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Raccolta di poesie di Edoardo Penoncini
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

a Reyhaneh-Fiore Jabbari

(Apprendo oggi che all'alba del 25 ottobre 2016 Reyhaneh-Fiore Jabbari, quando il cielo si colora di speranze, è stata giustiziata. Il testo che segue lo scrissi il 10 ottobre 2014; purtroppo in questi due anni a nulla sono serviti gli sforzi fatti a qualunque livello: vi sono parti del mondo in cui nascere donna significa essere alla mercè della cosiddetta altra metà del cielo. Che il vero cielo sia pieno di luce per "Fiore".)

 

Non ci sono più querceti,

una quercia sotto cui predire

la fertilità dei vecchi

investire di clemenza

i giusti giudicanti

smuovere il cuore agli offesi

e lasciare linfa a un fiore violato.

 

Solo una parola che chiama

a milioni altre parole

lascerà nei giardini giovani fiori

sottratti alla sicumera

dei giusti giudicanti

e alla vendetta che sazia l’odio

il buio degli occhi.

*

Delta

Dove acqua e cielo si confondono oltre

gli arginelli nei fumi delle salse

valli e occultano nelle ore riarse

aironi cinerini e gallinelle,

lì perde il colore l’onda salmastra;

e barene, bonelli, sacche sono

rifugi di luce argentazzurrina,

dai boschi di Mesola e Nordio sale

il silenzio dei fili della madre-

selva e dell’orniello; forse qui dove

una mareggiata incanto tessuto

d’agropiro spezza e d’erianto

non siamo più di un punto d’ombra.

 

(da Vicus felix et nunc infelix. La luce dell'ultima casa, Al.Ce., Ferrara 2015, pag. 49)

*

Tracce di te

in quali versi d’amore davvero

di te vorresti trovare una traccia

 

se fossi tu quel rancore assopito

inconosciuto nocchiero dell’alba

da quale alba prenderesti i miei anni

a quale carta chiederesti voce

 

il mattino si leva senza luce

 

 

(da Lungo è stato il giorno, Prefazione di Matteo Bianchi, Ibiskos Ulivieri, Empoli 2013, p. 33)

*

Ipocondriaci di verità

Ipocondriaci di verità

                                (Il Senato approva)

 

Lasciate il mio corpo inviolato che

cenere ritorni eterno alla terra

e la voce di alcun giureconsulto

abbia ragione a vendere o vendersi

al triplicante che a turno raddoppia

come mercante o profeta nel tempio

quando non avrò più nuove parole

più di quante abbia mai potuto avere

non negatemi scelta e libertà

per dire chi sono e dove andare

non indicatemi il cammino voi

è ancora tempo buono a Samaria

perché sia dolce il mio viaggio nel buio.

 

(da L'argine dei silenzi, Ferrara 2010, pag. 52)

*

La piena del fiume

Non tracimarono le acque né altro avvenne.

Nel crepuscolo solo una gazza sperduta,
sugli argini ultimi scampoli in bianco e nero
e una galleria di nuove fotografie.

 

(da Un anno senza pretese, Empoli 2011, pag. 15)