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Raccolta di poesie di Deborah Mega
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Battito d’essenza

Come sera sfatta divento cenere
sotto dita profumate d’apparenza,
io clessidra plasmata e capovolta

per gioco.

E mi compongo e ricompongo
in granelli di una sabbia
dai bagliori minerali
attraverso crune di vetro soffiato
e d’aghi.
Vorrei disfarmi e raggrumarmi
senza che mi sia imposta forma
in un piccolo battito d’essenza
attraversarmi contro corrente
come gradinata increspata e corrosa.

Eppure non amo terra né pareti
per me voglio il mare del cielo
e il cielo del mare

purchè infiniti.

*

Ombre

Cambia la sostanza
conserva la forma
non resta forse uguale
la sua ombra?

Benedetta l’ombra
fiorita di presenze
ora madre che mi supera nei passi
ora figlia giunta in dote dal silenzio.

Ci spiano guardinghe
sorridono delle nostre espressioni dormienti
innocenti si tirano indietro
e perdono spessore pronte a contornar le cose.

E noi che siamo ombre colpevoli di istinti
il doppio dei filosofi per interposizione
forse non amiamo ombre schermate dalla luce
staccate dagli oggetti ma pronte a consolarli?

*

Le spose fantasmi

Le spose fantasmi avanzano in schiere
memori di un amore passato
non hanno le mani giunte
le spose fantasmi
ma arti tronchi per abbracciare il nulla
indossano la veste bianca dei ricordi
tabula rasa di promesse e di peccati irrisolti
non recano bouquet
non hanno espressione alcuna
sono spose inconsuete ma perbene
discendono lievi a passi piccini
tanto il treno è passato da un pezzo
e loro hanno tutto il tempo
della rinascita e dell’abbandono

*

Creatura del mare

Forma idrodinamica
spinta slancio
guizzo propulsione
fendente che divide il corpo
l’acqua al suo passaggio.

Vita non pullula
nel mondo sottoposto
ondeggiano alghe mute
irreali senza tempo
distese ovattate
di ombre e di silenzio.

Penetrano i raggi obliqui
negli anfratti misteriosi
rivelano anemoni
e corpuscoli sospesi
geometrie caleidoscopiche
di luci e di colori.

Mi mimetizzo mare
nella tua trasparenza
nell’acqua che è sorgente
di vita e di purezza
ormai ricordo antico
di ere primordiali.

Mi sfioro con le dita
le squame iridescenti
e poi riemergo ancora
acquamarina fluida
a respirare il cielo.

*

Come un fiume

Frustrante
parlare al muro
voler comunicare
e non poterlo fare
sentirsi un fiume in piena
oltre l’argine del corpo
impetuoso e torrenziale
e non trovare l’àlveo
per scorrere e sfociare.
Rimbalzano i discorsi
le mie parole sterili
corde poco tese
su un legno stagionato
che non risuona più
nemmeno l’eco che si formi
mai nulla che ritorni
neanche un secco monosillabo.
Solo silenzio paralizzante
da te che (mi) rifiuti
e dirotti come diga
la portata del mio flusso
di parole e di carezze
vitali come acqua
per te che non ci sei
per me che ti vorrei.