I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Nel mio mondo
NEL MIO MONDO Nel mio mondo, non esistono mari da attraversare per fuggire, in mare si va per il dolce gusto di veleggiare. Nel mio mondo, non si rincorre il rispetto tra uomini di colore diverso, perché semplicemente tutti gli uomini hanno lo stesso colore. Nel mio mondo, non esistono dei confini ben delineati, il mio terra arriva fino ad un giorno di cammino da dove sono ora. Nel mio mondo, non esistono mestieri duri ed altri privilegiati, tutti sappiamo fare un po’ tutto, magari a giorni alterni. Nel mio mondo, non mancano le discussioni anche accese, ma ci si chiarisce obbligatoriamente prima di spegnere l’ultima luce. Nel mio mondo, i politici fanno i politici, ma non ci sono partiti, il popolo esprime la sua rabbia e stima senza pregiudizi. Nel mio mondo, i mocciosi ed i vecchi non vengono chiamati bimbi ed anziani, però sono consultati prima di ogni decisione, hanno follia e saggezza da donare. Nel mio mondo, metà delle persone scrive poesie l’altra metà canzoni, ma tutti senza distinzioni leggono versi e cantano a squarciagola. Nel mio mondo, il carcere è previsto solamente in un caso, per tutti coloro che vengono beccati a pronunciare la parola “impossibile”. Nel mio mondo, c’è un solo Dio, Lui c’è, si fa sentire ma non ha bisogno di rappresentanti. Nel mio mondo, gli uomini hanno sei sensi , uno in più, il respiro, se respiri vicino ad una persona che ami, senti le sue malinconie. Nel mio mondo, ci si ascolta con attenzione, e se non si sa cosa dire, si sta in silenzio regalandosi un abbraccio. Nel mio mondo, gli uomini sono uomini e le donne sono donne, ognuno felice di donare agli altri tutte le sue specifiche qualità. Nel mio mondo, ma non solo nel mio, possiamo addormentarci, sognare e provare a dar vita ai nostri sogni.
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Anima umida
Oggi sono nuvola sono nuvola grigia carica di pioggia Il vento non riesce a spostarla al vento non interessa di me Un lampo piove
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natura vera
Immergiti in un bosco e ascolta, è il suono della natura che si dichiara un alito di vento turbina foglie secche girandola di ocra arancio e rosso come trottola di bambini festanti umido mantello brulicante di vita creature sconosciuti paiono insignificanti impercettibili fantasiosi trasformatori come generatori di una energia vivente come elastico impazzito pioggia rimbalza su foglie arse precipita e ammansisce il terreno odore inebriante sale rigagnoli come scivoli di un parco accolgono trasportano spostano creano tutto muta restando uguale variazioni infinitesimali e smisurate “Dannunzieggia” l’erotismo della natura filtrano scie di luce l’umido asciuga e scaglia vapori nulla muta nulla resta uguale
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Stelle rosso sangue
Era una incantevole notte di stelle ma nessuno se ne è accorto L’aria tutta attorno era fumo trasparente ma nessuno se ne è accorto Gente sofferente urlava come il vento ma nessuno se ne è accorto Qualcuno irriverente veniva al mondo già piangendo ma nessuno se ne è accorto Uomini inarcati come vecchi pontili aspettavano il loro treno ma nessuno se ne è accorto L’acqua salata come lana di vetro ci graffiava il volto ma nessuno se ne è accorto Onde come giostre a pagamento sbalzavano fuori speranze ma nessuno se ne è accorto Vite agitate come arrendevoli tonni di mattanze siciliane ma nessuno se ne è accorto Eravamo già morti prima di partire ma nessuno se ne era accorto
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Il campanile di Riva
Batte come martello su incudine segna elevato il tempo che vizza, incalza e corre dietro ai quarti tace rispettoso solo della notte. Svetta nella piazza 3 Novembre fiero celebra il Tricolore di Trento osa lì marchiando da centinaia di stagioni patendo sempre un poco in ritardo. Da presso tremi, rispetti magnificenza e storia e proprio ora un terremoto, ma Lui immobile. Sembra ridere guardando tutto da lassù ci schernisce, siamo essere fugaci al suo cospetto. Voglio cogliere come campanile o torre voglio godere della sua vista smonto l’indugio e vado, sono dentro come un quadro di Escher Giro su me stesso infinite volte, arrivo in alto ad accogliermi il vento. L’affaccio timoroso fa tremare le gambe A trentaquattro metri il mondo è diverso. Pensavo di afferrare tutto da quassù, credevo si schiarissero gli incerti. Il lago sfavilla di luce obliqua sembra tutto stranamente trattenuto. Non riesco a comprendere nulla sembra un formicaio disordinato traiettorie incomprensibili tutto attorno vento, irreale silenzio. Le voci i rumori non arrivano tacciono gioie dolori urla e sorrisi una foto scolorita e immobile un paesaggio seducente e piatto. Un verso di campana mi eleva dall’ipnosi e tutto si fa chiaro. Per comprendere l’uomo devi scendere e sporcarti le mani. Devi impastare sangue e miele ruggine ed oro. Il campanile centenario Maestro, ha insegnato ancora.
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Attesa destate
L’estate è come miraggio d’oasi, un riflesso traslucido effervescente che fuoriesce dall’asfalto eccitato tramutandolo in evaporabile specchio. L’estate è campo di polvere e farina, sole impertinente che secca e increspa la terra, filo di vertebre ricurve che taglia spighe dorate, silenzio irreale spezzato da grilli e cicale. L’estate è giovane mare, disteso, lucido, sfavillante, arenile che al tramonto arrossito, rinnova pelle scoprendosi orfano dell’insolente calpestio ma pronto ad abbracciare i propri figli ancora. Estate, troppe volte metafora umana di ideale disatteso, è sospensione, è quella seducente idea di nuovo inizio che indugia nell’animo accartocciandolo di malinconia, rendendolo così capace di godere solo della sua attesa.
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I sogni son come respiri
I sogni sono come respiri, non puoi smettere di sognare come non puoi smettere di respirare. Anche dopo aver raggiunto il sogno più ”sognato” della tua vita, devi riafferrare la tua anima e tornare a cercare energia, spinta, forza. Sei senza scelte, puoi farlo solamente sognando ancora se ti fermi spietatamente la gola si stringe e ti mancherà l’aria, se ti seduci al raggiungimento di un sogno forse morirai più contento … ma morirai lo stesso, gettando al vento tutto il cammino fatto …
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Forza dessenza
Le persone che si vogliono bene hanno essenza d’elastico Se provi ad allontanarle, ad allungare le loro distanze arrivi in un luogo dove una magica forza le porta indietro È una forza soprannaturale, intima, circolare Ti scaraventa indietro senza darti modo di pensare velocità ed energia ne tratteggiano i colori Questo è l’unico modo per allentare la tensione Usa quell’elastico per unire insieme le anime percorri tanti giri e loro diventeranno forti assieme
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Luce obliqua
LUCE OBLIQUA C’è polvere nell’aria che respiriamo. C’è un sottile detrito attorno a noi. Non ce ne rendiamo conto ma c’è e ci osserva perplessa. Fluttua, a volte con far suadente altre invece si mostra arrogante altre ancora si incaglia in aride vibrisse, provi a liberartene con colpi di tosse. Cerchi di non pensarci cerchi di distrarla dal tuo Io cerchi con forza di convincerti continui a ripeterti che non c’è! Ti scopri inaridito al buio, un buio più nero dell’inchiostro, dilati le tue pupille, le espandi ma niente più impressiona la tua retina. Fin quando un sottile chiarore trasversalmente filtra tagliando l’aria, ecco solo ora vedi fluttuare la polvere. È come rinascita, percepisci, cogli. Ci vuole un fasciante raggio di luce per contemplare la tua polvere e nella notte dell’anima potrai finalmente avere coscienza dei tuoi errori e ripartire.
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Rivolo dacqua e Terra
Estate, temporale improvviso, energico sorprende la terra, le strade, le storie le persone fingono nel simulare sorpresa come seno che ha patito troppi urti la terra non riesce più ad assorbirne un rivolo partorito tra marciapiede e asfalto galoppa quel torrente urbano porta via foglie, carte, insetti e terra ma non smacchia le strade dell’anima s’alza una fragranza d’acqua e terra sembra essere l’unico conforto una riconsegna all’origine ancestrale c’è qualcosa di mistico in questa scena qualcuno Alto sopra di noi lo commemora ci ricorda senza sconti la nostra piccolezza … la Madre Terra
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Giro giro tondo
Giro giro tondo casca il mondo casca la terra tutti giù per terra Giro giro tondo casca un sogno i bimbi fan la guerra tutti giù per terra Giro giro tondo casca un lampo stermina un campo tutti giù per terra Giro giro tondo uomo conti niente decide il potente tutti giù per terra Giro giro tondo ci incartano i pensieri crediamo siano veri tutti giù per terra Giro giro tondo vogliono donarmi la pace con le armi tutti giù per terra Giro giro tondo siamo tutti buoni odiamo i gommoni tutti giù per terra Giro giro tondo facciamo donazioni ma fuori dai coglioni tutti giù per terra Giro giro tondo cibi salvaguardati humus avvelenati tutti giù per terra Giro giro tondo educazione assente ragazzi senza mente tutti giù per terra Giro giro tondo ragazzi di domani parcheggio multipiani tutti giù per terra Giro giro tondo uomo centro del mondo rispetto per la vita giochiamo la partita
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Silenziose urla
Angeli spiumati, voli abbattuti Urla cancellate da cancelli scalcinati scalciano vergognosi versi e sorrisi tagliati Porte piombate accostanti e accostate purezza d’anime, lacerati lacci Testa e cuore come clessidre capovolte sabbia scorre lenta allentando l’onta … tutto attorno bolle di scivoloso sapone sterilizzano l’esteriorità
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SLIDING DORS, rimpianti al buio
Se avessi potuto e voluto studiato di più, sarei ora veramente un affermato cardiochirurgo o precario in un misero ospedale di periferia? Se avessi superato quell’irritante esame al conservatorio, sarei diventato un affermato concertista o un insignificante insegnante di chissà quale scuola? Se avessi dato tutto me stesso nello sport, avrei magari meritato una finale olimpica o sarei stato un fallito idealista in perenne lotta al doping? Se l’oratorio non avesse riempito le mie giornate d’estate, avrei conosciuto la manualità e l’autenticità di un artigiano o avrei percorso strade bucate come alcuni compagni di gioco? E… se avessi creduto nel mio unico grande amore, sarei felice di avere l’agio di sapere che nulla uniti è insormontabile o abiterei ugualmente la mia solitaria disperazione? L’uomo ha bisogno di rimpianti, di rammarichi, di nostalgiche nostalgie, ne dissemina in modo irregolare nel cammino che è l’esistenza, sono alibi e salvagente che lo aiutano a giustificare l’incompiuto presente
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Luna
Luce di ovatta, ombre accennate, rifrazioni d’argento spettatrice notturna di letizie e spasimi umani scudiera di cavalieri desiderosi di fervori d’amore riservata e giovane come acqua di sorgente che scendendo prospera fino a osare inesorabile nell’anima
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Tram,ultima corsa
Mi ci hai portato alcune volte sul tram Era il tuo mondo, ne hai fatte di corse Ne hai accompagnate di persone Estate, inverno, pioggia e sole Chi correva chi leggeva chi si baciava chi dormiva Chissà grazie a te quante singoli si sono intrecciati Quanti appuntamenti sono stati raggiunti Hai incrociato tante vite, tante storie Io ho incrociato la tua, Grazie Dio del regalo Ora hai raggiunto il capolinea Hai fatto scendere tutti quanti Anche tutti noi cari, tutti assieme Stai lentamente andando verso il deposito Comunicazioni interrotte… Papà…papà…niente sei assente In uno slancio estremo a volte apri gli occhi Sembri capire …. Non lo so, non lo sapremo mai Ripeti gesti automatici continuamente Ti copri, ti scopri, sembra come volessi scendere Scendere da quel letto un tempo riposo ora gabbia La mente ha interrotto le comunicazioni Chissà dove sta viaggiando ora Papà dove cazzo sei…ti volevo salutare Papà così non vale non è giusto Dieci minuti, chiedo solo questo Dio donami dieci minuti in cui possa riaverlo con me Dirgli che il gioco più bello da bambino Erano le corse sul suo tram Dirgli semplicemente una cosa Papà ti voglio bene Grazie per tutto quello che mi insegnato Non con le parole ma con la tua vita
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ciao papà
Sei andato via così all'improvviso senza un tempo senza un preavviso secondo i medici oramai eri lontano ma io con paura ho stretto la tua mano Ti ho guardato dritto ed ho sorriso una dolce lacrima solcava il tuo bel viso poi sei andato via da questo mondo ingiusto ed io mi sento solo nessuna cosa ora ha gusto ciao Papaaaaaa ti amo
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es
Gestualità evanescenti sfilacciano crinali traslucidi d’eclisse Ventre molle come nettare primitivo Barbagli d’essenza disattendono velate falangi Presenze dondolanti come ciottoli sconnessi Valli pendii colline anfratti
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Namico stronzo
Se ce fosse er campionato de li stronzi tu te classificheresti ar primo posto C’hai na faccia che ar solo riguardalla me fa prude mani e inturcinà e budella
N’ho beccate de persona farabutte ma tu caro amico mio le freghi tutte T’avo data na fiducia come an frate... e tu brutto 'nfame me n’hai combinate
Tante vorte io co te ho lasciato core ma stavorta nun te sei regolato M’hai tradito e mai spaccato er core e co mi moje come ladro sei scappato
Mo co che faccia ta presenti qua a testa bassa co la voja de parlà? Me chiedi scusa e voi sistemà li conti ma n’è passata d’acqua ormai sotto li ponti
So stato mesi in cui manco ho magnato a domannamme dov’è ch'ho sbajato? Mo finarmente che c’ho belle sensazioni voi ritornate in coppia a rompe li cojoni?
Mo caro mio tu che vorresti fa? tornà alla vita de quarche anno fa? Aspetta ‘n attimo e famme pià più fiate che amico mio mo me ne faccio de risate
Te sei pijato sta cambiale a vita e ormai te senti senza via d’uscita? A garanzia su mi moje è ormai scaduta quindi ripiate li pacchi, quella è l’uscita
Nun sempre le disgrazie che ce ariveno sur collo cor passar der tempo se confermano poi tali A vorte so fortune che capimo un po' più tardi ce fanno aprì l'occhi e allontanà li mali
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padre e figlio
Vorrei condividere più tempo con lui, ma c’è il lavoro … A volte lo avverto, prova, azzarda tenta di tenermi il broncio Poi, quando torno e lo chiamo per nome, mi salta al collo Mi guarda con quegli occhi scuri e sinceri, mi stringe così forte Smania i giorni di festa perché posso donargli più tempo Diventa una gioia andare insieme al parco per alcune ore A volte mi fa fare delle corse che il cuore mi arriva in gola Poi lo raggiungo, lo abbraccio, lo accarezzo e lo riporto a casa È buffo vederlo mangiare, imbratta tutto, la tavola sembra “esplosa” È capriccioso, non c’è omogeneizzato o brodino che gli piaccia Quando deve fare certe cosine poi, aspetta sempre l’ultimo lampo E via, nuove corse forsennate per dribblare sedie e conquistare il bagno È semplice andarci d’accordo, lui ha solo due desideri da soddisfare Sempre quelli ad ogni ora del giorno, coccole e dolci di ogni forma Per le coccole non c’è problema ma per le caramelle ci sono complicazioni Ha il diabete, beh sì, mio padre ha il diabete ed io lo amo
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Astro del ciel
Luci palpitanti, ornamenti apparenti Astro del Ciel, pargol divin, Mite agnello, Redentor Nastri, pacchi, strenne, molti per dovere, come fardello Tu che i Vati da lungi sognâr, Tu che angeliche voci annunziâr, Ricerche affannose, spinte, urti, tempo sfuggente e fuggiasco Astro del Ciel, pargol divin, Mite agnello, Redentor, Palmi e braccia rigurgitanti di involucri Tu di stirpe regale decor, Tu virgineo, mistico fior, Intralcio vivo “un centesimo ho fame?” Senza decelerare,”non ho soldiìì” Astro del Ciel, pargol divin, Mite agnello, Redentor, L’ho visto prima io è mio Tu disceso a scontare l'error, Tu sol nato a parlare d'amor, Venticinque, come fosse un dente tolto, esame passato Luce dona alle menti Pace infondi nei cuor Luce dona alle menti Pace infondi nei cuor
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Il bue della mangiatoia
Sono qui con mio fratello un simpatico asinello tutto attorno gran fermento aria strana ora sento
mi hanno dato una mansione fare il termosifone perché il freddo è pungente e l’ambiente ne risente
non è proprio un posto bello per far stare un bambinello quindi diamoci da fare per poterlo riscaldare
mentre fuori tutto muove osa gente d’ogni dove giunge a render giusto onore a Gesù nostro Signore
io non lo conosco bene e non so da dove viene ma sicuro tanta gloria si da solo a chi fa storia
certo che questa giornata mai sarà dimenticata posso dire a onor del vero che fortuna che io c’ero
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Sonetto di Natale
Ho scritto una bella filastrocca sul Natale pensavo fosse semplice poterla immaginare poi quando ho provato a buttarne giù il testo mi son reso conto che serviva un gran maestro
Perché ci vuole poco a diventar banali a scrivere dei versi che sembran tutti uguali parlar di stelle d’oro di luci e regalini o dire che il Natale è la festa dei bambini
Invece io volevo trovare un modo nuovo per far capire al mondo tutto quel che provo ma l’anima è in subbuglio nel cuore c’è scompiglio
Forse è proprio vero che ci vuol semplicità la gioia del Natale è davvero tutta qua allora auguri a tutti, di immensa felicità
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Nonno Natale
Quanno ch‘ ero ragazzino, der Natale respiravi l’atmosfera aspettavi n’anno intero pe scartà quei du miseri pacchetti oggi a sti monelli je potresti regalà puro na mongolfiera che te farebbero forse a grazia de fatte du mezzi sorisetti
A verità è che oggi co sto monno consumista nisuno a Babbo Natale je spedisce più na lista sti nipoti mia tutto l’anno so circonnati de modernità e abbiti firmati
Sarà che ormai Natale è quasi tutto l’anno ma intorno a me na cosa va sempre peggioranno tutti li magazzini pe spignete a comprà decidono che ar Natale a data devi cambià
Così te capita che all’inizio de novembre un ber matino sulli scaffali già ce trovi panettone e cotechino ma cavolo a Natale mancheno du mesi ma solo a pensacce già all’amo semo presi
L’addobbi pelle strade poi quanno arriva er Santo so già mezzi rotti stanno là chissà da quanto me piacerebbe tornà a quann’ero ragazzetto che er ventiquattro sera non volevo annà a letto
Volevo aspettà in piedi l’arrivo der Natale scartà li regali mia insieme alle persone care oggi fai la conta e te guardi tutto attorno e quelli a cui tieni so in giro pe mezzo monno
Me dicono che esaggero che so’n vecchio rimbambito ma seconno me so loro che poco c’hanno capito non sanno più qual è er senso vero der Natale se so persi na gran cosa e nessuno più jela po’ ridare
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Come mare puro a schiuma nera
Ed è di nuovo sera DOLOROSAMENTE sera Anche oggi niente oro voce, occhi, bocca, odore … niente “sale” dagli occhi scende libero autonomo come mare puro a schiuma nera irripetibili da subito senza fine l’impossibile era vero tra noi l’impossibile era ora cadrà via sottometterà il tempo o forse arretrerà NON si può comprimere l’aria anche se TRASPARENTE Lei vuole espandersi Io lo voglio Io La voglio respirare Dio illuminami Concedimi il tempo dell’agire e riscoprirla ancora, ancora più mia
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Fino all’Atma più umida
Basta incrociare gli arti ad arte non serve altro per giungere al settimo di Saturno e attraverso le stelle arrivare al Mobile tu, Rosa Candida tra le Rose La carnalità di Venere incontrata nel terso terzo dove io con atto prepotente dimorerei Francesca non serve ora È l’essenza che trasuda le dita è umus, è linfa, è liquor, è sangue qui scorre Shindu fino all’Atma più umida Ora il kama lascia il posto al Moksha Ora tutto è purezza Questo desidero
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Il buco della serratura (p.visiva))
E sì è vero! Come vorrei tante volte gettare il mio occhio assai curioso nell’oscuro buco della serratura altrui. Aver l’agio di guardar senza esser visto Vedere cosa gli altri nascondono oltre i muri che alti ergono. Sarebbe bellissimo poter ascoltar la voce dei loro pensieri più umidi poterne anticipare le mosse sarebbe perfino cosa divertente Rimarrebbero tutti a bocca aperta Quando tronfi anticiperemmo l’agire No forse no?L’essenza intima del vivere è l’esser sorpresi in ogni istante, ogni ora Questo rende la nostra vita così eccitante
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Dio Sole
pioggia, infinita pioggia domenica speranzoso affaccio sole, tepore, sorriso energia ritrovata voglia di andare Divino Dio Sole Assoluto inarrivabile Natura essenza primordiale uomo diverso e uguale semplicità purezza
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Il punto più erotico
C’è un punto preciso del tuo ventre una curvatura appena sotto l’ombelico che farebbe impallidire Afrodite smarrire Eros uscir di senno Apollo forse solamente Zeus avrebbe l’agio di guardarlo rimanendo sapiente ma anche lui dolcemente ma inesorabilmente cederebbe al desiderio di accarezzarlo
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autunno
L’aria fresca del mattino regala il primo brivido come fa il primo bacio ad un giovane amante La purezza dell’azzurro del cielo schiarito dalle prime calde piogge ricorda occhi scolorati dalle lacrime della prima delusione d’amore La notte sempre più arrogante il giorno sempre più remissivo simulano il precario equilibrio tra passione e sentimento Funamboliche foglie rosso arancio rami ossuti rimasti nudi come arrossite passioni che si cercano strappando via i vestiti
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Profumi dodore
Pioggia d’estate, terre umide luci colorate pastorelli e muschio erba falciata, coccinelle e grilli Scontri d’onde, salsedine porto, urla di gabbiani pineta, resina, celate presenze Letto, esplose passioni pelle di neonato, talco riccioli di matite colorate Pane caldo, morbido mantice filamenti di zucchero e miele caldarroste accartocciate Cuoio, segatura, antichi mestieri vernici, colle, finestre accese asfalto caldo, erronee impronte
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Semplicemente acqua
Muove sopra la pelle rincorrendone le curve più nascoste carezza gole arse regalando energia al loro canto avvolge membra stanche donando freschezza primordiale trasporta uomini disperati speranzosi di vita migliore abbraccia il cucciolo prenatale nell’utero genitrice dono prezioso, incomparabile, unico, vitale . semplicemente acqua.
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Il paese dai tetti doro : la malattia mentale
C'era una volta il paese dai tetti d'oro gli abitanti vivevano a modo loro. I giorni dispari erano tristi i giorni pari erano ilari. Le case eran lì tutte attaccate sembravano brutte e deformate ma solo per chi le osservava da fuori perché da dentro eran belle e a colori. Parevano case in movimento alcune prive di pavimento ma non importa non c'è da obiettare chi le abitava sapeva volare. Da questo posto particolare è assai difficile potersene andare un campanile al centro controlla che nessun esca dalla sua bolla. Una mente che viaggia non è lineare bisogna capire, saperla accettare volare in alto passar la frontiera usare le ali o una mongolfiera. Tante finestre ci son sulle case un bravo artista le ha disegnate ma non ti accorgi se sei un po’ disattento che è assai difficile guardarci dentro. Spesso son chiuse, appena accostate da molto tempo dimenticate dentro il silenzio nei fragili cuori ma tanta voglia di venir fuori. Ecco una strada per andar via colori in musica e fantasia perché ogni mente ha la propria ragione basta cambiare l'angolazione
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Lamore magnetico
Niente è più unito delle piccole particelle che compongono una calamita, c’è un illimitata energia che le tiene unite tutte insieme, c’è davvero magnetismo, davvero attrazione c’è una forza che insieme va nella stessa direzione … Quando qualcosa si rompe però … puoi metterci tutto il vigore della natura puoi provare ad accostare i pezzi ma … questi inesorabilmente si respingeranno
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Li genitori nostri (vernacolo romanesco)
Ma n’ vedi mo che machinone sta matina me fa sentì come na nobile regina Na vita spesa tra fornelli a cucinà sempre de corsa a casa a rassettà Se passava na giornata a intruià manicaretti pe da ‘n po’ de ristoro a l’omini mia poveretti i piccoletti poi, se ne so’ annati via e m’hanno fatto nonna, questa è a gioia mia Mo era quarche anno che cor marito mio stavamo soli soletti, aspettanno er bon Dio Aspettevamo Lui che c’e piasse accanto ma quanno se n’è annato, Madonna quanto ho pianto Ora restavo sola, na visita de corsa La vita che voi fa, ha ‘r tempo suo và morsa Preparavo li dorcetti pe fii e nipotini Ma spesso finiveno a riempi li cestini Na povera vecchia pretese nun po’ fa Lo sa che li ragazzi c’hanno sempre da fa Ed ora che sto qui distesa ar machinone Guardanno attorno me, me sta a venì ‘n magone Anvedi come piagneno, so proprio disperati li fii li nipotini e tutti l’invitati Allora quarcosa bona l’ho fatta ne sta vita me stava a venì er dubbio, ma mo me so chiarita La storia mia è uguale a quella de tanta gente che fa tanto na vita e paro che nun fa niente A tutti li fii, de mamme come me volevo di na cosa, l’avessero detta a me Amate li vecchi vostri, amate e lor virtù quanto ve mancheranno quanno n’ce saran più.
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a quattro mani
Alba serena e fresca, città vuota musica compagna di dolci pensieri prendo in prestito parole altrui per lasciarmi andare ad emozioni forti salgono lacrime, scolorano gli occhi schiudono percorsi che conducono a te tu unica, sai dare e togliere il fiato
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degli occhi e delle mani il cuore
nuvole basse di nebbia sguardo posato sull'otto graffi ramati dell'Horus miele intinto di semi Ipno elargisci il vero ferma il tempo ora
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Du ombrelli chiacchieroni ( vernacolo romanesco)
Stava fiero in bella mostra là in vetrina Tutto tronfio sopra a‘na mantellina
Era stato in magazzino pe’ n’estate E mo aria! Che le piogge so’ aritornate
So sei anni che me faccio ste scalette Ma nisuno de chi passa me scejette
Caro mio, ja rispose er collega giovinetto L’omo è strano e nun mira all’essenza der soggetto
Nun controlla s’er tessuto è tosto e resistente Pensa solo all’aspetto, a la moda ricorente
Ch’io poi, amico mio c’avrei puro un ber motivo Ce l’ho appittato dentro, nu lo fò vede so schivo
E che vordì mo sta parola, nun sto dì che nun è bella Vordi che se me apri ar chiuso de sicuro porto jella
Seconno me ce conviene stasse zitti e nun fiatà Ma t’ammaggini che vita quelli ch’escheno de qua!
Tutto er giorno sotto l’acqua a lottà cor freddo er gelo Mentre noi qui ar calluccio, a me nun me pare vero
Caro mio sarai pischello ma c’hai già un ber cervello C’hai l’idee assai precise che da me so condivise
Stamo qui tranquilli e carmi che a fine de giornata Nun saremo giù per tera in un angolo de strada
Questa storia c’ha na morale ma a nisuno vo’ insegnà Quanno fai na scerta seria, senza fretta a devi fa
L’omo spesso se’nnamora delli sfarzi e l’eleganza E nun pensa a cose serie, se dimentica a sostanza!
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Datemi Trilussa!
Voglio scrivere così in diretta senza pensare senza metrica ne schemi o altro da rispettare senza nulla che limiti la mia infinita fantasia giusto una qualche rima per filare in allegria è di dominio pubblico e anche cosa risaputa che l'animo del poeta è un cassetto di tristezza calmi! ho visto già che la rima era sparuta ma l'ho recuperata attingendo alla destrezza ed ora proprio qui in questa sede altolocata un appello lancio alla poesia un poco scanzonata ed alla faccia degli ermetici e della prosa russa voglio eleggere a mio mentore Salustri er sor Trilussa
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Lultimo regalo di un piccione morente
Era lì in strada, sognante, affamato, distratto Il tenero piccione sordo al frastuono cittadino Il collo svoltava come giostra di cavallin scarlatto Aimè lo sguardo avanti attratto da voce di bambino Era lì in strada, sognante, affamato, distratto In un istante la nera falce da tergo lo fermò Un lunghissimo palpito, rallentato come scatto Come amo una foto nella mente mia agganciò Era lì in strada, sognante, affamato, distratto Al passaggio di altre falci ora accade cosa strana Come fiocchi di neve l’ultimo regalo che ci ha fatto Le sue piume nell’aria a rallegran come campana
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Quando si raccontavano le favole
Orchi elfi principi e fate Mille colori e tinte sfumate Mondi fantastici regni fatati Fagioli magici specchi incantati Cavalli alati castelli merlati Draghi di fuoco incantesimi urlati Unghie capelli code di scorpione Per preparare una rara pozione Quanti ricordi di un mondo bambino Dove l’eroe era mago Merlino Quanto vorrei credere ancora In questo mondo che vita scolora Vorrei l'agio di tornare immaturo Guardare il mondo con occhio puro Sarebbe bello ascoltare mio padre Credergli ancora se narra di spade Bisognerebbe tornare a sognare Chiudere gli occhi e iniziare a volare E come ET con la sua bicicletta Lasciare il mondo alla sua fretta C'è sì bisogno di un po’ di fortuna Ma quanto è bello puntare alla luna
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Na via de mezza...cavolo
Pensavo poco fa dopo letta l'urtima suvvia ma ce sarà na via de mezzo pe scrive na poesia io nun dico de fà rime amore e core ma però manco ste cose così profonne e così oscure me pare che se debba pe forza trovà er termine rimbombante come se fosse peccato poi se la capissero più de tante sinceramente n'ho viste de frasi caricate mamma mia che festa da fatte girà lo stommeco e veni er mar de testa scrivete si forbiti ma con semplicità perchè l'arte è bella quanno che a tutti sa arivà ho visto tante regine re e quarche conte che non capisci un c..... se non leggi cento vorte ..... e chi s'offenne paga da beve!
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Rimpianto damore
sfiorarsi come una carezza che non tocca volto un’onda incerta, incapace di trovare la sua riva un treno che dolorosamente vedi allontanare
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La memoria del tempo
Il tempo a volte riesce a perdere memoria della nascita del conflitto ti scopre in silenzio senza neanche ricordarne l’origine Se lega un lieve vento ricorda ogni particolare non riesce a riprendere la rotta se non accoglie o esige attenuanti Ma se unisce una tormenta, non da valore alcuno all’accaduto non ha interesse a cercare colpevoli, avverte il vuoto e desidera solo colmarlo
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Colori in strada
I colori sono la naturale essenza di tutto ciò che ci circonda, riescono a dare una definizione precisa ad ogni nostro ricordo. Quando abbiamo unicamente frammenti di memoria ci capita che affiorino proprio un profumo, un rumore, un colore. I sapienti affermano che in realtà i colori che noi percepiamo non sono reali. Un oggetto che si mostra rosso ai nostri occhi, è siffatto perché, colpito dalla luce, non assorbe tale colore e quindi lo riflette … e sì … è tutto tranne che rosso. Che buffo, sarebbe come dire che una persona che ai nostri occhi appare traboccante d’amore in realtà lo sta respingendo? … io preferisco pensare che allora ce ne stia facendo dono. È pur vero che i colori che incontriamo sul percorso della vita, spesso non sono facilmente comprensibili, il semaforo che ci si presenta davanti ad ogni incrocio cambia spesso tonalità. Rosso non è soltanto l’amore o la passione, il rosso è un’occasione che ci viene offerta, un minuto dove siamo obbligati a stare fermi, a prendere una pausa dalla frenesia della vita, che troppo spesso non ci concede neanche il tempo per riordinare i nostri pensieri. Giallo non è soltanto il sole o la duna di un deserto, il giallo è il rendersi conto di essere fuori rotta, in ritardo, ma con ancora l’agio di fermarsi in tempo, prima che sia troppo tardi Verde non è soltanto il prato o la speranza, il verde è il momento giusto per andare, per prendere le decisioni, per rimettere in moto la nostra vita ad ogni crocevia che ci si presenterà davanti. Incroceremo nella nostra vita tutti i colori possibili con le più svariate sfumature, l’importante è sapere che arriverà il nostro verde, bisogna solo saperlo aspettare o meglio ancora andarselo a prendere.
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Er colesterolo ( vernacolo romanesco)
ER COLESTEROLO Sto davanti a sto piatto de insalata perché questa è la dieta a me assegnata Era er tempo de du esami de controllo che oggi è prassi da seguì er protocollo Er dottore s’era poi raccomannato “Mo so anni che nun vieni controllato” Jo dato retta e me so cacciato er sangue e da allora che lo stomaco me langue Le risposte quasi tutte erano bone tranne una che ancora sa rimpone “Caro mio non te poi da lamentare ma na cosa ce fa ‘n poco preoccupare!” “ C’hai er colesterolo a livello de campione qui ce tocca da cambià alimentazione” “Via li fritti, li grassi e ogni cosa ripassata da domani carne lessa e abbuffate de insalata” Già sto fatto che parlava ar prurale me scoteva il nervi da sta male Io ch’ adoro la cucina romanesca ma dovevo da scordà trippa, cacio e ventresca De carciofi fritti poi, nun se po' sentì l’odore quanno a tavola me setto vedo a faccia der dottore A mi moje quella, nun je pare cosa vera me controlla cor fucile, pare na carabignera Ma io ora ve domanno a voi tutti che leggete ma ve pare questa vita, io me sento pesce in rete So diventato triste, e questo certo è ‘n fatto quarcuno m’ha puro detto “ma che t’è morto er gatto?” Penso che na vita ce se deve regolà e ‘n nessun verso devi da esagerà Li antichi ce dicevano, e quelli ne san de più ricordateve belli che in mazzo stà a virtù Quindi da domani me dò na regolata me magno la verdura ma a fianco a na frittata!
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Bilancia
L’uomo c’è quando apertamente richiesto L’uomo ci sarà quando ci sarà in ogni caso Il potente c’è quando può ostentare il suo ego Il potente ci sarà finché qualcuno adulerà il suo potere Il maestro c’è quando c’è l’allievo Il maestro ci sarà finché avrà saggezza da donare La bellezza c’è quando ci è riconosciuta La bellezza ci sarà finché saremo i primi a credere in noi stessi Il cuore c’è finché la ragione è sopita Il cuore ci sarà finché la ragione sarà sopita La ragione c'è finchè il cuore bussa lentamente La ragione ci sarà finché il cuore busserà lentamente L’amicizia c’è e ci sarà finché il cuore e la ragione troveranno la giusta corrispondenza L’amore c’è e ci sarà finché il cuore e la ragione non conosceranno armonia
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Il volo
Deve essere bello volare contemplare tutto dall’alto Deve essere bello volare vedere il viaggio della gente e capirne la rotta Deve essere bello volare sentire il vento che lusinga i lineamenti Deve essere bello volare essere padrone del tempo per definire dove e quando venire giù Deve essere bello volare approssimarsi al sole e a Dio Deve essere bello volare e capire che il sole e Dio sono la stessa idea Deve essere bello volare non distinguere le persone piccole dalle piccole persone Deve essere bello volare e farsi un’idea vergine senza pregiudizi Deve essere bello volare Deve essere bello volare Ma deve essere ancora più bello quando a farlo è la genialità e l’immaginazione Quando non conta l’altezza che raggiungi ma quanta polvere rimuovi dal bambino che affiora in te
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Il pettirosso
Un pettirosso trascurando la nativa ritrosia, si approssima contemplando non mostra spavento alcuno, non sembra temere l’uomo forse la fame lo muove all’incontro forse la curiosità di quell’essere buffo l’uomo si appressa furtivo, non gode alla sola visione come a voler raccogliere attratto da così innata grazia un balzo del porporino ed incanto evaso l’uomo perde spesso la bellezza per voler troppo possederla
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Il mio albero
Ho incontrato un albero Là, dove la città finisce e si ferma anche l'ultimo treno, grovigli vegetali immobili come sculture aspettano cure Incontro un albero, fiero, sembra nascere dall’asfalto lo solleva, lo ingloba come cellula fagocitante. Non sa neanche Lui cosa sia, forse un faggio, forse un salice, ma non piange, é orgoglioso come libero stallone sul bordo strada. Come antica torre merlata che dominava valli feudali Lui domina strade e palazzi privi di architettura, nuove bidonville Non perde mai foglie, non conosce stagioni come amore di madre, protegge sempre chiunque lo abbracci Dà refrigerio a disperati sognatori che attendono di viaggiare oltre, oltre quell'ultima fermata, stanchi e speranzosi di rivincite Oggi, in una giornata vuota, sembra essere l'unico mio compagno, l'unico essere vivente capace di capire ciò di cui ho bisogno.
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Lattimo
Ci siamo … il momento è quello giusto è giunto il tempo dell’azione hai calcolato ogni eventualità, sei pronto! Accorda tutte le tue energie osserva l’ultimo vagone dell’ultimo treno salici sopra ora o sarà troppo tardi Ti sei preparato intensamente per questo sai che forse la vita non cederà un'altra possibilità scaccia via gli ultimi incerti concentrati come non hai fatto mai eccita i tuoi muscoli ascolta lo scorrere del sangue nella tua meditazione … cosa ti succede? il treno è in partenza … tu non sei sopra … sei nuovamente rimasto a terra Da sempre l’uomo è alla ricerca di qualcosa che non ha si prepara a fronteggiarlo nel migliore dei modi inesorabilmente poi, lo lascia scappare perché quando arriva non sa riconoscerlo
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viaggio nel tempo
Vorrei poter governare il tempo Aver la forza per poterlo scortare avanti e indietro Vorrei poter riemergere ogni volta dentro antiche emozioni come onda che continua a ritrarsi per poi distendersi nuovamente vorrei avere l’agio di cambiare l’accaduto e scoprirmi diverso come rettile che cambia pelle ad ogni stagione vorrei avere davanti a me vecchi bivi per poter reimpostare le opzioni come cavallo che può saltare aggirare o rifiutare un ostacolo vorrei anche tuffarmi avanti, scoprire cosa apparirà viaggiare su macchine volanti come in un film psichedelico vorrei poter capire prima di ogni scelta cosà aspettarmi come navigatore che imposta un viaggio prima dell’avvio vorrei decidere di decidere senza condizionamenti come moderno Crusoe su un‘sola deserta aspettare il sorgere ed il tramonto del sole libero di vivere dolcemente il presente
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La misura delluomo
Se combatti il male con il male cosa ti distingue da lui? Se odi l’influente ma brami il suo potere cosa ti distingue da lui? Se non sopporti l’ignorante ma non accetti insegnamenti cosa ti distingue da lui? Se biasimi l’ignavo ma non sporchi le tue manicosa ti distingue da lui? Se disprezzi il freddo ma non incendi la tua umanità cosa ti distingue da lui? Troppe volte solo per movenza apparente riconosciamo le nostre piccolezze numeriamo le nostre limitazioni Ci rivestiamo dei drappi altrui ci diciamo preordinati a mutare pensiero ci proponiamo di non commettere i medesimi sbagli La natura di un uomo invece, è la misura che passa dal proposito al fatto dall’idea all’azione dal pensiero alla coerenza
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il filo
IL FILO C’è un filo sottile tra sarebbe e sarà C’è un filo sottile tra passato e presente C’è un filo sottile tra sogno e realtà C’è un filo sottile tra animo e mente Un giorno qualcosa di nuovo accadrà Quando la notte si vestirà a festa Quando una lama lo spezzerà Per indicarci la strada maestra Forse sarà una intuizione Un dardo tracciante nel nostro io Forse saranno nuove persone O la luce del nostro Dio
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Clochard
CLOCHARD Cartoni matidi, odore penetrante Angoli angusti vestiti di casa Occhi tristi sconfitti spenti Rabbia repressa mal celata Fumo malato irradia il respiro Lenti passi come pendolo Mani segnate volti sporchi Ghiaccio fuori e dentro l’anima
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Ancora tristi addii
Una mattina bagnata dal dolore un porto arrotolato nella nebbia una nave traboccante di miraggi una valigia ricolma di memorie un bianco fazzoletto scosso al cielo un saluto a culle e donne già distanti un ragazzo troppe volte lacerato uno spazio d’espressione mai trovato una giusta fame di risarcimento uno zaino troppo pieno di rinunce un futuro disegnato a tinte scure una voglia immensa di cambiar colore Proprio ora, come un tempo l’uomo spiega le sue vele per dar voce al suo tacere
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Il giunco
Un germoglio si agita, scalpita, preme, si dimena l’umida terra, dona tutta l’energia di cui ha bisogno, imprescindibile forza capace di indicare la via. Lo sforzo finale, un inchino, il tepore del sole come premio. Una nuova condizione, appagante ed ignota, seducente e misteriosa, impeto ed incertezza sono compagne di viaggio. L’uomo della terra, condivide lo stesso destino, fa dono della sua esperienza assecondando le naturali curvature, guida e dirige in crescendo, con la bacchetta della devozione. Offre puntello nei momenti difficili, calore e riparo nelle stagioni fredde, dona il giunco a sostegno di esitazioni ed incerti. Mai felicità fu più intensa di quella vissuta insieme, mai ostacolo più leggero se affrontato in un abbraccio. La gratuità di un dono, supera le vulnerabilità della vita.
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Assenzi di sensi
Or manca il senso in ogni cosa, or mancan i sensi in ogni istante la vista avvezza regina, comprese che al buio fu cosa effimera l'udito carezzò dolcemente l'anima sussurrando brividi irrefrenabili il gusto regalò sapori sconosciuti, dolce nettare dai riflessi salmastri il tatto d'argento delicatamente seguì, delineò, scoprì, insenature ignorate fin allora l'olfatto ... concesse il tuo odore … che ancor impregna e impregnerà il mio intimo
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Vissuti
Sonoro crepitio, impronta d’autunno, tutto attorno rosso Spuma di iodio, vento, granelli vitali di vetro negli occhi, sole Melodie da griglie, luci rosse intermittenti, file di moderni schiavi Pesanti scatole, piene di altre scatole, piene di altre scatole, vuote Schizzi di colore, pennelli secchi, tele strappate ma non per tecnica Caldo Freddo, frenetico immobile, geniale rigido, libero suddito Giravolte, rotonde, circolari, circuiti, stessa partenza stesso arrivo Frenesia, ritardi, avvisi, corse, divieti, libero arbitrio orientato Essenziale sparito, utile raro, superficiale agognato
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Figlio
Ho appena ricevuto il terzo premio al XIII Concorso Nazionale Les Cahiers duTroskij Cafè sul tema "Figli miei" ed avevo voglia di condividere con Voi la mia gioia.
Sangue del mio scorrere aria delle mie vibrisse battito del mio polso
futuro del mio futuro pagina da scrivere arbusto flessibile ... treno senza fermate entusiasmo dimenticato energia inesauribile
sole negli occhi caldo nelle viscere luce nelle dita
onnipotenza percepita vita vera pregustata mente in rodaggio
attesa speranza amore
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La bella copia
ho voglia di scrivere qui... direttamente sul sito, in bella copia quella copia che da bimbo consegnavo alla maestra da allora quante brutte, figlie di accesa miopia quante speranze e delusioni vestite di realtà mesta
quando guardo indietro di molte cose son fiero mi lusingo mi agio mi sento un semidio poi nel chiuso dei pensieri mi accorgo di quel nero mi ritrovo e il disincan...to si appropria del mio io
si dimena forte un onda di se di ma di se avessi fatto rimpianti di azioni e di tentennamenti lievi dubbi che al son pensarci mi fan diventar matto certezze che al sole sciolgon come nevi
la vita è proprio questo pensare e ripensare tornare con la mente cercar di reinterpretare apprendere ogni giorni dai fatti e dagli errori per ritornar bambino e comporre bei lavori
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Scrivere senza cuore
Ho un romanzo fermo là sul davanzale Non so tradirlo quindi non proseguo innanzi Ho un romanzo fermo là senza finale Ma or la testa gira come te che danzi
Il narrato è noto vuol aria e fantasia Ma aimè non posso se il vero muove via La realtà spesso è fonte di fervore Ma mente non s'accorda se non respira amore...
Perché poeti tutti scrittori e scribacchini Sanno bene che non si esige invenzione Sanno che necessita un cuore da bambini E sol amore puro per dare ispirazione
Quindi inutil è provare a torcere meningi Non serve a niente il sogno non è così che vinci Puoi spingere a forza il sangue al tuo cervello Ma il sangue vuole il cuore e vuole solo quello
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Delusione
Quando a deluderti è una persona che risiede nel tuo cuore il dolore è davvero feroce Fai una gran fatica a spingerla fuori dal tuo intimo Quando poi, con estrema sofferenza, sei convinto di esserci riuscito, rimane testimone violento un gran vuoto Può accade che istintivi ricordi riempiano la voragine, ma la razionalità del presente, inesorabilmente, torna a scavarla
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Discarica
DISCARICA Sgangherate lavatrici, oblò come occhi aperti sul passato Tubi catodici cubiformi bloccati su crateri lunari e guerre verdi Reti smollate sfiancate da pesi e passioni Sacchi colmi di frammenti di case rinnovate solo in apparenza Giocattoli un tempo conservati ora dolmen di maturità approdate Scarpe lise colme di passi, scarpini slacciati pieni di corse e ricordi Sedie zoppe, armadi senza scheletri, scheletri senza armadi Libri strappati, odiati, amati, sottolineati, pieni di briciole Cartoline, diari, lettere, quaderni, come appunti di viaggio violati Farmaci scaduti, cure mai finite, pastiglie senza senso alcuno Un’ampolla di vetro, polvere bianca, felice Natale Resti di uomini che frugano tra i resti di altri uomini sognando ricordi non loro
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Introspezione temporale
Introspezione temporale A volte il mio pensiero sposta rotta vira in ermetici margini per poter afferrare come a voler uscire fuori dal cranio cerca se stesso osservandosi dall’alto, ma la sola altezza spesso non è bastante prova a enumerare le consapevolezze passate prova a ordinarle dall’apparente disseminazione a volte scorge una decifrazione appropriata a volte precipita più in alto per globalizzare meglio unico appiglio possibile rimane il trascorrere del tempo
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Li genitori nostri (vernacolo romanesco)
LI GENITORI NOSTRI Ma n’ vedi mo che machinone sta matina me fa sentì come na nobile regina Na vita spesa tra fornelli a cucinà sempre de corsa a casa a rassettà Se passava na giornata a intruià manicaretti pe da ‘n po’ de ristoro a l’omini mia poveretti i piccoletti poi, se ne so’ annati via e m’hanno fatto nonna, questa è a gioia mia Mo era quarche anno che cor marito mio stavamo soli soletti, aspettanno er bon Dio Aspettevamo Lui che c’e piasse accanto ma quanno se n’è annato, Madonna quanto ho pianto Ora restavo sola, na visita de corsa La vita che voi fa, ha ‘r tempo suo và morsa Preparavo li dorcetti pe fii e nipotini Ma spesso finiveno a riempi li cestini Na povera vecchia pretese nun po’ fa Sa che li ragazzi c’hanno sempre da fa Ed ora che sto qui distesa ner machinone Guardanno attorno me, me sta a venì ‘n magone Anvedi come piagneno, so proprio disperati li fii li nipotini e tutti l’invitati Allora quarcosa de bono l’ho fatta ne sta vita me stava a venì er dubbio, ma mo me so chiarita La storia mia è uguale a quella de tanta gente che fa tanto na vita e paro che nun fa niente A tutti li fii, de mamme come me volevo di na cosa, l’avessero detta a me Amate li vecchi vostri, amate e loro virtù quanto ve mancheranno quanno nun ce stanno più.
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Lintimo di una donna
L’intimo di una donna è come tastiera di pianoforte tasti bianchi e neri, che la vita sicuramente alternerà Possono combinarsi e dar vita a splendide melodie o mescolarsi disordinatamente e creare strepito Suonarli vuol dire usare mani di seta e trasparenze di cristallo e, come ape, saper costruire funambolici alveari gonfi di dolce miele In alcuni momenti però, l’animo femminile diviene scrigno ha fragilità che spesso l’uomo epidermico non riesce a cogliere Cambiare partitura è la strada maestra, suonare note diverse non esiste concerto adatto ad ogni occasione, neanche il più bello L’unico strumento accordabile diviene la sensibilità quella sensibilità che ci fa innamorare dell’incanto di un fiore ma ci impedisce di reciderlo quando avremo voglia di portarlo con noi perché solo così sarà libero di vivere e capace di donarci tutta la sua bellezza
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Le valige inchiodate (in memoria di Falcone e Borsellino)
Due mesi dall'inferno l'asfalto ancora brucia La mente lotta per fermare quel ricordo Luglio, ancora morte la prima notizia al rientro da un viaggio La mente unisce un unico abbraccio, un unico dramma Non sa, non riesce, non spiega nega, scalcia, domanda, urla Muti, silenzio irreale, lo schermo lacera valige stanche in un angolo a terra Gli sguardi vuoti, persi, sconfitti le speranze di nuovo colpite al cuore L'asfalto brucia, si scioglie le valigie lì, inchiodate da allora
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Pioggia di ricordi
PIOGGIA DI RICORDI osservo dalla mia piccola finestra il fragore della pioggia lo sciabordio dell'acqua al passaggio delle auto mi lusinga il cuore mi scopro a chiudere gli occhi per sorseggiarne la magia alcuni ricordi di fanciullo mi si schiudono innanzi calze zuppe, visi scolorati, quaderni protetti come reliquie latte bollente, coperte calde, mamme premurose il tepore della stufa a riscaldar piedi e scarpe fumanti la nonna intenta ad impastar dolcezze dolci purezza amica troppo distante atmosfere calde che mio figlio ha sol sfiorato e questo misero pertugio che alla mia vista cela il cielo nasconde l'origine ma schiara il mio passato strade allagate come questo davanzale di pioggia insipida e lacrime salate brivido d'anima e spalle forti e strette sorriso intimo e voglia di abbracciare
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Il bivio
sinistra o destra soglia o finestra passività o tempesta anima o testa allegria funesta viscere in tempesta come vulcanico ghiaccio come gelido fuoco come accogliente stalla relativo e assoluto loquace e muto muscolare e ossuto concesso e dovuto presente e vissuto ignoto e capito chiedere alla vita un abbozzo di guida una strada illuminata rifugiarsi nel destino incontrare il divino o azzannare il mattino
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Amo
AMO Che cos’è quel malessere che sento? Che cose che rende l’animo cemento? Guardo specchio e non conosco volto Aro l’intimo e non semino raccolto Ci son capitoli della nostra vita Dove t’affanni per trovar uscita Giri e sprofondi nel cammin Dantesco Come trottola dal lancio fanciullesco Come pesce all’amo i muscoli dimeni Ma non fai nient’altro che il suo sporco gioco L’uncin fatal in gol ti lascia roco E il tuo sangue sempre più avveleni Basta pensare o attendere il da fare Ci son momenti dove devi solo agire Strappa via l’amo e anche lacerato Sarai salvo o morto dissanguato
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Lurlo dellanima
Vuoto...silenzio assordante...come stadio dopo un concerto rock persone che sfilano stordite, cartacce volano con vita propria lattine rotolanti come valanghe attese ma incontrastabili senso di impotenza, ombrello contro tormenta attesa, indugio, sospensione... tempo...galantuomo effimero instabile mutevole volubile domande come pallina di un flipper....tilt come sentinella anima come corda, un tiro alla fune come alleata mai richiesta un vuoto incontrastato e incontrastabile si arrampica alle tue viscere provi a fuggire via ma i pensieri continuano a seguirti …
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I Sentimenti
I SENTIMENTI Ci sono sentimenti dal percorso irrazionale la ragione supponente crede di poter spiegare È un’effimera illusione volta al solo non soffrire. perché i sentimenti veri, sono loro a controllare La luce del cuore ha sfumature differenti miscugli di colore, cromatismi iridescenti È un disordinato caos visto apparentemente ma solo per chi osserva con la luce della mente. Il cuore per fortuna ha un diverso atteggiamento lui è un privilegiato, lui ci guarda dal didentro Puoi fermare forse il vento, o del fiore il suo sbocciare il delfino su di un’onda o lo sciabordio del mare Prova pure se tu vuoi, spreca ogni tua energia dalla luce del tuo cuore, non vorrai più andare via
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Ed è di nuovo inverno
ED È DI NUOVO INVERNO Il tepore del letto scoraggia l’avvio La soffice coperta reclama di non farlo L’ora è la stessa ma la luce è differente La strada bagnata si veste di specchio I bimbi infagottati paiono zuccheri colorati Gli adulti allineati seguono scie luminose L’ombrello agitato sembra avere vita propria Il calore sollevandosi si trasforma in fumetto Il giorno va di fretta teme di non aver tempo a sufficienza La notte è serena invita a godere dell’abbraccio della casa
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Sofferenza d’amore
Come una goccia d'acido che corrode le viscere dal di dentro, avanza, trapassando le carni ancora vive, nutre la mente e rafforza i suo incerti raggiunge Il cuore fino a renderlo inservibile proprio ora che vorrebbe correre libero
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Natura
NATURA Immergiti in un bosco e scolta, è il suono della natura che si dichiara un alito di vento turbina foglie secche girandola di ocra arancio e rosso come trottola di bambini festanti umido mantello brulicante di vita creature sconosciuti paiono insignificanti impercettibili fantasiosi trasformatori come generatori di una energia vivente come elastico impazzito pioggia rimbalza su foglie arse precipita e ammansisce il terreno odore inebriante sale rigagnoli come scivoli di un parco accolgono trasportano spostano creano tutto muta restando uguale variazioni infinitesimali e smisurate “Dannunzieggia” l’erotismo della natura filtrano scie di luce l’umido asciuga e scaglia vapori nulla muta nulla resta uguale
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La notte
Si stende estranea dei nostri pensieri La notte arriva già silenziosa Calma i miseri e amplifica i veri La notte incede ma lascia del tempo La mente parte per viaggi d’Argo Il sonno indugia e giunge assai lento La notte matrigna ci gira nel letto Non puoi fuggirla Riporta al non detto Come onda marina la testa ritorna Il giorno è passato Il panettiere inforna Cresce il pane tra legni di brace Il dubbio t’avvolge Si dimena mai tace E giungerà un alba di un nuovo giorno dove i dubbi voleran via e come uccelli che fanno ritorno
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Caro mio papà
Caro Mio papà mi manchi lo sento eppur sei ancora qua sei qua con la tua mente stanca ed assente provi a dar coraggio ma la mano che trema mente dai tu forza a me ancora sul finale digrigni denti e ridi vuoi nascondere il tuo male mi dici che va bene, che presto starai meglio io ti vorrei sincero libero dal tuo orgoglio padre mio mostrati libero ai miei occhi urla scalcia impreca raccontami i tuo sogni ma forse è proprio questo il male che ora hai tu aver capito ormai che sogni non ne hai più mi fa gelare l'anima vederti andar via piano quel tuo soffrire nobile che soffoca l'umanoi chimiche soluzioni tra rassegnazione e amore ci costringono a scegliere tra coscienza e dolore io ti vorrei ancora un attimo in un'unica persona un'ora solo per noi per poterti parlare ancora un tempo dove la coscienza scaccia via il dolore per ringraziarti ancora per la forma del mio cuore perché proprio ora che stai per salutarmi e vedo che non smetti proprio mai di amarmi vorrei dirti grazie, grazie padre Mio tu sei stato e sei il più bel dono del mio Dio
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L’anima
L’ANIMA L'’anima è quell’angolo nascosto infondo al cuore dove taci emozioni, affetti, passioni, sofferenze. È quel posto dove il tempo ha tutto il tempo per trasformare le nostre celate sofferenze in dolci ricordi. È quella sensazione di non finito che certamente si compirà anche se non sai quando ciò avverrà. L’anima è uno specchio che riflette e fa riflettere sugli errori che faresti nuovamente, anche se potessi tornare indietro. L’anima è quel grande cassetto pieno di ricordi che andiamo a trovare quando desideriamo dare un senso al nostro presente.
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La solitudine
la solitudine è uno stato dell’anima è il silenzio assordante dentro uno stadio latrante
è il pensiero che vola alto sopra le incomprensioni della gente è il chiedersi ripetutamente perché, è attesa
è il trovarsi davanti ad un foglio con la voglia di scrivere ma il cervello, lo stesso cervello, si rifiuta di elargire parola
è quella sensazione di assoluta inadeguatezza che ti soffoca è quel luogo dove dovresti approdare solo per scelta
la solitudine inseguita invece, è vera concordia è uccello volteggiante e delfino balzante
è cibo per lo spirito, lampo illuminante è altezza neutra che spalanca gli occhi alla comprensione
c’è sempre l’uomo dietro ogni cosa, le sue sensazioni solo l’uomo può dare un senso al suo esistere
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Incontro dAmore
Quella fresca mattina di settembre t'avvolgea puro il drappo dell’Angelica ma oramai, stanca di viver per fuggire, rallentasti per poi farti rapire
All’Orlando fu concessa finalmente grazia d'osar le mani sullo corpo tuo come abile pianista ottocentesco cominciò a suonar ariose sinfonie
Attorno ai due fu re solo il silenzio la musica avvolgea complice i lamenti a volte l’una a volte l’altri avean il sopravvento d'allora mai più arte così pura io rammento
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La definizione dellAmore
maestri d’ogni tempo, aedi d’ogni dove raccolti unitamente a definir amore
ognuno con certezze, e verità provate teoriche sentenze e chiose preordinate
per l’uno è passione, è puro sentimento per l’altro una sventura, l’eterno patimento
il consiglio di sensati vide albe e ricorrenze nessun accordo nacque, nulle le convergenze
era in tutti i villaggi l’eco di una riunione dove potenti saggi non trovan soluzione
il popolo umiliato, per una volta almeno potea veder sapiente come essere terreno
una mattina all’alba senza nessun timore due giovani fanciulli tacquero un oratore
un grido di fastidio si alzò dalla platea non era quello luogo per l’anima plebea
i due ragazzi amanti, uniti nell’amore non abbassaron sguardo urlaron con vigore
voi vi sentite saggi, sapienti e illuminati chissà da quanto tempo non siete innamorati
sapreste che l’amore non è unica emozione non può essere costretto in una definizione
l’amore, quello vero ha un sol fondamentale non conta quel che ricevi, perché l’amore è dare
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