I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Sconosciuta
SCONOSCIUTA La macchina veloce curvò verso il cancello aperto il vento agitava le piante. Lei era già scesa dal mezzo e mi venne incontro. Come stai? Come stai? Eh, come sto, come sto… Non sai di me? No, cosa? L’alluvione... Ah, già. Ah, già. Ma tu- aggrottò le sopracciglia- sei di Ferrara, no? No, di Ravenna. Ah, già. Di Ravenna, di Ravenna. Non se lo ricordava ancora, dopo vent’anni. -Povera gente! Tutta quell’acqua! Quell’acqua!- strinse le labbra. Adesso ristagna. Già… scusami, non ti ho telefonato per papà- fece un sospiro. La guardai. Per mamma- si corresse. Non importa. Ti offro un caffè? No, non lo prendo mai. Ah, già! Ah già. Guardò l’orologio impaziente. -Un’altra volta parliamo! Adesso doveva proprio andare. E anch’io.
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Cosmicità
COSMICITA’
Piansi per la violazione per la profanazione. Piansi per l’ingenuità. Per aver creduto che la pietra mi fosse stata tolta dal petto, quando un’altra più grande incombeva. Piansi per la rabbia, per l’impotenza. Piansi per il silenzio, il terribile silenzio di chi credevo amico, presente e partecipe. Piansi per l’indifferenza, per i discorsi banali, le narrazioni inutili, le sequenze fatiche. Piansi perché dovevo elemosinare aiuto e comprimere angoscia. Piansi perché di nuovo il mondo mi appariva crudele, disarticolato e incomprensibile, così come l’avevo visto per anni e mi ero illusa di poterlo vivere in modo diverso.
Piansi a lungo nel sonno come non avevo fatto da tanto tempo.
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Dentro le celle
Dentro le celle
Mi dissero ben poco Rimasero chiuse nei loro sepolcri Ostinate Mute Lontane Ciò che mi colpiva Con tanta violenza Ciò che produceva dolore Sordo Acuto Non muoveva Le loro voci
Immobili Attonite Rimanevano Dentro le loro celle
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Il suo addio
Il suo addio Si era fatta più piccola e aveva sentito la suola di scarpa sul petto. Buffo o tragico o crudele che le avesse chiesto come stava avendo ordito la sua trama. Inatteso di certo fu il suo sguardo mesto, resa disperata il suo addio.
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Risalita
RISALITA La mia fragilità mi spinge sul fondo. Invoco la fede nella vita il desiderio che contrasta l'immobilità del destino. Essere nell'altro è sentire profondamente me stessa.
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Bellezza
BELLEZZA
Occhieggiano intorno al bordo dei marciapiedi con le loro corolle fucsia e gialle piccoli e ridenti al sole. La terra sotto il fiume è dolce e friabile I baccelli ingrossano tra i melograni e la fila delle tamerici, i cavoli sono in rigoglio, ronzano api sulla corteccia resinosa, le arnie fanno cassa di risonanza la nube nera scarica acqua sui campi arsi.
Il decotto di bacche rosse è dentro la teiera di ceramica a fiori blu. Sulla creta del Lamone si forgiano le icone faentine: le nobildonne dei Manfredi occhieggiano nel servizio di piatti opulente nella loro Bellezza.
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Il patto segreto
Il patto segreto
Una sigaretta, una battuta, rigirarsi verso l’azzurro cercare la direzione del vento, quella delle nubi. Poi prendere la circumetnea guardare le pendici scure pensarle di una montagna sacra. La pietra lavica plasma i prospetti delle chiese lastrica le strade Il vino della terra nera è forte, odoroso. Buttare il quotidiano sul tavolo prenotato al caffè: un giorno sì e un giorno no parlano del porto turistico. Lui avversa l’iniziativa: è solo cemento rumore e speculazione. Che valorizzino il già esistente, invece. Ma decidono i burattinai. La natura, però, nessuno gliela può togliere. Almeno per ora.
Quando il brulicare del paese lo opprime e le voci diventano fastidiose se ne va alla curvatura segue il sentiero, raggiunge il pescheto e gli ulivi. Lì è silenzio, colloquio libertà di pensiero, vittoria dell’essere. Il rivolo d’acqua che asciuga gli dice la sua utilità. Se guarda le stelle alla sera, si sente al sicuro.
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Sigillo
Sigillo
Medaglione marchiato in petto a fuoco. Incancellabile ritratto segno invisibile al mondo. Accorda il battito il ritmo del pensiero, accompagna la chiarità del giorno.
Campanello e chiave è beneficio perenne. Sigillo.
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Trinità
Trinità Pochi cristiani uno dietro l’altro a posti alterni. Immoti, sospesi dentro lo spazio sacro aspettano. Di fuori la waste land è luce e arsura nell’ultima domenica di maggio. Sullo sfondo il biancovestito predica del Padre e del Figlio dell’assoluto e straordinario Amore ordinando le parole con precisione esatta. In primo piano semplici vite arrancano nel Mistero: pazienti attendono che la Parola liberi.
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Volo
VOLO Scelsi tra le sue parole quelle che facevano per me. Le disposi sul foglio e le ingigantii sotto la lente. Vi alitai sopra e le vidi lievitare Vi allacciai il mio filo e sentii un frullo d'ali.
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Approdo
APPRODO Il ricordo degli affondi subiti assediò la mente. La benda cadde e rivelò la divergenza incolmabile dei pensieri. L’evento più sentito dell’anno riaffermava soltanto lo schiattare invariato di un io. Pensò che sarebbe stato tempo buttato al vento e duplicità colpevole. Dalla sponda avrebbe guardato la fiancata del legno corroso schiantarsi e sprofondare nelle acque fangose. Per sempre.
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Vuoto d’aria
Vuoto d’aria Manto di stanchezza capitolazione sui fronti L’oltre sprofonda in voci di contestazione Iconoclastia incendiaria. Il vento dentro lascia una tempesta di pensieri.
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Preghiera
Preghiera I Beni che mi concedi, o Signore, sono superiori ai miei desideri. Fa’che ne abbia persistente consapevolezza.
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Giro
GIRO La tua libertà ti fa schiva e solitaria, rintanata vorrei dire. Peccato: era bello udire la tua voce o, meglio, le tue voci segno di presenza. So che non è facile trovare sintonie e motivi d’espressione. Io ti vorrei raccontare di piatta quotidianità e già ti annoio. I miei tempi non sono i tuoi tempi e ci vuole fiducia per aspettare un nuovo giorno.
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Dopo
DOPO
Le ha detto Siamo diversi Si tronca. Sei anni annullati Con due parole. Impossibile Irreversibile Percorso.
Lei ha risolto: dirotta emozioni.
Lui è immobile, Si mimetizza Sul sasso Come una salamandra.
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Noto per altro
Corinaldo lo ricordi per le mura medievali per le porte antiche e soprattutto per la casa di Maria i richiami a un’esistenza casta. Poi ne senti parlare per un episodio triste che non fa pensare alla virtù e ti viene un nodo amaro perchè l’hai sempre associato quasi con rispetto ad una vita Santa.
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Indesiderata
INDESIDERATA Amalia non poté vedere Guido morente. A lei che lo amava non fu permesso. Che ne sarà stato o sarà di una piena arrestata di uno slancio frenato di un grido zittito Di quel meglio respinto?
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Cambiamenti
Schizzi di fango sui fari una sciarpa a colori e quella fronte alta per le sue filosofie. Mi risponde con due frasi e un sorriso che sottolinea. Scompare nell’abitacolo e sembra così naturale non rivederla per un tempo che non si precisa. Ricordo il prato sotto il ciliegio quando intrecciavamo sogni e la vita sembrava offrire di più.
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