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Raccolta di poesie di Antonio Bonanno
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Scrivere che


SCRIVERE CHE


Scrivere
che scrivere?
Che la pandemia forse
sta finendo?
Che questa stupida
inutile guerra
non si sa quando finirà?
Dimentichi come siamo
che l'umanità
sin dai suoi albori
ha vissuto tra guerre e pandemie
che l'anno mille doveva essere...
che l'anno duemila doveva essere...
Silenzioso ed immutabile
scorre il tempo
e ancora insistiamo tra guerre e pandemie
La pandemia vissuta
come una battaglia
tra scienziati e produttori
di miracoli esistenziali
La guerra tragicamente vissuta
come una partita di calcio
due tifoserie in contrasto permanente
la buona contro la cattiva
la cattiva contro la buona
fa lo stesso
nascondendo bene i loro scheletri
nei loro armadi blindati
e l'umanità non fa la ola
semplicemente muore.

*

Pace

Pace
come Verità e Libertà
parole e mistero
del nostro dire e non fare
del nostro pensare e non vivere
Pace
bandiere ai balconi
colore arcobaleno
scolorite dal sole
stracciate dal vento
convenzione sociale
come il nostro quotidiano
dove le parole
vivono nel sottosuolo
del nostro agire
Vendere, comprare,
esigere, non dare,
imbrogliare, barare,
sospettare
e via col vento...
Piange lacrime amare
la Pace
sa di essere solo una parola
nel parlare degli uomini
Anche la parola Amore
è stata svuotata di senso
e Lei sa che senza questa parola
non può esistere.

*

Abbraccio alla Terra

All'ombra dei cipressi...

ma quale ombra, quali cipressi

Penso alla mia quercia

di cui non so più nulla

proprietà di altri

che avranno alimentato qualche camino

Alle mie betulle

dimenticate nel sonno della pandemia

che rivivono oggi

nel ricordo di un desiderio inappagato

la terra!

Quella terra che hanno barbaramente sostituito

col cemento

di cui dovrò sentire 

l'odore nauseabondo

finchè la mia carne diventerà acqua

e non più terra.

Addio monti...

addio Montagna

anche tu sorta dall'acqua di mare

dove querce e betulle

tentano tenacemente di resistere

all'assalto permanente dei costruttori

non di pace ma di guadagno.

Alla fine dei miei giorni

abbraccerò nel sogno la mia terra

non più sacra

per i pagani di oggi

anche se vestiti di abiti talari.

 

*

Basterebbe un sorriso

BASTEREBBE UN SORRISO

 

 

Ti ricordi

quando in gruppo

tenendoci per mano

correvamo

per le vie della città

cantando

che nel cuore avevamo

la gioia

e tu mi dicevi

non possono capire

Avevamo vent'anni!

 

Oggi

in questo clima da camera oscura

sembra che la gioia

si sia nascosta

ma è la

nell'angolo segreto

del nostro cuore

pronta ad emergere 

dai sali d'argento

Basterebbe un sorriso

per stamparla sui nostri volti

Io voglio sorridere

Io sorrido!

 

*

Come fumo di stoppie








COME FUMO DI STOPPIE






Come fumo di stoppie
che bruciano
sotto il sole impietoso
di questo luglio
si disperde il mio amore per te
Amore unilaterale lo so
ma amore
che mi sta svuotando la vita
Si frappone il tuo volto
senza possibile alternativa
ne confronto
con altro possibile incontro.
Annullare i tuoi occhi
il tuo sguardo severo
il tuo sorriso sereno
le tue labbra carnose e dolci
come i frutti della nostra terra
mi distruggo lentamente
al pensiero d'un amore senza speranza.















*

Come onde del mare


Si muovono ondeggiando
passeggiando per il Corso
le natiche delle ragazze
come onde del mare
in attesa di risacca
Movimento leggero
colpo di pennello
su tela blu
spesso sdrucita ad arte
a rinfrescare quest'aria pesante
che parte dal Centro
per infestare
da nord a sud
tutto il paese.

*

Il tuo nome scritto



IL TUO NOME SCRITTO



Il tuo nome scritto
sui tuoi calzini bianchi
come si usava allora
segno di una verginità ancora intatta
poi vennero le calze di nailon
la natura aveva sancito le sue regole
Le tue rotondità come colline sempre verdi
il tuo seno duro come il marmo
della vergine di Milo.
T'ho incontrata al Corso
per caso
riesumando una figura
coperta da oltre cinquanta anni di dimenticanza
La natura aveva fatto ancora una volta
il suo dovere
devastando senza pietà colline e marmi.
Non hanno tremato le mie gambe
di passione
tremano da sole per altri motivi
Solo un senso di sgomento, triste.

*

Non sono






Non sono un musicista
ho solo strimpellato sulla mia chitarra
per qualche decennio
senza allontanarmi di molto
dal giro di do, di sol e di re
forse fa...
l'artrosi alle mani mi ha consigliato
di lasciar stare
Non sono un cantante
mi piace canticchiare
Quando mia madre sentiva canticchiare
nell'androne di casa diceva
mio figlio è arrivato.
Non sono nemmeno un pittore
anche se mi è sempre piaciuto disegnare
Il daltonismo mi ha vietato la manipolazione
dei colori
e mia madre mi scriveva i colori sui pastelli
per non confondermi a scuola.
Ma chissà
forse mischiando e rimischiando colori
ne sarebbe venuto fuori un capolavoro...
Neanche un fotografo so essere
anche se faccio scatti dall'età dell'adolescenza
faccio però collezione di apparecchi fotografici.
In questi giorni è arrivata l'ultima
e l'ultima resterà
bella, bellissima
ma ancora mi chiedo perché l'ho comprata
la prima reflex digitale non andava bene?
E infine
anche se mi illudo di esserlo
non sono nemmeno un poeta
si vede no?










*

Rotondo il mio mare

 

Rotondo il mio mare

il mio mondo racchiude

e nessuno lo sa

Mi gira intorno

giochiamo insieme

schiuma contro schiuma

che ce ne frega degli altri

che non sanno.

Rotondo è il mio mare

un giorno mi inghiottirà

col mio amore disperato.

Rotondo il mio mare

e nessuno lo sa!

 

*

Compostela

Per quel che mi riguarda

mi stanco di camminare

                         a lungo

Vado riposando di tanto

                         in tanto

sedendo su una panchina

                    della villetta

chiamata Garibaldi

 

Fumo un po' di sigaro

toscano

e riprendo il cammino

 

Non ho più la forza

per il Cammino

di Santiago

Addio Compostela!

Ti ricordi Maddi?

Pensavamo di andaci

                     insieme

Ho perso l'attimo

fuggito via col cammino

                      degli anni

Quelli si che vanno veloci!

 

 

*

Era già primavera

Maria

primo amore

dei miei primi quattordici anni

e ultimi.

Per i tuoi riccioli neri

feci a pugni con un mio compagno

mentre ti aspettavamo rivali

uscire dalla scuola

con la tua gonna a fiori.

Era già primavera!

 

Ti sedusse in estate

il figlio della dentista tedesca

aveva tanti soldi

ti ricopriva di regali

ed io persi te

la mia primavera

ed i miei quattordici anni.

 

Come sarai ora?

Non so immaginarti

vedo solo i tuoi riccioli neri

e la tua gonna a fiori

ma non è più primavera

 

*

Nel sottoscala

Ho relegato i sogni

nel sottoscala

Chi vuoi

che venga a cercarli quando piove!

E se il mattino

per gli altri sa di sole

svaniscono nel nulla

come brina

ai cigli delle strade.

Non ho parole

per dire di sconforto

Sorrido al mondo

alla vita che mi uccide

So che verrà il giorno.