chiudi | stampa

Raccolta di testi in prosa di Nina Della Santa
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Claudia

Presto ch’è tardi! Presto ch’è tardi! C’è sempre qualcosa da fare, in città, e bisogna farlo in fretta, se non vuoi che uno qualsiasi dei tuoi amici col baffo all’insù ti superi, in quanto a citazioni dall’ultima serie in voga. Probabilmente è quel brivido che non avrò mai -tra il vivere il peggio della vita moderna, in città che raccontano bellezze di secoli passati al termine dei viali, e l’illusione che ce ne siano altre per le quali valga la pena rimanere a farsi ingannare- ad anestetizzarli. Ironico che siano le menti più laiche ad alimentare tale ingenua utopia, talvolta anche senza far uso di droghe. Claudia sembra perfettamente a suo agio in questo tipo di contesto, in cui riempire la mente di parole, contatti, immagini, tragitti… che crea la finzione di averla nutrita, di dare forma a una persona migliore, di vivere il proprio tempo. Tutto non prima di aver trovato parcheggio, s’intende.


Id: 5890 Data: 02/06/2025 17:30:46

*

Persone serii!

E poi ci sono quelli che corrono, che hanno cose importanti da fare. Hanno un sacco di preoccupazioni, impegni, rate da pagare... E aggiungono, incastrano, intricano. Niente tolgono. Fatta eccezione per la loro presenza. Quella sì, la fanno desiderare.

Non hanno tempo da perdere in cose che non rendono e devi andare tu da loro, se vuoi, ché non si possono allontanare... Di fermarsi a fare niente, nemmeno se ne deve parlare.

Ironico, per quanto numerosi e vari possano essere i tragitti, le staffette, gli scambi, come sia una corsa in quella che non è più una ruota, ma un recinto. Bello ampio e pieno di roba, ma pur sempre un recinto. Puoi farlo anche lì un aperitivo di 15 minuti, prima di tornare a fare l'autista per tuo figlio.

Criceti allevati a terra. Non vedono più il cielo a righe e si credono liberi.

Eppure sono ansiosi, tesi. Qualcosa non torna e, anche spinta sotto i tappeti dei personali anestetici, la polvere di anime in gabbia sale da ogni sbuffo. E offusca la visuale.

Poco male: quasi tutti tolgono la polvere dagli occhi e via, andare!

Io li vedo, occhiali colorati sulla punta del naso, mannaia fra le mani, cappello da cuoco, mentre squarto peperoni e pollo. Giro lo sguardo, nel recinto passa il trenino: suonano tutti al passaggio a livello; uno falcia il prato; l'altro, dal bagagliaio, tira fuori un megaschermo; uno ha beccato una pollastra; un altro ha finito di dipingere la staccionata...

Ma fischia la teiera, levo i guanti, prendo una tazza. Sedia a dondolo. E bevo.

 


Id: 5860 Data: 27/01/2025 15:10:46

*

Laura

Laura pensa di aver realizzato il colpaccio, da quando ha trovato quel nano barbuto che chiama uomo della sua vita. Già quando la conobbi, portava con sé l’inossidabile sicurezza di chi compie sempre la scelta giusta. Se dovessi fornire un’idea di cosa vuol dire avere dei limiti, forse sarebbe proprio una simile convinzione a rappresentarla più fedelmente. On: folgorata. Off: tutto il resto del tempo. Con un interruttore che può tenere aperto il circuito per anni. D‘altronde, la lampadina del genio si accende senza schiacciare nessun pulsante.

 

 


Id: 5310 Data: 14/02/2022 13:58:53

*

Sara

Sara è talmente concentrata su di sé, da non riuscire a stare al passo coi tempi.

Un passo incessante, determinato, ma ottuso, senza una vera destinazione. Il passo statico della corsa da una stanza all’altra, nei corridoi di qualche palazzo: chilometri percorsi a vuoto, ogni giorno, sugli stessi pavimenti, sulle stesse strade. Sale e scende incessantemente anche la linfa, in ogni albero piantato dove un seme ha sorte di attecchire; va e viene diversa, ma vitale: entra pura, provvidenziale; torna densa, diretta a chi ne attende ogni millimetro. Dalle aperture dei palazzi, innumerevoli pause caffè-sigaretta spacciano tossine per energie. Da aperture ancor meno visibili, bocche silenziose rilasciano, come scarto, un sospiro di sollievo.

Forse è per questo che non riesce ad allontanarsi dalla sua cucina, dalle sue piante, dalle querce e i pini che, poco lontano, aspettano sempre di essere visitati.

 

 


Id: 5308 Data: 10/02/2022 20:31:04

*

Giada


Come un vulcano che non erutta da tempo, Giada accumula dentro sé una forza, il cui impeto potrebbe tanto esplodere, travolgendo ogni cosa, quanto spegnersi con la potenza fragorosa della lava che incontra il mare, dopo aver percorso in silenzio pendii scoscesi ed aridi. Quale sia l’eventualità da prevedere o da preferire, non è possibile dirlo, tantomeno utile, dal momento che entrambe si rivelerebbero portatrici di profondi mutamenti. Implacabile, l’esplosione distrugge a casaccio, sbuffa colpi esiziali, scaraventa furore a distanza. Ma lascia aperti nuovi spazi, destinati al cambiamento. Né è da sottovalutare la quieta potenza del fiume di fuoco, corso unico, che rimane indelebile, cicatrice profonda, tra ciò che è andato distrutto per sempre e qualcosa che, ancora, vive.



Id: 5304 Data: 05/02/2022 01:04:42