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Raccolta di poesie di Dario Gallo
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Un attimo di gioia

Quella sera,
chiamandomi,
apparisti meteora
che, attraversato
il mio notturno sorriso,
si frantumò
in mille lacrime,
all’orizzonte
del tuo ultimo addio.

*

La lepre

Ad un tratto scompari...
anzi, fuggi muta senza saluto:
un’abbagliata lepre
spaventata nel vedere

il trasparire d’un’anima
pronta ad amarti, e...
la maschera da te desiderata
ti incanta, quindi, sempre.

E sempre fissato rimane,
in me, il tuo amaro balzo
che, timidamente, tuttora
mi ferisce nell’esibirsi scaltro.

*

Angelo senz’ali

E lontana corresti
verso me a braccia aperte,
un angelo senz’ali...
Velo bianco, etereo,
che ornasti la mia pelle,
come farò a sbiadirti?
Il cielo indorava
la scia del tuo passo,
quando le nuvole, rosee,
primaverili fiorivano
allo sfumar del giorno...
Le labbra tue, petali
di rosa, sfioravano
il bacio del vento,
nel mentre il sogno, desto,
addormentava il tormento...
Lacrime felici
scendevan sul tuo volto,
come carezzevol discende
lo scorrer delle dita.
Tu, angelo senz’ali,
io, povero astronomo
dalle tue distanze siderali,
nel firmamento dei miei giorni
sempre rimarrai
in arie chiare,
e sarà scacciata dal soffio
del mio ricordo
ogni nuvola grigia
che tenterà te di cancellare.

*

Verso sera

In quel cielo indorato al tramonto
canta un gabbiano, disteso all’orizzonte...

Al frusciare degli alberi mi parla
l’eco dei campi, in un profumo dolce
che inebria l’aria giunta più serena.

E camminando lungo questa vita
mi perdo e m’abbandono, mia adorata

in te... e poi al sottofondo, lieve,
che m’ammalia della pura natura
e m’acquieta quest’anima provata,

che accosta sensibile a primavera
e ci distende, anime verso sera.

*

Ramo secco

Legno che aveva sete
di cascate di pensieri,
e le foglie lasciava cadere
nella sua deserta dimora...

Vide un sole che si ascolta
nel fragile sorriso del volo,
di uccelli che passano col vento
di un approdato forse,
la certezza dell’improbabile.

Vidi un giorno il cancello
che apriva la strada al monte
dei ricordi, dove salire
guardando il silenzio
per non cadere nel buio.

Ecco il bene del profumo,
e l’acuta voce del passo,
che non anticipa né ritarda.

Il legno resta lì, sordo,
secco e bagnato dalla vista
di chi l’osserva senza udire...