I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Cagliostro Von e la Gondola Vongola
Patteggiare il sogno inCunabolo l’aCcavallamento claustrofobico nell’epidurale cosmica Leggimi la Pagina Prima di quel giornale deCennale tu buona per la bUca: non lo dirò a Jack né a Walter. Prendi un po’ qui e un po’ là senza che nessuno se ne accOrga TRANNE > ME [Seborroiche iStanze avranno conclusioni accademiche esperti dalla bava sGuattera a posologia crescente per le mEnti piatte. La pOlluzione si applica sempre per quanto vuole l’esiliarsi su acufeni e nuclei rampanti ad amMucchiate] Ricordi via dei Putti Zoppi? Dove barBoni e puttAne sono orchestra sinFonica sulle retrovie di bUgigattoli e cUnicoli per la scoPa fetida e tenace che lì prospera? Era eccitante pensargliea gOnfia la scacciammo da un orecchiO ciascunO e la affidammo alle mOsche. Dracula non ebbe scampo sull’ippOcampo sul cigliO della strada del semaforo durO infilato nel bucO della serratura.
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Cartapesta
Ultimo sbuffo fuma tra l’ottobrina nebbia prima di farti inghiottire da una nave fantasma. quasi sospesi i passi. immagino la strada. estranei seguono senza che corpo rimanga. Lampione solitario stai a guardia della chiusa ampia che la polena /attenta/ prova i suoi errori e delira del mare. Sempre ha bisogno di legna per potersi ispirare e della stessa vena per sbarcare il lunario. ma un giro di pollici fu la gomena cartapesta che salpa e annega.
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Prima del respiro dietro langolo
spera che io mai possa incontrarti [pulce dietro la tastiera] ché a lividi commi ti concerei prima del respiro dietro l’angolo. ronza pure la tua faccia larga e striscia da conclamata serpe col marcio generato dal tuo buco depravato. ma con la maschera a distanza di provata sicurezza … che tutto indietro ti ritorna e la melma t’accompagna in putrida baldanza d’una fallita fattucchiera succhia … tasti sian polli o due galline [sai] non mesce differenza e nemmeno tre insalate dentro una capanna esatta
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un fianco vale laltro
nemmeno i saldi son più scontati di te : fattene una ragione dentro il tuo mercato dell’usato a catena di montaggio = dove l’occhio lucidato sforna maschi con pennelli d’altri e voglie sotto anfratti rubati nell’arco delle sue notti infami : che un tanto a chilo un fianco vale l’altro
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sentinella
dorme la notte per chi non la veglia (dunque non per te). una camomilla può far poco in caso d’astinenza: scoppia lo specchio che ti specchia e spacca i suoi frangenti (sentinella che spandi voti a stecca per avere) ma puoi sempre spargerti di miele e richiamare insetti, stendere la pelle su un pennone d’accidenti. tutta crusca che ti torna indietro, il bocchino ridotto ad una grappa. per quanto lo insidierai ancora? <sterile>
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tutto minuscolo
l’unico rosso che ti donerebbe è quello che esce dalla carne. l’altro : dei quadri, di ciabatte, del rossetto che gonfia strisce di labbra è prestito rubato. viviti i narcisi (il rock and roll solitario decorticata della tua metà) falli (coniglio fantastico, magari bianco, buco bucato a dimenticare la fame dietro lo specchio) oblò a pagamento. perché non ha età la fine e non si sa mai del tempo
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Allincanto di chiodi inglesi
E venne [alicechenonèalice, puntini spruzzati come pepe nero per emularlo, col [sé] che manco uno nostrano getta e usa in culla di stivale. Ma l’imbastito ha un cappotto troppo vecchio l’usura dell’agguato legno su legno bucate buche al rattoppo negate : logorerà l’idiota di dostoevskijana memoria il falso traslato giusto in tempo per smettere al prossimo risveglio. All’abc va il testamento, una battuta del martello all’incanto di chiodi inglesi] Il varco mi è testimone di tutto questo
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La pozza
Dona la pozza ad Altra il pensiero : per esempio alla rosa che tutt’uno è allo stelo, agli incontri d’Amanti fugaci ma intensi, al perimetro caldo dei corpi cinti d’abbracci e di baci. La sua acqua è saliva, sapore e profumo mi porta. Quanto vale una cicca che già nulla valeva e nulla è rimasta nel cambio da folle? Non ricorda il bocchino che spirava il suo misero filo: lo spillo di un tacco bucava all’inizio del nove. E in un sempre seppure transeunte finché avrà aria e voce la gola
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Ava fa la conta degli uccelli
Senza saponette è rimasta: il tabaccaio le ha chiuso la faccia. così di azzurrite si è tinta : dispiegando la sua vela marcia per dar fiato a questue carpite. ha il cuore al macero di concerto al fungo in levare, boato alto non commestibile divisionismo espanso in cinguettii. Ava fa la conta degli uccelli lontani e imprendibili, poi si disperde e un gesso si passa sulle labbra per smistarsi la bile
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Bella da sballo
{[Bella da sballo fu quell’Uva (mediata e improvvisa) che imbottigliò in cantina]} . Lo stesso non fece per il morso del grano fermo in bocca nell’istante d’uno scocco. Quello lo spiattellò ad enne venti vanto di bucato manto che grondava acqua . Apparecchiando così su tende veneziane il pasto del guerriero
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Qualche riga
[ Per te ho cucinato qualche riga . Siccome sono saporita non manco di un piccolo soffritto (aiuta la carota e un poco di cipolla) per farmi piangere ancora. ]
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Le virgole d’Ava
Vacuo il sillabario senza più virgole [Chi è stato a derubarlo? La notte della strega appena andata … se l’è messe in tasca.]. Cerca l’Ava di lavare il suo cuore di carbone. Aspetta: nella follia aspetta, e nel mentre che non pensa un pugno di virgole s’inietta da sé togliendo ogni briciola d’aria
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Anche la morte non fa male
Suona la sveglia dalle caramelle <andarsene> da un cappotto che si apre e un urlo scippa il serpente mostro, dolce Geenna il sogno. Lì ti puoi fidare, anche la morte non fa male. Mi borbotta lui sul fuoco, liquida castagna ha le ciabatte ai piedi. Pagana bocca l’assapora, e la gola in go ia
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Dun vascello fantasma
[Osa (dopo anni, ancora osa) l’ottusangolo della sua noce, note cerca ad alta definizione. Ma il tondo l’eco ha dei sogni, lutto di cipreidi, solitudine profonda, solipsismo acceso, dettaglio in pietra d’una rosa. E amare sono le mandorle di sostegno che abbagliano da uno specchio. Onde fioriscono d’un vascello fantasma]
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La storta bocca del suo verso
Nasce la follia [(a volte senza volte per capirla) con il becco aperto nidifica manna sragionata dal cervello monotonia la tiritera di parole dette e non dette (un secondo sì e l’altro ancora sì) in fronte crocifisse d’endorfine autoreggenti poi frollano mai nate perché mai esistite] ovunque balugini la storta bocca del suo verso
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S a i
A torto ritorto il miope sguardo non s’acqueta agli anni, su torri e pini sbatte pulsazioni in saldo come una all’angolo. Ha ciglia imbrattate e scarsa propensione po.etica, ma dall’ugola rigurgita sempre lo stesso bolo miasmatico: -Sai dice tenace con verbi visionari mentre coniuga buchi e specchi morsicandosi dappertutto in pace
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Se la Voce tace
È l’incoscienza della selva a procurare germe al grano senza che ne voglia il turbinio di veste che la mano guantata esala mentre scende col suo merletto bianco ricca di marmo e di silenzi : non ci sarà pace né giustizia tra i poeti, se la Voce tace al grido dei versi che sanno sbucciare l’anima = quando s’imbavaglia : perché guarda alla gola che li emette
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Su una tela unica
Casto non è il pensiero che mi prende quando la forma dei primi frutti si denuda [io te lo dissi a fiato più vicino che quella del fico in fondo è la migliore (il buongiorno dà alla buona notte mentre dentro e fuori ci dipinge con le ombre luccicanti a picco)] e anche le nuche scovano labbra che schiudono sfarfallii a catinelle che si fanno a pelle su una tela unica
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Ricordi Pinocchi
T’arde la follia del sangue + Zampilla lingue ipercaloriche brucia tra assatanati ricordi pinocchi + Con un occhio orbo e l’altro ultra truccato che emula rintocchi e qui e là si fa = Un felino muto ti miagola : è l’ennesimo tuo grido in borsa
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Scimitarra di luna
Scimitarra di luna taglia il cielo invernale. Eterna pare di un Nord estremo quanto friabile allo sboccio del giorno + ma parla. Senza che abbia bocca –parla- anche alle orecchie più sorde fino alle punte dell’unghie. Se solo le si molla uno sguardo : e dice e svela e rimbomba di verità occulte in faccia frantumate + che quagliano come sangue ostinato proiettante sugli altri i suoi orgasmi mancati
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Vene blu
Si sbottoneranno i giorni per quanti ne restano intorno al fuoco (e cerbottane si scaglieranno sui suoi vizi occulti come fulmini esoterici di Foucault) . un labbro rimarrà isolato sul pelo della lontra – una delle tredici suddivise in sei- = Sazie le bolle tra la pelle avranno aria per cantare il requiem celestiale sugli angoli dalle mie vene blu
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Dice lautunno
]Dice l’autunno stamane all’inverno: Tra poco sarà il tuo momento[ Foglie ho raccolto di rosso vestite e di giallo, castagne dai ricci, vini spremuti da uva matura, e tant’altro. ]Dei morti non dico ché mi han costretto a dividerli in classi[ Troverai un campo più vuoto e pulito, se ti andrà potrai riempirlo di neve. Non t’invidio il Natale tuo fiore all’occhiello, con deliri di luci già prime al mio tempo. ]Arduo il tema da svolgere: lui aggiunge , lui toglie, poi piange mancanze[
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Erba scellerata
Gli infissi hanno cardini con molle ultraelastiche frontali a facce quadre al quadrato. Chiederemo a Pitagora l’area del portante, la traiettoria degli angoli che non hanno presa. Alle diagonali che trapassano daremo comprensione [partirono da (uno sputo) lontano!]. Ma la fissa non dà tregua: spara sui quei capelli bianchi il giallo dell’erba scellerata* *Come Apuleio definiva il ranuncolo selvatico
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Tra bolle e petali
Ed è arrivata primavera [vera (oppure no)] : Ha una scia che la segue va in cerca delle fronti = Ti arriverà di certo l’unicorno immaginato a occhi ciechi : Tra bolle e petali colorati peti
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Misera tenda
Cosa può saperne misera tenda [che avrebbe voluto esser (vela)] se non dei suoi frustrati desideri L’occhio opaco non riscaldi di colori artificiali [lo (zircone) non appaga] ma lo lucidi per guardare quanto frutta la sua trave
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puZza pazZa
ScriCchiola semantica al seguito idee a caRponi L’eco sempre in agGuato in qualsivoglia momento con nOmi nuOvi sparati contaminaNti inseparabili dalla puZza di una pazZa
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la bettola che filava
Tramare trama e ordito per la bettola che filava con lana o ago e filo scandiva le lancette nell’orto : [Pensava che il fagiolo germogliasse gigante e che dalla cima la grappa le facesse un bel bocchino (strette le gengive sul suo mento largo)] = E infatti largo lo voleva il sogno mentre si gustava una banana : aspettando l’uomo dal monte con il ciuccio in bocca .
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allacqua che beve dalla neve
Un minimo [Fa giravolte nel cervello . (un bacio o due, fra valanghe rosso sangue + il bianco che evapora lontano) - un inchino a minuetto per chi spalare doveva prima in nome della vita] : all’acqua che beve dalla neve = il dito oscuro : allo scatto del suo piombo che gli scampati ha scelto
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Senza nemmeno un tendine
Rose di poesie malconce con tubo amaro in bocca dopo freddi pasti o piuttosto una posologia dell’orbita [occhio nel suo occhio che non cava un dente] mentre la mano stralunata a febbre quarantotto di mancanze scrive senza nemmeno un tendine
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Un buco nellacqua
Il becco dell’uccelletto non beccava, e se anche poco beccava gli andava di traverso, perché era senza il becco di un quattrino. Allora decise di beccheggiare e rifletté su una lingua lunga di mare: [Poteva (farla finita o) andare da quel becco ovino che faceva saldi di becchime sulla collina per farne pane] ma fu un buco nell’acqua e dal vento si beccò un pugno in faccia.
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Dice: [(star) brodo mio ultradoppio e (mi)
Dice: Ancora ogni tanto accado e srotolo addosso sospiri. Sai, dovevi starmi [(star) brodo mio ultradoppio e (mi) su un palchetto nota] a bacio, sulle nascoste falci laterali, a fianco di un obbrobrio in mare a naso limato e ombreggiato Dopo aver calcolato l’area del mio volto quadrato sempre in attesa in una sala ospedaliera
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4 passi allaria aperta
Potresti anche pensare di spendere 4 passi all’aria aperta [Il riparo di una parentesi non serve]. Chiedilo alla grappa elevata al quadrato Al doppio di te che si auto incensa Lo zio d’America sa che il timpano serve + che l’orecchio [Quando scarabocchi di me sulla tua pelle grottesca].
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nelluniverso del tuo antidio
Fino a gettarti giù pianamente da casa a strapiombo per finirlo il tuo ronzio di eco in eco sanguisuga di versi e idee nell’universo del tuo antidio
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Latte imputridito
Ogni tanto mi torni da quel periodo strano con l’ansia che prendeva a decifrare antichi manoscritti. Avevi voce buona e maschia là sul piazzale e nelle vecchie traversie dell’antro dove dicevi di vele immaginate. Credevo l’anima tua e_retta, per questo ti serbavo speciale nello sterno amico caro. Fino a che non fu boato e calunnia avallasti di una vera arpia divenendomi latte imputridito
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Accordi accoppi
È che mi scuci sai risa fino agli orli del Cilento dove gli stomaci squamano pronti alla pesca d’inverno. Accordi accoppi alle spalle dell’arpa che ti sfuggì, grigio godere col tuo profilo di riserva
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Uninsalata al curaro
Cosa sognano le scimmie quando si altalenano a liane? Tarzan magri o palestrati? Quien sabe! Si domanda simil jane che ha pelle di pollo bollito dall’alto della sua bassa fossa mangiando un’insalata al curaro
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Finto
Finto il sorriso rupestre, scoppio di coppia prefica. Lo dicono le tue tante maschere lo dice l’ABC che a blocchi grandini per elemosinargli un mi piace. E io mi diverto a guardare.
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Lingua marinara
Mi piace la parte di reiettaquella che sta sempre fuori alle occasioniche ha i calli sulla facciaa furia di sbattere su porteimprovvise e chiuse da cari amici. Scoperta la follia come una mannasenza che sia follia perché non è genialespecie se il freno a mano aziona lingua marinara servita da poeta
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Piccola bambola
Piccola bambola restituita dal mare come cambi colore alla battigia senza muovere ciò che muove l’onda. Non hai avuto nemmeno il tempo di voltarti e taci i castelli di sabbia che non potrai creare. Quanta differenza con il pianto capriccioso per uno sbuffo d’acqua
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Le tue rime doro
Trovato ho le tue rime d’oro Ginnici i versi da orsacchiotto Così immaginai incontro galeotto Che mi degnasse d’una foglia d’alloro. Ma ahimè la vita è tanto crudele! Ingiusto va il donare altrove Dove il pensier carnale move E l’occhio della notte vola vele
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Tu che il mio libro tenevi sul comodino
Tu che il mio libro tenevi sul comodino fatti un giro al largo e nuotami lontano il tempo invita …. è così tanto caldo! E da me non vale pena per un midollo che non osa stanco e inconsciamente mi ritrova in sciatta eco
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Ridatemi il respiro
Manca l’aria a questa nuova faccia. Chi l’ha mai inventata? Un folle, forse. Il respiro latita al punto che credi non sia mai esistito e non posso andare oltre poche righe. Ma tu che sei qui, mi leggi? Riesci a leggermi fino in fondo senza soffocare come dentro una miniera? Nero su grigio quale pazzesca insidia! Ridatemi la pagina bianca dove posare i miei ricami neri che il contrasto faceva risplendere.
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Haiku della vanità
Soffice panna La testa s’è montata Priva di mani
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Haiku bum bum
Tuonano lampi Impazzito fragore Batte nel petto
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hai ku ku
Miele d’acacia Dolce cola corteccia Gola profonda
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