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Raccolta di pensieri di Marco Biffani
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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Philosophia

 

PHILOSOPHIA

 

Adoro mangiare e bere

E’ solo rilassatezza?

Apprezzo la calma  ma frequento la frenesia

E’ solo mancanza di controllo?

Sono un contemplativo ma pratico sport estremi

E’ solo incoscienza?

Ho bisogno di camomilla, ma cerco l’adrenalina

E’ solo irrequietezza?

Sono abitudinario, ma attratto dall’eccesso

E’ solo curiosità?

Aspiro al semplice, ma navigo nel complesso

E’ solo incapacità?

Mi adatto alle situazioni, ma cerco esperienze

E’ solo flessibilità?

Sono cosciente dei miei limiti, ma cerco di superarli

E’solo coraggio?

Accetto la trasgressione, ma odio il tamarro

E’ solo impazienza?

Consiglio la pazienza, ma ne sono privo

E’ solo intolleranza?

Suggerisco la tolleranza, ma non la pratico

E’solo insofferenza?

Pratico la permalosità, ma non la sopporto negli altri

E’solo intemperanza?

Cerco lo stile, ma slitto talora nel greve

E solo incompetenza?

Alterno la generosità alla grettezza

E solo autodifesa?

Mi vanto spesso, ma sono giustificato dai fatti

E solo autoreferenza?

Cerco la perfezione ma non amo i paletti

E’ solo inesperienza?

Auspico la solidarietà ma non mi spendo per essa

E’ solo vigliaccheria?

Cerco i perché, ma non me ne faccio condizionare

E solo incongruenza?

Amo essere ricordato, ma non mi impegno per esserlo

E’ solo inadeguatezza?

Anelo a Dio, ma ne giustifico l’esistenza

E forse umanità?

 

Non ho risposte a tante domande, ma

 

CHISSENEFREGA!!        Vado avanti lo stesso

 

marco biffani

 

 

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Manifesto Culturale Mondiale

MANIFESTO CULTURALE MONDIALE

Se disponiamo del maggior numero di opere d’arte al mondo ed il turismo culturale cresce con la popolazione del pianeta, perché non rendere il mondo responsabile delle NOSTRE opere d’arte?

E’ il destino, le ambizioni e la storia che le hanno fatte nascere al nostro Paese.

Non sono di nostra proprietà, ma di tutti e tutti dobbiamo attivarci per poterne godere.

Tutti dobbiamo farci carico di conservarle, tutelarle e proteggerle per le generazioni future.

Soprattutto ora che religioni intolleranti mirano ad imporsi distruggendo monumenti, statue, credi concorrenti e intere culture millenarie.

Chi elimina il passato mina il futuro.

Toglie la speranza ai giovani annullando gli esempi di eccellenza degli antenati.

Se l’Italia ha il più grande patrimonio di bellezze artistiche, archeologiche e paesaggistiche della terra, queste dovrebbero essere mantenute e salvaguardate per i posteri anche da parte di tutti gli altri Paesi di un mondo ormai globalizzato, che possono goderne. Lo stesso vale per le eccellenze degli Altri. Per una torre Eiffel, un Topkapi e gli oltre 1000 siti e beni, identificati dall’Unesco come Patrimonio naturale, culturale e immateriale dell’Umanità.

Perché non coinvolgere, allora, direttamente, ogni Paese nella difesa delle opere e dei luoghi d’arte?

SE LA CULTURA E’ UN CONCETTO UNIVERSALE E NON HA CONFINI

UNIVERSIALIZZIAMO LE NOSTRE ( e l’altrui) OPERE D’ARTE

RENDIAMOLE PATRIMONIO DI TUTTI I PAESI DEL MONDO

Una utopia?

Non credo.

Magari ci vorrà tempo, ma ci si arriverà.

Facciamo questa ipotesi pratica per l’Italia (ma varrebbe anche per altri Paesi).

Considerato che per stabilizzare, conservare e rendere godibile per i prossimi 50 anni (2 generazioni) per esempio, Pompei, fossero necessari (dico una cifra a caso, ma non tanto lontana dalla realtà), 100 miliardi di dollari (2 miliardi/anno), perché non fare una gara a livello universale fra i vari Paesi per aggiudicarsene la conservazione? Che potrebbero finanziarla, sotto la tutela ed un preciso protocollo del nostro Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e Turismo, per 50 anni?

Una volta che la Cina, per esempio, o la Russia, o la Germania vincesse la gara, i cinesi i russi o i tedeschi potrebbero – per 50 anni – visitare l’Italia quando volessero, senza pagare tasse di soggiorno, IVA sugli acquisti e balzelli vari. Entrare gratuitamente nei musei e nelle città d’arte, e laddove lo stato, le regioni, le città metropolitane ed i comuni operano o traggono utili (su treni, metropolitane, parcheggi etc.). Presentando il Passaporto di cittadino del Paese Vincente, usufruirebbe soprattutto degli sconti, dei bonus, delle gratuità che migliaia di esercizi commerciali offrirebbero su quel particolare protocollo. Come succede a Roma durante i giubilei, le olimpiadi e gli eventi mondiali. Come a Milano durante l’Expò 2015. Facilitazioni che hotel, cinema, teatri, ristoranti etc. offrirebbero ai visitatori che si facessero riconoscere come cittadini del Paese vincente.

Il bilancio - in termini di spesa – tra quanto ricaverebbero gli abitanti di una nazione aggiudicataria,– tra le tasse che dovrebbe sostenere nel proprio Paese per vincere tale gara e -  divenuti turisti - quanto dovrebbero spendere negli anni, per goderne, sarebbe di gran lunga positivo. Anche se solamente una parte della popolazione si trasformasse in viaggiatori. Ma in cinquant’anni, con l’aumento della ricchezza, il numero di turisti culturali crescerebbe in modo esponenziale, facilitato anche dal fatto di avene già pagata, una parte, in tasse.

Balzelli spalmati su dieci lustri!

Impegnare 2 miliardi di dollari l’anno per un miliardo e mezzo di cinesi, corrisponderebbe ad una tassa di poco più di 1 dollaro l’anno ciascuno! Il costo di un caffè! In 365 giorni! Ogni turista cinese in una sola visita in Italia ne risparmierebbe cento volte tanto!

Cominciamo con Pompei che si sta sfarinando, poi proseguiremo con le altre nostre migliaia di bellezze. Persino il dissesto idrogeologico potrebbe essere quantizzato e messo in gara, offrendo ai turisti il nostro sole, il nostro mare, il nostro stile, il mangiare, il bere e il calore della nostra gente, a…. condizioni di favore! (La dieta mediterranea è stata proclamata nel 2010 dall’Unesco Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità).

Un referendum  tra la popolazione, sulle scelte e le gare a cui il Paese potrebbe partecipare ed impegnarsi per decenni, indicherebbe gli interessi culturali di ogni nazione.

Usando, magari, la formula adottata ad Ercolano unitamente alla Fondazione HP, che sponsorizza questa civiltà scomparsa.

Il progetto di David W.Packard, figlio del fondatore del colosso statunitense dell’informatica HP (Hewlet Pachard) per recuperare gli scavi di Ercolano, può rappresentare un esempio virtuoso in questo campo da estendere ad altre bellezze culturali del nostro Paese.

Il mecenatismo della sua Fondazione, unito all’illuminata autonomia della Soprintendenza di Napoli e Pompei, ha dato luogo a gruppi interdisciplinari di specialisti e imprese in prevalenza italiane. Giacimenti di un passato glorioso come Ercolano lasciati nel degrado, sono stati restituiti per la maggior parte alla godibilità di tutti, e vengono gestiti congiuntamente in modo esemplare.

L’internazionalizzazione delle bellezze storiche, culturali e ambientali, potrebbe rappresentare un <Manifesto culturale mondiale> per conservare, tutelare e valorizzare il patrimonio monumentale, paesaggistico, artistico e storico nostro e di ogni altro Paese che ne possiede.

La difesa delle bellezze mondiali sarebbe una forma di mecenatismo globalizzato. Produrrebbe un multiculturalismo integrato pacificatore.

“La bellezza salverà il mondo” sosteneva Dostoevskij.

Marco Biffani

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Potenza della musica

POTENZA DELLA MUSICA

Bastano due sole note.

La musica non è solo armonia, empatia, linguaggio universale, ma un cuneo felice che penetra in quella parte di noi – la più segreta – nella quale nascondiamo accuratamente i nostri desideri più inconfessabili. Le nostre debolezze, le nostre aspirazioni, la nostra religiosità, il desiderio di giustizia, i sogni veri. Una sentina in cui si decantano il concetto sia del brutto che del bello, sia della felicità che della tristezza, sia dell’accettazione che del rifiuto. I limiti che ci sentiamo di raggiungere. Che si consolida nel tempo in un limbo dolce amaro dentro di noi. Che porta all’estasi mistica di  una Santa Teresa d’Avila, così bene scolpita dal Bernini nella chiesa di Santa Maria della Vittoria in Roma, ma che talvolta si trasforma in un buco nero che tutto attira e porta alla depressione da Urlo, così ben dipinto da Edvard Munch! Cose di cui non parliamo volentieri. Un coacervo di sentimenti che  spesso difendiamo con i denti. Nel quale ci rifugiamo in occasione di situazioni negative contingenti. Che rappresenta quasi la nostra difesa contro le offese del mondo. Uno scudo contro la lancia della malvagità. Una barriera che speriamo insuperabile. Ma anche – spesso senza riconoscerlo – un territorio che rappresenta quello a cui aspiriamo con tutte le nostre forze. Un desiderio insopprimibile di felicità per il quale lavoriamo una vita!

Bastano due note per penetrare quel limbo. Per superare quella barriera. Per ravanare in quella sentina d’inconfessabile. Ma anche in quell’ineliminabile ambizione alla felicità. Soprattutto se siamo disponibili, aperti. Ricettivi. Se ascoltiamo la musica, non se la sentiamo e basta! Ognuno è sensibile in modo diverso, personale, unico, verso romanze celebri, melodie o ritmi trascinanti. Non importa il genere e spesso nemmeno il contesto, anche se le parole, l’ambiente, la storia il momento che stai vivendo preparano il terreno a quel sentimento.  A quella scintilla che porta la felicità pura. Che riconosci come tale. Che ti sommerge. Che desideri da sempre e non hai mai raggiunto prima. Che cerchi in ogni cosa e difficilmente trovi. La rilucente pepita per il cercatore d’oro. Una scintilla che brilla nella banalità del quotidiano. E’ un istante, ma il più bello che si possa provare. Che ti fa gioire e piangere contemporaneamente!

E’ la natura della musica, l‘empatia col musicista, la sua creatività nel trovare in due di quelle sette note, quegli accordi, quelle armonie che ti fanno sballare. Pochi sono i veri artisti e questi rimangono per sempre nella memoria. Inutile citarli. Anche perché la sensibilità è come la responsabilità. Personale.

So che non interessa nessuno, ma per me quelle due note, quel felice cuneo, sono quelle del “tema di Lara”, di “Barcarolo romano”, di “Voce e notte” di “Tu si na cosa grande pe me” …..

 

marco biffani