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Raccolta di testi in prosa di Marosa Santucci
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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Amici da un paese straniero

Ti guardo. Tu stai parlando delle tue incertezze, per quanto riguarda il poter vivere in un altro paese con un lavoro adeguato alle tue possibilità di salute. Guardo i tuoi occhi e a volte sembra che la tua malinconia sia lì scritta, per poi scivolare via con il dolore, nel cuore, nella speranza che la fortuna ti aiuti - tu hai fatto dei sacrifici, lo sappiamo entrambi.
Con le tue mani hai avuto la forza di comprare casa, per avere una vita adeguata a chi lavora da sempre con quella forza che è l'orgoglio di chi vuol farsi valere nel rispetto e amore per la persona che le sta accanto, tua moglie. Una ragazza con tante speranze nel cuore, pure lei, come te, ma il suo cuore è rimasto lontano, nel suo paese. La casa messa a nuovo aspettava solo la voglia di andarci ad abitare, non di fuggire. Ma io vi aspetto come una mamma.

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Alla cara amica

Ciao amica mia,

è passato del tempo da quando sei venuta a casa mia - la nostra amicizia è nata come un fiore, coltivato con amore e rispetto.
Ti aspettavo come il sole dopo un inverno lungo e noioso, con quel freddo da cappotto e sciarpa. A volte pensavo come sarebbe stato un periodo invernale con tutti noi al grande evento del Santo Natale; noi abitudinari dell'estate; noi e le passeggiate; noi al mare, la sera fuori per il gustoso gelato e perché no, anche il ballo era scontato; il mercato del giovedì in bicicletta - a volte, ti ricordi? non riuscivi ad aprire il lucchetto; oppure la colazione, il pane fresco del mattino, burro e marmellata, a volte preferivi sulla terrazza - tu guardavi verso i monti e una gioia ti assaliva perché il profumo del mattino, dicevi, "è formidabile". Quante volte abbiamo scherzato su chi prima andava in bagno a prepararsi per le nostre passeggiate.

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La casa della mia gioventù

Sono qui davanti alla casa della mia gioventù, guardo e penso.

Tu casa dei miei anni passati, sei rimasta in un silenzio che poi silenzio non è. Abbiamo trascorso insieme, nel passato, tra le tue mura, sensazioni di amore, di tanta amicizia. La vita era povera ma ognuno metteva all'altro forza e coraggio. Le tue mura sono ancora piene di canti, di quella musica che solo l'amore sa dare, il suono della fisarmonica che l'amico Fra suonava; quel fumo che usciva dalla stufa e odorava di castagnaccio bollente – si assaporava mentre andavamo a scuola.

Tu, casa mia, non senti le tue mura che hanno ancora il profumo del mangiare di Natale? Il profumo di brodo di gallina che mia nonna faceva e la tovaglia bianca con tutte le posate e i piatti da festa e quei sorrisi attorno al tavolo con i piatti fumanti, si riscaldava tutta la vita.

Avevo nove anni, ti ricordi? Dal tuo soffitto, il sei gennaio, giorno della Befana scendeva una bambolina, era mio cugino Lucio, era bello anche se avevo la paura di non arrivare a prenderla prima che se ne andasse, ricordo le risate di tutti, le mura erano fredde ma i cuori allegri.

Come non dire poi che tra le tue mura, sai benissimo, sono nati amori e dissapori, come per Giulietta e Romeo. La ragazza amava, e dall'amore è nato un fiore di bambina che tutti noi amavamo come una stella, così si diceva; nonostante il contrastato delle famiglie, alla fine l'amore aveva vinto.

E come non ricordare l'amore di mia sorella con un ragazzo vicino di casa, e tu sai che il babbo non vedeva bene questo rapporto, era un nascondersi per poterlo vedere anche solo per cinque minuti.

Non dimentico poi il fosso dove ci si ritrovava a lavare i pochi panni che avevamo, si sbattevano su quei sassi freddi di gennaio e poi, stesi al sole, emanavano un dolce profumo.