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Raccolta di poesie di Stefano
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Nell’ agognato rifugio d’ un abbraccio.

                           NELL' AGOGNATO RIFUGIO D' UN ABBRACCIO.

Frastuono adorno

di campane in festa,

mentre protende una fanciulla

a stendere gli umidi panni

al sole.

Umili i colli

in lontananza,

mentre l' eco della rimembranza

ad ognuno assale

i sensi e con esso

il nostalgico pianto.

Gioia d' un grillo

che galoppa

nel riso spumeggiante

della sera,

e dirimpetto ad una Chiesa

illuminata

dei giovani fastosamente

dilaniano il pallone

e lo imbarazzano,

da un tratto all' altro

della schiera.

Mentre una donna

oltre quel davanzale,

al suono tanto amato

in quell' istante ripensa

al tanto sofferente amore,

a quelle indefinite lacrime

e questo le serve

per spirar serenamente.

E al sudato lavoro

d' un operaio,

qual giorno di riposo

attende?

La morte della dignità

più non desta

alcun stupore,

così le tinte fosche

appaiono di sgargiante colore

dell' alba novella,

ma ognuno oltre le catacombe

spera nell' agognato rifugio

d' un abbraccio.

E allora voglio ribadir

che non scrivo per fama

ma per amore,

e tramite la luce

risorgo ad ogni sofferenza.

Oh graziosa stella,

embargo dei miei desideri

racchiusi da velato entusiasmo.

S' apra la conchiglia,

protesa al mare per natura.

 

 

*

Spasmi di vita.

                                                     TRA SPASMI DI VITA.

Silente quiete cinematografica,

tra bufere notturne

che congelano

animi impietriti,

dal dissonante vento

che non dona speranze

ma di sbieco

si inoltra tra i sopravvissuti,

e allora si permette di chiedersi

' ma chi vive

tra ferite macerie

e ciottoli lacerati

da incadescente

lava vulcanica?'

E io rispondo,

agli Inferi forse qualcuno

nel lago

che non trama beffe,

ma tra i marmi splendenti

su lontani monti

chi assapora

le bellezze del Creato,

dolce gola

sgorgante di vita?

Sarò forse l' amanuense

più noioso

che redige la vita,

che la estrapola

come alacre ricerca

d' un sogno,

che vaga come un disperso

in cerca del sereno eterno,

ma almeno non ozio

nella ricerca d' una zanzara

intrufolata

nell' ospizio dell' indicibile.

Com' è vana la bava

di chi ammanetta la realtà

per il surreale,

com' è stupido imbavagliare

la verità

per un modico piacer

che una pantofola

disdegna,

com' è ridicolo

comprare la reverenza

altrui per poi

di fronte ad uno specchio

scoprire d' essere

la penombra d' un sorriso

macchiato.

Nel ciclone del sublime,

rendiamo mosaico

ogni granello disperso

d' umanità che respira

e trasuda

spasmi di vita.

*

Il sogno d’ un prigioniero.

                                    IL SOGNO D' UN PRIGIONIERO

Sole di levigato senso,

dormiente nella palude

che tuona l' incondizionato

amore.

Tra le steppe

un piffero sembra infrangere

il vuoto silenzio del nulla,

custode d' un' eternità

che oltre l' iperuranio

l' uomo non conosce.

Sibilo d' un serpente

tra la vegetazione folta

si disperde nella luce,

tra le sue grinfie

d' agguerrito predatore

sembra dir che l' agile

furbizia,

sia l' arma più propizia

per i cacciatori.

E nel dilemma taccio

tra l' arduo

che il labbro

non osa pronunciare,

tra castelli dissoluti

per cadaveri

che svuotano l' immenso...

com' è dolorosa

ogni prigione,

seppur adornata d' oro

par figlia della persecuzione.

Ma ad ogni prigioniero

pur un pezzo di cielo,

una profumata fetta

del suo pensiero

par rasserenare

in sogni lontani

tra sperduti lidi,

e sembra dir che la realtà

nella sofferenza

par lo stesso miraggio

che scava la fossa,

ed anche se è terribile

il dolce sogno d' un' illusione

è quell' imperturbabile cascata

che impetuosamente

traccia le orme,

d' un' esistenza rigogliosa

come le rive del Nilo

che affogano nel riso

e nel granitico pianto.

Ma l' orgoglio

è il perno della dignità,

e la lama per un' aberrazione

ma dissetiamoci nel mare dell' amore

che si tinge d' arte

tra un incavato Canyon,

e il cactus che genera stille

d' esilio e d' autentica vita.

 

*

Tra il fischiar del treno, un silenzioso gabbiano di poesia.

  TRA IL FISCHIAR DEL TRENO, UN SILENZIOSO GABBIANO DI POESIA

Nel cupo silenzio

della sera,

nell' eco folle

della ricorrenza,

muto l' orto mugola

la siccità

nelle sue folte lentiggini,

rughe d' espressione acerbe

e sui volti umani e pigri,

il sole splende

col suo assenso tacito e morente.

Odo solo il dolce vociar

dei miei lontani amici,

nel concerto d' emozioni e accordi

con l' anime che s' uniscono

nei vivaci singulti d' allegria

con naturalezza e spontaneità

che per loro con gaudio mi ristora,

mentre a me tormenta

in sonno- veglia,

la sonnolenza

tal che la vita

assume le sembianze,

di sua morte.

Poi improvvisamente sbuca

il treno,

dalle spesse ante del silenzio

e annuncia l' incombenza

del mio animo,

che la felicità non per la sua volontà

diniega,

per questo me castigo

e le rotaie che si rincorrono,

laggù nel lontano infinito,

e partirò per la stazione

dell' assoluto

e del mistero,

finchè ritroverò quel talismano

celato in un viaggio,

quell' ancora per ritrovar me stesso

nell' incubo d' un burrone

che rispecchia il sovrastante

cielo,

stellato di luce e di miseria.

Voglio farmi capostipite di saggezza,

annunciando che mai a nessuno

dobbiamo sfoggiare e dimostrare

il nostro più fervido valore,

e che la nostra occupazione

principale e onesta

è intrufolarsi con zelo,

nel tunnel vorticoso

della felicità.

E infine ringrazio,

colui che paragona

le briciole minute

del mio esser artista,

ai festanti e sonori

giochi pirotecnici,

e all' esplosione annovera

perpetua l' intensità e l' immensità,

di ciò che per lui

è diamante giovane

e finemente scalpellato.

Buonanotte a voi,

che siete il serbatoio

gioioso, doloroso e sempre colmo

del mio essere un silenzioso

gabbiano di poesia.

 

*

Il rinnovato battesimo d’ intellettuale amor.

                            IL RINNOVATO BATTESIMO D' INTELLETTUALE AMOR.

Amabile poesia,

dolce Luna

dei miei pensieri,

imbratta questa mia fulgida

e festante tela,

nello spettro della nuova

letizia.

Ringrazia il Creato

Anima tumultuosa e rigeneratrice,

e non privarmi del fiato

che in questo dono

mi libera,

dalle Catene della mia prigione.

Il Sole che sorge

ben più lieto sarà,

se la spumeggiante Amicizia

rincorrendo il vento,

propizia arriverà

in questa mia bella città.

E nel mio cuor v' accolgo,

tra i boschi adombrati

ed una selva in festa,

ancora il Diamante

è nel sepolcro delle paure,

ma non temete che Dio

saprà quale ricompensa attende,

chi patisce

e mai quasi la Tregua chiama.

In questo Mar silente,

tra le luci che s' immergono

in questa conca dalle mille

estremità,

mi sento l' Eremita della mia esistenza

che cerca un Senso,

nelle sponde del Cielo terso

e gelido di rugiada,

tra fusti d' alberi immobili

che come lampioni

folgorano d' Amore

questa dannata sera.

Ripenso quasi alla maggior età,

ma che fuggiasca è stata

tutta l' infanzia e l' adolescenza

che a capofitto in questo Golfo

cala,

le braghe di tutta la sua Amarezza,

così come un Calice sfioro

all' adulta età

e muto vado incredulo

sulla spiaggia della Pietà

e dell' Innocenza,

ed il Battesimo voglio rinnovar

che l' Intelletto d' amare,

da Sacramento voglia farne parte.

Ma rallegriamoci,

tra il suon delle prudenti cicale

e i tanto canterini grilli,

invito a chi davvero a me

tiene,

sul Vascello d' una mente

dove l' albero maestro oscilla

tra l' Onestà e la Dignità,

Regine a nessun valor soggette.

Dolce notte,

finalmente lacrima di gioia!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

Sacrificio per Dafne.

                                                              SACRIFICIO PER DAFNE.

Notte che s' addormenta

nelle fauci del tempo,

e raccogli l' inesistente vento

che s' addormenta nelle ossa,

nella brezza della rovente

canicola,

rivedrò la splendente luna

e rifletterò nell' immenso

che non osa pensare

al suo riflesso.

Ingenua seduci,

nel mar tuo bello

la spumeggiante luce

che danza

tra cunicoli deserti,

nelle ombre sfolgoranti

del silenzio,

e ti rivedrò perduta vampa

del mio destino,

e ciò che spero

sia lampara per l' affamato

porto.

Cosa non vuoi

da me perduta notte,

perchè mi tormenti

e non m' addormenti

nella tua frescura,

cosa brami

nelle ante del tuo mistero?

E misero appar

pure colui che dorme,

e si perde la tua dirompente

chioma,

le fauci con cui ammanetti

ai polsi la bellezza,

rischiari l' orrore

con la luce delle stelle

e fulmini i dirompenti

tentacoli della cattiveria.

Poesia che dalla notte

esali linfa e consistenza,

porta a galleggiar fluidamente

la mia anima,

fino alle soglie del cielo

rendila imperturbabile

e immergila

nella fontana lavica,

dell' orizzonte marino

e inebriala del tuo amore

ferito,

vissuto col sangue,

bagnato d' acre

e campestre sudore

del tanto amato sacrificio.

Dafne abbandonati

al mio amore,

non scomparire immersa

tra i rami sempre perduti

della mia letizia,

fuggi con me,

rendi vita questa mia poesia

e la mia stessa vita,

in eterno nel mito

saremo felici.

 

 

*

A te, mio grande amico

                                                           A TE, MIO GRANDE AMICO.

Dolce mio amico,

sai come la solitudine imperversa

sulla baia assetata

dal latrare dei cani,

come la notte sia costante

per i briganti come noi

dalla convulsa normalità,

dall' apparire di questa società.

D' affetto e stima

l' alba nostra è tinta,

rivedo le sfumature

di questo chiarore

nell' immensa nostra amicizia,

tutto vissuto nell' autentico cielo

impalpabile ma vero

quello dell' eternità,

trapunto d' intelletto finissimo.

Il cielo terreno,

anche per San Lorenzo

è scarno d' intelletto e piange,

soldato amabile di guerra

mentre il nostro placido e fulgido

traina il marinaio

nella rotta che di sua vita,

con speme alla Terra promessa

crede.

Come vorrei che la mia vita,

non fosse un teatro senza luci

persino d' intorno a mezzogiorno,

come vorrei avere un amico come te

che è linfa per il veleno acerbo

e corteccia d' intelletto,

della quale rimango perennemente

senza fusto.

Sol vorrei che insieme

su uno scoglio,

scrivessimo e vivessimo

con umiltà e orgoglio,

il nobile diamante di questa vita

che dentro di sè

ha in grembo l' uomo,

peccato che del suo riflesso

sopravvive e s' acceca,

assetato solo di denaro.

Emozionante e splendente

la stima e l' affetto

che intensamente nutri per me,

stella eternamente luminosa

d' intelletto,

permetti che questo fantasma

non sia sempre un' ombra

in solitudine,

nell' infimo calcare

dell' indifferenza.

Grazie di tutto,

il tesoro che serbi

dentro la tua anima

è imperituro ed inespugnabile,

mai nessun brigante

potrà farne sfoggio,

ed è dentro il sorriso

il vero sapore dell' eternità.

 

 

*

Luminosa notte bianca

                                                           LUMINOSA NOTTE BIANCA.

Luminosa notte bianca

scendi con le tue braccia

più sinuose e belle,

rendimi l' ombra spalancata

sulle tue finestre,

illuminami e inebriami

di una notte fiocamente illuminata

e senza fondo.

All' orizzonte traspare il chiarore,

che placido si discioglie nel mare

ma senza fretta non dispera

e non scompare,

come una cascata si immerge

nei diamanti di luce

e seppur discende,

muta nella caverna proietta

l' ombra più profonda

e controversa.

Notte di insonni,

che su balconi

recitano preghiere

accorate e inermi,

perchè in queste murature

di granito non proteggi

e non rifletti sugli scogli

l' ombra d' un' anima confusa,

in baratri di luce?

Spirali d' emozioni

nell' infinito crepuscolo,

parallela alla diagonale dell' amore

il sole che non vuol smettere

di pulsare vita

e infinita vita,

ed energia inesauribile

e incontenibile

in sfarzose e dorate

cromature barocche,

da sembrar Chiese millenarie.

Ma se dal Baltico

all' Africa centrale,

all' America latina,

India e Filippine

s' estendesse il raggio

di questa folgorante

e nobile luce,

forse amor non sembrerebbe

dignitosa per ogni cor?

E d' uguaglianza,

il sole nè fa un tratto

indiscutibile e incompromesso,

che il mondo dovrebbe dirsi

un autentico e semplice

scrigno per tutti uguale

d' emozioni.

 

 

*

Un viaggio alla ricerca di me stesso.

                                   UN VIAGGIO ALLA RICERCA DI ME STESSO.

Dolce l' attesa dell' immenso,

tra Terra e Cielo

planare alla conquista

dell' ebbrezza,

vorrei come un gabbiano

volteggiare nel vuoto,

tra l' ossigeno e queste nubi

che nel vivido blu si immergono,

e si dissolvono senza senso.

Le campane sbocciano

in ogni dolore e nella bellezza,

e quanta Nostalgia assale

tutto il ricordo che traspare e rimane

della fanciulezza non dico spensierata,

ma serena,

dove un gioco celava in sè

tutto il godimento della soddisfazione.

Nell' adolescenza,

non basta più una foglia

ma nemmeno il mondo intero

sembra bastar

per accogliere come Rifugio

la propria Anima..

Questi son gli anni più belli,

nel tormento d' ognuno

e nell' Insoddisfazione perenne,

dove perfino la Venere più bella

diventa dubbio e difficoltà

più assurda e acerba?

Ma tra il sublime del Mediterraneo,

tra spiagge e fondali immersi

nella Bellezza più fulgida e cristallina,

e le Alpi color zaffiro e argento

mi diletto,

alla sofferta e affannosa

Ricerca di me stesso.

 

 

 

*

Palestina e Israele, nel frastuono sanguinoso e sofferto

PALESTINA E ISRAELE, NEL FRASTUONO SANGUINOSO E SOFFERTO

 

Sete e fame

d' un' umanità intera

e bisognosa,

che nel frastuono si immerge lenta

e afosa,

non trovo parole ma ardo

di fronte al negro fatto,

in Palestina ed Israele

l' arma tace,

la collera sofferta e impietrita

a macchie di sangue

e la freddezza al volto pianse,

e la contrita speme geme.

Mi sento inadatto e incapace

nel tendere l' amara tela,

al tanto oscuro mare

scusate;

e inorridisco come l' odio

trae in inganno

l' acuta sete di giustizia,

che sede d' inganno

e di violenza diventa

spietata balena marina,

pianta che per amor di sangue

non si congeda

ma tratta e ritratta

oscuri enigmi,

con mobili sabbie

sempre mute ed ostili.

Ed io condanno la violenza,

il sangue versato dei civili

e dei vivi che insieme

ai morti,

come schede mute giacciono,

mentre la dissenteria

invade ogni cuore mutilato,

dall' arma, dalla paura

d' esser privato

della propria anima.

Infine dirò di creder,

che anche codesta guerra

dall' economia è sommossa,

dai potenti sceicchi del denaro

che mai capiranno

la principale ragione di vivere:

l' amore, che mai

è una compravendita

e mai in un contratto degenera!

 

*

Immerso nello scoglio della propria anima.

                                                      Immerso nello scoglio della propria anima.

Raggi di sole proiettano

la mia anima,

provo a spianarla,

ad intravedere la luce

e le ombre che la tormentano,

per essere completamente me stesso

seduto in uno scoglio

di fronte al mare immenso,

con le barcherelle remar

nel cangiante e pescoso blu,

nell' appiglio d' un tramonto

che vuol dar all' umanità

la vivida speranza d' una vita vera.

Tutto appare striato e mutato,

come una pozzanghera

rispecchia il cielo folgorato

e disincantato,

di fronte alla verità

che appare nullità

celata nella propria intimità.

Nessun aggettivo

può connotare,

la malinconia diffusa

nelle sagome

ed il freddo traspare,

che la calura estiva pare

una mera illusione

all' integrità umana,

che all' interessa mira

la sua creatività.

Io voglio immergermi

nello specchio della mia

e della nostra coscienza,

e riconoscere ogni ramo

di quell' alberello

e discernerlo dal fertilizzante

trapiantato nelle radici stanche,

e svezzate dalla cattiveria.

Voglio donargli amore,

iniettandogli il vero antidoto

bisognoso per ogni cuore,

di fronte ad esso ogni farmaco

appare timido e indifeso

di fronte alle profonde cavità

dell' animo umano.

 

 

 

 

*

Nel giardino illuminato e mutilato della mia anima.

             NEL GIARDINO ILLUMINATO E MUTILATO DELLA MIA ANIMA

Diniego l' assoluto della stupidità,

e rinnego l' insolenza

della viltà e arroganza Umana

che sol in talune persone

affligge danno,

povero Cristo in Croce

a subir le loro plagerìe

e sottili carezze,

che in esse recano

lo stesso veleno del serpente.

Io non odio nessuno,

e mal non voglio augurare

nemmeno al cobra

che per ignoranza

soffoca tante prede

inermi,

d' un fauto infausto e vendicativo.

Ma io voglio spalancare

il Giardino della mia Anima,

alla splendida e sinuosa Luce

e voglio che l' Astro senta

il mio lamento insieme al canto,

e in sè farà suo l' immenso

e mi vorrà al suo fianco Eterno,

dolce luna accogli la mia anima

nella dolcezza di fulgidi Angeli,

teneri e amabili Cherubini

che m' amano

per la mia variegata e nuda Essenza.

Ringrazio la Bellezza,

la Natura e l' intero Creato

per ciò che sono

ed ogni giorno attingo

e mai rinnegherò alcun dolore,

in esso fondiamo e forgiamo la Perla

affinchè diventi dolce Essenza

della nostra Anima,

nell' elaborata Vita radiosa

e nel sarcofago

dove la morte per tutti

in esso si posa.

 

 

 

*

Maestra di vita, la balbuzie

                                          MAESTRA DI VITA, LA BALBUZIE.

Difficoltà al rintocco,

d' una lampara spenta

ipnotizzata dall' anima,

mentre la paura s' impossessa

di me

e le emozioni diventano succubi,

alla presenza incondizionata

dell' intoppo.
Ma definisco maestra di vita

la balbuzie,

guerriera delle sue difficoltà

che insegna l' invalicabile limite

delle debolezze umane.

Ed ha ragione un amico mio,

a dir che con le parole

tutto il dolore celo e imbocco,

perchè m' affatico

da inerme pastore esausto

ad una maratona,

quando la lingua s' inceppa

par che l' olio non galoppi,

ma su una poltrona segga

a rimirar articoli su un giornale.

La solitudine, l' indifferenza

e l' incomprensione ammanettano

il vero sapore della verità,

che diventa proiezione

del fastidio altrui,

ma dalla viltà insegna

la più vera onestà,

il semplice sergente

d' una vita in tempesta,

e con una rotta sempre

in cerca di conferma.

*

Lontana, nell’ aureola del tuo musicale candore

                LONTANA, NELL' AUREOLA DEL TUO MUSICALE CANDORE.

Lontana, nell' aureola

del tuo musicale candore,

ti disperdi distante nell' immenso

e dalla bellezza affogo

la sofferenza d' una perdita infinita,

la mia stessa felicità.

Sogno dell' estate

e d' un' esistenza intera,

muta questa vita nella cascata

delle tue eterne memorie,

e suggella essa alla mia

e in ogni istante,

rendila complice

d' un  sol cuore e d' una sola mente,

finchè t' avvolgerai

nel flusso infinito del vento,

frutto del silenzio

del nostro scolpito amore.

Infondi una carezza

alla mia anima sopita,

e avvolgimi nel caldo

e dolce tuo di grembo,

rendimi linfa delle tue sostanze,

inebriami del respiro tuo

e delle tue ossa

rendimi parte inespugnabile,

corteccia d' amore

e corazza contro ogni tua ferita.

Rendimi l' inno dei tuoi pensieri

e finalmente trasformami

in me stesso,

senza paure e fraintendimenti,

trasformami in un ragazzo

non più incatenato e timoroso

d' amare,

perchè finalmente saprai

capire ed ascoltare,

nelle dolci coccole

del mare.

 

*

Io ed il pastore errante.

                                                                IO ED IL PASTORE ERRANTE.

Dolce il lume della sera,

che s' addormenta

e s' avvicenda,

nel vuoto e amaro

che ogni evento della vita

ci ha segnato.

Sogna il pastore errante,

e muto al corso

vuol la stella Divina,

quella polare,

mi chiede dove deglutiscono

la loro erba triturata,

e dove prendono sonno

insieme ad onta di serpenti,

ma io ignorante non rispondo.

Guardo la luna

e dico soltanto,

che l' esistenza mia

e d' ogni essere vivente,

finchè non trova la foce

del suo corso

è come quella luna bucherellata

indifesa e inglobata da anticorpi,

come un' estranea.

E lui stupito,

con aria sovrana da rimprovero

dicendomi così m' arrovella l' anima:

'  Ma per quella dannata paura,

forse rinunciasti,

a scalare le tanto belle Alpi,

e di vertigini fossi preda,

come la gazzella nelle zanne

del leon?'

Io m' allontanai per pensare,

e piansi tanto

temendo che di ragione

ne avesse più di un miliardo,

ma io non trovando una risposta,

lascio a voi sapienti e umili lettori

di risolver la sua questione,

per la mia vita ancor

beffardo inganno.

 

 

 

 

 

*

Libero gabbiano, su questo nudo cielo

                                            LIBERO GABBIANO, SU QUESTO NUDO CIELO.

Sgorga dal cuore mio,

la mia poesia ribelle

e rendimi libero

di fronte alle subite angosce,

trasformami in libero gabbiano

per volare su questo nudo cielo.

Infondi semplicità e candore,

ad ogni turbolenza

d' un impetuoso fiume,

e sfoltisci il labirinto

del mio contrito

ma speranzoso cuore.

Fai sii che l' amore

sia sorgente viva alla mia vita,

che mai s' esaurisca

di fronte alla fitta

coltre di nebbia,

rendimi prezioso pozzo

di nobili emozioni e sentimenti.

La libertà d' ognuno,

in realtà è tirannia

della propria mente

che per non errare si difende,

e per vivere si getta a capofitto

in un dirupo.

Scioglimi in questa notte,

disperdimi nel tuo manto celeste,

non mi lasciare perduto amore

della mia esistenza,

non ti perdonerò!