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Raccolta di pensieri di Arcangelo Galante
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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A proposito dei commenti

Durante il tempo di navigazione, oppure semplicemente soggiornando in un virtual place, è possibile notare sfaccettature di interazione scrittoria che, seppur apparentemente scontate, accettate e persino emulate dalla moltitudine degli internauti, riescono comunque a dirci qualcosa dei passaggi, meteoritici o incisivi, avvenuti nello spazio di condivisione pubblica. 

L’aspetto più sorprendente risiede però nel visionare i commenti di alcuni iscritti che, malgrado in alcuni siti abbiano inserito una persona nella lista dei preferiti, lasciano a quest’ultimi una frase, un elogio, un saluto, mentre, a un’altra, magari fuori dal proprio coro, pubblicano un corposo commento, e anche parecchio “ad hoc”.

Se vai a chiedere il motivo di questo atteggiamento, vengono fuori scuse di default, come le seguenti:

 

- non ho tempo e mi collego raramente al sito (poi si scopre che il nickname o il loro vero nome e cognome, appaiono continuamente, negli orari più disparati, sempre collegati, ma chissà, forse occorre farsi controllare la vista. :D);

 

- non sono capace a scrivere commenti, tu sei una persona acculturata, io non riesco a spiegare quello che leggo (eppure a te hanno lasciato una frasuccia di circostanza, e agli amici, degli amici e degli amici ancora, un edificante e lungo commento che porta a credere di aver sbagliato tutto, nel tuo modo di interagire).

 

Quanti altri esempi, si potrebbero fare, ma anche un estraneo intende subito che l’ago della bilancia oscilla in forma anomala, perché, qualora un testo dovesse stimolare una reazione di vario genere, l’epifania delle parole appare magicamente a pochi, evitando di assegnare la medesima considerazione nel commentare, nella giusta misura, gli stessi che, invece, adoperano una modalità di larga attenzione a chi vogliono, per poi seminare uno, due, tre vocaboli o un’intera frase, a parecchi.

Personalmente, non credo alle pseudo giustificazioni, quando i fatti parlano in modo esplicito e inconfutabile, avendo sempre preferito dosare la qualità del tempo, a tutti, con eguale procedimento.

Le corbellerie dettate dalla stupida furbizia, che può colpire anche i più prolifici nella scrittura, trovano terreno fertile nelle bugie e ipocrisie, appena i loro ampollosi e paternalistici commenti contraddicono la medesima svogliatezza, offerta a un’infinità di testi commentati, come fossero stati scritti da menti infantili.

O ci si impegna, con un “modus operandi” rivolto adeguatamente alla moltitudine, oppure si evitino le lamentele in pvt, sfruttando il prossimo, in senso generale, al solo scopo di mettere in bella mostra esclusivamente ciò che si scrive.

Certamente, qualcheduno non sarà contento di questa verità, diffusa nel web, ma eludiamo l’idea di serietà, nell’istante di un reciproco scambio in cui si dimostra, tangibilmente, il contrario del proprio operato e del non fatto bene.

Capisco che nel cyberspazio, dove le interazioni sono mediate da schermi e algoritmi, certe “restrizioni” scrittorie non hanno lo stesso peso e possono essere facilmente ignorate o reinterpretate. 

Ma la descrizione dell’esperienza che ho inteso comunicare in questa opinione riflette la natura spesso caotica e meno regolamentata del web, dove la libertà individuale è ampia, ma anche più suscettibile di comportamenti superficiali (in superficie e non approfonditi in un contesto di scrittura).

Nel mondo virtuale sappiamo tutti che niente è obbligatorio, ma il meccanismo della visibilità del sito è impostato sui likes e commenti, e il mio pensiero vuole evidenziare un contrasto tra affermazioni reali e l’autonomia di scrivere come si vuole, col giusto equilibrio.

Grazie per avermi dato questa opportunità e lasciamo al lettore le dovute conclusioni.

Buona e serena scrittura a tutti.


Id: 2827 Data: 16/09/2024 11:30:57

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Parole e immagini

N.d.A.: Hanno più forza le parole oppure le immagini?

 

Le parole e le immagini sono entrambe potenti mezzi di comunicazione, ciascuna con le proprie peculiarità e capacità di influenzare il pensiero e le emozioni. Tuttavia, la loro forza e il loro impatto possono variare a seconda del contesto e del modo in cui vengono utilizzate.

Le parole hanno il potere di articolare il pensiero in maniera precisa, permettendo di esprimere concetti complessi, emozioni profonde e narrazioni articolate. Attraverso esse, si può costruire un mondo interiore ricco di sfumature, guidare la riflessione critica e influenzare profondamente la percezione della realtà. Possono essere sottili, capaci di insinuarsi nei meandri della mente e del cuore, modellando, nel tempo, idee, credenze e comportamenti. Un discorso ben costruito, un libro, una poesia, possono risuonare nell’animo umano per generazioni, trasmettendo conoscenza, saggezza e valori.

D’altra parte, le immagini hanno un impatto immediato e universale. Una singola riproduzione può catturare l’essenza di un momento, suscitare emozioni forti e trasmettere un messaggio in modo istantaneo e diretto, senza bisogno di traduzione. Nell’era moderna, caratterizzata da un sovraccarico di informazioni e da una comunicazione sempre più veloce e frammentaria, le immagini spesso prevalgono per la loro capacità di attrarre immediatamente l’attenzione e di condensare significati complessi in un colpo d’occhio. Una fotografia iconica, un dipinto, un grafico ben progettato, possono rimanere impressi nella memoria collettiva, influenzando percezioni e atteggiamenti a livello globale.

Nell’epoca attuale, dominata dai social media e dalla cultura visiva, esse sembrano avere un impatto più immediato e pervasivo. Tuttavia, questa predominanza percettiva non significa che le parole abbiano perso la loro forza. Al contrario, parole e immagini possono amplificarsi reciprocamente: le immagini possono dare forma alle parole e le parole possono dare profondità e contesto alle immagini. Una combinazione ben bilanciata di entrambi i mezzi può raggiungere livelli di comunicazione e persuasione ineguagliabili.

In definitiva, la forza delle parole rispetto alle immagini non è una questione di superiorità, ma di complementarità. Le parole costruiscono, spiegano, narrano; le immagini evocano, sintetizzano, colpiscono. In un mondo sempre più complesso e interconnesso, la sfida è imparare a usare entrambi questi strumenti in modo consapevole e responsabile, riconoscendo il loro potere di influenzare la realtà e la percezione che abbiamo di essa.

 


Id: 2823 Data: 13/08/2024 14:07:58

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Qualcosa si impara sempre

Come riconoscere se chi pubblica è realmente in grado di scrivere? Sorvolando sui ghost writer e sulla IA, il cui discorso richiederebbe un ferreo approfondimento e lunghissime pagine di discussione, semplici accorgimenti potrebbero certamente risultare utili a tutti.

Quando c’è troppa differenza tra un testo scritto grammaticalmente bene e la qualità di risposte date ai commenti, bisogna iniziare subito a riflettere su qualche punto saliente. Indubbiamente, quando si scrive, capita di trovarsi stanchi, svogliati, scocciati, superficiali, pigri, sino a mettere in pratica frivolezza e disinteresse verso il piacere di alcuni momenti o periodi indefiniti.

Apparentemente, anche una risposta mancata pare non dirci nulla sull’attività scrittoria del nostro interlocutore; eppure, quello spazio vuoto accende comunque un’altra supposizione, da non sottovalutare.

Quindi, non si parla del contenuto, bensì della struttura, forma, espressioni adoperate, che contribuiscono a un linguaggio collegato alla cultura, preparazione, esperienza di chiunque, nel corso degli anni, ha acquisito destrezza e capacità organizzativa nella stesura di uno scritto.

Nonostante non sia vietato copiare o riportare, frasi, sunti, articoli, spiegazioni letterarie, poesie e lavori più o meno conosciuti, presi a prestito dall’infinito oceano virtuale, sarebbe preferibile accostarsi alle risposte di uno scrivente invitandolo a farsi conoscere, attraverso quello che comunica, presumendo sia farina del suo sacco.

La consapevolezza di penetrare nei possibili agganci che pongono le basi di una minima formazione intellettuale, risulta propedeutica all’interazione tutta, giacché, quello scambio, purché sia “sincero”, ossia veritiero, dimostra che cosa si è imparato qualora si sia coltivata, nutrita e mantenuta, una certa predisposizione e amore verso lo scrivere.

Altresì, buona cosa sarebbe commentare per primi in quanto la furbizia di qualche navigante la si incontra spesso, ribadendo l’interpretazione delle menti più addestrate, sveglie, zelanti e indiscutibilmente dotate di un ampio vocabolario, nonostante mai si smetta di introdurre parole nuove.

Lievi o incisive discrepanze riguardanti il passe-partout di risposta, l’incapacità di dispiegare un proprio componimento, risultante anche perfettamente impostato secondo l’analisi grammaticale e la scelta di stile, sono indice di una potenziale incertezza sulla persona che afferma di saperlo fare.

La digitalizzazione ha creato alte simulazioni e forti difficoltà nel discernere i messaggi provenienti da tali piccole “osservazioni”, ma qualcosa si impara sempre, qualora si valutino i dislivelli fra lo scrivere e un oggettivo, nonché ripetuto riscontro, nella fase di intrattenimento con chi ci rivolgiamo.

Infine, le risposte copiate e modificate, facendole passare per riflessioni personali, non fanno testo nel “saper” scrivere.

Fate voi, dopotutto, ciascuno è artigiano di se stesso.

 


Id: 2822 Data: 13/08/2024 09:04:54

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Si cambia

Anche senza accorgercene subito, tutti noi cambiamo qualcosa, ogni giorno. 

Che si tratti del nostro modo di pensare, di approcciarci al mondo esterno, di volerci bene o essere affabili con gli altri, di credere o negare un’evidente verità, di accettare, limitare o soffocare la crescita di alcuni sentimenti, di corazzarsi al soffrire dopo avere ricevuto un colpo basso o una delusione, di non poter fare sempre a modo nostro a causa di chi ci gravita attorno e parecchio altro legato al  cammino esistenziale, si viene comunque a creare una sorta di congestione emotiva, come “semplice” risultato della spinta a scegliere di mutare atteggiamento, per ripristinare uno stato di benessere. 

Si cambia, quando le possibilità lo consentono, ma soprattutto perché sfiniti di fronte a chi ci ha preso in giro o ha finto di non comprendere la nostra natura interiore. 

Si cambia, perché qualcuno o qualcosa ha innescato la riflessione in noi stessi, facendoci miracolosamente aprire gli occhi, perfino trattandoci male.

Si cambia idea, mentre su altri punti si resta irremovibili, giacché non si ha più voglia di fare compromessi, di assorbire i brutti pensieri che accompagnano l’incontro con gente perennemente insincera, ma pronta a succhiare le giovevoli energie che trasmetti.

Si cambia, perché si porta rispetto all’intelligenza posseduta, declinando ipocrite giustificazioni di chi, consapevole d’averci ferito, ha evitato di rimediare alla chiusura delle nostre manifestazioni di fiducia.

Si cambia, con chi a nulla importa di noi e ci ha indotto ad anestetizzare pure il cuore, rimasto fedele ai suoi battiti al minuto, dopo essere stato messo sotto pressione dagli attacchi dei distruttori di malafede, antagonisti dell’amore multiforme. 

Si cambia, diventando diffidenti e intransigenti con il prossimo, per il timore di domandare scusa.

Si cambia, nell’istante di non sentirsi all’altezza di situazioni improvvise, che mettono a repentaglio la nostra forza morale e l’onestà raggiunte con immenso sudore, per mantenersi puliti in un’epoca di eccessiva furbizia e inganno internazionale.

Si cambia, decidendo di dire “basta”, a prescindere dall’aver incondizionatamente ricevuto o fatto troppo bene, a coloro che neppure lo meritavano. 

Si cambia, con la voglia di trovare la bellezza nell’anima, di far fiorire il desiderio di tranquillità, indispensabile a raccogliere le risorse per poter continuare a sopravvivere, oltre ogni dire.

Si cambia, volendo gravitare attorno a gente in grado di comprendere le umane debolezze, per trasformarle simultaneamente in occasioni di mutua crescita. 

Si cambia, perché senza il mutamento non serviremmo a nessuno, evitando di lasciarsi morire in un torpore insignificante, dinanzi a chi ci ammira e sosterrà durante il capovolgimento del nostro edificante esempio, messo nelle loro mani.

Insomma, ci saranno infinite ragioni per cambiare, dovendosi adattare al moto del tempo e all’impensato futuro della nostra coscienza e libertà.

Ma una cosa è certa: se non si cambia, giammai potremo sviluppare maggiore capacità di gestire l'esitazione, masticare l'inimmaginabile, affrontare situazioni fortuite con più resilienza.

Ciascuno tragga le migliori conclusioni.

 


Id: 2821 Data: 11/08/2024 18:51:38

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L’illusione insegna

Incredibile, come possa cambiare l’idea su chi si pensava ci volesse bene, fosse nostra amica, persona sincera e leale, o semplicemente fidato compagno di viaggio. 
Accade improvvisamente che, un giorno, la vita decida di tendere la mano all’impensato, sino a creare situazioni nelle quali convinzioni e atteggiamenti debbano necessariamente scontrarsi, portando alla luce verità nascoste.
Pare una contraddizione, trovarsi dalla parte opposta di chi cammina al nostro fianco. 
Una beffa inaspettata, quella che ci induce a guardare tutte le cose, fatte e vissute con occhi totalmente nuovi.
Si ha addirittura l’impressione di essere immersi in un sogno, ma risvegliandosi da un letargo mentale, solamente grazie all’illusione subita.
Il saggio non esclude mai nulla a priori, eppure, malgrado l’illusione possa alimentare un senso di naturale amarezza, aiuta a comprendere che mai bisogna obbligare qualcuno a fargli vedere il contenuto passato, ritenuto sicuro e valido, proiettandosi in un futuro dove le scelte giuste potranno essere fatte sulla base della somma dei risultati, sperimentati con un’individuale esperienza. 
Alla fine mi sono chiesto: “Perché sforzarsi di capire le persone?”.
Te lo spiega bene il tempo come sono fatte, anche se il vero problema risiederebbe nel trovare il tempo per conoscerle davvero.

 


Id: 2820 Data: 30/07/2024 19:25:24

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Desiderio

Vorrei solo un mondo più compassionevole e illuminato.

Forse un giorno arriverà, per la gioia di chi riuscirà a vederlo.

 

 


Id: 2538 Data: 16/06/2020 18:55:37

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Ogni tanto...

Mi trastullo, galoppando con la fantasia che mi conduce dinanzi a sorridenti volti, così amichevoli da farmi sentire parte della loro famiglia!

 


Id: 2501 Data: 18/02/2020 12:50:54

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Libri

Considero amici, alcuni libri, perché, leggendoli, m’aiutano a comprendere il mondo degli altri.

 


Id: 2211 Data: 02/01/2018 02:42:18

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Legittimo dubbio

Un tempo, l’amico sincero, apprezzato veniva, nel fare notare piccole mancanze e distrazioni. Oggigiorno, alcuni atteggiamenti, paiono proprio essere fraintesi: chi, spontaneamente, agli altri, esprime il vero punto di vista, scansato viene, da ipocriti elogi e fittizie lusinghe, che nulla insegnano a chi da lui si è allontanato. Allora, m’assale il dubbio... Cosa si impara?


Id: 2148 Data: 27/11/2017 09:27:56