I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Accadeva...
Accadeva che il tergicristallo affannoso spezzasse immagini già enfiate negli occhi per smerigliare di pioggia così ti fu d'avviso in un tempo non remoto l'altrettanto affannoso respiro durato solo attimi e imprevisto nella calma degli eventi Così riflettesti per esempio sulla percezione fallata che all'occhio dell'insetto qualunque cristallo rimanda e ti parve di toccare (almeno di sfiorare) quel vero "oltre" che tutti ci attende tutti fingiamo d'ignorare cancellandosi finalmente ai sensi per brevi attimi ogni elemento di presunta realtà attorno (Tratta dalla raccolta inedita "In exitu")
Id: 71684 Data: 06/09/2024 14:13:28
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E’ un guizzo dell’occhio...
E' un guizzo dell'occhio mentre guidi nel calore del pieno giorno quello che ti fa cogliere in un'istantanea sulla strada l'uomo che brucia ramaglie in uno spiazzo verde dietro casa assecondando così fors'impotènte ad una fuga il calore che quest'atmosfera fallata dagli umani incrudelito metallo ci martella (Tratta dalla raccolta inedita "Fisse immagini" )
Id: 71673 Data: 05/09/2024 16:56:54
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T’era difficile percepire...
T'era difficile percepire in certi momenti il percorso d'una goccia sul tuo corpo (lacrima pioggia ricordo perduto che fosse) misurarne peso e dimensioni direzione Osserva questi ultimi respiri nella calma del diaframma terminati potrai essere goccia e suo andare qualsiasi manifestazione reale vibrazione magnetica nel tuo nuovo "per sempre" (tratta dalla raccolta inedita "In exitu")
Id: 71663 Data: 02/09/2024 18:45:02
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Il basso muretto separa noi...
Il basso muretto separa noi sul sentiero da orti ordinati e dal paesaggio che i colli reggono non lontani e verso Nord proprio in fronte a noi da vite rinselvatichita un tralcio svetta con furore a nostra volta dimostrandoci col suo resistere la dispensabilità dell'Uomo (tratta dalla raccolta inedita "Fisse immagini" )
Id: 71415 Data: 01/07/2024 09:31:55
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Il mètroquàdro...
Il mètroquàdro che ai tuoi piedi il tuo occhio serra è una noia infinita di grigio variamente declinato dai frammenti dalla sabbia che il calpestìo degli anni mantiene infecondi Ma per l'onisco che caparbio li scala càmpimagnètici a lui sensuali a noi invisibili son possibile premio alla fatica sua (tratta dalla raccolta inedita "Fisse immagini")
Id: 71297 Data: 20/06/2024 09:43:46
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Haiku 40
Abbattuto l'albero, nel silenzio rimangono gli uccelli; dubbiosi attendono sparisca l'uomo. (tratta dalla raccolta inedita "Haiku italici")
Id: 71259 Data: 16/06/2024 09:44:08
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’Sai già...’
Sai già se decidi l'affaccio al colmoscùro della notte cosa vedrai là in basso i fasci di luce dai lampioni dai fari schermano incrociandosi chi ferma l'auto e le due meretrici accoste al campo smunto che diètrolòr oscurità si mangia via non smorzano le voci ma stranamente ne elidono i colori Poi protetto dal suo rombo e da uno sguaio di gesto e di lingua il mancato cliente sgomma cercando altrove i dettagli alla sua notte (tratta dalla raccolta inedita "Fisse immagini")
Id: 71151 Data: 07/06/2024 18:22:54
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Sopravvissuto alla falce...
Sopravvissuto alla falce un fiore ingolfa vento un airone s'innalza lento si confonde nell'orizzonte-cielo sfuma Legni come ossa consumati da ciò che chiamiamo "tempo" li trovi ovunque nell'aggrapparsi a una testimonianza di vita indifferente ai più Una volta che andati saremo senza alcun bisogno di ricorrere al piacere del tatto che consola l'erba noi pervaderemo
Id: 71071 Data: 29/05/2024 18:53:32
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E’ il noto tragitto d’ogni giorno
E' il noto tragitto d'ogni giorno dal quale vòlgicàpo dal volante verso tua sinistra l'usata teoria che compone l'immagine (terra - canale - altra terra - casolare - filare d'alberi) ordinata per distanza sarebbe come sempre ma il calore della nuova stagione rende l'ombre dell'alberata come combusta macchia alla scarpata Questo i tuoi sensi registrano onesti nell'ormai franco meriggio (Tratta dalla raccolta inedita "Fisse immagini")
Id: 71023 Data: 23/05/2024 21:42:56
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’Osserva...’
Osserva anche se è meglio dire ormai "potresti osservare" se fossi ancora come corpo-in-vita avresti un sortilegio alle labbra una pietra sul cuore un angelo a carezzarti i piedi nel tuo andare avresti un padre, una madre e tutto ciò che in questo momento d'infinito esistere ora non serve Fin dal punto di passaggio sei tutto ciò che nel prima d'una forma fallace forse fallata tu fosti l'ultima diastole ti libera il cuore da ogni ostacolo e un vero sortilegio schioda alfine la luce che sei il vero te da ogni bisogno (Tratta dalla raccolta inedita "In exitu")
Id: 71012 Data: 22/05/2024 14:31:06
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Haiku 39
Nel malgràdotùtto dell'ombra, smunto, pate un papavero; idioti calpestano miesperànze. (Tratto dalla raccolta inedita "Haiku italici")
Id: 70941 Data: 15/05/2024 14:58:17
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’Un anonimo spazio fra le case...’
Un anonimo spazio fra le case al momento vuoto anche d'auto solo un cane è una macchia di colore fulva la sua ombra che vorrebbe indugiare sul grigio che l'è fratello indeciso è il suo passo la direzione verso cui volge di tanto in tanto il muso la tensione che mostra la sua coda procede il suo colore (e lui con esso) ignorato dal mondo Ma come tu stai facendo pure un anziano da dietro un muretto impervio di rampicanti l'osserva (Tratta dalla raccolta inedita "Fisse immagini")
Id: 70926 Data: 14/05/2024 17:57:04
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Haiku 38
C'è neve là sulle elevate cime; ignoto m'è il vento: lontananza è meta dei pensieri. (Tratta dalla raccolta inedita "Haiku italici")
Id: 70907 Data: 12/05/2024 13:50:53
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Riflessioni del corpo che sente a breve l’abbandono dell’ani
Ed infine io giunsi alle rovine della Casa quella antica e prima costruita da chi ancora intravedeva l'ordine corretto delle cose quella ancora vera e vi sostai nel fuori come s'usava a Suo rispetto commisurando le cariate colonne con quante d'ossa mie per quanto enfiate dalle guerre avute ancor mi si reggevan Immobile intuivo vacuità d'altre più nuove Case perfette in loro falsità di luce pregne d'un vuoto ch'invece inghiotte per assenza di Presenza vuoto di folla che sol presente a se stessa più non sa sentire Né vi si trova specchio all'equilibrio al cerchio delle cose che un cuore vivon senton come che invece infra le ruine queste ancora vibra un ritmo di saggezza Come in un paradosso seppi essenziale il buio che nel ritroso a questo viaggio in braccio a bòscosàcro spinge ----- Già lontano da quelle vecchie pietre mi di fe' 'ncontro un'ombra ampia e femminile che respira il respiro di quel verde e voglio dirle "Mia cara Luce le cicatrici mie son pérdifuòri giusto guiderdone di mercenariato e mostrano la strada della vita la geografia dell'altrui sentire astutamente a me nemico l'amore che m'usciva dalla cute quelle tue si piegano didéntro Sia benguardàta d'acido e di spine ogni diversità che subumano aborre per sua demenza di democrazia" Così però che lei si chiude in un sorriso quello di chi indulgente sa di fronte all'ovvio al giàpurdétto svanendo come punto che disespande se stesso in pieno sole ----- Per questo a me rimane il bosco a guisa di miospècchio in coincidenza di spuntoni in legno marciti i denti le gambe intorte quali rovi ogni mio membro che passisce piano nel buio che m'accoglie io vado lasciandomi all'unico ricordo in forma d'una luce che so m'attende all'ultimo istante del sapere
Id: 70648 Data: 24/04/2024 15:49:45
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Un cespuglio entra in campo improvviso...
Un cespuglio entra in campo improvviso sulla banalità d'uno sfondo grondante grigio periferia Uno solo dei suoi rami s'innalza verticale sulla restante massa come un'affermazione l'aprirsi verde delle gemme ne giustifica lo sguardo e il ricotdo nel tempo a venire (trattadalla raccolta inedita "Fisse immagini")
Id: 70430 Data: 30/03/2024 15:55:20
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Superata ogni polarità...
Superata ogni polarità ti rimane comunque coscienza del contrasto che anima la materia il "prima" e il "poi" il "qui" e il "là" Tu che sei etèrnalùce nell'ovunque che peso immane calàmiti gli sguardi dei rimasti nel gelo nel silenzio nel movimento attorno del Creato (tratta dalla raccolta inedita "In exitu")
Id: 70421 Data: 29/03/2024 11:32:10
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Da sinistra a destra...
Da sinistra a destra videoschermo (spento) punto luce (acceso che arrossa il muro dietro) un armadio in legno grezzo immobili davanti ad uno sguardo che prescinde dal consumo del tempo E quando tale sguardo sarà fatto ricordo in una vita fissi rimarranno quegli oggetti inconsci dell'essere l'osservator partito (tratta dalla raccolta inedita "Fisse immagini")
Id: 70410 Data: 27/03/2024 21:23:14
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Avresti voluto cogliere un fiore...
Avresti voluto cogliere un fiore una volta uomo ora cogli l'avvilupparsi in se stesso del fuoco di un falò il vibrare scostante d'ogni meccanico rumore ogni sentire cogli Ora che puoi esser spazio del tuo tempo punto immobile che racchiude la vallata stante (da in alto - oh, così da in alto!) davvero comprendi il significato del cogliere perché cogli il comprendere d'ogni raggio della luce che sei posto che bidimensione tale renda per gli esigui che siamo effige a quell'ovunque che nell'ovunque esisti (tratta dalla raccolta inedita "In exitu" )
Id: 70376 Data: 24/03/2024 12:39:39
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Haiku 37
Lo scrosciare del torrente è parola, s'apre fra le case; il suono detta strada al mio pensiero. (tratto dalla raccolta inedita "Haiku italici")
Id: 70372 Data: 23/03/2024 15:18:51
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Disancorato il corpo alla vita...
Disancorato il corpo alla vita disalberato il cuore ai segni del "reale" solo ora comprendi i segni trascurati da quei sensi fallaci e li scopri esser loro il vero quella luna che ti fissava sparviera alcune sere orsono per esempio quei fiori a te cari nell'aiuola fròntecàsa per esmpio essenza di macchie che ora hai nel tuo "dentro" ora per sempre ombre dentro ombre che si aprono alla luce del dentro dell'anima che sei Con nuova sete silenziosa sete di vento che tutto riempie fino a spegnertisi dentro come altro si può sentire ? riuniti alla realtà più vera Sì (tratta dalla raccolta inedita "In exitu" )
Id: 70185 Data: 28/02/2024 13:04:36
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Ti parrebbe una scia...
Ti parrebbe una scia perché ancora vuoi aggrapparti a ciò che conoscesti abbandonasti questo pulviscolo d'animule grumi di luce che già fu materia ne riconosceresti se ciò n'avesse d'importanza Ma come non importa il senso quando come qui è suono così la luce è bastante a se stessa perciò non ha più 'mportanza di nuovo scoprire càrovòlto morbidità di pelo occhi che sorrisero l'incompreso che sputato pur s'arrischiò a sollevarti l'animo e che ora benvorrésti l'impulso d'abbracciare Così questa luce è bastante a se stessa e al tuo andare posto che si vada forse sei già giunto forse non devi giungere, mai forse giunto lo sei da sempre (tratta dalla raccolta inedita "In exitu")
Id: 70061 Data: 09/02/2024 21:05:23
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Le ordinate siepi di quartiere...
Le ordinate siepi di quartiere si susseguono simili alla destra del mio passo parimenti ordinati gli alberi al mio opposto lato certificano l'alterità della via al mio qui camminare lento Non sopporto l'inutile abbaio del cane che non comprende il mio disinteresse verso i suoi confini e tenta di distrarmi i pensieri ma l'occhio mi guida a misurare distanze scorgendole non aspre a registrare dettagli del cammino per renderli al lettore in una forma che dal ricordo scaturisca fisse immagini (Tratta dalla raccolta inedita "Fisse immagini")
Id: 69918 Data: 24/01/2024 21:42:04
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Haiku 36
Un annebbio d'umidità che sale da paglie imballate: frena miovòlo gravità del vero. (Tratta dalla raccolta inedita "Haiku italici")
Id: 69900 Data: 22/01/2024 14:17:27
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’La bassa collina...’
La bassa collina sfila alla mia sinistra massa d'alberi compatta nell'ancorvèrde delle foglie solo un albero sfida spavaldo due passi avanti gli altri quest'autunno prolungato ad arte con un giallore fiero L'alberata appena superata s'era già arresa deponendo le foglie e alzando bene in vista i rami aperti al prossimo sonno (Tratta dalla raccolta inedita "Fisse immagini")
Id: 69576 Data: 03/12/2023 09:49:15
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Haiku 35
Digrigna i làvari l'incheta carpa indentro l'acquitrigno: m'attende, molesto, l'altrui disprezzo. (tratta dalla raccolta inedita "Haiku italici")
Id: 69263 Data: 14/10/2023 20:28:44
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La periferia è una verticalità di lampioni...
La periferia è una verticalità di lampioni che chiedono l'asimmetria d'un sorriso aste grigie indolenti a sorreggere l'arancio di luci surrogate alla vita e capannoni dismessi che irridono l'inutilità dei marciapiedi Promana un sentore di vulva dalla passeggiatrice che da destra entra sfrontata nel campo visivo (tratta dalla raccolta inedita "Fisse immagini")
Id: 69169 Data: 30/09/2023 17:58:23
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E’ irredenta questa strada...
E' irredenta questa strada per la noia che con me percorre la pianura questo viavai di campi a future colture ma alla mia sinistra s'alza la polvere da un ruvido sterrato ed è giusto credere all'autocarro in quella nuda nube qualunque forma sia quella scurità di colore che la guida (tratta dalla raccolta inedita "Fisse immagini")
Id: 69106 Data: 24/09/2023 09:20:23
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Il suono perfetto d’una singola goccia di pioggia...
Il suono perfetto d'una singola goccia di pioggia essenziale definitivo (d'una goccia così singola da esser finita in se stessa) suggerisce un colore Il sibilo nella realtà dei sensi inudibile del traversare l'aria da grande altezza e lo sfasciarsi quasi d'ultrasuono nella miriade quando s'arriva alla solidità del dunque sfumature sempre più nette di colore e lampo luce in altre parole Questo dev'essere l'attimo altrimenti indescrivibile della schiusa allo stacco Ora vai (tratta dalla raccolta inedita "In exitu")
Id: 69067 Data: 20/09/2023 12:33:16
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Pare immobile l’aria...
Pare immobile l'aria a fronte dell'incollìo di nubi lassù lontana dal suolo una scia d'uccelli bianchi segue convinta il lavoro dell'uomo e del suo motore Un fulmine rigoglioso illumina l'immenso della campagna all'orizzonte (tratta dalla raccolta inedita "Fisse immagini")
Id: 69049 Data: 18/09/2023 09:54:02
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Haiku 34
Un vento teso sospinge le nubi, esili per volontà: così a volte vagano i pensieri. (tratta dalla raccolta inedita "Haiku italici")
Id: 69042 Data: 17/09/2023 09:41:17
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Pensiero stupendo
E tutte queste vite queste esistenze che durano la durata di una vita materiale... Il babbione che blatera sul social alla pari del cristallo di rocca purezza assoluta cosa persisterà ? oltre l'invisibile anagramma dell'anima Nulla qui eccetto il capriccio del Tempo che capriccioso pare al nostro misurar fallato quando il destino ci fa notare (non inutilmente) le nostre vite come paglie al vento (tratta dalla raccolta inedita "In exitu")
Id: 68951 Data: 31/08/2023 12:26:04
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Confessione sul confine
Nulla ho più da dire di fedi e di passioni sono trame vuote negli occhi strame e gli occhi perdono pazienza giungono in ritardo che poi è impossibile afferrare un vuoto e non ha senso volere il comprendere del pulsare affocato d'un'anima... Sto lasciando il posto ad altri (il passo che vola verso il vuoto) a chi è ancora vuoto e si illude leggerezza (tratta dalla raccolta inedita "In exitu")
Id: 68894 Data: 21/08/2023 12:53:58
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Ti volgi indietro...
Ti volgi indietro ciò che della tua immaginazione rimane ti fa chiamar quel luogo "strada" Ma nulla vedi della tua vita andata solo del nulla la sorpresa solo una quinta d'impalliditi àrbori il cui colore si sfuma al cielo e la cui forma chiara s'imprime in quel nulla con la precisione d'un euclide Da quel nulla senza più alcun stupore sai che puoi ripartire ritornare (tratta dalla raccolta inedita "In exitu")
Id: 68889 Data: 20/08/2023 14:29:31
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Il cielo reso latteo dalla chimica...
Il cielo reso latteo dalla chimica dà risalto alla compattezza verde delle chiome al riflesso laggiù davanti che palesa un autotreno Nel calore che taglia a metà il giorno la strada è un nastro teso a galleggiare su campi infidi offre salvezza alle ruote dell'auto mentre i miei occhi calcolano distanze e addomesticano il tempo tra un punto qualsiasi del Creato e la prossima immagine a venire (tratta dalla raccolta inedita "Fisse immagini")
Id: 68745 Data: 29/07/2023 15:33:51
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Haiku 33
Resta immobile la foglia nella propria assenza di vento: così l'attesa è la chiave di tutto. (tratta dalla raccolta inedita "Haiku italici")
Id: 68701 Data: 19/07/2023 20:02:02
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Un trito di fiori e foglie secche...
Un trito di fiori e foglie secche mulinella il vento contro l'angolo incolore fra strada e vecchia casa un'anziana lo fissa chiavata della sedia alle rotelle quel vorticare ne amplifica l'handicap in ogni suo muscolo che ancora regge Poi il vento la grazia sparpaglia via quelle ossa di verde ma resta a far vibrare a lei non visto qualche telo che sul fondo s'asciuga di colore (tratta dalla raccolta inedita "Fisse immagini")
Id: 68693 Data: 17/07/2023 09:27:46
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Haiku 32
Il taglio del grano pareggia l'anno, l'indirizza al riposo; da grantèmpo son pronto all'andare. (tratta dalla raccolta inedita "Haiku italici")
Id: 68686 Data: 15/07/2023 15:15:01
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La forma di quella nube...
La forma di quella nube è di maledizione diafana s'allunga sull'altopiano schierato in doppia quinta di toni differenti allo stesso azzurro e pronte ad ogni evenienza Indifferenti a ciò vanno poche auto nella calura estiva mi precedono come se il mio cuore volesse schierarsi in fretta a difesa di questa pianura antica (tratta dalla raccolta inedita "Fisse immagini")
Id: 68677 Data: 13/07/2023 21:09:32
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Haiku 31
Il sole rinsecchisce vecchi muschi: similmente il tempo la moltitudine dei sogni inchioda. (tratta dalla raccolta inedita "Haiku italici")
Id: 68644 Data: 05/07/2023 21:18:23
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Haiku 30
Alte volano le rondini nella previsione di pioggia; fosse sempre così chiaro il segno. (tratta dalla raccolta inedita "Haiku italici")
Id: 68528 Data: 19/06/2023 14:56:31
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Haiku 29
D'insetti l'ali vibrano gentili, accompagnando passi come di pace li pensieri calmi. (tratto dalla raccolta inedita "Haiku italici")
Id: 68516 Data: 17/06/2023 18:47:21
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Haiku 28
Un abbaiare rigido di rabbia rimbalza tra le case; da tergo colpisce la sorpresa. (Tratto dalla raccolta inedita "Haiku italici")
Id: 68499 Data: 16/06/2023 16:20:22
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’Non sarà un’illusione mercenaria...’
Non sarà un'illusione mercenaria a traversar la mente e rimbalzare fortunosa sul cuore quell'affidarsi a direzione inevitabile per la pianura luminosa che tutti attende lontani da ciò che fu "corpo" sarà un bianco infinito a circondare il piede ineluttabilità di terra della quale più non v'è bisogno al viaggio Ci accade di veder fiori dimenticati a passire sulle panchine a margine del parco un volo di stormi nube mutaforma sorregge via l'anima dal bordo dell'ultimo fiato (tratta da una raccolta inedita ancora senza titolo)
Id: 68167 Data: 30/04/2023 09:52:05
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’Ti si fa incontro...’
Ti si fa incontro dalla campagna bordo strada una casa in rovina è questione di assenze di mancanze il conto delle crepe il tetto ch'è imploso per un vento energumeno che ne strappa i ricordi Abbisogna di orizzonte e prospettiva il colombo che dal rudere s'invola cercando un cielo da afferrare Non abbisogna l'anima di squarci per salire (tratta da una raccolta inedita ancora senza titolo)
Id: 68085 Data: 15/04/2023 22:36:16
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’E vedi il disegno della vita...’
E vedi il disegno della vita nei vestiti di ciascheduno come se l'abito che già è il corpo si riflettesse su quelli Una trasparenza di pensieri di sensazioni anche solo scarabocchiate in palmo che dalle suole delle scarpe sale fino al cappello se indossato e riverbera intorno quella vita vissuta quanto il magnetismo dell'anima il curarsi d'ogni cosa che proprio dell'anima è proprio al suo guardarsi attorno i ricordi sollevati dal vino Mentre malaccorta una carezza noti rimanergli impigliata al laccio di una scarpa (tratta da una raccolta inedita ancora senza titolo)
Id: 68066 Data: 12/04/2023 16:02:55
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’Nella pioggia sottile...’
Nella pioggia sottile di questa primavera come molt'altre falsata da nuvole fasulle maligne come chi le ha create conviene il riparo d'un bar Ma testimonia la miseria dentro horrida una vieja plasticata 'n vulto che ti si volge e mira incredula e spiazzata dietro il boccale amato l'entrare orgoglioso della tua vera età (tratta dalla raccolta inedita "Fisse immagini")
Id: 68016 Data: 02/04/2023 20:54:51
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Attimi...
Attimi i tuoi occhi tristi come la declinazione dell'aoristo i tuoi occhi una croce di veglia Ignoro quale pausa cerchi la tua mano mentre sicura e forte corre sul filo di una pelle altrui forse l'opzione di libertà data dal volo delle rondini dall'occasionale loro posarsi al filo quando la luce implode nel silenzio e pure il cuore anch'esso sorpreso da ciò tace il suo battere e levare (tratta da una raccolta inedita per ora senza titolo)
Id: 67960 Data: 23/03/2023 14:51:58
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Haiku 27
Quiete le foglie danzano sul vento; ogni musica parla, chiusa nelle pause tra qualche nota (tratta dalla raccolta inedita "Haiku italici")
Id: 67917 Data: 17/03/2023 14:19:19
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’La larga strada di paese...’
La larga strada di paese raccomanda eternità al passo lento dell'anziano che la percorre a fregio del canale il suo gettarsi una sciarpa riottosa oltrespàlla rimane anch'essa fissa immagine del vento che lo guarda in cagnesco e va senza degnare cenno di saluto (tratta dalla raccolta inedita "Fisse immagini")
Id: 67570 Data: 15/01/2023 14:30:55
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Haiku 26
Si accorcia l'acqua per motivi ignoti nel cavo del canale; ed i pensieri inutili affiorano. (tratta dalla raccolta inedita "Haiku italici")
Id: 67538 Data: 09/01/2023 14:40:32
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Haiku 25
Le pendici rinchiudono le nubi, lago sembra la valle. D'acqua il cuore m'inchiude speranze. (tratta dalla raccolta inedita "Haiku italici")
Id: 67500 Data: 02/01/2023 21:04:20
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ARGINE DESTRO (Bova sull’Adige a Badia Polesine)
Segno aperto e sinuoso che si stacca dal fiume che n'è padre guida l'acqua che n'è madre e figlia via (grazie alle rive, dico) verso una riviera di case già invecchiate dal peso della vita Era ancor tempo d'amore dagli uomini l'ultimo per questa terra striata dalle ghiare ne rimane qui il segno d'un colore che rompe coi verdi nella campagna attorno sempre più stremata Da pietra forte nasce un cavo pesante solco più che ascella un inizio di via inpercorsa da tempo sì che l'acqua che vi passa ora di ricordi deserta e solo specchio a volande in qualche giorno felice quando l'uomo si siede e malgrado i rumori vili della sua vita commosso resta in pace col sole
Id: 67461 Data: 26/12/2022 20:13:08
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Haiku 24
Lo sbrecciato che ricopre ‘l sentiero non m’impaccia il passo: focalizza mia vita al suo cammino. (tratta dalla raccolta inedita “Haiku italici”)
Id: 67219 Data: 20/11/2022 16:57:00
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Flashahead
Ank-tì ‘a-t sé ‘ndichèr el Mayo par l’herb in t’i camp par el sul k’al vent miga pu’ spasser via par el culeur d’al çiel par el resht tutt’ ‘o juorno savarà comm’ tutt’ ‘i alter Y lass a’ttya el panzèrpoètique el panzèr al studier al pust ad laùr a li butighe cumm yeux ingravidài al fünd de ‘sta plaza grull’asè y lass a ‘o garzoncielli loro ad vardèr ‘a ient ka spuss pur’illa ‘e void in t’al sèmpar y sèmpar El recuerdo de camp y foss ka ‘i fujevvìa stred d’istè floros l’è sul un tirer le sume un calcular de dados a la fin d’un caminèr k’al ciamem “el fèer” ła zierca d’e ust’ ‘e passajo quand ka truvem le pierre de tumb d’inturn invèz d’i spuntòn ruzinii comm’ l’herb foxils Xè anarchia el s-ciambiar ad cuntinuu el tiempo “anarchia” la s’ ciama ‘a t’el devi savoir ank quand l’è un zerzèr ‘na plaja un post in t’umbrìa komm che fazz mi en strapensand’ mi stess y encore in t’el reflex’amigo d’el soner d’ii specc che un espacio construe ch’al me cunferm ‘ndentru (tratta dalla raccolta inedita “Il movimento del violinista”)
Id: 66153 Data: 03/07/2022 10:02:35
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Haiku 23
Intervallo, ricordando le luci dalle segrete stanze: verde il colore col quale vivrò. (tratta dalla raccolta inedita “Haiku italici” e nata da una frase di Yosella Caponnetto)
Id: 66066 Data: 19/06/2022 11:59:07
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La puoi vedere...
La puoi vedere non lontano da te eretta nella luce accanto a un albero e fissa in alto lo sguardo nelle chiome ne tocca con rispetto la corteccia Ma con nessuna fissa immagine ne potrai cogliere il suo spirito mentre accarezza sereno i lunghi capelli dell’anima (tratta dalla raccolta inedita “Fisse immagini”)
Id: 65867 Data: 22/05/2022 09:46:37
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C’è una qualsìasicòsa...
C’è una qualsìasicòsa tra qui e l’orizzonte (edificio, macchia d’alberi nullità, persone) e chi la raggrumerà in una memoria altrove Quante molte volte io fui le spalle di quell’uomo che vedo (dalla raccolta inedita “Fisse immagini”) https://seautosprod.wixsite.com/seautos
Id: 65809 Data: 15/05/2022 21:15:45
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’Un ingorgo di radici...’
Un ingorgo di radici s’aggrappa a terra e pietre per un primo piano d’esistenza esistono nella piazza aperta a noi umani coriandoli di foglie che dai rami il vento sposta su quest’ostacolo alla gravità e i punti neri di formiche lo percorrono nell’estraneità dei loro occhi (tratta dalla raccolta inedita “Fisse immagini”)
Id: 65782 Data: 12/05/2022 16:21:41
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Haiku 22
Un frego nel cielo turbato grigio il grido del rondone; un dolore nuovo graffia sul cuore (tratta dalla raccolta inedita “Haiku italici”)
Id: 65770 Data: 11/05/2022 10:17:19
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Ła fumara gà slassè sültant ‘n’alùn...
Ła fumara gà slassè sültant ‘n’alùn col su güst ch’al tira l’alba inturn a li lampiun là inàlt et las sparpajonas de la noche sjugan par el vial de l’estaçion indùv li arbori plus veci pian i respir e i schculta ‘nfastidìos y resegnados l’autorrrrrumours ki vann Par un fià ag incuntrè sol tres parsonas ‘na dòna che stracada ‘ndeva invers a casa ‘n can de strè y un metrunòtt in moturètt k’al me vardè ‘nsuspettìu As vidùa a primeira fueja de ‘st’automne ‘ndar zò coma distrè da l’albro suo el quàrtio d’al cotè du park et io siguia cum sgvardo el su’ pusars sbasìo comm’ ki fuss’ còsaòvia par elle el cumpurtars aksita int’ kel mumènt l’era ‘ncur virda quand k’ała gò tirada sü la ‘rspireva apeina Là y là vers’ ‘l bar in ‘tla piassa um briàgo blasmèa su’ diu y dos juvenes (de peso el maquiajo y las poppas biènfìntas) el seguron aridendo se ghi deveno blaffando in su la vòze in una nuit laquel n’ag truvè surisi ‘n fazz i gnanca des refuse en quei m’ocultarme ‘n’tl’Ouèst ‘nduva anc’anquò sa sbasè le sun… (tratta dalla raccolta inedita “La mano del violinista”)
Id: 65161 Data: 10/02/2022 12:12:45
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Haiku 21
Uomini scavano nella distanza; questa nebbia li elide a sguardi. Segreto sarà miocuòre. (dalla raccolta inedita “Haiku italici”)
Id: 64985 Data: 15/01/2022 19:09:13
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L’inquadratura mostra la proda...
L’inquadratura mostra la proda e i cespugli che su di lei selvatici s’espandono di gioia allargando il campo entra la pigra corrente col suo fardello umano di detriti sacchetti rifiuti miserie di lordura Vi puoi vedere annegare la speranza sirena d’àcqualùrida (Tratta dalla raccolta inedita “Fisse immagini”)
Id: 64783 Data: 10/12/2021 15:11:26
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? T’aricordas li culp vud in t’la tu porta
? T’aricordas li culp vud in t’la tu porta Gèra l’angussa indènter y ‘na mota ad dumand ka n’tle videvi ? T’aricordas combien de culp vud in t’la tu porta Piciàdi par las seras d’octobre par l’umbrìa clara d’un matin de nèbia et los arbores chi vèrz’anquò li rami cumm’ le pium d’ün pavun virrdi… Las palabras ka t’urlìa in t’la recias par la vidas intuorno se son fündè in t’la tèra kum ke l’angussa indènter ka nun t’a vulevi vider jamais (tratta dalla raccolta inedita “Il movimento del musicista”)
Id: 64758 Data: 06/12/2021 09:08:40
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Nei suoi abiti sciatti...
Nei suoi abiti sciatti l’uomo s’è fermato di profilo e il filo di una tela di ragno si agita per il vento leggero dalla sua spalla Si volge a ciò che ha dietro un vecchio palazzo di fianco alla chiesa e lo sputo di colore delle sedie d’un bar lì da decenni passa accanto al suo passato e lascia sul selciato l’ultimo sguardo della fine (tratta dalla raccolta inedita “Fisse immagini”)
Id: 64726 Data: 01/12/2021 09:31:11
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Haiku 20
Nervosi gli animali nei recinti; ricordo quella volta, pensieri in croce per un tradimento. (tratta dalla raccolta inedita “Haiku italici”)
Id: 64658 Data: 20/11/2021 15:44:35
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Un catervo di verde...
Un catervo di verde edera perenne scherma i ruderi dall’ovvio grigiore d’autunno che specchia gl’intonaci stanchi d’umidità Non può comparire all’orizzonte dello sguardo il rumore del treno ma la foglia inchiodata fuòriràmo malgrado lei continui il volo ne conosce il ritmo E va (tratta dalla raccolta inedita “Fisse immagini”)
Id: 64651 Data: 19/11/2021 14:56:00
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Al me shcald...
Al me shcald ‘stu primo sul ad primavere al tiempo del su’ inlimitar ‘i ghe fà specio l’humida sua tèra l’agua fermà in t’la vashca d’a funtèina i grand braz di albre y las encore desnudas siepes ascult il verd de l’erb chi me caress y baxa ‘i scarp… Le pavillion de l’Art Nouveau scranià dal temp g’à minga fole courtois par chi pass e mi a ghe girovìa ka so ‘na nave vòda y kieta e me vòlt comm par salüder ka ghè gnint in duv mi varda i pensieri… Ancùr mi fiso cu i oc zà vardàntvìa łe scarpìe inlordà d’i ragni zó da stè parèt schrustè Et un pensier indènter e d’impruvis “I ricordi di tristezze passate e di quelle che verranno” ag gèra inscritt int’un banc de schola… Al d’la fòra altri àrbori stèva imperlà ad musch y otros y otros ‘na pitura shcur de trine sul çieło de pasteło y ancòra ‘n’alternatia de rami spojà et prìmegèmme al só rinnàssir Apéna ‘st’interrùptio (mastegàzz ad gelu) et enfin ce soleil stinzù as s-ciaparà drinto el risonar del novo perhaps li prìmifiùri signant el partir de nova stajón de vida ciò xè k’amintendo mi in t’el vardàrm’intuòrno y serenità yo prevìo par stò prè d’aturn (tratta dalla raccolta inedita “Il movimento del musicista”)
Id: 64635 Data: 16/11/2021 18:41:24
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Haiku 19
Il falco cala a schianto sulla preda: come quando dentro me un sogno porge luce alla mente. (tratta dalla raccolta inedita “Haiku italici”)
Id: 64620 Data: 14/11/2021 20:34:19
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L’uomo traversava lento...
L’uomo traversava lento dalla murata di case al filare d’alberi ora vicino Ben poco lasciava immaginare il passo breve strascicato un’ombra di nulla gli persisteva malgrado tutto nell’acqua degli occhi Solo una lacrima un sospiro stavano per esserne l’approdo (tratta dalla raccolta inedita “Fisse immagini”)
Id: 64607 Data: 12/11/2021 20:53:14
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Haiku 18
Se aguzzi l’attenzione, li senti i suoni delle cose; è sì perfetta, la vita che crea. (tratta dalla raccolta inedita “Haiku italici”)
Id: 64553 Data: 06/11/2021 13:51:30
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La forma seduta...
La forma seduta ha due occhi che fissano pochi passi più avanti un mozzicone di sigaro in bilico al marciapiede la mano alla fossa del mento misura la mente ogni equivalenza tra il dire e il fare il caos di un viaggio in bilico ad un nulla e quello sterile rimanere abbracciato allo scoglio d’una fermata d’autobus Nel viaggio immobile della mente altro non occorre se non il colore di questa sera (Poesia ispirata da una lirica inviatami da Lucia Triolo; e tratta dalla raccolta inedita “Fisse immagini”)
Id: 64510 Data: 01/11/2021 20:26:28
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Anche nel sogno...
Anche nel sogno la negatività prevale Invece nella foto il bimbo ruota su se stesso a braccia aperte nel parco per misurare il suo io in quello spazio e un’altalena rossa attende tra uno sfondo d’alberi il peso d’altri bimbi Nel sogno ruotano così le figure ma d’isteria nel sogno lo sfondo è un condominio grìgiosventràto grigio (tratta dalla raccolta inedita “Fisse immagini”)
Id: 64400 Data: 21/10/2021 14:58:10
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Immagini...
Immagini l’arrugginato s’arrotar de’ perni e l’oltrelà che d’alberi e tardi fabbricati vanta storia invece vedi nel raccorciar del giorno Fermo un pensiero va dal cuore a moltitudini d’anime disperse alla memoria e prime foglie gialle scendono a tappeto come gli abbagli che muovono la vita (tratta dalla raccolta inedita “Fisse immagini”)
Id: 64252 Data: 06/10/2021 21:40:53
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Haiku 17
Come vapore di vento le nubi sopra le colline; non ci piega il peso di quest'ora. (tratta dalla raccolta inedita "Haiku italici")
Id: 64069 Data: 18/09/2021 21:13:20
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Un controluce acceso...
Un controluce acceso ultimo traguardo per l’estate sgualcisce poche case all’orizzonte una fuga di cespugli sfumature di verdi frammischiate ad altri verdi sta sullo sfondo del muro che di terra chiude il grande fiume e se ne fa percorso al tuo tornare Verso sinistra quel grande albero è misura di tutto anche tua (tratta dalla raccolta inedita "Fisse immagini")
Id: 64057 Data: 17/09/2021 12:52:25
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Haiku 16
Piegate e rotte le spighe dal vento, come slavine; e Tu, preservami dalla pazzia del padre. (tratta dalla raccolta inedita “Haiku italici”)
Id: 63903 Data: 31/08/2021 16:08:32
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All’orizzonte la curva...
All’orizzonte la curva delle ben note colline e quegli uccelli a macchiàrbiànco un suolo vecchio e scuro immobili come il motore che per ora più non ara a sollevar per loro offerta gustosa di lombrichi… Uno se n’alza e si sfoca lo sguardo sul gabbiano che invola è una piega nel cielo solo un nodo alla gola (tratta dalla raccolta inedita “Fisse immagini”)
Id: 63893 Data: 29/08/2021 20:54:43
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Olterìva...
Oltrerìva allo slargo dello specchio d’acqua l’antico muro cedeva le sue forze e terminava nel disordine d’alcuni sfranti marmi insicure rovine atte al meditare umano Nella luce del pieno meriggio è distrazione (tratta dalla raccolta inedita “Fisse immagini”)
Id: 63856 Data: 22/08/2021 20:59:24
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Haiku 15
Ho rivisto, ferma tra le ramaglie, la tartaruga verde; immobili come lei i miei pensieri. (tratta dalla raccolta inedita “Haiku italici”)
Id: 63851 Data: 22/08/2021 09:17:04
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Come fantasmi severi...
Come fantasmi severi i mobili paludati in bianco all’aprirsi di quella porta unico dettaglio vivo la polvere in lèntadànza nella lama di luce dorata da squarcio di finestra Sorpresa nella nonsorprésa la fissità dello sguardo prima di chiudere ambi gli occhi e irrigidire il passo il sentimento aperto nel cuore un gorgo la stanza (Tratta dalla raccolta inedita “Fisse immagini”)
Id: 63303 Data: 28/05/2021 20:37:28
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La facciata della casa...
La facciata della casa è di un giallo modesto che bene si sposa alla campagna attorno gioca su quel muro qualche ombra di bambino in corsa Altre ancora lo tagliano uccelli che forano un cielo di nubi mammellute di pioggia alla ricerca del sole a noi quest’oggi negato Tutto il resto è immoto per momentanea quiete di vento un fil di fumo sale estatico dal comignolo d’una casa lontana (tratta dalla raccolta inedita “Fisse immagini”)
Id: 63206 Data: 18/05/2021 10:25:51
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Haiku 14
Nel vento s’inturbinano dai pioppi fiocchi di fìntanéve: confusione sarà il mio epitaffio. (tratta dalla raccolta inedita “Haiku italici”)
Id: 63165 Data: 13/05/2021 21:11:15
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’Proprio in quel davanti all’occhio...’
Proprio in quel davanti all’occhio ma ancora in lontananza la fila di case scopriva indizio di una via misurava i pieni e i verdi poco meno distante un grande albero ondeggiava la sua chioma al fòrtevènto nordestino come una donna il corpo nella danza Il cielo un nerume di nubi poco sopra (tratta dalla raccolta inedita “Fisse immagini”)
Id: 63126 Data: 10/05/2021 09:20:27
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Haiku 13
Manosfioro la ruvidosa cute d’un giovane albero; un brivido al ricordo di promesse. (tratta dalla raccolta inedita “Haiku italici”)
Id: 63001 Data: 27/04/2021 11:32:59
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E rimase solo un angelo...
E rimase solo un angelo sciatto nei gesti ali e vestiti lasciati andare ai segni del tempo come un’apparizione lenta che non cerchi memoria l’imbuco / sbuco da lunga galleria come immagine su tela da un paese di decenni orsono immagine su velo che gioca a védononvédo per via di quel vento di mare e d’altre mani che sfiorino pensieri Ci guardava come un dispiacere si voltava e fatto qualche passo ad andare ci riguardava ancora Noi no lo si guardava come la più banale delle cose il più banale dei volti che abitudine ci fa dimenticare via ? Che vuoi che sia una crepa nel tempo nella materia delle nostre vite per chi non riconosce traccia dell’esistenza sua (tratta dalla raccolta inedita “Il mestiere e altri accidenti”)
Id: 62984 Data: 25/04/2021 19:16:57
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Quegli occhi si piangevano l’azzurro...
Quegli occhi si piangevano l’azzurro per le cose passate di mano in mano di padre in figlio e le pareti trascorrevano piano i ricordi inchiodati loro oppure che si dileguavano in un oltre col passo pesante di un qualche malessere a lui straniero Quegli occhi scavavano pioggia altre memorie (il colore d’altri occhi incontrati piano in silenzio richiami d’uccelli mai sentiti prima) scavavano nello zampettio d’animali sotto ai pavimenti allora appena ritornati a tavole consunte scavavano nebbia ed emozioni di fari E quella ruina che un tempo fu casa fu dimora da tutti i suoi mattoni torbidi lo fissava negli occhi lei sempre più malferma al pensiero di come i suoi stessi ricordi d’ombre e magnetismi passassero di mano in mano di padre in figlio come nient’altro che un giudizio di dio Nient’altro (Tratta dalla raccolta inedita “Il mestiere e altri accidenti”)
Id: 62946 Data: 21/04/2021 15:08:52
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Haiku 12
Un albero s’ergeva dritto; ma ora un moncone cariato. Non mia scelta fu, sappi, la rinuncia. (Tratta dalla raccolta inedita “Haiku italici”)
Id: 62921 Data: 18/04/2021 21:25:52
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Haiku 11
Il polline giallo dagli strobili svola via nel dovunque. Il mio pensiero raggiunge ogni cosa. (Tratta dalla raccolta inedita “Haiku italici”)
Id: 62900 Data: 16/04/2021 11:57:29
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Sotto un cielo fatiscente...
Sotto un cielo fatiscente di nuvole per ora maldisposte al dono dell’acqua alzano il capo le sementi il loro verde contro al gusto marrone del suolo fino a fiammare spighe Poche case stanno a guardare il passare degli uomini il volo degli uccelli e verso loro lontano all’altro lato della strada un cane guaisce il suo abbandono invano (Tratta dalla raccolta inedita “Fisse immagini”)
Id: 62815 Data: 07/04/2021 14:08:41
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Haiku 10
Scabrata la corteccia dell’albero, zolle smosse alla terra; conta i frattali della tua coscienza. (Tratta dalla raccolta inedita “Haiku italici”)
Id: 62803 Data: 06/04/2021 14:04:33
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Il tragitto...
Il tragitto non è punteggiato di croci lapidi a percorrerlo non si ha percezione dei viventi che vi svanirono Forse una loro anima ci sfiora in un momento di rammarico un brivido che le riporta a rivangare il passato ma non v’è altro fino all’orizzonte se non la concretezza di case alberi figure d’occasione Anche la notte presente è assimilabile a un contenitore vuoto con la lucciolata obliqua del treno controvento e col caotico viaggio d’altri andanti un controluce quasi a fantasma di pensieri E furon giorni bellissimi quelli accanto a te (Tratta dalla raccolta inedita “Il mestiere e altri accidenti)
Id: 62760 Data: 02/04/2021 21:24:56
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Le foglie si mostrano già...
Le foglie si mostrano già come un improvviso di verde anche la palude che ci si erge attorno è vita dentro oltre e modestissimi fiori appena accennati di violetto a margine di pietre d’inciampo indicano la via Come cadrà il giorno avrà più forza il respiro Si tramano perciò consigli si lusingano pensieri nel serraglio delle mani ben serrate tra di loro è la forza che traspare dalle nocche sbiancate delle dita protese dall’immobilità all’agire che scorgi nei tuoi occhi riflessi La finestra è un riquadro buio un altro specchio d’acqua dove immergersi a rabbrividire come giusto (tratta dalla raccolta inedita “Il mestiere e altri accidenti”)
Id: 62699 Data: 27/03/2021 20:56:37
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Haiku 9
Non disorienta il volo degli uccelli il fumo dalle stoppie. È diritta la strada verso il Tutto. (Tratta dalla raccolta inedita “Haiku italici”)
Id: 62661 Data: 25/03/2021 11:48:04
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Haiku 8
Crepe s’approfondiscono nel tempo sulla casa in rovina; s’aggrappano agli eventi i sentimenti. (tratta dalla raccolta inedita “Haiku italici”)
Id: 62605 Data: 20/03/2021 20:56:15
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Haiku 7
Dolce accarezzare giovani alberi; urgono le api ai fiori: continuo è l’intrecciarsi delle anime. (tratta dalla raccolta inedita “Haiku italici”)
Id: 62582 Data: 19/03/2021 13:50:54
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Haiku 6
La nube che laggiù si versa pioggia, susciterà apprensioni? Il mio cuore si trastulla pensieri. (Tratta dalla raccolta inedita “Haiku italici”)
Id: 62574 Data: 18/03/2021 13:36:05
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Perfettamente immobile...
Perfettamente immobile la coppia d’anziani tesa all’estremità di quel filo Ipotesi di nuovo campo un binario invisibile per un percorso di lune per un segno senza peso sull’imperturbabilità eterna del suolo dello stesso colore la terra e il loro vestire le loro anime (Tratta dalla raccolta inedita “Fisse immagini”)
Id: 62522 Data: 14/03/2021 14:32:24
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Prendi questa mia povera voce...
Prendi questa mia povera voce nel tramonto che incupisce a notte altrettanto povere luci sottolineano di caldo alone il muro delle case ospitali che punteggiano una campagna antica indifferente ai viventi ai passanti È il momento per le coppie che nell’auto sanno dove andare di combinare dittonghi di pensieri dar corpo a un’idea con frasi che ciascuna completa il dire speranzoso dell’altro Inchioda alla realtà questa ricerca di compagnia nel deserto è stagione d’uccelli che ràmoinbècco sanno dove andare costruiscono ricostruiscono (Tratta dalla raccolta inedita “Il mestiere e altri accidenti”)
Id: 62498 Data: 12/03/2021 13:21:37
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Haiku 5
Una linea retta inesorabile stella cadente traccia: il trapasso d'un pensiero a sua realtà. (Tratta dalla raccolta inedita "Haiku italici")
Id: 62372 Data: 01/03/2021 13:40:52
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La teoria ostinata dei lampioni...
La teoria ostinata dei lampioni doppia le fredde luci dai capannoni a lato lungo il vialone lungo la sua anonimità senz’anima vanno i guidatori nell’inguardabile catena d’auto Scordato come per caso su una facciata scrosta un festone d’altre luci implora il ritorno d’un Natale che nasconda l’inutile equivalenza del degrado (Tratta dalla raccolta inedita “Fisse immagini”)
Id: 62291 Data: 21/02/2021 10:03:42
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Haiku 4
Turbinio di paglie in stravento d’aria ci guida in alto gli occhi. Anche nel caos si trova perfezione. (Tratta dalla raccolta inedita “Haiku italici”)
Id: 62280 Data: 20/02/2021 09:35:32
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Questa goccia...
Questa goccia così lontana dall’acqua dal mare è una parola ha cuore per andare ino ógnidóve seppur lontano per riportare un fiato nel cuore di chi ascolta Sia suono che vòmera la mente incrina sue certezze con furia di smergiglio sia appena brezza che filo d’erba non innalza benedicìte (Tratta dalla raccolta inedita “Verba”)
Id: 62274 Data: 19/02/2021 20:35:51
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Haiku 3
La nuvolaglia scartavetra il cielo bluastro di livore: non per caso una ferita dentro. (Tratta dalla raccolta inedita “Haiku italici”)
Id: 62246 Data: 17/02/2021 08:48:33
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Haiku 2
La fune nel vento detta dondolìo al cornacchion gagliardo; un’altalena per le maree del cuore. (Tratta dalla raccolta inedita “Haiku italiani”)
Id: 62224 Data: 15/02/2021 14:41:34
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E un solco netto...
È un solco netto ciò che della vena d’acqua resta quando da gravità ne è vinta un graffio che spacca ammezzo il sentiero lo ruina Ma alla crosta effimera a quel terriccio che si sfalda in fango mostra l’affiorare della matrice d’ossa la sua forma-colore gócciapercòssa (Tratta dalla raccolta inedita “Fisse immagini”)
Id: 62221 Data: 15/02/2021 09:33:49
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Haiku 1
C’è solo il muschio a rimanere verde, assenti sono i fiori. Un meditare le stagioni dentro. (tratta dalla raccolta inedita “Haiku italici”)
Id: 62205 Data: 13/02/2021 15:26:28
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Quel rudere duomo...
Quel rudere d’uomo fissa nella campagna attorno lontana cascina antica ne compara gli scabrati mattoni a ciò che la sua pelle è Gli occhi tiene azzurri ricordo di come fossero stati tutti i suoi giorni andati (Tratta dalla raccolta inedita “Fisse immagini”)
Id: 62196 Data: 12/02/2021 12:43:03
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La senescenza del fungo...
La senescenza del fungo che immarcidisce al bordo ricorda l’esistenza d’un altrove come quando la pelle delle case s’apre in grevi smagliature che illudono l’occhio all’attraverso quand’altro non vede che un ottuso vuoto e in lontananza sorge l’abbaìo d’un cane a misurar distanza fra li tuoi pensieri e te Ricordi anche in palpito improvviso come l’amore altro non sia che spazio inesplorato per quanto giorno passi anno come una selva oscura smarrita nella moltitudine di diritte vie e ritrovata in uno scampolo di vita Ed una luce che làmpopàre irrompe nell’abitacolo di questi tuoi pensieri da lume innaturale che alto è appeso a un filo uno scroscio di realtà imprevista ad ogni senso una realtà che da punto oscuro si trasforma in specchio ali per scacciar la mente Ti si sta davanti quella forma-luce come una chimera e quello specchio ti riflette sera ti cancella al buio ogni tuo confine fidando che il tuo occhio ti porterà nel dentro tuo più vero ridonandoti forza serena di respiro (Tratta dalla raccolta inedita “Il mestiere e altri accidenti”)
Id: 62191 Data: 11/02/2021 21:46:33
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Partire potresti da quel cómegrìdo...
Partire potresti da quel cómegrìdo indentro alle parentesi d’un fiato da una pausa nel parlare insomma come se invece ne mancasse il tempo Però del pari ogni vibrazione capta è anima di tempo e di suono dunque non si tema che il primo recida corde vocali all’altro Appariva ? ricordi quel brano di viaggio uno strappo nel compatto di nubi (o così t’appare ora quel frammento di tempo e spazio) uno sfrego su lavagna da unghia sgrisołente è un afferrarsi dei polmoni e poi un affrettarsi il ritmo che unisce il pensiero con una fissa azione il fiato che ancorato al cuore emette finalmente libero un attimo così sonoro di vita (tratta dalla raccolta inedita “Verba”)
Id: 62098 Data: 04/02/2021 12:12:57
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La mano...
La mano come aria trasparente raccoglie parole e le sversa alla terra l’andare del séminasógni… Dopo il sonno d’un giorno che misuravamo infinito e il risveglio d’una notte che sa di stendardi alzati È esile la conta dei suoni è una trama da recuperare le persone vagano (i rimasti) bensapèndo dover andare La direzione è una vibrazione che riflette il sole (tratta dalla raccolta inedita “Verba”)
Id: 61786 Data: 15/01/2021 08:51:34
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Si azzurra la linea dombra...
Si azzurra la linea d’ombra che s’attorciglia all’orizzonte spasmo e attesa nel momento in cui si percepisce (sgomento anche) l’aggrappo del sogno alla realtà il suo ormeggiarsi alla materia a cui appartieni come il grido della civetta taglia gli occhi alla notte e ce la rende cieca Come il buio che ti prende quando scopri che il tempo ci ha lentamente voluti estranei Perché ogni sogno disquama la sua essenza a contatto con l’ovvio che siamo con l’incapacità a definire una goccia d’immaginazione vi si consuma e spegne Ora si vive di spalle uno all’altro e si guarda altrove alla ricerca di uno specchio che ci confermi ciò che è passato e le vestigia di un saluto così si resta nel prosieguo del mondo alghe impiombate da ciò che l’acqua rilascia limacciosa ch’è rimasta danno ancora l’illusione che io e te ci passiamo accanto (tratta dalla raccolta inedita “Il mestiere e altri accidenti”)
Id: 59617 Data: 28/07/2020 14:46:25
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Ti aprirò a poesia
La prima cosa che colpisce è questo nulla che separa questa trasparenza vigliacca che ferma gli sguardi come una parola imprevista al tatto degli amanti che mai fummo perché altrimenti destinati ad essere e poi c’è il silenzio quello che cresce sterminato da assenza imprevista di parole Gli alberi si muovevano appena per grazia di vento anche ai miei occhi malgrado li tenessi chiusi la mia staticità presente fu poi intersecata dal lento passo di un anziano fuori dai nostri abbracci mancati il cigolio di oggetti nelle sue tasche alza nugoli di zanzare testimoni di degrado al mondo come all’anima Traspare dall’uccello che di sua presenza macchia il prato l’impronta sua di sauro perciò anche nella tua regressione si manifesta il tutto dei nostri verbi coniugati che furono alle mille possibilità Generazioni e generazioni di primati t’hanno svuotato gli occhi ormai li rendono opachi come acqua da cui affiora il ricordo di quell’esperimento fallato quando quel tuo sguardo mi si diverge appunto e s’incista in ere lontane e consunte dai piani d’esistenza che a stento ricordiamo come se quegli occhi riesumassero un Abele che uccide Caino e in un abbraccio cosìsìa Traspaiono questi pensieri limacciosi incapaci di volare questi chetoni dell’animo che rimangono nel fango d’una mente piegata esacerbati e stanchi S’apre e chiude quella mano immota tu fra altre persone parimenti immote e non si sa per chi ciò accada solo il nulla ci resta trasparente ora e ci separa condizionando il tempo che trascorre indifferente a queste vite Io sarò la tua voce ma tu non lo saprai (tratta dalla raccolta inedita “Il mestiere e altri accidenti”)
Id: 59463 Data: 14/07/2020 21:34:59
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Dunque...
Dunque c’è questo bambino nel chiuso d’un’auto come sdoppiato in un sogno straniero quel cristallo che da un lato toglie l’aria dall’altro rinforza i pensieri Le immagini là fuori non diverranno suoni significati condivisi immagini che non l’attenderanno in un futuro suo né prossimo né remoto perché incollocabile nel sentire del tempo che ci sfugge perché destinato agli uomini e nessun suono a stabilire equivalenze tra essere e spiegare Sarà perciò un istante immisurabile (altra immagine di parola scevra) a mostrarglisi verità il nonrichièsto così collegato ad un remoto e sconfinato altrove dallo specchietto che si richiude su di una macchina parcheggiata accanto la soluzione del bisogno dentro che lo turba con quel movimento ch’è già stupore nel suo essere ancora senza un suono una parola ancora che rompa quel cristallo e gli riporti gli occhi ormai lontani ? Comprendi dopo tutto questo dire Non un suono attorno dentro oltre non è la parola che prima affiora a prèndermàno e condurre altrove se suono è è solo un inganno che sbieco ci conduce altrove a mancare d’un soffio il bersaglio come un cristallo che si frapponga tra gli occhi e il viso Come ora che sempre senza un suono robusto un ramo di rovo striscia la lingua sanguina e fa nascere l’incrocio d’acchito d’un colpo di vento creduto lontano (tratta dalla raccolta inedita "Verba")
Id: 59409 Data: 10/07/2020 22:34:28
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Sogno
…e poi quella coppia d’anziani in chiuso d’auto addormentati màn’amàno e accolti in quella pioggia che tutto ingrigisce di lontano protegge a muro e sulla verticalità del muro non lontano chiocciole hanno lasciato firma di un loro continuo ed insoluto andare Per il sogno e i suoi confini di metallo per gli indegni che non conoscono senso di parola oltre la dovuta norma occorrono uomini sfavillanti d’azione come quei due credimi (tratta dalla raccolta inedita “Il mestiere e altri accidenti”)
Id: 59058 Data: 15/06/2020 10:20:58
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Accade anche di sentire...
Accade anche di sentire sembra il gridare lieto di rondoni però indistinto come lontànolontàno e filtrato dalla profondità dei muri dalle finestre che chiuse riposano alla luce così che lo si può scambiare per quei ronzii di dentro coi quali il dormiveglia ci bertuccia le orecchie e i primi pensieri blandi di sonno inconcluso S’aprono perciò a volte crepe nell’animo (per ricordi lontani battito di cuore) dalle quali spiare l’altro-da-te che sei come l’insetto che ronza il suo volo nell’aria che hai d’attorno obbliga a distoglier mente dal gesto presente e a scoprirne un sènzamotìvo altrove Un sovrapporsi di coincidenze insomma l’ennesimo… Che non possiamo controllare che ci traversa quieto come tutto ciò che ci appartiene sempre (tratta dalla raccolta inedita "Il mestiere e altri accidenti")
Id: 58791 Data: 29/05/2020 14:33:43
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Impallidisce lerba...
Impallidisce l’erba a segnare un tempo malcompreso per senso o sentimento a filo d’un asfalto qualunque Noi si va verso dismesse case dismesse parole per altri sensi e altri sentimenti con un passo ch’è diverso nello scorrere di questi mesi parola anch’essa relativa questa trattandosi di tempo Tutto quello che ci riguarda s’è ridotto a misura di frammento e questo verde (tutt’attorno e ancor più in là) m’è giudice e testimone prima l’uno e poi l’altro perché invertito l’ordine esatto agli addendi il risultato non cambia e l’immobilità è ovunque Cerchi di pesci sotto il pelo dell’acqua quando va bene e quanto alle parole un borbòtt’abbaìo di cane appena prima dell’orizzonte (tratta dalla raccolta inedita “Il mestiere e altri accidenti”)
Id: 58574 Data: 14/05/2020 14:47:54
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Sè palesata...
S’è palesata chiara negli occhi fissi alla finestra la presenza d’un’assenza il persistere d’un’incrinatura che falsa percezione dei dettagli Che cosa manchi in quel ricordo affiorato alle palpebre quale frammento quale percezione una nuvola o la sua forma l’esattezza d’un colore un qualche gesto nel fermo immagine di chissà quale vita un suono confuso nel suo stesso eco né vicino, né lontano solamente altrove Così da avere improvvisa alla coscienza la certezza che pure l’acqua persiste come morta cenere altrove (tratta dalla raccolta inedita "Immanenze e persistenze")
Id: 58364 Data: 01/05/2020 21:02:05
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E di queste assenze...
E di queste assenze così presenti all’astio della mente rimarranno solo assenze persistenze nella retina di movimenti da estranei sbirciati alla finestra con una qualche invidia che ci scavi dentro istantanee di un malore che fa tana dentro il cuore L’immobilità dei tuoi cari imbalsamata dentro fogli non a caso vuoti di polvere contrapposta all’immobilità dei giorni e ancora non insegna Vedi l’altrove s’è fatto “qui” nell’immagine d’un arcobaleno capovolto a ricordarti del tutto sbagliato del tutto possibile a mostrarti uno stampo vecchio disusato nell’orgoglio che dovrai riempire a sangue (tratta dalla raccolta inedita “Immanenze e persistenze”)
Id: 58266 Data: 26/04/2020 09:53:53
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Disincanto
Ho soppesato questo mestiere in molte circostanze in molti momenti col ferro e col fuoco nell’abbraccio del vento su libri umidi di parole del tocco di mani dentro le stanze e tra le stoviglie nell’incavo dei cassetti malriposte e strifellate come a volte le nostre stesse parole i nostri stessi scatti d’orgoglio come di torpore noi inconsapevoli al margine dei sonni ? Che vuoi che siano l’amore una donna questo foglio (e questo inchiostro, di conseguenza) questa lingua (intesa tanto come insieme di suoni che come organo il quale batte e sbatte ad impastare l’aria) questo mare ? i cui occhi mi guardarono dentro rovesciandomi l’acqua sozza del porto fino a una finestra di stamberga alcune vite or sono La testa su una mano è sorretta in fondo da un tavolo non da volontà che puntelli un rantolo di tempo uno scampolo di qualcosa che s’erga a materia fra me e il passato Può essere che sia questo l’inizio o che tutto s’estingua in una coscienza ammainata come morta cimice in un appartamento Ad altri la pausa che conduce a nuovo passo a me continuare un cammino che si consuma in metri (tratta dalla raccolta inedita “Il mestiere e altri accidenti”)
Id: 57992 Data: 11/04/2020 21:25:51
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La casa diverrà nido di vespe...
La casa diverrà nido di vespe i suoi pavimenti “terre incognite” benevoli all’esplorazione di formiche (fino a un impreciso prima ci si poteva ricordare di persone sedute a una veranda di paesani intenti a un qualche disbrigo alla passeggiata col cane di bambini dediti alla saggezza del gioco) ora nel vuoto d’un tempo ch’è inutile misurare che è tornato ad essere ovunque illineare come un’ordalia sembra scorgersi laggiù una coppia da questa terrazza aperta ai ronzii Una coppia non collocabile per certo tra qui e l’orizzonte una tremula fàtamorgàna tracciatura elettromagnetica dell’esser vivi dentro utilmente al mondo inutilmente agli altri (tratta dalla raccolta inedita "Il mestiere e altri accidenti")
Id: 57737 Data: 30/03/2020 20:59:42
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Il fronte temporalesco savanzava...
Il fronte temporalesco s’avanzava s’estendeva come muffa su foglio di carta quella polvere nera che spora vita attorno e corrompe il supporto anche in assenza di vento Così che non puoi sfuggire non puoi sfuggire al vento maestrale che sèrrafóce ai fiumi e corrente fa trepidare in sua superficie resa crespa da pensieri come non puoi fuggire al contagio al cambiamento al nuovo dialogo che quelle singolarità ostilmente scure ambiguamente propongono E mentre te ne stai con l’inferno nel ventre il gelo nelle mani implorando una barca che lontano porti transumi almeno l’anima quasi a filo d’orizzonte si sposta rapido un riflesso un tuo pensiero solitario così e differente da ogni altro finora a cui s’aggrappa quieto il sole (tratta dalla raccolta inedita "Il mestiere e altri accidenti")
Id: 57268 Data: 08/03/2020 09:42:06
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Conclusione con accenno di reinizio
Quest’oggi l’atto del risveglio questo sole che smaglia il muro con la sua luce come un’avanguardia portano un sentore di guarigione come quando sub specie crisalide m’immaginavo il Paese a misura d’Uomo e non della feccia che d’ógnilàto preme E come allora ancora il meditar m’è dolce in questo sogno (tratta dalla raccolta inedita “Il mestiere e altri accidenti”)
Id: 57090 Data: 28/02/2020 20:54:14
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Luomo addita qualcosa...
L’uomo addita qualcosa lontano nella quieta campagna albero o improvvido traliccio forse e dice la donna accanto a lui comprende non così la ragazza che chiusa incrocia in suono che distrae getta un’occhiata come per malcompréso senso del dovere Nei giorni futuri di grancàldo di sole danzànterovènte le loro ombre inquiete e sènzavènto ne deformerebbero i corpi escrescenze dell’asfalto testimoniando loro sforzo ingrato per andar oltre le tre misure nostre collate in quel bitume di inesistente realtà (tratta dalla raccolta inedita “Immanenze e persistenze”)
Id: 57000 Data: 24/02/2020 15:21:29
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Sforzo di parola
SFORZO DI PAROLA ? Che senso avrebbe immaginare un dio d’aspetto quasi pennuto che saliscende come un ascensore i vasti grattacieli a cercare in qualche modo un senso alle parole È solo un’immagine si badi Poiché però non parlo tu dammi un sogno (ottenerlo potrebbe essere un primo scampolo di significato a ciò) che sia davvero vero solido come abbraccio dammi un sogno che sia vero come labbra un segno un suono finalmente a scrostarvìa ‘sto vento che m’avvolge e frena quest’andare ancora figurato di sillabe impacciate Non so cosa si possa scoprire così suònofacèndo forse quel supposto dio un altro senso materializzando ancora a questa tridimensionalità che asfissia o un pensàrnuòvo (finalmente) che superi il barlume dei sensi verso un’essenzialità perfino implume (tratta dalla raccolta inedita "Verba")
Id: 56986 Data: 23/02/2020 23:49:04
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Piccola elegia pedemontana
PICCOLA ELEGIA PEDEMONTANA Tu alzi gli occhi a caso dal colmo dei pensieri e noti nebbia come trina che mutafórm’al mondo e nella pausa del tuo sangue resti a fissare cauto quell’uccello che bianco nel biancore trafigge a volovìa quel velo e si fantasma dentro quel paesaggio d’un argenteo incanto a chi respira Soppesi pure il subuman ringhioso ch’accanto a te nel chiuso del vagone disdice il proprio cuore e ciò che di bellezza attorno vive pareggia a maleficio Ma già di lui più non ti curi e passi a perdere il tuo di cuore come ogni altro usato senso in questa nebbia che dai tondi colli con dolce vento sale e l’animo tuo ora d’argento anch’esso preso migra sereno ov’è nascosto il sole (tratta dalla raccolta inedita “Il mestiere e altri accidenti”)
Id: 56794 Data: 15/02/2020 12:42:14
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Una sensazione comunque palindroma...
Una sensazione comunque palindroma nelle rocce e nei viventi attorno una sequela di reinizi ogni cosa che si muove e con-muove brivido tangente la coscienza secante la realtà comparo la snellezza delle gemme con lo sfascio nelle rocce lo schianto d’altro che fu verde Quest’oggi ritrovo a stento i miei passi nella memoria ma misura di ciò che non cambia nel cambiare trafigge l’occhio una scheggia di tronco in una nuvola di polvere e di morte Rinasceremo fungaia (tratta dalla raccolta inedita “Il mestiere e altri accidenti”)
Id: 56649 Data: 09/02/2020 09:06:44
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Introduzione al mestiere
E un angelo feroce apparve (o fu così che un qualcosa apparve) disguiso a donna in vesti dolorose agre al tatto ed alla vista lanciando con cuore di balista ogni sorta di suono sulle genti E quelle a pregar forte che quella nube foriera di parole presta si svuotasse al suolo s’appassisse altrove in salvo lasciandole al buio a ruminare E contro a quelli branchi lor bocche riempite di vocali solo io solo io non sapevo un dire pur che mi speravo un ben miglior futuro (tratta dalla raccolta inedita “Il mestiere e altri accidenti”)
Id: 54755 Data: 21/09/2019 20:53:31
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Ipotesi di commiato
Perché sono molti troppi quelli che più non contano i giri del sole piombo ne appesantisce cuore natiche polmoni e l’animo non conta lasciato in disparte tra i ricordi dell’infanzia a misurare solitudine e vuoto Il piombo cola a redimere liquido e fuso gli acconci volumi all’edificio di pensieri costruito su un comodo nulla a inglobarli delusi nell’incomprensibilità dei sentimenti a questo serve Dovrebbero pensare invece “come sei cara, Morte” e alleviati dimenticarsi il giro d’orologio e la sua linea tonda che conduce a nulla tu invece che il giro del sole conti che conosci il peso dell’acqua nelle nuvole va’ pure controvento e finalmente ci giunge l’aroma dai fiori (tratta dalla raccolta inedita “Il mestiere e altri accidenti”)
Id: 54635 Data: 08/09/2019 10:39:36
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Cerca la sovrapposizione...
Cerca la sovrapposizione la trasparenza fra il materiale e ciò che sta sottile la luce del sole che pervade e la bellezza del comefiligràna del vedere affiorare un sorriso in qualche punto di un volto il bistro che ne allunga gli occhi E' felicità quel breve viaggio da luce a sorriso noi che seguiamo indistinte sull'asfalto le orme di altri passi perché così sarà sempre l'unico destino alla vita e tra l'altro il verde brillante (che spicca curioso dietro cancellate desuete e rugginite) dimostra in maniera lampante l'esistenza di dio (tratta dalla raccolta inedita "Immanenze e persistenze")
Id: 54536 Data: 28/08/2019 22:55:55
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Ho unimmagine buia...
Ho un’immagine buia quest’oggi dalla quale ripartire (ricordo per ricordo e respiro per respiro) mentre un’aria vergine è attorno e scevra d’intenzioni di pensieri di desideri Accade momento sospeso fra estremi di pianto senza un motivo se non un inutile passato che era e il presente che verrà Accade (tratta dalla raccolta inedita "Immanenze e persistenze")
Id: 54423 Data: 14/08/2019 21:48:40
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Andato
E' nel prosieguo della vista che ti s'incolla al cuore ogni momento un sovrapporsi statico di cicale genera continue trasparenze di finestre sopra altre finestre e di immagini aspre a guisa (per esempio) d'una casa irta di comignoli vuota d'anime con il tetto slabbrato per le molte intemperie ed erbe dalle foglie dentate a piantumare l'odio ricòrd'amàro e mairimòsso ma la bava d'aria nel calore dell'inverno che fonde primavera aiuta Compare la superficie appena mossa d'un mare amico antico si fonde con la tovaglia appena increspata d'un tavolo anch'esso d'anni andati come le finestre al muro immaginate e che anni visse in un tinello antico amico è anche il rombo del gabbiano planante alla murata in pietra in riva a un lago maiscordàto come quel vecchio Caravelle che vola incontro a infanzia S'acquieta ora il respiro sincronizza mese con mese nel cuore dei ricordi le formiche percorrono i piedi nudi in totale tranquillità una nebbia priva di calore fonde le distanze oltre la vera finestra aperta le stagioni che altrimenti s'accavallerebbero impetuose Il ronzio d'un'ape là fuori spalanca le porte d'un fiore e come per andare s'apre anche il ricordo d'una gravina in bosco asciutto al limite di schianto era estate e lo sarà ancora per sempre davanti a quella frattura così netta e obliqua (scisto che scivola su scisto) colpo al cuore comm' se muy dangeroso quel momento il fusse Sincronizzato quieto il respiro all'attimo secco del taglio che infine porta stacco dagli occhi degli astanti Le cicale persistono fusa quet'estate a un novello inverno (liberamente ispirata al racconto breve di Antonio Amato "La sartina del Lago di Como",autopubblicato nel 2019;
tratta dalla raccolta inedita "Il mestiere e altri accidenti")
Id: 54377 Data: 09/08/2019 22:53:45
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Unanima incrociata...
Un'anima incrociata sfiorata quando che un grumo di gente occasionalmente ottunde la via A ciò servono gli occhi a stabilire un percorso senza inizio e senza fine anche in casi come questo presente una bocca che dà calore fiato dentro a queste piazze fatte come piatto fògliocàrta libere e infinite entro ai quattro lati relativi ai nostri vivere (tratta dalla raccolta inedita "Immanenze e persistenze")
Id: 54349 Data: 04/08/2019 23:36:33
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Dichiarazione dintenti
Ci si troverà e ci si perderà messaggi composti con l’irregolarità dei cespugli delle pietraie mani che si afferrano alla sicurezza di un accento come stupidi mitili a uno scoglio e senza concessioni a una neolingua di bruti i nostri pensieri mostreranno un disastro di tetti divelti tra le parole altrui lastre metallo piegate dal peso della colpa di travi cadute come deragliate sillabe dal binario di chissàquàle ragione Lo studio dei suoni come istanze a un cambio d’orizzonte nella materia che torna a vibrazione per immagine all’udito specchia il dettaglio in una forma-parola noi tutti saremo finalmente lingua e solo lingua (tratta dalla raccolta inedita "Verba")
Id: 54060 Data: 07/07/2019 21:19:11
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Nulla mi dice...
Nulla mi dice il sacrificio del proprio sé quest’immergersi nell’inutile mutilo di un imperfetto presente un tramonto relativo quando che l’oltre è solo “dentro” Perché è così che cerca lo stolto nello specchio anziché negli occhi e in un falò di occasioni perse sempre (tratta dalla raccolta inedita "Immanenze e persistenze")
Id: 54009 Data: 03/07/2019 09:45:57
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Il nome
Tu pensa se sia giusto chiamare un luogo qual esso sia “terradura” Così da immaginarsi inutile ogni gesto che curi apra un futuro che soffio porti alle speranze del cuore così da immaginare donne dalle cosce scoscese difficili da raggiungere il loro ventre colmo d’uova e che fissano dallo sfascio delle veneziane sbilenche su facciata lasciata all’abbandono e un florilegio di formiche infine a grumo dal piede d’una pianta seccata Così da immaginare un amante solitario di vedetta lassù in alto (se ci fosse pietà di dirupo in questa terra d’orizzonte piatto) nell’attesa di un nulla che gli sia di compagnia E tu allora passeresti le vie lo spazio a volte fango che si erge a piazza altovociàndo fra te e te “Quale sarà il nome di quell’altro luogo, quello vivo di gente; quello il cui albergo accanto alla stazione era invece sacrosanto, serrato e scrostato agli ospiti? Ditemi il nome, il nome perdìo! Ditemi il nome!” Vivono solo di ossimori gli abitanti di questo deserto ciascuno di loro solo come un blu intenso a filo d’orizzonte (tratta dalla raccolta inedita "Il mestiere e altri accidenti")
Id: 53731 Data: 07/06/2019 12:44:52
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È l’osare un passo nel vuoto...
È l’osare un passo nel vuoto che mi sceglie il tragitto stanotte nel confondersi di curve e strapiombi ponti e paludi alberi costoro pronti a voltarsi indietro al mio solo andare è la neve che uniforma il tempo l’andàrvenìr dei miei pensieri sull’attonito suo manto che equilibra i vuoti e i pieni a render sicuro il cammino delle idee come delle scarpe senza che io conosca meta, direzione, scopi del cuore ----- E nel deserto di persone macchiato da luce che sbarbaglia fiocchi da lampione a lampione incontro mulinello impalpabile di te quasi ti potessi parlare ora che inutile è ripetere ciò che invano ti dissi in quel quando ormai lontano “Copriti, col freddo che fa.” Senza sapere che il freddo era ben altrove era fin fatto sangue per te nell’inchiodo del tuo stesso destino nell’attimo da te prescelto Tu inguardabile e infinita come una cattedrale in fiamme che m’approdi imprevista alla mente (inedita, probabilmente da inserire nella raccolta “Derive senza approdi”, prevista in (auto?)pubblicazione quest’anno)
Id: 53483 Data: 19/05/2019 09:36:59
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Prima mi mostrasti paesaggi aperti...
Prima mi mostrasti paesaggi aperti e raggiungibili traghettando fiumi città reali ma ideali nel loro verde respiro ora non aprirmi agli occhi la tua casa scrostata e vecchia muffita quest'appartamento stanco per rivoli d'acqua fin sulle pareti (tu vecchia attraversando il fiume giovane invece dentro le stantie mura) queste stanze disertate anche dal mobilio caro E dimmi che sai bene come bocca non serva solo a profferir parole quell'ingorgo di vocali agglutinarsi di strette vedute su di un mondo che si chiude si restringe come inghiottitoio occluso per troppità di suoni incollati alla rètina Dimmi del passeggiare a mano per orti nuovi e nuove aiuole in quel paesaggio aperto invece (tratta dalla raccolta inedita "Il mestiere e altri accidenti")
Id: 53211 Data: 28/04/2019 09:32:36
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Equivoco
Quello che poi conta è l'ammalorata persistenza d'una sovrapposizione di false immagini a rivelare ogni logica di frequenze attonite a generare incertezze di caso che si sovrappone acaso di tatto lanciato oltre ad afferrare solo l'aria così che della lucertola che fugge solo avverti lo sfrascio sul terreno un bastoncello che rotola via né cogli delle piante l'estrema crudeltà del loro uccidere creando ombra attorno Percepisci il poco che conta della realtà come il dettaglio d'un indulto e l'aura del tuo corpo per ora come una prigione (tratta dalla raccolta inedita "Immanenze e persistenze")
Id: 53187 Data: 25/04/2019 21:10:47
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Nel pantarei tuttattorno a noi...
Nel pantarei tutt’attorno a noi accade che qualcosa ci scompaia dagli occhi (che sia oggetto, rumore, silenzio) nell’eterno del tempo di cui non cogliamo esatto il fluire Eppure qualcosa la tua vita trattiene così che tu ti senta escrescenza scoglio secca che incaglia anche solo un dettaglio qualsiasi Così che tu benedisci le tue dita e il crivello che (? inconsapevole) ne nasce (tratta dalla raccolta inedita "Immanenze e persistenze")
Id: 52949 Data: 06/04/2019 20:57:34
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Sì...
Sì pensa a uno strato di parole al nostro sentire nascoste perché desuete pensa come davanti a una città perduta nel sepolto pensa a una luce sul sommo dell’ultimo colle come un suono particulare et unico Ma il confronto il sopportìo sottile, snervante è contro il rumore del parlare altrui indistinto e analfabetico dello scrivere altrui spacciato per intelletto del cuore Questa è resistenza come l’asfalto resiste a corrosione di ruote di suole le vene non collassano per scorrimento di sangue la grotta resiste al tramestio d’onde di mare anche se così non sembra il vento sopporta resistenza di vela e se ne fa una ragione nel suo andare Questa è resistenza come la gola non si secca all’ingorgo di parole e la lingua continua a battere suoni di luce che da una cima trascorreranno a un riposo déntrotèrra infine non invana desuetudine (tratta dalla raccolta inedita “Verba”)
Id: 52829 Data: 27/03/2019 21:09:19
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Figura stante
In mancanza d’un qualunque gesto non si sapeva dire dove fissa avesse mente se in un qualche momento antico nel ricordo dei morti nel pensiero di parole da scrivere e tramandare come ancor fossero vive Ma pure in quell’assenza di gesti vedi come traspariva attorno chiara la brama d’aria di quell’anima e negli occhi una faretra di sguardi (tratta dalla raccolta inedita “Il mestiere e altri accidenti”)
Id: 52570 Data: 09/03/2019 09:51:55
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Febbraio
FEBBRAIO Sarebbe luce (dovrebbe esserlo) fin dall’inizio ma non ce ne sovviene se non per la lunghezza al giorno che percepita dona un po’ di fede Ma per il resto è (dovrebbe essere) noia di freddo pesante che ci rimane addosso oppure come in queste stagioni rimestate dal nostro insulso fare ansia per un caldo che cresce oltremisura a speranza degli uccelli dei semi a certezza di letarghi interrotti dei passi degli insetti impassibili a quelli nostri Si dà per scontato nell’abitudinario nostro andare un “va ben così lo stesso” maiscalfìto dai lazzi di stagione e che testimonia d’impotenza d’ignoranza oltre il battito del nostro stesso polso In questo anticipare il tempo usato misura il crescere del verde chi ancora ha cuore e poi continua il passo aggrappandosi ad una certa presente o futura primavera ci si affida a null’altro se non lo scorrere del tempo cioè Il campo davanti agli occhi non ancor segnato dall’audace slancio di equiseti e Marzo sarà una neve atona dopo brevità di questo mese che non deterge fuori e dentro i cuori (tratta dalla raccolta breve "2017-2018: un annuario", recentemente autopubblicata)
Id: 52386 Data: 24/02/2019 21:20:34
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Riflessione su una conclusione come tante
Sa di vetro consumato questo nostro amore un vetro che riflette solo parte dei tuoi occhi che traspare solo un oltre indistinto Come sempre il sole tramonta sulla mia anima e le ombre mi osservano dalla loro medesima lunghezza (tratta dalla raccolta inedita “Il mestiere e altre riflessioni”)
Id: 51854 Data: 14/01/2019 13:23:44
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Vérnissage
Ora che il dipinto è terminato il mio viso è ritratto anche sul mio ventre e c’è un sorriso senza malizia sui nostri volti mentre le schiene ancora si sfiorano soprattutto sul viso della donna bruna che torce gli sguardi di chi si pone innanzi Davanti all’intera opera compiuta del Maestro alcuni dettagli ci sfuggono come l’atmosfera da dopolavoro fra i presenti in qualunque stanza si passi i suonatori indiani sulla balaustra le bambine coi palloncini che traversano lo zucchero filato del dì di festa T’incrocio per le scale amore mio che potevi e che scegliesti in armonia con gli anni della tua vita di non corrispondermi il tuo sorriso tra la luce dei capelli sempre chiari rimanda a quella curvatura del tempo dove le nostre mani si toccheranno Fuori è una città di mare quasi un angiporto e nell’aria di sale si ritorna a casa (tratta dalla raccolta inedita “Il mestiere e altre riflessioni”)
Id: 51823 Data: 12/01/2019 09:59:21
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Il mestiere
Loro vengono e ci si riempie l’animo di verbi passati ricordi di morti nel fiato e negli occhi C’è lo spazio d’un sorriso mentre dico qualcosa Dico che tutte le città sono sempre state anche oggi un’opulenza di fango dico che ci sono pesci randagi anche oggi fermi a quegli incroci le lampare per loro sono lampioni e che anche quella luce svanirà per ritornare Dico che fummo tanti senza essere nessuno che siamo nessuno malgrado l’essere in tanti che ogni goccia d’umidità anche e soprattutto oggi in questi giorni amari ci si incolla alla pelle come scaglie di rame Dico tutto questo ma non chiedetemi perché (tratta dalla raccolta inedita “Il mestiere e altre riflessioni”)
Id: 51641 Data: 23/12/2018 20:49:57
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Meditazione su di un istante
Hanno occhi di lupo le auto che da lontano córronvìa in obliquo annusando nella corsa le paure a questi umani La ripa punteggiata d’uccelloni sbirri che ululano il loro disappunto dalle periferie urbane del presente Ma tu passi finalmente sereno il piede e il cuore in equilibrio su di uno sputo di vita (tratta da una raccolta inedita ancora senza titolo)
Id: 51456 Data: 03/12/2018 21:38:10
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Non stare a ricordarmi...
Non stare a ricordarmi d’inverni crudi e freddi in quest’autunno che a stento viene a confondere i gerani in un secondo risveglio parlami di come l’errore di un suono modifichi il senso al suono stesso creando imbarazzo in chi l’orecchio prema ad un cuore o sviando il ragionare da sua giusta fine Fammi riflettere su equivalenze in questo solido mondo attorno sul tappeto di foglie infisse al marciapiede che crea analogo disagio dopotutto obbliga un accelerare alle vene del sangue come di fronte a parole troppo ricche di vocali troppe Su queste case sui muri delle quali sebbene nel complesso ancora abitate rami d’edera se ràmpegano frasi di un coro che s’acqueta al quàsitàcere verso che viene ‘o vierno al perdere vigore delle foglie E la coppia d’anziani seduta al magro parco di periferia non cura il treno che corre a fianco delle loro vite e oppone il reciproco silenzio degli sguardi al suo metallico parlare anche la pioggia e i suoi scrosci le sue consonanti battenti suolo vero e asfalto sono per ora una minaccia lontana un fruscìo che può essere altrove dove forse io sto andando curioso d’altri suoni più che d’altri domani (tratta dalla raccolta inedita "Verba")
Id: 51258 Data: 13/11/2018 16:12:11
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Prima di tutto...
Prima di tutto anche per altri la parola “mare” è solo un ricordo né ti è possibile sapere dove riposeranno le tue ceneri Nel cavo del monte il villaggio e le sue luci poche e poche le persone una vecchia madre curva nella virgola nera del suo vestito di pece rimane quasi immobile accanto a ciò che forse è legnaia ed è chiusa nel giro del suo essere del suo esistere abbarbicato alle radici del passato Nel cavo della mano trovi acqua alcune stelle tracce d’un passaggio d’altri prima che te erba secca retaggio d’una stagione andata l’acre fumo di quell’erba quando vien fatta fuoco Tutto ciò che serve alla fine (tratta da una raccolta inedita ancora senza titolo)
Id: 51107 Data: 01/11/2018 09:52:02
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Ovunque sul confine
Il limite è in sostanza una sabbia che costante il mare bacia e lì un viaggiatore spiaggiato siede passeggia osserva le quantità d’acqua attorno e dentro Malgrado lo sconfinato iato tra orizzonte e linea di marea l’acqua pare ferma nel riflesso quàsismàlto d’un’ora anch’essa di confine quasi uno stagno di biliose rane il cui sommesso gracidare pélovóla su quest’acqua appena sghemba Il viaggiatore è un’escrescenza controluce un’aberrazione ora una tumefazione del tempo nel continuum dello spazio che lo si veda di spalle lo si supponga in realtà altrove lui ha sicurezza di un altro sé speculare all’orizzonte intento a commemorare un cammino con un altro cammino per ricordarlo nel sempre di un abbraccio mancato solo sfiorato negli occhi (tratta dalla raccolta inedita "Immanenze e persistenze")
Id: 50547 Data: 13/09/2018 20:39:59
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Si passa accanto a un campo...
Si passa accanto a un campo coi manici spezzati delle stoppie sgangheratamente in piedi e ancórpiantàti nel fango basso tracce di terramare dall’ànzitèmpo degli avi Riconosco cambiamento dall’apparir d’insetti nel ciclico annuare dei mesi dal grupparsi a migrare degli uccelli di passo Ma lucente la moneta (pensa qualcuno) sa di conio prendine un pugno (tratta da una raccolta inedita ancora senza titolo)
Id: 50481 Data: 08/09/2018 20:35:36
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Limmagine trapassa il vetro...
L’immagine trapassa il vetro una qualsiasi immagine filtrata da pensieri foglie d’alberi posti fra strada e strada vibrazioni che distraggono con segni di frastuono ben dentro il petto Mentre un pensiero surfeggia sull’acqua ferma delle emozioni quando l’animo sa che deve solo voltarsi via tacere vetro contro acqua che riflette (tratta dalla raccolta inedita "Immanenze e persistenze")
Id: 50336 Data: 30/08/2018 20:42:05
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Già ebbi a scrivere...
Già ebbi a scrivere se ricordo bene dell'aratro dai molti versuri che graffia prìmacùte alla terra ulterior segno facendosi per chi di noi che guarda e vede del tempo che in suo cerchio va E ora che m'appoggio alla ruggine d'un ponte eretto io quale un horihomo divèng'anch'ìo misura a questo tempo in quest'ombra dritta come strallo Sì ch'el tempo si mostra invece come oggetto ineludibile percorso in quanti accasciati seduti muti stanno chiusi nell'abiura dell'azione per peso percepito di lorvìta che pavida e in ombra tùttachiùsa così si resta perde come indentro d'un campo minato ch'esploda d'esistenze altrui Un intorno d'infinito è ciò che loro sanno mentre infinito intorno è ciò che sempre accoglie la vita di chi vive (tratta da una raccolta inedita ancora senza titolo)
Id: 50234 Data: 22/08/2018 14:09:10
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Lalbero e io
Sì è un insieme di segni alla fine e se guardi distratto di macchie indeterminatezza Ma il tatto dice altrove permette conoscenza pur se entro il campo d’esistenza che nòstraménte circoscrive a sé così la corteccia offre approccio al con/tatto respiro e battito nella mappa che ciascun tronco differisce così dall’altro e che reciprocamente ci si comparano nella nostra inquieta interiorità E una foglia che cade un frutto o fiore a volte sono io che guardo attraverso le mie mani sono piccoli oggetti che diventano me (tratta da una raccolta inedita ancora senza titolo)
Id: 50141 Data: 14/08/2018 17:08:34
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Si passa accanto a parole...
Si passa accanto a parole su questi libri come ad erbe di strada Con la noncuranza dell’abitudine a un verde di sfalcio e la mancanza d’attenzione a forme usate a suoni familiari non comprendiamo le mutazioni che un vivente su di sé sceglie fino a un esser “troppo tardi” e l’interno d’altri si specchia trascurato per ignavia in un esterno nuovo Così cambiano struttura i verbi quasi autonome creature mutando parimenti i suoni estetica che specchia fisicità di forma e diversità che all’orecchio nòrmadiviène e pareggia quel petalo di troppo in un fiore già volto al suo futuro (tratta dalla raccolta inedita "Verba")
Id: 50093 Data: 10/08/2018 21:16:05
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Pensiero Stupendo
E tutte queste vite quest'esistenze che durano la durata d'una vita il babbione che blatera sui social come il cristallo di rocca ? cosa persisterà oltre l'invisibile anagramma dell'anima Nulla qui eccetto il capriccio del tempo che tale pare alla nostra volontà fallata quando il destino ci fa notare (non inutilmente) le nostre vite come paglia al vento (tratta dalla raccolta inedita "Immanenze e persistenze")
Id: 49793 Data: 20/07/2018 21:14:18
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Dunque queste parole...
Dunque queste parole (guardale) che il tocco d'un dio dentro di noi ci fa erigere d'orgoglio entro un contesto infimo e banale e che poi finiscono dimenticate sbiadite come segni da uccelli in volo riflessi da un parabrezza d'auto nel fermo solo dell'estate Ciò che scompare e ciò che rimane le vocali parti molli che se n'evaporano fino ad assentarsi in poca e rada traccia macchia cómedilichène su superficie sbavata le consonanti a rimanere dritte costole e vertebre di fossili nella piana gìroorizzónte d'un deserto di suoni a perenne parziale memoria monito per chi verrà Oppure parole martellate al fuoco del pensiero a brandelli nel campo minato ch'esplode d'esistenza di voci pagina per tutti e per nessuno sulla quale loro sanno e vanno anche per noi (tratta dalla raccolta inedita "Verba")
Id: 49753 Data: 17/07/2018 14:55:54
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Sapessi le speranze disattese...
Sapessi le speranze disattese crocefisse a un vento che s’incapriccia d’emozioni spurie… Una sosta appoggiata a un tramonto desideri arenati dispersi tra il tondo del sasso di fondo e acqua bassa che confonde i riflessi Se il silenzio riemerge paure guizza come un vivente una distratta fortuna che (bènlosài) alle volte non basta (tratta da una raccolta inedita ancora senza titolo)
Id: 49599 Data: 05/07/2018 21:18:09
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Ho infine con me...
Ho infine con me qualunque momento di vita riempia la vita di un uomo lo certificano i molti luogi di passo le certezze degli incontri negli sguardi altrui Ma poi queste stoppie d'uomini che nessuno vuole lasciate a macerare in acque ferme in tanti giorni di ferrocalore tanto C'è chi ascolta le ferite ascolta le ferite e si confronta con un'impervia nuvolaglia (? di pensieri) e poi s'acquieta e tace Anche nel mare il silenzio è suono liquido di campane (tratta da una raccolta inedita ancora senza titolo)
Id: 49456 Data: 26/06/2018 09:49:23
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Insegna a tua figlia...
Insegna a tua figlia il passo felpato della puttana forbito che anche lei abbia circostanza di trovarsi un qualsivoglia “papi” rozzo e strafottente che la introduca (e vi s’introduca) lercio bramando in fondo appena una modica quantità di gnocca Fa che mai la colga il dubbio di un qualsivoglia filo d’erba proteso sul futuro un battito dei sensi non finalizzato a leggi di mercato un lampo di luce in una mano aperta proteggila insomma dal senso profondo di tutto quello che noi conserviamo proteggiamo Sii tu téstéssa fino in fondo madre davvero a norma di Consiglio Comunale Commissione Parlamentare Cupola Mafiosa del tuo voto a immagine e somiglianza del legno marcio donde cresce la tua famiglia dabbene Costringi noi a guardarci più che allo specchio dentro fino ad accettare la nostra splendida umana diversità come l’unico valore da portare avanti contro la spazzatura che cresci che sei (tratta dalla raccolta "Achtung Banditen - Poesie per le Nuove Resistenze" autopubblicata tramite "Youcanprint" a Lendinara (RO)
Id: 49214 Data: 08/06/2018 16:05:16
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Mercuriale
Come un suono che ti raggiunga da dietro che venga da oltre le spalle Cioè tu vedi che la sorgente di quel suono ti sta di fronte ma per colpa del vento di dedalo di strade per il rimbalzo dell’eco per come lui vola esso suono non è dove dovrebbe e ti stupisce Così li dovremo colpire con stupore e altrove Apparire cóm’impotènti batteri battuti per sfibranti cataplasmi d’ore ma che s’incistano astuti in un quàlchedóve proprio invisibile e ridenti pugnalano alle spalle Non cercheremo perciò oltre di convincere d’errore il gretto subumano smuoverlo dal gioco delle tre schede verso una vita che ne vàlganóme sentimento lui che brama un sorriso da chi lo svena dal TV plàsmapiàtto sèmpr’accéso sul suo universo di demenza che prostituisce mente e cuore di generazione in generazione al buònoscónto sovr’al proprio debito Non ne cercheremo il consenso l’ebete plauso nel vuoto d’un’urna a loro immagine e somiglianza perché vuota quale specchio alle menti loro Noi faremo nel chiaro del cuore d’un bosco e nelle cantine sudorose di musiche nell’abbraccio a un vecchio ontano e nello sputo pesante su quel conio che piega i ginocchi asservendo le menti nel grumo di case riprese al nulla riassegnate alla vita E fedeli a un sentire di Natura non ci muoveremo quindi in un inverno prossimo o venturo perché manca contro questo nemico un “palazzo d’inverno” da conquistare ennesimo miraggio a babbioni sola ci s’erge contro impeccabile idiozia che nutre i democratici lenoni di regime Noi attenderemo nella peggiore delle ipotesi fino al cambio di colore del grappolo noi attenderemo le città siano lasciate al nemico frutto a marcire a cadere dal ramo (tratta dalla raccolta "Achtung Banditen - Poesie per le Nuove Resistenze" autopubblicata a Lendinara (RO) tramite Youcanprint)
Id: 49175 Data: 06/06/2018 13:47:55
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Dopo Nassirya
Povera gente rincoglionita e opaca piange chi muore per l'altrui 'nteresse come se fossero quei morti davvero morti suoi e nel colmo di tale sua idiozia tanta cha antica schiaccia questa schiatta bacia le mani di chi mandolli a morte felice d'esser solo gregge perpetuante sua brada schiavitù E a noi che forse insorgere dovremmo resta l'atroce dubbio d'un dilemma se rischiar lo spreco d'ulteriori forze nell'ancor tentar di renderli edotti di come sian pedine d'un gioco criminale e che un altro migliòrmòndo li attende un passo in là o lasciarli andar ciechi a lor malora solo per noi lottando le forze usando per cadere in piedi (i fortunati o i più presti, almeno) e costruirlo per noi sopravvissuti quel nuovo mondo alla misura nostra (tratta da "Achtung Banditen - Poesie per le Nuove Resistenze", autopubblicata in Lendinara (RO) tramite YouCanPrint, 2018)
Id: 49056 Data: 28/05/2018 22:59:08
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Quello che rimane
Un rimando alla pietra al legno e di terra sopra terra alla fine è questo quello che rimane questi gusci vuoti come verruche escrescenze anzi meno meno dell’ombra d’un lichene Mura e solai che per assenza d’uomini più non vedono non registrano i sentimenti dei nostri viventi al passare di stagioni fatti altre persone di affetti ma solo l’energia del vento quando c’è della pioggia pari in questo a muta pietra che dal suolo sgorga ma rimane a morta cenere in un accampamento Si sostituisce al nostro fare di quando in quando la leggerezza dello striscio della serpe del passo della volpe del volo del colombo quasi indifferenti ai mutamenti nel dentro di questo spazio abbandonato così come l’ormai rovina non percepisce il tempo che a noi incolla pensieri e sentimenti nell’andare del presente a ciò che immobile appare al nostro rapido àutoàndare gli occhi fissi a chi ci è di fianco (tratta da una raccolta inediata ancora senza titolo)
Id: 48314 Data: 05/04/2018 20:32:02
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Una tela di ragno...
Una tela di ragno le parole che s’impastano di saliva nei reciproci sguardi questo ho appreso a contare (meravigliare) quanti fili imperlati di certezza e quanti spazi entro i quali sfuggono verità sempre accessorie sempre irrinunciabili al cambiare del punto di vista Iridescenza la saliva nostra che non si secca per vento che batte sole asciutto come un saldo di fine stagione (tratta dalla raccolta inedita “Verba”)
Id: 48178 Data: 27/03/2018 11:57:08
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La citta nella notte nella stanza...
La città nella notte nella stanza t'orienti nel quàsibùio fra i sentimenti delle cose come un viandante nell'alba che spazza i quartieri di freddo illividito dal tempo Il quadro una finestra fiato di riflesso alla luce Un passo dopo l'altro esci ramingo agli arredi più colorati dell'asfalto che ogni giorno incontri ai piedi di condomini indifferenti carezzi un'agenda come fosse un paramento di mattoni a vista quando un lampione non riesci a sapere dove sia (tratta da una raccolta inedita ancora senza titolo)
Id: 48126 Data: 24/03/2018 09:38:44
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Permette nuova vista questo viaggio...
Permette nuova vista questo viaggio su cose da anni in fondo note comunque in questa folla cos’immòbile è solo suono senza senso noise quàsidimósca quello che prevale e che surlinea il nulla Ma una gonna damascata e lunga che s’incapriccia al vento d’un’uscita fortuna (tratta da una raccolta inedita ancora senza titolo)
Id: 44264 Data: 17/09/2017 22:34:20
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Non vè altra strada...
Non v’è altra strada modo misura al vuoto e falso dei subumani attorno palesemente inutile è opporre specchio già il cuore suggerisce la risposta nell’essere non altrove solo oltre (tratta da una raccolta inedita ancora senza titolo)
Id: 43991 Data: 30/08/2017 15:55:41
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Specchio
Inquadra un lento impercettibile incessante cambiare lo spacco al muro di ogni finestra di cui è d’uopo t’accorga E pari ad esso impercettibile nel tempo è certo un cambiamento in te nel quàndoguàrdi così che impercettibile cogli un cambiamento nell’intorno che t’accoglie A questo specchio contrapponi sincrona al tutto incrollabile invece e cieca la saldezza immemore di finestre della stanza che il cuore avvolge nel suo battito fuori da ogni tempo dentro al cavo di ogni vena (tratta dalla raccolta inedita “Immanenze e persistenze”)
Id: 43911 Data: 23/08/2017 22:44:42
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Paesaggio pensato
La collina nella notte offre il profilo di un animale addormentato molte stelle bianche si muovono in fretta verso l’alba (tratta dalla raccolta “Opera prima – Non voglio morire a Rovigo”, Padova, Ed. Calusca 1994, come apparsa in “Opera Omnia Poetica – Vol. I”)
Id: 43865 Data: 20/08/2017 13:40:14
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Sogno IV
L’autunno porta immagini vuote fra buio e nebbia non acqua per spegnere seti di uomini e ridar loro la vista… D’altronde nero è il non-colore della gioia perché gioia è attimo di negazione suprema negazione del tutto quando posta come sfida e reinizio (Nuoteremo fino all’antico arcobaleno, sul filo della cascata; e per il buio nelle menti di molti, per l’autunno delle loro coscienze, atomi di luce ricopriranno il mondo a venire.) (tratta dalla raccolta “Opera prima – Non voglio morire a Rovigo”, Padova, Ed. Calusca 1994, come apparsa in “Opera Omnia Poetica – Vol. I”)
Id: 43823 Data: 16/08/2017 21:21:31
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Sogno I
La morte mi cercò in una mattina ariosa donna che possiede le certezze nel tempo futuro strisciò nella casa entrando dalla finestra sul retro portò via qualcuno (mia madre, forse) e ritornò per me Fu una sfida furiosa blasfema ? sapete perché solo in ben determinati momenti si è davvero vivi in questo sogno appunto Ed in qualunque modo sia realmente andata laggiù dentro di me continuerò a cantare Sarò rimasto forse posseduto segnato ma comunque vivo (tratta dalla raccolta “Opera prima – Non voglio morire a Rovigo”, Padova, Ed. Calusca 1994, come apparsa in “Opera Omnia Poetica – Vol. I”)
Id: 43822 Data: 16/08/2017 21:17:58
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Non riconosco ancora il mio profilo...
Non riconosco ancora il mio profilo in questi luoghi incontrati già più volte passeggio incerto lungo il profumo sopito delle strade e tra la dolce bellezza color seppia delle foto di un vecchio cimitero nel quale i marmi s’incatenano al tramonto La rabbia copre questa sera e sogno la tua bocca che viva dell’ebbrezza delle ultime foglie del Giardino Consacrato È il mio basso universo che ti chiama un vortice oscuro sereno trapunto di cicatrici di pugnale son fatto di polvere di cielo di alberi con loro parlo come loro il pianto tengo dentro in un silenzio ombroso sulle sponde ammuffite della mediocrità che mente vi sopprime - - - - - Poi non ricordo nulla di nuovo tutto è sfumato dal sorriso degli amici è di nuovo passeggio per questi portici divisi da spicchi di sole e senza più badare alla gente alle vetrine sempre uguali Le passioni cambiano d’intensità ma restano ed io mi guardo soddisfatto dei miei pochi successi Grandi voli di labbra amaranto e le spighe cadute al suolo a fecondarne il fango Tutti a fissare il cielo occhisgranàti come in maschere di clown e la lacrima che si scava traccia viagiù per la cipria gialla il sorriso d’Arlecchino è scomparso dalle campagne ma come un faro nella notte gioca a nascondino a volte provocando ansia suscitando scommesse Le ruote dei carri seguono solchi tracciati da sempre ed incitano la punta delle mie ali con grida rauche a tener loro dietro ritto sul ponte di una nave sommersa dal maestrale vegliato dai chiari occhi del gufo Non mi perderò dietro a fantasmi dietro a te passerai sotto questi occhi e ti fisserò come svagato sarò lontano a bere il vento dal cavo di miamàno (tratta dalla raccolta autopubblicata "In ombra" come apparsa in "Opera Omnia Poetica - Vol. I")
Id: 43768 Data: 09/08/2017 23:38:06
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Ma le immagini...
Ma le immagini quelle immagini nemmeno stavolta so scavarle al fondo tende scarlatte s’aprono su un matto che urla ammezzo piazza ? E allora Un quarto di secolo d’esperienza mi si stempera in quieta disperazione che il sorriso d’un compagno nemmeno ha forza a dissipare La terra ha labbra che si chiudono a nasconder dei mendichi le toppe dei vestiti o un marchio di rossetto impudìco allo sguardo Si è fatto tardi Ti amo (tratta dalla raccolta autopubblicata "In ombra" come apparsa in "Opera Omnia Poetica - Vol. I")
Id: 43767 Data: 09/08/2017 23:19:51
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Accade...
Accade a volte ch’io smarrisca le parole per questo scrivo chino in fronte a un foglio su cui ti leggo il viso Ed è piacer l’imaginar lento tuo spogliarti l’indovinar la linea tua degli occhi che indolenti s’appoggiano ad un altrove lo scorrer di pelle fra dita così tiepida e lontana pensar che sia di Maggio e sovra i colli a quell’altrove non turba di gente più ma persone Il canto disperato dell’uomo dona lampi alla stanza È vero ci costringono a mostrare di noi il peggio e a sopravviverne fra le pieghe dei vestiti facile per gli altri rimanere a questo gioco Per questo scrivo e nasce questo canto mezzo d’amore mezzo d’odio per sensazioni affioranti alla pelle che spero non ci lascino mai più Ho mischiato parole dolcemente blasfeme consacrate alla ricerca sugli altari selvaggi d’una pelle che il vento non scorda di baciare Per questo motivo scrivo dio boia e nasce questo canto mezzo d’odio mezzo d’amore che tu sai leggere a pena con sensazioni viaggiate alla pelle che spero rimarranno quando onde in deriva staccate dalla riva seguiranno te che sulla scala sali occhifissànte il vento (tratta dalla raccolta autopubblicata “In ombra” nella versione presente su “Opera Omnia Poetica, Vol. I”)
Id: 43724 Data: 04/08/2017 20:41:13
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Sole bianco
… E su dune di sale le ombre opache delle mie memorie ti fisseranno in un sole chiaro (tratta dalla raccolta autopubblicata “Ultimo cerchio”)
Id: 43653 Data: 28/07/2017 14:42:53
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Luci improvvise
…Luci improvvise… Un tronco d’albero foglie e visioni assortìt’attònite sottocosta alla notte (tratta dalla raccolta autopubblicata “Ultimo cerchio”)
Id: 43652 Data: 28/07/2017 14:41:12
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Forza di gravità
La pioggia inchioda sulle ombre dell’asfalto l’ultima onda di vita … Un’altra volta… (tratta dalla raccolta autopubblicata “Ultimo cerchio”)
Id: 43641 Data: 27/07/2017 20:51:39
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Altrui epitaffio
Con ignavia alla furia del mondo nati con ignavia provàti alle mille vicende ad affetti appena intravvisti alla vitalità dei pochi migliori finché come armenti al macello guidati con ignavia voi si muore (tratta dalla versione lineare della accolta "Taccuino di schizzi" autoprodotta nel 1991)
Id: 43539 Data: 18/07/2017 22:29:22
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Macchia tra il verde...
Macchia tra il verde aggrapparsi deciso alle rocce desiderio di sopravviverci malgrado noi Gubbio elevata nel sole nel ferrigno delle sue pietre (tratta dalla versione lineare della accolta "Taccuino di schizzi" autoprodotta nel 1991)
Id: 43538 Data: 18/07/2017 22:25:58
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Vedo tenerezza nei tuoi occhi...
Vedo tenerezza nei tuoi occhi pur se so bene che non rimarrai perché forse, se, chissà forse siamo di fronte all’ennesimo equivoco… Ma non voglio darti un nome un’età nemmeno un mestiere una ragione perché tu sia per sempre e solo un ricordo vivo come soltanto un ricordo sa essere nella nebbia dei barbari inverni di questa città (tratta dalla versione lineare della accolta "Taccuino di schizzi" autoprodotta nel 1991)
Id: 43434 Data: 08/07/2017 11:04:09
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Desiderio mio che batti i marciapiedi...
Desiderio mio che batti i marciapiedi all’avanzar dei giorni e poi degli anni… Era insensata quella ricerca del suo arco di ciglia del ricordo del suo respiro Nuova domenica abbruciata in polvere quieta disperazione Anche questa è una poesia d’amore malgrado tutto è uno sguardo piegato all’indentro allucinazione notturna fra bicchieri di vino per dialogo tra amici le bestemmie soppesate con cura ? Qual senso all’occhio per i campi alla brina sui campi quando poi bastano la mia stanza la mia ombra sul muro per rimandarmi a lei Mi aggrappo all’eco del suo passo della sua grazia nel darsi a dispetto dei suoi giorni e dei suoi anni… Le preghiere d’estate sublimanti al sole Falsi notturni sospiri portano scricchiolii alla spiaggia un sogno in fuga va a calpestar conchiglie e le frammenta via lunghe grida di gabbiani pensose nel rauco mattino insicuro a coprire ombre di risacca rappresa (tratta dalla raccolta autopubblicata "Sorridere con gli occhi")
Id: 43277 Data: 22/06/2017 12:11:31
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La pioggia che sferza il parco...
La pioggia che sferza il parco suggerisce immagini rubate il campo è spighe curvate dal vento teste d’uomini bevuti in guerra il solco oscuro della ferrovia divide anche l’aria in due porzioni uguali e la ricerca a toccarne l’altra metà neppur oggi serve… Perciò è giustizia nel piangere gridare quando la strada si fa sabbia ed incrocia nell’inatteso dei binari Il sole asciuga le ossa di una felce dimenticata i miei occhi brillano di ricordi non capiti altre immagini rubate come la vecchia che gioca i numeri della sua tristezza e tale solitudine smuove grido e maledizione nella preghiera del pensare ad altro (“Quella è la tua stanza, presto, non è lontana!”) ma le gambe si fanno piombo e l’urlo muore fra le braccia della disperazione Affannosa è questa ricerca di amore da ritrovare (tratta dalla raccolta autopubblicata "Sorridere con gli occhi")
Id: 43276 Data: 22/06/2017 12:05:19
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Lodore di un silenzio stupefatto...
L’odore di un silenzio stupefatto accoglie ancora me e questo riflesso delle stelle sul reticolato stanco di pavimenti antichi È uno scacco a tempo e spazio che quel silenzio m’offre degno velario al sogno enfiato che a questa casa rimane a penitenza Squarci e barlumi da non so su per gradini rotti intonaci sbrecciati dove l’alba si offre al rimpiattino coll’inseguir se stessa per vetri fratturati di finestre verso un giorno eterno di polvere e di luce mobilio svuotato anche dai tarli sparso per queste stanze a caso che di caverna sanno… È lotta generosa contro crepe fiorite già a stimmate sui muri che mi regala solo sfinimento La corsa lungo i corridoi che urgono balzello fa crescere paura il pavimento inarca un urlo che precede fine ed è resa è il coprirmi il viso disperato è l’angoscia per questa nuova notte sopra di me (tratta dalla raccolta "In ombra", autopubblicata in forma definitiva nel 1997, ma disponibile presso l'autore solo all'interno di "Opera Omnia Poetica - Vol. I")
Id: 42953 Data: 27/05/2017 12:40:45
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Il viandante e il cammino
Ed eccoti qui seduto ancora e come vecchio e stanco nelle movenze d’ambra che cristallizza il tempo Si parla un po’ di strade di tèrr’appén’aràta di mani d’uomini di piedi che son stanchi nei pugni tuoi bènchiùsi quello che noi saremo sol sassi e ceneri tu stringi E almeno tu io credo sassi e ceneri donasti ed orme nel cammino senza curarti d’altro che dell’equivalenza al caso Poi quando corta è l’ombra cara e chiuso anco il silenzio ecco ti lascio andare (o tu sei che lasci me difficile saperlo) fascio di strade ai piedi ed ali sopra le menti nostre a qual saluto appendersi è duro immaginare P.S. – Io nemmeno pietre che dican morte, sento d’offrire a questa mia città sì vile… Tratta da "L'armadio cromatico", 2000, Ed. L'Archivio della Memoria, S. Bellino (RO)
Id: 42603 Data: 28/04/2017 13:06:52
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Insegnamento prima di un addio
Di nuovo albeggia ancora a sforzi vani t'aggrappi nella stanza mentre riscopri intime emozioni dispari binari Ti brucia l'orbita albàsso di tuafrònte e perso è il senso a molte cose compreso il sonno e i titoli ai giornali molti sono al risveglio i pensieri che deboli scopriamo Aprissi un pertugio al muro sotto casa pronta è la risposta che tu ti scorgi darti rimbalzìo del cuore alle pareti opposte un muso di cane bàss'accucciàto sur la MàdreTèrra (dalla raccolta "Il filo continuo", autoprodotta a Polesella (RO) nel 1998)
Id: 42232 Data: 03/04/2017 12:03:14
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Anatomie
Gli organi dell'udito di alcuni scorpioni del deserto sono costituiti da una fessura a ciascuna zampa. Ad ogni spostamento di animale attorno i granelli di sabbia si insinuano in queste fessure, urtando piccoli peli al loro interno; e permettono allo scorpione - sulla base della posizione e del numero delle zampe interessate - di calcolare distanza e direzione di quel movimento. ----- Anche sulla nostra cute affiorano ormai fessure e fessure al nostro sedersi con grazia apparendo lo sdraiarsi cosa fuori luogo pur nei pochi momenti di riposo sottopelle s'insinuano polvere di cose suoni banali immagini TVcolor gli echi delle stragi di Stato senza che alcuno vi presti più caso E' l'abitudine che ci fa scivolar via sulle gravi pareti immani dell'indifferenza sbiego lo sguardo alla ricerca d'un improbabile sole E' l'abitudine che ci fa aggrappare ai granelli di sabbia nell'intimità di ogni nostro deserto e ci rende impassibili al volteggio terminale d'una foglia E' l'abitudine che ci presta quieti allo stivale che trasparente ci schiaccia (tratta dalla raccolta "Il filo continuo", autopubblicata a Polesella (RO) nel 1998)
Id: 42230 Data: 03/04/2017 09:58:32
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Gospel
Ho amato i monti per i colori loro e l’estate ho amato il mare perché vivo e pigro al mattino d’un sopore umano ho amato te Tu vieni a prendermi per mano quando la giornata è stata dura e io non so trovar modo per scrollarmi la tristezza di dosso Quando l’estate tornerà a percorrere queste città spopolate d’uomini avrò ancora accanto le tue mani tu vieni quando non so trovar modo per scrollarmi la tristezza di dosso (tratta dalla raccolta "Sorridere con gli occhi", autopubblicata in proprio nel 1999)
Id: 41949 Data: 15/03/2017 21:57:12
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La grazia di questa notte nuova...
La grazia di questa notte nuova ha ridato colore alla città per i viali e i canali che ne fan da limite E ad occhi spenti seguo ogni strada lasciando la mia anima lontana infuriata in un giaciglio di isolato sole mentre mi perdo nel gioco di tracce leggere rimandi lasciate da anziani e coppie furtive nel loro amarsi da altri animali notturni Ne esploro il fuori respirando piano aggrappandomi alla dolcezza d’un viso che si staglia così immobile nel riquadro-penombra d’una finestra Stranamente l’edera non è grigia benché da generazioni non avvezzi altro che carezza di polvere anch’essa da marciapiede lesta al salire questi muri e lascia l’amaro questa penuria di strade così lente nell’andare il tempo è poco che basta a conoscerle tutte Due moto lente in crociera i loro piloti tesi verso un poco probabile decollo... In questa notte scesa alfine con sicurezza e puntualità il vento si alza deciso tenta di sfiancare alberi fa scorrere sabbia sull’asfalto e lampi fragranti turgidi di luce guidano la pioggia contro le finestre delle case nelle stanze delle quali il caldo si una giornata immobile aveva costretto gli amanti al rassegnato sudore dell’occhio malchiùso E quando la pioggia sa di più forte nell’affermare la sostanza della propria eternità sulle basse opere degli uomini calco il suolo come verso il più in basso entro la terra che regge la mia città e il passo ne penetra l’intimo con la forza pura d’un canto gregoriano ne reinventa ogni strada verso la piazza d’infamità non lontana di relitti di marmo che nasconde e che attende l’alba su panchine corrose di rugiada su ritagli di sopportato verde che si vorrebbero invece accoglienti agli amanti (gli ultimi amori nostri…) insicuri noi del dove si possa vivere altrimenti questa luce di stelle che c’indora Il filo di seta dei tuoi dolci pensieri è forte abbastanza per guidarmi fuori dalla notte verso un mutare antico (tratta dalla raccolta "Sorridere con gli occhi" autopubblicata in proprio nel 1999)
Id: 41948 Data: 15/03/2017 21:54:25
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Qui...
Qui dove l’acqua già fluì di tra mie mani annotando ombre dal volo monocorde degli aironi linea di mascara scùr’incèrta sull’occhio del sole bàssovolànte al tramonto qui seppellii i tuoi volti il ricordo delle tue mani Da molte immagini non potevo dire ancora “Io sono qui” all’attesa d’un’àlbanuòva per ricominciare… ----- Cerchi scuri sull’acqua i visi di contadini come i colori delle case loro parlano con segni d’intemperie Le capanne costruite coi sogni più deboli dall’oltre dei pensieri della semplice gente basteranno ! Muoviamoci ai venti verso i desideri a lungo covati appesi alle amiche stelle lontane Sabbia leggera sarà memoria ai passi nostri al colore dei tuoi capelli al mare rimasto a fissarci pensieroso lungo l’attimo di meriggio infinito pace è la sua risposta per rivivere il sogno pace oltre il confine del mondo delle tue labbra oltre la solitudine di queste genti nostre così ostili ad ogni bellezza vera (tratta da "Sorridere con gli occhi", autopubblicata come samizdat nel 1999)
Id: 41895 Data: 11/03/2017 12:07:54
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E sono ancora in viaggio...
E sono ancora in viaggio lascio appesi al chiodo mantello scarpe sassi per esser più leggero e remigare l’aria con le piume l’aria di questi cuori che impasta sapori di salato (salato l’intonaco alle case – salata la tua pelle nell’addio) che apre e chiude vedute veneziane volti vesti d’uomini e di donne E sono ancora in viaggio per chi ha la pelle scura chi ha le chiavi in mano e gote ormai scrostate al pianto arrampico gradini e getto l’occhio al piano od anche al gambo dell’ortica per l’importanza sua respiro di fatica e compio l’opra e spero avanti tutto l’immagine d’un padre la di cui assenza in vita aveami stretto ai margini d’un mondo fatto crepa E sono ancora in viaggio de/scrivendo di cammini da un giugno già passato oltre al vaglio d’una morte altrui sicché più fermo sia il pàssodòpopàsso a ricreare la dolcezza nuova ecchimosi d’un sempre (tratta dalla raccolta "L'armadio cromatico", S. Bellino (RO), Ed. L'Archivio della Memoria" 2000) in faccia a questo tempo
Id: 41741 Data: 28/02/2017 15:57:19
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Plana il pensiero a certa conclusione...
Plana il pensiero a certa conclusione e il Cielo offre i suoi lividi a spronarci ad un’azione dice “Siate come me!” quinci s’incurva ad inseguir suaTèrra Io resto osservar este pendici fulve e medito d’ascia di fuoco di saluto Forse tuatèrra avrà nuovo sembiante quando delètevìa saran dall’acque di queste pietre le nuove e le antiche quando torno a torno le stoppie avran gustato il lavàcro tenero del mare fino al tuo suolo di mostrarne l’ossa Io resto al bordo dell’ìncavo vuoto di questa notte/stella ho chiuso nella pace occhi e finestre pugni aromi d’alba e miadónna nell’abbraccio si chiama “finalmente” (tratta dalla raccolta "L'armadio cromatico", S. Bellino (RO), Ed. L'Archivio della Memoria 2000)
Id: 41691 Data: 25/02/2017 12:44:03
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È forse pioggia...
È forse pioggia il candore che odo dalle tue mani Non fermarti ad enumerare l’enormità di quanto v’è d’inutile qui attorno gli è già per noi grànpéso l’osservare di ciascuno che si fece gente il suo viso d’ebetudine ‘mbevuto Pensa allora a pioggia a notte che l’ógnicòsa racchiudono pure a questa casa che muta si staglia nuova contro l’enormità d’ogni grezzura ostile di tutto ciò che fu rivolto a inutile Qui all’intorno può essere che il candore si rifletta sopra i muri a generare un’inquietudine foriera di domani (tratta dalla raccolta "L'armadio cromatico", S. Bellino (RO), Ed. L'Archivio della Memoria 2000)
Id: 41690 Data: 25/02/2017 12:39:03
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da Confessione: brani 6 - 8
…....... E a me che mi fissi ricordo che ogni sentimento l’ammaritai al fatto d’anni or sono sì tanto da ricontar ogni mossa nella mente da farmi male le dita della mano Ogni forma provai fino a rammentar più forte “è tardi ormai” ed era notte il nero che vedevo nello spaccar miocuòre sui pensieri versarvi vino addosso allegrezza oppure riso e ricontare tutto, tutto, tutto sentendo la macchia di sangue sott’a lui come foss’altro che fiori nati male e compatire loro mica lui E compatirli. Loro, mica lui. Io feci ogni cosa dopo ed ogni cosa se ne venne a punto per quanto fu mia parte almeno Ma mi resta questo viso in fronte al quale sto e l’impegno d’affogarvi un poco giorno a giorno ancora dento un poco e un poco (Non abbassar di ciglia, né passo indietro, o scarto) Sono i miei occhi a dirmi “ancora c’è qualcosa” gli occhi che ho didéntro Che qualcuno poggi mano dove mai non sento male Io ricambiai l’odio suo con l’odio nello stesso registro di suo spreco sì da cancellarlo in faccia a questo mondo ma alcun vedo voltàrsivìa in avanti e giàscordàre già camminare altrove in orma dei suoi passi e altrove vedo la ferita mia rossa su cuori altrui e calda come vita così volto contro volto nel vicolo cieco che conduce a fossa si conta il tempo guardandoci il respiro e null’altro ci si move se non alle tempie il sangue Il giorno che verrà è già venuto ma perso non è il tempo tempo non è perso usar de falce a pareggiar lo campo ----- (Esiste momento ad ogni cosa. Cheto ristatti a stringerti le mani, ché ogni cosa ha in sé sua propria conclusione, come vuolsi colà dove si pote ciò che si vole… Non sei dunque felice pel gesto che compietti? È solo in ciò, che acconsiste appiglio per lo sguardo, per te, quando non senti la terra sotto ai piedi, la carne sotto la tua pelle: ché se uno scelse di pareggiar su’ propria vita a ‘bbestia, pur homo essendosene, che sia de ‘bbestia la su’ fine / quarto de bue in alto appùnt’appéso, apparicchiato.) ----- Ma io rimango qui per me e peso e ripeso quel mio gèstomìo confrontandone l’affanno e con esso il peso sul presente che trascorsi Ho messe di domande e di spavento e per qualcuno di risposte Ho peso di una vita al confronto di una morte Ho il timore di una scelta già compiuta fra percuotere e arrestare perché ogni cosa giàstàta già è e sempre torna il filo in mano al cieco che colore non discerne Noi eravamo due ? ma sapeva l’altro dell’agire mio che anche per lui facevo Così si perde ‘l conto degli agire fatti il peso loro perché mai non cambia il numero agli offesi non cambia il numero degli offensori loro che a tempo sappiano della colpa fatta e mai riguardano essa infin negli occhi per tema di vedersi vuoti ad ogni passo .............. (tratta dalla raccolta "Piccola trilogia nera" Modigliana (FC), Ed. Criatu 2000)
Id: 41613 Data: 19/02/2017 16:32:39
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Da La traccia che ho lasciato: IV, Lesecuzione
Tu sei qui, ad albero rappreso. Guardami. Ti prego: guardami. Fa parte del nuovo gioco che t’insegno che calmo si pasca del tuo stupirsi bercio l’indovinar che fai delle fattezze mie benché da questo sacro buio rivelate. Guardami, come l’amante guarda l’amante nel momento dell’addio, quando l’addio sa di punta di coltello; ed ascolta il dito mio fatto rasoio seguir strada giù dal polso tuo via su per l’omero sinistro, lungo sentiero nuovo per tua miseria certa. Rigida larva, sgrani dente a dente, raccapigliato ad albero e a notte piangendo infin la scelta d’esser nato. Qui sgorghi, parassita, giù da qui il dolore delle vite che suggesti, giù lungo la buccia tua, infino al suolo; non puoi veder (ma sentir ben sì) le gocce spremte farsi pozza bassa e soddisfar ‘sta terra tròpp’amàra; e puoi sentir ben, sì, sentirne bene il corso, parassita, giù per le membra tue fattesi gesso. Scopro la carne tua, perché respiri aria e riconosca me com’assassino sacro, col vero scopo mio al fondo di quest’occhi; imaginando che con voce tua ‘mpedita e più e più vorresti grazia addimandare. Tale di sangue e di sudor vendemmia purifica il tuo stato, o men che umano, e lustro dona a chi di te già supportò senza mai chiesta ‘l peso; rota nel letto suo quest’ore chi feristi e gusta sonno strano: ché suo respiro si tende per carpire questa nova energia ch’attorno cresce e tanto libera suaménte dai dolori, quanto miamàno scevera tua crosta. Volgendo torno a torno gli occhi, cerchi riparo in entitade amiche: ma tùttamìa è foresta questa notte in pegno a quanti odiasti, sapendoli migliori. Cade tuapèlle brano a brano per questa lama che striscia su tua carne, libando buon succo a nostra MàdreTèrra; compiango le tue nari quando, per maggiorar tuoschèrno rendendoti sicuro di tua sorte, con ghigno da giustizia edotto a piena mano le insozzo con tualìnfa; mentre perizia mia qui scioglie ancora pelle da carne tua; e m’affratella al villan che di correggia batte a separare il grano dalla pula. Guardami. Ti prego: guardami. Noto geometria farsi frattale riflesso in rossa pozza sott’a te; ed odo ben tua voce disperata, parassita. Guardami, col ritorto ultimo sguardo dell’ultimo terror reso fantasma: e quanto l’angel mio sorrida, o parassita, io l’indovino… …Dipòi di te, vittima spenduta ed ormai sfatta, si brucino le vesti a grumo colte sott’a’ piedi tuoi, per augmentar tuostràzio. Non resti traccia nelle mani mie, alcuna, di ciò che fosti: solo tengo ricordo che m’abbasta di segni tuoi da segni che già seppi, nei giorni che passai. Scorsi ieri carcassa d’animale in fosso a bordo strada avea il sapore che lessi nei tuoi occhi parassita all’attimo atteso dell’ultimo tuofiàto
Id: 41601 Data: 18/02/2017 20:51:56
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da Invettive: A due troie in bicicletta
O voi gioveni troie che ciclando in coppia ‘ndate e gli occhi rotate torno quasi fiere, ben vi conosco. Enumerate organi e misure, mentre ‘l tempo s’en fugge con la strada (e rogna vi giugna, mentre cerebro ‘ndarno consumate) E al ritmico cik&ciak de l’essudate cuossie i vostri pensier sono di carne e money e del potere di quel buco che vi pigli ancor vi dà, quante pene e schifo che mi fate voi, che al pene pensate e con superbia andate et ite – e girano i pedali e a me le palle (dico) – quàsicàgne anco che giovani ancor siate, ludre, schiappole eppur beghine, che insieme tónd’a tondo (dico) chiavalcando ‘ste strade percorrite, QUASI CH’AL MONDO ALTRO NON VI SIA PER ‘SER DONNE, ALTRO CHE INANELLARE MONTE E LIETI ACQUISTI – voi mone lerce carampane in fieri – ed ancheggiate, sboldre, dài ancheggiate…, svelte sognando di pompe al RìciardGìr et àltoloquàndo comparate all’Alba o all’Ambra ora le poppe or vùlvevòstre – meno il cervello (dico), vère, che quello forse quàsinùllo avete – et apud ben nerchiuti drudi bramate smutandarvi vòlt’a volta, sicché voi ciclate ciclate pure d’entro ‘sta strada voi bischere ‘nfelici incolte inchiuse finché merda un dì vi pigli ove schiattar d’uopo vi sia d’eroina o strupro sia d’uopo maldicendo d’altri ché solo d’altri par vi sia la colpa – sempre – al vostro scuorno!....... giacché il cervello vi tenete int’a fica ed int’a fica basso l’annegate et int’a fica per germe creperete……. (tratta da "Piccola trilogia nera" Modigliana (FC), Ed. Criatu 2000)
Id: 41600 Data: 18/02/2017 20:46:21
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Puntualità di nuòv’autùnno in prìmanébbia...
Puntualità di nuòv'autùnno in prìmanébbia ed il nascondersene non vale tu pur vedi naturalezza nell’adattarsi di palàzz’attórno al ricorrere per sempre di questa situazione pur i palazzi qui sembrano mostrar lor’àgio a tale condizione grigia come pure della vita al ritmo che scorre accanto, via E se Piet Mondrian fossero i muri di questo spettro disossato di città Raffaello De Chirico se i lor dólcidannàti colori avessero facilità verrebbe per tutti d’opporsi alla nebbia e pari con facilità a te sarebbe riscoperta prossima dei colori ch’ogni città nasconde colori, sì ai più che ne pensano la perdita irrimediata …forse… O anche per te semplicità la vuol come per tutti quei che vita trascinano in questo livello di nebbia e sudari che volontà tua ti stia lontana così che se ne neghi ben chiuso il quaderno del cuore (Tratta dalla raccolta "Luoghi accettati", autopubblicata nel 2001)
Id: 41553 Data: 16/02/2017 15:32:17
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Città (e Non Città)
I dieci centimetri di foschia giùst’altézza sul pélod’àcqua a mezzodì per imaginar la cima d’una ben sconta collina (guarda, guardalà) l’ìsol’avvistàta giù bàss’all’orizzónte senz’acqua campi arati sarieno stati da supporre a perdita dell’occhio sótt’alla bruma come il filo quando vidi un celeste dòce-dòce in alto stemperarsi in cuperìa di verde maritarsi a un mare che non c’era in vece d’un traliccio là fuori di luogo come la mente nostra d’uomo sópr’al mondo questo In quel momento stava già riverso lui apèrt’al farsi riconoscer in màrgin’alla gente e maldisteso a cencio sui gradini lui “Dimmi, stai dormendo, vero? - No. - Allora addio.” E quest’addìo spètt’attìa e pure ad altri quando e se va bene ai sènzanóme del meriggio ingioiellato per carenza estranea di mani ----- In quel momento (non in altro) i dieci centimetri di foschia riparavano il piede della terra la mano del mare che non c’era a stento l’occhio là in alto nel celeste esso celeste pure a lasciarci vedérc’abbandonàti noi abbastonàti uno specchio di vergogna nel nero che rimane (tratto dalla raccolta "Luoghi accettati", autopubblicata nel 2001)
Id: 41542 Data: 15/02/2017 21:12:21
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Città
A volo venuti a volo, a volo divisi i gruppi di volatori stanchi ancora qui nel cièl’ubriàcostìnto ali lassù nell’unt’ària color di grìgiopiòggia e ancora via poi ali sul vuoto di palazzi su vicoli e in basso poi rifiuti… E le fiamme arànci’argènto lùcidipòrto e riflèssod’àcqua nel tardi d’una sera liquida e sempre dovunque presente l’eternità del cosamuòredéntro che t’accende i polmoni E ancora, ancora via (ascolta, ascolta il vento negli occhi dei subumani abràncospàrsi, e nulla si salva: o noi o loro, comunque.) perché avrà l’urlo di gelo dell’addio il mio prossimo ritorno sarò qui a morirne la fine fra gli occhi d’una chiesa e qualùnquecòsa si sbocci a pélod’àcqua come spògliasàcra sèmpreprónta Una figlia di Gennaio, sì questo Gennaio di quest’inverno perché SóraMòrte vive di tempo presente ci mostra la sua fàcci’apèrta offerta d’un’avventura cui non convien mancare questo Gennaio questo quando il tempo si fa respìrd’apnèa in lùnghimési e àttim’impossìbili e sui muri su’ mùr’infracidàt’a secco delle case sol si muove l’ombra di chi vola ha volato volerà in fuga dall’amàropresènte vostro assieme a (tratta dalla raccolta "Luoghi accettati", autopubblicata nel 2001)
Id: 41541 Data: 15/02/2017 21:05:01
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È d’un’elica a gìrofólle la costumanza fastidiosa
È d’un’elica a gìrofólle la costumanza fastidiosa la dissonanza che vortica nella danzante percettibilità d’una superficie scura d’un canale crespato piano dipinto d’acqua sporca ch’el sole divide di suo pigro in carbón’argènto brillare sfaccettato sogno-diamante ‘nfranto Fosse notte l’avresti solo per un fantasma il nero ----- Ci uccideranno anche il sole ci riusciranno a non cavar lortèmpo in fretta sotto li piedi loro ci riusciranno, sì Un tàgliosécco da tagliare in due sì per incubo e preghiera unìt’inesoràbili da allora nel persèmpre nostro Nessuno coglierà il momento sarà lo sbiadirsi di facce nel delirio a calar nel sole il mare un mare rosso che puoi veder già ora… E come ora abitudine al nonstupóre prevale in cuore come sempre nell’animo rivolto altrove ----- Scesa altrove è la notte sott’una luna piena senz’alone ché orfana di sole ecco per forza di remi d’altrui barche una teoria feretri per musiche incomprese astri volteggiano cauti su segni arcani di colore oscuro avvoltoi d’ali cómed’òro sicuri d’ogni viaggio loro Ma nessuno pone mente alle maschere che d’accanto son già pronte ed è finito il nostro tempo e dietro ogni porta è pace (tratta dalla raccolta “Luoghi accettati”, autopubblicata nel 2001 e disponibile presso l’autore)
Id: 38017 Data: 29/05/2016 14:58:49
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Nuova immagine...
Nuova immagine cigolio rugginito di motori che scorre da’ palazzi ‘torn’a noi poche persone abbandonate a’ marciapiedi stanchi al chiuso della città questa e nostra e fari d’auto che guardan soppiattósi in bàssoriflèsso s’umido d’asfalto del viale che contìnua in fondolà Senz’un fremersi un tremolarsi la pioggia cade la su’ ‘ngoscia nel favorir lo smorzarsi dei colori piano e indifferenti tutti Possiamo farcela prego che tu voglia vivere via da propagande stinte neon/nate luci e fredde via dal fracidarsi piovoso delle vesti via da un dio di stolti che códasemòrde propria gagliardo d’impotenza Casa è dove che s’esiste piano istànt’apprèss’istànte è l’auto in cui lasciàrs’andàr per d’amor d’amici smarrimento ce se lasci andar al seguitar costante del corso de la pluvia riannegar sterili sere in ricerca d’abbandon lasciate (tratta dalla raccolta “Luoghi accettati”, autopubblicata nel 2001 e disponibile presso l’autore)
Id: 38016 Data: 29/05/2016 14:50:41
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Il passeggiar di coppie...
Il passeggiar di coppie distratto e verso cèntr’urbàno per strade uno sguardo nemmeno né d’altrónd’è strano tuo rimaner di giovane seduto su quella panchina quella di faccia ‘l parco… E questo tu pensi “Che ci fa una farfalla ancora in volo fra i rami alti di questi alberi, ai primi d’Ottobre? Non ha senso…” Ed ancora “Forse non da altri animali discendiamo, ma da alberi: persone che, stanche di vagabondare, hanno improvvisamente esclamato “Qui!”, coralmente, le braccia tese in alto; e così sono rimaste, creando nazioni che noi ora chiamiamo foreste.” ---- A tàrd’óra nel pomeriggio il distratto passeggiar di coppie lungo brèvivìe di cèntropaése s’erge qual costante da riconoscer questa nella nostra come in mìll’àltre città ed alla tua assenza di luoghi segreti ove cercar e sonn’ e quiete al nonvolér te chiudere tua vita nell’imitar d’anziano praticante d’osterie con li sui cart’ e dadi e ‘l su’ gòtt’ammèzzo pieno altro non resta, sai che dei sogni queta dolcità (tratta dalla raccolta “Luoghi accettati”, autopubblicata nel 2001 e disponibile presso l’autore)
Id: 37966 Data: 26/05/2016 12:34:18
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da Motti e detti dellaltro popolo
Non te legar con corda varia nippure bella sanza che de lo bruco pria abbia contato tu su’ strada tanta lento quant’in tu’ vita tu percorresti hieri ----- In buosco che s’è atro ogne lume fa compagno al core ----- Lontana la tu’ mano da spalle ove se piagne di spalla non bisogni se con tu’ tatto de parve cose pure pure godi ----- Pel mal dinaro ognun paro si rischia a chi coscienza spuorca (pagina tratta dalla raccolta “Motti e detti dell’altro popolo” autopubblicata nel 2002 e disponibile presso l’autore)
Id: 37629 Data: 04/05/2016 21:16:56
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Banale contemplazione neutra
Esatto qui mi fermo e soppeso gli occhi dedico nu poco al raffrontar dei giovani l'ansia maltradìta dei vecchi mite la quietezza Ed intravvedo uno ? che forse conosco e per un attimo d'attimi una sequenza come accade per sciabolar di luce a notte di persiana dalle lame uno intravvedo certo non tu che ascolti o leggi è quasi certo uno vedo Il gesto inconcluso nel suo andare frammento di profilo uno vedo esile come una promessa vetrificato dallo spasimo (Tratta dalla raccolta "Varie ed eventuali" autopubblicata nel 2002 e disponibile presso l'autore)
Id: 37404 Data: 19/04/2016 11:57:22
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Poeta
Anema anema mia è un pieno momento di deriva quel che ora a mente segno che fa seguìrm'el serpeggiar di quèst'usàte strade momento di lichene atto lo sai a gente di ventura Lontan dal guardo irrancidoso che si coltiva 'l villico mansueto guarda li suoni ch'apro di mia mente guarda e scopriti d'oro ricoperta anema cara a scudo di miseria che livella E' aperta la mi' porta ora guarda il mio esser ora che di questi suoni s'è posto al centro manifesto ! s'è aperta ! vedi E guarda ora quel che son devenuto anche per te che sai s'è aperta, aperta, 'perta! ed io mi trovo esser dirùto occhi pel prato chiave di violino mi trovo com'oro che forte coli sur silenzio esser gabbia che s'è aperta, aperta, 'perta! pascio Innamorato (Tratta dalla raccolta "Varie ed eventuali", autopubblicata nel 2002 e disponibile presso l'autore)
Id: 37403 Data: 19/04/2016 11:51:51
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Cedro tagliato
Ingloba semi la malrassettàta stanza colleziona inverni come gocce sul muro che riflettono storie e cammini al momento dell’arresto nel rinnovàrs’il gelo Mai linea retta è il viaggio perché d’ogni viaggio si ha bisogno d’un centro d’un luogo d’incontro a spazio perno ai cerchi concentrici del tronco punto permeabile a nòstrocórpo e nòstraménte insieme (tratto dalla raccolta "Varie ed eventuali", autopubblicata e disponibile presso l'autore)
Id: 37229 Data: 07/04/2016 09:06:31
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E chiusa da foglie secche
È chiusa da foglie secche questa notte un’esatta spirale giusto richiamo a spazio e tempo nella quale fu iscritta ogni nostra vita viaggi di lunghezza a noi non nota percorreremo òcchivolgènd’attórno a simboli a segni di bellezza compiendo opposti atti opere immani gesti come insetti Ma neppure mi chiedo in questa notte che pausa segna ai pensieri nostri l’intima ragione ad un qualunque agire Però ricordo quanto conforto che chiedemmo a molteplici divinità e fiori ritrovati ed alle volte quell’attimo improvviso dell’ascolto non spazzò via il dubbio d’un’eventuale inesistenza loro (di quei fiori, dico) mancando il viso-a-viso e nemmeno ci chiarì la gerarchia possibile tra le cose e tra i viventi ma s’anche riempie tale dubbio i più di un nitido spavento pure esso è prova del fondersi infinito d’infinite queste spirali donanti davvero a chi desidera il viaggiare l’esatta misura di forza nella vita e prova resta che nulla mai del tutto rinsecchisce nulla è nel tempo pièn’oscurità (Tratta dalla raccolta “Esplorando”, autoprodotta e disponibile presso l’autore)
Id: 36998 Data: 23/03/2016 10:37:45
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Tre immagini simultanee
Gli alberi del parco sembràvan’ondeggiàre ad un severo ritmo m’armonioso per chissà in quàlipensièr’immèrsi Le bandiere a fróntelór si agitavano cercànd’imitazióne cercando di scoprire nel vento sintonia verso quel ritmo antico I tuoi occhi le parti osservavano del tutto con l’attenzione d’un Sisifo pergrànde fissandosi poi come in collage a quanto ti ricresceva a vita ti rigettava ad essa e sorridevano il silenzio (Tratta dalla raccolta “Esplorando”, autoprodotta e disponibile presso l’autore)
Id: 36997 Data: 23/03/2016 10:29:07
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Domanda e risposta
Parliamo e parliamo e poi si parla fra di noi ancora… Il nulla non cambia mentre noi si parla gesti che si ripetono uguali nei cortili sotto casa e pure rimangono invariati i luoghi deputati agli appuntamenti agl’innamoramenti anche la fontana nel parco collabora a generarci sempre lo stesso suono Certo noi parliamo (e forse a qualcuno ciò può già sembràrmólto) ? ma davvero non c’è più una strada ----- Certo noi parliamo ed il nostro tempo striscia via sfuggente nel perderci d’occasioni che a ben vedere son forse di banalità sdrucite ma pur sempre occasioni sono e perché no potrebbero portarci alla salute Per questo sentendo attorno a noi l’intima possibilità di cambiare di migliorarci nel meglio d’un battito di cuore duraturo come ciglia lunghe àliestése nel sole e nell’amore dobbiamo imporci d’andàrvìa esplorando via da queste pareti stracche che nuove sanno già di vecchio via dai volti dei vicini sereni di tristezza e paglia Andàrvìa esplorando alla ricerca d’un ponte di un istante che ci riunisca a una radice di vita laggiù dove un altrove ancor fiorisce dentro (Tratta dalla raccolta “Esplorando”, autoprodotta e disponibile presso l’autore)
Id: 36731 Data: 08/03/2016 09:12:48
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Meditazioni su suono e silenzio
Le vesti che tenevo strette in mano mi scivolarono nell’oscurità (questione d’un attimo credo) mentre osservavo come onde ogni mio suono farsi suono ed allontanarsi in silenzio sibilano quiete espressioni nel vento accanto a me e sia benedetta questa polvere ogniqualvolta non ho luogo a posare la mia mano In certi giorni puoi udire il suono delle foglie che cadono come pensieri che cadono silenziosi Non v’è piacere nel rimanere soli nel contarsi certezze quando sotto il tappeto di foglie cadute come unghie cresce gelo per assenza di tracce d’erba La sorpresa dell’amore sta riflessa sui molti cuscini che ogni uomo ha toccato io ne scavo l’onda e ciò non produce alcun suono alcuna ipotesi di lamento sulla quale fare assegnamento per giocare nascondersi alcuna ipotesi diritta come strada dove fermarsi in attesa del biglietto per il ritorno dentro casa dentro una stanza dentro se stessi Dalla finestra abbracci ad ante spalancate un mondo freddo come neve solido ma sperduto come neve dove trovare inciampi è facile come raccogliere uno sguardo ma sènz’alcùn rumore nel silenzio d’un vento ormai rappreso appunto (tratta dalla raccolta autopubblicata come samizdat "Pensieri sovrapposti e senza un ritmo preciso" richiedibile all'autore)
Id: 36256 Data: 09/02/2016 23:10:05
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Pensieri sovrapposti e senza un ritmo preciso
Quando l’aria di fuori ti rende così cieco ed una corsa verso le colline è impossibile o comunque vana quando pensi a quand’eri giovane e a come i colori siano cambiati da allora mentre il giorno tende ad accorciare perentoria sicurezza di bioritmo qualcosa ti sfiora accanto come un soffio di gelo che ti dica “È tempo di abbandonare la città” ed è buffo non sapere dove davvero vadano le nostre parole al cospetto della vita che ci scorre via l’ultimo scherzo che feci al telefono è roba vecchia ormai roba di quando si stava tutti in branco ed ogni passo avanti ci costava molto caro anche se sembrava d’essere tutti insieme richiedeva spasimo di forza ognuno che stava stretto all’altro parlava senza dire nulla adesso le donne mi passano accanto e ignorano perlopiù ogni traccia del mio nome vocali e consonanti e nessuno che si fermi alla mia porta Io che mi tengo i piedi bèn’inchiodàti al suolo e giuro non capisco potrebbe essere un’altra epoca io che mi affaccio a salvar qualcuno ma in bilico tra il restarmene in casa chiuso a dissertar parole forse inutilmente Non lanciarmi quegli sguardi non mi lasciar tranquillo non è il caso di parlarne ancora Dirottiamo i pensieri come fossero pesanti banali aggrappiamoci stretti a qualcosa di giàvìsto alla TV ad un biglietto che ci garantisca quella meta più sicura ancorata al fondo giàvìsto della strada come bastasse dire “Prima porta a destra, prego.” Toglietemi quei vostri occhi così sgranati giù dal viso sto solo ripensando ai miei colori a quelli pèrsivìa come per caso mentre il tempo si va facendo fresco ed i vestiti non bastano per tutti ma tardi già non è per bandir queste parole via dai pensieri e senza biasimare invece questi nostri tempi qualcuno dei loro nomi segreti per la città abbandonata e vuota Non rimane molt’altro da vedere e la chiave che riposa nel destino lo sai catena lunga dal palato al cuore è nascosta in un “laggiù” che sa di visceri e cemento da qualche parte ancora fuori mano (tratta dalla raccolta omonima, autopubblicata come samizdat e disponibile presso l'autore)
Id: 36149 Data: 01/02/2016 16:27:14
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Sediamoci e parliamone
Stanno spuntando fiori pressoché ovunque giorno per giorno ed anche questo è un segno dell’esservi qualcuno in attesa e sembra che qualcosa manchi quando serve si nasconda sfugga oltre la ricerca d‘altre cose non lo so ma il movimento dona l’impressione di contare qualcosa di per sé e di vivere più a lungo almeno nelle impressioni altrui “Prendi questo sogno” “Non so che farmene” Anche questo è un modo d’allontanar pensieri fin fuori dall’occhio nostro mentre all’intorno nulla cambia ed io ho atteso il giusto conto del tempo per iniziar la danza voglio esser creduto qui, ora sediamoci e parliamone come se ogni altra cosa da fare fosse già fuori posto se il sogno fosse finito se la luce del giorno potesse al contrario durare eterna (tratta dalla raccolta autopubblicata in samizdat "Pensieri sparsi e senza un ritmo preciso", disponibile presso l'autore)
Id: 36148 Data: 01/02/2016 16:15:59
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Grazie per tuttociò che dai
Grazie per tuttociò che dai perché io sto bene qui dove il tutto si stringe mano al nulla Vola aquilone, vola rabbrividisci al vento come il vento al suo tagliarsi controfòglia quand'essa è ben durìta dall'assuefarsi al sole ma non spezzarti il filo perché compito d'Altri oppure anche tuo ma quando sol tuo consenso lo sia deciso già Io guardo in alto ché non cerco o trovo ma vivo sicuro dei miei passi di una corsa che si chiama "attesa" e nel passare io canto (tratta dalla raccolta "La luce, lo specchio", autopubblicata come samizdat nel 2005 e disponibile presso l'autore)
Id: 35705 Data: 12/01/2016 22:42:48
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Gocce di pioggia rada...
Gocce di pioggia rada ancora e il giallo lucente delle foglie nuove è uno svegliarsi in bilico in questa serie lunga di mattini incerti nel taglio delle nuvole Sprizza sangue dalle gengive e tutto rifluisce alla fiamma del cuore prova che esisto del mio esser centro per ogni corrente d’aria che di qui passi ogni luogo dove condurrò il mio piede ad inseguire l’ombra dei pensieri (tratta dalla raccolta "La luce, lo specchio", autopubblicata come samizdat nel 2005 e disponibile presso l'autore)
Id: 35703 Data: 12/01/2016 22:31:51
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Una goccia il cui suono sembra un passo...
Una goccia il cui suono sembra un passo felice e regolare da costringermi a voltarmi solo la roccia rimane al suo posto testimone a se stessa È già molto invece che i miei occhi siano altrove e mai complici al passato (tratta dalla raccolta "La luce, lo specchio", autopubblicata come samizdat nel 2005 e disponibile presso l'autore)
Id: 35555 Data: 31/12/2015 23:15:47
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Scrivo ora d’aver visto un’alba...
Scrivo ora d’aver visto un’alba gli occhi suoi spaventati come quelli di chiunque abbia visto un’alba Un cerchio dunque se non è chiaro ancora E ciò che porto al polso è soltanto un senso di colpa nemmeno mio peraltro posso toglierlo quando voglio e sostituirlo col colore più adatto Come un’alba ciascuno sia solo gesto di confine spaesato ci si ricordi solo in uno sguardo obliquo povero di riflessi e sicuri che neppure Ulisse teneva in gran conto il luogo dove posava remo (tratta dalla raccolta "La luce, lo specchio", autopubblicata come samizdat nel 2005 e diponibile presso l'autore)
Id: 35554 Data: 31/12/2015 23:10:50
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Era una svastica spezzata...
Era una svastica spezzata la figura dell’uomo che pregava avrebbe potuto essere chiunque E ditemi per cortesia quando passa una nuvola ? perché vi fate il segno della croce Perché forse sapete nel profondo di peltro che c’è in voi ? che ciò che conta non è di pertinenza vostra Credetemi questo sole rasenta ognuno e a nessuno impedisce l’andare (tratta dalla raccolta "La luce, lo specchio", autopubblicata come samizdat nel 2005 e richiedibile all'autore)
Id: 35416 Data: 19/12/2015 12:00:12
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Durante il tempo d’una corsa...
Durante il tempo d’una corsa nel fìnegiórno l’orizzonte rotto da vuoto ammezzo fatto come due stecchi lasciati al caso alla corrente l’occaso al sole quale fuoco e pace a manorècta e il cumulo di nube all’altra mano a manoshtànca qual fumo d’encendio incidere il tramonto E piano il buio che ci chiude gli occhi al riconoscer d’ogni cosa e primis a ciò che ci si tròv’accànto dove c’insegue di sorriso in sorriso l’àveatquevàle che sorride a vita (Poesia tratta dalla raccolta "La luce, lo specchio", autopubblicata come samizdat nel 2005 e richiedibile all'autore)
Id: 35415 Data: 19/12/2015 11:52:51
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Da “La stanza degli ospiti” V.2)
Tocca del tessuto la muta consistenza poi quella d’una in apparenza altrettanto muta vera foglia nota innanzitutto come nel primo caso l’oggetto sia ben dentro al tutto mentre nell’altro (la piant’accànt’al muro) ancor in apparenza ciò non sia Chiediti se non sia in realtà la vera pianta già compresa in un suo altro “tutto” e se l’essere di sol dimensione fatta l’immagine di fiori e foglie su quel letto non sia poi in fond’ l’istesso oppure se più “vero” un di quei due “tutti” sia E qual colore in sé sarà più “vero” ? quel della pianta o quello dell’immagine che finta s’abbisogna d’un qualcosa che a chi guarda doni più convincimento Soluzione non esiste a tai quesiti o si potrebbe quasi in una celia continuare per eterno il gioco è tutto una cosa dentro cosa uno specchio a fronte d’altro specchio stessa parola ad indicare cose ben distinte ogni elemento avente in sé gli opposti corni del creato Ecco ora puoi ritrarre la tua mano e uscire dalla stanza una volta ancor di più rassicurato dell’esattezza di funzione sua (tratta dalla raccolta autoprodotta “Moto in luogo”, reperibile presso l’autore)
Id: 35064 Data: 20/11/2015 16:17:48
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V) - La stanza degli ospiti
Di rado v’entri e perlopiù vi corri solo sguardi perché è pursèmpre spazio dedicato ad altri uno spazio dove tergiversi il pensiero se fermarsi oppure andare dell’ospite grato e che abbia oggetti su oggetti oltre a quelli di misura e dominio usati oltremisura sì per cui si senta estraneo oppur parente come a sua mente sua più piaccia Non è una stanza costruita a caso pur se lo sembra metà di puro arredo l’altra metà come di scarto Vedi intanto che non v’è polvere che tenga (merito è della fantesca che ogni sette giorni sempre come tu sempre il vuoi toglie di noi ciò che si consuma ciò che lento al suolo si ristagna) c’è dentrolà un letto e c’è un armadio che stan fra loro intonati assai per intarsi di legni accosto di colori e ben grati al viaggiatore Il primo sta in faccia a due finestre grandi sicché volendo egli possa nel giorno e nella notte sempre contar l’umor più vero di ciò che accade fuori e due piante ambe forti e verdi di mezzo alle finestre dette Or nota questo è il copriletto nero come pece con fiori rossi ma d’un rosso stint’esàngue e pure smorto è il verde de li tralci che attorno vanno e attorno così che chi che passo dopo passo osserva chi ch’il letto oziando preferisce restando in faccia alle finestre grandi vede due opposti la luce e il nero la cosa viva e quella immaginata e finta per quell’accosto fra loro di colori quell’intarsio di legni assai ‘ntonato E se l’armadio e il letto padroni son d’un lato (l’altro ospitando piante grandi e due finestre forti e verniciate in verde) è il restante spazio dai muri limitato sfogo di oggetti all’apparenza andati vedi uno stereo dimesso perch’oramai di tropp’antìco mensole colme di libri e di dischi calmi nel torpore del silenzio loro ma pure estranee per causa del metallo in cui son state fatte al caratter della stanza tutta poi tappeti alcuni anche alle pareti come arazzi appesi da tenda medioevale che però chi sol li sfiori sente che pronti sono ancora (per la mancanza di polvere anzidetta) al loro primo e vero uso Sopra e sotto solo legno un rustico parquet squamato ai passi al sole che dai vetri grandi a lato delle piante nel giorno a lungo occhieggia e doghe lucide al soffitto madide di luce Perché anche qui in alto come in basso ricorda o viaggiator tu sempre viaggi percorri un filo teso fra due estremi e corda tu stesso pur ti fai sei un perno fra contrari e tutto turna e cambiasi di polo pure per te questo ti vale (no, non tremare) nel tempo infinito di tua vita che qui si consuma solo di passaggio come certezza appesa fra contrari (tratta dalla raccolta autoprodotta “Moto in luogo”, reperibile presso l’autore)
Id: 34920 Data: 09/11/2015 22:23:38
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Da “Garage” I.2) (Ma loro...)
Ma il loro accorgersi di tua presenza invece del tuo passare il loro non vederlo ma percepirlo com'onda d'energia... La radio che dal tempo impolverata da tempo tu non tocchi vecchi dismessi attrezzi a cui neppure volg'il capo e che indentro a loro legni e loro ferri assommano energie di noi viventi tracce nel placido fluir de le stagioni E nel silenzio attendono seppure stupidi (come la più parte delle cose usualmente è) d'in qualche modo interagire con tuavìta tuòigèsti e come accade a te giorno dopo giorno d’aggrapparsi all'ipotesi di vivere, vivere, vivere... (tratta dalla raccolta autoprodotta “Moto in luogo”, reperibile presso l’autore)
Id: 34904 Data: 08/11/2015 22:02:11
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Acqua e nient’altro
ACQUA E NIENT’ALTRO Non troverai traccia qui traccia di fiori tenta pure una mossa qualsiasi mischiati con l’acqua in ogni modo fa che porti via ciò che ti lasci dietro Costruisciti un breve conforto ma privo di fede a pensare che non esistono più segreti più vero o falso e sei convinto di sapere di chi sei figlio a chi devi il cuore ma non puoi trattenere ciò che ti è stato detto in silenzio acqua e nient’altro Quel che scoprirai sentirai che non è saggio tenerlo per te ma questa casa non ti darà alcun riparo aperta com’è al dolore per l’anzidetta mancanza di fiori Nessuna direzione ormai sicura scegli dunque un’attesa di silenzi mentre l’acqua scivola nella tua mente spazio dopo spazio ed afferra via ogni tuo desiderio ogni stagione a cui fosti presente ogni storia che ti fu data in sorte da questo destino amaro ed il bambino che desideravi rimanere respira piano mentre genera altri figli Noi siamo dovunque acqua e nient’altro come il suono delle macchine o se preferisci come una dimensione d’aria prova a ricacciarci indietro se ci riesci È dunque come se tu ti fossi perso per strada ed io la guida che ti manca ma non puoi chiamarmi con alcun nome neppure nel Giudizio di Dio e nemmeno riguadagnare la via che ti riporti a te stesso Debole quel suono ritorna come acqua prova ancora ma non restare qui come se tu aspettassi una stagione di sole perché c’è solo ombra qui prova ancora e qualche traccia del passato Lei sa come intimarti il silenzio privarti dell’ascolto fin del mondo in cui vivi e che vorresti spezzare come paglia Non un nome per noi solo una sequenza di mondi tesi ad esplorare se stessi ! Che pena questa notte S’io fossi acqua avresti un luogo dove andare perché ti scivolerei su me verso un qualche luogo oscuro da spartire da lasciare da incidere come una lama nascosta può tentare di fare col fuoco Penitenti delle vene d’acqua i marinai capiscono ciò che dico sono soldati cercatori d’oro nascosti nell’ombra di ciò che eri e qualunque altra cosa sia stata detta dimenticala Bada che non ti segua che non divenga ciò che eri quel ritmo incapace di cambiare dopotutto non ti ho mai sentito urlare malgrado il meraviglioso cuore che hai Pertanto è questo un luogo di spettri ci hai speso la vita senza capire che la madre equivale il figlio un legame d’acqua e nient’altro non avresti dovuto lasciare quella casa ? vero D’altronde ? cos’è il suolo se non un concetto relativo La polvere che cade da te che perdi adorando il silenzio non ti spaventi tutto viene preso e dato ed è in ordine con ciò che provi l’ospite è il tesoro più grande se lo sai condividere orme impresse nella terra appena bagnata da acqua antica piacere dimenticato cose lasciate in sospeso La faccia che ci costruiamo rispecchia le altre intravviste sera & promesse le lacrime cadranno acqua e nient’altro pure esse no non avevo intenzione di calpestare questo sentimento L’oceano si richiude come un sudario sintetico la tua pelle si ritira da te ogni occasione persa non ci sono fiori qui (ancora) lascia il tuo corpo come una vecchia foto ingiallita in un angolo della tua mente ogni indizio s’è fatto fuoco e voce che non conosce verità io sto bene credimi sono acqua e nient’altro (tratta dalla raccolta "Opera al nero", autopubblicata e disponibile presso l'autore)
Id: 34552 Data: 10/10/2015 15:54:34
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Rimpianto e rifiuto
RIMPIANTO & RIFIUTO Una volta crescevano storie dentro me nel cortile bimbi giocavano veloci ero un ospite dalle ali larghe mai una bugia Non ora Guarda che ne è stato della mia fratellanza delle madri e dei figli che a lungo mi videro speranza di domani Dentro me ? quale strada da percorrere se tutto è assenza & pericolo Un capolavoro dal quale la gente volge via gli occhi ! Figurati ? Cosa rimane da guardare davanti a noi ! Quanti errori e quante descrizioni inutili lasciati alle nostre spalle scogli d’ossessione Il tempo vela e rivela ogni cosa e sono io il velo io le lacrime che ghiacciano e vanno malgrado tutto io il respiro là in alto e la mano che mi tocca e poi prega io la pagina che si svolge da sola la bugia adesso dipinta sopra la gloria Non c’è nulla di cui aver paura liberaci dal peso delle Nazioni da così lungo tempo morte e togli loro la voce di falsità Condivido adesso un altro gioco l’onestà del passo avanti è il momento giusto per dare una nuova risposta lascia che l’ombra si ripieghi nel futuro amore & disgrazia tutto spezzato come un insetto fra le ante della finestra le labbra di una donna c’è solo dispiacere da sgranare come rosario di pianto su un muro È questo il mio volto di fronte alle mie mani quando ogni porta rimane aperta perché nessuno v’è da combattere nessuna risposta da dare non è rimasto altro che pianto come ripeto a me stesso dal fondo di questa tristezza Solo nel sonno so di poter raggiungere le soglie del mio essere antico perduto originale (tratta dalla raccolta "Opera al nero", autopubblicata e disponibile presso l'autore)
Id: 34551 Data: 10/10/2015 15:42:29
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Presenza del Maligno?
PRESENZA DEL MALIGNO? Apri la porta e vattene non c’è rimpianto che tenga suono che rimargini ferite dal centro di questo mondo da cui evocasti il tuo incubo e la sua voce è voce di ghiaccio tempo perso a fissarsi nello specchio È una porta ciò che chiami “oggi” e un demone t’incalza alle spalle con quella voce sua di ghiaccio sa prevedere ogni tuo gesto ? Immagini quale punizione t’attende Ci sono queste nuvole grigie che s’innalzano dietro gli alberi di un centro-città qualunque il tuo occhio vi rimane appeso mentre le tue mani strisciano alla ricerca del poco tempo rimasto per ottenere una risposta su “giusto e sbagliato” sei disposto a pregare ? ma cos’hai appreso finora dalle spade che altri tengono in mano Fuori da quella porta c’è qualcuno che canta ? chi altro può essere se non la tua ombra Il lato più imbarazzante della tua esistenza del resto è stata proprio la tua capacità di vedere oltre la superficie delle cose senza poi prestarti alcun ascolto Pertanto senza più scelta volgiti via il peso delle tue colpe sui tuoi calcagni e non un gesto di rimorso a scaldarti il cuore nella rincorsa Io sarò là ad aspettarti appena fuori (Poesia tratta dalla raccolta autoprodotta “Opera al nero”, disponibile presso l’autore)
Id: 34510 Data: 05/10/2015 22:15:15
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Da ’Primi piatti’: 2) - Il risotto del Kaiser Wilhelm
IL RISOTTO DEL KAISER WILHELM Non molto temp’addiètro impegnavo le mie ore come d’uso tra i famigliari fochi e ruminavo in qualsimòdo parecchiar avrei potuto un primo ch’in mente rimanesse ai commensali e che’l pensiero lor volar facesse ad epoche passate e al temp’istésso pur verso di straniere genti Chiaritomi di ciò combinato ch’ebbi ambe le cose la mente mia studiò fermarsi in tempo e loco di danze sfavillanti l’uno e l’altro un poco oltre delle Alpi fino a concepir nel meglio (così osai fra me e me sperare) un piatto degno del Kaisero Guglielmo Non sto a spiegarti qui come si faccia la base d’un risotto ché gl’ingredienti i tempi i gesti tuoi più adatti sempre gli stessi son da padre a figlio esposti però per un’ovvia e geografica ragione vorrei che a mantecare il tutto usassi un formaglio del Trentino almeno se non (per scelta ch’appar davvero doverosa) uno cresciuto in valli un dì oltreconfine come un canuto Graukaese per esempio quel Dobbiaco che sverna su la piastra od un qualtuvòglia altro spremuto d’austre mucche Ed ecco che al foco accanto al primo (nel qual si scalda l’acqua cui presto un dado darà sentor di brodo vegetale) tu comporrai un perfido soffritto unendo alla cipolla che bionda cresce ovunque il crauto grato all’alemanno e sul finir della cottura quando che unite si saran le parti (detto soffritto al riso che sbuffando entro al paiuol va lemme lemme a mantecarsi piano) aggiungerai quei wurstel a compagnarsi fini in fette sottili già affettati che io per ragioni che più avanti vi dirò non vorrei di carne fosser fatti ma di glutine solo e vegetali odori Però l’arma tua segreta ad esaltar sapor di questo piatto e per veder gaiezza da le bocche scendere al cuore e risalire agli occhi dei commensali tuoi sì degni all’opra (e ben per questo grati di tue scelte) verrà d’una bottiglia colma d’un liquor pur’esso al Nord cresciuto ed ora ahimè obliato mentre che d’un tempo egregio era e ben visto e ispecie a paste e dolci consacrato egli di “Doppio Kummel” ha il nome ed esso aggiungi sol verso la fine lasciando poi ch’el foco avviluppandolo facendo lo suo corso lo svàpori e svampisca solo lasciando quel suo aroma cupo E con gioia svuoterai dal pentolon questo composto bello fumante con amor fin dentro ai piatti dei còmiti impazienti ad iniziar di questo pasto in modo tale che per ciascuno d’essi tale momento da dentro lo scugliero gli si riversi nel cuor dei lor ricordi (tratta dalla raccolta "'A la carte", autopubblicata e disponibile presso l'autore)
Id: 34401 Data: 25/09/2015 19:27:49
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Dissertazione intorno alle verdure
DISSERTAZIONE ATTORNO ALLE VERDURE Che vuoi che io ti dica ? riguardo alle verdure che contorno ponno fare alle portate queste come che hai tu visto l’è già quasi tutto vegetale (oppur da esso tratto con esso misturato) quel che qui io ti consiglio sì che non vedo ora motivo di suggerire piatti oltre a quelli che già per certo sai e su qualunque tavolo tu trovi sol consigli E il primo è che tu ponga mente delle verdure anche al lor colore che contrasto poi ti faccia (o accompagnamento invece su toni alti oppur più bassi) alle vivande in modo tal che al commensale pur l’occhio si sollazzi e nel contempo stesso il cuore tuo nel sceglier ‘sti colori messo sia in vista per aver rispetto Poi che tai contorni per lo più siano posti nello stesso piatto che intendon compagnarsi così che i colori detti le forme e i componenti in uno in uno si possano apprezzare Altri consigli riguardo alle cotture son che la verdura (se non la vuoi rostita per tema che l’olio ai stomaci coinvolti faccia peso) e neppur la vuoi passata a griglia non va bollita in acqua ma cotta sul vapore per favorir dei pregi suoi la giusta conservanza Rimembra inoltre che coma qualsivoglia frutta s’ha da mangiare fuori dalli pasti così verdura ch’è lasciata cruda prima s’en vien d’ogni altro piatto in ogne mensa retta da ragione o se preferisci tu codesto dire che un’insalata miglior vece fa d’un ben rotondo antipàst’intèro Disprezza poi per qualsivoglia uso il pomodor se ancora verde e pigro si presenta ché nuoce alla lunga alla salute alla lunga anche all’umore similmente alla viola melanzana pur’essa bona ma trista nel colore e difficil da gestir negl’intestini pari per quest’ultima nequizie ai purbèlli cavolo e cipolla entrambi preziosi per gusto per enzimi ma pur fomentatori spesso d’arie maligne nel corpo di chi mangia Anco ricorda che indigeribil son per chi è normal di stomaco fra noi di pomodoro o peperone le cotenne perciò esse andrian tolte previo forte abbollimento o abbruciate durante la frittura sì ch’una mano svelta se le fili via pria che si mangi di buon grado entrambi di quei frutti E' questo tutto quel che sento qui di dirti ma se pur tali piatti vuoi porre sul tuo desco e composti per particolari loro in maniera diversa da qui sopra, fallo e goditi poi fatica tua come l’è giusto e come più ti pare e piace, mangia (Tratta dalla raccolta autoprodotta "A' la carte", richiedibile all'autore)
Id: 34340 Data: 19/09/2015 22:06:02
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Antipasti, 5) - Ciliegie allhawaiana
ANTIPASTI, 5) – CILIEGIE ALL’HAWAIANA Ma se infin finire non vorrai ma cominciar col botto ghiotto amico che queste note leggi ascolta queste righe che capaci io credo di stralunare gli occhi a chi che legge pria che le labbra di chi core abbia per tentare a bócc’apèrt’assàggio Prendi tu ordunque tu del pane che atto sia crostino venir reso e mentre ch’al sol del forno pian piano esso s’imbrune tu trita con atta mezzaluna un po’ dei bastoncini che dolci sono delle palme il core quando ch’el pane bencàldo sia stato dal tuo forno reso giudizioso cospargilo del trito e con cucchiaio e man veloci un par di marasche estrai dipòi d’un vaso con poco di quell’alcool che l’impregna ponendovele ‘n coppa a far figura buona e soprattutto meraviglia molta spiazzando col gusto e con l’aspetto ógn’attésa dei convitati tuoi (tratta dalla raccolta autoprodotta “À la carte”, richiedibile all’autore)
Id: 34325 Data: 18/09/2015 16:28:18
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Corpo di magrezza estrema
CORPO DI MAGREZZA ESTREMA Quasi non jetta ombra ‘l corpo mio quando che me ne vegno benignamente d’humiltà vestuta dato che per quante piàzz’incrócio strade gli occhi dentr’ai muri a ‘vitar gli sguardi de’ passanti tegno di commiserazione e attesa pregni attesa che qualcosa si rompa si cada Stecchi di legno e gamb’e braccia pur se test’a zucca non habbo sorella mi sento a primavera a chi spaventa uccelli per li campi che forse fin ne lo sguardo suo sì fiss’e vvuoto fino una meraviglia a me gli si porrìa carpire Eppure vado voglio andare Or che senzamotìvo sentivo miapèlle raggrinzirsi perder consistenza e forza io svaporavo in tendini e nell’ossa piànovituperàndo dentromé l’aspetto mio primevo e pieno ché così non nacqui ma piuttosto mi ruppi mi caddi Monito miafigùra questo sia allora così ch’anch’ìo comprenda infine lo scopo che porrìa ancora conseguire Secche le zinne il cuore che mi bast’appéna e sol perché ostacolo non v’è oltrecùi gettarlo lo sforzo ch’ogni muscolo appanna quando più d’un gradino incombe lasciata che ho la strada su per le scale che menano a miestànze in pocacàrne l’ombra mia vestita ancora vado e voglio andare (tratta dalla raccolta “Monstra”, autopubblicata nel 2014 tramite Youcanprint)
Id: 34243 Data: 11/09/2015 20:22:38
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Nato senza mani e piedi
NATO SENZA MANI E PIEDI Il non avere avuto mai completézz’alcùna in quegli estremi che bensài al raggiungere preposti punto mi tocca or che questi devices ho avuto in sorte ché la mancànz’affèrro col rinnovato tocco alle cose verso ogn’altr’assènza afferro e spesso me misuro (non la percorsa strada o qualsiasi distanza che tu voglia) con questi nuovipàssi nuovi movimenti Proprio non come quell’uomofòrfe che si vide al cine ma in fondo senti carezza nuova sa infonder questa nuovamàno ad ognigènte che passi per di qua e che tentar la voglia e non pur si stancano i tendini miei a ‘sti rinnovellati piedi che come foglie lascio poi in cima della sera Guarda questa mia novità il pezzo stesso al posto d’arto che si stacca e s’allaccia prende vita al clicco d’un pulsante come quando che s’accende luce e io vado di nuovo al mio completo (a ore se vuoi ma pur completo) e d’ognemesùra e di sorriso degno (tratta dalla raccolta “Monstra” autopubblicata nel Settembre ’14 e richiedibile all’autore)
Id: 34140 Data: 03/09/2015 14:49:40
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Polmoni insufficienti
POLMONI INSUFFICIENTI Aria che si fa sale sabbia che restalì e non ti basta mai Quand’ógni ora ha come il respiro corto ogni atto ha sempre ‘l respiro corto vedete finisce che si vive piano pur’ànche quel che si riviva ‘n fretta Il tempo stesso viene deformato s’incurva come il mio torace cos’incurvàt’e stretto e mai bastante mai e l’aria par che piova ma non t’abbasta mai pesce in boccia d’acqua fuori dall’acqua in faccia a su’ destino Io so lo so ch’un giorno pantezzerò invano l’ultimo boccone d’aria un giorno resterò così a bocc’apèrta e ad occhivuòti come fuori dall’acqua un qualchepésce fossi stramazzerò piano s’un qualsivoglia prato una scala un dove destinato ma indistinto un abbraccio Ma fin’allóra vedete comm’ che respiro gaio avido salendo dentromé rupi nocchiute per sterno accartocciato battito d’ali veloce negli uccelli accompagnando il passo del sciator il piede sempre-a-tondo del ciclista il sorriso (! oh, il sorriso che non bisogna di respiro) perfino il sorriso d’una donna Perfino e fortefòrte vivo giórnodopogiórno nel centìmetrocùbo d’aria in meno e nel respiro forzato sempre più stirato nello sforzo Ma perfino vivo (tratta dalla raccolta "Monstra" autopubblicata nel Settembre '14 e richiedibile all'autore)
Id: 34138 Data: 03/09/2015 14:37:49
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Encomio solenne
ENCOMIO SOLENNE Nel dì dunque apparte riportato, lo pilota nostro (giovine e baldo) fendeva l’aria a volovìa svelto come frusta, in libera crociera; di voglia di pugnare era sì pieno (e con lui per certo l’apparecchio suo, s’anima ésse aùto), che quando dilontàn lontano sagome alcune ascriveva agli occhi sui di velivoli inimici e non, subbito così colà diresse il suo disìo. Et accussì, quasi che uno lui fusse col pensiero, eccolo sine vieppiùpensàre imbrigarsi in fiera mischia, per scampar da lo periglio certo et da sicura improvvida lor fine du’ fragili alleati, già da molti marrani circondùti. Et comme dovea parir simile a quella di bellicoso iddio la su’ faccia in quei momenti, quale a ringhio ferino l’ululare del motore, mentre scafato piroettava – ora a dare, ora a ischivar di colpi – mentre con lo rapace occhio ogni avverso cavalier mirava! Ché un degl’inimici a sorpresa subito spacciava, et altri dui con abili manovre quinci danneggiava oppur poneva a fuga ignominiosa! Ma né grinta, né ghigno oppur fortuna recta poterno contr’al numero de’ vili: ché – da esso e non già da virtute sovverchiuto – ecco alle spalle giugnerlo alle spalle un crucco lurchio et fellone pure, che con ira manovrando di timoni e di mitraglia, uno de’ colpi l’appese in cima della schiena. Dio sol sa come (ch’anco a lui bisogna pur pensare in simili erti passi), il nostro pria come sasso, poscia come foglia il scese: che’l biplano suo, in lucida agonia per le malferme mani del ferito sballottato, alla diobòia grappò la terra in qualche modo. Sicché lo nostro campion fu subbito soccorso. E visse (lui, almeno). Visto, sehr gut. Si stampi. (Tratta dalla raccolta “Poesie dell’uccidere in volo” ripubblicata nel 2015 tramite la piattaforma online “Youcanprint”, anche in formato e-book; in occasione del centenario della prima Guerra Mondiale.)
Id: 33956 Data: 16/08/2015 17:23:20
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Stasera ne manca uno
STASERA NE MANCA UNO Ci genera al silenzio quella sedia aggiunta in più fra noi il Migliore è caduto scioccamente se si vuole scioccamente preda d’un fucile non già d’artiglio d’un color diverso lui che tàlquàl’un’àquila era sempre da tutti disegnato nel diquà e dilà del fronte Non una gloriosa cometa rossa e fiamma la sua fine un boato-stella in questo cielo che garrisce Giugno, no solo un tónfosórdo al suolo dopo il lampo-negli-occhi e lui già d’incoscienza andato a mente ferma quindi Lo ricordiamo così oggi che di tal lutto siamo certi dopo un cupo giorno d’incertezza pur che non fosse del reparto nostro così dentr’a noi lo ricordiamo con quest’assenza visibile di paglia legno mancandoci forse il cuore per la corda quella che il destino caparbio ci s’annoda al collo a noi ragionieri del piombo macellai con quàsid’àngelo le ali che in questi giorni coliamo a picco su greggi di soldati ostili a bóccasécca da nubi impeccabili d’altezza a cuore che non pensa quasi che fosse l’incombenza di potare un fico d’annaffiare un prato questo dovere infitto nella mente Ed a volte lo schiocco acre d’un proiettile nell’ale ci riscuote traccia d’un fante veterano alla paura che ormai non invoca alcun guaìto non s’aggrappa alla terra come nei primi giorni in cui tuonava il cannone Che sol questo poi a desisterci non basta ed in faccia alla morte come sempre ci anestetizza il ripeterci di nuovo che si continua ad esser “più rapidi, astuti, fortunati” (Tratta dalla raccolta “Poesie dell’uccidere in volo” ripubblicata nel 2015 tramite la piattaforma online “Youcanprint”, anche in formato e-book; in occasione del centenario della prima Guerra Mondiale.)
Id: 33955 Data: 16/08/2015 17:20:26
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Gregario
GREGARIO C’è quasi sempre un’ombra dietro me la leggo qui dall’alto fedele come un cane che mi segua nero nel dabbasso solido del suolo Qualche volta gli offrirò da bere per dovere di vita ? Che ne sapete voi del nostro sopravvivere Siamo vigliacchi sì e per nonsporcàrci di fango piaghe nonmischiàrci coi pidocchi ci s’inventa eroi per non crepare d’ore laggiù dimenticati come una manciata la bocca nella terra Qualche volta gli dovrò la vita per offrirsi a un bere che stordisca E ci s’inventa nomi a mascherar questo mestier randagio eroe ciascun di noi compagno e àngelocustòde l’altro Lui che mi guàrdaspàlle mi testimonia lieto l’operare mi consente la raffica cagna che di morte avvolge là quei due sorpresi come all’aprirsi un Maggio nel loro volo nonguardìngo quantobàsta Qualche volta gli dovrò da bere per queste vite offerte lui che mi consente il respiro a soffiar via màlipensièri che mi consente il mattare l’uccidere cioè anche nella sacralità alta che regna in ogni volo
Id: 33902 Data: 10/08/2015 13:50:24
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