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Raccolta di poesie di Andrea Palermo
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

T’amo perché t’ho amato

T'amo, non so far altro,

perché quando t'amai

nel tempo che volse alla fine

lasciasti le mie nostalgie

nella perpetua ricerca di te.

E per questo  t'amerei

in questo fragile presente

anche se tu non m'ameresti,

perché so che tu m'amasti,

ed anche se tu non m'ami

sappi che il nostro amarsi

non può fuggire da noi

perché prima di amare te,

ho amato l'amore

che sapevo avrei avuto per te.

 

 

Andrea Palermo ©

 

*

Recondita armonia

 

E t'accolgo nelle parole

che si tingono

di carminio, quando

i mosaici di luce che

nel  vento muoiono

sul tuo viso,

fanno specchio di

recondita armonia,

e per te che getterò

le mie matite

e ricalcherò la tua anima

sui riflessi dell'alba,

e lì veglierò nell'attesa

delle tue labbra.

 

 

Andrea Palermo ©

*

Segni delebili


E così scendo 
tra le rocce, nel 
fremito del vento
che mi parla 
tra i fogli, che 
si issano come vele, 
alla ricerca della libertà.
Tra riverberi turchesi
delle acque del mare 
che bagnano i miei versi,
d'inchiostro morente 
sull'avorio della carta. 
Ed io che scevro, 
dal clangore dell'oggi,
racconto di come,
un segno delebile
possa lasciare 
sentieri nascosti
nel nostro profondo.
Come i baci che 
sanno scrivere 
sull'anima, frasi 
impalpabili che si 
leggono con il cuore 
e non con gli occhi. 

Andrea Palermo ©

*

Le bugie del giorno


Adesso so perché 
l'alba muore, tra 
le bugie del giorno 
che gli promise
di non lasciarla mai,
e le carezze della notte
che l'accudì, nella sua
cecità, celando solo 
il dolore ch'ella 
provava, nell'ebano 
velato dell'oscurità.
E per sempre fu 
rapita da quelle 
promesse, e la sua
luce sì bella effimera 
ed irruente non 
seppe mai che 
esisteva, il tramonto.

Andrea Palermo ©

*

Concedimi questi attimi

Concedimi questi attimi...

 

Ed eccoci, ancora

una volta travolti

dalle nostre

vitree debolezze,

che nelle loro

trasparenze cercano,

riparo negli amplessi

di questa velata ed

oscura notte.

Corrompere i tuoi

desideri tra gli spasmi

del piacere, che

s'alimentano dei

giochi  maliziosi

delle fantasie, che

solo l'oscurità ti concede.

Infima ladra delle

perversioni dell'amore,

dei pudori reclusi

nella luce del giorno.

In questa eterna sfida,

inebriati dai nostri

sensi, ora lasciami così

concedimi questi attimi

a respirare di te,

perché l'odore non

si dimentica.

 

 

Andrea Palermo ©

 

(Anno 2014)

*

Lacrime

Lacrime

 

Se solo avessi capito,

che le lacrime non sono

altro che le prigioni dei

nostri desideri, che

scorrono sul percorso

del viso, illuminando

nella loro luce, i rivoli

delle nostre emozioni,

avrei riempito i miei

occhi di sogni quelli

che avrei voluto

tenere tra le mani.

E così, che i riflessi

di esse sono come

impronte che

non sbiadiranno mai,

nel giaciglio della

mente di coloro,

che hanno ancora

il coraggio di piangere.   

 

Andrea Palermo ©

 

(Anno 2014)

*

Ho un minuto più di te

Fermati non c'è fretta
quell'attimo deciduo
che svogliatamente scorre,
perché sancisce padre mio
che d'ora in poi avrò
un minuto più dell'età
nella quale mi lasciasti.
Rimani qui, non fuggire
ancora da questi
quieti momenti,
quando il mio pugno
bussa ancora una volta
alla porta dei ricordi,
ed apre quegli istanti
dispersi nella mente,
invaghiti dalle ombre
frammentate di me.
Apro quel cancello
che cigola nel cuore, ed
irrompe in quel silenzio
nel soffio di una lacrima,
che lieve fugge via, ed
evadendo si trascina
l’immagine sfocata,
di quei riflessi di vita
trascorsi di bambino.
Così provo inutilmente
a chiamare il tuo nome,
nell'eco malinconico
di chi è rimasto solo,
in quel lungo cammino,
per quegli impenetrabili
sentieri in cui si cela
il rischio di diventare grandi.


Andrea Palermo ©

 

(dedicata a mio padre)


(Anno 2014)

*

Le ferite da esibire

Un giorno vedrai,

come è intenso il

colore del tramonto che

pennella l’addio

del giorno, avido

ruberà il tuo sguardo,

mentre tra le mani

terrai del rosmarino

appena reciso, che

inebrierà i tuoi istinti,

anche se lontano dalla

sua ragione di vita.

Cercherai il senso

di quelle parole

delle quali avresti

voluto assaporare

il dolce e l'amaro.

Prova a dimenticare

il dolore, so che è difficile

come lo è il ricordo

dell'amore.

Ricorda, la gioia non

lascia ferite da esibire.

 

Andrea Palermo ©



(Anno 2014)

*

Corri nell’ingenuità

Vedi bambino mio

tra poco capirai,

perché il cuore

deve battere,

quando scandirà

gli stati d'animo delle

tue convinzioni,

nell'infinita gravidanza

della vita, nella quale

nascerai ogni volta

che concepirai una verità.

So che vorresti

correre nell'ingenuità,

per entrare nelle bugie

che ti raccontano i grandi,

ma se dovessi cadere,

ricordati che il dolore

è solo l'ultima sensazione

che si prova,

quando ti fermerai

e non inseguirai più

quella palla.

 

Andrea Palermo ©

 


(Anno 2014)

*

La nuova alba

Perché aspetti ancora,

vattene, non era

quello che volevi,

quando le tue labbra

hanno sfiorato la

mia delusione, per

l'ultima volta.

Un addio lascerà

sempre quei

rimpianti che non

ti appagheranno mai.

E così quando un

amore cade,

è come quando

la notte travolge

la luce, e nel suo

orgoglio finisce per

dimenticarsi che dietro

già sta sorgendo

una nuova alba.

 

 

Andrea  Palermo ©



(Anno 2014)

*

Laconiche parole

E così se ne va,

ancora un altro giorno,

tra gli sberleffi

del vento, che caldo

t'accarezza, e

gli scogli che arsi

dal sole, intonano

onomatopee,

schiaffeggiati dalle onde.

Nel bianco, della

schiuma che fa

da sfondo a questi

versi. Oggi, domani

non sono altro che le

laconiche parole,

con le quali il tempo

gioca a nascondino

lasciandoci i dubbi

sul nostro agire,

e così resto,

tanto il mare

stiperà i miei battiti,

che non potranno

essergli complici.

 

Andrea Palermo ©



(Anno 2014)

*

Sarai quello che sei

Dimmi, perché ti piace

rinchiuderti nelle

tue tristezze,

quando ti accarezzi

i capelli, e ti guardi

allo specchio

in cui t'immagini

immersa  nei

tuoi desideri.

Sarai quello che sei,

non cercare

altrove quando

altri vorrebbero

essere te,

Vorrei  toglierti le

metafore delle

quali ti vesti, e

renderti partecipe

della vita.

Guardati ora

fregatene se

vedrai la tua nuda

fragilità, essa

semplice è la tua

corazza più bella.

 

 

Andrea Palermo ©



(Anno 2014)

*

Silenzio entra la Maestra

Davanti agli occhi,
scene vissute,
le rivedi come adesso,
ma non lo è,
la voglia di rivivere
quei momenti della
scuola, quando invece
allora attendevi
solo l'attimo, in cui la
campanella suonasse
per correre via.
L'odore del gesso,
della carta dei libri,
sorrisi di chi ce la faceva,
spensierati respiri
di chi avrebbe recuperato
il domani, nel profumo
di gomma da cancellare.
Silenzio entra la maestra.
No ! E' solo un altro
giorno che ti farà alzare
in piedi.

 

Andrea Palermo ©



(Anno 2014)

*

Un altro giro

Come gira lesta

questa giostra,

spinta dal vento

deciduo nel suo

roteare, restio.

Nostalgica delle grida

di bimbo, che un tempo

la spingeva,

sempre più veloce.

Allegorica prigioniera,

affranta nel cigolio

sordo degli attimi,

che fanno paura all'età

degli uomini, che troppo

spesso dimenticano,

quanto si diventa

fragili, quando

i nostri animi,

non hanno più

la voglia di irridere

la vita, e non si

sale più quel

gradino per

fare un altro giro.

 

Andrea Palermo ©

 


(Anno 2014)

*

Nessuno Crede

E adesso cosa vuoi, 
non restare avvolta
ancora nelle tue 
volubili prigioni,
dammi le tue mani
parlerò io con le 
tue inquietudini,
che spesso son state
scolta a guardia 
della tue fantasie.
Nessuno crede di saper
amare finché non userà 
la bocca per baciare
e non proferirà
più quelle fugaci
parole, che tolgono
solo il respiro 
ai sussurri del cuore.

Andrea Palermo ©



(Anno 2014)

*

Come quando la pioggia..

 

Verso il nulla,

sonderò quello che

da fanciullo ho lasciato

andar via, nella latebra  

delle volontà represse

celate dal se avessi.

Quando il cielo

nel suo fragile ceruleo ,

restava in bilico

sul mio sguardo,

e nascondermi sotto

esso mi faceva

sentire al sicuro.

Non è mai uguale,

ogni sofferenza lascia

un segno differente,

dentro, addosso

tra le mani, come

quando la pioggia

sbatte sui vetri

per scandire il tempo

dei tuoi ricordi,

e sfuma il tuo volto

che si scioglie nei

diafani riflessi.

 

Andrea Palermo ©

 

(Anno 2014)

*

Sai vorrei.....

Sai, vorrei raccontarti

di quando vedo i tuoi

sorrisi, posarsi come

impronte nei miei pensieri,

di quando le mie mani          

sono lontane da te

per sfiorare le tue passioni,

ed allora scrivono.

Vorrei  guardarti

per ore, quando

non ci prendiamo sul serio,

e nell'enfasi non

sempre ci spogliamo

per fare l'amore.

Sai, vorrei toccarti

tra le lenzuola, quando

le notti confinano

con te, e la tua pelle

non sa mentire perché

freme nei brividi,

che si placano solo

quando le mie labbra

s'allontanano, sai.

 

  

Andrea Palermo ©



(Anno 2014)

*

Sul giaciglio del poeta...

Tutto tace, tu luna

amante sensuale,

nella sinuosa veste

d'argento, provochi

il mio ego che nel

deliquio, vive

tra spiragli lasciati

dalla luce, quando in

quegli attimi si lascian

la mano nel fondo

del cielo.

Narrami dei tuoi sogni

stipati tra le carezze

del passato, quando

la brezza del domani

t'ingannerà tra i raggi

del sole.

Siedi sulle nostre

parole, che vane nel

vento ti faranno

da culla, sul giaciglio

di un poeta folle

che t'imprigiona

tra le dita, mentre

tenue la luce

t'allontana.

 

Andrea Palermo ©

 



(Anno 2014)

*

Per queste mani passò...

Riflessioni, d'uno sciocco

come me, che pensa

di conoscere la vita,

quella sporca, intensa,

travolgente, figlia degli

errori alla soglia

della ragione,

ironica pronta, a

stupirti in ogni

attimo in cui

non credevi di farne

parte. Vigliacca, sempre

pronta a tradirti

quando la lasci

andar via sicura,

nella convinzione

di possederla,

e solo quando la

sfiorerò per l'ultima

volta capirò il

significato di aver

avuto queste mani,

quando mi passò per

esse e non la

tenni a me. 

 

Andrea Palermo ©



(Anno 2014)

*

Il cavallo di legno

Seguimi, metafora
di quello che sono,
non aprire la porta 
al cavallo di legno 
che cela i miei sogni,
ho paura che possa
destarmi, da una
vita che lentamente
si trascina.
Non ho timore 
di morire, ma di 
non vivere. 
E se proprio devi 
farlo, fa ch'io possa
brandire con veemenza
il mio istinto, mentre 
ascolto il battito del 
cuore, negli attimi in 
cui svela la sua identità 
nel taciturno soave.

Andrea Palermo ©


(Anno 2014)

*

Vorrei portarti dove..

Stringi le mie mani,

vorrei portarti dove

i miei pensieri sono

come le acque,

che danno quiete,

e poi ti trascinano

lontano, verso

i miei sogni, quelli

d'un bambino

spensierato, che sanno

essere liberamente

invidiosi.

Segui le mie dita,

nel pizzicar le note

dell'arpa che vibra

in ogni sua corda,

come i tuoi istinti,

che lascivi, s'inoltrano

sublimi, nel profondo

delle tue primordiali

e fugaci pulsioni.

 

Andrea Palermo ©

 


(Anno 2014)

*

Ladro di passioni

Sospiro, mentre circondo
il tuo ventre tra le braccia
e occupo la mia mente
dell desio infinito
che ho di te,
m'abbandono ladro
del tuo corpo sinuoso,
che libero si cela
all'ombra del peccato.
Ora ti vivo nell'effimero,
nel tuo imbarazzo
di donna distratta,
che cerca di resistere
a quella voglia d'essere
scoperta, dalle mani mie
che scorrono tra i tuoi
brividi, come scintille
che accendono quel fuoco
che arde come se
il domani non ci fosse.
Mi spingo nel piacere tuo
che lento si avvolge,
al perpetuo agire
di quegli istanti,
intensi, giocondi, avidi,
delizia della lussuria
che anticipa l'oblio,
fuggevole dal vivere
il chiasso della vita,
e che provocatorio
rende ancor più bello
ascoltare la musica
ch'esce dello sfiorar
della tua pelle.
T'avvolgo nelle lenzuola
stropicciate, che sanno
di passione consumata,
mentre taciti si passano
gli sguardi c'attendono
di riviver quei momenti.

Andrea Palermo ©


(Anno 2014)

*

In fine un vago ricordo

Voglio, ma non posso
addentrarmi nei tuoi timori,
e prendermi gioco
delle tue volubili fantasie.
Sarei pronto ad essere
quell’edera che
s’inerpica su muri delle
tue fragili insicurezze,
per riuscire a vedere
tutto ciò ch’imprigiona,
quel desiderio malinconico.
Seguimi dolce compagna,
non lasciare che le
tue paure si rendano
complici, delle distrazioni
che anticipano il dolore, 
e renda l’amore deciduo.
Anche cogliendo una rosa
si prova sofferenza,
dalla fitta delle sue spine,
ma quel male non 
può arginare l’impulso
in cui si è trascinati, 
nella brama ricerca 
di possederla.
In fine lascerà su di noi
solo un vago ricordo,
e rimarrà intenso l'odore
unico che solo la 
passione sa dare.

Andrea Palermo ©


(Anno 2014)

*

Metafora delle onde

Silenzio, odo il mio battito 
incessante ancorarsi
ad un musica che lenta
va lontana, mentre il 
mio sguardo è schiavo
dall’eco delle acque, 
che nel deliquio mi 
lasciano naufragare.
Come dolce e amara 
la metafora delle onde 
in perenne movimento, 
che tentano di baciare 
la terra, anche se vengono 
sospinte via, e nella 
lontananza trovano la forza
per avvicinarsi ancora
una volta, come quando 
un amore fugge e nella 
sua tempesta t’uccide 
perché alle tue orecchie tace.
Emozione, che finisce 
per rubarti, quegli istanti 
di vita, che altrimenti 
non avrebbero avuto 
motivo d’essere. 

Andrea Palermo ©


(Anno 2014)

*

Frammenti di metafore

Raccolgo frammenti 
di metafore, tra le 
pagine lette di un libro, 
dalle vibranti note 
d’un violino che da
voce al mio cuore,
nel riverbero della luce 
che accarezza i tuoi occhi,
nelle onde che affrante
provocano il sole.
Ed ora che sono stanco 
busserò alla tua porta,
quella che nessuno 
sa aprire, per recitare
i miei versi che afoni
saranno effimeri, alle
soglie del tuo viso, e 
in segreta complicità,
imiteranno il mare 
che nella nostalgia 
della sua amata luna, 
le dona l’alta marea 
per sentirla più vicina.

Andrea Palermo ©


(Anno 2014)

*

Forse tornerò

 

Evado, da questo

flebile inconscio che

mi tiene desto davanti

al nulla presente.

Forse tornerò

un giorno dalle mie

volontà d'armigero

vestite, che più

di una volta si son

prese beffa di chi

usa il pudore per

non spogliarsi

dei propri difetti,

al cospetto dell'ovvio.

 

Andrea Palermo  ©



(Anno 2014)

*

L’Artista dei sentimenti

Eccomi, sono qui per

infrangere i tuoi pensieri,

pronti a specchiarsi sulle

gocce di rugiada, quando

al mattino ti alzi

con le nostalgie della

notte passata, timorosa

di non poterle rivivere.

Noi, esseri silenziosi che

sfioriamo i nostri  desideri,

che vivono come armoniche

illusioni, di chi non saggia

mai l'amore. Avidi amanti,

che riescono a provare

ancora emozioni, attratti

dagli sguardi riflessi negli

occhi lucidi, nella

ricerca dei brividi che

non solo il freddo sa dare.

Io che vivo scrivendo

versi dove la verità è follia,

sono quell'artista dei

sentimenti che si cela

nelle penombre del

dedalo delle tue malizie,

e infinitamente so  

che mi perderò, mentre

tocco con lo sguardo

le tue nudità, che risaltano

nella tenue luce della luna.

 

Andrea Palermo ©


(Anno 2014)

*

Lacrime tra le labbra

Tremo davanti a te,
non è possibile che tu sia
qui, t'avevo smarrita
nel mio orgoglio,
mia donna inquieta,
ch'evadi nell'ovvietà
dei tuoi discorsi,
da dove nascono
le tue intime paure
di perdermi, di perderti.
Non fuggo ora,
non andrò via,
ho capito dal tuo
sguardo che anche
nella polvere
si cela il dolce
amaro dei ricordi,
di cui siamo ormai
essenza perpetua,
che si affianca all'oblio
dei ripidi percorsi,
c'hanno omesso di
nutrire il nostro amore.
Eravamo due anime
smarrite nel fiele
della noia, che
s'alimenta del vaga
insoddisfazione della vita.
Piangi, piango, ecco
questo è ciò che disseta
il terreno inaridito
di noi due, irrigato
ora dalla voglia ed
il desiderio che abbiamo
di ritrovarci a brandire
i nostri istinti, come
ingenui adolescenti,
che si cuciono con
le lacrime le labbra,
nei baci di quella prima
ed irruente passione.
Come è vero che
non sempre un addio
trova la strada
dritta per andare via.

Andrea Palermo ©

 
(Anno 2014)

*

D’effimero amare

Siediti, qui con me
ascolta il vociare
nel sussurrar delle foglie,
quando la primavera
le bacia di passione,
per le vibranti sinfonie
fruscianti nel silenzio,
mi perdo nel tuo sguardo,
e di riflesso, sogno.
Soggioga la mia attesa
mentre ti scosto
quei capelli, che
s'abbandonano nel vento
all'imbarazzo del tuo viso,
tu che brandisci
la tua beltà,
rubando l'anima mia
mentre cado nel deliquio
rapito nell'attesa.
Intimamente so, che
nella tua veste di tarlatana,
imprigioni il desiderio
nel tuo sinuoso aspetto,
ora che scorgi l'orizzonte
oltre il ciel d'inverno,
i tuoi occhi fan da specchio
a quel fragile cristallo.
Tu nostalgica mia donna,
che aneli il mio sfiorare,
sei in attesa dell'eterno,
nel rosso del tramonto
che s'adagia vanitoso,
ed in fine muore, alle
soglie delle nostre labbra
d'effimero amare.

Andrea Palermo ©


(Anno 2014)

*

Amami nel fuoco

Balla, mia dolce e
vacua fiamma, danza
sotto i doni del cielo,
che nella tua essenza
si fan specchio, tu
che diafana nei fulgidi
colori, rifletti il senso
del mio amore,
che s’invaghisce nelle
notti di luna.
Leggera e lasciva,
mentre ti confondi tra
le pieghe del mare
che nel buio
dell'eco risuona,
ed esplode all'ombra
del tuo crepitare.
Tu che illumini
il corpo della mia amata,
che indifesa si concede
trai granelli di sabbia,
mentre il tramonto
si nasconde invano,
e chiude il suo sipario
alla luce del giorno,
così io ebbro del
suo sapore salace,
m’inoltro nella passione
più recondita dell’uomo.
Amami, ora che il fuoco
gioca sulle nostre oscurità,
appare e scompare,
deviando i nostri istinti,
per finir nel simposio,
celati da queste onde.

Andrea Palermo ©


 

(Anno 2014)

*

Quando l’amore muore

Svegliati, placami
da questo incessante
monologo, in questa
notte senza colore,
dove riesco a guardare
anche senza vedere.
Desidero tristezza,
nel taciturno movimento
che sfiora il nostro
possedersi appassito,
in questo letto
ch'evanescente fugge,
ossimoro della passione.
Avanzo come un cieco
tra le coperte diafane,
col timore di toccare
un corpo che non vuole,
tra gli spazi effimeri
che solcano le distanze,
di noi due persi
tra questi rovi di lenzuola
che si fingono
ignavi del passato,
perché quando un
amore muore non
lascia testimoni scomodi.
Tocco l'amarezza dei
miei stati d'animo,
che nell'accidia
s'abbandonano, al lento
tralasciar di quel che fu,
campo di sconfitta,
dove un giorno
sorgevano ardenti
gli avidi amplessi.

Andrea Palermo ©

 

(Anno 2014)

*

Vesti d’erotismo

Silenzio, la luce fioca
che incessante t'attraversa,
spogliando gli attimi
della tua vanità
ricoperta d'ombra,
tu bella, venere non dea
che provochi il mio
corpo, graffiando
il desiderio, vizioso
ed irruente come il
vento che penetra le onde.
Tu che t'imbarazzi
al riverbero del sole,
ti disegni come amazzone
nell'argento della luna,
con le vesti d'erotismo
mi soggioghi nel tuo ventre,
sbarazzino ed irridente,
che ti fa sentire donna.
Come bramoso mendicante
nell’attesa dei tuoi spasmi,
t’assaporo nel peccato
della bocca mia viziosa,
e mi doni i seni tuoi
ch’imprigionano il piacere,
in cui muore quel respiro
che si fonde nell’oblio.
E così in fine t’ascolto
nell’intensa smania tua
ch’esce lenta dalle labbra
e placidamente si dilegua.

Andrea Palermo ©

 

(Anno 2014)

*

Riflessi di Sensualità

Sensualità, attimo,
dolce metafora
dell'uomo che
tange l'infinito,
in cui mi perdo
adorno di passione,
nascondo tra le dita
il tuo sguardo,
sospeso nel desiderio
e m'accingo a sfiorar
con la mia bocca
i seni tuoi bramosi,
e stretti tra le mani
sentirli traboccar
ricolmi di piacere,
sì tondi disegnati
d'evanescenza ambigui.
Non posso comprare
l'eco del tuo battito
che premuroso
cinge il mio ascoltare,
ma vago ebbro
nel tuo fervore,
che irridente
attende quell'instante,
in cui avvicino il mio
assiduo respiro,
all'indifesa tua intimità
per sentire il fremito
del tuo cuore,
nell'ubiquità, pulsare
dove nasce la vita.
Ti prendo e poi
t'avvolgo nel mio
abbraccio, prigione
del volere che scioglie
le nostre ombre
di quell'unico riflesso.

Andrea Palermo ©

 
(Anno 2014)

*

24 marzo 1944

Nel placido ombreggiar
de ricurvi fossi
gemente l'allodola
sul vacillar de sassi.

Nel mesto sentiero
di strada in livrea,
che sorse maestra
per la romana Ardea.

Or che s'ode il chiasso
nel silenzio sovrano,
del vigliacco agir
che armò quella mano.

L'eroi non volenti
da quelle gesta feriti,
erranti senza voce
dei loro effimeri afflati.

Nelle pietre incolore
or si tange la storia
dell'Ignoti innocenti
di costretta gloria.

In quel soffio vetusto
che veleggia profano,
il vaneggiar della quiete
di testimoniar tenta invano.


Andrea Palermo ©

(dedicata all'eccidio delle Fosse Ardeatine)



(Anno 2013)

*

L’impavido cuor di fanciullo

Al vaneggiar del giorno
che tremolante riluce,
vagheggia il vento
sull'increspar del mare,
tace, s'acquieta
improvvisamente assale
i piedi del bimbo
che del suo giocar s'avvale.
In quel freneticar di passi
ad inseguir le onde
che nel gioir si bagna
nella turchese veste,
corre, s'arresta
spensierato si duole
a guardar le orme
dove s'accoccola il sole.
Per giunger in fine
all'agognato desio
si appresta impavido
verso il fluir salato,
accarezza, s'immerge
ed irridente rinasce,
perché nel suo cuore
un fanciulletto cresce.

Andrea Palermo ©

*

Il raffiorar dei ricordi

Il silenzio di uno sguardo
da voce alla tristezza,
come acqua di sorgente
s'abbandona alla nostra sete,
ella è arida nella gioia
ma ci colma la mestizia
e richiama la memoria
che sbiadisce in questo vuoto.
Palcoscenico che s'apre
di quell'opera già vista e
riecheggia nella mente
delle scene già vissute,
che ci rende malinconici
dimorando nel perpetuo
e ci scosta dal venire
che non ha pagine scritte.
Rievocare quei ricordi è
come una lirica senza rime
perché quello che rimembra
è solo il dolce del passato,
che non bacia le vocali
e s'allontana da quel ch'era,
ma riaffiora nel presente
quando mesto sarà il cuore.

 

Andrea Palermo  ©

 

(Anno 2012)


*

Il poeta

" Il poeta é colui che ti illustra il mondo a parole quando non basta lo sguardo per comprenderlo. "           A.P. ©
.



*

Tramonto del savio vaneggiar

Quante volte mi sono inteso
morir lungo il sentiero
che s’inonda di sole terso,

quando il tramonto non
vuol salutar il cielo
nel suo perpetuo corso.

Nel lontano giagiciglio
dove la notte ed il giorno
s’incontrano nella lor pace,
come indissolubili amanti
che stretti per mano
portan con loro la luce.

Io artista che ignaro
al cominciar del vespro
assisto al duellar di colore,
non mi accorgo che il tempo
con quel pennellar sancisce
il passar delle ore.

In quegli effimeri istanti
nel frammentar dorato
in cui il meriggio si fa audace,
ed il riverberar delle foglie
che scosse dal vento
sembrano proferir la lor voce.

E allor che io m’arrendo
allo svogliato passo
del savio vaneggiar,
che scorre lentamente
come acqua nel suo corso
per non lasciarmi andar.



Andrea Palermo ©
 
(Anno 2012)

 

*

Donna

Donna, splendida marea 
in un’alba senza fine, 
filo che congiunge
a l’eterno di una speme.

Fragile come il tramonto
attraversato dalla luce,
gioca nel tuo specchio
che non sa esser mendace.

Scrigno che nascondi 
nel tuo ventre l’infinito,
per donar nuova vita
ad un destino rassegnato.

Clessidra di quel tempo
che irride ogni uomo,
desiderio di quell’amor che
non sa esser blasfemo.

Madre nel perpetuo
sarà per il suo bambino,
e candido il suo sguardo
accompagnar il suo cammino.

Amazzone di un sogno
nel cuor di ogni amante,
tu dea d'ogni pensier
avvicini quel che distante.

Regina di cuori di
sentimenti mai doma,
che desta ogni sonno 
di colui che non la ama.



Andrea Palermo  ©



(Anno 2011)

*

Poeta saltimbanco

Poeta che nel soave
rinneghi il vero,

 

di questo mondo
non più sincero.

Che ti commuovi
per un tramonto,

nel ciel distante
del firmamento.

Rimasto solo
ed assetato,

per la passione
di un tempo andato,

vero Caronte di
sentimenti persi

che senza moneta
decantanti versi,

perchè una vita
senza poesia,

è come l'amore
senza follia,

come una maschera
di cartone,

che cela le labbra
di un espressione.

Menestrello savio
per un re matto,

che chiude il tempo
nel suo fagotto,

che prende una rosa
come sua moglie,

e scalcia l'ombra
delle foglie.

Tu saltimbanco
della mente

che apri il cuore
della gente,

bagna la penna
nel nero inchiostro,

perchè della vita
sei te maestro.


Andrea Palermo ©


(Anno 2011)

*

Sensazioni del Mare

Sempre dolce fu, guardar
il mareggiar del mare,

quando al mattin
sta per nascere il sole e
le onde che cullan
quella luce dorata, che
silenziosamente sveglia
la natura assopita,
quando il soffice cielo
ricamato d'argento
accarezza la luna
sua amante notturna,
lei scrigno velato
di effimera luce,
che accende il cuore
degli amanti al tramonto.
Sempre dolce fu, ascoltar
il mareggiar del mare,
nell'armonia dell'acque
in perpetuar d'agire
sulle lande scogliose,
bastioni di pietra
accarezzate in eterno,
dal turchese fluire,
che fragilmente risuona
di brivido ancor,
nell'immensa armonia
dell'antico gioir.


Andrea Palermo  ©

 

(Anno 2012)

*

Ultimo desio

Solco la ragion,
del vivere
il desio,

nel placido
vaneggiar pazzo
dell'oblio.

Per un foglia muta,
caduta
nel suo autunno,
perpetuo girar
del suo infinito
sonno.

Che nel tramonto
giace,
privata di decenza,
per la ragion
dell'uomo
tremante indifferenza.

Per il gioco
spensierato
d'eroico fanciullo,
ad imitar Giasone
a caccia
del suo vello.

Che nella gloria vana
ricerca
del potere,
finisce per perir
ancor
d'eterno amore.

Per il vecchio marinaio,
che sospira
in agonia,
nello sguardo naufragante,
il mar rimembra
in nostalgia.

Che tradito dal suo tempo,
mai vorrà
ammainar le vele,
dimenticar mai potrà,
sulle labbra
il sapor del sale.

Nel riviver il desio,
ho scoperto
la ragione,
ch'esso vive ancor
maggiore
in sua ultima emozione.

Andrea Palermo ©
 
(Anno 2012)

 

*

Sentieri dell’Anima

Dolci e soavi mi furon
le note dell’arpa che vibra
sul fondo del cuore,
accarezzan la mia anima
leggera e sospesa nel
profondo sospiro,
fermato nel tempo,
in un cieco passato
trepidante d’ardore.
Bramosa e solitaria
come una rosa d’autunno
che volge il suo stelo
al tramonto lontano e
veglia il cammino di
un solitario sentiero,
celato all’ombra
di un melograno.
Un vago fanciullo
armato di un sogno
di pura passione che
arde come il fuoco
errante d’inverno,
giocoso e leggiadro
sospinge il suo passo,
illuminato dal sole
che brucia in eterno.
O’ anima mia
sorvola l’oblio
di un folle pensiero,
domanda a colui che
per emozione trema se
or conosce bene che
troppo perde’l tempo
di chi vive e non ama.

Andrea Palermo ©



(Anno 2012)

*

L’onda della vita

Sinuosa è la sponda
ove il mare nell’eco tace
turchese e profondo

nel suo riflesso di luce,
risalta nel bianco
della sua spuma bramosa,
invoca quell’onda
che si fondevan’ l cielo.
In quell’intimo abbraccio
ancor senza confini,
ove liberi volano
i sogni e i destini.
Or non tange
più il volo
dei superbi gabbiani,
che sinnalzan’ l cuore
del sol del domani,
in quelle fragili nubi
prigioni di luce,
nel riverbero sordo
delle lande sabbiose.
Malinconica fine di
colui che è stato
per un breve istante
a toccar l’infinito,
di quel sogno
vissuto nell’effimera gioia
come un uomo
che saggia la
sua gloriosa vittoria.
Consapevole sentenza
del destin di ognuno
che se un giorno
sei sovrano nel
domani sarai nessuno.
E quel che rimane
impresso del sogno di ieri
son i dolci rimpianti
di quello che eri,
la storia di ognuno
non sta nella forza
di come hai vissuto, ma
nella profonda passione
dell’amor dato.

Andrea Palermo



*

Il cullar dell’infante

Culla, culla l'infante assonnato
sotto quell'olmo.
tra le spighe di un prato,


veglia i suoi fragili sogni
sorretti dallo sbatter d'ali
di un volo di cigni,

di questa ninna nanna
non rimarrà che un vago
ricordo degli occhi di mamma.

In quel silenzio sottile
accarezzato dolcemente
dal bisbigliar di parole

per chi ancor non si desta
allo sguardo di un mondo
che di se si rattrista.

Dormi mio piccolo figlio,
nell'innocente vegliare
che svegliar io non voglio,

per quel sonno che é puro
come il sentimento che
limpido creo il tuo respiro,

che rimase celato
dalle nebbie blasfeme in cui
si nascose il peccato.

Dimentica che domani sarai
suddito del tempo
che non lo ammetterà mai,

e illudi il vago passato
che è bramoso d'avere
ciò che avrai vissuto,

perchè esso sarà sovrano
mentre scriverà
il tuo complice destino.

Continua a sonnecchiare ancora
tra le braccia mie
mentre l'amor ti sfiora.


Andrea Palermo ©
 

*

Armonie d’Agosto

Dolce e caro fu
risentir vibrar
le corde

di chitarre da tempo
assorte
che risuonan
fragilmente al vento
a sussurrar armonie
d’Agosto.
Lui poeta
che per esse nacque
e morir per
esse volle
sotto al frusciar
del limone in foglie
al musicar per
giovani fanciulle.
Or sospinge il suo
tenace passo
perché egli vuol
correr via
al tremolar dei
violini sia,
d’emozionante melodia.

Andrea Palermo
 


( a Christian Cappelluti)
 
(Anno 2013)