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Raccolta di poesie di Maddalena Rotolo
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

A Vito

Pochi centesimi di benzina

han trasformato in falò

la sporca coltre,

caldo riparo dal freddo pungente,

pietoso separè dagli occhi dei passanti.

 

Un perfido giuoco

d'annoiati ragazzi

t'ha deturpato il triste volto.

 

La smania vogliosa

d'un folle spettacolo

t'ha reso irriconoscibile ai più.

 

Eppur sei tornato

in quell'involucro di stracci e  cartoni,

le poche tue cose

strette in un fagotto.

Sei tornato

nella dimenticanza silente

di chi non vede né sente

perché ha un'impermeabile coscienza 

e lascia un povero urlare di dolore

tra calde fiamme che bruciano le gote.

Invisibile sei, al punto

da veder solo

un rogo che divampa.

 

 

 

*

Amen

Seppellirò

il mio cuor nel tuo cuore

col ricordo di teneri abbracci

 

Soltanto là

il sole sarà ancora il sole

e il mare avrà ancora il suo azzurro

e i fiori la loro fragranza

 

*

La Vucciria nel week end

Strade senza voce

in cui miriadi di volti senza sguardi

incedono su corpi senza vita.

*

Tigre affettuosa

Uno spirto felino dimora discreto

nel  cuore mio sensibile e inquieto,

non belva feroce ma indomita, fiera,

mai acquiescente, né ostile od altera.

Possente ed agile, in perpetuo viaggio,

affronta ogni ostacolo con umil coraggio,

ruggendo possente con forza e disgusto

di fronte all’invidia, all’odio e all’ingiusto.

Maestoso difende con le unghia affilate

gli affetti e le cose da me conquistate

-con lotte titaniche e tenace pazienza-

che danno un senso alla mia esistenza.

E con pari premura dal fondo del cuore

a chi ama dispensa leggiadre parole,

un bacio, un sorriso,  una lieve carezza

figli d’umile fede e soave dolcezza. 

*

Titaniche lotte

Rimiro il cielo cupo.

L’aere grigio,

malgrado l’ora mattutina,

ricopre di mestizia

il mare azzurro e i verdi monti.

E assedia l’uomo, poi,

con noia e tristezza ineffabili.

Scorgo il sole, caparbio e disperato,

cercare uno spiraglio in quel grigiore

e urlar pietà per l’uomo

in cotanta mestizia immerso.

E vedo l’aere

grigio ed implacabile,

sbarrargli lento il passo,

inesorabile.

*

Il tempo

Uno specchio.

 

Che correndo t’insegue 

famelico, ansimante.

 

Appena nato,

ieri,

bambino ancora puro ed innocente.

 

Or vecchio,

le spalle al muro,

la vita ti ha segnato.

 

Ed esso incalza famelico,

ansimante,

carpendo ogni tuo giorno,

barattando il tuo presente col passato,

regalando ricordi.

 

Esso fugge  lontano. 

 

E mai più torna.

*

Odore di notte

Suona la mezzanotte 

alta la luna

splendono le stelle

cala il sipario

sopra un altro giorno

 

Fra qualche ora una nuova alba

inizierà a rosseggiare

alta sul mare

 

E mai si ferma

il tassametro della vita mia

e porta via ogni cosa

e il presente diventa presto passato

 

S'appresta ormai la falce

a mietere anche me

ed io non sono pronta

 

Prima che il buio

ricopra gli occhi miei

voglio scavare

 

Scavare fino in fondo

sempre più giù

in seno al pozzo della vita mia

tirar fuori le cose più belle

e lasciarle pure, intatte

per ricordo

*

La vita è un arboscello

Viene alla luce,

tenero virgulto,

in un tepido giorno

da zefiro baciato.

Al calor del sole

cresce forte  e ride, gioioso.

Sente freddo e piange per il gelo,

e la sua gioventù dura poco,

una manciata di giorni d’estate.

Si consuma di malinconia

in una triste strada

tra foglie che cadono silenti.

E quando l’inverno giunge,

una candida coltre l’imbianca.

E invecchia.

E muore.

 

La vita è un arboscello.

Ha le sue quattro stagioni.

 

(1985)

*

Palermo, un anno dopo

Azzurro il cielo, 

dorato il sole

e il mare che risplende.

Bianca la luna

s'affaccia sulle notti nere

contemplate da stelle e da pianeti.

 

Limoni olezzanti nella conca, 

fiori che cantano nei prati,

tramonti che tingono di fuoco

il cielo e il mare.

E le anime gelate.

 

Un lenzuolo,

appeso ad un balcone,

abbozza un sogno di rivoluzione.

 

Una catena di centomila mani.

Un albero in fiore

emana un lento furore di riscatto.

 

Una madre,

capace di sacrificio e  di perdono,

stringe il cuore per non dimenticare.

 

(Palermo, maggio 1993)

 

 

 

 

 

 

 

*

Umili preghiere

Ho visto fare

il segno della croce

a un vecchio pescatore,

 stamane, all’Arenella.

Con la sua grande mano

indurita dal sale

e imbrunita dal sole

che lenta andava

dal capo al petto ed alle spalle

e dopo ancora al petto,

il capo eretto

e il guardo all’orizzonte,

a scrutare il cielo

e accarezzare il mare.

 

Allora,

guardando la mano indurita,

ascoltando la voce del mare,

ho compreso

di mai aver forse

finora

saputo pregare.

 

1989

*

Cimiteri in mare

E come potrò ancora rimirarti,

o mare,

sapendo che conservi fra i tuoi flutti 

uomini e donne pionieri di speranza?

 

E come potrò ancora contemplarti,

o mare,

sapendo che abbracci fra le onde

decine di bambini e i loro sogni?

 

 

19 aprile 2015

*

Letture

Ho letto libri

per sapere e scoprire.

 

Ho letto libri

per crescere e sentire.

 

Ho letto libri

per comprender l’uomo

ed imparare il mondo.

 

Ho letto libri

per sentirmi viva

ed esser libera.

 

Ho letto libri

per trovar Dio.

 

Ho letto libri

per non sentirmi sola. 

*

Passeggiata

La candida neve quel giorno caduta

sopiva il rumore dei passi.

Man nella mano, sereni, vicini,

-intrapreso un sentiero per l’ignoto assoluto -

incedevano lieti ammirati dai pini.

 

Splendeva del verde nell’iride scura

irradiando d’intorno la speme del cuore.

*

Dono

In queste tenebre

rischiarate da fiochi lampioni,

in queste notti

simili a tante altre oscurità,

donare a un ultimo il calore.

Ma non da una coperta

proviene

né da caldo latte.

 

È la speranza

che irrompe

nel suo cuore inquieto.

 

 

*

Schizzo

Un disegno a matita

in me aveva  Amore schizzato.

Ombre e luci per rendere i prati ed il sole,

un lago, gli oleandri, le viole.

Il bianco, per ciò che di puro

aveva il mio cuor da donare.

Il chiaro, per le carezze e i sorrisi

che costellavano i giorni.

Il grigio, lo scuro, per le menzogne impietose

che nascondevan la tua malafede,

per l’egoismo crudele.

 

Non ti piaceva

il gestaltico senso del tutto.

E l’hai cancellato.

Con fredde lacrime

rubate alle stelle,

strappate alla luna.

 

E Amor, dileggiato,

t’ha reso ramingo.

*

Frode

Il niveo candore

d’un vergine cuore

un uomo crudele

avea con maestria profanato.

Dall’alma trista,

assai sola, egoista,

parole taglienti erompevano

in flussi continui di male.

 

E il niveo candore

al mondo celato,

ignoto persino a  se stessa,

si smarrì nel silenzio dell’anima,

svanì fra le pieghe del tempo.

*

Pubblicana al tempio

Salgo al tempio.

Son sola. Son nulla.

Ancor meno d’un soffio.

Oh, sì, se ne soffro!

Nessuna virtù da lodare.

Merito alcun da donare.

Alcun orgoglio attanaglia il mio cuore.

Mi prostro anelando il tuo amore,

acqua alla mia sete,

calore pel gelo che m’avvolge.

Non basto neppure a me stessa.

Ho solo bisogno di te.

Dentro, un gran vuoto s’espande.

È il posto per te.

 

 

*

Morire a 21 anni... E le stelle stanno a guardare

Ed alla fine è giunta, inesorabile...

E sono cadute le luminose nebbie

delle pretese e delle illusioni.

 

Tutto è futile!

 

Flagello ineluttabile, 

ha trascinato con sé ogni cardine dell'esistenza.

 

Per quanto attesa,

è giunta come un fulmine dai bagliori freddi e spezzati.

 

Ed eccoti adesso

a un tratto ridotto

come il lontano giorno in cui venisti al mondo:

nudo, "solo",

impotente addirittura 

per dire un semplice no,

un semplice ma...

 

Ogni tuo sogno o progetto,

ogni tua speranza...

 

Tu che volevi fare

volevi avere

volevi essere...

 

Tu che avevi diritto a fare,

diritto ad avere,

diritto ad essere...

 

Giaci, adesso,

tra bianche lenzuola non tue...

 

Riposi, adesso,

dopo strazianti urla..

 

E lasci un vuoto immane

colmo di mute domande inespresse...