chiudi | stampa

Raccolta di poesie di Alessandro Porri
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Nel mio mondo

NEL MIO MONDO

 

Nel mio mondo, non esistono mari da attraversare per fuggire,

in mare si va per il dolce gusto di veleggiare.

 

Nel mio mondo, non si rincorre il rispetto tra uomini di colore diverso,

perché semplicemente tutti gli uomini hanno lo stesso colore.

 

Nel mio mondo, non esistono dei confini ben delineati,

il mio terra arriva fino ad un giorno di cammino da dove sono ora.

 

Nel mio mondo, non esistono mestieri duri ed altri privilegiati,

tutti sappiamo fare un po’ tutto, magari a giorni alterni.

 

Nel mio mondo, non mancano le discussioni anche accese,

ma ci si chiarisce obbligatoriamente prima di spegnere l’ultima luce.

 

Nel mio mondo, i politici fanno i politici, ma non ci sono partiti,

il popolo esprime la sua rabbia e stima senza pregiudizi.

 

Nel mio mondo, i mocciosi ed i vecchi non vengono chiamati bimbi  ed anziani,

però sono consultati prima di ogni decisione, hanno follia e saggezza da donare.

 

 Nel mio mondo, metà delle persone scrive poesie l’altra metà canzoni,

ma tutti senza distinzioni leggono versi e cantano a squarciagola.

 

Nel mio mondo, il carcere è previsto solamente in un caso,

per tutti coloro che vengono beccati a pronunciare la parola “impossibile”.

 

Nel mio mondo, c’è un solo Dio,

Lui c’è, si fa sentire ma non ha bisogno di rappresentanti.

 

Nel mio mondo, gli uomini hanno sei sensi , uno in più,

il respiro, se respiri vicino ad una persona che ami, senti le sue malinconie.

 

Nel mio mondo, ci si ascolta con attenzione,

e se non si sa cosa dire, si sta in silenzio regalandosi un abbraccio.

 

Nel mio mondo, gli uomini sono uomini e le donne sono donne,

ognuno felice di donare agli altri tutte le sue specifiche qualità.

 

Nel mio mondo, ma non solo nel mio,

possiamo addormentarci, sognare e provare a dar vita ai nostri sogni. 

*

Anima umida

Oggi sono nuvola

sono nuvola grigia carica di pioggia

 

Il vento non riesce a spostarla

al vento non interessa di me

 

Un lampo

piove

*

natura vera

Immergiti in un bosco e ascolta,

è il suono della natura che si dichiara
un alito di vento turbina foglie secche
girandola di ocra arancio e rosso
come trottola di bambini festanti

umido mantello brulicante di vita
creature sconosciuti paiono insignificanti
impercettibili fantasiosi trasformatori
come generatori di una energia vivente

come elastico impazzito
pioggia rimbalza su foglie arse
precipita e ammansisce il terreno
odore inebriante sale

rigagnoli come scivoli di un parco
accolgono trasportano spostano creano
tutto muta restando uguale
variazioni infinitesimali e smisurate

“Dannunzieggia” l’erotismo della natura
filtrano scie di luce
l’umido asciuga e scaglia vapori
nulla muta nulla resta uguale

 

*

Stelle rosso sangue

Era una incantevole notte di stelle

ma nessuno se ne è accorto

L’aria tutta attorno era fumo trasparente

ma nessuno se ne è accorto

Gente sofferente urlava come il vento

ma nessuno se ne è accorto

Qualcuno irriverente veniva al mondo già piangendo

ma nessuno se ne è accorto

Uomini  inarcati come vecchi  pontili aspettavano il loro treno

ma nessuno se ne è accorto

L’acqua salata come lana di vetro ci graffiava il volto

ma nessuno se ne è accorto

Onde come giostre a pagamento sbalzavano fuori speranze

ma nessuno se ne è accorto

Vite agitate come arrendevoli tonni di mattanze siciliane

ma nessuno se ne è accorto

Eravamo già morti prima di partire

ma nessuno se ne era accorto

*

Il campanile di Riva

Batte come martello su incudine

segna elevato il tempo che vizza,

incalza e corre dietro ai quarti

tace rispettoso solo della notte.

 

Svetta nella piazza 3 Novembre

fiero celebra il Tricolore di Trento

osa lì marchiando da centinaia di stagioni

patendo sempre un poco in ritardo.

 

Da presso tremi, rispetti magnificenza e storia

e proprio ora un terremoto, ma Lui immobile.

Sembra ridere guardando tutto da lassù

ci schernisce, siamo essere fugaci al suo cospetto.

 

Voglio cogliere come campanile o torre

voglio godere della sua vista

smonto l’indugio e vado,

sono dentro come un quadro di Escher

 

Giro su me stesso infinite volte,

arrivo in alto ad accogliermi il vento.

L’affaccio timoroso fa tremare le gambe

A trentaquattro metri il mondo è diverso.

 

Pensavo di afferrare tutto da quassù,

credevo si schiarissero gli incerti.

Il lago sfavilla di luce obliqua

sembra tutto stranamente trattenuto.

 

Non riesco a comprendere nulla

sembra un formicaio disordinato

traiettorie incomprensibili

tutto attorno vento, irreale silenzio.

 

Le voci i rumori non arrivano

tacciono gioie dolori urla e sorrisi

una foto scolorita e immobile

un paesaggio seducente e piatto.

 

Un verso di campana mi eleva dall’ipnosi

e tutto si fa chiaro.

Per comprendere l’uomo

devi scendere e sporcarti le mani.

 

Devi impastare sangue e miele

ruggine ed oro.

Il campanile centenario

Maestro, ha insegnato ancora.

 

*

Attesa d’estate

L’estate è come miraggio d’oasi,

un riflesso traslucido effervescente

che fuoriesce dall’asfalto eccitato

tramutandolo in evaporabile specchio.

 

L’estate è campo di polvere e farina,

sole impertinente che secca e increspa la terra,

filo di vertebre ricurve che taglia spighe dorate,

silenzio irreale spezzato da grilli e cicale.

 

L’estate è giovane mare, disteso, lucido, sfavillante,

arenile che al tramonto arrossito, rinnova pelle

scoprendosi orfano dell’insolente calpestio

ma pronto ad abbracciare i propri figli ancora.

 

Estate, troppe volte metafora umana di ideale disatteso,

è sospensione, è quella seducente idea di nuovo inizio

che indugia nell’animo accartocciandolo di malinconia,

rendendolo così capace di godere solo della sua attesa.

*

I sogni son come respiri

I sogni sono come respiri,

non puoi smettere di sognare come non puoi smettere di respirare.

Anche dopo aver raggiunto il sogno più ”sognato” della tua vita,

devi riafferrare la tua anima e tornare a cercare energia, spinta, forza.

Sei senza scelte, puoi farlo solamente sognando ancora

se ti fermi spietatamente la gola si stringe e ti mancherà l’aria,

se ti seduci al raggiungimento di un sogno forse morirai più contento

… ma morirai lo stesso, gettando al vento tutto il cammino fatto …

*

Forza d’essenza

Le persone che si vogliono bene hanno essenza d’elastico

Se provi ad allontanarle, ad allungare le loro distanze

arrivi in un luogo dove una magica forza  le porta indietro

 

È una forza soprannaturale, intima, circolare

Ti scaraventa indietro senza darti modo di pensare

velocità ed energia ne tratteggiano i colori

 

Questo è l’unico modo per allentare la tensione

Usa quell’elastico per unire insieme le anime

percorri tanti giri e loro diventeranno forti assieme

*

Luce obliqua

 

LUCE OBLIQUA

 

C’è polvere nell’aria che respiriamo.

C’è un sottile detrito attorno a noi.

Non ce ne rendiamo conto

ma c’è e ci osserva perplessa.  

 

Fluttua, a volte con far suadente

altre invece si mostra arrogante

altre ancora si incaglia in aride vibrisse,

provi a liberartene con colpi di tosse.

 

Cerchi di non pensarci

cerchi di distrarla dal tuo Io

cerchi con forza di convincerti

continui a ripeterti che non c’è!

 

Ti scopri inaridito al buio,

un buio più nero dell’inchiostro,

dilati le tue pupille, le espandi

ma niente più impressiona la tua retina.

 

Fin quando un sottile chiarore

trasversalmente filtra tagliando l’aria,

ecco solo ora vedi fluttuare la polvere.

È come rinascita, percepisci, cogli.

 

Ci vuole un fasciante raggio di luce

per contemplare la tua polvere

e nella notte dell’anima potrai finalmente

avere coscienza dei tuoi errori e ripartire.

*

Rivolo d’acqua e Terra

Estate, temporale improvviso, energico

sorprende la terra, le strade, le storie

le persone fingono nel simulare sorpresa

 

come seno che ha patito troppi urti

la terra non riesce più ad assorbirne

un rivolo partorito tra marciapiede e asfalto

 

galoppa quel torrente urbano

porta via foglie, carte, insetti e terra

ma non smacchia le strade dell’anima

 

s’alza una fragranza d’acqua e terra

sembra essere l’unico conforto

una riconsegna all’origine ancestrale

 

c’è qualcosa di mistico in questa scena

qualcuno Alto sopra di noi lo commemora

ci ricorda senza sconti la nostra piccolezza

… la Madre Terra

*

Giro giro tondo

 

 

 

Giro giro tondo

casca il mondo

casca la terra

tutti giù per terra

 

Giro giro tondo

casca un sogno

i bimbi fan la guerra

tutti giù per terra

 

Giro giro tondo

casca un lampo

stermina un campo

tutti giù per terra

 

Giro giro tondo

uomo conti niente

decide il potente

tutti giù per terra

 

Giro giro tondo

ci incartano i pensieri

crediamo siano veri

tutti giù per terra

 

Giro giro tondo

vogliono donarmi

la pace con le armi

tutti giù per terra

 

 Giro giro tondo

siamo tutti buoni

odiamo i gommoni

tutti giù per terra

 

Giro giro tondo

facciamo donazioni

ma fuori dai coglioni

tutti giù per terra

 

Giro giro tondo

cibi salvaguardati

humus avvelenati

tutti giù per terra

 

Giro giro tondo

educazione assente

ragazzi senza mente

tutti giù per terra

 

Giro giro tondo

ragazzi di domani

parcheggio multipiani

tutti giù per terra

 

Giro giro tondo

uomo centro del mondo

rispetto per la vita

giochiamo la partita

*

Silenziose urla

 

Angeli spiumati, voli abbattuti

Urla cancellate da cancelli scalcinati

scalciano vergognosi versi e sorrisi tagliati

Porte piombate accostanti e accostate

purezza d’anime, lacerati lacci

Testa e cuore come clessidre capovolte

sabbia scorre lenta allentando l’onta

… tutto attorno bolle di scivoloso sapone

sterilizzano l’esteriorità

*

SLIDING DORS, rimpianti al buio

Se avessi  potuto e voluto studiato di più,

sarei ora veramente un affermato cardiochirurgo

o precario in un misero ospedale di periferia?

 

Se avessi superato quell’irritante esame al conservatorio,

sarei diventato un affermato concertista

o un insignificante insegnante di chissà quale scuola?

 

Se avessi dato tutto me stesso nello sport,

avrei magari meritato una finale olimpica

o sarei stato un fallito idealista in perenne lotta al doping?

 

Se l’oratorio non avesse riempito le mie giornate d’estate,

avrei conosciuto la manualità e l’autenticità di un artigiano

o avrei percorso strade bucate come alcuni compagni di gioco?

 

E… se avessi creduto nel mio unico grande amore,

sarei felice di avere l’agio di sapere che nulla uniti è insormontabile                                                 

o abiterei ugualmente la mia solitaria disperazione?

 

L’uomo ha bisogno di rimpianti, di rammarichi, di nostalgiche nostalgie,

ne dissemina in modo irregolare nel cammino che è l’esistenza,

sono alibi e salvagente che lo aiutano a giustificare l’incompiuto presente

*

Luna

Luce di ovatta, ombre accennate, rifrazioni d’argento

spettatrice notturna di letizie e spasimi umani

scudiera di cavalieri desiderosi di fervori d’amore

riservata e giovane come acqua di sorgente

che scendendo prospera fino a osare inesorabile nell’anima

*

Tram,ultima corsa

Mi ci hai portato alcune volte sul tram
Era il tuo mondo, ne hai fatte di corse
Ne hai accompagnate di persone 
Estate, inverno, pioggia e sole
Chi correva chi leggeva chi si baciava chi dormiva
Chissà grazie a te quante singoli si sono intrecciati
Quanti appuntamenti sono stati raggiunti
Hai incrociato tante vite, tante storie
Io ho incrociato la tua, Grazie Dio del regalo
Ora hai raggiunto il capolinea
Hai fatto scendere tutti quanti
Anche tutti noi cari, tutti assieme
Stai lentamente andando verso il deposito
Comunicazioni interrotte…
Papà…papà…niente sei assente
In uno slancio estremo a volte apri gli occhi
Sembri capire …. Non lo so, non lo sapremo mai
Ripeti gesti automatici continuamente
Ti copri, ti scopri, sembra come volessi scendere
Scendere da quel letto un tempo riposo ora gabbia
La mente ha interrotto le comunicazioni
Chissà dove sta viaggiando ora 
Papà dove cazzo sei…ti volevo salutare
Papà così non vale non è giusto
Dieci minuti, chiedo solo questo
Dio donami dieci minuti in cui possa riaverlo con me
Dirgli che il gioco più bello da bambino
Erano le corse sul suo tram
Dirgli semplicemente una cosa
Papà ti voglio bene
Grazie per tutto quello che mi insegnato
Non con le parole ma con la tua vita

*

ciao papà

Sei andato via così all'improvviso

senza un tempo senza un preavviso

secondo i medici oramai eri lontano

ma io con paura ho stretto la tua mano

Ti ho guardato dritto ed ho sorriso

una dolce lacrima solcava il tuo bel viso

poi sei andato via da questo mondo ingiusto

ed io mi sento solo nessuna cosa ora ha gusto

ciao Papaaaaaa 

ti amo

*

es

Gestualità evanescenti sfilacciano crinali traslucidi d’eclisse

Ventre molle come nettare primitivo

Barbagli d’essenza disattendono velate falangi

Presenze dondolanti come ciottoli sconnessi

Valli pendii colline anfratti

*

N’amico stronzo

Se ce fosse er campionato de li stronzi
tu te classificheresti ar primo posto
C’hai na faccia che ar solo riguardalla
me fa prude mani e inturcinà e budella

N’ho beccate de persona farabutte
ma tu caro amico mio le freghi tutte
T’avo data na fiducia come an frate...
e tu brutto 'nfame me n’hai combinate

Tante vorte io co te ho lasciato core
ma stavorta nun te sei regolato
M’hai tradito e mai spaccato er core
e co mi moje come ladro sei scappato

Mo co che faccia ta presenti qua
a testa bassa co la voja de parlà?
Me chiedi scusa e voi sistemà li conti
ma n’è passata d’acqua ormai sotto li ponti

So stato mesi in cui manco ho magnato
a domannamme dov’è ch'ho sbajato?
Mo finarmente che c’ho belle sensazioni
voi ritornate in coppia a rompe li cojoni?

Mo caro mio tu che vorresti fa?
tornà alla vita de quarche anno fa?
Aspetta ‘n attimo e famme pià più fiate
che amico mio mo me ne faccio de risate

Te sei pijato sta cambiale a vita
e ormai te senti senza via d’uscita?
A garanzia su mi moje è ormai scaduta
quindi ripiate li pacchi, quella è l’uscita

Nun sempre le disgrazie che ce ariveno sur collo
cor passar der tempo se confermano poi tali
A vorte so fortune che capimo un po' più tardi
ce fanno aprì l'occhi e allontanà li mali

*

padre e figlio

Vorrei condividere più tempo con lui, ma c’è il lavoro …

A volte lo avverto, prova, azzarda tenta di tenermi il broncio

 

Poi, quando torno e lo chiamo per nome, mi salta al collo

Mi guarda con quegli occhi scuri e sinceri, mi stringe così forte

 

Smania i giorni di festa perché posso donargli più tempo

Diventa una gioia andare insieme al parco per alcune ore

 

A volte mi fa fare delle corse che il cuore mi arriva in gola

Poi lo raggiungo, lo abbraccio, lo accarezzo e lo riporto a casa                                                                                           

È buffo vederlo mangiare, imbratta tutto, la tavola sembra “esplosa”

È capriccioso, non c’è omogeneizzato o brodino che gli piaccia

 

Quando deve fare certe cosine poi, aspetta sempre l’ultimo lampo

E via, nuove corse forsennate per dribblare sedie e conquistare il bagno

 

È semplice andarci d’accordo, lui  ha solo due desideri da soddisfare

Sempre quelli ad ogni ora del giorno, coccole e dolci di ogni forma

 

Per le coccole non c’è problema ma per le caramelle ci sono complicazioni

Ha il diabete, beh sì, mio padre ha il diabete ed io lo amo

*

Astro del ciel

 

Luci palpitanti, ornamenti apparenti

             

            Astro del Ciel, pargol divin,

            Mite agnello, Redentor

 

Nastri, pacchi, strenne, molti per dovere, come fardello

 

            Tu che i Vati da lungi sognâr,

            Tu che angeliche voci annunziâr,

 

Ricerche affannose, spinte, urti, tempo sfuggente e fuggiasco

 

            Astro del Ciel, pargol divin,

            Mite agnello, Redentor,

 

Palmi e braccia rigurgitanti di involucri

 

             Tu di stirpe regale decor,

            Tu virgineo, mistico fior,

 

Intralcio vivo “un centesimo ho fame?” Senza decelerare,”non ho soldiìì”

     

            Astro del Ciel, pargol divin,

            Mite agnello, Redentor,

 

L’ho visto prima io è mio

 

            Tu disceso a scontare l'error,

            Tu sol nato a parlare d'amor,

 

Venticinque, come fosse  un dente tolto, esame passato

 

           Luce dona alle menti

           Pace infondi nei cuor

           Luce dona alle menti

           Pace infondi nei cuor

*

Il bue della mangiatoia

Il bue della mangiatoia

Sono qui con mio fratello un simpatico asinello
tutto attorno gran fermento aria strana ora sento

mi hanno dato una mansione fare il termosifone
perché il freddo è pungente e l’ambiente ne risente

non è proprio un posto bello per far stare un bambinello
quindi diamoci da fare per poterlo riscaldare

mentre fuori tutto muove osa gente d’ogni dove
giunge a render giusto onore a Gesù nostro Signore

io non lo conosco bene e non so da dove viene
ma sicuro tanta gloria si da solo a chi fa storia

certo che questa giornata mai sarà dimenticata
posso dire a onor del vero che fortuna che io c’ero

*

Sonetto di Natale

Ho scritto una bella filastrocca sul Natale
pensavo fosse semplice poterla immaginare

poi quando ho provato a buttarne giù il testo
mi son reso conto che serviva un gran maestro

Perché ci vuole poco a diventar banali
a scrivere dei versi che sembran tutti uguali
parlar di stelle d’oro di luci e regalini
o dire che il Natale è la festa dei bambini

Invece io volevo trovare un modo nuovo
per far capire al mondo tutto quel che provo
ma l’anima è in subbuglio nel cuore c’è scompiglio

Forse è proprio vero che ci vuol semplicità
la gioia del Natale è davvero tutta qua
allora auguri a tutti, di immensa felicità

*

Nonno Natale

Nonno natale

Quanno ch‘ ero ragazzino, der Natale respiravi l’atmosfera
aspettavi n’anno intero pe scartà quei du miseri pacchetti
oggi a sti monelli je potresti regalà puro na mongolfiera
che te farebbero forse a grazia de fatte du mezzi sorisetti

A verità è che oggi co sto monno consumista
nisuno a Babbo Natale je spedisce più na lista
sti nipoti mia tutto l’anno so circonnati
de modernità e abbiti firmati

Sarà che ormai Natale è quasi tutto l’anno
ma intorno a me na cosa va sempre peggioranno
tutti li magazzini pe spignete a comprà
decidono che ar Natale a data devi cambià

Così te capita che all’inizio de novembre un ber matino
sulli scaffali già ce trovi panettone e cotechino
ma cavolo a Natale mancheno du mesi
ma solo a pensacce già all’amo semo presi

L’addobbi pelle strade poi quanno arriva er Santo
so già mezzi rotti stanno là chissà da quanto
me piacerebbe tornà a quann’ero ragazzetto
che er ventiquattro sera non volevo annà a letto

Volevo aspettà in piedi l’arrivo der Natale
scartà li regali mia insieme alle persone care
oggi fai la conta e te guardi tutto attorno
e quelli a cui tieni so in giro pe mezzo monno

Me dicono che esaggero che so’n vecchio rimbambito
ma seconno me so loro che poco c’hanno capito
non sanno più qual è er senso vero der Natale
se so persi na gran cosa e nessuno più jela po’ ridare

*

Come mare puro a schiuma nera

 

Ed è di nuovo sera

DOLOROSAMENTE

sera

 

Anche oggi niente oro

voce, occhi, bocca, odore  …

niente

 

“sale” dagli occhi scende libero

autonomo

come mare puro a schiuma nera

 

irripetibili

da subito

senza fine

 

l’impossibile era vero

tra noi

l’impossibile era ora

 

cadrà via

sottometterà il tempo

o forse arretrerà

 

NON si può comprimere l’aria

anche se TRASPARENTE

Lei vuole espandersi

 

Io lo voglio

Io La voglio respirare

Dio illuminami

 

Concedimi il tempo

dell’agire

e riscoprirla ancora, ancora più mia

 

 

*

Fino all’Atma più umida

 

Basta incrociare gli arti ad arte

non serve altro

per giungere al settimo di Saturno

e attraverso le stelle arrivare al Mobile

tu, Rosa Candida tra le Rose

 

La carnalità di Venere

incontrata nel terso terzo

dove io con atto prepotente

dimorerei Francesca

non serve ora

 

È l’essenza che trasuda le dita

è umus, è linfa, è liquor, è sangue

qui scorre Shindu fino all’Atma più umida

Ora il kama lascia il posto al Moksha

Ora tutto è purezza

 

Questo desidero

 

*

Il buco della serratura (p.visiva))

                               E sì è vero!

            Come vorrei tante volte

   gettare il mio occhio assai curioso

 nell’oscuro buco della  serratura altrui.

 Aver l’agio di guardar senza esser visto

    Vedere  cosa gli altri nascondono

        oltre i muri che alti ergono.

                 Sarebbe bellissimo

              poter ascoltar la voce

           dei loro pensieri più umidi

          poterne anticipare le mosse  

       sarebbe perfino cosa divertente

     Rimarrebbero tutti a bocca aperta

   Quando tronfi anticiperemmo l’agire

 No forse no?L’essenza intima del vivere

è l’esser sorpresi in ogni istante, ogni ora

Questo rende la nostra vita così eccitante

*

Dio Sole

pioggia, infinita pioggia

domenica

speranzoso affaccio

sole, tepore, sorriso

energia ritrovata

voglia di andare

Divino Dio Sole

Assoluto

inarrivabile Natura

essenza primordiale

uomo diverso e uguale

semplicità

purezza

*

Il punto più erotico

 

C’è un punto preciso del tuo ventre

una curvatura appena sotto l’ombelico

che farebbe impallidire Afrodite

smarrire  Eros

uscir di senno Apollo

                 forse solamente Zeus

                 avrebbe l’agio di guardarlo rimanendo sapiente

                 ma anche lui

                 dolcemente ma inesorabilmente

                 cederebbe al desiderio di accarezzarlo

*

autunno

L’aria fresca del mattino
regala il primo brivido
come fa il primo bacio
ad un giovane amante

La purezza dell’azzurro del cielo
schiarito dalle prime calde piogge
ricorda occhi scolorati dalle lacrime
della prima delusione d’amore

La notte sempre più arrogante
il giorno sempre più remissivo
simulano il precario equilibrio
tra passione e sentimento

Funamboliche foglie rosso arancio
rami ossuti rimasti nudi
come arrossite passioni
che si cercano strappando via i vestiti

*

Profumi d’odore

Pioggia d’estate, terre umide

luci colorate pastorelli e muschio

erba falciata, coccinelle e grilli

 

Scontri d’onde, salsedine

porto, urla di gabbiani

pineta, resina, celate presenze

 

Letto, esplose passioni

pelle di neonato, talco

riccioli di matite colorate

 

Pane caldo, morbido mantice

filamenti di zucchero e miele

caldarroste accartocciate

 

Cuoio, segatura, antichi mestieri

vernici, colle, finestre accese

asfalto caldo,  erronee impronte

*

Semplicemente acqua

Muove sopra la pelle                                                                                            rincorrendone le curve più nascoste

carezza gole arse                                                                                                      regalando energia al loro canto

avvolge membra stanche                                                                                     donando freschezza primordiale

trasporta uomini disperati                                                                                      speranzosi di vita migliore

abbraccia il cucciolo prenatale                                                                           nell’utero genitrice

dono prezioso, incomparabile, unico, vitale                                                       . semplicemente acqua.

*

Il paese dai tetti d’oro : la malattia mentale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

C'era una volta il paese dai tetti d'oro
gli abitanti vivevano a modo loro.
I giorni dispari erano tristi
i giorni pari erano ilari.

Le case eran lì tutte attaccate
sembravano brutte e deformate
ma solo per chi le osservava da fuori
perché da dentro eran belle e a colori.

Parevano case in movimento
alcune prive di pavimento
ma non importa non c'è da obiettare
chi le abitava sapeva volare.

Da questo posto particolare
è assai difficile potersene andare
un campanile al centro controlla
che nessun esca dalla sua bolla.

Una mente che viaggia non è lineare
bisogna capire, saperla accettare
volare in alto passar la frontiera
usare le ali o una mongolfiera.

Tante finestre ci son sulle case
un bravo artista le ha disegnate
ma non ti accorgi se sei un po’ disattento
che è assai difficile guardarci dentro.

Spesso son chiuse, appena accostate
da molto tempo dimenticate
dentro il silenzio nei fragili cuori
ma tanta voglia di venir fuori.

Ecco una strada per andar via
colori in musica e fantasia
perché ogni mente ha la propria ragione
basta cambiare l'angolazione

*

L’amore magnetico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Niente è più unito delle piccole particelle che compongono una calamita,

c’è un illimitata energia che le tiene unite tutte insieme,

c’è davvero magnetismo, davvero attrazione

c’è una forza che insieme va nella stessa direzione …

 

Quando qualcosa si rompe però …

puoi metterci tutto il vigore della natura

puoi provare ad accostare i pezzi ma …

questi inesorabilmente si respingeranno

*

Li genitori nostri (vernacolo romanesco)

Ma n’ vedi mo che machinone sta matina

me fa sentì come na nobile regina

 

Na vita spesa tra fornelli a cucinà

sempre de corsa a casa a rassettà

 

Se passava na giornata a intruià manicaretti

pe da ‘n po’ de ristoro a l’omini mia poveretti

 

i piccoletti poi, se ne so’ annati via

e m’hanno fatto nonna, questa è a gioia mia

 

Mo era quarche anno che cor marito mio

stavamo soli soletti, aspettanno er bon Dio

 

Aspettevamo Lui che c’e piasse accanto

ma quanno se n’è annato, Madonna quanto ho pianto

 

Ora restavo sola, na visita de corsa

La vita che voi fa, ha ‘r tempo suo và morsa

 

Preparavo li dorcetti pe fii e nipotini

Ma spesso finiveno a riempi li cestini

 

Na povera vecchia pretese nun po’ fa

Lo sa che li ragazzi c’hanno sempre da fa

 

Ed ora che sto qui distesa ar machinone

Guardanno attorno me, me sta a venì ‘n magone

 

Anvedi come piagneno, so proprio disperati

li fii li nipotini e tutti l’invitati

 

Allora quarcosa  bona l’ho fatta ne sta vita

me stava a venì er dubbio, ma mo me so chiarita

 

La storia mia è uguale a quella de tanta gente

che fa tanto na vita e paro che nun fa niente

 

A tutti li fii, de mamme come me

volevo di na cosa, l’avessero detta a me

 

Amate li vecchi vostri, amate e lor virtù

quanto ve mancheranno quanno n’ce saran più.

*

a quattro mani

 

Alba serena e fresca, città vuota

musica compagna di dolci pensieri

 

prendo in prestito parole altrui

per lasciarmi andare ad emozioni forti

 

salgono lacrime, scolorano gli occhi

schiudono percorsi che conducono a te

 

tu unica, sai dare e togliere il fiato

*

degli occhi e delle mani il cuore

 

nuvole basse di nebbia

sguardo posato sull'otto

graffi ramati dell'Horus

miele intinto di semi

Ipno elargisci il vero

ferma il tempo ora

 

 

 

 

 

 

*

Du ombrelli chiacchieroni ( vernacolo romanesco)

Du ombrelli chiacchieroni

 

Stava fiero in bella mostra là in vetrina
Tutto tronfio sopra a‘na mantellina

Era stato in magazzino pe’ n’estate
E mo aria! Che le piogge so’ aritornate

So sei anni che me faccio ste scalette
Ma nisuno de chi passa me scejette

Caro mio, ja rispose er collega giovinetto
L’omo è strano e nun mira all’essenza der soggetto

Nun controlla s’er tessuto è tosto e resistente
Pensa solo all’aspetto, a la moda ricorente

Ch’io poi, amico mio c’avrei puro un ber motivo
Ce l’ho appittato dentro, nu lo fò vede so schivo

E che vordì mo sta parola, nun sto dì che nun è bella
Vordi che se me apri ar chiuso de sicuro porto jella

Seconno me ce conviene stasse zitti e nun fiatà
Ma t’ammaggini che vita quelli ch’escheno de qua!

Tutto er giorno sotto l’acqua a lottà cor freddo er gelo
Mentre noi qui ar calluccio, a me nun me pare vero

Caro mio sarai pischello ma c’hai già un ber cervello
C’hai l’idee assai precise che da me so condivise

Stamo qui tranquilli e carmi che a fine de giornata
Nun saremo giù per tera in un angolo de strada

Questa storia c’ha na morale ma a nisuno vo’ insegnà
Quanno fai na scerta seria, senza fretta a devi fa

L’omo spesso se’nnamora delli sfarzi e l’eleganza
E nun pensa a cose serie, se dimentica a sostanza!

*

Datemi Trilussa!

Voglio scrivere così in diretta senza pensare

senza metrica ne schemi o altro da rispettare

 

senza nulla che limiti la mia infinita fantasia

giusto una qualche rima per filare in allegria

 

è di dominio pubblico e anche cosa risaputa

che l'animo del poeta è un cassetto di tristezza

 

calmi! ho visto già che la rima era sparuta

ma l'ho recuperata attingendo alla destrezza

 

ed ora proprio qui in questa sede altolocata

un appello lancio alla poesia un poco scanzonata

 

ed alla faccia degli ermetici e della prosa russa

voglio eleggere a mio mentore Salustri er sor Trilussa

*

L’ultimo regalo di un piccione morente

Era lì in strada, sognante, affamato, distratto

Il tenero piccione sordo al frastuono cittadino

 

Il collo svoltava come giostra di cavallin scarlatto

Aimè lo sguardo avanti attratto da voce di bambino

 

Era lì in strada, sognante, affamato, distratto

In un istante la nera falce da tergo lo fermò

 

Un lunghissimo palpito, rallentato come scatto

Come amo una foto nella mente mia agganciò

 

Era lì in strada, sognante, affamato, distratto

Al passaggio di altre falci ora accade cosa strana

 

Come fiocchi di neve l’ultimo regalo che ci ha fatto

Le sue piume nell’aria a rallegran come campana

 

*

Quando si raccontavano le favole

Orchi elfi principi e fate
Mille colori e tinte sfumate

Mondi fantastici regni fatati
Fagioli magici specchi incantati

Cavalli alati castelli merlati
Draghi di fuoco incantesimi urlati

Unghie capelli code di scorpione
Per preparare una rara pozione

Quanti ricordi di un mondo bambino
Dove l’eroe era mago Merlino

Quanto vorrei credere ancora
In questo mondo che vita scolora

Vorrei l'agio di tornare immaturo
Guardare il mondo con occhio puro

Sarebbe bello ascoltare mio padre
Credergli ancora se narra di spade

Bisognerebbe tornare a sognare
Chiudere gli occhi e iniziare a volare

E come ET con la sua bicicletta
Lasciare il mondo alla sua fretta

C'è sì bisogno di un po’ di fortuna
Ma quanto è bello puntare alla luna

*

Na via de mezza...cavolo

Pensavo poco fa dopo letta l'urtima suvvia

ma ce sarà na via de mezzo pe scrive na poesia

io nun dico de fà rime amore e core

ma però manco ste cose così profonne e così oscure

 

me pare che se debba pe forza trovà er termine rimbombante

come se fosse peccato poi se la capissero più de tante

sinceramente n'ho viste de frasi caricate mamma mia che festa

da fatte girà lo stommeco e veni er mar de testa

 

scrivete si forbiti ma con semplicità

perchè l'arte è bella quanno che a tutti sa arivà

ho visto tante regine re e quarche conte

che non capisci un c..... se non leggi cento vorte

 

..... e chi s'offenne paga da beve!

 

 

 

*

Rimpianto d’amore

sfiorarsi come una carezza che non tocca volto

un’onda incerta, incapace di  trovare la sua riva

un treno che dolorosamente vedi allontanare

*

La memoria del tempo

 

 

 

 

  

Il tempo a volte riesce a perdere memoria della nascita del conflitto

ti scopre in silenzio senza neanche ricordarne l’origine

 

Se lega un lieve vento ricorda ogni particolare

non riesce a riprendere la rotta se non accoglie o esige attenuanti

 

Ma se unisce una tormenta, non da valore alcuno all’accaduto

non ha interesse a cercare colpevoli, avverte il vuoto e desidera solo colmarlo

*

Colori in strada

 

 

 

 

 

 

 

 

I colori sono la naturale essenza di tutto ciò che ci circonda,

riescono a dare una definizione precisa ad ogni nostro ricordo.

Quando abbiamo unicamente frammenti di memoria ci capita                            che affiorino proprio un profumo, un rumore, un colore.

 

I sapienti affermano che in realtà i colori che noi percepiamo non sono reali.

Un oggetto che si mostra rosso ai nostri occhi, è siffatto perché, colpito dalla luce, non assorbe tale colore e quindi lo riflette …

e sì … è tutto tranne che rosso.

 

Che buffo, sarebbe come dire che una persona che ai nostri occhi appare traboccante d’amore in realtà lo sta respingendo?

… io preferisco pensare che allora ce ne stia facendo dono.

 

È pur vero che  i colori che incontriamo sul percorso della vita, spesso non sono facilmente comprensibili, il semaforo che ci si presenta davanti ad ogni incrocio cambia spesso tonalità.

 

Rosso non è soltanto l’amore o la passione,

il rosso è un’occasione che ci viene offerta, un minuto dove siamo obbligati a stare fermi, a prendere una pausa dalla frenesia della vita, che troppo spesso non ci concede neanche il tempo per riordinare i nostri pensieri.

 

Giallo non è soltanto il sole o la duna di un deserto,

il giallo è il rendersi conto di essere fuori rotta, in ritardo, ma con ancora l’agio di fermarsi in tempo, prima che sia troppo tardi

 

Verde non è soltanto il prato o la speranza,

il verde è il momento giusto per andare, per prendere le decisioni, per rimettere in moto la nostra vita ad ogni crocevia che ci si presenterà davanti.

 

Incroceremo nella nostra vita tutti i colori possibili con le più svariate sfumature, l’importante è sapere che arriverà il nostro verde, bisogna solo saperlo aspettare o meglio ancora  andarselo a prendere.

*

Er colesterolo ( vernacolo romanesco)

ER COLESTEROLO

Sto davanti a sto piatto de insalata
perché questa è la dieta a me assegnata

Era er tempo de du esami de controllo
che oggi è prassi da seguì er protocollo

Er dottore s’era poi raccomannato
“Mo so anni che nun vieni controllato”

Jo dato retta e me so cacciato er sangue
e da allora che lo stomaco me langue

Le risposte quasi tutte erano bone
tranne una che ancora sa rimpone

“Caro mio non te poi da lamentare
ma na cosa ce fa ‘n poco preoccupare!”

“ C’hai er colesterolo a livello de campione
qui ce tocca da cambià alimentazione”

“Via li fritti, li grassi e ogni cosa ripassata
da domani carne lessa e abbuffate de insalata”

Già sto fatto che parlava ar prurale
me scoteva il nervi da sta male

Io ch’ adoro la cucina romanesca
ma dovevo da scordà trippa, cacio e ventresca

De carciofi fritti poi, nun se po' sentì l’odore
quanno a tavola me setto vedo a faccia der dottore

A mi moje quella, nun je pare cosa vera
me controlla cor fucile, pare na carabignera

Ma io ora ve domanno a voi tutti che leggete
ma ve pare questa vita, io me sento pesce in rete

So diventato triste, e questo certo è ‘n fatto
quarcuno m’ha puro detto “ma che t’è morto er gatto?”

Penso che na vita ce se deve regolà
e ‘n nessun verso devi da esagerà

Li antichi ce dicevano, e quelli ne san de più
ricordateve belli che in mazzo stà a virtù

Quindi da domani me dò na regolata
me magno la verdura ma a fianco a na frittata!

*

Bilancia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’uomo c’è quando apertamente richiesto

L’uomo ci sarà quando ci sarà in ogni caso

 

Il potente c’è quando può ostentare il suo ego

Il potente ci sarà finché qualcuno adulerà il suo potere

 

Il maestro c’è quando c’è l’allievo

Il maestro ci sarà finché avrà saggezza da donare

 

La bellezza c’è quando ci è riconosciuta

La bellezza ci sarà finché saremo i primi a credere in noi stessi

 

Il cuore c’è finché la ragione è sopita

Il cuore ci sarà finché la ragione sarà sopita

 

La ragione c'è finchè il cuore bussa lentamente

La ragione ci sarà finché il cuore busserà lentamente

 

L’amicizia c’è e ci sarà

finché il cuore e la ragione troveranno la giusta corrispondenza

 

L’amore c’è e ci sarà

finché il cuore e la ragione non conosceranno armonia

*

Il volo

 

 

 

 

 

 

 

Deve essere bello volare

contemplare tutto dall’alto

 

Deve essere bello volare

vedere il viaggio della gente e capirne la rotta

 

Deve essere bello volare

sentire il vento che lusinga i lineamenti

 

Deve essere bello volare

essere padrone del tempo per definire dove e quando venire giù

 

Deve essere bello volare

approssimarsi al sole e a Dio

 

Deve essere bello volare

e capire che il sole e Dio sono la stessa idea

 

Deve essere bello volare

non distinguere le persone piccole dalle piccole persone

 

Deve essere bello volare

e farsi un’idea vergine senza pregiudizi

 

Deve essere bello volare

Deve essere bello volare

 

Ma deve essere ancora più bello

quando a farlo è la genialità e l’immaginazione

 

Quando non conta l’altezza che raggiungi

ma quanta polvere rimuovi dal bambino che affiora in te

*

Il pettirosso

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un pettirosso trascurando la nativa ritrosia, si approssima contemplando

non mostra spavento alcuno, non sembra temere l’uomo

 

forse la fame lo muove all’incontro

forse la curiosità di quell’essere buffo

 

l’uomo si appressa furtivo, non gode alla sola visione

come a voler raccogliere attratto da così innata grazia

 

un balzo del porporino ed incanto evaso

l’uomo perde spesso la bellezza per voler troppo possederla

*

Il mio albero

Ho incontrato un albero

 

Là, dove la città finisce e si ferma anche l'ultimo treno,

grovigli vegetali immobili come sculture aspettano cure

 

Incontro un albero, fiero, sembra nascere dall’asfalto

lo solleva, lo ingloba come cellula fagocitante.

 

Non sa neanche Lui cosa sia, forse un faggio, forse un salice,  

ma non piange, é orgoglioso come libero stallone sul bordo strada.

 

Come antica torre merlata che dominava valli feudali
Lui domina strade e palazzi privi di architettura, nuove bidonville

 

Non perde mai foglie, non conosce stagioni       

come amore di madre, protegge sempre chiunque lo abbracci

 

Dà refrigerio a disperati sognatori che attendono di viaggiare oltre,    

oltre quell'ultima fermata, stanchi e speranzosi di rivincite

Oggi, in una giornata vuota, sembra essere l'unico mio compagno,  

l'unico essere vivente capace di capire ciò di cui ho bisogno.

*

L’attimo

Ci siamo … il momento è quello giusto

è giunto il tempo dell’azione

hai calcolato ogni eventualità, sei pronto!

 

Accorda tutte le tue energie

osserva l’ultimo vagone dell’ultimo treno

salici sopra ora o sarà troppo tardi 

 

Ti sei preparato intensamente per questo

sai che forse la vita non cederà un'altra possibilità

scaccia via gli ultimi incerti

 

concentrati come non hai fatto mai

eccita i tuoi muscoli

ascolta lo scorrere del sangue nella tua meditazione …

 

cosa ti succede?

il treno è in partenza … tu non sei sopra …

sei nuovamente rimasto a terra

 

Da sempre l’uomo è alla ricerca di qualcosa che non ha

si prepara a fronteggiarlo nel migliore dei modi

inesorabilmente poi, lo lascia scappare

perché quando arriva non sa riconoscerlo

*

viaggio nel tempo

Vorrei poter governare il tempo

Aver la forza per poterlo scortare avanti e indietro

 

Vorrei poter riemergere ogni volta dentro antiche emozioni

come onda che continua a ritrarsi per poi distendersi nuovamente

 

vorrei avere l’agio di cambiare l’accaduto e scoprirmi diverso

come rettile che cambia pelle ad ogni stagione

 

vorrei avere davanti a me vecchi bivi per poter  reimpostare le opzioni

come cavallo che può saltare aggirare o rifiutare un ostacolo

 

vorrei anche tuffarmi avanti, scoprire cosa apparirà

viaggiare su macchine volanti come in un film psichedelico

 

vorrei poter capire prima di ogni scelta cosà aspettarmi

come navigatore che imposta un viaggio prima dell’avvio

 

vorrei  decidere di decidere senza condizionamenti

come moderno Crusoe su un‘sola deserta

 

aspettare il sorgere ed il tramonto del sole

libero di vivere dolcemente il presente

*

La misura dell’uomo

 

 

 

 

 

 

Se combatti il male con il male

cosa ti distingue da lui?

 

Se odi l’influente ma brami il suo potere

cosa ti distingue da lui?

 

Se non sopporti l’ignorante ma non accetti insegnamenti

cosa ti distingue da lui?

 

Se biasimi l’ignavo ma non sporchi le tue mani

cosa ti distingue da lui?

 

Se disprezzi il freddo ma non incendi la tua umanità

cosa ti distingue da lui?

 

Troppe volte solo per movenza apparente

riconosciamo le nostre piccolezze

numeriamo le nostre limitazioni

 

Ci rivestiamo dei drappi altrui

ci diciamo preordinati a mutare pensiero

ci proponiamo di non commettere i medesimi sbagli

 

La natura di un uomo invece,

è la misura che passa

dal proposito al fatto

dall’idea all’azione

dal pensiero alla coerenza

*

il filo

IL FILO

C’è un filo sottile tra sarebbe e sarà
C’è un filo sottile tra passato e presente
C’è un filo sottile tra sogno e realtà
C’è un filo sottile tra animo e mente

Un giorno qualcosa di nuovo accadrà
Quando la notte si vestirà a festa
Quando una lama lo spezzerà
Per indicarci la strada maestra

Forse sarà una intuizione
Un dardo tracciante nel nostro io
Forse saranno nuove persone
O la luce del nostro Dio

*

Clochard

CLOCHARD

 

Cartoni matidi, odore penetrante

Angoli angusti vestiti di casa

Occhi tristi sconfitti spenti

Rabbia repressa mal celata

Fumo malato irradia il respiro

Lenti passi come pendolo

Mani segnate volti sporchi

Ghiaccio fuori e dentro l’anima

*

Ancora tristi addii

 

Una mattina bagnata dal dolore
un porto arrotolato nella nebbia
una nave traboccante di miraggi

una valigia ricolma di memorie
un bianco fazzoletto scosso al cielo
un saluto a culle e donne già distanti

un ragazzo troppe volte lacerato
uno spazio d’espressione mai trovato
una giusta fame di risarcimento

uno zaino troppo pieno di rinunce
un futuro disegnato a tinte scure
una voglia immensa di cambiar colore

Proprio ora, come un tempo
l’uomo spiega le sue vele
per dar voce al suo tacere

*

Il giunco

 

 

Un germoglio si agita, scalpita, preme, si dimena 

l’umida terra, dona tutta l’energia di cui ha bisogno,

imprescindibile forza capace di indicare la via.

 

Lo sforzo finale, un inchino, il tepore del sole come premio.

Una nuova condizione, appagante ed ignota, seducente e misteriosa,

impeto ed incertezza sono compagne di viaggio.

 

L’uomo della terra, condivide lo stesso destino,

fa dono della sua esperienza assecondando le naturali curvature,

guida e dirige in crescendo, con la bacchetta della devozione.

 

Offre puntello nei momenti difficili,

calore e riparo nelle stagioni fredde,

dona il giunco a sostegno di esitazioni ed incerti.

 

Mai felicità fu più intensa di quella vissuta insieme,

mai ostacolo più leggero se affrontato in un abbraccio.

La gratuità di un dono, supera le vulnerabilità della vita.

*

Assenzi di sensi

Or manca il senso in ogni cosa,

or mancan i sensi in ogni istante

la vista avvezza regina, comprese che al buio fu cosa effimera

l'udito carezzò dolcemente l'anima sussurrando brividi irrefrenabili

il gusto regalò sapori sconosciuti, dolce nettare dai riflessi salmastri

il tatto d'argento delicatamente seguì, delineò, scoprì, insenature ignorate fin allora

l'olfatto ... concesse il tuo odore …  che ancor impregna e impregnerà il mio intimo

*

Vissuti

 

 

Sonoro crepitio, impronta d’autunno, tutto attorno rosso

Spuma di iodio, vento, granelli vitali di vetro negli occhi, sole

Melodie da griglie, luci rosse intermittenti, file di moderni schiavi

Pesanti scatole, piene di altre scatole, piene di altre scatole, vuote

Schizzi di colore, pennelli secchi, tele strappate ma non per tecnica

Caldo Freddo, frenetico immobile, geniale rigido, libero suddito

Giravolte, rotonde, circolari, circuiti, stessa partenza stesso arrivo

Frenesia, ritardi, avvisi, corse, divieti, libero arbitrio orientato

Essenziale sparito, utile raro, superficiale agognato

*

Figlio

Ho appena ricevuto il terzo premio al XIII Concorso Nazionale Les Cahiers duTroskij Cafè sul tema "Figli miei" ed avevo voglia di condividere con Voi la mia gioia.  

Sangue del mio scorrere
aria delle mie vibrisse
battito del mio polso

futuro del mio futuro
pagina da scrivere
arbusto flessibile
...
treno senza fermate
entusiasmo dimenticato
energia inesauribile

sole negli occhi
caldo nelle viscere
luce nelle dita

onnipotenza percepita
vita vera pregustata
mente in rodaggio

attesa
speranza
amor
e

*

La bella copia


ho voglia di scrivere qui... direttamente sul sito, in bella copia
quella copia che da bimbo consegnavo alla maestra
da allora quante brutte, figlie di accesa miopia
quante speranze e delusioni vestite di realtà mesta

quando guardo indietro di molte cose son fiero
mi lusingo mi agio mi sento un semidio
poi nel chiuso dei pensieri mi accorgo di quel nero
mi ritrovo e il disincan...to si appropria del mio io

si dimena forte un onda di se di ma di se avessi fatto
rimpianti di azioni e di tentennamenti lievi
dubbi che al son pensarci mi fan diventar matto
certezze che al sole sciolgon come nevi

la vita è proprio questo pensare e ripensare
tornare con la mente cercar di reinterpretare
apprendere ogni giorni dai fatti e dagli errori
per ritornar bambino e comporre bei lavori

*

Scrivere senza cuore


Ho un romanzo fermo là sul davanzale
Non so tradirlo quindi non proseguo innanzi
Ho un romanzo fermo là senza finale
Ma or la testa gira come te che danzi

Il narrato è noto vuol aria e fantasia
Ma aimè non posso se il vero muove via
La realtà spesso è fonte di fervore
Ma mente non s'accorda se non respira amore...

Perché poeti tutti scrittori e scribacchini
Sanno bene che non si esige invenzione
Sanno che necessita un cuore da bambini
E sol amore puro per dare ispirazione

Quindi inutil è provare a torcere meningi
Non serve a niente il sogno non è così che vinci
Puoi spingere a forza il sangue al tuo cervello
Ma il sangue vuole il cuore e vuole solo quello

*

Delusione

 

Quando a deluderti è una persona che risiede nel tuo cuore

il dolore è davvero feroce 

 

Fai una gran fatica a spingerla fuori dal tuo intimo

 

Quando poi, con estrema sofferenza, sei convinto di esserci riuscito,

rimane testimone violento un gran vuoto

 

Può accade che istintivi ricordi riempiano la voragine,         

ma la razionalità del presente, inesorabilmente, torna a scavarla

*

Discarica

DISCARICA

 

Sgangherate lavatrici, oblò come occhi aperti sul passato

Tubi catodici cubiformi bloccati su crateri lunari e guerre verdi

Reti smollate sfiancate da pesi e passioni

Sacchi colmi di frammenti  di case rinnovate solo in apparenza

Giocattoli un tempo conservati ora  dolmen di maturità approdate

Scarpe lise colme di passi, scarpini slacciati pieni di corse e ricordi

Sedie zoppe, armadi senza scheletri, scheletri senza armadi

Libri strappati, odiati, amati, sottolineati, pieni di briciole

Cartoline, diari, lettere, quaderni, come  appunti di viaggio violati

Farmaci scaduti, cure mai finite, pastiglie senza senso alcuno

Un’ampolla di vetro, polvere bianca, felice Natale

Resti di uomini che frugano tra i resti di altri uomini sognando ricordi non loro

*

Introspezione temporale

Introspezione temporale

 

A volte il mio pensiero sposta rotta

vira in ermetici margini  per poter afferrare

come a voler uscire fuori dal cranio

cerca se stesso osservandosi dall’alto,

ma la sola altezza spesso non è bastante

prova a enumerare le consapevolezze passate

prova a ordinarle dall’apparente disseminazione

a volte scorge una decifrazione appropriata

a volte precipita più in alto per  globalizzare meglio

 unico appiglio possibile  rimane il trascorrere del tempo

*

Li genitori nostri (vernacolo romanesco)

LI GENITORI NOSTRI

Ma n’ vedi mo che machinone sta matina

me fa sentì come na nobile regina

 

Na vita spesa tra fornelli a cucinà

sempre de corsa a casa a rassettà

 

Se passava na giornata a intruià manicaretti

pe da ‘n po’ de ristoro a l’omini mia poveretti

 

i piccoletti poi, se ne so’ annati via

e m’hanno fatto nonna, questa è a gioia mia

 

Mo era quarche anno che cor marito mio

stavamo soli soletti, aspettanno er bon Dio

 

Aspettevamo Lui che c’e piasse accanto

ma quanno se n’è annato, Madonna quanto ho pianto

 

Ora restavo sola, na visita de corsa

La vita che voi fa, ha ‘r tempo suo và morsa

 

Preparavo li dorcetti pe fii e nipotini

Ma spesso finiveno a riempi li cestini

 

Na povera vecchia pretese nun po’ fa

Sa che li ragazzi c’hanno sempre da fa

 

Ed ora che sto qui distesa ner machinone

Guardanno attorno me, me sta a venì ‘n magone

 

 

Anvedi come piagneno, so proprio disperati

li fii li nipotini e tutti l’invitati

 

Allora quarcosa de bono l’ho fatta ne sta vita

me stava a venì er dubbio, ma mo me so chiarita

 

La storia mia è uguale a quella de tanta gente

che fa tanto na vita e paro che nun fa niente

 

A tutti li fii, de mamme come me

volevo di na cosa, l’avessero detta a me

 

Amate li vecchi vostri, amate e loro virtù

quanto ve mancheranno quanno nun ce stanno più.

*

L’intimo di una donna

L’intimo di una donna è come tastiera di pianoforte

tasti bianchi e neri, che la vita sicuramente alternerà

Possono combinarsi e dar vita a splendide melodie

o mescolarsi disordinatamente e creare strepito

Suonarli vuol dire usare mani di seta e trasparenze di cristallo

e, come ape, saper costruire funambolici alveari gonfi di dolce miele

In alcuni momenti però, l’animo femminile diviene scrigno

ha fragilità che spesso l’uomo epidermico non riesce a cogliere

Cambiare partitura è la strada maestra, suonare note diverse

non esiste concerto adatto ad ogni occasione, neanche il più bello

L’unico strumento accordabile diviene la sensibilità

quella sensibilità che ci fa innamorare dell’incanto di un fiore

ma ci impedisce di reciderlo quando avremo voglia di portarlo con noi

perché solo così sarà libero di vivere e capace di donarci tutta la sua bellezza

*

Le valige inchiodate (in memoria di Falcone e Borsellino)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Due mesi dall'inferno

l'asfalto ancora brucia

 

La mente lotta

per fermare quel ricordo

 

Luglio, ancora morte

la prima notizia al rientro da un viaggio

 

La mente unisce

un unico abbraccio, un unico dramma

 

Non sa, non riesce, non spiega

nega, scalcia, domanda, urla

 

Muti, silenzio irreale, lo schermo lacera

valige stanche in un angolo a terra

 

Gli sguardi vuoti, persi, sconfitti

le speranze di nuovo colpite al cuore

 

L'asfalto brucia, si scioglie

le valigie lì, inchiodate da allora

*

Pioggia di ricordi

 

 

         PIOGGIA DI RICORDI

 

 

 

osservo dalla mia piccola finestra il fragore della pioggia

lo sciabordio dell'acqua al passaggio delle auto mi lusinga il cuore

mi scopro a chiudere gli occhi per sorseggiarne la magia

alcuni ricordi di fanciullo mi si schiudono innanzi

 

calze zuppe, visi scolorati, quaderni protetti come reliquie

latte bollente, coperte calde, mamme premurose

il tepore della stufa a riscaldar piedi e scarpe fumanti

la nonna intenta ad impastar dolcezze dolci

 

purezza amica troppo distante

atmosfere calde che mio figlio ha sol sfiorato

e questo misero pertugio che alla mia vista cela il cielo

nasconde l'origine ma schiara il mio passato

 

strade allagate come questo davanzale

di pioggia insipida e lacrime salate

brivido d'anima e spalle forti e strette

sorriso intimo e voglia di abbracciare

*

Il bivio

sinistra o destra

soglia o finestra

passività o tempesta

 

anima o testa

allegria funesta

viscere in tempesta

 

come vulcanico ghiaccio

come gelido fuoco

come accogliente stalla

 

relativo e assoluto

loquace e muto

muscolare e ossuto

 

concesso e dovuto

presente e vissuto

ignoto e capito

 

chiedere alla vita

un abbozzo di guida

una strada illuminata

 

rifugiarsi nel destino

incontrare il divino

o azzannare il mattino

*

Amo

AMO

Che cos’è quel malessere che sento?

Che cose che rende l’animo cemento?

Guardo specchio e non conosco volto

Aro l’intimo e non semino raccolto

 

Ci son capitoli della nostra vita

Dove t’affanni per trovar uscita

Giri e sprofondi nel cammin Dantesco

Come trottola dal lancio fanciullesco

 

Come pesce all’amo i muscoli dimeni

Ma non fai nient’altro che il suo sporco gioco

L’uncin fatal in gol ti lascia roco

E il tuo sangue sempre più avveleni

 

Basta  pensare o attendere il da fare

Ci son momenti dove devi solo agire

Strappa via l’amo e anche lacerato

Sarai salvo o morto dissanguato

*

L’urlo dell’anima

Vuoto...silenzio assordante...come stadio dopo un concerto rock

persone che sfilano stordite, cartacce volano con vita propria

lattine rotolanti come valanghe attese ma incontrastabili

senso di impotenza, ombrello contro tormenta

attesa, indugio, sospensione...

tempo...galantuomo effimero instabile mutevole volubile

domande come pallina di un flipper....tilt come sentinella

anima come corda, un tiro alla fune come alleata mai richiesta

un vuoto incontrastato e incontrastabile si arrampica alle tue viscere

provi a  fuggire via ma i pensieri continuano a seguirti …

*

I Sentimenti

 

 

 

 

I SENTIMENTI

 

 

 

 

 

 

Ci sono sentimenti dal percorso irrazionale

la ragione supponente crede di poter spiegare

 

È un’effimera illusione volta al solo non soffrire.

perché i sentimenti veri, sono loro a controllare

 

La luce del cuore ha sfumature differenti

miscugli di colore, cromatismi iridescenti

 

È un disordinato caos visto apparentemente

ma solo per chi osserva con la luce della mente.

 

Il cuore per fortuna ha un diverso atteggiamento

lui è un privilegiato, lui ci guarda dal didentro

 

Puoi fermare forse il vento, o del fiore il suo sbocciare

il delfino su di un’onda o lo sciabordio del mare

 

Prova pure se tu vuoi, spreca ogni tua energia

dalla luce del tuo cuore, non vorrai più andare via

*

Ed è di nuovo inverno

 

 

    ED È DI NUOVO INVERNO

 

 

 

 

 

 

 

Il tepore del letto scoraggia l’avvio

La soffice coperta reclama di non farlo

 

L’ora è la stessa ma la luce è differente

La strada bagnata si veste di specchio

 

I bimbi infagottati paiono zuccheri  colorati

Gli adulti allineati seguono scie luminose

 

L’ombrello agitato sembra avere vita propria

Il calore sollevandosi si trasforma  in fumetto

 

Il giorno va di fretta

teme di non aver tempo a sufficienza

 

La notte è serena

invita a godere dell’abbraccio della casa

*

Sofferenza d’amore

 

Come una goccia d'acido
che corrode le viscere dal di dentro,
avanza, trapassando le carni ancora vive,
nutre la mente e rafforza i suo incerti
raggiunge Il cuore fino a renderlo inservibile
proprio ora che vorrebbe correre libero

 

*

Natura

NATURA

Immergiti in un bosco e scolta,

 

è il suono della natura che si dichiara

un alito di vento turbina foglie secche

girandola di ocra arancio e rosso

come trottola di bambini festanti

 

umido mantello brulicante di vita

creature sconosciuti  paiono insignificanti

impercettibili fantasiosi trasformatori

come generatori di una energia vivente

 

come elastico impazzito

pioggia rimbalza su foglie arse

precipita e ammansisce il terreno

odore inebriante sale

 

rigagnoli come scivoli di un parco

accolgono trasportano spostano creano

tutto muta restando  uguale

variazioni infinitesimali e smisurate

 

“Dannunzieggia”  l’erotismo della natura

filtrano scie di luce

l’umido asciuga e scaglia vapori 

nulla muta nulla resta uguale

*

La notte

Si stende estranea dei nostri pensieri

La notte arriva già silenziosa

Calma i miseri e amplifica i veri

 

La notte incede ma lascia del tempo

La mente parte per  viaggi d’Argo

Il sonno indugia e giunge assai lento

 

La notte matrigna ci gira nel letto

Non puoi fuggirla

Riporta al non detto

 

Come onda marina la testa ritorna

Il giorno è passato

Il panettiere inforna

 

Cresce il pane tra legni di brace

Il dubbio t’avvolge

Si dimena mai tace

 

E giungerà un alba di un nuovo giorno

dove i dubbi voleran via

e come uccelli che fanno ritorno

*

Caro mio papà

Caro  Mio papà

mi manchi lo sento eppur sei ancora qua

sei qua con la tua mente stanca ed assente

provi a dar coraggio ma la mano che trema mente

 

dai tu forza a me ancora sul finale

digrigni denti e ridi vuoi nascondere il tuo male

mi dici che va bene, che presto starai meglio

io ti vorrei sincero libero dal tuo orgoglio

 

padre mio mostrati libero ai miei occhi

urla scalcia impreca raccontami i tuo sogni

ma forse è proprio questo il male che ora hai tu

aver capito ormai che sogni non ne hai più

 

mi fa gelare l'anima vederti andar via piano

quel tuo soffrire nobile che soffoca l'umanoi

chimiche soluzioni tra rassegnazione e amore

ci costringono a scegliere tra coscienza e dolore

 

io ti vorrei ancora un attimo in un'unica persona

un'ora solo per noi per poterti parlare ancora

un tempo dove la coscienza scaccia via il dolore

per ringraziarti ancora per la forma del mio cuore

 

perché proprio ora che stai per salutarmi

e vedo che non smetti proprio mai di amarmi

vorrei dirti grazie, grazie padre Mio

tu sei stato e sei il più bel dono del mio Dio

*

L’anima

L’ANIMA

 

 

 

 

 

L'’anima è quell’angolo nascosto infondo al cuore

dove taci emozioni, affetti, passioni, sofferenze.

 

È quel posto dove il tempo ha tutto il tempo

per trasformare le nostre celate sofferenze in dolci ricordi.

 

È quella sensazione di non finito che certamente si compirà

anche se non sai quando ciò avverrà.

 

L’anima è uno specchio che riflette e fa riflettere sugli errori

che faresti nuovamente, anche se potessi tornare indietro.

 

L’anima è quel grande cassetto pieno di ricordi che andiamo a trovare quando desideriamo dare un senso al nostro presente.

*

La solitudine

la solitudine è uno stato dell’anima
è il silenzio assordante dentro uno stadio latrante

è il pensiero che vola alto sopra le incomprensioni della gente
è il chiedersi ripetutamente perché, è attesa

è il trovarsi davanti ad un foglio con la voglia di scrivere
ma il cervello, lo stesso cervello, si rifiuta di elargire parola

è quella sensazione di assoluta inadeguatezza che ti soffoca
è quel luogo dove dovresti approdare solo per scelta

la solitudine inseguita invece, è vera concordia
è uccello volteggiante e delfino balzante

è cibo per lo spirito, lampo illuminante
è altezza neutra che spalanca gli occhi alla comprensione

c’è sempre l’uomo dietro ogni cosa, le sue sensazioni
solo l’uomo può dare un senso al suo esistere

*

Incontro d’Amore

Quella fresca mattina di settembre
t'avvolgea puro il drappo dell’Angelica
ma oramai, stanca di viver per fuggire,
rallentasti per poi farti rapire

All’Orlando fu concessa finalmente
grazia d'osar le mani sullo corpo tuo
come abile pianista ottocentesco
cominciò a suonar ariose sinfonie

Attorno ai due fu re solo il silenzio
la musica avvolgea complice i lamenti
a volte l’una a volte l’altri avean il sopravvento
d'allora mai più arte così pura io rammento

*

La definizione dell’Amore

maestri d’ogni tempo, aedi d’ogni dove
raccolti unitamente a definir amore

ognuno con certezze, e verità provate
teoriche sentenze e chiose preordinate

per l’uno è passione, è puro sentimento
per l’altro una sventura, l’eterno patimento

il consiglio di sensati vide albe e ricorrenze
nessun accordo nacque, nulle le convergenze

era in tutti i villaggi l’eco di una riunione
dove potenti saggi non trovan soluzione

il popolo umiliato, per una volta almeno
potea veder sapiente come essere terreno

una mattina all’alba senza nessun timore
due giovani fanciulli tacquero un oratore

un grido di fastidio si alzò dalla platea
non era quello luogo per l’anima plebea

i due ragazzi amanti, uniti nell’amore
non abbassaron sguardo urlaron con vigore


voi vi sentite saggi, sapienti e illuminati
chissà da quanto tempo non siete innamorati

sapreste che l’amore non è unica emozione
non può essere costretto in una definizione

l’amore, quello vero ha un sol fondamentale
non conta quel che ricevi, perché l’amore è dare