 "Qualcosa ho ottenuto! L'iceberg ha perso una goccia!

 "Sai, io non voglio quell'uomo, voglio il passato casomai, tornare appena adolescente, fare altre scelte e vivere una vita dove tutto questo non accada mai, non solo per me, per tutti."

 "Così uccidi, quel poco che è rimasto in me, la speranza! E anche il ricordo!".

 " Che speranza si può avere quando puoi prendertela solo con te stesso o con Dio? Siamo stati noi a non accorgerci che non era così sano come sembrava o forse bastava dire, ma sì per una volta, se non ti senti, non sei un supereroe ...e invece no, tutta la squadra conta su di te gli ho detto e l'ho convinto! E magari invece lui non si sentiva in forma e io non l'ho capito!"

  "... lo stavo osservando con gli occhi orgogliosi di un padre che vorrebbe gridare a tutti quel fenomeno lì è mio figlio e poi è caduto a terra e non si è più rialzato."

Giuseppe è travolto dalle lacrime e dai singhiozzi " Ma perché? I giocatori di calcio cadono, è normale, magari un po' di scena, ma poi si rialzano, si rialzano!!! E lui invece no!"

  "Perché Dio ci ha fatto questo?" sussurra piangendo la già vecchia madre.

  " Luisa, solo nel perdono puoi trovare speranza e tornare a vivere!"

  " Ma io non posso perdonare Dio !!! E' lui che perdona gli uomini o al massimo si perdonano tra loro!"

  " E se fosse invece la stessa cosa?"

 

Con leggiadra spontaneità i due si stringono le mani in alto, verso quel cielo amaro, e brividi percorrono le loro braccia, percorreranno le loro schiene e le loro gambe: un inizio.

 

 

 

*citazione da IO UCCIDO di Giorgio Faletti 

*citazione da Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez

*

Artisti in Piazza

Un piccolo palco, con la reale scenografia di colline verdeggianti,

nuvole cupe, nuvole d’oro voli di rondini in coppia.

Si esibiva un duo con chitarre acustiche, uno, era un aitante giovanotto

dai lunghi capelli biondi, l’altro, robusto ed anzianotto, portava alla testa una bandana rossa :” Ehi, bisognerebbe che uno prestasse un po’ di capelli all’altro, non trovi?”.

Suonavano musica folk irlandese, il pubblico era seduto sull’erba e i bambini giocavano tutt’intorno saltando su copertoni-xilofono.

Nella posizione del loto ho chiuso gli occhi e la mia testa volteggiava più delle altre, la lingua inglese risultava chiara al mio intelletto, soffusamente cantavano di una giovane donna, da inseguire.

Ho abbracciato mio figlio da dietro.

Non avremmo dovuto spostarci da lì.

 Eravamo seduti sui gradini del duomo a mangiare una piadina, quando

hanno fatto irruzione in piazza un quartetto impazzito con trombe, trombette e tromboni; la gente saliva in piedi sul cornicione

della fontana al centro.

Tra la folla una figura, strano!

:” Andiamo a vedere uno spettacolo per bambini?”.

Non avremmo dovuto spostarci da lì.

Quello degli astronauti era terminato, il circo era pieno;

sulle scale di una scuola la gente in attesa assisteva alle prove strumentali.

Lo spettacolo era di una comicità surreale.

Avevo frequenti fibrillazioni.

Finalmente è sceso qualche gocciolone e tutto è terminato.

Meno di cinquanta chilometri d’auto mi sono bastati:

tentativi poco convinti, maldestri e timorosi.

Poi, come capita spesso, ultimamente, non sono riuscita a dormire fin quasi alle tre.

*

Federico

 

Federico
Ricordi...i tempi del Ginnasio....
eravamo sull'autobus quando ti voltasti e con molta titubanza, vergogna,
guardandomi negli occhi, stringendomi le mani mi dicesti
" Tu sai cosa sono io, vero?";
" Cosa sei tu? forse chi sei tu?!"
" Ma dai, lo sai, i miei atteggiamenti, la mia voce, il mio modo di camminare"
" Sì, o.k. quello è un modo di fare, ma tu...gli altri possono immaginare, però non sono gli altri a dovertelo dire, sei tu che lo devi dire a te stesso, prima di tutto."
" Io sono omosessuale"
" Ah, ecco, infatti, appunto, cioè io, immaginavo! Ma perchè dici così?"
" E' da quando sono piccolo che Andrea, il mio migliore amico, lo amo, i suoi occhi azzurri sono i più belli che io abbia mai visto e quanto lo penso, ma lui sicuramente non mmm..."
" Ti vuole bene però, cavolo, è un tuo grande amico e poi anch'io, con Aldo, sai quanti alla nostra età, praticamente tutti, sai quanti non sono corrisposti?"
" Sì, ma ti ricordi quando sei venuta a casa mia a fare la ricerca,ti ricordi quando è entrato mio padre, ti ricordi come ci guardava,come ci sorrideva sotto i baffi, che sguardi mi lanciava?"
" Sì, ho notato, un po' invadente malizioso.".
" Lo sai che mi ha fatto proprio male?...perchè ho visto l'orgoglio del maschio, l'ho visto cercare in me la complicità tra maschi, te lo dico io che lo conosco, lui sperava... sì che tra me e te ci fosse o potesse esserci qualcosa.
Quando mi è passata la rabbia ho capito però che forse, magari, se potessi innamorarmi di una ragazza, non mi è mai capitato prima, ma forse con te, con te potrebbe essere possibile!
Io vorrei baciarti per vedere cosa succede.".
" Federico, ti aiuterei, se potessi, ma,  per vedere cosa succede, non è la motivazione giusta. Se possibile, dici,quello è un istinto, non ci possono essere dubbi, se hai un dubbio, questa è già una risposta; forse è voglia di una pausa dallo stress: la voglia di uno scudo contro il male di quegli sguardi.
Tu troverai un giorno la persona da amare che ti amerà per quello che sei."
" Mia madre soffre per me, ma mi ama; è così diversa da mio padre, lui è un maschilista!"
" Anche il mio fa fatica ad accettare che sono semplicemente diversa da lui o dalle sue aspettative, ma bisogna essere forti, essere sè stessi, abbiamo una vita, che sia la nostra Fede!"


...ricordi...gli anni dell'università...
ti chiamai, eri fuori dalla discoteca, quella dove io diedi il mio primo bacio ad un allupato stronzetto eterosessuale, eri con la tua comitiva e mi passasti al telefono il tuo ragazzo.