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Raccolta di pensieri di Silvia Scorrano
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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Autenticità = Amore

L'amore è ciò che tra persone può essere condiviso, l'approvazione è ciò che una persona chiede/pretende/ruba/concorda da parte di un altro, due "dinamiche" differenti che possono svilupparsi nella relazione (tra persone, indipendentemente dal sesso e dal fatto che siano partner, parenti o amici) che mettono alla prova la coscienza personale nel suo sviluppo.
Siccome forte è il richiamo, ma sotterraneo, all'autenticità dei sentimenti, tutte le situazioni che fioriscono in contesti che invertono la rotta verso questa meta sabotano una parte di sé per poi chiederci di comprendere cosa ci impediva di riconoscerla a pieno; ad ogni insuccesso di riconoscere ciò che corrisponde ad Amore corrisponde una lezione, un'opportunità di crescita personale in cui unicamente il soggetto sa indagare il suo vuoto erroneamente sanato con "altro" che prendeva quel nome.

 

(Rielaborazione nel commento)

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Commedianti

L'opinione del prossimo è come stoffa per un costume di carnevale, ciascuno te ne passa un pezzo, come per comporre la famosa maschera d'Arlecchino. Quanti di noi si circondano di molti "seguaci" per cercare di mantenere quel costume? Più essi sono e più il filo che tiene unite le parti si sente forte abbastanza da sentirci protetti in quel ruolo che la maschera ci offre di rappresentare, ma poi si trova la notte che ci sussurra d'essere non solo nudi, ma finanche finti commedianti perché quell'arte ci era stata imposta, forse dall'ego. 
Quando sbiadisce l'importanza dell'opinione altrui il colorito delle gote si fa roseo, scorre vivo il sangue e non c'è bisogno d'alcun trucco.

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Sacrificio

Sacrificio:
Nessuno conosce la natura di quello altrui e la sua portata quindi neppure gli effetti sulla persona e la sua vita. 
La concordanza tra uomini è finzione necessaria nonché il garante del segreto di ciascuno, d'una zona cieca di incomprensione per l'estraneo che preserva l'intima motivazione di vivere di ogni singolarità; l'attività precipua di stagliare la propria realtà per conferirle una forma riconoscibile da chiunque è solo l'apparenza.
A causa dell'apparenza ci ammaliamo di giudizio e di illusione ammaliàmo il pregiudizio. Il contatto, profondo, fra due persone è raro: solo la simile densità d'insegnamenti appresi con la sofferenza/esperienza modellante, realizzati in una medesima zona della propria consapevolezza o con un medesimo sforzo riconoscibile, rende quel luogo riscontrabile a un medesimo "indirizzo" di pensiero, altrimenti l'incontro, nel peggiore dei casi è soltanto frutto dell'immaginazione, è una credenza.
Altrimenti ci si può trovare sugli argini delle proprie fasi evolutive, laddove l'intuito dell'uno preceda i passi ulteriori dell'altro e viceversa in relazione a aspetti differenti della propria consapevolezza e, quest'ultimo appuntamento, per realizzarsi a pieno chiede lo sforzo di un reciproco apprendimento per via implicita di quel che, la natura divergente dell'esperienza e del temperamento, ha impedito fino ad allora. Alle persone si può mostrare come una terra di mezzo che più che essere custodita o regnata dalla razionalità o dalla sensibilità, è affidata alla "mano" dell'anima.

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Intuizione mistica

Il giudizio taglia la realtà con un coltello affilato di paure e cerca di affermare il potere sull'altro inducendo sensi di colpa o altri cappi per la sua energia di cui si nutrirà; l'intuizione s'accorge delle filamenta invisibili che legano ogni rapporto ed evento e nel sfiorarle può leggere le verità che illuminano la sua anima; essa arriva a comprendere invisibili legami che intrappolano la sua energia e t'assiste nei moti di intenzione e di azione affinché si spezzino.

Udire la propria intuizione, una volta che si è elevata,  è un'esperienza mistica che muove la psiche e il soma alla riconquista di ciò che gli è stato sottratto o alla conquista di ciò che l'accrescerà attraverso anima e spirito.

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Desideri e preveggenza

I desideri crepano lo spazio e sbalzano il tempo: così li ritrovi nelle tue mani come frutti di un albero che in realtà, ad oggi, compare solo come un germoglio; essi sono caduti da un pensiero reso fecondo dalla fede (o se si preferisce fiducia) e che in virtù di questa sa prevedere, un pensiero che affonda le radici in tutto ciò che di te conosci e riconosci ti possa rispecchiare.

In un istante di durata indefinita assapori quei frutti mentre assisti allo scandirsi di un presente che mescola il libero arbitrio con la movenza del fato; essi evocano ad altri sensi la dolcezza piuttosto che un'altra percezione che ne anticipi i retrogusti i quali avvalendosi della pazienza si sapranno sul palato maturi.

Fuori dal tempo ed entro al cuore di ogni cosa non ti perdi negli altrui sentieri seminati di altri valori e sentimenti che, non appartenendoti, non ti condurrebbero mai alla tua "mela".

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Libertà

Vie di fuga: tutti quelli che scappano dalle proprie emozioni, sentimenti, intuizioni, desideri, istinti o responsabilità ne hanno (almeno) una. E' il funzionale ritorno a se stessi quando di sé si conoscano solo i limiti.

La libertà (che è più uno stato interiore piuttosto che una condizione ascrivibile a svariate definizioni una volta ancora "delimitanti") non si rintraccia mai al capolinea di nessuno di quei percorsi e senza libertà non si decide il ritmo del proprio passo, non si riconosce la direzione né si conosce tramite la pienezza del cuore il volto (l'identità?) di ogni evento o persona.

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Cosa nasconde il desiderio di vendetta

La vita ti offre occasioni, che non hai cercato, in cui la rabbia e l'incomprensione ti condurrebbero rapidamente ad architettare un atto vendicatorio.
E' la mancanza di empatia nei nostri confronti che ci porta a immaginare come l'altro possa inciampare, a sua volta, per comprendere la nostra offesa.
Con l'intenzione di violentare a nostra volta il prossimo non è possibile però plasmare la sua sensibilità.

La vendetta è probabilmente il modo più ardito di far sì che la paura (di poter essere nuovamente feriti o di essere indifesi) si adoperi al servizio di una fantasia e di un progetto di controllo nei confronti dell'esterno.

La vendetta non cambia il prossimo né cambia la ferita inferta né il luogo/momento in cui nell'età dell'infanzia si delineò per la prima volta quella creapa, ma di certo il desiderarla è una realtà mentale che nell'essere superata ci riporta alla pienezza del ns essere richiedendo il superamento stesso delle paure che quella ferita nasconde e l'apprendimento di nuovi criteri per distinguere chi è capace di empatia e chi non ne sarà capace (indipendentemente dalla ns volontà); scavando nella parte fragilizzata della propria sensiblità si scopre anche un termometro per la misurazione della sensibilità altrui.

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La consapevolezza nel dialogo

Esistono diversi modi di comunicare; chi abbia "imparato" la sospensione del giudizio e si adoperi nella progressiva apertura del proprio cuore rende possibile l'incondizionatezza del pensiero nel dialogo o forse sarebbe meglio dire l'amore incondizionato che guida il pensiero; ciò non porta le parole a essere magnetizzate dal centro dell'ego, non sono più elaborate (unicamente e automaticamente) dalla volontà di giudizio (specie se succube di paure/resistenze inconsce che operano abusivamente), certamente però non vivono anarchicamente rispetto alla ratio.

Non esistono traduttori che sappiano mettere in comunicazione persone che adoperino questi diversi linguaggi perché ognuno è l'unico responsabile dell'esercizio della propria volontà sul risveglio della propria consapevolezza, sull'apertura del proprio cuore. Quindi accade anche che il dialogo sia impossibile.

San Valentino può essere il giorno migliore per ricordarlo.

 

W l'amore incondizionato!

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Il filo dell’empatia e il vestito della personalità

Quante forme di sofferenza e di identificazione, quante forme di indifferenza e mistificazione esistono nel rapportarsi umano?

 

Un uomo che voglia conoscere emotivamente un altro uomo dev'essere già sceso in esplorazione di una parte dei suoi abissi ove ripescare il gomitolo della propria vulnerabilità e ritrovar d'esso due capi: l'empatia e l'alessitimia.

 

Sbrogliando la matassa da un estremo e contemporaneamente dall'altro egli raccoglie sulle proprie mani un filo che possa essere adoperato per tenere traccia di percorsi d'una misura atta a collegare con immediatezza l'intimità dell'origine emotiva del proprio sentire con quella del suo prossimo.

 

L'approfondimento della conoscenza dell'altro porterà a riconoscere la differenza del tessuto delle sofferenze di ciascuno e di come questo abbia (ri)vestito o ornato la personalità.

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Posizioni per una felicità responsabile

Bisogna scegliere da che parte stare moltissime volte rispetto a molte tematiche/situazioni ed è grazie a quel posizionamento interiore assunto che abbiamo poi l'opportunità di (ri)volgerci a ciò che esteriormente ci rispecchia, arrichisce o sollecita ad un ulteriore espansione. 
Non scegliere, non esercitare la consapevolezza, lascia saturi di una cozzaglia di proiezioni e automatismi di vario genere che portano molto lontano dalla vera natura del (nostro) essere, in vari luoghi in cui l'unico fattore in comune è la sofferenza. 

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La gentilezza

La gentilezza è il linguaggio di un'anima che ha appreso come liberarsi dei limiti che gli inganni della mente pongono all'amor proprio e al rispetto per il prossimo; una moneta d'espressione che vale lo schiudersi di un possibile scambio di sentimento, nonchè una tra le diverse medaglie che contrassegnano un cuore che desideri preservare la sua luce.

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L’espansione

Il mondo interiore è come l'universo: in continua espansione. Quando ci si orienti a notare nel prossimo le (più forti) discrepanze nelle (più ampie) similarità è come se un astronomo fosse richiamato a riconoscere la luce di lontane galassie "sull'orlo del precipizio" per espandere la natura di ciò che gli è dato conoscere. 
Così ci incamminiamo sempre verso l'infinito dipanarsi della nostra energia.