I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
*
Un attimo di gioia
Quella sera, chiamandomi, apparisti meteora che, attraversato il mio notturno sorriso, si frantumò in mille lacrime, all’orizzonte del tuo ultimo addio.
*
La lepre
Ad un tratto scompari... anzi, fuggi muta senza saluto: un’abbagliata lepre spaventata nel vedere
il trasparire d’un’anima pronta ad amarti, e... la maschera da te desiderata ti incanta, quindi, sempre.
E sempre fissato rimane, in me, il tuo amaro balzo che, timidamente, tuttora mi ferisce nell’esibirsi scaltro.
*
Angelo senz’ali
E lontana corresti verso me a braccia aperte, un angelo senz’ali... Velo bianco, etereo, che ornasti la mia pelle, come farò a sbiadirti? Il cielo indorava la scia del tuo passo, quando le nuvole, rosee, primaverili fiorivano allo sfumar del giorno... Le labbra tue, petali di rosa, sfioravano il bacio del vento, nel mentre il sogno, desto, addormentava il tormento... Lacrime felici scendevan sul tuo volto, come carezzevol discende lo scorrer delle dita. Tu, angelo senz’ali, io, povero astronomo dalle tue distanze siderali, nel firmamento dei miei giorni sempre rimarrai in arie chiare, e sarà scacciata dal soffio del mio ricordo ogni nuvola grigia che tenterà te di cancellare.
*
Verso sera
In quel cielo indorato al tramonto canta un gabbiano, disteso all’orizzonte...
Al frusciare degli alberi mi parla l’eco dei campi, in un profumo dolce che inebria l’aria giunta più serena.
E camminando lungo questa vita mi perdo e m’abbandono, mia adorata
in te... e poi al sottofondo, lieve, che m’ammalia della pura natura e m’acquieta quest’anima provata,
che accosta sensibile a primavera e ci distende, anime verso sera.
*
Ramo secco
Legno che aveva sete di cascate di pensieri, e le foglie lasciava cadere nella sua deserta dimora...
Vide un sole che si ascolta nel fragile sorriso del volo, di uccelli che passano col vento di un approdato forse, la certezza dell’improbabile.
Vidi un giorno il cancello che apriva la strada al monte dei ricordi, dove salire guardando il silenzio per non cadere nel buio.
Ecco il bene del profumo, e l’acuta voce del passo, che non anticipa né ritarda.
Il legno resta lì, sordo, secco e bagnato dalla vista di chi l’osserva senza udire...
|