chiudi | stampa

Raccolta di testi in prosa di Maurizio Sciascia
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Non compro più Topolino

Topolino, una collezione importante la mia, tutti ad ammirare i Topolino in fila nei loro scaffali, troppo distanti adesso. Che cosa è cambiato? Niente, ho smesso di leggerlo, di leggerlo in fretta per timore che qualcuno lo volesse leggere prima di me, è così! un giorno ho smesso di leggerlo, lo compravo pensando che lo avremmo letto insieme, non lo hai letto! Forse non capivi o non volevi capire, molto più probabilmente non potevi capire. Hai ragione nessuno te lo ha spiegato, ma ti bastava, sulla fiducia, credere che era anche per te che compravo Topolino, non ero certo ti sarebbe piaciuto, ma come tutti gli amori a prima vista, sognavo che anche per te sarebbe stato lo stesso. Ricordo ancora la mia prima volta, mano nella mano, con lo Zio Calò, era Agosto e lui, in vacanza da noi, aveva deciso di farmi fare un giro per la città semivuota, mi aveva chiesto di scegliere tra il gelato o un fumetto. Solo la bottega dei miei sogni era aperta, l’edicola del viale, che tante ore del mio fantasticare aveva riempito con l’odore della carta stampata, il leggero velo di polvere sulla prima copia ed io che pensavo che fare l’edicolante era il mestiere più bello del mondo! Tutta quella carta patinata, i fumetti, i libri sempre lì a disposizione come un albero della cuccagna. Povero edicolante, che tutte le mattine alle cinque, con il freddo ed il caldo, doveva esser pronto a distribuire le prime copie ai commessi viaggiatori e ai pendolari, solo il fornaio prima di lui, ma quella è un’altra storia. Non avevo esitato, di gelato ne avrei mangiato ancora, ma in quell’istante, a catturare la mia attenzione era stato il titolo a grandi caratteri gialli e le sue orecchie nere enormi.

Stasera mi trovo qui a guardare negli scaffali le ultime copie che non stanno in pedi, mancano le altre a supporto, ed io non comprerò più Topolino! neanche tu sarai più nella mia vita! Sognavo di insegnarti a leggere con Topolino, un po’ come era successo a me, sognavo di leggere insieme a te Topolino, sapevo che avremmo litigato per chi avrebbe dovuto leggere prima Topolino. Da stasera non compro più Topolino! Camillo, il mio grande amico edicolante, non lo sa ancora e forse, in qualche angolo della sua magica edicola, ha messo da parte le ultime copie, che non sono passato a prendere. Gli dirò qualcosa, non so ancora cosa, non vorrei dirgli una bugia, ma lui conosce bene il genere umano, lui sa sempre che giornale gli chiederanno, forse capirà, lui soltanto, che non comprerò più Topolino perché a nessuno potrò mai leggere Topolino.

*

Hotel vista mare

La cameriera di un albergo arriva ogni mattina dopo che gli ospiti sono andati via, entra nelle camere:

Camera numero 1

Abiti in disordine, biancheria intima per terra, ovunque tracce di passione sfrenata, senza tabù. Immagina lui e lei belli, sfrontati e sente, avvicinando il viso ai cuscini, il loro respiro affannoso, l’odore dei loro corpi sudati e sazi… sensazioni lette soltanto nei romanzi d’amore.

Camera numero 2

Oddio che confusione! Bagagli e borse dappertutto, ma in quanti sono? Soltanto in due e viaggiano come fossero in quattro. Si perché “non manchi mai nulla mentre siamo fuori” soprattutto “le medicine salvavita e la lampada d’emergenza e il porta questo e il porta quello…” come sarà lui? Impacciato, approssimativo e lei? Precisa, attenta a questo e quel particolare, giusto equilibrio, ma l’amore la passione?

Camera numero 3

Perfetta, ordinata, come se lei fosse già passata, si domanda: ma forse hanno già lasciato l’albergo? No! sono i Signori “perfettini” tutto è al proprio posto, nessuna traccia di loro, tranne, che non lasciano tracce di loro. Ma la passione come sarà? Lui che si prepara “maniacalmente”, lei indossa intimo di seta d’altri tempi e un timer sul comodino, perché domani si alzeranno presto e tutto deve rientrare “nei tempi programmati”...

Camera numero 4

Solo uno dei due letti da rifare, l’ospite un uomo di mezza età, adesso viaggia da solo, veniva sempre con la moglie, per una settimana al mare; quest’anno è voluto tornare, per non dimenticare i giorni felici, prima che la “malattia” portasse via la sua metà del cielo…

Camera numero 5

Un letto matrimoniale ed una culla, qui dentro ogni oggetto riflette la dolcezza ed unicità di quel momento, si accosta alla culla e stringe, per qualche attimo, il piccolo peluche col sonaglino, sente come una morsa al ventre, quel ventre che non ha mai custodito un tesoro così grande!

Camera numero 6

Vuota! È strano, si è proprio strano che sia vuota. È lì che lei si ferma più a lungo, apre la finestra sul terrazzino “rigorosamente vista mare”, come recita lo slogan dell’albergo, immagina che un giorno entrerà in quella camera con i suoi bagagli con il suo amore, potrà smettere di sognare una vita tutta sua e, nell’attesa, riordinare le camere e le vite degli altri…


*

La scelta

… che ne pensi amore? Chiese Valerio, ma il sonno l’aveva ormai travolta ineluttabilmente, chiusi gli occhi, veleggiava tra sogni a colori. Valerio prese carta e penna e disse, tra sé, questa è l’ultimo che ti scrivo, lo lascio qui, sul letto e poi sarai tu a decidere!

Fare una scelta prendere decisioni non era mai stato il suo forte, Giulia, ragazza di buona famiglia, laurea e master in economia, non si era mai risparmiata egoismo ed egocentrismo, aveva sempre elargito con generosità soltanto capricci da ragazzina viziata ed  immatura.

Stavolta no! era diverso, Valerio caricandola della responsabilità di quella scelta l’avrebbe messa davanti ad un bivio. È fu così quando la mattina seguente lei si svegliò e trovò il biglietto, così, abbandonato, sul letto. Con un certo timore lo prese tra le mani e lesse tutto d’un fiato…. Chiamami soltanto quando avrai deciso!

"Stasera PIZZA o RISTORANTE?...."


*

Undici settimane per sognare

Undici Novembre erano già quattro, ma non potevamo saperlo e la vita stava per regalarci un sogno.

Diciotto novembre settimana cinque, il sogno è nell’aria ma bisogna prender sonno per poterlo realizzare e allora, sotto le coperte, domani ci aspetta la grande prova!

Stiamo sognando….

Venticinque novembre, settimana sei, un mattone sopra l’altro per il castello dei sogni più bello che si sia mai visto.

Tre dicembre, settimana sette, eccolo! Il “sogno”, lo puoi quasi toccare, brilla un puntino luminoso e sai che non è solo fantasia, e già pensi che questo è un sogno da incidere nella mente, nell’anima scolpito per sempre.

Nove dicembre, settimana otto, stai per svegliarti ma non lo sai ancora, il sogno è lì lo puoi toccare nessuno te lo può togliere.

ventitre dicembre, settimana dieci, in casa il sogno è come un albero di Natale, tutte luci colorate e addobbi per il più bel sogno dell’anno.

Trentuno dicembre, settimana undici, cos’è questa brusca luce, odio questo faro rosso in faccia, sta sfregiando il mio sogno, mi sta svegliando, aiuto, qualcuno impedisca questo scempio, no! Non è vero, mi sto svegliando, il sogno è svanito, è come il peggiore degli incubi e sta capitando proprio a me!

Quattro gennaio la non più settimana dodici, ripenso al sogno, ringrazio Ulola, che bella compagnia durante il sogno! Penso che un giorno dovrò riaddormentarmi per incontrarla ancora.

Nessuno me lo impedirà, nemmeno messer tiranno tempo, riuscirà a sbiadire l’intensità di colore di un sogno lungo undici settimane!