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Raccolta di testi in prosa di Valentina Ciurleo
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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l’emergenza di scolpire

Ritorno all'assenza 

 

Giorni in cui non racconti nulla è d’obbligo restare in silenzio, scegliere un gesto delicato.

Erano ormai sette anni che papà non c'era più. Per tutto il tempo in cui ero stata via, non l'avevo mai chiamato "casa"; era rimasto solo un indirizzo, un punto di ancoraggio da evitare.
Entrare nel palazzo fu come immergersi in un oblio del ricordo, ma l'oblio è solo una superficie. Sotto, il tempo si era fermato in fotogrammi nitidi. E fu un istante vederlo, lì nel cortile, intento a potare le sue amate piante, chino sulla terra umida. O ancora, in equilibrio su quello sgabello traballante, mentre sostituiva la lampadina della luce comune. Erano piccoli, esatti, gesti di manutenzione, atti di cura che tenevano il mondo in ordine.
La sua assenza, non un'ombra vaga, era precisa. L'assenza non è un luogo, è l'intera documentazione. Sono i fogli di una vita che hanno scritto, che hanno vissuto e che poi hanno visto strappare. Mancava tutto il fascicolo, l'intera cartella. Le sue amabili istruzioni, il manuale per aggiustare il mondo, e le sue ricorrenze: i compleanni, gli anniversari, le feste comandate, che ora non erano che spazi vuoti nel calendario.

Realizzo l'incertezza, tutto ciò che temo. In sequenza, le sfumature si compongono nel quesito, la domanda cruciale che attende.
Nel contare le consapevolezze, la verità mi raggiunge come lama affilata. E cerco la caraffa di sole, un raggio di memoria, con le mani che lo sorreggono. Amo stendermi a volto riva, nell'abbandono, con gli occhi dentro i tuoi occhi.

Ripresi il quaderno per tornare alla forma stretta e necessaria del mio sentire, come l'unica cosa possibile. L'unica che mi conoscesse.

 

di Valentina Ciurleo


Id: 5954 Data: 04/12/2025 09:02:39

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Il sapore del sale valentina ciurleo

Il sapore del sale  ( testo a cura di Valentina Ciurleo)

 

Si può appartenere a un luogo anche senza esserci nati, le sensazioni danno risultati forti, sicuri, nascono dalla radice, da dentro. 

Non si può rinunciare a lungo, scrivere è la mia ombra. A meno che non decida di restare al buio, devo posizionarmi lenta, sentimentale, aderente al corpo. Trascorrere diversi giorni, pensare, attraversare, il doppio strato di silenzio o semplicemente il balbettio del mio respiro. Ogni punto è una sequela di prove. 

 

Un acrobatico esercizio per menti che puntano dentro, sulla logica, sulla riflessione. Sui pori della pelle che lontano inondano. Sono qui a scansionare pagine del mio quaderno, oltrepassare, scavalcare il confine, toccare rifugio segreto. Il contenuto è proprio in quelle battute, in quell'accenno interiore. Per quel che ne sappiamo, a questa prima lettera, ne segue una seconda, poi una terza. Affidare il pensiero alle parole, alle voci intorno. La sostanza è dentro, come un panorama che indaga, una diversa prospettiva, la rifinisce, la completa. Un origami del cuore. 

Posso affiancarmi, di lato, quasi impercettibile, al confine dell’occhio. Cercare di essere visibile, fiorire di voce e di respiro. 

 

Il vero silenzio, ospita e ripara, nella morsa timorosa, diffidente, sei tu con la tua scorza, con il groviglio di un discorso. Che poi gli occhi sono la vera spiaggia, il tratto di vita che congiunge cielo e terra. Puoi capitarci per caso anche se trovarsi nel medesimo ha le sue bellezze.

C'è un silenzio che accompagna parola, un linguaggio sterminato di pause e acuti. Silenzi, ore meridiane e notturne, indugi, tregue, soste assopimenti.. Pensi ci sia solitudine nell'ascoltare? Rallentare i battiti, fino a non sentirli. 

 

Essere vivo in questa corda vibrante, toccarsi nella vicinanza delle menti. Abitare alla soglia del silenzio, in primo luogo, è attendere, qualcosa di udibile, attorno a noi. Se mai ti capiterà di sentire la parola amore, non voltarti subito. Non chiedere cosa sia. Stendi il miracolo in casa, invocalo e ringrazialo. E se la solitudine è una dichiarazione, questa, voglio scriverla a me stessa. Non cercare di coprire il vuoto, non trattarlo come fosse bello, alterato alle scommesse, al gioco della vita. Rimani nel tuo scintillio nel baule della tua dimora. 

 

Si può vivere in balia di assenze senza pretendere nulla, ci si abitua lentamente all’abitudine. L’incontro con l'anima, rimane inalterato, attaccato alla radice. Attendere voci, parole che giungano a noi da valle, da una finestra o dall'altro  capo della luce.

Un gusto vero, autentico: il sale della vita.

 

2025

 


Id: 5918 Data: 20/09/2025 08:43:10